Madri e madri
Curiosa come sono delle relazioni umane, non posso fare a meno di osservare ciò che accade intorno a me.
Così ancora una volta mi sono ritrovata a riflettere, in particolare, sul comportamento di tante mamme che ho incontrato nella mia vita, prima fra tutte la mia, e che mi capita di incrociare ancora sulla mia strada.
Spesso sentiamo fatti di cronaca, anche nera, che ci riportano a questa tematica e non sarà una novità per alcuno che esistono vari tipi di madri definibili con una grande varietà di aggettivi.
Parliamo di madre affettuosa, comprensiva, altruista, ma anche di madre collerica, narcisistica e anaffettiva.
Tuttavia non è su questi casi estremi che vorrei richiamare l'attenzione. Più banalmente vorrei mettere a fuoco un tipo di mamma quasi perfetta, per farla riflettere su possibili risvolti indesiderati.
Dunque solitamente tutte le neomamme, che devono imparare a definire il loro nuovo ruolo, investono tutta la buona volontà in loro possesso per offrire al bambino il meglio del meglio. E questo è naturale ed auspicabile.
C'è però un tipo di madre, la definirei perfezionista, che fa tutto questo come se fosse un vero e proprio lavoro: analisi e ricerca di ciò che secondo lei si dovrebbe fare, messa in atto di comportamenti studiati per raggiungere gli obiettivi prefissati, offerta di infinite attività aggiuntive per "educare".
In questi casi l'obiettivo inconscio è quello di formare figli che risulteranno i più bravi di tutti. In questo non ci sarebbe nulla di male se non il fatto che a volte si perde di vista un'educazione più profonda fatta di emozioni positive e di verità.
Ho avuto occasione di conoscere una madre "perfettina", che a parte il fatto che ha messo al mondo tanti bambini perché è un bene essere in tanti e frequentare costantemente la famiglia allargata, gestisce questi legami come un capitano d'industria.
Benissimo! Cosa ci sarebbe di male? Direi niente di primo acchito. Ciò che però a me salta all'occhio è che a volte tutto questo è un lavoro così gravoso da avere il risvolto negativo della stanchezza, del piacere nel farlo che è solo apparente, del nervosismo che affiora se non ben controllato.
C'è di più. Quando si abituano i piccoli a chiedere troppo, in modo continuo, il comportamento materno, che ha scelto di accondiscendere con garbo a tutte le richieste per dimostrare di essere una madre presente che non perde mai la calma, comincia ad essere contraddittorio.
La voce e il gesto risultano affermativi, ma il non-verbale rimanda messaggi di noia e di assenza emotiva chiaramente percepibili a chi guarda, ma anche al bambino a cui tutto è diretto.
Si pensa erroneamente che basti fare un gesto ben studiato, perché tutto sia perfetto. In realtà i bambini hanno le antenne per percepire immediatamente una distanza psicologica reale e questo li disorienta mettendo in atto ulteriori infinite richieste senza soddisfare la necessità interiore di attenzione.
Ne consegue che tutta questa fatica razionale e studiata non paga.
C 'è bisogno di tanta verità ed empatia. Con il sorriso una mamma può dire anche che è stanca, che una certa cosa non le piace, spiegare il motivo dei suoi no.
- È giusto avere un progetto educativo, ma verificare che la strada intrapresa non abbia eccessi e consegua risultati.
- Non avere convinzioni inamovibili giuste a priori.
- Nel rapporto educativo prediligere la verità, la semplicità, il mettersi nei panni di...
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