R e p e r t i
Oggi
mi sono imbattuta
in questo interessante
reperto.
Cosa vorrà
mai raccontarci?
Mi aiutate
a decriptarlo?
📚
📚
Cristo è morto, ma potrebbe essere chiunque.
Come nella vita attuale, c’è rappresentata la sofferenza che ovviamente si evince dal Cristo morto sulla Croce, ma c’è anche chi partecipa suonando una dolce melodia, cercando di alleviare tale sofferenza e pure di seguito, ci sono persone che continuano la propria vita noncuranti di chi soffre, incuranti della certezza che la morte, che gli fa da ombra, possa all’improvviso falciarli via.
Poveri, ricchi, giovani o vecchi - La morte è ingiusta perché non guarda chi porta via, ma è giusta proprio perché non guarda in faccia a nessuno - diceva mia madre.
"A livella", invece, è una straordinaria e acuta poesia di De Curtis.
La morte che fa parte della vita molto più di quello che si pensi.
Certo, non è il caso di vivere con tale pensiero, ma il rendersi conto che siamo di passaggio potrebbe alleviare tanti mali che l’uomo, credendosi onnipotente, procura al mondo.
Io non mi porrei il pensiero dell’Inferno anche se qui Lucifero ha in mano le tavole delle sue leggi e pare tenere testa a un Santo.
Non credo che l’Inferno possa essere una destinazione per corpi e anime come la Chiesa vuole dirci per ammonire, ma può essere una rappresentazione per dire al mondo che c’è una via più giusta da seguire. Infatti il Santo viene rappresentato prima di Lucifero che è l’ultimo, come a dire che il male è l’ultima cosa che dovresti trovarti a fare.
Fai il bene e ti troveri su un bel Cavallo Alato che ti solleverà da tante pene perché sei in pace con te stesso.
Poveri, ricchi, giovani o vecchi - La morte è ingiusta perché non guarda chi porta via, ma è giusta proprio perché non guarda in faccia a nessuno - diceva mia madre.
"A livella", invece, è una straordinaria e acuta poesia di De Curtis.
La morte che fa parte della vita molto più di quello che si pensi.
Certo, non è il caso di vivere con tale pensiero, ma il rendersi conto che siamo di passaggio potrebbe alleviare tanti mali che l’uomo, credendosi onnipotente, procura al mondo.
Io non mi porrei il pensiero dell’Inferno anche se qui Lucifero ha in mano le tavole delle sue leggi e pare tenere testa a un Santo.
Non credo che l’Inferno possa essere una destinazione per corpi e anime come la Chiesa vuole dirci per ammonire, ma può essere una rappresentazione per dire al mondo che c’è una via più giusta da seguire. Infatti il Santo viene rappresentato prima di Lucifero che è l’ultimo, come a dire che il male è l’ultima cosa che dovresti trovarti a fare.
Fai il bene e ti troveri su un bel Cavallo Alato che ti solleverà da tante pene perché sei in pace con te stesso.
Claudia
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Quanti scheletri in movimento in questa immagine!
Sono degli scheletri che suonano strumenti a fiato. Riconosco una cornamusa, una specie di tromba lunghissima, credo una bombarda. Suonano per il Cristo Crocifisso al comando di uno scheletro coronato - forse la Morte? - che dirige il concerto.
Non mi suscitano paura, anzi. Li trovo armonici ed eleganti sulle lunghe gambe che si incrociano forse in una danza.
Il punto focale è il Cristo. Tutti i personaggi, quasi tutti umani, sono rivolti verso di lui. Chiude la processione un personaggio a cavallo. Si tratta, penso, di un omaggio al Redentore che l'umanità fa forse dopo la morte, quando piccoli e grandi, poveri e ricchi, umili e potenti, diventano uguali, senza gerarchie.
Gli scheletri, spogliati di tutto, ne sono testimonianza.
Non avverto paura in questa immagine.
Vanina
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Incontro dei vivi con i morti.
Un affresco con scheletri musicanti in processione verso la morte, seduta in trono, che suonano anche a un Gesù sofferente in croce e con una lancia nel costato. Estrapolandola, mi piacerebbe che questa scena rappresentasse il ringraziamento a Cristo per aver salvato l’umanità dal peccato con il suo sacrificio, ma temo che non sia così.
Gli scheletri sono alternati ad uomini e donne di ogni rango sociale e persino a bambini.
Perché questa folle compagnia?
Non sembra una libera scelta.
Sotto il murale è presente un canto in lingua antica dove viene nominata spesso la morte.
Mi viene da pensare che queste immagini vogliano comunicare che tutti gli uomini sono uguali davanti alla morte.
Monica
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N. B.
In realtà si tratta dell'affresco
"La danza macraba"




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