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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Insieme - Donne du du du 2

 






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"Mamma, mamma, ci andiamo?".
"Adesso vediamo, Andrea. Ci dobbiamo pensare...".
"Io ci voglio andare al mare con Dino! Perché non dici di sì? Papà ha detto che va bene!". "Vediamo, dai!".
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Adesso vuole andare al mare con Gigi. Chissà come... come farò ad essere all'altezza della situazione? Loro ci ospitano e credono che qui in casa mia tutto sia idilliaco come sembra da fuori. Non sanno certo che quest'uomo è tutt'altro di quello sorridente che Gigi e sua moglie conoscono il mattino.
E poi non abbiamo niente... Chissà dove andiamo! Ma certo non possiamo dire di no, neppure questo si può fare. Lo troverebbero strano e immaginerebbero che ci sia qualcosa sotto. Dunque in qualche modo ci dovremmo andare... ma se poi beve come farò a controllarlo?
Comunque dovrei comprare dei costumini ai bambini ed io non posso certo presentarmi così... non acquisto un abito nuovo da quando mi sono sposata. 
Qui di soldi ce ne sono ben pochi. Chissà poi che ci farà! Avrà qualcun'altra? Che delusione! Lui si è rivelato tutt'altro che quello che era prima del matrimonio. Forse sperava che i miei ci mantenessero oppure è semplicemente instabile!
Oh, bella! Non ce l'hanno neppure per loro... Comunque sia ho capito che devo cavarmela da sola.
Guardalo lì! Beve, beve, e beve... e già dopo due dita di vino il suo sguardo è cattivo o perso nel vuoto.
Meglio che metta a letto i bambini prima che vedano come si è conciato.
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"Fermati! Fermati lì! Non toccarmi! Adesso basta! Per quanto è vero che esiste Dio, se ti azzardi a toccarmi un'altra volta, giuro che ti spacco questo fiasco in testa... Non ti temo più, hai capito? Sono più alta di te e questo fiasco in testa pieno di vino è bello pesante. Allora hai capito? Cosa vuoi fare? È meglio che te ne vai a dormire! Allontanati da me! Ora basta! Ti ammazzo io! Ti ammazzo io con il tuo stesso vino!".   Vanina
(Stralcio dalla pagina "Racconto - Rina")


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Oddio! È già sera. A quest'ora mi vengono i brividi, l'ansia mi assale. Alle sette in punto torna lui e come ogni sera se non ho fatto questo oppure quello - basta che lui decida cosa voleva che io facessi - sono discussioni. Ultimamente anche forti.
Io, per quanto possa tenere la calma e mettergli davanti la mia giornata di impegni di casa e con i nostri due figli, anche raccontando qualcosa di divertente che possono aver fatto, non riesco a rabbonirlo.
Prima non era così. Cosa posso aver fatto o non fatto per far finire così il nostro bel matrimonio di allora? Io non ci capisco proprio nulla. Problemi economici non ce ne sono, problemi sul lavoro mi pare di capire nemmeno visto che la mattina parte di casa volentieri... e allora? I nostri figli sono molto bravi, sia a casa che a scuola, sono molto affettuosi con me come con lui. 
Guarda caso anche loro ormai grandicelli hanno capito come comportarsi per evitare guai. Sono giovani adulti in pratica. Sono orgogliosa di loro ma lui perché non li considera più di tanto? Scarica su di me tutta la sua rabbia e mi chiedo da dove verrà. 
Che ci sia un'altra? Farò indagini ma questo se risultasse vero alla fine sarebbe la soluzione ad una nostra vita così angustiata perché ormai, ad essere sincera, non lo amo davvero più. È solo fatica viverci insieme.
E se glielo domandarsi ancor prima di indagare? No, voglio indagare e farmi amica la sua possibile amante. Così alla fine lo spingerei verso di lei. Potrebbe essere questo il miglior modo per scoprire il suo tradimento e mandare tutto a buon fine. Lui troverebbe la sua felicità e pure noi troveremo la giusta serenità.
Così non si può andare avanti, non è vita. Domani ne parlerò con la mia amica e vicina di casa. Lei saprà consigliarmi, ne sono sicura. E se fosse proprio lei la sua amante? Si dice spesso che le persone più vicine a noi sono quelle che ci possono far del male più facilmente. Mi faccio animo e spero.  E che  se ne vada pure prima che finisca male come tante altre storie!
Claudia


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Santo cielo eccolo, ha aperto la porta, che faccio? Gli vado incontro? Come sarà oggi il suo umore? Sì, lo faccio... devo trovare il coraggio. Mi sento tremare, ma vado verso la porta. - - Ciao, come è andato il lavoro?
La sua risposta non arriva... Si siede e si abbandona sulla sedia.
- Tu che hai fatto oggi? Chi hai visto?
- Nessuno, non sono nemmeno uscita, i bimbi me li ha riportati da scuola la vicina. Ora sono in camera loro a fare i compiti... Non ci credi? Come non ci credi? Come posso fare a darti delle certezze che ti tranquillizzino? Dimmi tu come mi devo comportare.
- No, non ti credo, non credo più a quello che dici!!!
- Allora il nostro rapporto è finito, lasciamoci...
- Lasciarti? No, bellezza, tu sei mia. O mia o di nessuno. Se te ne vuoi andare allora hai qualcuno che ti aspetta là fuori... Se è così io ti faccio fuori, ci metto un attimo sai? Guarda quanti coltelli ci sono qui in cucina... ne vuoi provare uno all'altezza della gola? - minaccia, avvicinandomelo al viso con uno sguardo allucinato.
- No, ti prego dai, calmati, cerca di capire che io non vorrei lasciarti, vorrei solo vivere serenamente con te. Dai, ordiniamoci una pizza e ce la mangiamo con i ragazzi. Vuoi?
- Non mi hai preparato neppure la cena?! - urla alzandosi di scatto, facendomi fare un salto indietro.
- Pensavo che apprezzassi una bella pizzata con la birra una volta tanto... Ti piace tanto la quattro stagioni. Dai, non arrabbiarti, ti prego! I bimbi sono proprio felici di cenare con la pizza.
La sedia rotola rumorosamente colpendomi al polpaccio.
Ho deciso... Non ho altre possibilità!
Furtivamente ma con decisione faccio il numero 1522 e a chi mi risponde dico:
- Mi può preparare quattro pizze quattro stagioni per cortesia? Abito in Via G. Verdi, 6.
E' fatta!!! Mi sento immediatamente più tranquilla. Tra poco saranno qui i poliziotti e la mia angoscia almeno per un po' avrà fine.
Lauretta


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Dopo aver parlato a lungo della violenza sulle donne mi è venuta questa riflessione da fare.
Certo, se chiudo gli occhi, penso immediatamente: se fossi io una di queste donne?
Non so assolutamente che vita sarebbe per me, con le mie abitudini e i miei affetti.
Penso che una donna in queste situazioni o ha il coraggio di troncare subito andandosene e lasciando questa bestia di uomo o, se resta, sopporta sopporta, a poco alla volta va fuori di testa.
Anche psicologicamente è impossibile vivere ogni giorno con la paura di essere uccisa.
Silvana


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Cosa sono diventata.... uno zerbino su cui pulirsi i piedi, non servo ad altro. Sono il mezzo per sfogare il suo nervosismo.
Ricordo che da giovane ero soddisfatta di me, realizzata, senza tanta cultura per non aver studiato è vero, ma fra le persone ero apprezzata e stimata. Poi ho incontrato lui che ogni volta che prendevo una iniziativa cominciava a distruggermi con le parole, a minimizzare le mie capacità, a svalutarmi sempre e per nulla. Bastava una finestra aperta, e altre minuzie del genere a far sì che fossi aggredita verbalmente.
Ho passato la vita a chiudere finestre,  a stare attenta a tutto, ma non è bastato.
I motivi erano sempre diversi, veri e propri pretesti per sfogarsi, per far sapere al mondo che lui era incazzato sì, ma per colpa mia.
È per questo che dico che è colpa mia, nel senso che ho sopportato troppo, gli ho permesso di dar sfogo alle sue insicurezze su di me perché ai suoi occhi io ho l'unica colpa di
“ESSERE”.
Essere viva, esistere
Essere realizzata come madre
perché in fondo io sono
“ CAPACE”.
Capace di donare la vita,
Capace di sopportare,
Capace di riprendere in mano la mia vita
Capace di fare il 1522 per essere di nuovo
Capace di amare me stessa.


👠
Sto cercando di nascondere con il trucco l’ennesimo livido che ho sul volto.
Liam diventa ogni giorno più aggressivo. Uscito dal cantiere va a scaricare la sua frustrazione al bar, ma non basta più una sola birra e di rientro a casa se la prende con me per ogni minima cosa.
All’inizio non ci avevo dato troppa importanza credendo fosse solo un periodo critico, ma ora è davvero troppo. Non so proprio con chi confidarmi, certo non con i genitori che si sono opposti al matrimonio o con le mie amiche che hanno delle relazioni idilliache.
Pure il mio matrimonio era perfetto all’inizio. Solo all’inizio però. Devo trovare una soluzione per questo bambino che sta crescendo dentro di me. Non lo ho ancora detto a mio marito perché non so come potrebbe accogliere la notizia… dopotutto è frutto di una sua violenza.
Chissà cosa pensa quando mi riempie di botte? Chissà se vede il volto della ragazza di cui si è innamorato? Chissà se parla con qualcuno della nostra situazione? In lui non noto mai un pentimento.
Basta, questi pensieri mi fanno stare male più di uno schiaffo perché credevo in noi. Credevo di poter creare una famiglia felice con Liam, invece sono qui a cercare una via di fuga… chissà se ne avrò il coraggio o se un giorno mi troveranno morta in una pozza di sangue. Forse, mi troverà proprio mio figlio.
Eccolo, è tornato e tutto ricomincia di nuovo.
Monica


👠
“Sono Alice, vorrei ordinare due pizze: una al salame piccante e una rossa con tanto pomodoro. Fate presto perché mio marito è affamato. Grazie!”.
1522: “Stai tranquilla, Alice. Stiamo registrando la chiamata e ti abbiamo già localizzata. Stiamo arrivando”.
La voce che mi ha risposto era rassicurante. Chissà, se questa sera tutte le violenze, i soprusi e le umiliazioni finiranno! Ho paura e sto tremando. Quando, la scorsa settimana, la farmacista mi ha allungato il volantino con il numero antiviolenza ho pensato subito che fosse un segnale e che fosse arrivato il momento di agire.
Stanno aumentando anche gli sguardi languidi che Ernest lancia alla nostra bimba di cinque anni e di come la tocca… non come un padre, ma come un maniaco. Dice che io sono una vecchia scopa.
A me può fare di tutto, ma non deve assolutamente toccare lei.
Dlin don.
Ernest: “Corri ad aprire, brutta “bip”, sono già a tavola e copriti quei lividi al volto”.
Apro tremante e vedo un volto amico che mi sorride. Una giovane donna mi abbraccia, mi sussurra di state tranquilla che è tutto finito e mi dice che sono stata molto coraggiosa… mentre in cucina sento le urla di Ernest che minaccia l’agente che lo sta ammanettando per portarlo via… lontano da me… lontano dalla mia piccola.
Tac… la porta si è chiusa. L’assistente sociale e gli agenti mi stanno elencando i miei diritti. Sono, siamo al sicuro.
Monica


👠






1 commenti:

  1. È troppo difficile e doloroso per me leggere queste storie. Sono andata a rivedere ciò che avevamo scritto tempo fa e, come al solito, la tristezza mi assale.
    Avrei tanto da raccontare...ma non ora. Non è facile ribellarsi a certe situazioni; ogni donna reagisce a suo modo e fino a quando la paura ha il sopravvento nulla può cambiare. Arriva però, e per fortuna, il momento della consapevolezza di essere persone, non oggetti, e, come tali, di avere il diritto ad una vita serena.
    Meglio se questa consapevolezza arriva alla svelta.
    Un abbraccio ad ogni donna che combatte contro ogni tipo di violenza, che sia essa fisica o psicologica

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