La stanza della civetta |
Donne e social
La stanza della civetta 2
(Parte seconda)
"Lucca Insieme - Donne e social: La stanza della civetta 1"
Il momento attuale non consente di fare un granchè, semplicemente stare insieme ai propri cari. Per Selene solo il figlio e i genitori, altri parenti lontani impossibilitati a venire. Quindi brevi festeggiamenti.
Questa situazione, però, le consente delle riflessioni. Prima si gode il sorgere di questa luna piena di gennaio, là dove sta tramontando il sole, a ovest. Pensare che nella prima fase là sorgeva, solo superata la metà ha cominciato ad invertire la rotta, da sud.
La spiegazione scientifica l'aveva fornita la sorella scienziata di Selene, studiosa dei lupi, appassionata anche di astronomia.
Naturalmente per ammirare lo splendore di questa luna di gennaio Selene ha dovuto andare a cercarlo fuori le pareti domestiche, per la strada nei d'intorni di casa. Munita poi di cellulare ultimo tipo ha potuto fare scatti incredibili, così è stato detto da chi li ha visti.
Lo splendore di questa luna le ha fatto pensare anche a momenti interessanti vissuti dalla sua nonna, che aveva vissuto per anni in una città del nord, il primo nord subito a ridosso degli Appennini, in periferia.
Selene pensa fra sé che le piacerebbe rendere partecipi di questi momenti le amiche de "La stanza della civetta".
Mah!.... Sono tanto carine sì, ma nessuna s'è pronunciata quando ha fatto il suo ingresso fra loro. Sarà stata accettata? Naturalmente si rende conto di essere diversa, il bello è proprio lì. Incontro di conoscenze, di esperienze.
In questo ultimo periodo non ha letto che di tradimenti - Pimpi, poi addirittura ha divorziato - e di figli adolescenti che danno problemi.
Selene non può fare a meno di riflettere che anche il suo ragazzo da poco maggiorenne non scherza. Da un po' di tempo continuamente ribadisce che lui pensa da sé, a modo suo, che deve vestire a “tono”, visto che ha un fisico “definito”.
Poi tutti questi discorsi sulla morte, sulla fede? Chissà dove si trova. Nin lo sa lei che ha accompagnato nel sonno eterno più di una persona, consapevole di tutto quello che sarebbe rimasto intorno in questa vita.
Si rende conto, Selene, meglio tenerseli per sé questi pensieri, ognuno deve essere libero di esprimersi e vivere come meglio ritiene, guai ad essere tutti uguali Sarebbe una grossa monotonia.
Oltre lo splendore a giorno questa luna del Cancro, chiamata la luna del ghiaccio, delle nevi, soprattutto dei lupi. Questi splendidi animali in queste notti si appostano sulle alture e ululano talmente forte da farsi sentire in elevate lontananza. Attirano di tutto, le lupe in amore ed anche i bracconieri. Così le spiegava la scienziata di casa, lei stessa si era appostata, là nel Casentino sulle alture, ad ascoltare non solo, ma ad ululare lei stessa per fare lo stesso richiamo con risposta. Che sensazione da brividi aveva provato Selene nel sentirne la registrazione, non solo, ma anche al pensiero di saperla sola in quei posti. Per fortuna non era mai stata attaccata.
Si preparano al grande evento che finalmente, per la prima volta, le metterà in contatto visivamente. Non solo. Hanno captato tra le righe che ci sarà un'ulteriore novità nel corso del collegamento. La curiosità sta lievitando come il lievito madre nella pasta del pane.
Liliana è già pronta da un po'.
È curiosa di dare un volto a quelle amiche di parole, con le quali, se ne rende ben conto, sta stringendo un legame sempre più stretto e coinvolgente.
Ecco, sono le cinque. È l'ora. Liliana si raddrizza su se stessa assumendo una postura consona e pigia l'icona della telecamera che lampeggia già da qualche secondo.
Immediatamente un movimento frenetico si mette in moto sullo schermo.
Quanti volti che cambiano di posto in continuazione! Liliana è quasi quasi emozionata e non sa su cosa fissare l'attenzione.
Non è la sola. Avverte che forti emozioni corrono senza controllo sul web.
Meglio prendere immediatamente la parola.
Buongiorno, finalmente ci troviamo! Che bello vedervi! Avrete già capito chi io sono. Devo dire che siete davvero molto… molto belle, interessanti… che emozione! Ma prima di cominciare, vorrei presentarvi Stefania. Vi sarete accorte che siamo in tante, troppe… Infatti è tra noi, appunto, anche Stefania.
Mi aveva chiesto con un messaggio specifico di poter entrare nella nostra stanza e io ho deciso di aprire la nostra porta. Chi di voi è Stefania?
Stefania, vuoi spiegare tu stessa lo scopo per cui hai chiesto di entrare nella nostra stanza?
Stefania
Befy 22
Quindi dovresti osservarci ben bene.... Ho capito… Ne riparleremo...
Cassandra
Io sono sorpresa nel vederti. Non credevo che tu fossi così, partendo da ciò che scrivevi. Non intendo che mi deludi. Dico soltanto che faccio fatica a fare l'abbinamento. Sarà che la nostra mente lavora con modalità che si colorano anche di fantasia.
Befy 22
Pensavi che fossi più giovane? Magari! Ieri ho trovato una foto in fondo ad un cassetto e ho pianto con il cuore su me bambina, su me ragazza… al momento, invece, io mi piaccio. Sono migliorata, almeno sono più consapevole.
Stefania, sei voluta entrare nella nostra stanza solo per studiarci come donne?
No, non solo. Anche per farne parte. Nella mia vita, in generale, mi piace conoscere le persone per poi accompagnarle. Questa volta ho seguito la curiosità di entrare per studiare le origini di questa vostra armonia, ma mi piacerebbe rimanerci.
È una figura su cui possiamo contare, credo.
Io... io vi offro uno specchio, uno specchio per confrontarvi, se volete.
Nel tuo lavoro hai trovato che ci sia solidarietà tra le donne?
Insomma... C'è una certa gelosia senza dubbio.
Io... io penso che ci sia non solo molta gelosia, ma anche molta rivalità. Le donne sono più subdole e sottili. Usano le loro arti per guadagnare dei vantaggi. L'uomo è più forte.
Vero… Anch'io ne ho avuto esperienza. Qui, nella Stanza della civetta, non accade perché c'è un fine diverso da quello che si trova sul posto di lavoro. E direi di più. Anche nelle amicizie c'è invidia e rivalità.
Ricordo ancora quella dottoressa che mi ha preso per mano e mi ha portato ad essere la persona che sono oggi. Mi ha spronato incitandomi.
Mi è stata accanto in ogni momento triste e felice che la vita mi ha riservato; ha festeggiato per le mie vittorie e pianto con me per le sconfitte. Mi ha consigliato miriadi di letture e spronato a scrivere le mie emozioni. Non la ringrazierò mai abbastanza per tutto l’aiuto che mi ha dato!
A distanza di tempo, devo dire che aveva ragione su tutto.
Oggi la rivedo negli occhi di Stefania!
Sono curiosa di conoscerla meglio questa Stefania. Infatti ho ancora delle piccole curiosità da chiarirmi che potrei comprendere con lei.
🦎
Devo dire che dall'arrivo della macchinetta del caffè la situazione è meno tesa e io sto avendo un po' di tregua, per cui riesco ad essere meno permalosa e questo contribuisce non poco a rilassare l'ambiente.
Qualche giorno fa è venuta Maria a trovarci con grande gioia di tutti. L'ho guardata con occhi diversi.
Da qualche tempo mi ero accorta che nel parlare lei valorizzava ciascuna di noi e aveva un complimento per tutte.
Ho capito che quando lavoravamo insieme, lei non era la mia salvatrice personale, ma era l'ago della bilancia, voleva proprio bene a tutte.
Ho capito anche che non devo aspettare il cavaliere sul cavallo bianco per essere salvata ma che posso attingere alle infinite risorse che sono dentro di me. E così ho fatto. Ho attinto a piene mani alle mie risorse per mettermi a dieta e sono così orgogliosa di me che viaggio su una nuvoletta rosa.
Ho perso circa dieci chilogrammi, pensate, e quando Maria mi ha fatto i complimenti, le ragazze mi hanno guardato a bocca aperta come se mi vedessero per la prima volta. Anche loro si sono unite a Maria e sembravano sincere. Ho apprezzato.
Sarà un cammino lungo ma passo dopo passo ce la posso fare e poi ho deciso che da oggi mi assumerò il ruolo di collante che era di Maria, sono o non sono la più anziana dell'ufficio?
Quindi dovrei essere anche la più saggia.
Vediamo, dai! Sbagliando si impara.
Non dovevo giudicare le amiche della stanza della civetta con il mio metro, ma ora che grazie a loro sono cresciuta, sono contenta di averlo fatto perché relazionandomi con loro mi ha arricchito e maturato.
Si è presentata come psicologa. Immediatamente mi è venuto fatto di pensare che in questi tempi è una figura molto presente da ogni parte.
Quando io insegnavo e ho avuto dei ragazzi con dei problemi, se ne parlava semplicemente fra noi colleghi insegnanti o anche nelle nostre riunioni e nei consigli di classe. Si cercava di venire a capo di queste situazioni studiando un po' meglio l'alunno.
Ora sento che il mondo scolastico è proprio cambiato. Se c'è un ragazzo che si comporta male con i compagni, che non fa i compiti o che addirittura risponde ai insegnanti con offese, viene subito interpellata la figura dello psicologo. Questo cerca di studiare a fondo il carattere dell'alunno o parlando o facendolo disegnare. Per esempio, nel disegnare la propria famiglia, questi raffigura le persone dei suoi familiari. Dicono che così si ottengano informazioni che portano a scoprire le cause del suo comportamento.
Ora non voglio paragonare tutto questo con noi, però avere nella Stanza della civetta una psicologa che fa uno studio, penso che mi sentirò esaminata, giudicata come appunto fanno generalmente loro.
Spero bene però, perché l'ho vista molto carina, semplice e non nelle vesti di una che giudica e basta.
Quindi per ora darò tempo al tempo per tirare le mie conclusioni.
E mi chiedo… Ma loro stessi si capiscono? Perché sembra che siano esseri perfetti, ma il perfetto non esiste. Io non sono mai andata a consultarli perché sono un po' incredula.
Penso che le persone, che vanno da loro a farsi aiutare, siano un po’ deboli. Per questo hanno bisogno di un aiuto. Forse io non lo sono, ma non per questo io mi sento superiore. Infatti sono la prima a riconoscere che nella vita si può sempre avere bisogno di tutti.
Spero che questa Stefania ci sappia fare, anche se certo non è qui per risolvere i problemi di alcuna di noi. Mi chiedo cosa farà. Sono curiosa. Be', staremo a vedere.
Ho assolutamente bisogno di confidarmi con qualcuno al di fuori della mia cerchia familiare o di amicizie condivise con mio marito. Potrei farlo con le ragazze de “La stanza della civetta”. Ormai si è creata una buona confidenza tra noi!
Abbiamo iniziato scambiandoci qualche frase di rito, ma ben presto ho sentito di potermi fidare di lui e abbiamo iniziato a confidarci, a fermarci un po’ di più dopo il turno assieme.
Alex si è trasferito dal Congo quando era solo un bambino. Mi ha raccontato quei poi ricordi carichi di miseria che ha ancora nella mente, la difficoltà di adattarsi qui con la sua famiglia. Non è stato facile con una nuova cultura e anche con un altro clima, così freddo per lui.
Alex è un uomo più giovane di me di qualche anno, con gli occhi color cioccolato fondente; è alto e muscoloso; ha folti capelli neri ricci, con baffi e il leggero pizzetto.
Tutti questi pensieri mi fanno paura, mi destabilizzano... non sembrano i miei. Cosa mi sta accadendo? Perché Marco non si accorge che mi sto allontanando da lui? Perché non mi ha chiesto chi era quell’uomo che mi ha accompagnata a casa durante il temporale di domenica scorsa? Devo farmi coraggio e confidarmi, perché da sola proprio non ce la faccio e mi sento molto confusa.
Carissima Bianca, sono stata via per qualche giorno, ma ovviamente ho sentito la necessità di leggervi per aggiornarmi. In fondo siamo vere amiche, interessate ai nostri stati d'animo e forse anche con un pizzico di curiosità che non vuole certo arrivare all'infimo pettegolezzo. Per questo ti dico che secondo me hai spiegato troppo le ali. Abbiamo la benedetta opportunità di avere con noi Stefania e, senza aspettare che ti legga con attenzione professionale, fossi in te le chiederei aiuto. Sei troppo confusa. Ti sei innamorata da sola, mi pare. E poi nel tuo io cerchi Marco. O magari già lui si era allontanato? Ti parlo sinceramente e ti dico che ti ha fatto impietosire il furbetto quindi cara io farei attenzione. Non ne parlerei con nessuno oltre noi e ti ripeto, senti Stefania, se non vuoi perdere capra e cavoli risolvi presto senza impelagarti e perdere la tramontana. Questo è un buon consiglio, cara!
Seguendo il filo dei miei discorsi, mi rendo conto che sono entrata nella fase della contrattazione.
Evviva! Sono a metà strada. Vi ricordate i quattro punti del perdono? Negazione, contrattazione, depressione, perdono. Qui potrebbe aiutarmi Stefania e sono certa che lo farà se si presenterà l'occasione. Sono felice che una psicologa sia con noi nella stanza della civetta perché sarà un arricchimento per tutti.
La figura dello psicologo per me è un po' misteriosa. Non ho mai ben capito come il raccontare gli affari miei a un estraneo possa aiutarmi. Una volta ci sono pure andata per una decina di sedute ma non ne ricavai nulla. Non intendo demonizzare la categoria perché ho capito che quella persona non aveva empatia. Era tutta di un pezzo, professionale certo, ma dava l'impressione di essere nel posto sbagliato.
Cara Bianca, sono contenta che tu, invece, abbia trovato una persona così meravigliosa. Ne sono veramente felice. E a te Stefania, grazie per essere con noi, grazie perché anche tu contribuirai a far sì che ciascuna di noi possa continuare quel cammino che abbiamo già iniziato per diventare persone migliori.
E a tutte voi, amiche mie, grazie perché la vostra presenza nella mia vita mi ha molto arricchito.
Cassandra
È da tempo che rimugino dentro di me su questo argomento e adesso devo proprio coinvolgervi.
Potrà apparire un argomento scontato, ma per me è un problema. Mi dà persino angoscia. Sto parlando dei social, ma non li voglio con questo demonizzare. Hanno una rilevante importanza se seguiti in genere, scegliendo gli argomenti e le persone che mi sono dentro il cuore.
Nonostante ciò, dopo tanti anni, hanno deluso le mie aspettative. È vero che in questo momento mi trovo troppo impegnata per dedicarmici, ma è anche vero che volere è potere. Quindi, se veramente lo volessi, un po' di tempo riuscirei a ritagliarmelo.
Ho lasciato però l'app aperta e ogni tanto do una sbirciatina, ma non mi viene dal cuore commentare e, se le cose non mi vengono dal cuore, non riesco a formulare alcun commento.
Ecco il problema. Se pubblicano foto, situazioni, spesso frasi fatte che risultano altisonanti e che pure stimolano il commento, nulla accade, tutto finisce lì, nessun pensiero personale, nessuno commenta e, se qualcuno si azzarda a farlo, al massimo si deve accontentare di un like.
Tutto ciò alla lunga annoia, manca il senso, diventa tempo speso inutilmente o sprecato, se vogliamo.
Se poi leggo un qualche post "nervoso", un post aggressivo o di parte, inutile, è il massimo della tristezza. Tutto questo per dire, care amiche mie, che non pretenderei che il social in questione possa essere del tipo di una chat come la nostra della Stanza della Civetta, perché si tratta di un mondo tanto vasto, ma vedrei comunque possibile una qualche interazione.
Voi cosa ne pensate? Mi piacerebbe conoscere il vostro parere… magari le vostre esperienze sono completamente diverse… A dir la verità, questo non lo credo affatto.
Devo dire che La nostra chat è diversa. È costituita da persone attente all'altro, al suo bisogno di esprimersi ed è quindi priva di monologhi che non portano da nessuna parte, che non aiutano perché fine a se stessi. Anzi, sono sicura che potremmo continuare una relazione così viva all'infinito. Grazie, ragazze.
Bianca
All'inizio questi dolori si spostavano: un giorno ne avevo uno al polso talmente lancinante da non poter scrivere, un altro giorno l'avevo alla caviglia e camminavo zoppicando vistosamente; e poi alle anche, poi alle braccia, alle spalle, al collo. Ora di qui, ora di là con fantasia. Li chiamavo dolori transumanti. E sì! Si spostavano. Non mi sono mai annoiata con i miei dolori.
Ciao, Befy 22. Mi colpisce la serietà con cui ci fai questo racconto. Ti prego, continua! Sento che c'è ancora molto altro di cui raccontarci. Dicevi di questi dolori transumanti...
Anzi risultati ci sono stati eccome. I loro farmaci mi facevano male, molto male. Ma guai a dire a quei medici che le loro preziose medicine mi erano nocive, non lo accettavano.
Come è stata dura la mia vita! Prima di essere messa in ufficio, lavoravo alla produzione dove esisteva ancora il cottimo. Meccanismo perverso che aggravava un lavoro di per sé già molto pesante.
Quindi hai avuto anche problemi di relazioni, che non credo siano stati di poco conto, oltre alla fatica doppia per questi dolori di cui parli.
Mi succede spessissimo, quasi tutte le notti da anni ormai e sono veri e propri incubi.
Sogno vessazioni (che ci sono state), minacce, situazioni di pericolo, di stalking, aggressioni verbali soprattutto di origine sessuale, cattiverie a non finire che ho subito veramente, ma che nel sogno si manifestano in situazioni sia vere che fantastiche.
Ora che lavorando in ufficio sono riuscita a trovare un equilibrio con le mie campagne di lavoro, ci pensano i sogni a perpetrare le sofferenze psicologiche che ho subito... ma insomma pensiamo positivo.
È ancora da molti medici ritenuta una malattia psicosomatica, come credo di aver già detto in un precedente intervento.
Per questo una volta le mandavano al manicomio. Oggi siamo poco più avanti.
In realtà dovrebbe essere stata in qualche modo riconosciuta già da un bel po' di tempo e mi sembra di ricordare che da qualche parte è al primo posto come causa di invalidità, invece io non ho diritto nemmeno all'esenzione del ticket.
Insomma, riconosciuta o meno, il fatto è che non ci sono cure. Punto. Ma, vi assicuro che i dolori ci sono e pure molto violenti in ogni centimetro del corpo.
C'è un mondo che ne soffre e credo che siamo circa il 4% della popolazione e... ebbene, ora ve lo dico: il suo nome é fibromialgia.
Ho sperimentato anche la terapia del dolore con la cannabis, che mi veniva passata dalla farmacia dell'ospedale con tanto di protocollo regionale tutti i mesi, ma dopo due anni di alti e bassi, dato che c'era una forte assuefazione e quindi la dose del decotto doveva essere aumentata periodicamente, ho deciso di smettere, decisione questa favorita certamente dal terrore che mi succedesse qualcosa mentre guidavo.
Care amiche, ho letto ed ascoltato le tante cose interessanti di cui ci avete parlato. Sono stupita. Mi è sembrato di cogliere dalle vostre parole un certo senso di solitudine.
Mi rivolgo a tutte, in particolare a te, Stefania, che è da un po' che non ti fai sentire.
Mi riferisco alla conversazione che abbiamo avuto fra noi. Mi sembra che già una volta abbiamo introdotto questo argomento: la solitudine.
Dunque, io abito da sola e vi dirò non per mia volontà ma per coincidenza. Non sto qui a spiegarti, Stefania, come sono arrivata a questo momento della mia vita. Invece voglio arrivare subito al sodo.
Per contro c'è l'altra faccia della medaglia. Sono una donna piena di interessi ai quali non arrivo con il tempo libero che ho, che pure è tanto. Mi piace viaggiare, passeggiare, andare al cinema e a teatro. Fortunatamente ho anche le mie amicizie e ringrazio il cielo che ne ho molte, cominciando da quelle de "La Panchina", che anche tu conosci e che mi hanno fatto scoprire un altro lato di me che non conoscevo: la scrittura.
Con tutto questo mi sembra di ritornare bambina, anche grazie a tutta la curiosità che ho.
Ti svelo un segreto: mi chiamo Alba, ma per i miei amici il mio soprannome è “Sono pronta” e ora ti dirò perché.
Appena mi squilla il telefono rispondo: “Sono pronta”. Capito il perché? Io non voglio nemmeno sapere dove andiamo. Per me è tutto da scoprire pur di non restare a casa.
Vorrei un'analisi da te… mi piacerebbe capire perché sono così curiosa e euforica.
Penso che sia una parte del mio carattere che tra l'altro mi piace e ti dirò anche che non capisco chi al giorno d'oggi si annoia e non sa cosa fare… anche con questi piccoli mostri, computer e cellullari, con i quali puoi conoscere il mondo.
Dunque, voi che ne pensate? E tu Stefania?
Ho deciso di lasciare la mia casa, mio marito e il mio lavoro…ho deciso d’intraprendere un viaggio alla ricerca di me stessa.
Chi sono? La moglie di Marco? La figlia di Anna? La sorella di Rebecca? Non lo so e lo vorrei veramente scoprire!
Sono la segretaria? Sono la volontaria? Sono l’amante? Non so più chi sono e forse non l’ho mai saputo.
Beh, sapete cosa vi dico? E’ l’ora di scoprirlo!
Mi prendo un periodo, non so di quanto, solo per me… solo per conoscere realmente me, senza nessuno alle mie spalle che mi possa condizionare.
Penso che quando la propria vita non rende più felice e ti preoccupi più delle cose che di te stessa e degli affetti è l’ora di farsi delle domante.
Naturalmente, voi care amiche mie siete le uniche che terrò al mio fianco in questo “viaggio di ricerca” perché in questi mesi siete diventate un porto sicuro per me!
Vi siete mai poste queste domande? Sapete chi siete? Attendo le vostre risposte!
Cassandra
Ho letto tutto d'un fiato ciò che mi ero persa...
La Stanza della civetta è una terapia vera e propria per la mia anima. Ritrovo nei vostri racconti molti miei vissuti e il desiderio di aprirmi con voi mi assale spesso.
È un mondo strano il nostro... siamo donne del ventunesimo secolo ed ancora ci sentiamo addosso la solitudine in mezzo ad un mondo di uomini... e forse, Cassandra, rimaniamo spesso troppo ancorate a regole che ci mortificano?
Bellissimo tutto
RispondiEliminaSono contenta che ti piaccia! ♥️
EliminaHo letto tutto d'un fiato ciò che mi ero persa...
RispondiEliminaLa stanza della civetta è una terapia vera e propria per la mia anima. Ritrovo nei vostri racconti molti miei vissuti e il desiderio di aprirmi con voi mi assale spesso.
È un mondo strano il nostro...siamo donne del ventunesimo secolo ed ancora ci sentiamo addosso la solitudine in mezzo ad un mondo di uomini.
Sono contenta di sentirti, Mariella. Stare insieme fa bene.♥️
EliminaTorna ancora sulla nostra panchina.🌿🌹🌿