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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

Clicca sulla pagina desiderata.

L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



lunedì 31 dicembre 2018

💥📚🥂Buon 2019🥂📚💥










 



❤❤❤❤❤


Buongiorno, amici carissimi de "La Panchina"!

Che silenzio assordante in questi giorni di festa!
Ho molto avvertito la mancanza delle nostre chiacchierate e sono felice di poter essere di nuovo qui in pensieri e riflessioni.
E voi? Non avete avuto la stessa sensazione?

So che tutti noi abbiamo dedicato più tempo a stare insieme, a vivere relazioni reali che rinforzano quella rete in cui ci sentiamo meglio e più al sicuro.
E questo è un bene.
Tuttavia, nel turbinio di incontri e pranzi ufficiali, le riflessioni profonde, le parole e le idee sono rimaste un pochino ai margini.
Non siete d'accordo?

Oggi chiudiamo questo 2018.
Si spengono pian pianino le luci dell'albero, ma si riaccendono le luci accecanti della nostra mente e del nostro cuore.
E se solo riuscissimo a ritagliarci un piccolo spazio di silenzio tutto per noi, quante belle cose potremmo scoprire!

Ecco arrivare ancora un nuovo anno come sempre.
Che ci sarà di straordinario, vi chiederete.

Vero domani e poi domani ancora saranno altri giorni, forse anche noiosi o dolorosi, che si snoccioleranno monotoni come sempre.
Il dono importante e straordinario, però, è che ci viene dato un nuovo tempo di vita, pieno di possibilità interiori, in cui trovare e scoprire noi stessi e costruire quel tesoro che nessuno può toglierci e che dipende solo da noi valorizzare.

Se poi faremo un viaggio, acquisteremo un mobile o un abito, incontreremo intoppi concreti nella vita quotidiana, potremmo scoprire che tutto assume un nuovo valore a seconda di quello che abbiamo dentro di noi.

Quindi aspetto il nuovo anno con questa filosofia di vita.
Certamente anche "La Panchina" lo farà, qui, in questo luogo virtuale, ameno e carezzevole.
"La Panchina - Lucca", poi, è già in grande fermento per ricominciare ad incontrarsi e a vivere momenti preziosissimi nella sede di V. Sant'Andrea 33.

Dunque accendiamo pure le luci nuove nuove di questo 2019 e andiamo incontro al futuro con positività e voglia di vivere veramente!
Grazie per essere stati ancora qui!
"La Panchina" vi augura serenità ed equilibrio, sempre tra le riflessioni, i pensieri, le idee, le parole e il divertimento... in un continuo allenamento dei muscoli della mente e del cuore.

A buon ritrovarvi nel nuovo anno!


❤❤❤❤❤❤






Published: lunedì 31 dicembre 2018

mercoledì 19 dicembre 2018

"La Panchina" Lucca - Lo scambio degli auguri












Carissimi amici de "La Panchina ", salve!

È tempo di feste e tempo di auguri anche per noi de "La Panchina" a Lucca.
Oggi ci siamo incontrati in modo informale, solo per chiacchierare a ruota libera, ridere per delle sciocchezze e... scendere senza volere nel profondo delle emozioni e degli "amarcord".

Ci siamo incontrati in un bar al centro della nostra città, che amiamo e che cerchiamo in tutti i modi di valorizzare.

"La panchina"  comincia a dare i suoi frutti.
Oltre ad aver passato tante ore allegre e serene nel mondo delle parole, delle idee e delle emozioni, oltre ad aver allenato i muscoli della mente e del cuore, abbiamo intessuto una vera e propria rete di rapporti che già vanno al di là degli incontri settimanali. 
Questo era nelle finalità del progetto... e direi che non è poco!

Infatti, qualcuno ha riallacciato rapporti o incontrato persone che non vedeva da tempo, nuovi fili sono stati tesi tra persone che hanno trovato interessanti affinità, tutti insieme viviamo momenti che gratificano e invitano a curare questa neonata rete di relazioni, costantemente in gioioso ampliamento.

E non crediate che abbiamo solo bevuto un caffè.
Al contrario, oltre ad aver creato un vero tornado di parole per tutto il tempo, abbiamo sfiorato con delicatezza anche il mondo delle parole scritte, come si intuisce dalla foto.

È tutto per oggi,
Grazie di essere stati qui e ricordate sempre di allenare i muscoli della mente e del cuore!

Alla prossima!






Published: mercoledì 19 dicembre 2018

Bilanci e consuntivi








Buongiorno!
Che piacere incontrarvi oggi!
Con il vento e con la pioggia, con le allerte e le alluvioni, qui intorno alla panchina ci si sta proprio bene.
Immersi in questa luce confortevole che ci entra direttamente nell'anima, recuperiamo spazi di silenzio e di grande calma.

È questo anche il tempo dei bilanci e oggi ho una bella notizia da darvi, una notizia bella davvero.
Grazie a voi che siete qui, oggi abbiamo superato le quarantaduemila pagine visionate!

QUARANTADUEMILA!

Grazie! Grazie di cuore.
Continuate a stare con me intorno alla nostra panchina!
Continuate ad allenare i muscoli della mente e del cuore!






Published:

sabato 15 dicembre 2018

Lucca - Decimo Incontro - 12.12.2018










Buongiorno, cari amici de "La Panchina".
Come va con queste temperature polari?
Avvicinatevi con fiducia alla nostra panchina.  
Qui c'è un calduccio confortevole e tutto è organizzato per farci stare bene.

Volevo raccontarvi qualcosa del nostro ultimo incontro de "La Panchina" a Lucca, l'ultimo prima della pausa natalizia. 
Ci rimane un ulteriore incontro informale per farci gli auguri che faremo a breve. 
Questo perchè "La Panchina" ha creato relazioni interessanti che vanno anche al di là di quanto codificato.

È stato un pomeriggio molto particolare, in verità.
Infatti, per una serie di disguidi, ci siamo ritrovati a vivere una panchina intorno ad un bellissimo tavolo nella saletta defilata di un bar, gustando caffè, orzi e macchiati, che ci hanno ritemprato dal freddo impegnativo di questi giorni.
Ne è uscito un bellissimo e caldo pomeriggio insieme.

In questa occasione, siamo state molto contente di accogliere una nuova amica, che si è inserita subito nella vivacità della conversazione tipica de "La Panchina".

Per quanto riguarda il prosieguo del pomeriggio, i punti focali sono stati due.

💥 Narrare, ascoltare, sognare
Inizialmente abbiamo "sferruzzato" con facilità una piccola renna di cartone, mentre veniva narrata una fiaba, che aveva come protagonista un elefantino.
Se vi va di leggerla o rileggerla, la troverete nella pagina " Una fiaba per sognare - Alice e l'elefantino". 
💥 Infilare collane di parole e di pensieri
Poi abbiamo deciso di raccogliere le mille parole che giravano vorticosamente intorno a noi, per costruire noi una bella fiaba.
Abbiamo scritto, abbiamo letto, abbiamo confrontato, limato, arricchito e definito una fiaba che ci sembra davvero carina.
È una fiaba dalla struttura particolare, che introduce molti temi interessanti.
Se volete leggerla, la troverete alla pagina "Lucca Insieme - Creiamo una fiaba? 8".

Bene, questo è stato tutto per mercoledì scorso.
Ci ritroveremo in V. Sant'Andrea 33, alle 16.30, mercoledì 9 gennaio 2019.
Non dimenticate che potreste essere dei nostri.
Noi vi aspettiamo!

Intanto continuiamo tutti ad allenare con gioia i muscoli della mente e del cuore! 







Published: sabato 15 dicembre 2018

giovedì 6 dicembre 2018

Ritratto di signora













Eccomi ancora qui!
Oggi la giornata non invita ad uscire.
Decisamente mi sento meglio tra le parole e le idee che mi frullano per la mente con impazienza.

Sono molti giorni che ho questa foto davanti, un foto un po' sfumata e incerta, ma a me piace proprio per questo.
In realtà è un particolare ingrandito di una foto più complessa e per questo appare così evanescente ed eterea.

La verità è che questa foto mi stuzzica un ragionamento da fare con voi.
Cosa c'è da dire? Una signora, o meglio una dama, come tante.
Sento già i commenti, le domande, le obiezioni che forse in molti starete facendo.
Sì, probabilmente è vero.
Si tratta di una dama d'altri tempi, ben vestita e ben pettinata, riccioli che scendono sulle spalle, scollatura al punto giusto, pizzi, fiori tra i capelli e sul petto ad arricchire il tutto.

Quello che a me intriga, però, è il volto e la postura.
E che dire degli occhi poi?
È come se questi elementi volessero comunicare qualcosa, volessero parlare a chi sta ammirando il quadro, rimandassero pensieri ed emozioni importanti.
La signora ha certamente posato per il pittore. Un tempo si usava.
Chissà se era conscia che insieme ai simboli del suo status stesse trasmettendo ai posteri molto altro!
E il pittore? Ha solo riportato ciò che vedeva o voleva proprio cogliere quello che andava a al di là della signora seduta lì davanti a lui in carne ed ossa?

Penso che questa immagine mi attragga così tanto perché non posso fare a meno di entrare dentro l'anima di questa donna.
Sento impellente il bisogno di conoscerla e di mmaginare come doveva essere nella vita reale.
Perché ve ne parlo?
Perché penso che possa offrire a tutti noi un spunto interessante di discussione nel grande lavoro che ognuno dovrebbe fare nella vita per conoscere se stessi e gli altri con cui si relaziona.
Insomma una specie di esercizio, servito su un piatto d'argento.

Qui intorno alla panchina si parla spesso dell'ansia e delle difficoltà che incontriamo nel vivere quotidiano e di come possiamo superarle rendendoci protagonisti della nostra vita.
Una delle cose base che dovremmo fare è proprio imparare a decifrare emozioni e comportamenti che ci coinvolgono.
Per arrivare a questo non possiamo prescindere dall'osservare le persone, che molto raccontano di loro attraverso i gesti, la postura, lo sguardo, l'abbigliamento, il linguaggio, le parole che utilizzano.

Spesso molti conflitti nascono da errori di comunicazione, in cui i fatti veri si trasformano inconsapevolmente in altri, con conseguenze disastrose per la nostra serenità.
Questo dunque è un esercizio facile facile, perché dell'elenco precedente sicuramente non possiamo utilizzare il linguaggio o i gesti, né l'abbigliamento abbastanza standardizzato, al di là di una maggiore o minore ricchezza che da essi potrebbe rivelarsi, ma che in questo momento non ci interessa.
Restano la postura del collo e del capo, l'atteggiamento del volto e lo sguardo.
Vi dicono qualcosa?
Provate a farvi delle domande e a formulare delle ipotesi.

È contenta la donna di posare?  La sua vita sarà serena, appagante? Trasmette gioia di vivere? Vuole comunicare con gli altri? Se potesse parlare, cosa ci racconterebbe? Qual è il suo pensiero più costante in questo periodo della sua vita?
Potremmo andare avanti ancora per molto e con altre domande.

Io la vedo una donna piuttosto introversa, esangue, provata.
È lì perché ci deve essere. È  di natura dolce, ma pensierosa, triste, rinunciataria, prevaricata nelle sue aspettative e possibilità. Ha visto e vissuto molte cose brutte che cela dietro la routine, dietro l'immagine che deve rimandare.

Naturalmente non è detto che sia proprio così come la vedo io, ma esercitandosi a vedere oltre l'apparenza possiamo imparare ad andare sempre più avanti nel conoscere chi ci sta intorno e a vivere conseguentemente meglio la nostra quotidianità.

Spero di non essere stata troppo pesante.
Pur partendo da una immagine bella e semplice nel suo complesso, ho deviato verso dissertazioni un pochino più complicate.
Inutile aggiungere che sarei molto curiosa di conoscere anche le vostre opinioni.

È stato bello avervi qui intorno alla nostra panchina, dove la luce ci fa sempre compagnia e i colori sono quelli giusti per star bene e per sognare un po'.

Vi aspetto ancora.
Intanto allenate sempre i muscoli della mente e del cuore!




Published: giovedì 6 dicembre 2018

Lucca - Nono Incontro - 5.11.2018











Buongiorno, cari amici de "La Panchina"!

Oggi giornata un po' grigia, ma l'atmosfera del Natale illumina vetrine e strade, rendendo il grigio civettuolo e quasi protettivo.
Infatti, come ogni anno, si rinnova un miracolo di speranza e di attesa anche per coloro che non sono particolarmente credenti e questo è un bene.
Vuol dire che all'uomo basterebbe anche poco per vivere in letizia e armonia, se solo sapesse accorgersi e avvalersi dei segnali che il suo cuore e la sua mente gli mandano.

In fondo anche un po' di luci artificiali, brillantini e fili d'oro riescono a fare la differenza e questo non è da sottovalutare.
Ce ne accorgiamo quando davanti ad una semplice vetrina addobbata il nostro volto si distende e un sorriso sorge come riflesso involontario.
La stessa cosa accade quando ci perdiamo a guardare il tetto impalpabile di luci sulle strade che si perdono davanti a noi ammiccanti e sentiamo che dentro di noi qualcosa cambia a prescindere da tutto.

Credo che questo possa insegnarci alcuni stratagemmi per superare le nostre inevitabili difficoltà quotidiane.  Prima o poi torneremo su questo argomento.
Anche il nostro spazio virtuale qui intorno alla nostra panchina è pieno di questa luce e risponde alle considerazioni in cui ci siamo persi inizialmente, non credete?
Bene ci ritorneremo. 

Adesso, come tutti i giovedì e a beneficio di chi è lontano e non può partecipare, veniamo ad una breve sintesi di ciò che è accaduto sulla panchina di ieri a Lucca.
Ieri.
Ieri è stato un incontro un po' diverso dal solito, ma di parole ne abbiamo macinate tante lo stesso. 
È stato un vero turbinio di parole su cui abbiamo lavorato intensamente, togliendo, aggiungendo, riflettendo, commentando, attuando relazioni e collegamenti, interpretando... e chi ne ha più ne metta.

Infatti, domani 7 dicembre 2018, alle ore 17.00 "La Panchina" parteciperà alla presentazione del libro "Una strana storia" a cura del "Caffè di Daniela" e leggerà una selezione di brani legati in modo tale da far emergere ciò che accade, guarda caso, su una panchina,  in qualche modo protagonista nel libro in presentazione.
Per questo abbiamo incontrato la curatrice de "Il caffè di Daniela", con la quale c'è stata una gradevole conversazione e la messa a punto organizzativa.

La cosa più interessante, questa volta, sono state le parole scritte e, soprattutto, quelle ascoltate e lette a voce alta, drammatizzandole. 
Ho notato grande interesse e molto divertimento in questo e, come ha dichiarato una delle convenute, il tempo è passato davvero in fretta, troppo in fretta.
A tutte noi comincia a piacere molto la lettura di storie a voce alta!

Comunque non è mancato un momento in cui abbiamo "sferruzzato". 
Questa volta abbiamo "sferruzzato" una stella di cartone tridimensionale che può essere natalizia, ma anche no.

Ora, carissimi amici, è tempo di tornare nel mondo reale.
Se volete, domani alle 17.00 in V. Sant'Andrea 33,  ci possiamo incontrare alla presentazione del libro.
Inutile dire che questo ci farebbe molto piacere.

Grazie per essere stati ancora una volta qui con me!
Inutile dire che vi aspetto sempre tra le parole delle mille pagine del blog.

In ogni caso, non dimenticate mai di allenare i muscoli della mente e del cuore!
Alla prossima!






Published:

domenica 2 dicembre 2018

Anirema









🍁

La luce novembrina filtrava dalle finestre limpida e cristallina.
L'azzurro del cielo sembrava lavato di fresco, ma il senso di freddo entrava nelle ossa provocando un brivido nell'animo.
Anirema ritirò lo sguardo dall'esterno, si strinse nelle spalle e si concentrò sulla luce amica che pioveva sulla sua scrivania.

Si lasciò rapire nuovamente dai suoi pensieri, mentre girava e rigirava una matita tra le mani.
Quello era il suo regno di fuga per qualche ora.
Lì ritrovava pensieri più liberi, più leggeri, decisamente meno coinvolgenti in stress e preoccupazioni.
Sì, c'erano anche dei periodi in cui doveva correre e sorgeva qualche intoppo, ma nel complesso decideva lei cosa fare, quando farlo e se farlo.
E poi lei sapeva organizzarsi e godere così di quei momenti lontani dalla routine familiare dove invece c'era tanto da fare, dove voleva fare ancora di più di quello che faceva e dove inevitabilmente arrivava a stancarsi davvero.
La sera nel letto stentava spesso a prendere sonno.
Si girava e si rigirava alla ricerca di una giusta posizione, ma la gamba che si surriscaldava le dava il supplizio di Tantalo ed era tutto uno scoprirla e ricoprirla, finché stremata non riusciva a prendere sonno.

Anirema prese un post-it rosa dal pacchetto che aveva davanti e vi scrisse con la matita, in un bel corsivo ordinato, una sola parola: “musica".
Poi lo fissò su un angolo del computer, in un punto in cui non dava molto fastidio.

Il telefono squillò.
Era quello fisso dell'ufficio, quindi lo ignorò volutamente.
In quel momento era troppo impegnata a pensare e non poteva interrompere il flusso delle sue emozioni.
Avrebbero certamente richiamato.



🍁

Dal pianoforte si levarono cascatelle di note che rotolarono piano nel salotto in penombra.
La bambina, come sempre si avvicinò senza fare rumore e si mise in contemplazione della mamma che suonava con lo sguardo perso nel vuoto.

Com'era brava la sua mamma e, soprattutto, com'era bella!
Se ne stava su quello sgabello tutta impettita, la testa rovesciata con garbo all'indietro, mentre le dita scorrevano veloci sui tasti come se fossero dotate di vita propria.
La gonna grigia alla  caviglia, come usava a quel tempo, ricadeva ordinatamente in grosse pieghe, mettendo in evidenza la sua vita sottile.

La bambina avrebbe voluto accarezzarla, saltarle al collo, ma non poteva disturbarla in quel momento.
Eppure quella maglia verde menta di jersey che indossava era così setosa e morbida che l'attraeva come una calamita.
Fece un piccolo passo in avanti.
In quel momento, una nuova cascatella di note si propagò all'improvviso nella stanza, mentre la mamma si piegava adesso sui tasti, spostandosi con tanta enfasi da una parte all'altra della tastiera.

La bambina girò intorno al pianoforte
Fu in quell’attimo che incrociò i suoi grandi occhi.
Vi si perse come sempre, affascinata.
Erano di un verde ammaliante, di un verde menta veramente affascinante.
Notò che erano proprio dello stesso colore della sua setosa maglia di jersey.



🍁

Anirema sospirò, si sistemò meglio sulla poltroncina girevole, accavallò le gambe e si raddrizzò sullo schienale quanto più le fu possibile.
Quindi aprì le dita e sfiorò i tasti immaginari di un pianoforte, accarezzando lievemente il bordo della scrivania.

Il pensiero della riunione che doveva organizzare per la settimana successiva tornò in primo piano. 
Doveva ancora contattare due o tre persone per avere la conferma della loro presenza a Strasburgo quel giorno.

Era sempre tanto difficile mettere tutti d'accordo sul giorno e sull'ora, ma doveva comunque definire questa riunione nel più breve tempo possibile.
Infatti era questa una riunione piuttosto importante per l'azienda, che aveva delle priorità e non poteva attendere oltre.

Si apprestò, quindi, a scrivere una comunicazione di convocazione e conferma agli interessati.
I tempi erano ormai stretti ed anche l'eventuale assenza dei due o tre che dovevano confermare non avrebbe impedito l'incontro a Strasburgo ormai stabilito per quel giorno e a quell'ora.

Aveva appena cominciato a digitare il testo al computer, quando il cellulare segnalò l'arrivo di uno… due…  tre messaggi.
Sicuramente era la sua amica che si sentiva sola e non aveva altro da fare.
Inviava continuamente foto e messaggi che giravano in rete, a volte spiritosi, altre piuttosto noiosi e ripetitivi. 
No, non riusciva proprio a darle sempre retta. 
Avrebbe risposto più tardi o l'indomani.

Intanto, meccanicamente, lo stomaco le fece un sobbalzo.
Non poteva farci niente.
Era automatico.
Le accadeva tutte le volte, forse per associazione di idee.
Infatti, anche in quel momento le tornò in mente la solita immagine che veniva da un passato proprio remoto, anche se non ne ricordava i dettagli.

Suor Annunciata, seria e impettita, il velo ben sistemato, guardava la scolaresca in religioso silenzio, severa e indagatrice, come a voler scoprire chissà quale misfatto avessero combinato.
Lei, composta al suo banco, non muoveva neanche un piccolo muscolo per non farsi notare.
Intorno a lei, tutte le compagne parimenti paralizzate e immobili, erano in attesa del predicozzo quotidiano.

Quella doveva essere una mattina particolare.
Qualcosa di spiacevole doveva essere accaduto, perché le emozioni che le salivano a galla erano forti e sgradevoli.

Riprese a scrivere seppur con la testa altrove.
Concluse la convocazione per Strasburgo in pochi minuti, mentre si riprometteva di indagare con l'amica appena possibile.
Desiderava fortemente ricostruire il momento scolastico cui si rifaceva quell'immagine e quelle sensazioni che le tornavano in mente dopo tanti tanti anni e in un modo così spiacevole.

Sì, qualcosa di particolare doveva certamente essere accaduto.



🌺

Scacciò quella sensazione spiacevole che l'aveva assalita, sottolineando la sua volontà con un movimento all'indietro del capo, poi riprese a digitare con rinnovata energia.
In breve tempo completò la comunicazione e si affrettò a metterla in partenza.
Prese la borsa dallo scaffale con fare distratto, l'aprì e recuperò il portacipria per darsi un'occhiata prima di lasciare l'ufficio e continuare la sua impegnativa routine giornaliera.

Ora sarebbe cominciato un nuovo lungo pomeriggio insieme ai suoi adorati bambini, croce e delizia di ogni signora in là con gli anni che al piacere di vivere nuovamente nel mondo dei piccoli deve aggiungere la grande fatica che ne deriva.
Passò in rassegna in una frazione di secondo i loro vivaci sorrisi, i loro bacetti, i loro capriccetti e si sentì immediatamente riempire di gioia.

Amava moltissimo i suoi nipotini per i quali desiderava il meglio.
Con loro non perdeva mai la pazienza e finiva per accontentarli in tutto.
Siccome erano tanti e voleva che stessero insieme, aveva sempre un bel daffare, ma non gliene importava proprio niente, perché essi erano il centro di tutto come lo erano stati i suoi figli.
Si avviò verso il parcheggio.

Non aveva ancora richiuso lo sportello dell'auto, che già il cellulare nella borsa suonava pieno di energia.
Cominciò a frugare nella sacca un po' informe, che a sua volta vibrava all'unisono, ma del cellulare era rimasta soltanto l'incalzante vibrazione che si accompagnava alla musichetta.
Dov'era finito?
Trovò il portacipria, una macchinina, due caramelle al miele, il tubetto del rossetto, una gomma per cancellare, un pacchetto di salviettine struccanti.
Il cellulare invece sembrava non esistere più.
Se non lo avesse sentito vibrare e suonare avrebbe creduto di averlo lasciato in ufficio.
Infine ci fu il silenzio.
Dall'altra parte avevano messo fine all’incalzante concertino.

Anirema afferrò l'elegante sacca di pelle rosso antico e la rovesciò sul sedile accanto a lei.
Un'infinità di oggetti, una vera e propria valanga di cose, schizzò fuori dal fondo della borsa, impigliandosi nell'immancabile foulard di seta che portava sempre con sé.
Notò ancora una volta quell'intreccio garbato di fiori sfumati sulla stoffa, che le volevano ricordare prepotentemente qualcosa, ahimè, senza successo.
Da quando lo aveva acquistato, anzi lo aveva comprato proprio per quello, ogni volta che lo osservava, sentiva nascere in sé un turbamento che, però, non riusciva a definire.

Il cellulare riprese a squillare.
Forse era tra le pieghe del suo bel fazzoletto che ammiccava con i suoi intrecci di fiori sfumati.
Si affrettò un po' seccata a muovere quel groviglio di seta scivoloso.
Fu in quel momento che la rivide davanti a sé, con il suo foulard di seta intorno al collo, bella e fiera come non mai. (Continua)



N. B.
Il racconto continua nella pagina "Racconto breve - Anirema"





Published: domenica 2 dicembre 2018

giovedì 29 novembre 2018

Lucca - Ottavo Incontro - 28.11.2018










  


Giocar  di  girandole



Salve! 
Eccoci di nuovo qui per due minuti di rilassamento, senza pretese, senza l'esigenza di fare cose eccezionali, soltanto con il desiderio di incontrarci e di ritrovare la pace della nostra panchina.

L'atmosfera è calda e accogliente come sempre, anche se fuori nella bellissima luce di un cielo sereno il freddo comincia a farsi davvero pungente.
Qui la temperatura è di una mitezza ideale, i colori sfumati di quiete e tutto ci invita a fare un bagno di parole.
Quindi tuffiamoci!

Avete letto il post precedente?
Vi siete interrogati sul BENE e sul MALE?
Spero proprio di sì, perchè ogni tanto rivedere i nostri principi profondi ci aiuta a fare aggiustamenti interessanti.

Ieri ci siamo trovati come tutti i mercoledì.
È stato un incontro particolare che si è molto incentratato sulle parole, parole di tutti i tipi veramente.

Infatti molte parole sono state lette, parecchie cercate, altre scritte, tante raccontate.

Un tempo congruo è stato impiegato per leggere le pagine di un romanzo breve alla cui presentazione "La Panchina" parteciperà.
Inutile sottolineare che ovunque vi siano parole "La Panchina" si lascia irretire, vero?

Avvicinandosi anche al periodo natalizio, una bella girandola non poteva mancare.
Dunque ne abbiamo "sferruzzata" più  di una e da lì siamo partite anche noi in una girandola di parole che ci ha tenute impegnate e interessate.
Prima abbiamo attivato la nostra creatività per trovare più utilizzazioni possibili di quelle girandole, poi abbiamo deciso di impegnarci in piccoli tautogrammi individuali, da mettere a punto con la discussione di gruppo.
Ovviamente siamo partite dalla lettera G, come girandola.
È stato un momento interessante e pieno di energia. 
Se vi va di dare un'occhiata, li troverete pubblicati nella pagina "Lucca Insieme - Creiamo una poesia? 3".

Ieri è stato un pomeriggio speciale anche perchè siamo riuscite a scavare dentro di noi, raccontandoci curiosità, idee e conoscenze personali, tante emozioni, rafforzando la nostra fiducia reciproca e ottimizzando le dinamiche relazionali che si attivano sempre intorno alla nostra panchina.

Questo è tutto per oggi.
Grazie per essere stati qui.
Tornate ancora nel nostro mondo di parole e...

            Non dimenticate di allenare i muscoli della mente e del cuore!





Published: giovedì 29 novembre 2018

martedì 27 novembre 2018

Il bene e il male












Buongiorno, amici carissimi!
Finalmente un momento di calma e di riflessione in questo luogo dello spirito!
Che bello essere qui!

Il solo fatto di essermi seduta sulla panchina mi fa sentire già bene.
Tutta la tensione dovuta al movimento perpetuo della vita quotidiana è caduta di colpo e i pensieri hanno ripreso a girare velocemente, puri e astratti e numerosi e liberi, veri e propri castelli di idee che portano lontano e che fanno stare bene.

Sono contenta di vedervi qui. Avvicinatevi pure!
Godiamoci questo momento.
Ne deduco che anche per voi è questa la pausa giusta, meritata, lontani dal fragore del mondo.

🌺
Per quel che mi riguarda sono alcuni giorni che ho voglia di approfondire un'idea.
Nel dettaglio, in questo periodo, ho un grande turbinio dentro di me, una vera e propria girandola che non vuole fermarsi.
Nella testa mi frullano parole che si muovono in coppia, parole che sottolineano un certo contrasto, anzi una vera contrapposizione.
Certamente anche voi ne avrete avuto esperienza, ma forse non sempre anche a voi è capitato di farci su una riflessione più approfondita.

La vita spesso vive di contrasti, ma il percepirla in questi termini non sempre ci aiuta a viverla bene e pienamente.
Dunque possiamo partire dal classico bianco o nero, continuando con il chiaro o lo scuro, il tanto o il poco, il brutto o il bello e via di questo passo fino a giungere a quello che a me intriga maggiormente in questo momento: il contrasto tra il bene e il male.

Con questa coppia di opposti si entra a spron battuto nel campo filosofico, in quello etico e religioso, insomma, in un campo fondamentale per l'intero costrutto dei nostri pensieri.
Sono questi due concetti fondamentali nella nostra vita, che ci coinvolgono dalla nascita e che sono essenziali per la sopravvivenza stessa dell'uomo sulla Terra.

Il bene, o il male, è quello che noi scegliamo continuamente, ma anche quello che ci capita nel concreto e con cui dobbiamo fare i conti nel nostro percorso di vita.


🌺
Quante sfaccettature intorno a questi due mondi in continuo movimento ed evoluzione!
In fondo c'è una grande relatività in questi due concetti.
Ciò che sembra un bene può rivelarsi un male.
Quello che è bene per me può essere male per gli altri.
E ancora.
Il  mio bene può confliggere con il bene della collettività e quindi, dopo aver fatto un grande giro, ritornarmi come qualcosa di negativo.
Insomma, più in generale, sia che si tratti di un individuo che di una comunità, quello che in un dato momento sembra un bene, si può rivelare a posteriori un male dalle conseguenze inimmaginabili.

Nel migliore dei casi riusciamo ad utilizzare il libero arbitrio, riusciamo cioè ad essere almeno protagonisti in quel che facciamo, in quello che ogni volta decidiamo di fare, senza lasciarci trascinare dagli eventi, ma è vero anche il contrario.
E sì! Capita spesso che presi dalla fretta, dall’ansia, dall’incertezza, dall’incapacità di decidere, ci si ritrovi a prendere una strada qualsiasi, vada come vada.

Tutto questo per quanto riguarda la nostra soggettività, la nostra individualità, ma certamente il male, o il bene, ha molte altre forme e ci viene anche dal non-sé, che siano persone specifiche o eventi ineluttabili.
Sulla terra la vita si alterna in un continuum di bene e di male da sempre, fin dalla comparsa dell'uomo che raccoglieva e cacciava quando possibile, che sfuggiva agli incendi provocati dai fulmini, che sopravviveva al freddo foriero di morte e così via discorrendo, proprio come oggi, in cui questi aspetti, con altre connotazioni, si ritrovano tutti.

Dunque il bene e il male in che modo ci coinvolgono?
Quale strada ci conviene prendere?
Sempre quella della difesa e della prevaricazione, insomma, quella dell’uomo che è lupo all'uomo, dell’homo homini lupus, come dicevano gli antichi?
Oppure perseguire un bene ideale scelto da ognuno di noi, quindi correre dietro un'utopia che per sua natura già sappiamo quasi impossibile da raggiungere?

In tutto questo non possiamo dimenticare che, prima o poi, arriveremo tutti al termine del nostro percorso di vita e che,  in quel momento, saremo davvero tutti uguali, in qualsiasi modo abbiamo scelto di vivere.
Ed ecco che ci ritroviamo al punto di partenza della discussione.
Tuttavia una scelta deve pur essere fatta.
Che ne dite?

Io credo che le nostre scelte debbano servire a farci stare bene, a farci raggiungere uno stato di quiete in cui il nostro Io non debba accumulare rimorsi, rimpianti, tristezza e dolori.
Io sono convinta che una persona serena sia un bene anche per la società, perché le vibrazioni positive si irradiano intorno a macchia d'olio, come del resto accade anche con quelle negative.
Quindi, io penso che valga sempre la pena scegliere un obiettivo, una meta, un ideale, un'utopia meravigliosa da seguire e che ci illumini la strada.
Non sono tempo e fatica sprecati come qualcuno potrebbe pensare, al contrario è qualcosa che può dare luce e colore alla nostra vita.

Amici carissimi, vedo che siete ancora qui!
Quindi, forse, non vi ho completamente annoiato.
Del resto, ogni tanto è bello anche parlare dei "massimi sistemi", non è vero?

Lasciate il vostro parere, se vi va.
Sarebbe un grande arricchimento per tutti noi.

Tornate ancora intorno alla nostra panchina e, come sempre, non dimenticate di allenare i muscoli della mente e del cuore!

Io vi aspetto!








Published: martedì 27 novembre 2018

domenica 25 novembre 2018

Contro la violenza sulle donne















Salve, affezionati amici de "La Panchina"!
Sono molto contenta di vedervi avvicinare... senza rumore, lentamente, ma con assoluta determinazione.

In questo sabato piovoso, ma pieno di avvenimenti, è bello ritrovarci ancora insieme, qui, intorno alla nostra panchina, a raccogliere parole,  a sviluppare pensieri, a vivere nuove emozioni.

È un momento davvero speciale, un tempo per stare bene nel silenzio che tutti i suoni include, in una penombra in cui si riescono a cogliere persino le sfumature di colore, nella bellezza di essere insieme mentre ci si concentra invece sul nostro profondo più intimo.

In questa calma celestiale, una parola lotta per farsi notare.
Ho un sussulto al cuore, ma l'afferro al volo, catturandola nel magico retino.

Sono certa che comunque farà bene a tutti noi prenderla in considerazione e che ne usciremo con maggiore forza e più grande consapevolezza.

Forse me la sarò portata dietro dal mondo reale questa parola...
Sì, perchè quella che salta nel retino è proprio la parola "VIOLENZA"!

Oggi, alcune di noi de "La Panchina"  si sono ritrovate sotto il Loggiato Pretorio (e per un minuto di silenzio anche intorno alla panchina rossa in Piazza S. Salvatore), lì dove erano convenute moltissime persone per una bella e colorita manifestazione tesa ad arginare questa violenza senza senso nei confronti delle donne.

I mezzi sono stati molteplici per richiamare l'attenzione su questo grave problema, dalle letture, al canto corale, alle dichiarazioni di intenti e molto altro.

Quello che io ho particolarmente apprezzato è stata la presenza di molti uomini e soprattutto di molti studenti, che saranno quelli che potranno concretamente operare un futuro cambiamento culturale.

E noi qui intorno alla nostra panchina come possiamo affrontare questa parola che è orrenda già nella sua genericità e davvero terribile nei confronti di donne e bambini? 

Certamente non possiamo lasciarci schiacciare da tanto orrore, ma con i nostri muscoli del cuore e della mente, che stiamo allenando con tenacia e convinzione, potremmo individuare almeno nuclei di idee su cui lavorare.

Per quanto mi riguarda, io penso che il cambiamento culturale si avvia con le parole e con le idee che formano l'individuo fin dalla primissima infanzia.
Questo processo virtuoso, però dovrebbe essere avviato all'interno di ogni famiglia che nasce, dando meno importanza alla competitività sfrenata, al primeggiare a tutti i costi, all'educare bambine e bambini seguendo degli stereotipi ormai antiquati e che trovo sinceramente anacronistici.

Io sono davvero convinta che, in generale, molto dell'agire si intraprende senza rifletterci abbastanza, senza operare delle scelte di fondo su chi si vuole essere e dove si vuole andare.
Sì tende a provare, ad agire seguendo l'influenza di qualcuno o di un gruppo, forse per pigrizia mentale oppure per il timore di essere responsabili di una scelta che potrebbe rivelarsi sbagliata.
Invece credo fermamente che un'idea, un ideale, un'utopia, un punto luminoso da raggiungere, non abbiano mai fatto male a nessuno e che la vita non si possa vivere per prove ed errori senza pagarne poi un prezzo.
Questo andrebbe fatto in prima persona e lasciato passare per osmosi a chi ci sta intorno, in primis ai nostri cuccioli e ai nostri giovani.

Che ne dite di una visione del mondo in cui ritrovare piccoli ideali raggiungibili che ci facciano sentire utili nel nostro percorso di vita?

Mi piacerebbe molto conoscere il vostro parere.
Vi ringrazio tanto per avermi fatto compagnia qui intorno alla nostra panchina e vi lascio con il solito invito ad allenare i muscoli della mente e del cuore.

Alla prossima!






Published: domenica 25 novembre 2018

venerdì 23 novembre 2018

Lucca - Settimo Incontro - 21.11.2018











Che bello catturare una stella!





Buona sera, amici carissimi de "La Panchina"!

In questa sera di un novembre avanzato, una stella può essere una buona partenza, anche se non brilla molto, anche se in fondo è una semplice stella di cartone.
Eppure incantevole è il concetto cui rimanda che apre un mondo di grande fantasia, di bellezza e di benessere.
Sia che si pensi ad una stella di Natale, ad una decorazione per l'albero, ad un fiore o ad una stella dell'infinito universo, la mente spazia, supera la ristrettezza e i confini.

Per questo, nell'ultimo incontro di mercoledì, ho proposto alle amiche de "La Panchina" di "sferruzzare" proprio una stella come questa, una stella da dipingere, da appendere, da utilizzare come un segnaposto, una stella per accogliere in bellezza ancora un'altra nuova amica della nostra panchina che partecipava per la prima volta.

Ma non è stato certo tutto!
Anche questo pomeriggio insieme è stato particolarmente ricco e pieno di spunti di riflessione.

Dopo aver richiamato alla memoria ciò che avevamo realizzato la volta precedente con la lettura di "Mano o non mano?" di cui alla pagina "Lucca Insieme - Mano o non mano?" , ci siamo divertite a giocare con le parole.

Infatti abbiamo parlato del tautogramma (per approfondire vedi la pagina "Edu-Pillole: Il tautogramma") e poi abbiamo provato a crearne uno.

Così abbiamo scelto una lettera intorno alla quale far ruotare una storia, un'idea.
Quindi ognuna di noi ha cercato nel mare di parole che erano nell'aria quelle più a portata di mano oppure più ammiccanti e divertenti.
Come si può vedere nel tautogramma che troverete alla pagina "Lucca Insieme - Creiamo una poesia? 2", ne abbiamo trovate di belle, di insolite, di divertenti.

Che bello vedere l'interesse e la voglia di realizzarne uno tutto nostro!
Per non parlare della sorpresa nel vederlo poi lì, pronto, a portata di mano.

Per me è stata un'esperienza davvero molto positiva, anzi sono certa che lo sia stata per tutti!

Cari amici de "La Panchina", grazie per essere stati qui con noi, in questa sera piovosa di un novembre avanzato.
Qui tra le parole, intorno alla nostra panchina, non c'è pioggia e non c'è vento.
L'aria è leggera, i pensieri più veloci, l'animo tranquillo e si respira un insolito benessere.

Dunque, tornate ancora a giocare qui con noi!
In ogni caso, non dimenticate mai di allenare i muscoli della mente e del cuore!







Published: venerdì 23 novembre 2018

sabato 17 novembre 2018

Lucca - Sesto Incontro, seconda parte












Buon pomeriggio, amici cari!
Eccomi ancora qui come promesso.
C’è vento oggi.
Soffia deciso sulle strade e sulla città.

Qui intorno alla nostra panchina il vento si sta gradualmente attenuando.
Canta pian piano una melodia tra le foglie già troppo gialle dell'autunno. 
Si presta bene a rilassare la nostra mente e il nostro cuore. 
Quindi possiamo immediatamente entrare nel vivo di qualche divertente considerazione.

Ricorderete che, sul finire dell'incontro dello scorso mercoledì, avevo proposto di disegnare l'impronta di una mano e di provare a lasciarsi trasportare dalla fantasia nell'individuare un oggetto altro che nascesse dalla stessa impronta.

Non era stato affatto facile sganciarsi da quella mano e individuare qualcosa di nuovo!
Eppure alla fine una nuova strada era stata individuata!
Ci si può fare una prima idea di ciò che ne è saltato fuori,  dando un'occhiata alla foto che apre questo post.
Maggiori dettagli li troverete in seguito in una pagina specifica.

In questo momento, invece, vorrei spiegare il perché di un gioco come questo, che può sembrare da bambini e che invece non lo è affatto. 
È vero, tutti i bambini da piccoli si osservano la loro manina e a scuola magari la disegnano, ma forse non è solo questo.
Sì. Intorno alla nostra panchina il gioco è qualcosa che ricerchiamo, credendo nel suo valore liberatorio. 
È quel qualcosa che ci allontana dal mondo reale troppo pieno di concretezza, di ripetitività, di confini limitanti e angusti.
Dunque cambiare prospettiva, vedere le cose da un altro punto di vista è molto importante per riprendere a valutare la realtà in modo più elastico, più divertente, in sintesi, più  creativo.

Questo gioco, apparentemente di poco conto, può educare quella dimensione del nostro pensiero che si allontana dalla convergenza, cioè da quell'abitudine maggiormente curata nella nostra società ancorata al due più due che fa quattro, e che si perde nel mondo delle possibilità e della fantasia.
Per chi fosse interessato al tema della creatività, si rimanda alla pagina “Edu - Pillole: Creatività" in cui è possibile approfondire e chiarire meglio questo concetto.
A noi basta aver puntualizzato come sia importante vedere al di là delle apparenze.

Intorno alla panchina adesso tutto tace.
Lontano, nel mondo reale, il vento continua a soffiare, spolverando cose e persone.
Spolverare… vi piace questa parola?
Forse voi non l’avreste mai usata attribuendola al vento…
Mi sono lasciata contagiare da questa creatività che aleggia nell'aria già da un po', qui con noi, intorno alla nostra panchina.

Grazie di essere venuti. 
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!





Published: sabato 17 novembre 2018

giovedì 15 novembre 2018

Lucca - Sesto Incontro - 14.11.2018



Lucca, 14 novembre 2018

Buongiornooo!
Salve, amici carissimi de "La Panchina"!
Come va?
Che bello essere di nuovo qui insieme a tutti voi!

Nel mondo reale in questi giorni si respira una certa quiete.
Anche se siamo entrati nel pieno di novembre, l'autunno è ancora mite e amico.
I suoi colori sono tuttora nel pieno del loro fascino e ci è difficile pensare che il Natale sia alle porte.

Qui nel mondo virtuale, tutto si amplifica all'ennesima potenza.
L'atmosfera è particolarmente carezzevole.
Infonde un senso di pace che è impossibile descrivere.
Vi prego, avvicinatevi con fiducia alla nostra panchina e cominciamo a mettere in moto le parole.
Se vi va di ascoltare, oggi vorrei raccontarvi la nostra esperienza di ieri, un'esperienza vissuta molto intensamente e di cui ancora in questo momento sentiamo profonda l'energia.

Quante parole sono volate ieri intorno alla nostra panchina!
Davvero molte, direi moltissime...
Ne abbiamo catturate nel retino per conoscere una nuova amica, per rimescolare quelle poetiche messe insieme in semplici versi da ognuna di noi (si possono leggere in "Lucca Insieme - Creiamo una poesia?") e per ricordare i mandala "sferruzzati" nell'incontro precedente.
Infine ne abbiamo ritrovate proprio tante in un racconto che ha legato insieme, in un magico contesto, tutti i mandala "sferruzzati". Se desiderate leggerlo, lo potrete trovare nel post "Mandala" o, forse, lo avete già letto?
Quello è stato veramente un momento particolare...
Che attenzione da parte dell'uditorio e che applauso spontaneo è seguito alla bella lettura che ne è stata fatta!

In quel frangente, è stato per me bellissimo osservare la grande magia che si era creata improvvisa tra di noi, una magia ricca di partecipazione e concentrazione, nella quale gli occhi erano splendenti, il viso sorridente e si poteva toccare con mano una dinamica circolare di emozioni profonde.
Che meraviglia! È stata una vera gioia assorbire le vibrazioni positive che aleggiavano nella biblioteca M. Eletta Martini!

Infatti quel racconto, partito dai mandala di ogni singolo partecipante, ha intercettato la sorpresa, le emozioni e l'orgoglio di tutti, perchè in fondo, a ben guardare, non era più solo una semplice storia, ma era la rappresentazione visibile del gruppo de "La Panchina" di Lucca, di quel "noi" che avevamo realizzato concretamente e che ci dava orgoglio e soddisfazione.

Interessante è stata poi l'avventura per cogliere la forma di un oggetto completamente diverso, partendo dal disegno della nostra mano, semplicemente posata su un foglio. 
Questo era quello che avremmo dovuto "sferruzzare" ieri pomeriggio!
Una bella e strana richiesta, vero?
Naturalmente non è stato affatto né semplice nè facile. 
Al contrario, è stato abbastanza difficile staccarsi dal significato che quella forma evocava, una semplice mano con la quale conviviamo dal tempo dei tempi.
In qualche modo, però e come prevedevo, siamo tutte riuscite ad andare oltre, a fare quel salto per andare sempre un pochino più lontano.

Poi ancora parole, parole per riflettere su quel che avevamo visto oltre una semplice mano. Ne riparleremo nel dettaglio in una apposita pagina.

Spero che il racconto delle nostre avventure, stimolino anche in voi ulteriori considerazioni, mettano in moto divertenti girandole di parole, costruiscano castelli di idee leggeri e articolati e vi conducano sempre più lontano nel benessere e nella profonda conoscenza di voi stessi.

Grazie per essere stati qui.
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!



🎈 🎈 🎈 🎈 🎈





Published: giovedì 15 novembre 2018

martedì 13 novembre 2018

Mandala












Dove siamo?
Quale spazio e quale tempo è questo?
Difficile stabilirlo con certezza...
Vediamo un po' meglio.


🎈

La cancellata di ferro battuto, sapientemente lavorata, mi si para davanti all’improvviso.
È leggera ed elegante, ma scherma e protegge con decisione.
È la parte centrale che rimanda solidità e grande forza.
A ben guardare, si colgono simboli di difesa, ma anche di offesa: attrezzi acuminati, mazze e ruote, lance, cunei.
Poi tutto intorno fioriscono diversivi, merletti di ferro battuto che ingentiliscono e distraggono.
Compaiono archi, archetti e pennacchi.
Essi seguono linee circolari di armonia e accoglienza, ma anche decisi percorsi angolari che forse mettono in guardia, mentre trapela una certa durezza e indubbiamente forza e resistenza.
Così la cancellata blocca il passaggio, ma suscita anche la curiosità di andare al di là, di scoprire cosa protegge o cosa nasconde.

Lentamente il cancello gira sui cardini.
Stride per il peso, ma si sente che è ben oliato.
Finalmente lo spazio si apre.
È un piccolo spazio, in gran parte erboso, quello che ci accoglie.
Tuttavia l'orizzonte è ancora chiuso.

Una parete piuttosto alta mi sbarra la strada.
È di marmo e chiude perfettamente la vista.
Al centro, proprio davanti al visitatore che entra, c'è però una meravigliosa trina che lascia senza fiato.
Un lavoro di scalpellino che ha completato la parete con un opera d'arte bella e complessa.
Come descriverla? Le parole non bastano.

Può essere colta come una stella a otto punte.
In realtà mi viene incontro come un quadrato riccamente intagliato che si stacca da un quadrato sottostante altrettanto riccamente decorato.
E poi c'è ancora un quadrato più leggero e un  cerchio che è un tripudio di archi, di archetti, di fiori, di foglie e decorazioni armoniche e simmetricamente disposte.
Tutto ruota e si irradia da un centro, che attira immediatamente lo sguardo e tutto mette in movimento .
Comunque la vera ricchezza sono i pieni e i vuoti sapientemente disposti, quelli che consentono di vedere e non vedere cosa c'è al di là della parete.
Mi avvicino immediatamente e mi sollevo in punta di piedi per arrivare a sbirciare tale un tesoro tenuto così gelosamente nascosto.

Adesso l'orizzonte si libera davvero…
C'è ampiezza e pace e armonia e libertà e bellezza.
Tre settori si delimitano chiaramente.
Al centro tra erbe, fiori e cespugli, una grande aiuola quadrata attira la mia attenzione con i suoi ovali che ne determinano il perimetro e ne definiscono una serenità che trascende. 
Ovali di costruite dimensioni danno aria e respiro ad una composizione di piante verdi elegantemente protese verso il mondo. 
Felci o palme che siano, si distendono a prendere luce, mentre lucide pietre, regolari e lisce come sassi di fiume, disegnano un centro in cui tutti gli affanni si perdono.
Il senso di pace che emana da questo gioco di luci si ravviva alla vicinanza di un'altra meravigliosa aiuola, incredibilmente ricca di colori e di proposte, un enorme fiore pieno di colori e di sfumature, una dalia immensa di cui si coglie il delicato profumo.

E dietro la prima e la seconda, altre aiuole identiche nella successione, nella forma e nelle dimensioni si perdono lontano. 
Seguono le regole della prospettiva, protraendosi verso l'orizzonte di cui non si percepisce la fine.
Un giardino delle meraviglie che corre a raggiungere il cielo!

Alla sua destra e alla sua sinistra altre aiuole più variegate, dai disegni più irregolari, lasciano intravvedere il colore del terreno, marrone carico sulla destra, terra di Siena sulla sinistra.
Sono orti disegnati seguendo criteri molto interessanti.

Chi utilizzerà tutto quel ben di Dio?
Sulla terra color ocra, le coltivazioni sono disposte in quadrati che scivolano un po’ sui lati quasi ad evocare una semplice stella. 
Gli ortaggi, dagli incredibili colori, sembrano dipinti.
Sono disposti intorno al centro, ben allineati, delineando le quattro punte. 
Mettono maggiormente in evidenza la parte centrale, che è molto più complessa, frazionata com'è in mille tipi di coltivazioni.
Tuttavia ciò che lascia senza fiato è la cornice che la contiene, rigogliosa di fiori di ogni tipo, una corona che rende omaggio al fantastico verde che svetta al centro.

A destra sulla terra ocra, spunta il grano maturo che ondeggia appena, fitto e dorato.
Ampi semicerchi di trifoglio punteggiato di fiorellini vermigli delimitano il quadrato centrale.
Siepi basse di more e mirtilli proteggono gli altri incantevoli spazi in cui i fiori la fanno da padroni.
Papaveri, fiordalisi, margherite si alternano in geometriche allegrie.

Anche a destra e a sinistra, le aiuole così connotate si rincorrono all'infinito e vogliono raggiungere il cielo.

Bello! 
Che spettacolo!
Che meraviglia!
Di chi è questo luogo incantato? 

La parete di marmo mi impedisce di entrare. 
Non  vi sono porte. 
Possibile?
Certamente è interdetto ai visitatori.

Non mi resta che apprezzare tanta bellezza e tornarmene indietro, dopo essere entrata direttamente in una fiaba sconosciuta.

Sì, sarà il regno di una principessa o, più probabilmente, quello di un mago orientale, di un Magio forse, che si è perduto nel tempo e che qui è rimasto per sempre.

🎈






Published: martedì 13 novembre 2018

domenica 11 novembre 2018

Lucca - Quinto Incontro, seconda parte














Salve, amici de "La Panchina"!

Accomodatevi pure! Venite più avanti!
Avvicinatevi alla nostra panchina con fiducia!
Vedete? 
Mille colori ammiccanti vi attendono.
Vi piacciono?

Sono le calde sfumature autunnali che hanno vestito la natura intorno a noi in questi giorni.
Sono i gialli, gli oro, gli arancio e i rossi delle foglie che sono finiti sul tavolo della nostra ultima “panchina", che, come avevo anticipato nei post precedenti, è stata davvero ricchissima.
Queste foglie meravigliose, o le loro sorelle, erano state usate per l'allestimento di un mandala in un giardino.
Il bellissimo mandala era stato poi affidato al vento, che lo aveva scompigliato.
Così ogni foglia aveva trovato la sua strada e ancora un'altra vita e un altro destino.

E noi? Cosa ne avremmo fatto?
Anche noi abbiamo “sferruzzato” un mandala. 
Sì, foglio quadrettato e la nostra immancabile matita, abbiamo iniziato a “sferruzzare” foglie, archetti, e ghirigori.
Partendo da un punto centrale e allargandoci a raggera, seguendo simmetrie e i nostri pensieri, abbiamo disegnato il nostro personale mandala.
Questo “sferruzzare” ha richiesto un certo impegno, in verità, ma è servito comunque a sprigionare le nostre energie più profonde e inusitate, quelle che forse non avremmo mai fatto emergere senza questo provvidenziale “sferruzzare".

Tutto qui? No, davvero!
Infatti, siamo tornate alle meravigliose parole e a costruire nuove collane di pensieri.
Una semplice conversazione?
No, qualcosa di più mirato.
Dopo aver apprezzato i disegni, ovviamente tutti diversi e personali, abbiamo cercato di metterci in comunicazione con ciò che i singoli mandala volevano dirci.
Così ci siamo persi in scrigni preziosi di parole, per dar forma ad impressioni, sensazioni, emozioni, analisi, che ancora una volta ci hanno rimandato molto di noi stesse, come fissimo in un gioco allo specchio.

Appena possibile, scenderemo in maggiori dettagli.
Che ne pensate? Vi piacerebbe provare?

Vi ricordo che ci troverete in Via Sant'Andrea 33, tutti i mercoledì alle 16.30.
Vi aspettiamo!

Nel frattempo, avanti tutta e… alleniamo i muscoli della mente e del cuore!







Published: domenica 11 novembre 2018

sabato 10 novembre 2018

Lucca - Quinto Incontro - 7.11.2018











Buonasera, amici de “La Panchina”!
Avvicinatevi pure...

Nella tranquillità della sera è bello trovarci a scambiare parole.
Intorno a noi vagano suoni che ci penetrano nel cuore più che nelle orecchie, vibrazioni eteree di una musica che ci capisce, che riduce i nostri affanni, che lenisce qualche ferita, che colora i nostri pensieri, che dona leggerezza e serenità.

In questa oasi profumata di leggerezza, è bello fermarsi a pensare.
E quasi senza volerlo è facile chiamare a raccolta le parole, come è quasi inevitabile rivivere le nostre esperienze più o meno recenti.
Per quel che mi riguarda, non posso non riandare subito con il pensiero ad un recente pomeriggio reale, ad un bel pomeriggio di emozioni, trascorso insieme intorno ad una panchina.
O forse eravamo intorno ad un tavolo?

Ad ogni buon conto, sento nascere spontanea la voglia di raccontare un tempo senza tempo, un intervallo sospeso tra colori e parole profumate d'autunno.
Dopo averle carezzate, averne annusato gli aromi, bevuto i variegati colori di un mazzo di splendide foglie lasciate sul tavolo da una di noi, “sferruzzare” qualche foglia di carta è stata una logica conseguenza.
Perché, dunque, non immergerci nelle parole per esprimere le sensazioni e gli umori che stavano nascendo dentro di noi?

Ripensandoci, devo proprio constatare che stiamo diventando davvero molto brave, più aduse alla penna (o meglio ancora alla matita), niente affatto intimorite nell’esprimere i nostri vissuti.
Infatti, è stato un vero piacere vedere con quanta serietà tutte noi scrivevamo con seria convinzione, intente a decifrare e a riportare sulla foglia di carta ciò che ci era nato dentro e voleva saltare fuori.

Scrivere nel silenzio, concentrarsi sulla conoscenza di noi stessi in un'atmosfera di fiducia, è qualcosa di magico e di terapeutico.
Deliziose le immagini che ne sono emerse nel momento della condivisione.
Che bello!
Senza volere, eravamo scivolati nel linguaggio poetico.
Un bel risultato se si pensa che nel mondo di oggi questo è un linguaggio per lo più desueto.
Così, poi, è stato piuttosto semplice e molto piacevole scegliere insieme le parti individuali, quelle più coinvolgenti, per mettere insieme una nostra semplice poesia in versi liberi.
Forse l'avete già letta nella pagina “Lucca Insieme – Creiamo una poesia"?
Vi è piaciuta?
Dite la vostra!

E poi?
E poi la prosa.
Abbiamo riletto il racconto “Angeliche presenze” finalmente concluso (“Lucca Insieme – Creiamo una storia? 10”).
In verità, in religioso silenzio, è stato riletto da una nuova partecipante al gruppo, una gentile signora che si è seduta sulla nostra panchina per la prima volta.
Lei, che non aveva partecipato alla realizzazione della storia, è stata così brava e trascinante che ci ha fatto quasi commuovere.
Dobbiamo dirlo? La stima di noi stesse è decisamente cresciuta!

Grazie di essere stati qui con noi!
Nel prossimo post troverete la conclusione di quel gradevolissimo pomeriggio.

Tornate ancora intorno alla nostra panchina ad allenare i muscoli della mente e del cuore!





Published: sabato 10 novembre 2018

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