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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

Clicca sulla pagina desiderata.

L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



lunedì 31 dicembre 2018

💥📚🥂Buon 2019🥂📚💥










 



❤❤❤❤❤


Buongiorno, amici carissimi de "La Panchina"!

Che silenzio assordante in questi giorni di festa!
Ho molto avvertito la mancanza delle nostre chiacchierate e sono felice di poter essere di nuovo qui in pensieri e riflessioni.
E voi? Non avete avuto la stessa sensazione?

So che tutti noi abbiamo dedicato più tempo a stare insieme, a vivere relazioni reali che rinforzano quella rete in cui ci sentiamo meglio e più al sicuro.
E questo è un bene.
Tuttavia, nel turbinio di incontri e pranzi ufficiali, le riflessioni profonde, le parole e le idee sono rimaste un pochino ai margini.
Non siete d'accordo?

Oggi chiudiamo questo 2018.
Si spengono pian pianino le luci dell'albero, ma si riaccendono le luci accecanti della nostra mente e del nostro cuore.
E se solo riuscissimo a ritagliarci un piccolo spazio di silenzio tutto per noi, quante belle cose potremmo scoprire!

Ecco arrivare ancora un nuovo anno come sempre.
Che ci sarà di straordinario, vi chiederete.

Vero domani e poi domani ancora saranno altri giorni, forse anche noiosi o dolorosi, che si snoccioleranno monotoni come sempre.
Il dono importante e straordinario, però, è che ci viene dato un nuovo tempo di vita, pieno di possibilità interiori, in cui trovare e scoprire noi stessi e costruire quel tesoro che nessuno può toglierci e che dipende solo da noi valorizzare.

Se poi faremo un viaggio, acquisteremo un mobile o un abito, incontreremo intoppi concreti nella vita quotidiana, potremmo scoprire che tutto assume un nuovo valore a seconda di quello che abbiamo dentro di noi.

Quindi aspetto il nuovo anno con questa filosofia di vita.
Certamente anche "La Panchina" lo farà, qui, in questo luogo virtuale, ameno e carezzevole.
"La Panchina - Lucca", poi, è già in grande fermento per ricominciare ad incontrarsi e a vivere momenti preziosissimi nella sede di V. Sant'Andrea 33.

Dunque accendiamo pure le luci nuove nuove di questo 2019 e andiamo incontro al futuro con positività e voglia di vivere veramente!
Grazie per essere stati ancora qui!
"La Panchina" vi augura serenità ed equilibrio, sempre tra le riflessioni, i pensieri, le idee, le parole e il divertimento... in un continuo allenamento dei muscoli della mente e del cuore.

A buon ritrovarvi nel nuovo anno!


❤❤❤❤❤❤






Published: lunedì 31 dicembre 2018

mercoledì 19 dicembre 2018

"La Panchina" Lucca - Lo scambio degli auguri












Carissimi amici de "La Panchina ", salve!

È tempo di feste e tempo di auguri anche per noi de "La Panchina" a Lucca.
Oggi ci siamo incontrati in modo informale, solo per chiacchierare a ruota libera, ridere per delle sciocchezze e... scendere senza volere nel profondo delle emozioni e degli "amarcord".

Ci siamo incontrati in un bar al centro della nostra città, che amiamo e che cerchiamo in tutti i modi di valorizzare.

"La panchina"  comincia a dare i suoi frutti.
Oltre ad aver passato tante ore allegre e serene nel mondo delle parole, delle idee e delle emozioni, oltre ad aver allenato i muscoli della mente e del cuore, abbiamo intessuto una vera e propria rete di rapporti che già vanno al di là degli incontri settimanali. 
Questo era nelle finalità del progetto... e direi che non è poco!

Infatti, qualcuno ha riallacciato rapporti o incontrato persone che non vedeva da tempo, nuovi fili sono stati tesi tra persone che hanno trovato interessanti affinità, tutti insieme viviamo momenti che gratificano e invitano a curare questa neonata rete di relazioni, costantemente in gioioso ampliamento.

E non crediate che abbiamo solo bevuto un caffè.
Al contrario, oltre ad aver creato un vero tornado di parole per tutto il tempo, abbiamo sfiorato con delicatezza anche il mondo delle parole scritte, come si intuisce dalla foto.

È tutto per oggi,
Grazie di essere stati qui e ricordate sempre di allenare i muscoli della mente e del cuore!

Alla prossima!






Published: mercoledì 19 dicembre 2018

Bilanci e consuntivi








Buongiorno!
Che piacere incontrarvi oggi!
Con il vento e con la pioggia, con le allerte e le alluvioni, qui intorno alla panchina ci si sta proprio bene.
Immersi in questa luce confortevole che ci entra direttamente nell'anima, recuperiamo spazi di silenzio e di grande calma.

È questo anche il tempo dei bilanci e oggi ho una bella notizia da darvi, una notizia bella davvero.
Grazie a voi che siete qui, oggi abbiamo superato le quarantaduemila pagine visionate!

QUARANTADUEMILA!

Grazie! Grazie di cuore.
Continuate a stare con me intorno alla nostra panchina!
Continuate ad allenare i muscoli della mente e del cuore!






Published:

sabato 15 dicembre 2018

Lucca - Decimo Incontro - 12.12.2018










Buongiorno, cari amici de "La Panchina".
Come va con queste temperature polari?
Avvicinatevi con fiducia alla nostra panchina.  
Qui c'è un calduccio confortevole e tutto è organizzato per farci stare bene.

Volevo raccontarvi qualcosa del nostro ultimo incontro de "La Panchina" a Lucca, l'ultimo prima della pausa natalizia. 
Ci rimane un ulteriore incontro informale per farci gli auguri che faremo a breve. 
Questo perchè "La Panchina" ha creato relazioni interessanti che vanno anche al di là di quanto codificato.

È stato un pomeriggio molto particolare, in verità.
Infatti, per una serie di disguidi, ci siamo ritrovati a vivere una panchina intorno ad un bellissimo tavolo nella saletta defilata di un bar, gustando caffè, orzi e macchiati, che ci hanno ritemprato dal freddo impegnativo di questi giorni.
Ne è uscito un bellissimo e caldo pomeriggio insieme.

In questa occasione, siamo state molto contente di accogliere una nuova amica, che si è inserita subito nella vivacità della conversazione tipica de "La Panchina".

Per quanto riguarda il prosieguo del pomeriggio, i punti focali sono stati due.

💥 Narrare, ascoltare, sognare
Inizialmente abbiamo "sferruzzato" con facilità una piccola renna di cartone, mentre veniva narrata una fiaba, che aveva come protagonista un elefantino.
Se vi va di leggerla o rileggerla, la troverete nella pagina " Una fiaba per sognare - Alice e l'elefantino". 
💥 Infilare collane di parole e di pensieri
Poi abbiamo deciso di raccogliere le mille parole che giravano vorticosamente intorno a noi, per costruire noi una bella fiaba.
Abbiamo scritto, abbiamo letto, abbiamo confrontato, limato, arricchito e definito una fiaba che ci sembra davvero carina.
È una fiaba dalla struttura particolare, che introduce molti temi interessanti.
Se volete leggerla, la troverete alla pagina "Lucca Insieme - Creiamo una fiaba? 8".

Bene, questo è stato tutto per mercoledì scorso.
Ci ritroveremo in V. Sant'Andrea 33, alle 16.30, mercoledì 9 gennaio 2019.
Non dimenticate che potreste essere dei nostri.
Noi vi aspettiamo!

Intanto continuiamo tutti ad allenare con gioia i muscoli della mente e del cuore! 







Published: sabato 15 dicembre 2018

giovedì 6 dicembre 2018

Ritratto di signora













Eccomi ancora qui!
Oggi la giornata non invita ad uscire.
Decisamente mi sento meglio tra le parole e le idee che mi frullano per la mente con impazienza.

Sono molti giorni che ho questa foto davanti, un foto un po' sfumata e incerta, ma a me piace proprio per questo.
In realtà è un particolare ingrandito di una foto più complessa e per questo appare così evanescente ed eterea.

La verità è che questa foto mi stuzzica un ragionamento da fare con voi.
Cosa c'è da dire? Una signora, o meglio una dama, come tante.
Sento già i commenti, le domande, le obiezioni che forse in molti starete facendo.
Sì, probabilmente è vero.
Si tratta di una dama d'altri tempi, ben vestita e ben pettinata, riccioli che scendono sulle spalle, scollatura al punto giusto, pizzi, fiori tra i capelli e sul petto ad arricchire il tutto.

Quello che a me intriga, però, è il volto e la postura.
E che dire degli occhi poi?
È come se questi elementi volessero comunicare qualcosa, volessero parlare a chi sta ammirando il quadro, rimandassero pensieri ed emozioni importanti.
La signora ha certamente posato per il pittore. Un tempo si usava.
Chissà se era conscia che insieme ai simboli del suo status stesse trasmettendo ai posteri molto altro!
E il pittore? Ha solo riportato ciò che vedeva o voleva proprio cogliere quello che andava a al di là della signora seduta lì davanti a lui in carne ed ossa?

Penso che questa immagine mi attragga così tanto perché non posso fare a meno di entrare dentro l'anima di questa donna.
Sento impellente il bisogno di conoscerla e di mmaginare come doveva essere nella vita reale.
Perché ve ne parlo?
Perché penso che possa offrire a tutti noi un spunto interessante di discussione nel grande lavoro che ognuno dovrebbe fare nella vita per conoscere se stessi e gli altri con cui si relaziona.
Insomma una specie di esercizio, servito su un piatto d'argento.

Qui intorno alla panchina si parla spesso dell'ansia e delle difficoltà che incontriamo nel vivere quotidiano e di come possiamo superarle rendendoci protagonisti della nostra vita.
Una delle cose base che dovremmo fare è proprio imparare a decifrare emozioni e comportamenti che ci coinvolgono.
Per arrivare a questo non possiamo prescindere dall'osservare le persone, che molto raccontano di loro attraverso i gesti, la postura, lo sguardo, l'abbigliamento, il linguaggio, le parole che utilizzano.

Spesso molti conflitti nascono da errori di comunicazione, in cui i fatti veri si trasformano inconsapevolmente in altri, con conseguenze disastrose per la nostra serenità.
Questo dunque è un esercizio facile facile, perché dell'elenco precedente sicuramente non possiamo utilizzare il linguaggio o i gesti, né l'abbigliamento abbastanza standardizzato, al di là di una maggiore o minore ricchezza che da essi potrebbe rivelarsi, ma che in questo momento non ci interessa.
Restano la postura del collo e del capo, l'atteggiamento del volto e lo sguardo.
Vi dicono qualcosa?
Provate a farvi delle domande e a formulare delle ipotesi.

È contenta la donna di posare?  La sua vita sarà serena, appagante? Trasmette gioia di vivere? Vuole comunicare con gli altri? Se potesse parlare, cosa ci racconterebbe? Qual è il suo pensiero più costante in questo periodo della sua vita?
Potremmo andare avanti ancora per molto e con altre domande.

Io la vedo una donna piuttosto introversa, esangue, provata.
È lì perché ci deve essere. È  di natura dolce, ma pensierosa, triste, rinunciataria, prevaricata nelle sue aspettative e possibilità. Ha visto e vissuto molte cose brutte che cela dietro la routine, dietro l'immagine che deve rimandare.

Naturalmente non è detto che sia proprio così come la vedo io, ma esercitandosi a vedere oltre l'apparenza possiamo imparare ad andare sempre più avanti nel conoscere chi ci sta intorno e a vivere conseguentemente meglio la nostra quotidianità.

Spero di non essere stata troppo pesante.
Pur partendo da una immagine bella e semplice nel suo complesso, ho deviato verso dissertazioni un pochino più complicate.
Inutile aggiungere che sarei molto curiosa di conoscere anche le vostre opinioni.

È stato bello avervi qui intorno alla nostra panchina, dove la luce ci fa sempre compagnia e i colori sono quelli giusti per star bene e per sognare un po'.

Vi aspetto ancora.
Intanto allenate sempre i muscoli della mente e del cuore!




Published: giovedì 6 dicembre 2018

Lucca - Nono Incontro - 5.11.2018











Buongiorno, cari amici de "La Panchina"!

Oggi giornata un po' grigia, ma l'atmosfera del Natale illumina vetrine e strade, rendendo il grigio civettuolo e quasi protettivo.
Infatti, come ogni anno, si rinnova un miracolo di speranza e di attesa anche per coloro che non sono particolarmente credenti e questo è un bene.
Vuol dire che all'uomo basterebbe anche poco per vivere in letizia e armonia, se solo sapesse accorgersi e avvalersi dei segnali che il suo cuore e la sua mente gli mandano.

In fondo anche un po' di luci artificiali, brillantini e fili d'oro riescono a fare la differenza e questo non è da sottovalutare.
Ce ne accorgiamo quando davanti ad una semplice vetrina addobbata il nostro volto si distende e un sorriso sorge come riflesso involontario.
La stessa cosa accade quando ci perdiamo a guardare il tetto impalpabile di luci sulle strade che si perdono davanti a noi ammiccanti e sentiamo che dentro di noi qualcosa cambia a prescindere da tutto.

Credo che questo possa insegnarci alcuni stratagemmi per superare le nostre inevitabili difficoltà quotidiane.  Prima o poi torneremo su questo argomento.
Anche il nostro spazio virtuale qui intorno alla nostra panchina è pieno di questa luce e risponde alle considerazioni in cui ci siamo persi inizialmente, non credete?
Bene ci ritorneremo. 

Adesso, come tutti i giovedì e a beneficio di chi è lontano e non può partecipare, veniamo ad una breve sintesi di ciò che è accaduto sulla panchina di ieri a Lucca.
Ieri.
Ieri è stato un incontro un po' diverso dal solito, ma di parole ne abbiamo macinate tante lo stesso. 
È stato un vero turbinio di parole su cui abbiamo lavorato intensamente, togliendo, aggiungendo, riflettendo, commentando, attuando relazioni e collegamenti, interpretando... e chi ne ha più ne metta.

Infatti, domani 7 dicembre 2018, alle ore 17.00 "La Panchina" parteciperà alla presentazione del libro "Una strana storia" a cura del "Caffè di Daniela" e leggerà una selezione di brani legati in modo tale da far emergere ciò che accade, guarda caso, su una panchina,  in qualche modo protagonista nel libro in presentazione.
Per questo abbiamo incontrato la curatrice de "Il caffè di Daniela", con la quale c'è stata una gradevole conversazione e la messa a punto organizzativa.

La cosa più interessante, questa volta, sono state le parole scritte e, soprattutto, quelle ascoltate e lette a voce alta, drammatizzandole. 
Ho notato grande interesse e molto divertimento in questo e, come ha dichiarato una delle convenute, il tempo è passato davvero in fretta, troppo in fretta.
A tutte noi comincia a piacere molto la lettura di storie a voce alta!

Comunque non è mancato un momento in cui abbiamo "sferruzzato". 
Questa volta abbiamo "sferruzzato" una stella di cartone tridimensionale che può essere natalizia, ma anche no.

Ora, carissimi amici, è tempo di tornare nel mondo reale.
Se volete, domani alle 17.00 in V. Sant'Andrea 33,  ci possiamo incontrare alla presentazione del libro.
Inutile dire che questo ci farebbe molto piacere.

Grazie per essere stati ancora una volta qui con me!
Inutile dire che vi aspetto sempre tra le parole delle mille pagine del blog.

In ogni caso, non dimenticate mai di allenare i muscoli della mente e del cuore!
Alla prossima!






Published:

domenica 2 dicembre 2018

Anirema









🍁

La luce novembrina filtrava dalle finestre limpida e cristallina.
L'azzurro del cielo sembrava lavato di fresco, ma il senso di freddo entrava nelle ossa provocando un brivido nell'animo.
Anirema ritirò lo sguardo dall'esterno, si strinse nelle spalle e si concentrò sulla luce amica che pioveva sulla sua scrivania.

Si lasciò rapire nuovamente dai suoi pensieri, mentre girava e rigirava una matita tra le mani.
Quello era il suo regno di fuga per qualche ora.
Lì ritrovava pensieri più liberi, più leggeri, decisamente meno coinvolgenti in stress e preoccupazioni.
Sì, c'erano anche dei periodi in cui doveva correre e sorgeva qualche intoppo, ma nel complesso decideva lei cosa fare, quando farlo e se farlo.
E poi lei sapeva organizzarsi e godere così di quei momenti lontani dalla routine familiare dove invece c'era tanto da fare, dove voleva fare ancora di più di quello che faceva e dove inevitabilmente arrivava a stancarsi davvero.
La sera nel letto stentava spesso a prendere sonno.
Si girava e si rigirava alla ricerca di una giusta posizione, ma la gamba che si surriscaldava le dava il supplizio di Tantalo ed era tutto uno scoprirla e ricoprirla, finché stremata non riusciva a prendere sonno.

Anirema prese un post-it rosa dal pacchetto che aveva davanti e vi scrisse con la matita, in un bel corsivo ordinato, una sola parola: “musica".
Poi lo fissò su un angolo del computer, in un punto in cui non dava molto fastidio.

Il telefono squillò.
Era quello fisso dell'ufficio, quindi lo ignorò volutamente.
In quel momento era troppo impegnata a pensare e non poteva interrompere il flusso delle sue emozioni.
Avrebbero certamente richiamato.



🍁

Dal pianoforte si levarono cascatelle di note che rotolarono piano nel salotto in penombra.
La bambina, come sempre si avvicinò senza fare rumore e si mise in contemplazione della mamma che suonava con lo sguardo perso nel vuoto.

Com'era brava la sua mamma e, soprattutto, com'era bella!
Se ne stava su quello sgabello tutta impettita, la testa rovesciata con garbo all'indietro, mentre le dita scorrevano veloci sui tasti come se fossero dotate di vita propria.
La gonna grigia alla  caviglia, come usava a quel tempo, ricadeva ordinatamente in grosse pieghe, mettendo in evidenza la sua vita sottile.

La bambina avrebbe voluto accarezzarla, saltarle al collo, ma non poteva disturbarla in quel momento.
Eppure quella maglia verde menta di jersey che indossava era così setosa e morbida che l'attraeva come una calamita.
Fece un piccolo passo in avanti.
In quel momento, una nuova cascatella di note si propagò all'improvviso nella stanza, mentre la mamma si piegava adesso sui tasti, spostandosi con tanta enfasi da una parte all'altra della tastiera.

La bambina girò intorno al pianoforte
Fu in quell’attimo che incrociò i suoi grandi occhi.
Vi si perse come sempre, affascinata.
Erano di un verde ammaliante, di un verde menta veramente affascinante.
Notò che erano proprio dello stesso colore della sua setosa maglia di jersey.



🍁

Anirema sospirò, si sistemò meglio sulla poltroncina girevole, accavallò le gambe e si raddrizzò sullo schienale quanto più le fu possibile.
Quindi aprì le dita e sfiorò i tasti immaginari di un pianoforte, accarezzando lievemente il bordo della scrivania.

Il pensiero della riunione che doveva organizzare per la settimana successiva tornò in primo piano. 
Doveva ancora contattare due o tre persone per avere la conferma della loro presenza a Strasburgo quel giorno.

Era sempre tanto difficile mettere tutti d'accordo sul giorno e sull'ora, ma doveva comunque definire questa riunione nel più breve tempo possibile.
Infatti era questa una riunione piuttosto importante per l'azienda, che aveva delle priorità e non poteva attendere oltre.

Si apprestò, quindi, a scrivere una comunicazione di convocazione e conferma agli interessati.
I tempi erano ormai stretti ed anche l'eventuale assenza dei due o tre che dovevano confermare non avrebbe impedito l'incontro a Strasburgo ormai stabilito per quel giorno e a quell'ora.

Aveva appena cominciato a digitare il testo al computer, quando il cellulare segnalò l'arrivo di uno… due…  tre messaggi.
Sicuramente era la sua amica che si sentiva sola e non aveva altro da fare.
Inviava continuamente foto e messaggi che giravano in rete, a volte spiritosi, altre piuttosto noiosi e ripetitivi. 
No, non riusciva proprio a darle sempre retta. 
Avrebbe risposto più tardi o l'indomani.

Intanto, meccanicamente, lo stomaco le fece un sobbalzo.
Non poteva farci niente.
Era automatico.
Le accadeva tutte le volte, forse per associazione di idee.
Infatti, anche in quel momento le tornò in mente la solita immagine che veniva da un passato proprio remoto, anche se non ne ricordava i dettagli.

Suor Annunciata, seria e impettita, il velo ben sistemato, guardava la scolaresca in religioso silenzio, severa e indagatrice, come a voler scoprire chissà quale misfatto avessero combinato.
Lei, composta al suo banco, non muoveva neanche un piccolo muscolo per non farsi notare.
Intorno a lei, tutte le compagne parimenti paralizzate e immobili, erano in attesa del predicozzo quotidiano.

Quella doveva essere una mattina particolare.
Qualcosa di spiacevole doveva essere accaduto, perché le emozioni che le salivano a galla erano forti e sgradevoli.

Riprese a scrivere seppur con la testa altrove.
Concluse la convocazione per Strasburgo in pochi minuti, mentre si riprometteva di indagare con l'amica appena possibile.
Desiderava fortemente ricostruire il momento scolastico cui si rifaceva quell'immagine e quelle sensazioni che le tornavano in mente dopo tanti tanti anni e in un modo così spiacevole.

Sì, qualcosa di particolare doveva certamente essere accaduto.



🌺

Scacciò quella sensazione spiacevole che l'aveva assalita, sottolineando la sua volontà con un movimento all'indietro del capo, poi riprese a digitare con rinnovata energia.
In breve tempo completò la comunicazione e si affrettò a metterla in partenza.
Prese la borsa dallo scaffale con fare distratto, l'aprì e recuperò il portacipria per darsi un'occhiata prima di lasciare l'ufficio e continuare la sua impegnativa routine giornaliera.

Ora sarebbe cominciato un nuovo lungo pomeriggio insieme ai suoi adorati bambini, croce e delizia di ogni signora in là con gli anni che al piacere di vivere nuovamente nel mondo dei piccoli deve aggiungere la grande fatica che ne deriva.
Passò in rassegna in una frazione di secondo i loro vivaci sorrisi, i loro bacetti, i loro capriccetti e si sentì immediatamente riempire di gioia.

Amava moltissimo i suoi nipotini per i quali desiderava il meglio.
Con loro non perdeva mai la pazienza e finiva per accontentarli in tutto.
Siccome erano tanti e voleva che stessero insieme, aveva sempre un bel daffare, ma non gliene importava proprio niente, perché essi erano il centro di tutto come lo erano stati i suoi figli.
Si avviò verso il parcheggio.

Non aveva ancora richiuso lo sportello dell'auto, che già il cellulare nella borsa suonava pieno di energia.
Cominciò a frugare nella sacca un po' informe, che a sua volta vibrava all'unisono, ma del cellulare era rimasta soltanto l'incalzante vibrazione che si accompagnava alla musichetta.
Dov'era finito?
Trovò il portacipria, una macchinina, due caramelle al miele, il tubetto del rossetto, una gomma per cancellare, un pacchetto di salviettine struccanti.
Il cellulare invece sembrava non esistere più.
Se non lo avesse sentito vibrare e suonare avrebbe creduto di averlo lasciato in ufficio.
Infine ci fu il silenzio.
Dall'altra parte avevano messo fine all’incalzante concertino.

Anirema afferrò l'elegante sacca di pelle rosso antico e la rovesciò sul sedile accanto a lei.
Un'infinità di oggetti, una vera e propria valanga di cose, schizzò fuori dal fondo della borsa, impigliandosi nell'immancabile foulard di seta che portava sempre con sé.
Notò ancora una volta quell'intreccio garbato di fiori sfumati sulla stoffa, che le volevano ricordare prepotentemente qualcosa, ahimè, senza successo.
Da quando lo aveva acquistato, anzi lo aveva comprato proprio per quello, ogni volta che lo osservava, sentiva nascere in sé un turbamento che, però, non riusciva a definire.

Il cellulare riprese a squillare.
Forse era tra le pieghe del suo bel fazzoletto che ammiccava con i suoi intrecci di fiori sfumati.
Si affrettò un po' seccata a muovere quel groviglio di seta scivoloso.
Fu in quel momento che la rivide davanti a sé, con il suo foulard di seta intorno al collo, bella e fiera come non mai. (Continua)



N. B.
Il racconto continua nella pagina "Racconto breve - Anirema"





Published: domenica 2 dicembre 2018

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