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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
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lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
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Buona lettura



Ricordi Scuola 12 - Valutazione








Nel periodo di tempo trascorso in Emilia, importante fu anche il lavoro svolto con la psicopedagogista, come già accennato.

Interessante fu lo studio sulla valutazione e sull’oggettività delle prove di verifica.

In quegli anni entrò in auge anche una nuova scheda di valutazione che prevedeva un grande lavoro di elaborazione e di analisi per ogni alunno.
In breve, era necessario stabilire in ogni ambito di valutazione, per esempio per l’Italiano o per la matematica, un elenco di step da conseguire, suddivisi quindi per ambiti principali, da valutare singolarmente nel grado di acquisizione con le lettere A, B, C, D.
Siccome la premessa era che la situazione di partenza di ogni gruppo-classe era specifica e generava, conseguentemente, un programma di apprendimento costruito ad hoc, era necessario scrivere a mano gli item scelti e valutati e procedere poi nella valutazione con le quattro lettere indicanti il livello di apprendimento.

Per essere più chiara, dirò che nell’apprendimento della lingua veniva differenziato, per esempio, il comprendere un messaggio orale semplice oppure complesso, il saper cogliere le implicazioni connesse al messaggio e così via. Ogni aspetto veniva valutato separatamente.

Ricordo ore e ore di lavoro, alle cinque di mattina e in tarda nottata, per poter compilare al meglio le schede di valutazione da consegnare ai genitori ai quali peraltro andavano spiegate per operarne anche una sintesi finale.
A quel tempo tutto quel lavoro mi sembrava giusto e opportuno e lo facevo con convinzione ed entusiasmo.

Con il passare degli anni, invece, di tutto quell’impegno sono rimasti validi l’attenzione per il processo di apprendimento, da tenere presente per capire come e quanto l’alunno riesce a seguire il lavoro dell’insegnante, e la sua scomposizione in items semplici e concatenati.

Infatti, una volta che l’insegnante padroneggia bene il processo e mette in atto osservazioni continue “in situazione”, non ritengo sia più necessario perdere molto del tempo a disposizione per somministrare aride prove di verifica, spesso così asettiche da finire con il rendere impossibile avere un quadro veritiero di un alunno x.
Intendo dire che se l’alunno, in un periodo dato, prendesse una media di cinque o sei punti e io non sapessi proporre interventi adeguati o, peggio ancora, non sapessi osservare quale siano i suoi schemi di pensiero, il suo modo anche comportamentale di apprendere, eccetera, le verifiche sarebbero inutili (richiamo qui, per inciso, l'importanza pedagogica dell'errore e della valutazione formativa).

In effetti, il cinque di un bambino distratto non è lo stesso cinque di un bambino che non coglie i nessi di causa ed effetto o di un terzo che a casa non si applica e non studia per scelta.

Quindi limitarsi a dire ai genitori che il proprio figlio va male e genericamente “si deve impegnare di più” serve solo a bruciare qualsiasi speranza di miglioramento.

Per contro il tempo delle verifiche potrebbe essere utilizzato per ulteriori esperienze ed approfondimenti, non dimenticando di gratificare anche gli alunni molto competenti che devono continuare ad essere stimolati.

Le verifiche, ben studiate nel numero e nella forma, invece, possono certamente fornire ulteriori informazioni per conoscere meglio gli alunni, aiutare gli alunni stessi a conoscersi, a correggere eventuali imprecisioni dell’offerta formativa.



🤔 Riflessioni

🐝 Quali sono i punti di forza?

✔  Tenere presente la strategia di apprendimento di ogni alunno.
✔  Considerare l'errore funzionale all'apprendimento, un mezzo per capire le strategie di pensiero e proporre utili aggiustamenti.


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