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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Insieme - La questuante

 





dal web 


La questuante


Oggi
ho vissuto una situazione,
peraltro molto semplice e comune,
che, invece,
mi ha tanto coinvolto.

Allora
ho pensato
di scriverne un racconto
da costruire insieme a voi,
scendendo ancora
le scale.

📚
 

Mentre percorro ineluttabilmente la solita via per ritornare a casa, continuo a fissare le pietre irregolari del fondo stradale che minacciano sfacciatamente di farmi cadere.
Non basta... mi sento anche spinta da tutte le parti!
Quanta gente davanti a questo forno! Molti sono turisti, è vero, però in questo momento si accalcano frettolosi anche tanti avventori che escono dal lavoro e si accingono a pranzare con qualcosa di appena sfornato.
C'è il solito ragazzo di colore che chiede qualche spicciolo. Ormai lo conosco da tempo perché lui si alterna in quel punto con un uomo più adulto che, a sua volta, è lì davanti da anni. Adesso quest'ultimo chiede meno di frequente di comprargli qualcosa, perché comincia a vendere delle piccole cose che ha in una cassetta.
Sto quasi per superare il ragazzo... ma mi accorgo che lo precede una gradevole signora, vestita con abiti curati: jeans, camicia, giubottino. Ha una capigliatura castano chiaro, quasi bionda, a ricciolini fitti fitti. È ferma in attesa. Aspetterà qualcuno, che forse è all'interno.
Appena le sono a tiro, però, mi sussurra se le do qualcosa per un pezzo di focaccia. Mi dice che ha fame. La guardo sorpresa. Rispondo come al solito che non ho soldi contanti con me... Mi ha colpito l'espressione. Sono un po' scossa. Faccio altri tre passi e mi fermo a parlare con mio marito. La situazione è davvero strana, insolita. Mi rendo conto che potrei utilizzare la carta e entrare io stessa a comprarle direttamente qualcosa.
Torno indietro e le chiedo cosa vuole che le acquisti. "Un pezzo di focaccia" mi dice subito e aggiunge a voce più  bassa "Se non costa troppo magari un pezzo di valdostana". Le dico di aspettarmi all'entrata del negozio per non affollare il bancone.
Dopo una bella attesa in fila, finalmente sono di ritorno. Le porgo la valdostana in un sacchetto e le chiedo: "Come mai sei in questa situazione?". Mi risponde che ha finito i soldi, che ha fame. C'è dignità nella sua voce.
Mi ringrazia in un modo veramente sentito e si dirige dentro una corte, in un angolino appartato, dove mangia immediatamente con voracità quella valdostana che... le era davvero indispensabile.
Questo incontro mi ha veramente turbato. (continua)


Proviamo
a scendere le scale?
Chi sarà quella donna?
Cosa le sarà capitato?
A voi è mai capitato qualcosa
del genere?


Come continuereste
il racconto?


📚


 📚

Ho fame.

Non c'è frase più dolorosa da sentire sussurrare vicino al mio orecchio.

Tanti ripetono questa frase con leggerezza, per abitudine, ma se capita di sentire una volta queste parole sulle labbra di un volto che dimostra vera fame, allora le cose cambiano dentro di noi.

Il mondo di oggi ci fa vivere situazioni al limite della sopportazione umana. Rischiamo o l'assuefazione o la fregatura. Ma anche se fa male, è preferibile cadere in una fregatura, perchè questa fa solo male al nostro orgoglio, mentre la fame uccide l'anima della persona che, avendo potuto intervenire, non lo ha fatto.

Viviamo in un mondo in cui molte cose superano la fantasia.

So che ci sono persone che senza timore vivono di intrallazzi e sfruttano al limite dell'indecenza i vari rivoli caritatevoli che pur ci sono ma che messi a confronto delle esigenze della popolazione sono una goccia nell'oceano.

Quante famiglie chiedono di essere aiutate a pagare le bollette della luce, del gas o le medicine. Non c'è fine alla sofferenza umana.

Purtroppo le risorse delle sedi assistenziali sono limitate perchè molti di noi trovano difficile offrire qualcosa del superfluo a chi non ha neppure il necessario. Mi consola che la signora che mi ha chiesto con tanta umiltà un pezzetto di valdostana, poi, l'ho vista divorarla con fame vera.

Povera me. Mi sono accorta di aver scritto con tanta superficialità una frase spaventosa, ma la lascio, perchè io che spesso critico il comportamento altrui, ho messo nero su bianco che trovo più accettabile la disperata voracità di un essere umano caduto in disgrazia alla piccola fregatura che avrei subito se invece avesse mendicato per vizio.

Mi sento un verme, ma ne sono felice. Forse vuol dire che ho ancora un briciolo di speranza.

Rita

📚

A me è capitato anche questo.

Una giovane donna mussulmana con tanto di veste nera e relativo velo, pure quello nero, oggi mi ha dato una lezione di vita.

Mi ha raccontato che qualche giorno fa recandosi al discount sotto casa a cui fa la spesa giornalmente, è capitata in un diverbio al quale non si è sottratta. Un giovane marocchino era a testa bassa davanti al proprietario che lo voleva denunciare perchè lo aveva colto in fragrante nell'atto di rubare una scatoletta di tonno del valore di ottanta centesimi.

Va bene, era un connazionale, ma il suo impegno è andato ben oltre... ha lottato con l'uomo inviperito, offrendogli più del doppio del valore della scatoletta, che aveva peraltro già restituito, ha lottato con veemenza, intercedendo per il ragazzo  che era clandestino e non conosceva la nostra lingua che invece lei padroneggia alla perfezione avendo anche la cittadinanza Italiana. 

Ha chiesto di permettere al ragazzo ogni giorno piccole spese che lei avrebbe pagato prontamente in sua vece e, al rifiuto del proprietario, ha portato fuori il ragazzo e, facendogli vedere un tavolo da giardino in uso al caseggiato in cui lei viveva, gli ha detto che se gli fosse capitato di nuovo di aver fame, si doveva mettere seduto a quel tavolo e lei, vedendolo dalla finestra, gli avrebbe portato parte del cibo che aveva preparato per i suoi figli.

Salì subito in casa e mise  in atto il suo proposito portando un piatto fumante al ragazzo e mentre lui mangiava lei chiese della sua situazione. Saputo che il ragazzo era da due mesi che non telefonava a sua madre perchè non aveva il cellulare e anche perchè si vergognava, tirò fuori subito il suo telefono e parlò per prima con una madre disperata.

Saputo che dormiva per terra, tirò fuori uno dei  piumoni che fra l'altro anche lei aveva ricevuto in dono e lo regalò al ragazzo che da allora si copre quando dorme sulla nuda terra.

Mi ha raccontato che una sera il ragazzo portò un amico che divise il piatto con lui. Nel suo racconto, non ho sentito una critica, non una parola spesa per il disagio che si aggiungeva al dover nutrire i suoi sette figli. Non un lamento, non un giudizio, niente. Solo il desiderio di esserci nei bisogni del ragazzo e del suo amico.

Voglio precisare che a scuola è lodata per come manda puliti e ordinati i figli e come si adoperi per racimolare qualche euro in più per dare il massimo a tutti loro. Sì, non naviga nell'oro, va a fare le pulizie nelle case che chiedono i suoi servigi e lo fa con una grande dignità e riservatezza.

Sono felice di averla trovata questa mattina, mi sarebbe dispiaciuto perdermi questa meravigliosa testimonianza.

Rita

                                         
📚
Quando esco di casa mi capita spesso di domandarmi se mai potessi incontrare qualcuna delle persone che non vedo da tempo. Mi faccio poi domande su cosa faranno, in caso di persone legate al pubblico mi domando dove saranno finite..... E’ normale farsi domande, anche riguardo a persone con ,e quali ho a che fare solo per caso. 
Di questi tempi s’incontrano spesso persone ferme lungo la strada, in una piazza o sotto un ponte per ripararsi dalle intemperie che chiedono l’elemosina anche con un cartello davanti con su scritto "HO FAME". Mi capita di dargli qualche spicciolo così, tanto per sentirmi a posto con la coscienza, lì per lì. Poi mi domando: "Ma potrà bastare? Avrà qualcuno a cui provvedere e chissà che pena non sentirsi in grado! Si sarà ridotta così per disastri familiari o si sarà invece stufata di questo mondo folle che insegue falsi miti e vorrà dargli un taglio netto?".
In questo caso credo che si entri in un vortice mentale e non se ne esce più. Allora ci sarebbe bisogno di un aiuto diverso perché si perde la dignità di persone che vivono, lavorano, progettano. Se ci abbandoniamo diventiamo invisibili ai più, ostacoli da evitare sul cammino.
Stamattina mi sono imbattuta in una signora appoggiata lato strada. Ben vestita, capelli curati, mai avrei pensato che una persona così potesse essere bisognosa. Lei non aveva il cartello, mi ha detto con voce sommessa che aveva fame e mi ha chiesto se potevo comprarle qualcosa da mangiare. 
Questa volta sono passata oltre per diffidenza. D’altronde in un mondo dove è facile incappare in persone di malaffare, il mio istinto mi ha suggerito di non fermarmi. Ho pensato che se mi fossi avvicinata mi avrebbe forse scippata. 
Invece poi mi sono sentita in colpa e mi sono avvicinata domandandole cosa gradiva. Mi ha chiesto una valdostana fra l’altro con umiltà. Sono entrata nel bar accanto ed eccole servita una valdostana bella calda. 
L’ho osservata con stupore perché mi ha preceduto dirigendosi verso la corte in cui io abito e l’ha divorata addirittura.  
Quindi mi domando se avesse avuto davvero fame o se fosse solo ghiottoneria. E poi, sarà una persona scappata da casa e non vuol dare troppo nell’occhio o semplicemente una pazzerella? Un comportamento strano, non c’è che dire e che induce al sospetto. Del resto anche se l’avessi interrogata mi sarei dovuta fidare della risposta, per cui non l’ho fatto.

La diffidenza in me regna sovrana a quanto pare. Ne ho viste e subite troppe, fidandomi. A questo punto mi domando perché mi abbia preceduta entrando proprio nella mia corte.

Mi do pace  pensando che sia solo un caso, ma dovrò stare molto attenta.

Non può essermi che di vantaggio.

Claudia

📚
Mi ha davvero emozionata questa povera donna affamata. Chissà cosa può esserle capitato per essere ridotta in questa situazione. Una donna che arriva al punto di chiedere un pezzo di focaccia deve essere davvero affamata...
Forse é sola, quindi nessuno la può aiutare, ma è ancora giovane, mi sembra mentalmente normale, possibile che non sappia che alla Caritas può mangiare tutti i giorni? La curiosità mi sta divorando: mi sono ritrovata a pensare che avrei piacere di incontrarla nuovamente per chiarirmi questi interrogativi che mi stanno girando nella testa.
Ma guarda, eccola... ora la fermo, le offro qualcosa e poi voglio proprio sentire cosa mi racconta. 
- Sono contenta di averti ritrovata, tieni questa valdostana e raccontami un po': Sei sola?
- Sì, sono sola, mio marito se ne è andato da tre anni portandosi via tutto il denaro che avevamo. Io ho cercato un lavoro, ma alla mia età non mi assume nessuno. Ho una piccola pensione perché quando ero giovane ho lasciato il lavoro per occuparmi di mio marito, quindi con i pochi soldi che prendo non riesco a comprarmi da mangiare per un mese. Anche se cerco di risparmiare sul cibo, non arrivo mai oltre il venti del mese con qualche soldo in tasca.
Ti ringrazio tanto per la tua generosità, sai, l'altro giorno, quando ti ho chiesto un po' di focaccia, avevo proprio tanta fame, erano due giorni che non mangiavo e mi sentivo tanto debole. Se ti capitasse di avere bisogno di un po' d'aiuto nella pulizia della casa, io sono disponibile, parlane anche con le persone che conosci, magari mi trovi qualcuno che mi può far tornare la persona normale che ero un tempo. Arrivederci signora generosa, la mia speranza è di non incontrarti più. Vorrebbe dire che ho risolto i miei problemi...
Lauretta 

📚
Possibile che ci si possa trovare in queste condizioni? La voracità con cui ha mangiato mi dice che aveva fame davvero, non ha mentito...
L'emozione mi prende allo stomaco e mi riporta lontano nel tempo. Non mi capita spesso di incontrare persone che hanno fame davvero, nemmeno quelli che vivono e dormono in strada li ho mai visti così affamati.
In un battibaleno scorrono davanti ai miei occhi una collana di anni che si sgrana all'indietro. Mi rivedo bambina dopo la guerra, quando nelle strade giravano molti poveri in cerca di elemosina, anche parecchi mutilati di guerra senza lavoro, ed era normale che suonassero il campanello di casa in cerca di una moneta, ma non disdegnavano certo una fetta di pane e, più avanti negli anni, una rosetta nuda e cruda, meglio se farcita con qualcosa.
Mia madre faceva sempre l'elemosina ed era inimmaginabile rimandare via il mendicante senza avergli dato niente(continua)
Vanina

📚
Stamane, camminando per strada, mi sono imbattuta nella fila davanti ad una panetteria... dovevo comprare del pane,  ma ad un certo momento mi sono bloccata.
Perché? Perché mi ha fermato una donna che mi ha chiesto un po' di pane. Io molto meravigliata l'ho osservata a fondo, anche perché non mi sembrava così stracciona, anzi!  Era molto curata. Io sono rimasta davvero incuriosita.
A quel punto le ho domando il motivo per cui era lì, dato che c'era anche la Caritas per avere un vero pranzo.  Lei mi ha risposto che si vergognava ad andarci, perché delle persone, che si occupavano di servire i pasti, le conosceva e avrebbero sparso la voce, che sarebbe arrivata ai suoi figli e loro si sarebbero vergognati. 
"Sai? Io per loro cucino, cerco di cavarmela, ma, come si può immaginare, per me stessa rimane poco. Per questo mi adatto a chiedere davanti ai forni del pane per potermi sfamare." ha aggiunto abbassando gli occhi.
Io, però, sono rimasta con un dubbio. Non sono riuscita a sapere a modo il vero perché di questo gesto per lei cosí imbarazzante e triste.
Alba


📚
E’ deceduta per setticemia la notte che ci siamo incontrate: Marta era un’ostetrica che aveva perso la memoria in un incidente stradale e, da allora, era iniziata la sua vita di clochard.
Quante persone saranno nella sua situazione? Magari, non abbiamo occhi per vederle, magari per orgoglio loro non si avvicinano, oppure, a volte, può essere una scelta di vita.
Quanta disperazione ci dev’essere dietro!
Mi aveva colpita questa donna, l’avevo guardata finire di mangiare e mi ero avvicinata. Le avevo chiesto come si chiamava, dove avrebbe passato la notte, che cosa l’aveva portata a fare questa vita. Mi aveva detto solo che aveva freddo e che aveva bisogno di abiti più pesanti. Non ci avevo pensato due volte e le avevo proposto un appuntamento per il giorno dopo. Le avrei portato degli abiti, delle coperte e magari una valdostana. Il giorno seguente Marta non c’era. Neppure quello successivo né quello dopo ancora. Ho scoperto il suo nome chiedendo alle persone del vialetto.
Monica



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