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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Insieme - La magia del "C'era una volta"

 



La magia del
"C'era una volta"


È come una formula magica!
Appena pronunciate queste parole, 
davanti a noi si spalanca un mondo,
un mondo pieno di personaggi,
di fantasia, di emozioni sopite,
di reminiscenze
pregnanti ed interessanti.
Ci avete mai fatto caso?

Allora perché
non provare a raccogliere
tutto questo?
Chissà
cosa ne verrà fuori!

Chi comincia?


Claudia
Le fiabe? Io da piccola ero talmente grulla che ci cascavo talmente dentro, mi ci immedesimavo talmente tanto, che confondevo addirittura la realtà con la fantasia.

Silvana 
Per me il racconto, la fiaba, doveva finire bene, se no mi veniva addirittura da piangere. Il lupo, l'orco non doveva aggredire, mangiare chi era indifeso, perché altrimenti io mi emozionavo e entravo in agitazione.

Lauretta
Per quel che mi riguarda io ho vissuto le fiabe da piccola molto molto bene, con grande gioia. Mia cugina grande, che mi seguiva quando la mamma non c'era, me ne leggeva tante drammatizzandole e poi me le faceva anche interpretare con i travestimenti. Lei era bravissima a crearne, tant'è vero che poi è diventata modellista per un noto sarto.

Maddalena
Per me quello delle fiabe era un momento bellissimo e coinvolgente. Mi consentiva di stare in un gruppo di bambini, insieme, e di avere una nonna adottiva. A me anche una nonna adottiva andava bene, perché non avevo la mia vicina e ne sentivo la mancanza. D'estate ci trovavamo al fresco sotto gli alberi all'aperto. In inverno, invece, ci trovavamo a turno in casa di uno di noi bambini.

Rita
Io non ricordo fiabe nella mia infanzia. Non ne ho avute. Me le sono costruita da sola... il principe azzurro trasformato in marito, una bella casa, la ricchezza, una prima figlia con gli occhi azzurri. 
No, neanche a scuola ricordo di avere avuto fiabe. Io a scuola mi sentivo emarginata. Per raggiungere la scuola dovevo far tre chilometri a piedi e tra le altre cose dovevo attraversare anche un cimitero.

Monica
Io ho ricordo di due modi in cui mi venivano raccontate le fiabe. Uno era quello in cui me le raccontava la mia mamma, che era piuttosto anziana. Lei non leggeva le fiabe, ma tramandava le sue... le sapeva a memoria. Infatti le ripeteva sempre con le stesse parole come se le leggesse.
Poi quello con il quale me le leggeva mia sorella che è molto più grande di me. Lei le leggeva dai libri, le interpretava meglio.

Alba
Anche io... fiabe proprio poche, perché la mia mamma al massimo mi poteva canterellare una "Ninna nanna, ninna ò" oppure la famosa filastrocca "Cavallino arrì arrò"... mamma aveva da fare moltissimo e mi coccolava soltanto quando stavo male.
Le mie sorelle più grandi mi coccolavano, ma anche loro non raccontavano fiabe.
Comunque le fiabe mi piacevano, ma ero incredula su ciò che raccontavano.
Poi ricordo che quando si sgranava il granturco ci si perdeva in chiacchiere... forse anche quelle erano una specie di fiaba... o forse somigliavano più a pettegolezzi? Forse sì, tanto è vero che spesso qualcuno ordinava: "State buone che c'è il tetto basso." cioè, vale a dire, che c'erano i bambini che ascoltavano. Ma io stavo attentissima a cogliere tutte le parole che venivano dette e non mi sfuggiva nulla.

Rita
Quest'ultima è un'esperienza che conosco bene...  l'ho vissuta anch'io.

Lauretta
Noi non ci siamo resi conto che le fiabe di un tempo erano molto drammatiche, mettevano l'angoscia: c'era il lupo cattivo, il lupo che mangia il bambino e poi mangia anche la nonna.

Rita
Infatti! E la mamma di Cappuccetto Rosso? È un'irresponsabile: la manda nel bosco da sola, non la protegge.

Silvana
Ascoltando quelle fiabe si soffriva, veniva quasi da piangere... C'era aggressività. Pensiamo a Biancaneve che viene addirittura avvelenata dalla mela e si addormenta.

Claudia
Beh, comunque in quelle fiabe c'era il lieto fine. Si prendevano come cose normali quelle che erano raccontate nella fiaba, anche se negative.

Rita
Comunque possiamo dire che la drammaticità che trovavamo nelle fiabe di una volta rispecchiava la vita che vivevano le persone. C'era l'obbedienza dovuta a prescindere, la paura, l'ansia.

Claudia
Sì, ma c'era anche la bellezza: pensiamo alle trecce bionde, alla carrozza d'oro, al castello, eccetera.

Maddalena
E c'era anche un insegnamento che poteva essere seguito... pensiamo a Pollicino che fa il viaggio nel bosco. I genitori se ne volevano disfare, ma lui si era premunito. Quindi la fiaba insegna a premunirsi, a preoccuparsi e a curarsi degli altri. Infatti Pollicino si preoccupa dei suoi fratellini.
Anch'io attraversavo campagna e periferia di città e pensavo di vedere comparire prima o poi un orco o una strega... Ma io ero coraggiosa e proseguivo verso la meta.

Lauretta
Sì, forse... Comunque le fiabe di una volta erano crude, violente. Prendiamo per esempio quella di  Hansel e Gretel. E che dire di Pinocchio stesso che viene mangiato e finisce nello stomaco della balena?

Claudia
Sì, però ci sono delle differenze: in Pinocchio, quando la balena ingoia Geppetto e Pinocchio può essere interpretato anche come un incidente, ma Pollicino viene abbandonato proprio dai suoi genitori e questo oggi ci sembra gravissimo. 

Silvana
Certo le fiabe di un tempo erano più crude, c'era poca dolcezza. Erano comunque un modo di ammonire, mettevano paura, spaventavano. Infatti spesso ci dicevano: "Se sbagli questo o quello ci sarà una punizione.".

Monica
In quelle fiabe, però, c'erano anche figure positive. Appunto in "Pinocchio" abbiamo il grillo parlante tanto piccolino e tanto saggio, sempre presente e buono. C'è anche la fatina che aiuta Pinocchio. 

Vanina
E Geppetto... Geppetto addirittura crea un burattino... un bambino, un figlio a cui vuole tanto bene, per non invecchiare da solo e donare il suo amore.
Oggi effettivamente le fiabe sono meno crude. Sono diversi gli argomenti e forse le cose che si vogliono insegnare.
Un tempo la punizione era prevista anche da tutto il sistema educativo. Si diceva che poi ci avrebbe pensato il papà quando sarebbe tornato a casa la sera. 
Anche nella scuola si educava in modo diverso, pensate che c'erano addirittura le punizioni corporali, quindi non c'è da meravigliarsi che le fiabe avessero tutto un altro stile, un altro tenore.
In ogni caso, per essere definito fiaba, il racconto deve avere il lieto fine e questo evidentemente c'è sempre, con tanto di formula di rito  "... e vissero felici e contenti." finale.


Queste sono alcune
delle nostre riflessioni.
 
Quali sono le vostre? 

Se vi va,
potete
utilizzare la casella
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