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Educare
26 settembre 2024
Il giorno dell'evento arrivò finalmente. Nel chiostro dell'antico collegio tutto era stato allestito nei minimi dettagli. L'ambiente era pronto a ricevere gli ospiti ed a farli sentire accolti.
All'ora convenuta l'ampia platea semicircolare cominciò ad affollarsi di un pubblico rispettoso ed attento, pronto ad ascoltare gli interventi previsti.
Veronica si accomodò al computer e cominciò a predisporre luci, sonoro e testo, ai blocchi di partenza. Intanto rifletteva su quanto la tecnologia fosse ormai avanzata, soprattutto dal punto in cui era partita lei all'età di sedici anni nel secolo precedente, il ventesimo per l'esattezza.
"Giovanni, pensa cosa mi sta tornando in mente! Il mio primo lavoro...".
"Come mai proprio adesso, Veronica?".
"Sono affascinata da quello che con queste piccole tastiere riesco a fare oggi. Allora ero poco più di una bambina e siccome ero brava e precisa la scuola privata con cui avevo contatti mi propose una specie di lavoro. Dovevo copiare da un elenco telefonico, con un'enorme vecchia macchina da scrivere, degli indirizzi, scritti piccoli piccoli. Un incubo... La macchina era più grande di me e ci voleva un'enorme forza per le mie magre dita. E l'attenzione a quel lavoro noioso? Non ne parliamo! Durai solo due o tre giorni...".
"Veronica, è inutile negarlo: la tecnologia ha fatto deì passi da gigante, per non parlare dell'intelligenza artificiale che sa fare spesso meglio di noi umani, che appunto non amiamo i lavori ripetitivi.".
Il file comparve e si aprì immediatamente sullo schermo grande davanti a loro.
File n. 131
"La Panchina"
di Lucca
Arpàlice Cuman Pertile
Poetessa e scrittrice
Marostica (Vicenza)
1876- 1958
🌱
Chiccolino
Chiccolino dove stai?
Sotto terra non lo sai?
E là sotto non fai nulla?
Dormo dentro la mia culla.
Dormi sempre ma perché?
Voglio crescer come te.
E se tanto crescerai
Chiccolino che farai?
Una spiga metterò
tanti chicchi ti darò.
Un giorno un chiccolino
giocava a nascondino;
nessuno lo cercò
ed ei si addormentò.
un sonno lungo e greve;
infine si svegliò
e pianta diventò.
La pianta era sottile,
flessibile e gentile;
la spiga mise fuor
di un esile color.
il vento la cullava;
di chicchi allor s'empì
pel pane d'ogni dì.
🌊
Oooh! Si udì fare da molti dei convenuti sotto il portico. Evidentemente qualcosa era tornato loro alla memoria.
Poi le pagine cominciarono a scorrere lentamente, fermandosi ogni volta che Giovanna dava loro il comando cliccando sul mouse e invitava la lettrice di turno a procedere.
💻
Cara Arpàlice,
sono qui a dirti che godi di tutta la mia ammirazione visto che la forza è stata la bandiera della tua vita. Opporsi al fascismo non era cosa da poco anche se avrai avuto tutto l’appoggio di tuo marito. Oltre ad ammirarti devo ringraziarti perché, se siamo andati avanti con la società inclusiva delle donne, è anche per merito tuo.
So che al tuo paese natale ti hanno dedicato una scuola e questo ti renderebbe sicuramente orgogliosa, cosa che comunque non credo che tu abbia avuto come sentimento prevalente. Infatti quel che volevi era l’istruzione, la dignità personale, indipendentemente dal rango e mestiere.
Ti prometto che mi leggerò quanto prima, con amore più che con curiosità, il trattato che hai scritto insieme a tuo marito “La Società di Mutuo Soccorso fra operai e professionisti”.
Sai cosa voglio dirti? Mi suona spesso in mente la tua poesia ”Chiccolino”. E’ semplice e molto intelligente perché insegna ai ragazzi con tanta facilità la vita della natura.
Concludo assicurandoti che se riesco a trovare e quindi leggere la tua citata pubblicazione mi rifarò indubbiamente viva con te. Intanto... Grazie!!
Kamelia Arcidosso, 15 ottobre 2024
💻
Lucca, 15 ottobre 2024
Cara Arpalice,
sono con alcune mie amiche, insieme abbiamo letto la tua vita di poetessa e scrittrice.
Il commento principale nei tuoi riguardi è stato quello "Povera ragazza che infanzia e che gioventù tormentate ha avuto prima di affermarsi!".
Piccola di soli dieci anni, hai perso la mamma e la nonna, le figure femminili della famiglia. Fortunatamente grazie ad una borsa di studio hai potuto proseguire a studiare. In seguito, anche anche avendo vinto dei concorsi, non sei stata ammessa all'insegnamento che ti spettava.
Hai avuto un carattere duro per aver sempre seguito le tue idee politiche, anche a costo di rimetterci personalmente.
Arpàlice, sei stata un esempio di figura femminile brava e tosta per noi donne.
Silvana
💻
Roma, 5 dicembre 1951
Cara Arpàlice,
Mi permetto di scriverti sperando di poter intavolare con te un interessante scambio di idee. Dunque, recentemente mi è capitato tra le mani un sillabario per le prime classi della scuola elementare, in cui ho letto dei graziosi versi firmati da te.
Io penso che noi due abbiamo molti punti in comune, se non altro perché siamo nate più o meno nello stesso periodo storico ed entrambe ci siamo occupate di educazione. Alla nostra bella età è tempo di bilanci e uno scambio di esperienze non può che farci del bene.
Dicevo di questi versi. Si trovano in una poesiola che mi ha in qualche modo colpito. Parlano di un "Chiccolino". Semplici direi, un breve dialogo tra un chicco di grano e un probabile bambino, ma queste semplici rime si prestano molto bene a trasformarsi in una rappresentazione teatrale e, devi sapere, che io in gioventù ho amato il teatro e me ne sono occupata.
Per contro io sono la sostenitrice della ricerca e dell'esperienza personale come qualcosa di indispensabile per apprendere. Ne ho fatto un metodo educativo. Io penso che ogni bambino dovrebbe scoprire da solo che sotto la zolla c'è in attesa un chicco di grano. Chi vive in campagna lo ha visto varie volte che un giorno dalla zolla spunta una fogliolina, ne ha seguito la crescita fino alla doratura della spiga e avanti così fino a comprenderne la trasformazione in farina. Chi vive in città, lontano dai luoghi dell'agricoltura, dovrebbe avere a disposizione del materiale preparato apposta perché lui possa farne oggetto di studio.
Arpàlice cara, qual è la tua posizione nei confronti della scienza?
In attesa di ricevere una tua risposta, ti saluto caramente.
Maria Montessori
💻
Cara Arpàlice,
sono una tua ammiratrice, ho sentito tanto parlare di te che ho deciso di scriverti!
Mi dispiace tantissimo per la perdita di tua mamma e di tua nonna quando eri in tenera età, immagino il tuo immenso dolore.
Ho letto, con molto interesse, le poesie che hai scritto per i bambini, complimenti! Sei bravissima! Le leggerò volentieri alla bambina di mia nipote che sta per nascere e a quelli che mi girano intorno che sono già grandicelli. Vedo già i loro occhi allegri nel sentire la mia voce che le recita!
I tuoi libri, mi piacciono poi anche perché sono arricchiti da immagini accattivanti per la fantasia. So che sei stata una maestra: io ho un bellissimo rapporto che dura da ben quaratuedue anni con la mia maestra delle elementari. Come ti sei sentita quando ti hanno affidato la tua prima classe? Eri emozionata o spaventata?
Che legame hai avuto con i tuoi alunni? Li senti o li incontri ancora?
E’ ammirevole il tuo impegno per aver fondato una biblioteca di classe per la formazione di maestri e di donne in genere.
Non trovo assolutamente giusto che il Ministero ti abbia invitato un'ispezione e tu sia stata esonerata dall'insegnamento perché non aderivi al regime. Tuo marito come ha reagito? E tu? Chissà, come erano dispiaciuti i tuoi alunni a non aver più la loro amata maestra!
Scusa, se sono stata invadente con tutte le mie domante… il mio interesse per te nasce dalla mia passione per la scrittura: pure io un giorno vorrei riuscire a pubblicare un libro con poesie, testi autobiografici e creativi.
Carissima Arpàlice, per ora ti saluto in attesa di una tua gradita risposta!
Monica
💻
Cara Arpàlice,
che strano questo nome... andrò a documentarmi per capirne il significato!
Vedo che sei nata a Marostica, in quel di Vicenza. L' ho visitata qualche anno fa. Non so com'era ai tuoi tempi. Io la ricordo come una bella città, con una grande piazza a forma di scacchi dove si svolge la partita storica con personaggi viventi.
Bene, mi presento. Sono Emma e sono una maestra ormai in pensione. A differenza di te non ho mai avuto una vena di scrittrice, ma ho trovato sul mio cammino colleghe che si sono cimentate nel difficile compito di scrivere libri per bambini o letture e sussidiari per le scuole elementari.
Il mio percorso scolastico non è stato arduo come il tuo; d'altra parte il periodo storico in cui tu sei vissuta è molto più complicato di quello in cui vivo. Sto vivendo la mia vita a cavallo di due secoli, il 20º e il 21º, e i cambiamenti nella scuola sono stati enormi, ma non condizionati dalla politica o per lo meno ho sempre avuto la libertà di insegnare senza preconcetti e senza seguire ideologie particolari e questo è sicuramente un privilegio. La politica e i vari ministri che si sono succeduti invece spesso hanno messo in atto riforme che hanno "sciupato" la qualità della scuola, specie di quella elementare, che è stata un fiore all'occhiello della nostra Italia fino a qualche anno fa. Posso dissentire dalle idee politiche del governo del momento, ma nessuno può togliermi dalla scuola per questo. Conoscendo le tue vicende non posso far altro che ammirarti per aver portato avanti le ideologie in cui hai creduto e per non aver esitato a ribellarti al regime fascista tanto da essere allontanata dall'insegnamento.
Oggi, in questo secolo che corre alla velocità della luce, come maestra ti sentiresti sicuramente spaesata e non ti riconosceresti nel modo di insegnare e neppure nei piccoli studenti che ci vengono affidati.
Un saluto caro
Emma
💻
Cara Arpalice,
scusa se con questa mia lettera ti rubo un po' del tuo prezioso e fruttuoso tempo, ma avendo scoperto, leggendo un tuo libro preso nella libreria di mio padre che tu sei nata proprio nel 1876, anno in cui sono nata io, mi sono incuriosita e così ho scoperto che scrivi poesie e racconti. Le tue poesie e filastrocche sono molto semplici e chiare, per far comprendere ai bambini delle scuole elementari, in maniera spontanea, come avvengono naturalmente tutte le cose della vita.
Hai un marito docente di lettere a Vicenza che sicuramente avrà contribuito al tuo successo come scrittrice e con lui sei stata mandata in soggiorno obbligato a Novara, vicino al mio paese, a causa delle vostre idee contro il regime fascista. Così, a causa delle rigide regole di Mussolini, hai perso anche il tuo posto di lavoro.
Anch'io ho le tue stesse idee e le condivido con mio marito, cerco però di non esprimerle in pubblico per evitare disagi e magari la perdita del lavoro per il mio coniuge.
Ti scrivo per dirti che le tue poesie mi sono piaciute moltissimo e mi piacerebbe acquistare uno dei tuoi libri che tu stai pubblicando con la SEI di Torino per leggerle a mio figlio che tra un po' inizierà le scuole elementari. Penso che saranno molto utili per favorire l'apertura mentale al mio bambino e gli daranno modo di arrivare alla prima classe con le idee chiare sull'importanza della poesia.
Leggendo la tua breve biografia all'inizio del libro di mio padre ho compreso quanto la tua vita sia stata travagliata per le tue idee politiche, ma purtroppo si sa, noi donne non possiamo esprimere le nostre opinioni liberamente senza correre rischi.
Grazie per la piacevole lettura che il tuo libro mi ha regalato.
Giuseppina Gemelli Guerra
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Arpàlice, mia diletta,
mi manchi, così come mi mancano i nostri discorsi, le idee che mi hai tante volte esposto con foga e convinzione. Mi manca il modo in cui trasformi la tua cultura in progetti validi che possono sostenere l’emancipazione della classe operaia.
Fin da quando eravamo bambinetti ho avuto per te ammirazione!
Già allora presentivo quanto la tua forte personalità si sarebbe manifestata, anche in condizioni avverse.
L’ingiustizia che hai patito nello scorso anno, nei fatti non ti ha scoraggiato, anzi hai saputo accoglierla come una sfida e ti ha permesso di iniziare il percorso di insegnamento nella grande Torino.
Ormai da un lustro siamo consueti affidare alla carta le nostre conversazioni, ma ogni giorno vorrei poter vedere il tuo volto con le infinite variazioni di espressioni, secondo i sentimenti e le emozioni che ti abitano. Mi manchi.
Sono impaziente di finire il lavoro che mi trattiene qui, come tu sai, per poter partire e rivederti finalmente, anche se potrò trattenermi solo pochi giorni. Prevedo di dover attendere almeno tre settimane, fino alle vacanze pasquali. Ho incontrato difficoltà di cui ti parlerò, ma sono stato anche sostenuto dagli amici.
Una buona notizia! Ho acquistato a un buon prezzo la casa di cui ti avevo parlato e che, una volta restaurata, sarà bellissimo poter abitare insieme. Sono sicuro che ti piacerà.
A Torino vorrei insieme a te visitare il Museo Egizio, di cui mi hai scritto con entusiasmo.
Ed è giunta l’ora dei saluti.
La signora Buchner mi ha detto che a breve ti scriverà riguardo al suo progetto per l’asilo degli orfani, pensa di poter collaborare con te che hai tanto a cuore la costituzione di un asilo per i figli delle madri impiegate nella manifattura della paglia.
Fogazzaro, il senatore (non ama definirsi così, ma da amici quali siamo da anni, io mi diverto a farlo), ti invia saluti cari e per quando tornerai, a fine anno scolastico, ti vorrà leggere qualche brano della sua ultima opera, che lo impegna ormai da anni, un romanzo dal titolo “Laila”. Esige un tuo parere!
Spero vivamente, come già ti ho detto nelle nostre passate missive, che fin da ottobre tu possa traferirti definitivamente a Vicenza e che, con buona pace della tua famiglia, possiamo finalmente fidanzarci ufficialmente.
Cristiano Pertile
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Cristiano, mio caro,
ho ricevuto la tua ultima lettera due giorni fa, ma solo ora ho un po’ di tempo e tranquillità per poterti rispondere, anche se spesso, ieri, ti rispondevo col pensiero. Mi manchi tanto, con i tuoi incoraggiamenti e il tuo sorriso dolce. Mi mancano anche gli amici e la famiglia.
La mia famiglia a Marostica, che ancora non accetta il nostro amore. La forza del nostro amore, lo sento, li farà ricredere. Vorrei che ci unissimo con la loro approvazione, di cui potrei fare a meno nella pratica, ma che renderebbe la vita condivisa con te ancora più felice. Se lo vuoi, solo se lo vuoi, dovremo avere pazienza.
Qui a Torino la mia vita si svolge soprattutto intorno alla scuola, dove sperimento, con non poche opposizioni, le mie idee sull’educazione.
I torinesi sono un popolo orgoglioso e forte, difficile è convincerli al cambiamento! La forza e la grandiosità di questa città, che è stata capitale per tanto tempo, si palesano ad ogni passo, camminando nelle vie, sotto i portici e tra i palazzi del centro.
Sto facendo tutto il possibile per poter tornare a Vicenza in autunno, ti parlerò in dettaglio di questo quando ci vedremo.
Ho già visitato il Museo Egizio e sarei contenta di farti da modesta guida nelle sue sale, quando verrai. Ti prego, non rimandare ulteriormente il tuo arrivo!
E’ tardi, devo andare a dormire. Domani mi aspetta una giornata impegnativa. Ti lascio con grande rammarico.
Saluta per me gli amici che incontrerai, soprattutto la Bruchner e Fogazzaro.
Arpàlice
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Mentre gli ospiti sorseggevano uno spritz e sgranocchiavano noccioline salate discutevano animatamente su quella donna dall'insolito nome: Arpàlice... Strano davvero.
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3013
Ora terrestre: 12.10 del 14 marzo
Il ritrovamento di questi reperti riempiva velocemente le caselle di archivio una dietro l'altra, senza incertezze e senza pause. Questo ritrovamento aveva qualcosa di molto diverso dagli altri. Erano moltissimi nel numero e del tutto incomprensibili in tutte le loro parti.
Le macchine obbedienti proseguivano a stipare nei file il materiale individuato, finchè una vibrazione allarmante quasi coprì lo squillo di un allarme pa4tito in contemporanea.
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