🐦
In una splendida mattinata primaverile una cinciallegra è sul tetto di un campanile e guarda intorno.
All'improvviso sul ponte vicinissimo alla chiesa sfreccia un treno ad alta velocità e questo, con grande rumore e con un contrasto d'aria, provoca un vortice di polvere, che coinvolge e investe la povera cinciallegra.
L'uccellino, passato il pericolo, si accorge che una sua ala ha perso una piuma.
Resta molto pensieroso: ha paura di non poter più volare.
Non si perde d'animo, vuol vincere ogni ostacolo e cerca di spiccare il volo.
Riesce bene fino ad arrivare in un frutteto di aranci dove si riposa su un ramo fiorito e intorno ha tanti fiori di zagara con un profumo molto molto forte.
Più lontano scorge un grattacielo illuminato dal sole che fa sciogliere il ghiaccio che si è formato sul cristallo di una finestra su una terrazza e dove cade goccia dopo goccia.
La cinciallegra guarda e pensa che tutto sommato lei è salva, perché può ancora volare da un posto meraviglioso all'altro anche senza la piuma ed ha vinto ogni paura.
(Silvana)
🐦
La maledizione si attuò quel giorno di fine inverno in cui la temperatura era scesa così tanto da disegnare trine di galaverna in ogni anfratto.
Il primo treno del mattino fischiò all'improvviso, senza riguardo alcuno, con tutta la forza del suo congegno meccanico.
Sotto il ponte di ferro, il nido della cinciallegra dondolò paurosamente al passaggio del velocissimo convoglio finché non si staccò quasi del tutto dal pilone, che con il ponte aveva fornito protezione fino a quel momento.
Le pagliuzze nel nido, che avrebbero dovuto dare conforto, erano gelate e entravano nella carne dell'uccellino come aghi acuminati. A niente servivano le sue belle piume, quelle di cui la cinciallegra andava tanto fiera. Si strinse al suo compagno, ma questi non dava cenno di risposta.
Sarebbe morta? No, non poteva. Doveva ancora deporre le sue preziose uova.
Cosa era successo? Faceva davvero freddissimo. Eppure era quasi primavera... Che tristezza!
La povera cinciallegra si sentiva sempre più debole... più debole... debolissima.
Sì, sarebbe morta così, senza neppure poter dare una beccatina amorosa al suo compagno.
Ne era sicura. Anche se il nido non si fosse irrimediabilmente staccato, sarebbero comunque morti lì, dondolando nel vuoto e intirizziti dal freddo.
Il tempo lentamente continuava a soffiare la sua tristezza sul ponte spettrale.
La povera cinciallegra si preparò a morire.
Pian pianino si allontanò dal quel luogo di paura, seguendo un confortante profumo di zagare, mentre cercava di raggiungere un campanile che sembrava chiamarla con il suono delle sue campane.
Il treno era ormai lontano da parecchio tempo.
Poi un raggio di sole spuntò all'orizzonte. In lontananza un grattacielo lo accolse e brillò di lucente cristallo. Il ghiaccio luccicò ancora per un po', poi goccia dopo goccia si sciolse nella polvere.
Ecco, il nido si era fermato. Il giorno era ormai alto.
Qualcosa si mosse.
La cinciallegra aprì gli occhi e vide il suo compagno che, di ritorno con un rametto nel becco, si accingeva a riparare il loro rifugio.
Avrebbe deposto le sue uova preziose! La vita aveva vinto ancora una volta.
(Vanina)
🐦
L'anno scorso Edoardo, attraversando un lungo ponte si trovò davanti ad un grattacielo di cristallo.
Si mise in ascolto e in lontananza sentì il din don dan di un campanile ma non solo, anche il sibilo di un treno che sfrecciava veloce e, lì vicino, il canto di una cinciallegra. Quanti strani rumori! Che paura di notte!
All'improvviso ci fu un bagliore. Erano le luci del treno che illuminarono tutto quanto intorno a lui. Riuscì così a vedere una piuma color ghiaccio che si stava adagiando sul pavimento dell'ingresso del grattacielo.
Era una meraviglia vedere quel volteggiare della piuma! Bianca, pura come i fiori di zagara. Era una piuma della cinciallegra ferita da un cacciatore che non aveva capito il suo bel canto, quel bel canto che poteva allietare la solitudine di Edoardo, così sperso e solo nella notte.
Edoardo non aveva più paura e si avvicinò. Prese tra le mani la cinciallegra, la riscaldò, la accarezzò e quel caldo amorevole tepore si rivelò il toccasana.
La cinciallegra cominciò a cantare di nuovo. Edoardo riconobbe la canzoncina che un tempo gli cantava sua madre. Che bellissimo ricordo!
(Claudia)
🐦
Era una mattina freddissima, una di quelle mattine in cui il ghiaccio brillava come cristallo. Il volo della cinciallegra faceva da ponte fra il campanile e il grattacielo del paese addormentato.
Benchè facesse un freddo atroce i rami dell'arancio erano pieni di zagare e era forte il timore che il ghiaccio bruciasse i futuri frutti.
Il treno in lontananza fischiava la sua rabbiosa rincorsa dell'orario quando all'improvviso una piuma volteggiò nell'aria gelida.
Il gattone che abitava sul campanile aveva cercato di fare una succulenta colazione ma il minuscolo uccellino gli era sfuggito per un pelo da sotto gli artigli ed era precipitato in basso.
Sembrava guasi che la pianta avesse preparato la sua folta chioma di foglie e fiori per attutire la caduta del piccolo uccellino che rimase solo stordito senza riportare danni.
Una graziosa bambinam che infreddolita stava andando a scuola, la raccolse e premurosamente la liberò dalla polvere della soffitta del gattaccio e lesta la portò in classe dove insieme agli amici e alla maestra le fecero un nido di stracci.
Presto cominciò a svolazzare finchè uscì da una finestra lasciata aperta per lei. Pensò bene di non tornare sul campanile dove abitava il gattaccio e si fece un bel nido fra i fiori di zagara riconoscente a quella pianta che si era dimostrata così amica.
🐦
Le avete lette tutte?
Vi sarete accorti che, senza volerlo,
abbiamo utilizzato il modello classico della
fiaba
Dove
Quando
Chi
il protagonista
l'antagonista
accade un fatto
l'eroe
il lieto fine
Questo schema
potrà servirvi in altre occasioni!
E adesso tocca a voi!
🐦
0 commenti:
Posta un commento