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Consigli per la lettura delle pagine
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Ricordi Scuola 39 - Insieme in un sistema integrato








Ho già accennato alla partecipazione entusiastica dei genitori nell’allestimento della stanza del cielo, nel collaborare con i figli e a stimolarli nel creare testi linguistici.

È bene ricordare ancora che le famiglie mi hanno sempre dato grande libertà d’azione, esprimendomi rispetto, stima e grande simpatia.
In particolare, c’era sempre un gruppo di genitori più attivi che ci mettevano il lavoro personale, reperivano fondi, mi sostenevano e mi stimolavano a continuare la costruzione di una scuola creativa e sperimentale.

Questo era particolarmente vero nella pubblicazione di libri dove occorrevano soldi per carta, stampa, rilegatura e lavoro manuale per allestire le singole copie, che, essendo stampate in proprio, non era possibile assemblare meccanicamente.
Infatti le pagine venivano stampate in  formato UNIA4, quindi ripiegate singolarmente dando vita a quattro paginette UNIA5, infine messe in sequenza per formare il libro.

Questo lavoro fu sempre a carico delle mamme, sporadicamente anche di papà, coinvolti nel progetto, che si portavano a casa il materiale, spesso si facevano aiutare dai loro bimbi e lo riconsegnavano pronto per  portarlo a rilegare.
Sarò loro sempre grata per questo, non li dimenticherò mai e sono certa che i loro bimbi ne abbiano tratto ulteriore orgoglio e giovamento nella loro formazione.
Questo era ed è per me l’esempio di un vero e proprio sistema formativo integrato.




Un altro momento importante di questo sistema integrato fu il Carnevale, quando la scuola aderiva alla proposta della Commissione Parrocchiale che realizzava una sfilata di carri allegorici.

In un sistema educativo integrato ritengo non si possa prescindere dal territorio e dalla cultura locale.
Per questo, mentre sentivo resistenza e qualche malumore da parte di alcuni insegnanti, io partecipavo con gioia ed interesse alle richieste che venivano dal paese, integrando però le attività che ne scaturivano in quelle canoniche.

Non c’era da fare del lavoro in più, ma fare meglio e in modo più interdisciplinare la programmazione del lavoro annuale.
Ho lottato molto per questa mia idea di base.
Per ottenere questo, io cercavo sempre di legare anche tale partecipazione a ciò che comunque facevo normalmente in classe, perché, come già detto altrove, non ho mai ritenuto utile fare delle attività giustapposte senza una possibilità di interconnessione e di sintesi.

Generalmente le mascherate coinvolgevano i bimbi del primo ciclo, anche se non sempre.
Così di volta in volta i miei alunni indossarono costumi etnici (come quella volta che ci occupammo dell’Africa), da simpatici alieni e personaggi fantastici quando fummo liberi di ispirarci ai nostri libri in corso d’opera, da goccioline e quant’altro servisse a sottolineare o approfondire le nostre conoscenze.

Nell’allestimento molto facevano i bambini, ma spesso avevamo bisogno delle mamme per cucire, stirare o aiutarci a tenere l’ordine nell’allestimento a scuola.
Per riprendere l’esempio delle maschere ispirate ai popoli africani, in classe avevamo dipinto stoffe dai meravigliosi colori, seguendo la fantasia personale di ogni alunno. Ne erano scaturiti dei tessuti vivaci e primitivi che utilizzammo per creare abiti semplici, scialli o copricapo.
Le mamme eseguirono semplici accomodamenti di cucito e aiutarono nell’indossarli.


In un’altra occasione ricordo una mamma che portò a scuola la “stirella” e si mise a sistemare gli abiti nel corridoio.
Questo fatto, che può sembrare banale, era invece molto significativo per i bimbi, i quali avevano l’opportunità di osservare concretamente come fosse ritenuto importante il loro lavoro e che le mamme, sempre in affanno,  potevano anche trovare il tempo per partecipare alla vita scolastica dei loro figli!
Ne scaturiva che era bello fare, fare insieme e appassionarsi alle proposte dell’insegnante.

Questa collaborazione con i genitori si replicava in occasione del teatro e delle feste di fine anno e non, come in altre mille occasioni.
Ci furono le marmellate inizialmente fatte in classe, i plum-cake, i tea-party, le mostre dei lavori… e i miei alunni si sentivano sempre speciali e parte specialissima della classe speciale!
Questo accresceva la loro fiducia verso il mondo e li aiutava a crescere, apprendendo ognuno a suo modo, con grande serenità.




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