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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



lunedì 31 luglio 2017

Un'altra matriarca









Con  Gentile da Fabriano
un'immagine speciale del rapporto madre-figlio



Buongiorno, cari amici de “La Panchina”!
Eccoci insieme anche in questa splendida mattina di fine luglio.
È un po’ caldo in verità,  ma la luce intensa e smagliante affascina.
Intorno alla panchina poi, ha caratteristiche magiche, perché non se ne avverte il calore che altrove sarà asfissiante, ma se ne assorbono pienamente tutte le energie.
L’atmosfera ancora una volta è quella giusta per continuare le nostre dissertazioni leggere, senza ansia, senza fretta, senza obblighi di sorta.
È questo il bello della nostra panchina.
Ci avviciniamo solo quando vogliamo in libertà e le parole dette, e ampliate dall’immaginazione, sono sempre pronte ad immergergerci in mondi altri, in mondi più puliti e pieni d’aria, in mondi di serenità e silenzio, come possono essere soltanto i mondi delle idee.

Dunque continuiamo il nostro discorso sulle figure femminili che credo dominino in qualche modo le famiglie, anche modernissime del terzo millennio.
Abbiamo appena osservato l’agire della matriarca che come un’elefantessa annusa, suggerisce, sospinge gentilmente la sua discendenza sul sentiero battuto e sicuro.

Intanto, forse ve ne sarete già accorti, intorno alla panchina si stanno sistemando gli attori di un’altra realtà.
Questa è una realtà più complessa.
I protagonisti sono più eterogenei e le dinamiche relazionali che mettono in atto sono molto più intricate e complicate.
Anche l’età è più elevata. Ci sono un paio di bambini, in verità, ma rimangono sullo sfondo.
Qui la matriarca dirige con un piglio decisamente autoritario.
A tratti la sua ansia direttiva trapela con violenza.
Ci sta male la matriarca, perché la sua tribù non esegue perfettamente e immediatamente quello che lei suggerisce.
Come gia detto il nucleo familiare è complesso. Comprende più  figli di lui e uno di lei, decisamente tutti adulti.
Al centro di tutto emergono però interessi economici, legati ad un’attività commerciale che gestisce lei in modo insindacabile.
È abile la matriarca e molto esperta nel suo lavoro. Schiva le trappole e individua percorsi da scegliere.
È anche molto presa a non delegare responsabilità a chi la circonda.
Ha paura, tanta paura che tutto il suo castello possa crollare.
Non si avvede che l’età sfugge, che corre veloce lungo le strade del tempo.
Ingenuamente è convinta che può ancora aspettare tanti anni, prima di dover cominciare ad allentare la presa.
È sorda ai ragionamenti dell’amica che vuol metterla in guardia.
Sorride a se stessa, nascondendosi la verità.
Confida nel sostegno incondizionato del marito, che sempre la ascolta e ne comprende le azioni.
Egli prova anche in qualche modo a contrastarla, ma vuole vederla tranquilla e lascia che le sue idee si manifestino come lei desidera.
Le dinamiche relazionali, pur scricchiolanti,  vanno avanti in un’apparente leggerezza.
Qualche pranzo, un regalo, una visita tra gli interessati, una telefonata notturna con chi è invece lontano.

Intorno alla panchina la luce è cambiata.
Si è letteralmente traformata.
C’è un lieve movimento circolare che ipnotizza.
Si è fatto tardi. Meglio tornare nel mondo reale.
Ci vediamo domani per continuare, se si va.
Vi aspetto!

Grazie per essere stati con me ad allenare i muscoli della mente e del cuore!






Published: lunedì 31 luglio 2017

domenica 30 luglio 2017

La matriarca









Buongiorno!
Intorno alla panchina oggi c’è molta foschia, una nebbiolina tiepida e dolce che nasconde e accarezza.
Si intuisce che presto il sole la farà da padrone.
È gratificante sentirsi così  protetti.
Sembra di essere in una sorta di placenta amica.
Ancora una volta i pensieri nascono da soli, si rincorrono, si palesano, si condensano, avviluppati dalla foschia che già irradia una luce di speranza e bellezza.

Le figure femminili di cui parlavamo ieri danzano ora qui intorno.
Determinate, volitive,  importanti, occupano spazio e attenzione.
Non puoi non notarle.
La matriarca dirige, con lo sguardo, con il corpo, con il movimento, con una parola qua e là, la giostra in movimento di molte vite.
È chiaro il suo indirizzare tutti da lungo tempo.
I più giovani nemmeno più avvertono di essere in qualche modo diretti.
È palese.
La donna nel fiore degli anni e della vita ha completamente assorbito idee e comportamenti.
Attende ai suoi numerosi bambini con compunzione, convinzione, razionalità in cui fanno capolino principi e regole.
Segue il sentiero battuto, sostenuto, consigliato dalla matriarca.
È con lei che vuole stare.
La sua approvazione la conforta.
La matriarca, come una mastodontica elefantessa, riporta continuamente sul sentiero battuto con colpi impercettibili della proboscide, piccole amorose carezze che tengono all’interno, che non fanno allontanare per altre dubbie direzioni.
Tutto è impeccabile intorno.
Orari, abitini inanimidati, asciugamani con pizzi di altri tempi, cibi leggeri studiati nei dettagli,  voci dolci e misurate.
Il poppante richiede accudimento al seno ogni quarto d’ora.
La madre lo accontenta, mentre conversa con chi le sta intorno.
Il fratellino intermedio sorride, ma si intravvede il ghigno nascosto.
Si butta addosso a mamma e fratellino in quella che sembrerebbe una carezza, ma che rivela quanto soffra nel vedere quell’intruso tra le braccia della mamma, le sue braccia!
Giunge pronta la matriarca che lo tocca lievemente con la proboscide e lo spinge senza darlo a vedere verso l’anziano elefante che l’accoglie nel suo ruolo defilato e muto.
Lo sfiora con il suo annoso grosso orecchio.
I due si allontanano insieme dalla scena.
Intanto la bambina più grande ha lasciato la palla e ha occupato tutto lo spazio con grande veemenza.
I grandi occhi spalancati, guarda.
Osserva.
Il sorriso è d’ordinanza.
In piedi sulle sedie si sposta dall’una all’altra con salti più o meno precisi. Pericolosi.
Si butta addosso alla madre con un po’ troppa enfasi.
C’è un sorriso anche per lei.
La proboscide della matriarca la riporta sul sentiero con piccole domande che solleticano le sue conoscenze linguistiche.
È una carezza alla sua conoscenza precoce della lingua inglese, una conoscenza piena di nomi difficili di animali desueti a quell’età.
Ne nasce una breve dissertazione sul significato di porcupine e hedgehog che coinvolge tutti gli astanti.
Dura poco.
L’elefante padre è comparso nell’arena.
Un saluto fugace, una battuta ironica, siede ed osserva per un po’.
Il piccolo ha finito di poppare.
La mamma lo molla nelle braccia del papà e si allontana con la figlia maggiore per un gioco con la palla.
Passano pochi minuti. Il piccolo è nella sua carrozzina.
Il papà si allontana.
La matriarca gli dà consigli per il pranzo.

Oh, il sole ha quasi del tutto disciolto la foschia mattutina!
È tempo di fare una sosta.

Vi aspetto domani per continuare!
Grazie per essere stati qui ad allenare i muscoli della mente e del cuore!




Published: domenica 30 luglio 2017

sabato 29 luglio 2017

Madri ancora









Eccomi qui, puntuale come promesso!
Ci siete?

Entro subito in argomento.
Infatti insieme a voi mi è cosa gradita riprendere la discussione sulla figura femminile così come appare nella mutata e complessa società moderna.

Comincerò con il dire che io amo la solitudine, forse perchè non mi sento mai sola.
Così quando sono sola mi ipnotizzo a guardare le persone che mi sono intorno, le persone che agiscono e mandano segnali a chi vuole coglierli.
Mi piace studiare le dinamiche relazionali, le parole ed i gesti che intercorrono tra gli individui,  i racconti che fanno di se stessi.

In questo periodo dell’anno sono molto più a contatto con la gente e senza volere mi sono trovata ancora una volta a raccogliere tanto materiale interessante dal vivo.
Mi hanno colpito moltissimo le relazioni formative messe in atto con i bambini, le dinamiche intercorrenti in una grande famiglia in cui convivono più livelli d’età e quelle che governano un nucleo familiare allargato di persone prevalentemente adulte.
Inutile dire che le figure femminili risultano decisamente preponderanti, per il tempo che dedicano a manovrare queste dinamiche, ma anche per la qualità delle stesse.
In tutti questi casi gli uomini delegano in maniera importante, fuggono appena possono, tentano di assecondare le richieste femminili, a volte si stizziscono ma tornano ad “obbedire” subito dopo.

È vero che questi di cui parlo non costituiscono una casistica per l’esiguità dei casi, ma sono questi esempi estrapolati da esperienze più numerose osservate.
È vero pure che esistono uomini prepotenti che arrogantemente vogliono dirigere ogni aspetto della vita familiare, ma anche in questa circostanza sotto sotto i figli recepiscono maggiormente i suggerimenti,  anche non espressi verbalmente, messi in atto dalle madri, dalle nonne, insomma da figure femminili.

Lascio da parte gli aspetti educativi che riguardano i piccolini perché in questo momento mi interessa maggiormente disquisire sui due nuclei familiari in cui ho visto muoversi più persone e più livelli di età.
La cosa che mi ha maggiormente colpito, senza esprimere alcun giudizio di valore, è stata quella di cogliere donne decisamente direttive, anche se ce ne erano anche di quelle che si facevano dirigere.
Ho avuto l'impressione di assistere ad uno spettacolo teatrale.
Mi sembrava di vedere concretamente i fili muoversi obbedienti secondo il disegno del burattinaio.

Mi fermo qui.
Volete aggiungere voi qualcosa?
Le vostre esperienze cosa vi suggeriscono?

Starei ancora a ore sulla panchina insieme a voi!
Forse, però, è meglio attendere qualche vostro commento.
In ogni caso, proseguiamo domani.
Io vi aspetto sempre qui sulla panchina a mettere insieme parole e pensieri speciali.

Grazie di esserci!
Continuate ad allenare i muscoli della mente e del cuore!




Published: sabato 29 luglio 2017

venerdì 28 luglio 2017

Madri








Buongiorno!
Tutti bene?
Il caldo torrido ha bloccato per un po’ la mia voce,  anche se io personalmente mi sono seduta più volte sulla nostra panchina.
Il refrigerio è sempre stato puntuale e molto gradevole.

Di proposito non ho fatto sentire la mia voce per lasciare fluire liberamente la vostra.
In effetti, la presenza di molti di voi è stata costante, ma mi è giunto soltanto un mormorio indistinto e poche voci chiare e determinate.
Ho captato comunque i vostri pensieri inespressi, più spesso li ho immaginati.
Come si sa, l’immaginazione ritempra sovente più della realtà e anche questo non è affatto male.
L'importante è addestrare la capacità di comprendere e di elaborare.

Nel frattempo, la vita de "La Panchina "si è snodata continua e decisa.
Abbiamo superato le ventimila pagine visionate!
Dunque, possiamo dire che un bel gruppetto di persone legate da pensieri e parole si è ritrovato, spero con piacere, in un convivio di riflessioni e di emozioni positive.
Che bello, non vi pare?
Grazie per la vostra rassicurante presenza.

Vivendo questo tempo estivo, mi sono sorte spontanee alcune considerazioni.
Provo a renderne partecipi anche voi.
Infatti, intorno alla nostra panchina, in questi giorni più o meno caldi, si sono intrecciate e si vanno manifestando molte relazioni familiari.
È interessante vedere come queste dinamiche nascano, si evolvano, si intersechino, spesso si complichino.
In un tale contesto, mi intrigano molto le figure delle donne e, ancora di più, quando si mostrano nel ruolo di mamme.
Sono, le madri, quelle che hanno in ogni situazione una valenza molto connotata, direi determinante, in tutto il sistema relazionale all’interno e all’esterno della famiglia.
Gli uomini restano spesso defilati, parzialmente coinvolti, qualche volta del tutto assenti.

È questa moderna una società matriarcale allora? Oppure no?

La domanda è certamente molto complessa e pretenziosa, ma penso che chiarirci le idee può essere un valido aiuto per tutti noi.
Allora, vi va di rifletterci un po’ su nella pace della nostra panchina?
Domani ne riparliamo!

Grazie a tutti per essere stati qui con me!
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!



Published: venerdì 28 luglio 2017

mercoledì 12 luglio 2017

Lungotevere









Il caldo torrido di questo luglio rende tutti un po’ più fragili.
L’afa chiude prepotentemente il respiro.
La luce così intensa e sfacciata acceca. Niente a che fare con quei grigi plumbei di altre stagioni.
Frastornati e sudati arranchiamo verso le ore della notte che non sa dare respiro al corpo né all’anima.

Intorno alla panchina il meteo è più favorevole.
Tutto è fermo in un clima ideale evocato dalla nostra mente.
Onde positive si muovono vicino a noi e ci ricaricano di linfa vitale.
Che sollievo tornare per un po’ a respirare aria pulita, leggera, carezzevole…

Note argentine giungono fino al nostro cuore, note dolci e fresche come quelle di acque in perenne scorrimento.
Le fontane di Roma, care ad Ottorino Respighi, si materializzano intorno a noi.
Sotto gli alberi del Lungotevere ci abbandoniamo al piacere di avanzare piano, di sostare, di perderci tra le mille foglie generate attraverso i secoli, diverse e pur sempre uguali a se stesse come allora.

Un canottiere canta piano una vecchia canzone.
Come sembra lontano il frastuono di oggi, il mondo che brucia, complice il caldo feroce e l’incuria e la malafede degli uomini!

Ascolta! Ascolta ancora!
L'acqua del Tevere sciaborda intorno al piccolo scafo.
Un gabbiano muove l'aria in cerca di cibo.
Non andare!
Resta con noi in questo clima speciale di cui possiamo godere, mentre anche i pini di Roma intonano una nuova serenata.






Published: mercoledì 12 luglio 2017

Poetar m'è caro

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