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Lucca Insieme - Donne e social: La stanza della civetta 2

 



La stanza della civetta


Donne e social

La stanza della civetta 2

(Parte seconda)

Continua dalla pagina
"Lucca Insieme  - Donne e social: La stanza della civetta 1"


🐢
Per puro caso questa ultima luna piena di gennaio coincide proprio con il compleanno di Selene. Che si cerca o si vuole di più?
Tutto si predispone per fermarsi e cercare di impiegare il proprio tempo per se stessi.
Il momento attuale non consente di fare un granchè, semplicemente stare insieme ai propri cari. Per Selene solo il figlio e i genitori, altri parenti lontani impossibilitati a venire.  Quindi brevi festeggiamenti.
Questa situazione, però, le consente delle riflessioni. Prima si gode il sorgere di questa luna piena di gennaio, là dove sta tramontando il sole, a ovest. Pensare che nella prima fase là sorgeva, solo superata la metà ha cominciato ad invertire la rotta, da sud.
La spiegazione scientifica l'aveva fornita la sorella scienziata di Selene, studiosa dei lupi, appassionata anche di astronomia. 
Del resto lei stessa nei suoi viaggi aveva notato queste differenze dovute anche alle esposizioni dei luoghi in cui si trovava. Lo stesso fenomeno poteva essere il contrario a seconda di dove si trovava, soprattutto sulle isole.
Naturalmente per ammirare lo splendore di questa luna di gennaio Selene ha dovuto andare a cercarlo fuori le pareti domestiche, per la strada nei d'intorni di casa. Munita poi di cellulare ultimo tipo ha potuto fare scatti incredibili, così è stato detto da chi li ha visti.
Lo splendore di questa luna le ha fatto pensare anche a momenti interessanti vissuti dalla sua nonna, che aveva vissuto per anni in una città del nord, il primo nord subito a ridosso degli Appennini, in periferia.
La luce elettrica, per le strade soprattutto, non c'era anccora. Lei non si faceva intimidire. Al calar della sera proprio quando sorgeva la luna nuova, anche con il freddo, si attrezzava di coperture adatte e di lumini. Quest'ultimi potevano servire più che altro al rientro a casa nelle zone d'ombra.
Questa nonna coraggiosa, il nonno, la figlioletta, si inoltravano per le stradine di periferia, naturalmente quelle più illuminate, per andare a far visita a conoscenti provenienti dal proprio paese d'origine. A volte il trascorrere delle ore era talmente veloce anche per una cena normale in compagnia, che non si rendevano conto di dover rientrare alla propria abitazione. Ed ecco allora la bellezza splendente della luna che era al massimo,
Selene pensa fra sé che le piacerebbe rendere partecipi di questi momenti le amiche de "La stanza della civetta".
Mah!.... Sono tanto carine sì, ma nessuna s'è pronunciata quando ha fatto il suo ingresso fra loro. Sarà stata accettata? Naturalmente si rende conto di essere diversa, il bello è proprio lì. Incontro di conoscenze, di esperienze.
In questo ultimo periodo non ha letto che di tradimenti - Pimpi, poi addirittura ha divorziato - e di figli adolescenti che danno problemi.
Selene non può fare a meno di riflettere che anche il suo ragazzo da poco maggiorenne non scherza. Da un po' di tempo continuamente ribadisce che lui pensa da sé, a modo suo, che deve vestire a “tono”, visto che ha un fisico “definito”.
Poi tutti questi discorsi sulla morte, sulla fede? Chissà dove si trova. Nin lo sa lei che ha accompagnato nel sonno eterno più di una persona, consapevole di tutto quello che sarebbe rimasto intorno in questa vita. 
Ma queste donne non amano la musica, la danza, l'arte, la socialità in presenza? E' facile scrivere delle belle parole stando sedute nella propria casa su comode poltrone o anche sedie.
Si rende conto, Selene, meglio tenerseli per sé questi pensieri, ognuno deve essere libero di esprimersi e vivere come meglio ritiene, guai ad essere tutti uguali Sarebbe una grossa monotonia.
Oltre lo splendore a giorno questa luna del Cancro, chiamata la luna del ghiaccio, delle nevi, soprattutto dei lupi. Questi splendidi animali in queste notti si appostano sulle alture e ululano talmente forte da farsi sentire in elevate lontananza. Attirano di tutto, le lupe in amore ed anche i bracconieri. Così le spiegava la scienziata di casa, lei stessa si era appostata, là nel Casentino sulle alture, ad ascoltare non solo, ma ad ululare lei stessa per fare lo stesso richiamo con risposta. Che sensazione da brividi aveva provato Selene nel sentirne la registrazione, non solo, ma anche al pensiero di saperla sola in quei posti. Per fortuna non era mai stata attaccata.




✉ 25.1.2022

Stefania
Buongiorno! Mi chiamo Stefania. Sono stata molto attratta dalle parole di presentazione de "La stanza della civetta".
Mi piacerebbe molto entrare nella vostra stanza e conoscervi. Pensate che sia possibile?




✉ 26.1.2022

Liliana
Buongiorno, Stefania!
Mi sono consultata con le altre. Siamo felici di accoglierti nella "Stanza della civetta".  Anzi, per oggi alle quindici, ho in programma di convocare il nostro primo incontro in video. Finalmente ci conosceremo davvero! Ti ho inserito in indirizzo. Tieniti pronta per quell'ora. Ci sarai?

Stefania
Certamente! Grazie, Liliana.


💻 26.1.2021 ore 15.00

Oggi sul web corre una certa emozione. Le signore della Stanza della Civetta sono tutte molto eccitate.
Si preparano al grande evento che finalmente, per la prima volta, le metterà in contatto visivamente. Non solo. Hanno captato tra le righe che ci sarà un'ulteriore novità nel corso del collegamento. La curiosità sta lievitando come il lievito madre nella pasta del pane.
Liliana è già pronta da un po'.
È curiosa di dare un volto a quelle amiche di parole, con le quali, se ne rende ben conto, sta stringendo un legame sempre più stretto e coinvolgente.
Ecco, sono le cinque. È l'ora. Liliana si raddrizza su se stessa assumendo una postura consona e pigia l'icona della telecamera che lampeggia già da qualche secondo.
Immediatamente un movimento frenetico si mette in moto sullo schermo.
Quanti volti che cambiano di posto in continuazione! Liliana è quasi quasi emozionata e non sa su cosa fissare l'attenzione.
Non è la sola. Avverte che forti emozioni corrono senza controllo sul web.
Meglio prendere immediatamente la parola.
 
Liliana
Buongiorno, finalmente ci troviamo! Che bello vedervi! Avrete già capito chi io sono. Devo dire che siete davvero molto… molto belle, interessanti… che emozione! Ma prima di cominciare, vorrei presentarvi Stefania. Vi sarete accorte che siamo in tante, troppe… Infatti è tra noi, appunto, anche Stefania.
Mi aveva chiesto con un messaggio specifico di poter entrare nella nostra stanza e io ho deciso di aprire la nostra porta. Chi di voi è Stefania?
Un visino delicato e gentile sorride e prende vita.
Ciao, Stefania, sei molto molto giovane… e molto carina. Prima di raccontarci di te, prego ognuna di voi di presentarsi brevemente, in modo che tutte noi possiamo mettere in relazione ciò che siamo nella stanza della civetta con i nostri volti.
Ad una ad una le signore, sorridenti ed emozionate, si fanno avanti nel raccontarsi.
Gli occhi sgranati.
Gli oh, ah, eccoti, davvero?, si rincorrono vivacemente,
finché Liliana riprende la parola.
Liliana
Stefania, vuoi spiegare tu stessa lo scopo per cui hai chiesto di entrare nella nostra stanza?
Stefania
Sì, io sono Stefania e sono qui, oltre che per il piacere di conoscervi, anche perché io sono una psicologa e sono molto interessata alle relazioni che si sono stabilite in questo gruppo. Leggendo dall'esterno il commento esplicativo, ho avuto la sensazione che nella vostra stanza si svolge una vita un po' particolare, diversa, insolita, che mi piacerebbe studiare. Infatti, si percepisce un'armonia tutta particolare. La cosa mi ha colpito e ci ho pensato su a lungo. Sono anche giunta ad una conclusione. Mi piacerebbe appunto organizzare uno studio con tecniche scientifiche per definire queste relazioni che sembrano emergere e, dopo aver verificato che esistono davvero, se è possibile definire un modello standard, per facilitare altri ambienti ed altri contesti a raggiungere un'armonia di questo tipo.
Befy 22
Quindi dovresti osservarci ben bene.... Ho capito… Ne riparleremo...
Torniamo a noi. Finalmente ho conosciuto le donne della Stanza della civetta... Ne sono davvero felice! Alla vostra faccia ricollego in questo momento i vostri scritti, le vostre parole, i vostri vissuti. Devo dire, per quanto mi riguarda, che questa stanza sembra essere un grande aiuto nelle mie relazioni personali. Io mi sono messa in gioco. Sono stata e sono molto contenta di mettermi in gioco e, devo confessare, comincio a notare dei cambiamenti positivi nella mia vita.
Cassandra
Io sono sorpresa nel vederti. Non credevo che tu fossi così, partendo da ciò che scrivevi. Non intendo che mi deludi. Dico soltanto che faccio fatica a fare l'abbinamento. Sarà che la nostra mente lavora con modalità che si colorano anche di fantasia.
Befy 22       
Pensavi che fossi più giovane? Magari! Ieri ho trovato una foto in fondo ad un cassetto e ho pianto con il cuore su me bambina, su me ragazza…  al momento, invece, io mi piaccio. Sono migliorata, almeno sono più consapevole. 
Marisé
Stefania, sei voluta entrare nella nostra stanza solo per studiarci come donne?
Stefania
No, non solo. Anche per farne parte. Nella mia vita, in generale, mi piace conoscere le persone per poi accompagnarle. Questa volta ho seguito la curiosità di entrare per studiare le origini di questa vostra armonia, ma mi piacerebbe rimanerci.
Cassandra
È una figura su cui possiamo contare, credo.
Stefania
Io... io vi offro uno specchio, uno specchio per confrontarvi, se volete.
Marisé
Nel tuo lavoro hai trovato che ci sia solidarietà tra le donne? 
Stefania
Insomma... C'è una certa gelosia senza dubbio. 
Letizia
Io... io penso che ci sia non solo molta gelosia, ma anche molta rivalità. Le donne sono più subdole e sottili. Usano le loro arti per guadagnare dei vantaggi. L'uomo è più forte.
Marisé  
È vero, anche nella fabbrica in cui ho lavorato per un po' di tempo c'era tanta cattiveria. Per questo sono convinta che una persona più debole sia prevaricata. Così deve difendersi. Deve necessariamente imparare a difendersi. A me è capitato. Senza volerlo, io creavo gelosie e per questo mi sono dovuta difendere.
Cassandra
Vero… Anch'io ne ho avuto esperienza. Qui, nella Stanza della civetta, non accade perché c'è un fine diverso da quello che si trova sul posto di lavoro. E direi di più. Anche nelle amicizie c'è invidia e rivalità.
 Tanti e tanti commenti si intrecciano e si accavallano,
mentre le immagini continuano a farlo freneticamente sullo schermo.
Stefania ha cominciato a orendere appunti.

 


🐘
Stefania. Un viso giovanile e molto dolce… Direi che mi piace. Ho avuto la sensazione che starà bene con noi!
Ha detto di essere una psicologa e questo non è male. 
Il fatto è che mi ha fortemente richiamato alla memoria il periodo in cui, quasi vent’anni fa, ho frequentato lo studio di una specialista in questo settore. Un'esperienza dura, ma esaltante.
Avevo all'improvviso scoperto di avere una malattia genetica piuttosto seria e mi ero pian piano del tutto spenta. Ero caduta in uno stato emotivo di grande angoscia da cui non riuscivo più a tirarmi fuori.
Ricordo ancora quella dottoressa che mi ha preso per mano e mi ha portato ad essere la persona che sono oggi. Mi ha spronato incitandomi.
“Da adesso accetti i tuoi limiti e inizi a vivere la tua vita. Non voglio che un giorno tu abbia dei rimpianti perché ti sei fermata. C’è gente che sta molto peggio di te e che vive… perché non devi farlo tu che hai l’ausilio delle tue gambe, braccia, occhi, orecchie e, anche se non lo credi, intelligenza e cuore? Alzati da quella sedia e cammina. Passo dopo passo vai avanti! I tuoi organi che non funzionano non devono sentire che li compiangi, non devono sentire che non credi in loro. Devono sentire che farai di tutto per salvaguardarli e che li proteggerai! Devi credere in te stessa sempre, in ogni istante, perché nessuno meglio di te ti conosce e ti comprende. Sei un essere unico nel tuo genere”.
Mi è stata accanto in ogni momento triste e felice che la vita mi ha riservato; ha festeggiato per le mie vittorie e pianto con me per le sconfitte. Mi ha consigliato miriadi di letture e spronato a scrivere le mie emozioni. Non la ringrazierò mai abbastanza per tutto l’aiuto che mi ha dato!
A distanza di tempo, devo dire che aveva ragione su tutto.
Oggi la rivedo negli occhi di Stefania!  
Sono curiosa di conoscerla meglio questa Stefania. Infatti ho ancora delle piccole curiosità da chiarirmi che potrei comprendere con lei.
È da allora, sinceramente,  che mi sono sempre domandata cosa pensa questo tipo di specialista al di là della scrivania, mentre ascolta ed esamina la storia della vita del paziente. Dev’essere complicato non poter esprimere il “giudizio” personale che si ha del comportamento di una persona. Io, sinceramente, non ci riuscirei! Non so proprio come possano fare!
Mi piacerebbe sviluppare questo argomento nella “Stanza della civetta” con le altre ragazze perché mi incuriosisce molto! Lo farò appena avrò conosciuto meglio questa Stefania.

🦎

Ieri ho visto le mie amiche civette, in diretta sul pc. Che gioia poterle osservare e relazionarmi con loro! 
Mi sono divertita a cercare di abbinare i nomi alle fisionomie e ho sbagliato di poco. 
Mi ha colpito soprattutto Cassandra che ha una lingua affiliata e tagliente ma ha un suo fascino particolare. Mi è piaciuta come mi sono piaciute le altre. 
Avrei voluto dire loro dei miei successi in ufficio, ma mi sono sentita in imbarazzo e non l'ho fatto. Peccato. Sì, perché le cose stanno procedendo bene e sono contenta.
Devo dire che dall'arrivo della macchinetta del caffè la situazione è meno tesa e io sto avendo un po' di tregua, per cui riesco ad essere meno permalosa e questo contribuisce non poco a rilassare l'ambiente.
Qualche giorno fa è venuta Maria a trovarci con grande gioia di tutti. L'ho guardata con occhi diversi.
Da qualche tempo mi ero accorta che nel parlare lei valorizzava ciascuna di noi e aveva un complimento per tutte.
Ho  capito che quando lavoravamo insieme, lei non era la mia salvatrice personale, ma era l'ago della bilancia, voleva proprio bene a tutte.
Ho capito anche che non devo aspettare il cavaliere sul cavallo bianco per essere salvata ma che posso attingere alle infinite risorse che sono dentro di me. E così ho fatto. Ho attinto a piene mani alle mie risorse per mettermi a dieta e sono così orgogliosa di me che viaggio su una nuvoletta rosa.
Ho perso circa dieci chilogrammi, pensate, e quando Maria mi ha fatto i complimenti, le ragazze mi hanno guardato a bocca aperta come se mi vedessero per la prima volta. Anche loro si sono unite a Maria e sembravano sincere. Ho apprezzato.
Sarà un cammino lungo ma passo dopo passo ce la posso fare e poi ho deciso che   da oggi mi assumerò il ruolo di collante che era di Maria, sono o non sono la più anziana dell'ufficio?
Quindi dovrei essere anche  la più saggia.
Vediamo, dai! Sbagliando si impara.
Non dovevo giudicare le amiche della stanza della civetta con il mio metro, ma ora che grazie a loro sono cresciuta, sono contenta di averlo fatto perché relazionandomi con loro mi ha arricchito e maturato.

🐈
Questa  nuova  signora che si  è inserita nel nostro gruppo mi fa pensare un po'.
Si è presentata come psicologa. Immediatamente mi è venuto fatto di pensare che in questi tempi è una figura molto presente da ogni parte. 
Quando io insegnavo e ho avuto dei ragazzi con dei problemi, se ne parlava semplicemente fra noi colleghi insegnanti o anche nelle nostre riunioni e nei consigli di classe. Si cercava di  venire a capo di queste situazioni studiando un po' meglio l'alunno.
Ora sento che il mondo scolastico è proprio cambiato. Se c'è un ragazzo che si comporta male con i compagni, che non fa i compiti o che addirittura risponde ai insegnanti con offese, viene subito interpellata la figura dello psicologo.   Questo cerca di studiare a fondo il carattere dell'alunno o parlando o facendolo disegnare.  Per esempio, nel disegnare la propria famiglia, questi raffigura le persone dei  suoi familiari. Dicono che così si ottengano informazioni che portano a scoprire le cause del suo comportamento.
Ora non voglio paragonare tutto questo con noi, però avere nella Stanza della civetta una psicologa che fa uno studio, penso che mi sentirò esaminata, giudicata come appunto fanno generalmente loro.
Spero bene però, perché l'ho vista molto carina, semplice e non nelle vesti di una che giudica e basta.
Quindi per ora darò tempo al tempo per tirare le mie conclusioni.


🐅
Mi domando, ma questi psicologi, tutta questa psicologia, saranno poi in grado di capire e risolvere i problemi come dicono? Io ho i miei dubbi, anche se so che hanno studiato per questo. In fondo sono sempre persone anche loro, persone umane con i loro problemi.
E mi chiedo…  Ma loro stessi si capiscono? Perché sembra che siano esseri perfetti, ma il perfetto non esiste. Io non sono mai andata a consultarli perché sono un po' incredula.
Penso che le persone, che vanno da loro a farsi aiutare, siano un po’ deboli. Per questo hanno bisogno di un aiuto. Forse io non lo sono, ma non per questo io mi sento superiore. Infatti sono la prima a riconoscere che  nella vita si può sempre avere bisogno di tutti.
Spero che questa Stefania ci sappia fare, anche se certo non è qui per risolvere i problemi di alcuna di noi. Mi chiedo cosa farà. Sono curiosa. Be', staremo a vedere.




2.2.2022

Annalisa
Salve a tutte! Come va? Dall'incontro in cui siamo state in video e ci siamo finalmente viste per la prima volta, tutto tace. Vi siete spaventate? Dove sono i vostri commenti, le vostre impressioni, le vostre emozioni?
Non vi sarete spaventate della presenza di Stefania?
Io devo dire che vi ho trovato tutte molto carine, soorattutto tutte bellissime dentro, perché  i vostri occbi brillavano di interesse e pura sincerità.
Auspico che presto, Liliana, organizzerai un nuovo incontro in video. Per me é  stato elettrizzante.
Per quanto riguarda te, Stefania, devo dire che mi stimola molto dare un taglio di ricerca al nostro stare insieme. Non ho ancora capito bene come farai, ma sento che entrare in uno studio mi dà una carica in più.
Liliana, hai avuto davvero una brillante idea! Sento a pelle che il tuo creare questa stanza è stata per molti di noi una grande opportunità. È un po' come aver trovato un approdo sicuro. Grazie!

Liliana
Sono contenta di quello che mi dici, Annalisa, e di come sia andato l'incontro in video. Vedremo cosa ne scaturirà.


🐘
Da qualche settimana alla domenica a pranzo vado ad aiutare alla mensa dei poveri della mia parrocchia. All’inizio l’ho fatto per evitare gli estenuanti pranzi con i parenti di mio marito. In tutti gli anni di matrimonio non ha ancora capito quanto mi costa, possibile?!
ma poi ho incrociato gli occhi di Alex, il responsabile della mensa, e non sono più riuscita a staccare i miei dai suoi. 
Ho assolutamente bisogno di confidarmi con qualcuno al di fuori della mia cerchia familiare o di amicizie condivise con mio marito. Potrei farlo con le ragazze de “La stanza della civetta”. Ormai si è creata una buona confidenza tra noi!
Abbiamo iniziato scambiandoci qualche frase di rito, ma ben presto ho sentito di potermi fidare di lui e abbiamo iniziato a confidarci, a fermarci un po’ di più dopo il turno assieme.
Alex si è trasferito dal Congo quando era solo un bambino. Mi ha raccontato quei poi ricordi carichi di miseria che ha ancora nella mente, la difficoltà di adattarsi qui con la sua  famiglia. Non è stato facile con una nuova cultura e anche con un altro clima, così freddo per lui.
Alex è un uomo più giovane di me di qualche anno, con gli occhi color cioccolato fondente; è alto e muscoloso; ha folti capelli neri ricci, con baffi e il leggero pizzetto.
Sì, Alex è un uomo di colore... un uomo così diverso da mio marito. È un uomo che mi ascolta veramente, è un uomo con cui potrei pensare di avere una relazione.
Tutti questi pensieri mi fanno paura, mi destabilizzano... non sembrano i miei. Cosa mi sta accadendo? Perché Marco non si accorge che mi sto allontanando da lui? Perché non mi ha chiesto chi era quell’uomo che mi ha accompagnata a casa durante il temporale di domenica scorsa? Devo farmi coraggio e confidarmi, perché da sola proprio non ce la faccio e mi sento molto confusa. 





✉ 4.2.2022

Bianca
Eccomi, voglio parlare un po'  con voi. È stato quasi travolgente per me potervi conoscere attraverso i vostri volti. Infatti devo confessare che ho avuto la netta sensazione di essere arrivata a casa. Era tanto che non provavo qualcosa del genere, ve lo assicuro. L'arrivo a sorpresa di Stefania, poi, ha richiamato in me vissuti lontani, ma anche vissuti impegnativi che mi stanno turbando in questo periodo.
Ho deciso di aprirmi con voi perché mi sento impantanata nella palude di una grande incertezza. E questa cosa la sto vivendo proprio male. 
Dunque, avrete forse intuito che soffro un po' tanto la pressione psicologica di mio marito... e ancora di più quella dei suoi parenti. Per questo sto cercando di evadere un pochino dal mio ambiente familiare. 
Così la domenica vado ad aiutare alla mensa dei poveri... e lì ho incontrato Alex, un uomo meraviglioso, proveniente dal Congo, molto molto diverso da mio marito. Adesso mi trovo in mezzo al guado e non so come tirarmi fuori da questa situazione.
Mi piacerebbe avere il vostro aiuto, almeno qualche parere con cui confrontarmi. Un abbraccio.





7.2.2022

Cassandra
Carissima Bianca, sono stata via per qualche giorno, ma ovviamente ho sentito la necessità di leggervi per aggiornarmi. In fondo siamo vere amiche, interessate ai nostri stati d'animo e forse anche con un pizzico di curiosità che non vuole certo arrivare all'infimo pettegolezzo. Per questo ti dico che secondo me hai spiegato troppo le ali.  Abbiamo la benedetta opportunità di avere con noi Stefania e, senza aspettare che ti legga con attenzione professionale, fossi in te le chiederei aiuto. Sei troppo confusa. Ti sei innamorata da sola, mi pare. E poi nel tuo io cerchi Marco. O magari già lui si era allontanato?  Ti parlo sinceramente e ti dico che ti ha fatto impietosire il furbetto quindi cara io farei attenzione.  Non ne parlerei con nessuno oltre noi e ti ripeto, senti Stefania, se non vuoi perdere capra e cavoli risolvi presto senza impelagarti e perdere la tramontana.  Questo è un buon consiglio, cara!

Befy 22
Care amiche mie... Sì, da oggi vi chiamo amiche perché mi sento a mio agio con voi.
Vi confesso che nella mia vita non ho avuto molte amiche, anzi ne ho avute pochissime e ormai ogni legame anche con quelle poche si è sfilacciato già da molti anni. Ho solo conoscenze sul luogo di lavoro e siccome tendo a mettere tutta me stessa nelle relazioni personali il risultato è che il mio cuore (che per natura metto in mano a tutti), viene strapazzato ed esco da queste relazioni malate molto malmessa.
Sono molto contenta perché mi rendo conto che, come vi ho raccontato, sto facendo un cammino di guarigione interiore molto importante e sto superando la fase della negazione. 
Sto prendendo consapevolezza di quanto il comportamento degli altri, degli “amici” mi ha quasi distrutto nel profondo. Sento una forte propensione a rimettermi in gioco ma non ho ancora il coraggio di farlo unilateralmente. Cerco qualcosa in cambio, qualcosa che mi dia la sicurezza di non uscirne di nuovo ferita a morte.
Seguendo il filo dei miei discorsi, mi rendo conto che sono entrata nella fase della contrattazione.
Evviva! Sono a metà strada. Vi ricordate i quattro punti del perdono? Negazione, contrattazione, depressione, perdono. Qui potrebbe aiutarmi Stefania e sono certa che lo farà se si presenterà l'occasione. Sono felice che una psicologa sia con noi nella stanza della civetta perché sarà un arricchimento per tutti.
La figura dello psicologo per me è un po' misteriosa. Non ho mai ben capito come il raccontare gli affari miei a un estraneo possa aiutarmi.  Una volta ci sono pure andata per una decina di sedute ma non ne ricavai nulla. Non intendo demonizzare la categoria perché ho capito che quella persona non aveva empatia. Era tutta di un pezzo, professionale certo, ma dava l'impressione di essere nel posto sbagliato.
Cara Bianca, sono contenta che tu, invece, abbia trovato una persona così meravigliosa. Ne sono veramente felice.  E a te Stefania, grazie per essere con noi, grazie perché anche tu contribuirai a far sì che ciascuna di noi possa continuare quel cammino che abbiamo già iniziato per diventare persone migliori. 
E a tutte voi, amiche mie, grazie perché la vostra presenza nella mia vita mi ha molto arricchito.


 ✉  17.2.2022
 

Cassandra
È da tempo che rimugino dentro di me su questo argomento e adesso devo proprio coinvolgervi.
Potrà apparire un argomento scontato, ma per me è un problema. Mi dà persino angoscia. Sto parlando dei social, ma non li voglio con questo demonizzare. Hanno una rilevante importanza se seguiti in genere, scegliendo gli argomenti e le persone che mi sono dentro il cuore.
Nonostante ciò, dopo tanti anni, hanno deluso le mie aspettative. È vero che in questo momento mi trovo troppo impegnata per dedicarmici, ma è anche vero che volere è potere. Quindi, se veramente lo volessi, un po' di tempo riuscirei a ritagliarmelo.
Ho lasciato però l'app aperta e ogni tanto do una sbirciatina, ma non mi viene dal cuore commentare e, se le cose non mi vengono dal cuore, non riesco a formulare alcun commento.
Ecco il problema. Se pubblicano foto, situazioni, spesso frasi fatte che risultano altisonanti e che pure stimolano il commento, nulla accade, tutto finisce lì, nessun pensiero personale, nessuno commenta e, se qualcuno si azzarda a farlo, al massimo si deve accontentare di un like.
Tutto ciò alla lunga annoia, manca il senso, diventa tempo speso inutilmente o sprecato, se vogliamo.
Se poi leggo un qualche post "nervoso", un post aggressivo o di parte, inutile, è il massimo della tristezza. Tutto questo per dire,  care amiche mie, che non pretenderei che il social in questione possa essere del tipo di una chat come la nostra della Stanza della Civetta, perché si tratta di un mondo tanto vasto, ma vedrei comunque possibile una qualche interazione.
Voi cosa ne pensate? Mi piacerebbe conoscere il vostro parere… magari le vostre esperienze sono completamente diverse… A dir la verità, questo non lo credo affatto.
Devo dire che La nostra chat è diversa. È costituita da persone attente all'altro, al suo bisogno di esprimersi ed è quindi priva di monologhi che non portano da nessuna parte, che non aiutano perché fine a se stessi. Anzi, sono sicura che potremmo continuare una relazione così viva all'infinito. Grazie, ragazze.


Annalisa
Sai, Cassandra? Prima di entrare nella "Stanza della Civetta" anch'io mi ero trovata a fare molte considerazioni simili alle tue sui social. Non ne potevo più di rimestare nel nulla e fronteggiare tutto quel livore che gira tra la gente, perché io non penso affatto che sia un problema di social, al contrario sono sempre più convinta che le persone manifestino il disagio reale che vivono in prima persona. Insomma, come sempre, non è il mezzo che è cattivo o buono, ma l'uso che se ne fa.
Infatti, quando ho letto il biglietto di presentazione di questa magica stanza, mi sono letteralmente tuffata a richiederne l'ammissione. Sentivo una forte necessità di fare ancora un tentativo. Che fortuna!
Come dici tu stessa, qui, in un certo senso protette al suo interno, abbiamo la conferma che tutte noi, di questo social, ne stiamo facendo un uso eccellente e ne stiamo traendo un grande vantaggio. Sei d'accordo?
Sarà, forse, il fatto che Liliana in un certo senso ci ha un po' selezionate?

Liliana
Interessante quello che state dicendo! La verità é che io ho creato questa stanza proprio per le ragioni che avete così ben descritto. Vi ho selezionate? Beh... sì, forse un pochino sì. Ho cercato di comprendere dalle vostre richieste di ammmmissione quale fosse il vostro reale modo di pensare e se avreste apprezzato il clima che io volevo creare. 
Per ora sembra che le cose vadano bene, non vi pare?

Bianca

Care ragazze, concordo su tutto quello che state dicendo a questo proposito. 
Adesso, però, forse proprio per questo, cambio argomento. Vi voglio raccontare l’esperienza che ho vissuto in questo periodo.
Alessandra è una delle mie più care amiche fin dal tempo delle elementari e la nostra amicizia e stima reciproca è cresciuta nel tempo. È una donna solare ed energica nonostante da poco abbia scoperto di dover subire un intervento chirurgico al seno. 
Si è confidata subito con me esternando le sue preoccupazioni sulla malattia e la paura che le incute, sul dolore, sul risultato dell’intervento, sul post operatorio e sul come dover entrare in ospedale senza il supporto e la visita di nessun amico e familiare a causa delle normative anti covid. 
La sua ansia è entrata subito in me… io sarei capace di affrontare la stessa cosa? Mio marito mi starebbe accanto o sarebbe scappato come il suo? 
La malattia e i lunghi percorsi spaventano soprattutto gli uomini che, a parer mio, non hanno spina dorsale. 
Non l’ho lasciata sola un attimo. L’ho aiutata a preparare la valigia e l’ho accompagnata in auto in oncologia a Firenze dove ha eseguito l’intervento. 
Starle accanto in questo frangente mi fa riflettere su quanto sia precaria la nostra salute, ci lamentiamo in ogni momento di mille cose futili non assaporando la vita e all’improvviso questa ci presenta il conto. 
All’ingresso di Careggi l’ho stretta forte in un abbraccio, promettendole che ci saremmo sentite in ogni momento per via telematica, non sarebbe stata sola… avrebbe sentito lo stesso la mia presenza! 
Incredibile, ma vero! Poco dopo ho sentito squillare il cellulare… era Alessandra, che tutta entusiasta, mi raccontava che l’ospedale aveva appena lanciato un’applicazione... per seguire gli interventi chirurgici in tempo reale!
Senza pensarci due volte l'ho scaricata immediatamente sul telefono… mi sentivo estremamente commossa perché Ale aveva dato il consenso affinché seguissi IO il suo intervento! IO, la sua amica del cuore! 
Era molto rassicurante sapere cosa sarebbe accaduto il giorno successivo e non dover aspettare invano una sua chiamata! 
Siamo state in chat di whatsapp tutta la giornata e la mattina prima che la portassero in sala operatoria.
Ecco il momento di sperimentare quell'App provvidenziale.
Dal momento in cui ho inserito il codice numerico assegnatole, una schermata ha mostrato tutte le fasi dell’intervento con i relativi tempi di esecuzione nella massima trasparenza. Naturalmente non fornivano informazioni mediche.
Devo ammettere che non ho mai apprezzato tanto la tecnologia come in quel momento, era un vero balsamo per l’anima sapere cosa stava accadendo! 
Mi auguro vivamente che questa tecnologia si divulghi in tutti gli ospedali italiani per la tranquillità dei pazienti e dei propri familiari ed amici. 
Care ragazze, scusate per il lungo racconto, ma sono rimasta davvero piacevolmente stupita dall’avanguardia della tecnologia che sta costruendo miracoli. Avete avuto esperienze simili o siete a conoscenza di qualcosa di questo tipo? Fatemi sapere cosa ne pensate!
Abbracci fortissimi. 


✉ 24.2.2022

Befy 22
Oggi è giornata no.
Faccio finta di nulla, ma sono tante le giornate no nella mia vita. Credo di non avervene mai parlato, ma oggi sento prepotente il desiderio di cominciare a condividere con voi anche queste. 
Sento che forse voi più di altre siate disposte ad ascoltarmi. Allora veniamo al dunque.
Ho cominciato presto a sapere cosa sono i dolori. Ero piccola, andavo alle elementari. Sentivo dei dolori e me ne lamentavo, ma una volta che il medico di famiglia ebbe sentenziato che ero gelosa di mia sorella e che mi lamentavo per attirare l'attenzione, ormai il marchio era stato impresso nella mia tenera carne ed è rimasto indelebile come un orrendo tatuaggio.
All'inizio questi dolori si spostavano: un giorno ne avevo uno al polso talmente lancinante da non poter scrivere, un altro giorno l'avevo alla caviglia e camminavo zoppicando vistosamente; e poi alle anche, poi alle braccia, alle spalle, al collo. Ora di qui, ora di là con fantasia. Li chiamavo dolori transumanti. E sì! Si spostavano. Non mi sono mai annoiata con i miei dolori.
Vi sto annoiando? Mi fermo qui... non vorrei farvi un colpo di mano.

Letizia
Ciao, Befy 22. Mi colpisce la serietà con cui ci fai questo racconto. Ti prego, continua! Sento che c'è ancora molto altro di cui raccontarci. Dicevi di questi dolori transumanti...

Befy 22
Ti va davvero che io continui? Allora lo faccio. In un giorno come questo mi fa bene parlarne...
Dunque, nonostante la sofferenza sono cresciuta e con me sono cresciuti pure loro, i dolori... però hanno cambiato tattica: sono diventati stanziali. Non si spostavano più. Rimanevano! Semmai si attenuavano un pochino o avevano dei picchi, ma avevano preso possesso del mio corpo e non se ne andavano. I medici non hanno potuto nulla contro di loro. Gli esami hanno sentenziato “dolore cronico” e “stanchezza cronica”. Tutti mi hanno negli anni rimpinzato di farmaci fino all'accanimento, ma risultati niente.
Anzi risultati ci sono stati eccome. I loro farmaci mi facevano male, molto male. Ma guai a dire a quei medici che le loro preziose medicine mi erano nocive, non lo accettavano. 
Uno mi disse testualmente: “Signora, cinquant'anni fa i manicomi erano pieni di donne come lei”. Allora capii che non ero sola.

Letizia
Accidenti, Befy 22, ma davvero?

Bianca
Interessante quanto dici. Suscita interrogativi, tanti interrogativi... Insomma, deve essere stato complicato non soccombere...

Befy 22
Non immagini quanto, Bianca. Dicevo che oggi è giornata no. Se lo dico a qualcuno, subito sentenzia che con questo tempaccio i dolori vengono per forza. Se è agosto allora la colpa è del caldo tremendo, ma niente cambia. Quando più quando meno, i dolori ci sono.
Come è stata dura la mia vita! Prima di essere messa in ufficio, lavoravo alla produzione dove esisteva ancora il cottimo. Meccanismo perverso che aggravava un lavoro di per sé già molto pesante.
Era dura per tutti, ma nessuno può immaginare quanto lo fosse per me. E sì, perché non c'erano solo i dolori, c'era la sensazione di avere la febbre alta, la testa confusa, il giramento di testa, notti insonni.  
E' anche per questo che mi sono fatta una cattiva fama come vi ho raccontato all'inizio, vi ricordate? In una situazione lavorativa in cui viene premiato chi arriva primo e si lavora in coppia, pochi erano felici di lavorare con me perché io lavoravo e anche bene, ma non ero velocissima, quindi chi lavorava con me non poteva finire fra i primi e stare ore a parlare in giro.

Liliana
Quindi hai avuto anche problemi di relazioni, che non credo siano stati di poco conto, oltre alla fatica doppia per questi dolori di cui parli.
Mi viene fatto di pensare  che anche la tua vita come la mia sia stata ben complessa...

Befy 22
Sì, lo é stata. È stata molto dura davvero.
Mamma mia, come mai anche questa mattina mi sono persa in questi pensieri? Volete proprio saperlo? Devo aver sognato di quando lavoravo alle macchine.
Mi succede spessissimo, quasi tutte le notti da anni ormai e sono veri e propri incubi.
Sogno vessazioni (che ci sono state), minacce, situazioni di pericolo, di stalking, aggressioni verbali soprattutto di origine sessuale, cattiverie a non finire che ho subito veramente, ma che nel sogno si manifestano in situazioni sia vere che fantastiche.
Ora che lavorando in ufficio sono riuscita a trovare un equilibrio con le mie campagne di lavoro, ci pensano i sogni a perpetrare le sofferenze psicologiche che ho subito... ma insomma pensiamo positivo.

Pimpi
Befy 22, ho letto con il fiato sospeso tutto quello che hai scritto.  Poi un'altra volta mi dirai se le donne siano state solidali con te, almeno negli ultimi tempi. Adesso mi sembra di capire che con il lavoro d'ufficio le cose vadano meglio.  È così?

Befy 22
Il lavoro in ufficio è certamente più adatto alla mia situazione, cara Pimpi, ma devo sapermi gestire perché se sto troppo a lungo seduta mi rattrappisco e dopo mi alzo con difficoltà. Quindi cerco ogni occasione per muovermi, anche di fare piccoli servizi a chi lavora con me offrendomi di fare una fotocopia o raccogliere un penna che è caduta. Mi conosco insomma.
E poi posso dire con sincerità che, anche se la mia vita è dura, non ho mai permesso ai miei dolori di impedirmi di vivere a pieno e con slancio. Se è capitato di andare a fare una girata, io ero sempre in prima fila godendo profondamente di tutto quello che la vita mi offriva senza rinunciare a nulla, salvo poi il giorno dopo pagare dolorosamente nel mio corpo gli eccessi fatti, ma questo è un altro discorso che non ho mai preso in considerazione, perché non mi impedisse di godere a pieno di quello che la vita mi offre.

Annalisa
Grazie per averci raccontato tutto questo! Sento che sono cose davvero importanti per te. È bello vedere che ti fidi davvero di noi.
Mi piacerebbe sentire un commento di Stefania. Mi intriga vedere cosa ne pensa una psicologa. 

Liliana
Non posso fare a meno di ringraziarvi, Bianca e Befy 22, per aver introdotto argomenti molto importanti nella nostra stanza. 
Generalmente preferisco trincerarmi dietro lo scherzo e il gioco. Non voglio dare spazio al dolore e alle brutture che capitano in continuazione. Sono stata troppo abituata al "non si può dire" e "è una vergogna" e via su questa strada. Così non parlo quasi mai di malattie e malanni e cose serie.
Tuttavia, Bianca, quest'App di cui parli è davvero interessante e avrebbe potuto darmi una grande mano in più di un'occasione che ho vissuto. Grazie. Spero che l'iniziativa dilaghi sempre di più. 
Soprattutto, però, volevo riprendere il discorso sul "dolore cronico". Mi sono immedesimata molto con Befy 22, perché avere un dolore costante, anche se leggerissimo, penso che sia un vero supplizio. Possibile che non ci sia proprio niente da fare? E poi qual è il nome vero di questa malattia?

Befy 22
Cara Liliana, mi hai giustamente fatto notare che non ho mai nominato il nome della mia malattia e ti dirò che l'ho fatto di proposito. Questa è una malattia tanto dolorosa che ha molti sintomi e per la quale non ci sono cure. Anche la diagnosi è difficilissima in quanto non ci sono analisi né chimiche né strumentali che la possano diagnosticare.
È ancora da molti medici ritenuta una malattia psicosomatica, come credo di aver già detto in un precedente intervento.

Letizia
Potrebbe essere davvero così, una malattia psicosomatica? Sai che la psiche percorre vie stranissime... Ma i medici cosa ti dicono esattamente?

Befy 22
Non essendo una malattia riconosciuta, questi dolori non hanno una motivazione ai loro occhi, quindi per molti di loro sono solo nella testa di noi povere donne che ne soffriamo.
Per questo una volta le mandavano al manicomio. Oggi siamo poco più avanti.
In realtà dovrebbe essere stata in qualche modo riconosciuta già da un bel po' di tempo e mi sembra di ricordare che da qualche parte è al primo posto come causa di  invalidità, invece io non ho diritto nemmeno all'esenzione del ticket.
Insomma, riconosciuta o meno, il fatto è che non ci sono cure. Punto. Ma, vi assicuro che i dolori ci sono e pure molto violenti in ogni centimetro del corpo.
C'è un mondo che ne soffre e credo che siamo circa il 4% della popolazione e... ebbene, ora ve lo dico: il suo nome é fibromialgia.

Cassandra
Fibromialgia? Qualche volta ne ho sentito vagamente parlare... ma, dimmi, allora non hai mai preso farmaci? Beh... almeno qualche antidolorifico lo avrai potuto assumere, spero!

Befy 22
Qualche? Nessuno può immaginare quante pasticche ho ingurgitato da sempre, un numero incredibile di pasticche ogni giorno.
Ho sperimentato anche la terapia del dolore con la  cannabis, che mi veniva passata dalla farmacia dell'ospedale con tanto di protocollo regionale tutti i mesi, ma dopo due anni di alti e bassi, dato che c'era una forte assuefazione e quindi la dose del decotto doveva essere aumentata periodicamente, ho deciso di smettere, decisione questa favorita certamente dal terrore che mi succedesse qualcosa mentre guidavo. 
Volete sapere dello sballo da cannabis? Purtroppo io non ho mai provato niente del genere. Almeno se mi fossi fatta quei due anni godendo di quello che dice di provare chi ne fa uso ludico, potrei raccontare qualcosa di nuovo e di fantastico, ma purtroppo non ho avuto nemmeno quello!   

Bianca
Capisco... C'è qualcosa che possiamo fare per te?
Comunque, a pensarci bene, per me é gratificante sapere che ti va di parlarne con noi, qui nella Stanza della Civetta. Sappi che con noi puoi sfogarti quando vuoi, ok? Siamo un gruppo di persone che ascolta.

Pimpi
Concordo con te, Bianca. Befy 22 sa che noi tutte siamo qui per raccontare di noi, ma anche per ascoltarci. Capito, Befy? Dunque... vado avanti.
Volevo dire, Bianca, che mi è interessato molto anche il tuo intervento nel raccontarci, parlando di uomini, ciò che è accaduto alla tua amica.  
Io gli uomini non li nominerei nemmeno tanto ritengo, per mia esperienza personale, che siano incapaci di comprendere, di intuire, di apprezzare chi è una donna e di cosa ha bisogno non solo in alcuni momenti, ma nel quotidiano.
Lo sapete, cara amiche, che il mio matrimonio è andato a rotoli e se è finito questo rapporto, sapete quali sono stati i motivi? Semplicemente l'incapacità di capire di mio marito di cosa ha necessità una donna, di seguire le sue esigenze. Noi donne lo sappiamo fare nei confronti dell'uomo che amiamo, non sempre l'uomo capisce le nostre. 
Vi sto annoiando?

Befy 22
Per niente. Mi incuriosisce molto quello di cui ci stai parlando.

Pimpi
Ok. Allora continuo e comincio dall'inizio.
Io ho sofferto tanto quando, giovane com'ero, nei primi periodi del mio matrimonio, non mi sentivo capita, mi sembrava di percepire una forma di indifferenza nei miei confronti. e quindi  il disinteresse di colui che avevo sposato ha creato una distanza crescente nella nostra coppia nel giro di poco tempo.
Vi faccio un esempio: io ero indipendente economicamente e quindi pensavo di poter decidere ciò che mi serviva e quindi cosa acquistare, invece non potevo, perchè quell'uomo, che tanto diceva di amarmi, pretendeva di stabilire per me cosa mi sarebbe servito e quanto avrei dovuto spendere. 
La nostra coppia era benestante e io non riuscivo a capire il perchè di queste costrizioni. Tutto ciò ha fatto sì che appena sono stata libera di fare le mie scelte, intendo dire dopo la separazione, ho iniziato a comprarmi oggetti meravigliosi con cui arredare la mia nuova casa e  cose belle da indossare e non mi interessava assolutamente di spendere in eccesso se una cosa mi piaceva. Adesso mi sento molto meglio.
Periodicamente, dal mio paese, faccio la mia "spedizione shopping" a Milano dove conosco i migliori negozi di abbigliamento nelle vie della moda  come Corso Venezia e Corso Vittorio Emanuele.
Amo molto l'abbigliamento sportivo, per il mio vestire quotidiano mi compero pantaloni sia aderenti che molto larghi, quelli che tanto sono di moda in questi anni. Poi per gli eventi un po' eleganti, invece, indosso abiti molto femminili, sbizzarrendomi nei colori e nelle fantasie.
Scelgo sempre abiti di grandi marche per avere la certezza che l'eleganza mi accompagni nei momenti con le mie amicizie. 
Per scarpe e borsette, naturalmente abbinate, mi rivolgo a un meraviglioso negozio dove è possibile trovare quello che di più particolare è di moda oggi.
Naturalmente, sempre a Milano ho il mio fornitore di pantaloni, scarpe, maglie e giacche da golf. E' lo stesso che mi vende mazze nuove o che mi ripara certe a cui sono particolarmente affezionata. 
Forse è stato proprio quel mio triste passato che ha acuito questo desiderio di comprare capi d'abbigliamento senza badare a quanto spendo.
Le mie amiche dicono che sono una "spendacciona" e la mia risposta è sempre la stessa: "Non ho figli, per chi dovrei risparmiare il mio denaro? Me lo spendo e mi tolgo ogni soddisfazione, la vita è così breve...".

Annalisa
Le critiche ci sono sempre... ne parlava già qualcun altro,  mi pare...

Pimpi
Sì, forse sì. Le critiche ci sono sempre, ma, per quanto mi riguarda, a farle sono persone che non mi conoscono, che assolutamente non sanno quanto io mi impegni anche nella beneficenza. Io cerco di aiutare qualsiasi persona sia in difficoltà economiche, naturalmente non vado a raccontarlo alle mie amiche pettegole e criticone, ci mancherebbe altro... però, devo confessare, ci rimango male.
Mi piacerebbe conoscere il vostro punto di vista. 


✉ 4.3.2022

Marisé
Care amiche, ho letto ed ascoltato le tante cose interessanti di cui ci avete parlato. Sono stupita. Mi è sembrato di cogliere dalle vostre parole un certo senso di solitudine.
Mi rivolgo a tutte, in particolare a te, Stefania, che è da un po' che non ti fai sentire.
Mi riferisco alla conversazione che abbiamo avuto fra noi. Mi sembra che già una volta abbiamo introdotto questo argomento: la solitudine. 
Essendo tu psicologa vorrei un parere su questo argomento da una amica esperta che non ha secondi fini.
Dunque, io abito da sola e vi dirò non per mia volontà ma per coincidenza.  Non sto qui a spiegarti, Stefania, come sono arrivata a questo momento della mia vita. Invece voglio arrivare subito al sodo.
Allora senti: a volte ho dentro di me una grande tristezza... per esempio, quando sono sola al tavolo da pranzo e ancora… mi sento sola quando non avverto nella casa qualcuno che passeggia, per non poter discutere, non avere giudizi su ciò che faccio e non poter chiedere pareri. Anche andare via e non poterlo lasciare detto a un'amica mi fa sentire vuota. E poi c'è un silenzio...
Per contro c'è l'altra faccia della medaglia. Sono una donna piena di interessi ai quali non arrivo con il tempo libero che ho, che pure è tanto. Mi piace viaggiare, passeggiare, andare al cinema e a teatro. Fortunatamente ho anche  le mie amicizie e ringrazio il cielo che ne ho molte, cominciando da quelle de "La Panchina", che anche tu conosci e che mi hanno fatto scoprire un altro lato di me che non conoscevo: la scrittura.
Con tutto questo mi sembra di ritornare bambina, anche grazie a tutta la curiosità che ho.
Ti svelo un segreto: mi chiamo Alba, ma per i miei amici il mio soprannome è “Sono pronta” e ora ti dirò perché. 
Appena mi squilla il telefono rispondo: “Sono pronta”. Capito il perché? Io non voglio nemmeno sapere dove andiamo. Per me è tutto da scoprire pur di non restare a casa.
Vorrei un'analisi da te… mi piacerebbe capire perché sono così curiosa e euforica.
Penso che sia una parte del mio carattere che tra l'altro mi piace e ti dirò anche che non capisco chi al giorno d'oggi si annoia e non sa cosa fare… anche con questi piccoli mostri, computer e cellullari,  con i quali puoi conoscere il mondo. 
Evviva la tecnologia usata bene!
Dunque, voi che ne pensate? E tu Stefania?
 
Liliana
Cara Marisé, sono pronta! Hai proprio ragione: la solitudine nei racconti che si fanno in questa stanza si percepisce e come! E sì, perché la solitudine vera è quella che si vive quando la tua vita è apparentemente piena di persone.
Prendi me per esempio.
Chi mi vede da fuori, sempre scherzosa e sorridente, non riuscirebbe mai ad immaginare quanto triste ed inutile io mi senta e mi sia sentita a volte. 
Ora mio marito mi ha lasciato e tutto mi è crollato definitivamente addosso. Questo è vero. In realtà in questo momento ho finalmente preso soltanto atto della situazione, ma vi assicuro che la solitudine che ho provato quando mio marito stava ancora con me era di gran lunga più grande e spaventosa. 
Intuivo che avesse qualche storia lontano dalla mia città, ma non era neppure questo che mi faceva stare male. 
Lui se ne andava ufficialmente a lavorare, molti giorni a settimana neppure rientrava la sera, ma il fatto che più mi arrecava dolore era che io mi sentivo abbandonata a gestire da sola suo figlio, un ragazzo dal carattere impossibile, soprattutto, un ragazzo che aveva un grande bisogno di lui per crescere. 
Che tristezza! Adesso almeno mi muovo liberamente alla ricerca di possibilità, interessi, persone cui chiedere pareri e consigli.
Non mi sento più sola? No, ma molto meno di certo.

Pimpi
La solitudine... bell'argomento! Come dice il famoso motto di Charles Bukowsky? Ah, sì! "A volte ho la sensazione di essere solo al mondo. Altre volte lo so di sicuro". Per me niente di più sbagliato! Queste frasi io non voglio nemmeno prenderle in considerazione, cara Liliana! 
E' vero, anch'io sono sola, ma per mia scelta o per scelta del destino che non mi ha lasciato più nemmeno un parente, ma io passo solamente le poche ore del sonno in solitudine, quindi non me ne accorgo.
La mia vita è forse vissuta un po' di corsa, però è una vita piena, ricca di emozioni, di nuove sensazioni. La solitudine per me non è mai legata alla percezione della tristezza, ma della libertà.

Liliana
Capisco, Pimpi.... ma tu non hai più un marito che ti tiene in una gabbia mentre lui vive in libertà.
Adesso lui, il mio, se ne è andato... sarà una fortuna? Non lo so, ma spero di riuscire ad apprezzare questa nuova solitudine. Io non l'ho voluta. Mi è stata gettatata in faccia brutalmente. Dovrò abituarmici e forse ci riuscirò... anche se non so come.

Pimpi
Allora ti devo proprio raccontare quello che mi è successo recentemente. Sai? Io vivo l'attimo. Vivo la vita con elasticità afferrando al volo le occasioni. 
Allora, come ogni pomeriggio ero sul green... se ben ricordo, vi avevo detto che un tizio, che non è della mia città, mi seguiva spesso con lo sguardo mentre giocavo a golf, cercando di attaccare bottone ad ogni occasione in cui gli capitasse di passarmi accanto. 
Bene! Quel pomeriggio ho accettato, anche se titubante, una breve conversazione con lui durante la quale ci siamo trovati d'accordo nell'affermare che alcuni punti del campo non venivano curati con l'attenzione dovuta da parte dei titolari dello "Sporting club". 
Poi, una parola tira l'altra, lui mi dice che ha deciso di trascorrere il prossimo week-end a Parigi. Non mi lascio sfuggire la notizia - non per niente mi chiamo Pimpi - e senza pensare alle conseguenze, immediatamente ribatto con espressione stupita: "Pure lei va a Parigi sabato? Anch'io! Che grande casualità!".
Senza farla troppo lunga con troppe altre spiegazioni, il sabato successivo ci incontriamo a Linate per prendere l'aereo che ci porterà a Parigi. 
Seguono chiacchiere piacevoli durante il viaggio che mi sembra brevissimo questa volta. Forse è la sua compagnia? Quando mi chiede cosa farò a Parigi in questi due giorni, rispondo decisa: "Andrò a visitare l'Orangerie perchè da quando l'hanno riaperto non l'ho ancora visto. Sa? Quando vado a Parigi, ho mille cose da fare, da vedere, da rivedere in questo meraviglioso paradiso dell'arte e qualcosa lascio sempre indietro."
Alberto, così si chiama il mio inatteso compagno di viaggio, spalanca gli occhi.
"Anch'io sto andando a Parigi per visitare l'Orangerie! La vedremo insieme se le fa piacere.".
"Certo!" rispondo sorridendo, mentre la mia mente mi dice che siamo due meravigliosi opportunisti.
Entrambi abbiamo comprato i biglietti on line e quindi, scesi dall'aereo, prendiamo subito un taxi per farci portare diritti all'Orangerie. Al pranzo penseremo poi, l'importante adesso è assicurarci di riuscire ad evitare la lunga fila che come al solito si trova davanti ai musei importanti.

Annalisa
Scusa, Pimpi, mi infilo in questo bel racconto che trovo molto singolare. Ho notato che tu sei una persona davvero molto sicura di te. Non è affatto facile cambiare i propri programmi in due battute come sembra abbia fatto tu. Tuttavia sono curiosa di sapere come sia finita con Alberto e come il tutto possa aiutare Liliana.

Pimpi
Te lo racconto immediatamente... e speriamo che possa essere utile alla nostra Liliana.
Dunque la visita è stata fantastica e all'uscita, ancora con gli occhi e il cuore colmi di tanto spettacolo e commentando entusiasti, ci siamo subito infilati in un bistrot dove abbiamo brindato con champagne accompagnato da deliziose ostriche. 
Che meraviglia Parigi... e che delizia  gustare insieme ostriche e champagne! 
Dopo questo tempo passato insieme, potete ben immaginare, il pensiero di tornare ognuno al proprio albergo non è nei desideri di nessuno dei due.
Vabbè, lo ammetto! Siamo finiti entrambi nel mio albergo e la notte non ci ha visti molto tempo a dormire. E poi il rientro a casa. E qui viene il bello!
Infatti il ritorno in Italia in aereo trascorre piacevolmente con discorsi da parte di Alberto che, prima velatamente, ma poi sempre più chiaramente, alludono al piacere che l'aver trovato una donna come me lo accompagnerà negli anni a venire.
Cosa sta dicendo ora il caro Alberto? Ecco dice... che si sta allargando troppo. 
Subito mi sento in dovere di informarlo che non è nelle mie intenzioni dare seguito a un rapporto stabile con lui e che ritengo la mia libertà sacra. 
Non ci crederete, mie care, ma tanti giorni sono ormai trascorsi, forse anche qualche mese, da quella gita a Parigi e Alberto non l'ho più nè visto nè sentito.
La mia libertà è salva!!!!
Vi ho raccontato tutto questo per esemplificare come sia possibile vivere la propria vita al meglio, senza annoiarsi e senza tristezze o paure, se solo si avesse il coraggio di osare fare quello che desideriamo, senza farsi indirizzare da chicchessia, fosse anche la propria madre o il proprio marito.



✉ 4.3.2022

Bianca
Care ragazze, ho deciso di scegliere me stessa!
Ho deciso di lasciare la mia casa, mio marito e il mio lavoro…ho deciso d’intraprendere un viaggio alla ricerca di me stessa.
Chi sono? La moglie di Marco? La figlia di Anna? La sorella di Rebecca? Non lo so e lo vorrei veramente scoprire!
Sono la segretaria? Sono la volontaria? Sono l’amante? Non so più chi sono e forse non l’ho mai saputo.
Beh, sapete cosa vi dico? E’ l’ora di scoprirlo!
Mi prendo un periodo, non so di quanto, solo per me… solo per conoscere realmente me, senza nessuno alle mie spalle che mi possa condizionare.
Penso che quando la propria vita non rende più felice e ti preoccupi più delle cose che di te stessa e degli affetti è l’ora di farsi delle domante.
Naturalmente, voi care amiche mie siete le uniche che terrò al mio fianco in questo “viaggio di ricerca” perché in questi mesi siete diventate un porto sicuro per me!
Vi siete mai poste queste domande? Sapete chi siete? Attendo le vostre risposte!

Cassandra
Bianca, intanto buongiorno, ma ti dico subito che non ti ho letta volentieri in questa chiave. 
A me non piacciono assolutamente certi dubbi esistenziali. 
Li vedo come la tipica voglia di fregarsene di quello che hai intorno. Troppo facile cara mia.
Secondo me, per essere persone vere bisogna saper o perlomeno cercare di vivere e convivere, saper accettare e affrontare quello che la vita ci presenta. 
Solo così avrai te stessa, con la forza del confronto. 
Visto che sei voluta rimanere con noi, e questo mi fa piacere, credo sinceramente che possa tornarti utile il mio sincero pensiero. O perlomeno prendilo in considerazione, visto che in fondo la parola d'ordine di questi tempi è "nessuno si salva da solo". Non vorrei apparirti cruda. Ti abbraccio forte.

Bianca
Cara Cassandra, Buongiorno! Sai? La vita ti impone dei ruoli che a volte non senti più tuoi. Ti assicuro che non è assolutamente menefreghismo... è voglia di tornare a respirare e a riscoprire se stessi! 
Il tuo pensiero, come quello delle altre amiche, mi interessa tantissimo e ti ringrazio per averlo esposto.

Annalisa
Ho letto tutto d'un fiato ciò che mi ero persa...
La Stanza della civetta è una terapia vera e propria per la mia anima. Ritrovo nei vostri racconti molti miei vissuti e il desiderio di aprirmi con voi mi assale spesso.
È un mondo strano il nostro... siamo donne del ventunesimo secolo ed ancora ci sentiamo addosso la solitudine in mezzo ad un mondo di uomini... e forse, Cassandra, rimaniamo spesso troppo ancorate a regole che ci mortificano? 

Cassandra
Annalisa, pur capendo la tua analisi sottile io non penso a regole che ci mortificano, direi piuttosto che se vogliamo cambiare e migliorare una situazione che ci sta a cuore occorre spendersi, affrontare e lottare per ciò che vorremmo ottenere. Nulla cambia altrimenti.
Certamente, e mi ripeto, bisogna prima di qualsiasi progetto, risolvere le questioni intorno a noi per allontanarsi in pace. E questo per la nostra serenità perché lasciarsi una vita alle spalle è sempre difficile. Mi rendo comunque conto che in campo ci sono anche altre persone con il proprio carattere. Va visto. 

Stefania
Eccomi! Scusate la mia assenza momentanea. Non trovo il tempo per scrivere, ma mi regalo sempre pochi minuti per leggervi, siatene certe! 
Siete un gruppo interessantissimo... e comincio a capire molte cose. 
Il bello é che ormai vi sento amiche e che vi avverto come una carezza nella mia vita. 
Comunque adesso provo a fare un ragionamento con voi.
Marisé mi chiede un parere sulla solitudine e Letizia risponde ponendosi palesi domande.
Prima che come psicologa vorrei vedere la questione dal punto di vista filosofico. Io credo, e molta parte dell'umanità lo ha già fatto prima di me, che lo smarrimento della solitudine sia inevitabilmente dentro di noi da subito, un tratto connotato all'animo umano che appartiene non solo alle donne ma anche all'uomo. 
Del resto si dice che l'uomo sia un animale sociale... Chissà che non sia stato proprio questo senso di solitudine a spingere gli uomini ad aggregarsi in gruppi e ad accettarne poi le regole e le limitazioni che questo comporta?
Cosa ne penso dal punto di vista psicologico? Bene, sono convinta che il senso della solitudine non vada ignorato, ricacciato sempre più in fondo finché non si trasforma in un grumo di dolore che ci è impossibile sbrogliare. 
Credo che ci si debba, invece, lavorare sopra, ponendoci delle domande. Perché stare sole con noi stesse ci dà un senso di disagio e non riconosciamo questo come uno spazio che ci salva, che ci restituisce quella chiarezza, quell'equilibrio personale che ci fa vivere meglio?
Spesso le donne trovano comprensione in altre donne perché forse hanno interessi più simili, o forse perche le donne sono più sensibili e vogliono capire cosa c'è nell'animo umano. Gli uomini tendono a riempire il buco della solitudine con l'azione continua, con il fare anche fine a se stesso... una partita di calcetto, due battutacce e non sono più soli.
Queste mie riflessioni sono quelle che mi sono venute fuori così, spontaneamente, quelle di Stefania che di solito ha poco tempo per pensare a se stessa, lontane anche dalle teorie psicologiche che vanno per la maggiore in questo momento. 
Ah, come sono contenta!
Grazie, per avermi chiamata in causa.








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"Lucca Insieme - Donne e social: La stanza della civetta 3"



















4 commenti:

  1. Ho letto tutto d'un fiato ciò che mi ero persa...
    La stanza della civetta è una terapia vera e propria per la mia anima. Ritrovo nei vostri racconti molti miei vissuti e il desiderio di aprirmi con voi mi assale spesso.
    È un mondo strano il nostro...siamo donne del ventunesimo secolo ed ancora ci sentiamo addosso la solitudine in mezzo ad un mondo di uomini.

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    1. Sono contenta di sentirti, Mariella. Stare insieme fa bene.♥️
      Torna ancora sulla nostra panchina.🌿🌹🌿

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