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Buona lettura



Lucca Estate - Salvatore Quasimodo





Modica 20.8.1901 - Amalfi 14.6.1968


Salvatore Quasimodo 

Esponente di rilievo dell'Ermetismo,
traduttore di classici greci
e opere teatrali di Molière e Shakespeare.
Premio Nobel nel 1959.
La fase più importante della sua opera poetica
si ha con "Acque e terre" del 1930,
"Oboe sommerso" del 1932,
"Ed è subito sera" del 42.
In tali raccolte vengono evocate l'infanzia in Sicilia e le figure dei cari.
Suo padre era un capostazione
e nelle stazioni Q. vive infanzia e giovinezza,
precisamente a Roccalumera
dove ritornerà da adulto.
Fece studi di matematica e fisica che continuò poi a Roma.
Fu assunto dal Ministero dei Lavori Pubblici per Reggio Calabria. 
Risolti i problemi economici
si dedicò maggiormente alla letteratura. 


Ecco alcune sue poesie 


Acqua e terre
1930

📌
Fresca marina
A te assomiglio la mia vita d’uomo,
fresca marina che trai ciottoli e luce
e scordi a nuova onda
quella cui diede suono
già il muovere dell’aria.
Se mi desti t’ascolto,
e ogni pausa è cielo in cui mi perdo,
serenità d’alberi a chiaro della notte.

📌
Vento a Tindari 
Tindari, mite ti so
fra larghi colli pensile sull’acque
delle isole dolci del dio,
oggi m’assali
e ti chini in cuore.
Salgo vertici aerei precipizi,
assorto al vento dei pini,
e la brigata che lieve m’accompagna
s’allontana nell’aria,
onda di suoni e amore,
e tu mi prendi
da cui male mi trassi
e paure d’ombre e di silenzi,
rifugi di dolcezze un tempo assidue
e morte d’anima
a te ignota è la terra
ove ogni giorno affondo
e segrete sillabe nutro:
altra luce ti sfoglia sopra i vetri
nella veste notturna,
e gioia non mia riposa
sul tuo grembo.
Aspro è l’esilio,
e la ricerca che chiudevo in te
d’armonia oggi si muta
in ansia precoce di morire;
e ogni amore è schermo alla tristezza,
tacito passo al buio
dove mi hai posto
amaro pane a rompere.
……

📌
Ed é subito sera
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera


Giorno dopo giorno

📌
Alle fronde dei salici
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento».
1946

 

📌
Che ne pensate?
Vi va di commentare?


📌
Salvatore Quasimodo era un uomo del Sud che ricordiamo come Premio Nobel per la Letteratura nel 1959.
Nella sua vita non è riuscito a trovare la consolazione dall'incombere della nostalgia vista come la “morte”… lo ha spiegato bene tramite le sue poesie, ad esempio “Vento a Tindari”:
Aspro è l’esilio,
e la ricerca che chiudevo in te
d’armonia oggi si muta
in ansia precoce di morire;”. 
In un certo modo ha sconfitto la morte perché dopo quasi cinquant'anni siamo ancora qui a leggere i suoi versi.
Mi ritrovo nel suo ermetismo classico e nostalgico.
Monica
 

📌
Quasimodo è stato un uomo che ha fatto anche studi di poeti classici e con una cultura di questo genere si è costruito una personalità complessa. Esigente nella ricerca di parole che diano l’immediata sensazione del suo sentire a chi legge.
Il suo è un’esprimersi ermetico ma non duro, essenziale ma non arido, a mio avviso. Non si può paragonare a Montale, che io fra l’altro amo, anche se della stessa corrente.
Trovo piacevole la sua poetica in “Fresca marina”  e pure meraviglioso il paragone del suo stato d’animo con le onde che si infrangono a riva trascinando ciottoli in un rumoroso andirivieni. "Vedo" questa poesia perché, secondo me, niente meglio del mare può dare sensazioni forti, vere e profonde. Con “Il vento di Tindari” descrive con amore e nostalgia la sua terra d’origine, ma anche con amarezza, sentendosi come esiliato dalla sua stessa terra per poter guadagnare di che vivere: “dove mi hai posto amaro pane a rompere”. Bellissima questa espressione, molto ricercata.
“Ed è subito sera”, molto nota, ermetica per eccellenza. La velocità con cui scorre la vita. La solitudine. Con “Alle fronde dei salici”  siamo nel il 1946 e a guerra finita, vuole tramandarci la bruttura, la disperazione, il vuoto e il dolore che ha portato.
Sono poesie da leggere attentamente anche più volte per capire e riflettere sui sentimenti che vuole comunicare.
Claudia


📌
Quasimodo parla di quanto un giorno sia corto. Sì, su questa Terra tutti abbiamo un cuore. Spesso basta un raggio di sole e tutto splende, ma purtroppo il giorno e la luce sono troppo corti e ci troviamo alla sera delusi. Perché? Perché la vita è come un giorno e passa in un battibaleno.
Alba


📌
Quasimodo è un poeta, a parer mio, molto pessimista. È bravissimo a descrivere la natura. Nella sua poesia "Fresca marina" fotografa con tanta precisione alcuni aspetti dell'onda del mare, quando descrive che viene spinta a riva con un rumore frusciante e poi viene subito ritirata dal mare impetuoso. Tutto passa molto velocemente ed è subito sera. Il concetto che predomina è che la vita è breve ed è subito sera,  perché ci aspetta la morte.
Silvana


📌
Come tante persone apprezzo e godo della poesia di Quasimodo. Mi piacciono i temi che tratta. Mi ritrovo nella Natura che ispira e in quella nota amara che sottende comunque la vita stessa. Mi piacciono le immagini che evoca, il profumo di classici che in esse si respira e non ultimo il suo lessico erudito. 
Che dire dell'Ermetismo? La sintesi operata in "Ed è subito sera", eliminando gli undici versi precedenti da una poesia scritta tempo prima è addirittura geniale: in questi tre versi c'è analisi profonda e sintesi insieme, insomma, c'è tutto.
Vanina



📌 📌 📌





















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