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Consigli per la lettura delle pagine
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Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Insieme - L'isola che c'è








L'isola che c'è, quella della mente e del cuore

💥

10 marzo 2020
Quando la nostra libertà di azione viene limitata 
e l'incertezza ci assale, 
non sorprende che ansia e paura ci prendano di soppiatto.
Allora ci fa bene prenderne atto 
e, mentre alleniamo i muscoli della mente del cuore, 
provare a tirarla fuori 
e ad esorcizzarla.


Vi va di provare a farlo?




💥

Muraglie kafkiane
a bloccarti.
Muraglie invincibili,
surreali.
Inutile insistere.
Sono muri invalicabili,
impenetrabili,
claustrofobici,
immateriali e invisibili,
eppur ti stringono
in una morsa mortale.
E lenta è la stretta.
Ti soffoca pian piano.

Eppur solo adesso senti
ancora più forte la vita,
un virgulto di bellezza,
un'impensabile serenità,
che rinasce libera
nel respiro eterno
del tuo palpito
nascosto, sopito.
(Vanina)




💥

Penso che tutte le cose che avvengono ci facciano migliorare umanamente, perchè ci siamo dimenticati di quanto eravamo uniti anche avendo poco (almeno X me) e questo mi fa riflettere molto in questo silenzio ingombrante.
Stamattina, facendo la mia passeggiata (solitaria), vedendo le strade vuote, mi è tornato in mente l'anno dell'austerity, quando ci sembrò di non farcela, però passò.🌷
(Alba)




💥

Vedendo la città quasi deserta mi sono ritornate alla mente le riflessioni del protagonista de "Le notti bianche" di Dostoevskij, che non incontra più le stesse persone e le stesse abitudini, anche se ciò accade perché partite per la villeggiatura. Ho la sensazione di vivere in un altro amhiente, da un lato più guardingo, dall'altro più comprensivo.
(Daniela)




💥

C’era un volta un cattivo virus che, non avendo niente da fare, aveva incominciato a dar noia alle persone. Strada facendo incontra dei fragili virussini. Anche loro si prendono la briga di fare del male in tutto il mondo. 

In questo mondo del 2000 non ci saremmo aspettati tutto questo.
Con il fatto di essere arrivati sulla luna, abbiamo tralasciato la grande Terra, che si è rivoltata e si vuole riappropriare di se stessa.
Tuttavia, noi esseri viventi esistiamo ancora sulla Terra, noi fatti di cervello e di umanità ed è l'ora di riflettere, anche perché lui non fa sconti con nessuno (il virus!), non guarda i colori delle pelle, il bello, il brutto, i potenti e i più umili, ma solo il suo interesse. Ecco perché. C’è allora giustizia? No! Non va bene per i bambini che non hanno colpa, per i vecchi ai quali spetta l’ora di riposare dopo tutto il lavoro fatto.
E pensare che a noi hanno lasciato questo meraviglioso mondo, pieno di esseri umani meravigliosi, oltre alla natura che ora si ribella.
Facciamo qualcosa, amici cari!
(Alba)



💥

Luna superluna di marzo... porta fortuna? 
In questo monento di caos mondiale dove tutti sanno di tutto... di niente, mi prende lo sgomento, no la paura, né l'angoscia. 
Nella vita ho già visto di tutto, non solo alluvioni, terremoti, ma ho superato momenti di salute all'estremo, personali e non, per cui esserci e poter raccontare è già una gran cosa.  
Questo virus sta tentando di mandare nel caos il mondo. 
Non avrà il sopravvento. Il genere umano ha raggiunto una tale conoscenza e spiritualità per cui quegli esserini disumani che lo stanno tentando non avranno il sopravvento.
Stiamo prendendo coscienza di tutto quello che sta accadendo, rispettiamo le regole, anche se a volte pensiamo siamo eccessive. Dobbiamo farlo.
Mi sento fortunata in tutto questo di poter almeno fare quattro passi fuori dalla porta di casa senza incorrere in problematiche. 
Vivo in una specie di isola silenziosa. 
La natura intorno, in questo piccolo giardino, mi sta regalando il risveglio della primavera. 
Colori, aromi, insetti, api, farfalle. Addirittura ho sentito l'arrivo delle rondini. 
Che desiderare di più? 
Queste considerazioni le sto facendo, guardando il giardino dalla porta a vetri del mio piccolo laboratorio adiacente l'abitazione. 
In questo ambiente c'è di tutto anche per creare. 
Non per sognare, la realtà intorno non lo consente. 
Sto realizzando pitture leggibili di fiori che ho intorno. 
Le vedo come in una lente d'ingrandimento... forse come il pensiero che sta vedendo tutto così, troppo grande. 
Il mio pensiero positivo si espande fino a raggiungere tutti coloro che sono nel cerchio delle mie conoscenze.
Che il bene abbia il sopravvento! 
Così é e sarà.
(Maddalena)



💥

Io sono radicata in questa realtà con le innumerevoli esperienze che fin qui hanno formato il mio carattere, le mie credenze, le mie ragioni e tutto ciò non è riuscito a farmi avere un rapporto sereno con la morte, soprattutto quando levandomi alcune stampelle mi ha fatto vacillare. I genitori, gli amici, le persone conosciute, significative o meno. 
Ho lottato con il senso di ingiustizia per tanta umana sofferenza, a volte scuotendo Dio con i miei dubbi sulla sua esistenza prima e sulla sua bonta e potenza poi, con tutti i perché senza risposta, con il muro che ci troviamo dinanzi,  muto e che ci fa credere soli, abbandonati e impotenti... lo siamo in effetti perché ognuno deve lottare in prima persona con i fantasmi interiori, con le difficolta e le incomprensioni,  per la propria famiglia, per i diritti fondamentali e per avere un ruolo, un posto nella società, un lavoro, che consentano un minimo di benessere e tranquillità. 
È poi lecito anche desiderare qualcosa in piu... è il desiderio la molla che spinge al progresso e la voglia e il bisogno di conoscenza che ci fanno apprezzare ogni cosa come un dono. Ci troviamo prima o poi (spesso ad una certa eta) a considerare e riconsiderare ogni cosa con un senso di umiltà e riconoscenza e, siccome abbiamo appurato che pur essendo grandi sotto tanti aspetti, al cospetto della natura degli eventi e dei vari eventi non controllabili non siamo che un'infinitesima briciola di materia in balia dell'insondabile, cominciamo ad intuire di essere tutti, nessuno escluso, parte inalienabile di un enorme, infinito Tutto, retto da un'armonia superiore. È qui, a questo punto, che la ragione viene a patti con il mistero e tutto appare nella sua vera veste di semplicità e di senso. l'accettazione cosciente subentra al dubbio e nasce la fiducia che tutto ciò che avviene è buono e giusto, che tutto fluisce in una direzione di pace e di eternità.
Si nasce, si abita, si cresce e poi si lascia.  È  nel codice umano questa parabola, questo arco che attraversa la vita, questo arcobaleno che attraversa la terra e il cielo e chissà se alla fine ci sarà una pentola d'oro, come si dice. Io lo spero proprio e voglio crederlo.  Quindi viviamo ogni giorno che ci è dato nel bene, con un cuore aperto e libero. ❤



💥

Il termine coronavirus è entrato a far parte del mio vocabolario verso la metà di febbraio di quest’anno. Non pensavo assolutamente diventasse così comune nella mia quotidianità.
In tv si parlava di un virus nato in Cina e che si stava sviluppando principalmente là… poi alcuni casi sono arrivati in Italia: persone cinesi che si trovavano qui in vacanza e man mano italiane che avevano avuto contatti con cinesi.
Egoisticamente pensavo: “La Cina è lontana, e i cinesi che sono nella mia nazione si riguarderanno e con le cure adeguate si risolverà tutto nell’arco di poco!”.
In quei giorni ero particolarmente felice per l’avvicinarsi della fine del tour di terapie mediche eseguite in ospedale a Firenze.
Dal 22 febbraio sarei potuta uscire liberamente fuori di casa, senza alcun timore di ammalarmi e di non riuscire a portare a termine i trattamenti. Avrei potuto ricominciare a vedere le mie amiche, a fare passeggiate in campagna, a comprare quei jeans che mi piacevano tanto e soprattutto avrei iniziato il secondo anno di raccolta di storie dei grandi anziani del paese!
Che illusa che ero! Non mi rendevo conto che gli ultimi momenti di spensieratezza fuori casa sarebbeto stati i viaggi in auto con mia sorella parlando del matrimonio di mia nipote, le fermate al forno ad acquistare i prodotti toscani di qualità, le risate con le infermiere e gli abbracci con i medici. Non avrei lontanamente immaginato che da lì a poco tutta l’Italia si sarebbe fermata, che la paura di un contagio per un bacio o una stretta di mano ci avrebbe sopraffatto, che la nostra unica ancora di salvezza sarebbe stata rimanere in casa senza avere rapporti di lavoro o umani con gli altri.
Invece eccomi qui in casa dal 22 febbraio, senza vedere e incontrare nessuno a parte i miei familiari. Per fortuna siamo una famiglia unita ed andiamo d’accordo.
Gli unici incontri possibili sono le videochiamate, i messaggi sui social… tutto questo a causa della pandemia da covid19 che si dilaga a macchia d’olio, pandemia di una malattia che se non presa in tempo e nei soggetti più deboli porta al decesso del contagiato. Si propaga da uomo ad uomo e nessuno è immune, perché non esiste un vaccino.
E’ paradossale che nel 2020, l’anno che sarebbe dovuto essere “fortunato” per il mondo, accada tutto questo: che si abbia il terrore di morire soffrendo e da soli in ospedale, come purtroppo sta accadendo in Italia e all’estero.
Paura, ognuno di noi ha paura per sé e per i propri cari, paura di non farcela a vincere questo mostro che sta usurpando le nostre vite, che ci sta strappando dalla nostra quotidianità e dalla nostra armonia.
Voglio credere con tutta me stessa che i medici a breve riusciranno a trovare un vaccino, che non saremo più attaccati alla tv attenti ad ascoltare la statistica del giorno con i nuovi contagiati, con decessi e guariti, e soprattutto che questo resterà solo un terribile ricordo.
Voglio credere che ci rincontreremo di nuovo per strada e chiacchierando allegramente ci domanderemo: “Che anno era quando è venuto quel virus per il quale dovevamo stare tutti in casa e per uscire a fare la spesa ci volevano mascherina, guanti e gel disinfettante?”.
“2020, era il 2020, l’anno del coronavirus”.   
(Monica T.)



💥

In questo tempo in cui tutto sembra essersi fermato, sembra essere sospeso a mezz'aria come una grande bolla di sapone, la primavera è esplosa all'improvviso con tutti i suoi colori e profumi che inondano il mondo intorno a noi.
Siamo chiusi in casa, la casa amata che spesso non possiamo vivere, presi come siamo dal lavoro e dai numerosi impegni, sempre di corsa senza porre attenzione a ciò che ci circonda.

Di solito non prestiamo attenzione ai cambiamenti della natura ma, ora che non possiamo uscire, il sole, i colori, il cinguettio degli uccelli, il venticello che agita le prime foglie degli alberi, ci invitano ad uscire.

È facile, nel dilatarsi del tempo, lasciarsi sopraffare dalla paura, dall'apatia, peggio ancora dalla depressione. Sono qui, sprofondata nella mia poltrona senza far niente, quando Miky, il mio vecchio gatto, batte la zampa contro il vetro della finestra e miagola come se volesse riscuotermi da questo torpore. Aspetto qualche minuto, poi mi arrendo ed apro la finestra.
Miky con un balzo entra nella stanza e salta sulla sedia per planare sul tavolo chiudendo di botto il mio computer... Accipicchia Miky! Tutto il mio lavoro è perduto e non solo... la videocamera, le cuffie con il microfono, la mia preziosa penna e perfino il mio carillon con la sua bellissima ballerina sono caduti.
Il gatto mi osserva, miagola incessantemente e si avvia verso la porta d'ingresso quasi per dirmi che è l'ora che mi dia una mossa e che esca fuori!
Eccoci in giardino dove Miky insegue una farfalla variopinta, mentre un'ape solitaria si posa sulle mie peonie profumate. Intorno è tutto un dilagare di colori: dal bianco delle calle e dei mughetti, al rosso delle rose, al giallo della forsizia fino all'azzurro dei fiordalisi e al rosa della azalea appena fiorita!

Respiro a pieni polmoni e il profumo del glicine in fiore mi invita ad inoltrarmi nel prato.
I merli saltellano alla ricerca di qualche vermicello, gli storni volano affannati tra i rami degli alberi, mentre un picchio instancabile tempesta con il suo becco il tronco di un pioppo, mentre uno storno solitario disturba il suo lavoro.
Le galline razzolano nel piccolo pollaio dove hanno appena deposto le uova; la chioccia raccoglie sotto le ali i suoi pulcini mentre Viola, il cane dei vicini, abbaia e corre dall'altra parte della recinzione.

Il tempo passa mentre mi attardo passeggiando.
Raggiungo il frutteto dove meli, peri e susini sono in fiore. L'orto è già pronto per la semina con, a dimora, le pianticelle dell'insalata, delle cipolle e delle zucchine.
Continuo la mia passeggiata lungo la recinzione:  questo muretto ha proprio bisogno dell'opera di un muratore!
Torno verso il giardino e mi raggiunge il vocio allegro del mio nipotino che gioca sul prato con il suo papà.
Il piccolo mi chiama, mi cerca, ma io non devo avvicinarmi più di tanto: colpa di questo virus maledetto.

Rientro in casa serena...
L' apatia e la paura hanno lasciato il posto alla pace interiore.
Mi siedo di nuovo in poltrona con il romanzo che il mio libraio di fiducia mi ha consigliato e mi abbandono alla lettura.
Mi viene spontaneo pensare a mia mamma appassionata lettrice, oltre che brava sarta e ricamatrice.
Leggendo il tempo passa veloce ed è ora di pensare allo spirito.

Accendo la TV e, dalla grotta di Lourdes, il sacerdote inizia il Rosario.
Prego per questa umanità così provata, ma so che sempre dopo una tempesta torna il sereno ed anche stavolta la vita riprenderà il suo corso.
(Mariella)



💥

Un individuo nel suo correre giornaliero arriva al punto in cui deve, per forza maggiore o mancanza di forze, fermarsi.
Dove? Come? Solitamente al rientro a casa nel suo angolo preferito.
Basta poco tempo.
Comincia a pensare e a rivedere tutto l'accaduto della giornata, andata o no secondo le proprie aspettative.
Sarebbe bene scrivere alcuni appunti, su cui soffermarsi anche poi sul tardi.
Sente in quel momento un estremo bisogno di calma, di serenità, di gioia.
Dove sono andati a finire questi momenti, seppur brevi, ora in questo pandemonio?
Se per caso riveste un ruolo lavorativo, da infermiere ospedaliero, in apparenza normale, non ha tregua, sotto tutti i fronti.
Continuamente vede vita e morte.
Nel suo compito di assistenza, ampia, rientra quello di dare sollievo e speranza a chi lo guarda impaurito e senza parlare gli fa capire la domanda: ce la farò?
Ci sono momenti di grande scoramento, quando non può rispondere e gira intorno con vari argomenti.
Succede, per fortuna sempre più spesso, che può anticipare questa eventuale domanda, portando a conoscenza di risultati positivi. Il peggio è passato. Ora si comincia a percorrere un'altra via, quella della guarigione, seppur lunga.
In quei momenti sente dentro di sè un grande calore di gioia.
Solo poco tempo indietro la sua gioia era vedere il viso dei propri cari, degli amici, che raccontavano delle loro esperienze, delle aspettative di vita.
In questo momento c'è troppo divago.
E' necessario avere fiducia e speranza, nella coscienza dell'umanità, nel ripetto della natura, nella ricerca scientifica e soprattutto nella propria forza interiore.
(Maddalena)



💥

La gioia di Luigi e Sara, i giovani genitori, fu immensa quando poterono tenere fra le braccia quel tenero batuffolo... la loro piccola Aurora! Il suo nome, scelto con cura, era significativo: un nuovo giorno nasceva e per loro era l'arrivo di una nuova luce che faceva presagire un futuro pieno di amore.
Passarono i giorni e la famigliola tornò nella propria casetta, pronta ad accogliere la piccolina.
Era pieno inverno e le temperature erano rigide, ma la legna, nel bosco vicino, non mancava ed il caminetto sempre acceso, con il paiolo pieno di acqua calda, riscaldava allegramente le piccole stanze.
Giunse la notte  di Natale. Già durante la vigilia il tempo si era messo al brutto; si intravedevano, attraverso la foschia grigia, le cime dei monti innevate: la tempesta di neve si stava avvicinando sempre più velocemente.
Luigi, preoccupato, aveva cercato di accumulare tutta la legna che poteva, mettendola al riparo nel piccolo laboratorio: la piccola Aurora aveva bisogno di tutte le cure e di tanto calore! Mamma Sara intanto accudiva con amore la sua bambina, la allattava e la cullava dolcemente.
La preoccupazione dei genitori diveniva sempre più grande quanto più la tormenta si avvicinava. Erano soli, senza vicini a cui potersi rivolgere, ma sapevano di poter contare sull'aiuto di parenti ed amici che vivevano nella città vicina, che si preoccupavano per loro. E poi c'era il furgone di Luigi, acquistato per portare avanti il proprio lavoro, che avrebbero potuto usare in caso di emergenza. Rassicurati da questi pensieri, si accinsero a trascorrere la loro prima notte di Natale con Aurora nel lettone.
Alle prime luci dell'alba li svegliò il silenzio e il biancore che filtrava dalle imposte socchiuse. Sara avvolse la piccola nella soffice e calda copertina, sferruzzata con tanto amore dalla nonna, e si avvicinò a Luigi che osservava estasiato quel soffice manto di neve che aveva ricoperto il paesaggio intorno. Il loro primo Natale insieme... la prima neve di Aurora!  La gioia di quel momento fece dimenticare tutte le preoccupazioni dei giorni precedenti.
Aurora! L'inizio di una nuova giornata e di una nuova vita!
(Mariella)



💥

Carissime amiche,
i vostri scritti hanno scaturito in me la voglia di esternare il mio pensiero riguardo a questo terribile periodo che stiamo vivendo e mai con la più grande fantasia avrei pensato di vivere.
Covid 19... questa parola entrerà senz'altro nella storia.
Intorno a noi tanta sofferenza e purtroppo tanti morti. La TV ogni giorno ci dice il numero dei decessi, tantissimi. Dietro questi numeri ci sono persone che vivono i loro ultimi momenti soli senza poter vedere i loro cari, circondati, fortunatamente, da medici ed infermieri nascosti dietro le loro tute asettiche che fanno di tutto per loro.
E il  futuro? Come sarà? Il lavoro per  i nostri figli?
In questi giorni risuona come un mantra la frase "andrà tutto bene "... dobbiamo veramente sperarlo e volerlo .
Cosa fare del dopo quando usciremo da questa pandemia?
Penso che da tutto questo male dovremo fare rinascere il bene e il bello. Impegniamoci ad essere più sinceri, solidali, giusti e coraggiosi nelle scelte che riguardano tutti noi ed il pianeta Terra.
Nulla  sarà come prima ...
Ce  la faremo?
Un abbraccio
Piera


💥

Osservo e fisso un piccolo cerchio.
Il mio cerchio risulta essere un'isola, una zona personale di protezione. L'isola è piccola, ha una conformazione dolce senza asprezze. Non ci sono scogli ma dolci movimenti del terreno ed è ombreggiata da begli alberi, ma essi non formano un bosco, sono equilibrati nel panorama, non si impongono, non soffocano con la loro presenza. 
Io sono ad una certa distanza dalla riva su di un leggero declivio mollemente adagiata su un lettino, ma non sto prendendo il sole. Stranamente sotto di me c'è l'erba. Vicino ci sono una manciata di alberi ma non sono alla loro ombra perchè il sole non mi dà fastidio. Sono vestita. sembro in pace con il mio mondo. Guardo in lontananza senza pensieri, avvolta nella pace.  Non vedo case o ripari, non vedo opere fatte da mano d'uomo, non sono preoccupata di come farò ad andare via. Sto bene con me stessa.
Tutto è immobile, non c'è il vento nè il sole che brucia e nemmeno il movimento delle onde. 
Sto guardando in lontananza ma forse guardo molto più vicino di quello che credo. Una certa apatia è latente nell'aria.
Mi vengono in mente i cani e i loro padroni...  dicono che dopo molti anni di convivenza i cani e i loro padroni si assomiglino sempre di più nei modi di fare, nei movimenti e piano piano sembra che vivano in simbiosi.
Io e la mia isola siamo come il cane con il suo padrone. Chi è il cane? Chi è il padrone?Non c'è differenza.
Nella mia isola non c'è vento. Non è naturale, il vento c'è sempre quando c'è il mare e se questo vale per l'isola, quale è il corrispondente a cui ho rinunciato nel cammino della vita? Sì, devo ammetterlo! Mi sono adeguata a chi voleva omologarmi a se stesso, alla opacità, alla pochezza, al perbenismo e ho rinunciato al brio che mi caratterizzava... rivoglio il vento che soffia nei miei capelli,  rivoglio la brezza leggera  che porta sollievo nelle serate afose e il venticello leggero che dà sollievo nell'afa di mezzogiorno quando il sole picchia sulla mia pelle nuda...  rivoglio la tempesta che pure fa parte di me e rivoglio anche il sole che scotta anche se non lo amo troppo, ma anche io voglio riappropriarmi del calore che certe volte esplodeva nel mio essere, voglio uscire dall'opacità di una vita anonima senza lode né infamia, io non sono anonima.
Quella che è su quell'isola è il risultato di una vita piatta, senza sbalzi, senza entusiasmo, senza sale... quella me che non è al mare ma neppure ai monti, che non è nel bosco ma neppure sulla spiaggia, che non prende il sole anche se è sul lettino, che è vestita perchè il sole non brucia. È il risultato di un annullamento di me stessa e del mio io che stupidamente ho permesso nella mia vita per piacere a chi non piacevo, per abbattere la mia unicità e offuscare la mia meraviglia interiore perchè chi non aveva il mio sole, mi trovava strana... E' vero sono strana nel profondo, il mio sole scotta o abbronza, si adatta alle esigenze ma non si doma.
Bisogna trattarlo con rispetto e poi perchè non ci sono segni di manufatti nella me stessa isola? Io non voglio rinunciare a plasmare il mio mondo con la ricchezza che è in me.
C'è irruenza e c'è slancio, c'è gioia infinita e capacità di piangere con ardore e quindi, guardando bene, vedo scogli alla fine di una ripida e irta discesa e una pietraia in lontananza fra gli alberi. E poi non potrei mai andare in un posto così mio da avere la possibilità di tornarci senza crearci un rifugio, pochi pali per un riparo spartano ma efficace e perchè no, un piccolo molo per poter attraccare una barchetta rigorosamente a remi dato che le cose belle, sono belle proprio perchè si possono conquistare solo con fatica.
Ed alla fine ecco arrivare le onde, questo andare e venire, questo senso di incertezza che dà sapore alla vita, questo esserci e non essere più lì... questo movimento interiore che non ti lascia in balia dell'apatia perchè non è proprio possibile cedere all'apatia quando nell'anima tua vibra uno Spirito indomito ed eterno. 
(Rita)



💥






6 commenti:

  1. Il tempo dara'le sue risposte ai dubbi...alle incertezze...a quell' ondeggiare di riflessioni.
    ...e che il pensiero positivo dilaghi!

    RispondiElimina
  2. a forza di riposare sul letto , sotto la copertina, perche in casa ancora fa freddo se non c si muove...
    cosi steso, dicevo, ti allunghi ancora un poco, ti nutri un minimo, sempre scrutando il cellulare e cambiando rapido una chat dopo l'altra.
    notizie e connessioni, riflessioni e pareri, assensi, dinieghi ,discussioni.
    Arriva poi sempre la sera con la sua minestra calda e il silenzio necessario.
    La testa,nuovamente sul cuscino,la capigliatura scomposta, gli occhi ancor piu stanchi e il dito sulla tastiera ormai lungo quasi quello di ET che capta nel cielo lontano il bizz conosciuto della sua casa.
    Ci fara piu forti tanta pacatezza muscolare, fin quando riuaciremo a rallentare e frenare l'impulso che spinge ad agire, la molla dell'umana essenza che getta l'evoluto bipede sulla strada dello scambio, della conoscenza, della scoperta continua, dell'agire e del mettersi in gioco? l'uomo è un essere sociale, ha inventato il linguaggio per comunicare,la parola oltre che la mimica, ha braccia che si protendono ad abbracciare, circondare, tenere vicino a se il suo simile, proteggerlo,e gambe forti per percorrere strade, sentieri, viaggi o semplicemente fermarsi prendere una tregua per condividere nella quiete la piccola grande felicita
    in cio che si ama.
    La solitudine non puo durare troppo, gioia e dolore non trovano senso se tenute unicamente per se e non spartite perche nessun uomo è un'isola.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione, Ely.
      Dobbiamo pazientare. Auguriamoci che sia per un breve periodo.
      A me sembra di vivere dentro un film...
      Per fortuna abbiamo questi mezzi moderni che ci permettono di restare in relazione malgrado tutto!

      Elimina
  3. Emozionata di vedere pubblicato il mio "pensiero" sul coronavirus qui su La Panchina del cuore!
    (Monica)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Felice di averlo inserito. Partecipa ancora alle nostre divagazioni della mente e del cuore. Ti aspetto!

      Elimina

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