La Seggiola
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La donna strinse a sé il bambino con fare protettivo. Avvertiva tensione e timore nel piccolo, che si era improvvisamente irrigidito. Entrambi guardarono in lontananza alla ricerca di quel qualcosa che sentivano essere una minaccia.
Lei, morbida e bellissima, era probabilmente una mamma che cercava di rassicurare il piccolino, ma il battito del suo cuore, un pochino accelerato, trasmetteva senza volerlo un'ansia difficile da dissimulare.
I due avevano trovato da poco quella seggiola lungo il loro cammino. L'avevano scovata all'interno di una grande casa, che sembrava abbandonata, appena ne avevano varcata la soglia.
La donna vi si era seduta subito con grande sollievo. Infatti era molto stanca dopo aver corso prima e poi tanto camminato con il figlioletto in braccio.
Tuttavia si ritrovò subito all'erta, perché avvertì immediatamente che c'era qualcosa di strano lì intorno... e certamente qualcosa c'era o stava per accadere.
Ne era la prova la presenza di quel ragazzo, sbucato da una porta laterale, che si era avvicinato a loro spaventato come in cerca di protezione.
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Mentre cercava di capire cosa stesse accadendo intorno a lei, con tutte le facoltà all'erta per difendere se stessa e i due che contavano su di lei, si trovò al centro di un vortice che faceva ruotare la seggiola su se stessa, coinvolgendo anche il ragazzo appena giunto, che le si era aggrappato in cerca di aiuto.
In quel vortice pazzesco, lo stomaco le era salito immediatamente alla gola e il cuore aveva cominciato a batterle all'impazzata, anche per il forte senso del dovere che sentiva nei confronti di quei due che contavano su di lei.
Era necessario assolutamente capire che cosa le stesse capitando e come fare qualcosa per ritrovare la normalità.
Non era bastato fuggire da quell'uomo orrendo che voleva strapparle il bambino per venderlo ad un gruppetto di mercanti di passaggio, quell'uomo abbietto che pensava di fare tutto ciò che voleva soltanto perché aveva la forza bruta dalla sua parte.
Non aveva capito, lui, che anche l'intelligenza ha la sua importanza. E infatti solo grazie a quella lei aveva trovato un buon stratagemma per fuggire lontano e mettere in salvo il suo bambino. Quanto aveva corso e quanta strada aveva fatto!
Era stata così felice quando si era imbattuta in quella strana casa e aveva trovato quella sedia per finalmente sedersi e riprendere fiato!
Le era sembrato tutto molto strano, è vero, ma certo non si aspettava una cosa del genere.
Tutti questi pensieri si accavallarono nella sua mente in una frazione di secondo, intanto girava all'interno di una trottola impazzita che non sapeva come fermare.
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Gli spiriti... ne aveva avuto sempre paura, molta, quasi un terrore. Mondi,
altri mondi, pieni di cose ed esseri incomprensibili che ti prendevano di mira
e ti facevano del male. Mai un gesto gentile da questi mondi.
Intanto continuava a girare e questo, a dire la verità, era tutto davvero molto strano: da un lato si sentiva in apprensione per un forte oscuro pericolo, dall'altro provava quasi un sottile e inspiegabile piacere… ma poi stava girando davvero?
Intanto continuava a girare e questo, a dire la verità, era tutto davvero molto strano: da un lato si sentiva in apprensione per un forte oscuro pericolo, dall'altro provava quasi un sottile e inspiegabile piacere… ma poi stava girando davvero?
Dunque, era qualcosa di buono o di cattivo?
Un'idea la colpì all'improvviso. Chi o che cosa l'aveva attratta fin lì, in quella casa, dove sentiva fortemente che doveva essere?
Proprio in quel momento il bimbo le si strinse al collo con fiducia, abbracciandola con le sue braccine morbide, mentre il ragazzo le cinse le spalle con il braccio in cerca di calore sì, ma anche protettivo nei suoi confronti.
Allora si accomodò meglio sulla seggiola e sorrise. Tirò un grande sospiro di sollievo... Adesso si sentiva proprio bene, fiduciosa di essere nel posto giusto e in grado di far fronte a ciò che sarebbe accaduto.
Un'idea la colpì all'improvviso. Chi o che cosa l'aveva attratta fin lì, in quella casa, dove sentiva fortemente che doveva essere?
Proprio in quel momento il bimbo le si strinse al collo con fiducia, abbracciandola con le sue braccine morbide, mentre il ragazzo le cinse le spalle con il braccio in cerca di calore sì, ma anche protettivo nei suoi confronti.
Allora si accomodò meglio sulla seggiola e sorrise. Tirò un grande sospiro di sollievo... Adesso si sentiva proprio bene, fiduciosa di essere nel posto giusto e in grado di far fronte a ciò che sarebbe accaduto.
Come poteva sentirsi così ottimista in realtà era un mistero, ma tant'era.
Trascorse forse un solo attimo.
Dalla madia al di là del tavolo, qualcosa attrasse la sua
attenzione: una manina era spuntata da sotto il coperchio e si era aggrappata
al bordo… due occhietti neri neri la stavano osservando dalla fessura che si
era creata proprio in quel punto. Poi lentamente qualcosa si mosse e un omino,
in un elegante abito rosso, saltò fuori da lì e le si avvicinò. Togliendosi il
cappello, si inchinò al suo cospetto.
“Sono Marillo, il folletto di questa casa. Vivo qui da molto
prima che tu nascessi. Eppure io ti conosco da quando eri piccolissima perché
sono amico del folletto che abita nella casa che era tua, anche se è molto lontana
da qui. Noi folletti, sai, possiamo coprire in breve tempo lunghe distanze, così
sono spesso venuto a casa tua e so tutto di te. Ho deciso che dovessi salvarti
da quell'uomo malvagio e che tu dovessi prenderti cura di questa dimora
abbandonata da decenni e di questo ragazzo fuggito dai pericoli di casa sua.”.
“Allora sei tu che mi hai dato la forza di venire via… del resto vendere il mio adorato bambino era davvero troppo, un'eresia. Avrei potuto morire, per sua mano o anche di fame, ma mai avrei abbandonato il mio bambino ai suoi loschi traffici. Sentivo che c'era qualcosa che mi spingeva, ma io della magia ho sempre avuto paura. Tu, Marillo, sei… sei uno spirito buono?”.
“Allora sei tu che mi hai dato la forza di venire via… del resto vendere il mio adorato bambino era davvero troppo, un'eresia. Avrei potuto morire, per sua mano o anche di fame, ma mai avrei abbandonato il mio bambino ai suoi loschi traffici. Sentivo che c'era qualcosa che mi spingeva, ma io della magia ho sempre avuto paura. Tu, Marillo, sei… sei uno spirito buono?”.
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La donna attese invano una risposta.
Ora la madia se ne stava lì muta e impolverata, priva di
qualsiasi forma di vita. Marillo? Ma dove l'aveva visto se il coperchio della
madia giaceva inanimato, chiuso da polverose e annose ragnatele?
Si dette una scrollatina e si guardò intorno con altri occhi. Tutto le fu chiaro a un tratto. Spiriti e spiriti... inutile averne paura o contare su di loro. Aveva solo se stessa per andare avanti. Lì aveva trovato una possibilità: un ragazzo rimasto solo, abbandonato in una grande casa, da accudire in cambio di ospitalità.
Il bimbo si sollevò gioioso e le scoccò un bacio sulla
guancia. Il ragazzo li guardò e sorrise.
Allora la donna tese il bambino al ragazzo e si alzò decisa dalla seggiola.
Nel camino sotto la cenere sonnecchiava ancora un tizzone. La donna sventolò con energia per un po' finché il fuoco non riprese vita, poi si guardò intorno alla ricerca di qualcosa da buttare nell'acqua che aveva messo a bollire.
Quindi spolverò quella madia che le era parsa magica, l'aprì e reperì un pugno di farina di segale.
Quella sera avrebbero mangiato.
Allora la donna tese il bambino al ragazzo e si alzò decisa dalla seggiola.
Nel camino sotto la cenere sonnecchiava ancora un tizzone. La donna sventolò con energia per un po' finché il fuoco non riprese vita, poi si guardò intorno alla ricerca di qualcosa da buttare nell'acqua che aveva messo a bollire.
Quindi spolverò quella madia che le era parsa magica, l'aprì e reperì un pugno di farina di segale.
Quella sera avrebbero mangiato.
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