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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

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lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Insieme - C'era una volta... Biancaneve

 



C'era una volta... Biancaneve


C'è qualcuno
che non ricorda
questa questa fiaba
dei fratelli Grimm?
Io credo proprio nessuno,
siete d'accordo?

Direi che "Biancaneve"
è da sempre nel nostro immaginario collettivo,
spesso legata a libri, immagini
e, soprattutto, a figure di
mamme, nonne, zie
o magari sorelle.

 E sì, è vero.
Sono sempre le donne di famiglia
quelle che maggiormente raccontavano
e raccontano.
È vero altresì che oggi raccontano
anche la TV e il web
Tuttavia non dimentichiamo
che alla narrazione
sono legate importanti emozioni,
che ci riportano direttamente a momenti di
immaginazione e sogno,
vissuti nel calore di gratificanti
relazioni.

Esistono molte versioni
di questa fiaba,
che scivolano addirittura nel recupero
di lontani racconti orali
e forse persino in quella
che circolava ancora prima
tra Trento e Bolzano.

Una cosa
che mi ha molto colpito, però,
è il fatto che attualmente
si trovano in giro interpretazioni
particolarmente insolite e colorite,
da cui spunta addirittura
il maschilismo dei sette nani
e la debolezza di Biancaneve
nel contesto sociale.

Sarei curiosa
di conoscere come voi vedete
i personaggi
che si muovono in questa fiaba.
Vi va?


Chi inizia?

📚



 📚

Parlando oggi della novella di Biancaneve, direi che io l'ho considerata sempre per bambini e invece riflettendoci bene è piena di sentimenti vari e profondi. 
Ogni personaggio ha un carattere particolare. Biancaneve è la ragazza bella e invidiata dalla sua matrigna, sempre pronta ad interrogare lo specchio magico per sapere se è lei o la ragazza la più bella. La donna si mostra gelosa e anche schiava della bellezza. 
È una novella piena di avversità, sempre a confronto il bene e il male.
Biancaneve però alla fine, quando viene avvelenata, viene presa da un principe che la porta al suo castello e, mentre trasportano la bara con delle scosse la ragazza sputa il boccone avvelenato, si sveglia e sposa il principe.
Poi vissero felici e contenti, mentre la matrigna sarà rinchiusa in una prigione.

Silvana



📚

Mi sto proponendo di rileggere la fiaba di Biancaneve, anche se la ricordo piuttosto bene, perché la chiave di lettura da adulta e addirittura moderna, è certamente diversa da quando ero bambina. Parliamone.
A me sembra che al mondo d’oggi si è propensi a mettere tutto in discussione, tutto è sotto esame, pensando di esorcizzare il male che attualmente molto spesso emerge dalla nostra società. Nella mia analisi vorrei partire dal fatto che si tende ad asserire che un po' tutte le fiabe, e in questo caso Biancaneve, siano deleterie per i nostri ragazzi. In questo io  sono d’accordo in parte.
Nonostante che la fiaba di Biancaneve non sia politically correct,  visto che qui per essere bella la donna deve necessariamente avere la pelle bianca come la neve, e così la sognava la madre di Biancaneve; nonostante che si parli di Nani, e qui sono simpatici, buoni, laboriosi ma nani, è discriminatorio, la fiaba qualcosa ci insegna. La società è cambiata e quindi il modo di pensare, ma trovo che possiamo fare un'analisi della fiaba in questione al fine di cercarne i lati positivi. Vale a dire: la matrigna vuole avere giornalmente la certezza di essere la più bella e la fiaba ci insegna che la bellezza non è un valore. Infatti prevale la perfidia.
C’è chi vuole asserire che i Nani sfruttano Biancaneve ma a me pare che loro stavano bene ed erano belli allegri anche prima che lei arrivasse ad invadergli la casa, facendogli addirittura notare il disordine nel quale vivevano. Poi, non contenta di avergli occupato l'abitazione, mangia il pranzo a tutti e sette. E comunque non era certo segregata, visto che, grande e grossa com’era rispetto a loro, poteva scappare almeno quando erano a lavorare. E qui vorrei sottolineare che i nani lavoravano addirittura in miniera, un lavoro che attualmente è considerato altamente usurante. 
Il padre è pressoché assente e infatti non se ne occupa, trattandosi di figlia femmina, probabilmente. A quel tempo e forse anche oggi, generalmente, l’educazione della donna era affidata solo alla madre pensando alle affinità emotive.
La matrigna appare come una strega ma d’altronde non si può dire che tutte, proprio tutte, le donne  siano brave persone. Ce ne sono e ce ne sono state di questo tipo, credetemi. 
La fiaba ha un lieto fine e ci aiuta a sperare che in qualche modo possiamo migliorare le nostre eventuali situazioni difficili.
Ecco la speranza. Non mi pare poco.
Claudia


📚

Oggi abbiamo parlato della favola della bella Biancaneve, che io non ricordavo... mi sembra che non sia tanto una favola. Sarà l'età?
Infatti a me sembra che si parli anche un po' di violenza, sia per la bellezza desiderata dalla madre che la vuole perfetta, bianca e bella, e poi per la matrigna, che per questa bellezza la vuole ammazzare, addirittura levarle il cuore e farselo portare dal cacciatore per mangiarselo, perché si è accorta che è più bella di lei.
Mi sembra che sia così anche oggi, non in una fiaba ma in cose e fatti veri. Infatti, quante terribili cose accadono nella realtà intorno a noi? Madri che ammazzano le figlie, che le abbandonano, che le fanno sparire. Anche oggi c'è una società in cui le madri vogliono essere più belle delle figlie, sono gelose delle figlie, un po' come era ai tempi della fiaba... e i padri non contano nulla perché abbagliati dalle nuove mogli.
Per quanto riguarda il cuore almeno quello viene donato bene. Poi c'è la storia di questi sette nani che si innamorano di questa figura materna. Accade qualcosa,di simile anche oggi: dove ci sono le guerre, tanti bambini rimasti orfani trovano nelle persone adulte le loro madri.
Come vedete, cari amici, a volte anche le fiabe si interpretano in maniera diversa parlandone... e come in tutte le cose c'è il bene e il male.

Alba



📚

Il voler interpretare ogni cosa alla luce delle nostre convinzioni di parte, spesso troppo categoriche e stereotipate, risulta a volte realmente aberrante, anche se poter osservare le questioni da più punti di vista, e' sempre opportuno e interessante.
Nel primo caso si scivola nel pregiudizio a priori, che ci tarpa la capacità di giudizio e ci farà vedere ogni cosa in funzione di queste nostre convinzioni assolute. Nel caso contrario, invece, possiamo cogliere tutte le sfaccettature di una determinata situazione e questo è qualcosa di auspicabile e positivo.   

continua alla pagina 
"Edu-Pillole: La fiaba di Biancaneve"

Vanina



📚

"Specchio, specchio delle mie brame" è la frase che ha accompagnato la mia infanzia. A quei tempi non mi sono mai resa conto che nella favola c'erano parti del racconto che avrebbero mandato in angoscia chiunque l'avesse letta. Non ho mai approfondito le situazioni che potevano spaventare una bimba che ascoltava la mamma mentre le stava leggendo la favola.
Ora, dopo tanti anni, stimolata, ci sto ripensando e mi domando come mai i fratelli Grimm scrivessero racconti così cruenti. Nella realtà la loro produzione di favole parla sempre di situazioni molto drammatiche e violente.
Spinta in particolare dalle nuove idee portate avanti dal politicamente corretto, mi sono ritrovata a prendere in considerazione la favola di Biancaneve e ad analizzare i vari personaggi.
Affrontando la figura della matrigna, che tenta più volte e in vari modi di uccidere la figliastra, bisogna riconoscere che la troviamo anche nella realtà dei nostri giorni. Quante volte ascoltando il telegiornale si sente parlare di donne che uccidono i propri figli spinte dai più vari motivi?
Chiediamoci un po': non ci sono anche nell'attualità persone che fissate con l'estetica come la matrigna di Biancaneve si fanno ritoccare dal chirurgo estetico per essere più belle e quasi più giovani della propria figlia?  Nel 1800 i fratelli Grimm non sapevano che più di duecento anni dopo aver scritto le loro favole ci sarebbero stati i chirurghi plastici a risolvere il fanatismo della matrigna, quindi si sono serviti di uno specchio magico che rispondeva alle sue farneticanti domande.
Considerando poi Biancaneve che viene considerata nella favola una ragazza un po' sprovveduta, mi domando, ma non succede anche al giorno d'oggi che ragazze ingenue facciano una fine dolorosa perché nella loro ingenuità non si avvedono che qualcuno le sta circuendo per violentarle e poi ucciderle, drogandole o facendole bere smodatamente?
Parliamo ora dei sette nani, che avendo trovato nella loro casetta una semplice e timida  ragazza che dorme, ne approfittano subito e invece di darsi da fare per rintracciarne la famiglia, se la tengono in casa propria a fare la sguattera.
Per non parlare del principe che sicuramente non era proprio una persona normale perchè si era appassionato di un cadavere, che per quanto bello era pur sempre un corpo esanime e voleva portarselo a casa...
Tutti questi personaggi, che cercando di analizzarli  ho trovati tutti molto ansiogeni, dopo più di settanta anni mi rendo conto che non mi avevano assolutamente angosciata, quando tutte le sere la mia mamma, tutte le sere, mi leggeva la favola prima di dormire.

Lauretta



📚

La fiaba di Biancaneve, che da bambina ho letto nella versione originale dei fratelli Grimm, e’ diversa da quella che pubblica il sito “Wikipedia” online dove si “racconta” che ne esistono sette stesure diverse e di non sicura attribuzione.
A parte i personaggi principali una figura che mi colpisce è quella del padre che, in tutte le versioni, rimane marginale. Chi è questo re che, rimasto vedovo, decide di risposarsi per dare una madre alla figlia?
Possibile non si accorga delle angherie che la sua “amata” moglie riserva all’ingenua fanciulla? E’ un padre che in buona fede e’ soggiogato dalla nuova moglie o è un padre autoritario che pensa al benessere del regno demandando l’educazione e quant’altro alla donna, come accadeva in passato e accade tutt’ora in alcune realtà?
Non lo scopriremo mai perché la fiaba non lo racconta, ma la curiosità, almeno in me, rimane.
Altra figura marginale, che mi incuriosisce, è la madre naturale di Biancaneve. Perché deve assolutamente desiderare una figlia con determinate caratteristiche? Non poteva bastarle che somigliasse al marito o a lei? No, deve avere “la pelle bianca come la neve, le labbra rosse come il sangue e i capelli neri come l'ebano”. Perché c’è sempre la necessità di catalogare le persone e di voler sempre incasellarle in una categoria, magari quella della bellezza, senza ad esempio pensare alla salute dandola sempre per scontata persino nelle fiabe?
Mi sono sorte tante domande su Biancaneve, sulla sua storia e sugli altri protagonisti. Domande, a volte, alquanto polemiche e sulle quali da bambina non avevo mai riflettuto bastandomi il lieto fine “e vissero felici e contenti”, ma che ora, da adulta mi pongo.
E voi che ci leggete, che cosa ne pensate?

Monica



📚

Le fiabe tradizionali mi hanno suscitato attenzione fin da piccola, ma solo quando ho cominciato a raccontarle a mio figlio ho anche cominciato a riflettere sul loro scopo e significato.

Così cercai e lessi la raccolta dei fratelli Grimm e quella di Calvino che sono moto diverse come impostazione. Ho letto anche due o tre saggi sull’origine e i significati intenzionali ed inconsci che contengono. Uno, in particolare “Il femminile nella fiaba", pur analizzando fiabe della tradizione centro-est europea, fornisce modalità di interpretazione anche per quelle della nostra tradizione italiana, quelle che riportò Calvino, nelle varie versioni che trovò con una minuziosa ricerca, anche se incompleta. Le fiabe sono nate dai miti antichi, si sono accompagnate ad essi e sono diventate un modo popolare e casalingo per trasmetterne il senso.   Sono state tramandate oralmente per secoli, per questo ne coesistono tante versioni che si sono adattate alle “necessità” locali.

Infatti, a poco a poco sono diventate da racconti per adulti, fatti intorno al fuoco nelle veglie invernali delle case contadine, a indicazioni per i bambini di comportamenti da adottare nella vita quotidiana e a rassicurazioni sulla possibilità di vincere le avversità della vita seguendo quelle indicazioni.

Molti personaggi principali di esse sono femminili e ciò mi fa pensare che soprattutto le bambine da sempre sono state oggetto di queste indicazioni, di questi avvertimenti perché in una posizione sociale più disagiata, di qualunque ceto poi facessero parte.

Biancaneve, come Cenerentola, Cappuccetto rosso, Raperonzolo e altre, riescono a salvarsi dalla morte o da una vita infelice, quasi sempre grazie all’aiuto di un uomo, che le salva e spesso le sposa. Questo ha creato il desiderio nelle bambine di trovare il famoso Principe Azzurro ed anche oggi, pur avendo la consapevolezza che un tale personaggio nella realtà è molto raro, comunque influenza le scelte delle giovani donne in campo sentimentale.

Nella fiaba di Biancaneve, in particolare, la protagonista appare estremamente passiva, ingenua e fragile.

Gli altri personaggi sono il padre, assente o indifferente alle sorti della figlia, la matrigna che ha paura di invecchiare e di perdere la sua femminilità - raccontata come bellezza per semplificare - i nani, innocui come maschi (perché piccoli come bambini), il principe che si impossessa della ragazza, pur essendo apparentemente morta perché ammaliato dalla sua bellezza (come a dire che la passività è virtù).

Quindi ciò che questa fiaba voleva insegnare alle bambine in poche parole era che per liberarsi dalle ingerenze delle madri e dalle difficoltà di relazione con esse, l’unica via era attendere di essere scelte dall’uomo, scelte per la loro capacità di sottomissione, non per qualità peculiari. Prima o poi quell’uomo sarebbe arrivato, anche con l’aiuto di altri uomini, che l’avrebbero “raccomandata” per le sue doti casalinghe: questa era la parte rassicurante della storia.

Walt Disney ne fece un cartone animato bellissimo, dove avveniva una prima evoluzione della ragazza, conferendo al personaggio simpatia, dolcezza e anche un po’ di ironia.

Un’altra versione cinematografica recente l’ho rivista in tv verso Natale scorso: “Biancaneve” del 2012 (“Mirror, mirror” titolo originale) con Lily Collins, la protagonista, e Julia Roberts, la matrigna.

In questo film, finalmente Biancaneve durante la storia si evolve, diventando da ingenua e infantile a coraggiosa e combattiva, mentre il principe, in un primo momento bonariamente ridicolizzato, si allea con lei per farle riprendere il trono usurpato dalla matrigna, una strega potente e prepotente, che affama il popolo del regno. Il padre, da anni presunto morto in battaglia, è invece vittima di un incantesimo della moglie, che lo ha trasformato in un terribile drago, salvato poi dalla figlia nel finale. I nani sono una compagnia di esseri rifiutati dalla comunità per il loro aspetto, diventati temibili briganti dal cuore buono, che insieme a Biancaneve e al principe riporteranno giustizia e prosperità nel regno.

Sinceramente questa è la versione che preferisco e non mi importa che sia stata stravolta una delle versioni più conosciute, perché le fiabe sono sempre state adattate, come dicono gli/le studiosi/e alle varie situazioni locali e trasformate di volta in volta, secondo il periodo storico, finché non sono state scritte, quindi per i nostri tempi quest’ultima è la versione migliore, secondo me, veramente educativa per le bambine, che devono prendere in mano la propria vita e affrontare le difficoltà con coraggio, intelligenza, facendo squadra e pensando anche al benessere altrui .

 

Silvana B.



📚

Ho seguito dal di fuori il dibattito sulla fiaba di Biancaneve, poiché non mi è stato possibile sedermi con voi su "La Panchina€.
Sono andata a documentarmi in rete riguardo al contenuto ed ho cercato un'analisi accurata. Ecco... "Come tutte le fiabe, anche quella di Biancaneve nasconde dei profondi messaggi esoterici e delle verità interiori degne di una scoperta psicoanalitica del profondo"... ecc. ecc. eccetera!
Mi chiedo: ma è proprio necessaria una analisi dei personaggi e dei loro comportamenti?  Perché  a me, da un pezzo a questa parte, sembra che andiamo cercando "il pelo nell'uovo".
Biancaneve è  una fiaba e le fiabe si raccontano e si ascoltano sempre con piacere e con la certezza che tutto finirà nel migliore dei modi.
Negli anni della mia infanzia le fiabe si raccontavano e basta, e il bello era che c'era sempre il lieto fine! Oggi la lettura di "Cappuccetto rosso" provoca traumi, la fiaba di Biancaneve fa pensare a quanto è importante la relazione con i genitori e al conflitto, all'invidia tra donne. E che vogliamo dire della povera Cenerentola, relegata nel canto del caminetto a servire le sorellastre, di Pollicino, di Hansel e Gretel, della Bella addormentata nel bosco? Non c'è fiaba che si salvi, se ne facciamo oggetto di critica!
Resta pur vero che generazioni di bambini sono cresciuti ascoltando a bocca aperta le fiabe dei fratelli Grimm senza riportarne traumi, come si vuol far pensare oggi. È  pur vero che nei tempi moderni le fiabe ai bambini vengono raccontate sempre meno e mi dispiace pensare che pian piano se ne perderà la memoria. Ci sono altre letture che sostituiscono egregiamente le fiabe e che divertono di più i nostri bambini; penso alla fiorente letteratura per ragazzi e ad alcuni libri divertenti e ricchi di buoni propositi ed insegnamenti che stanno sovrapponendosi alle fiabe classiche.
Ciò  che più mi preoccupa è che gli adulti non sono più capaci di raccontare a braccio, hanno bisogno di leggere le storie, ma ben venga questa abitudine alla lettura, sia questa una fiaba, una favola o un altro tipo di storia.

Mariella

📚

Che bello!
Sì, sono molto soddisfatta
di questo dibattito,
che si è sviluppato intorno a una fiaba
in un martedì pomeriggio di gennaio.

Lo trovo davvero stimolante
per la pluralità di riflessioni presenti,
come si vede molto diverse,
che non hanno avuto timore
a partire
dai tanti punti di vista
personali
raccolti intorno
ad una magica
panchina.

♥️

























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