La fiaba di Biancaneve
Quante riflessioni interessanti possono sorgere intorno ad una notissima fiaba come quella di Biancaneve!
Una cosa che mi ha molto colpito recentemente è il fatto che attualmente si trovano in giro interpretazioni di questa fiaba particolarmente insolite e colorite, da cui spunta addirittura il maschilismo dei sette nani e la debolezza di Biancaneve nel contesto sociale.
Il voler interpretare ogni cosa alla luce delle nostre convinzioni di parte, spesso troppo categoriche e stereotipate, risulta a volte realmente aberrante, anche se poter osservare le questioni da più punti di vista con la mente sgombra, è sempre opportuno e interessante.
Nel primo caso si scivola nel pregiudizio a priori, che ci tarpa la capacità di giudizio e ci farà vedere ogni cosa in funzione di queste nostre convinzioni assolute. Nel caso contrario, invece, possiamo cogliere tutte le sfaccettature di una determinata situazione e questo è qualcosa di auspicabile e positivo.
La fiaba di Biancaneve come l'abbiamo appresa nell'infanzia ha la classica struttura che definisce appunto la fiaba, distinguendola peraltro anche dalla favola, che contiene sempre una morale. Il lieto fine in "Biancaneve" è evidente anche se piuttosto improbabile: il principe si innamora di lei che giace lì morta e ne fa la sua sposa, mentre in seconda battuta la matrigna malvagia viene punita.
Direi che nelle fiabe, in un ambiente che ha sempre a che fare con re, regine, principi e principesse, si incontrano e si scontrano sempre il Bene e il Male, naturalmente secondo la concezione che se ne ha nei vari periodi storici.
Come accennato, sono del tempo moderno i tentativi di rivederne ancora i contenuti, ad estrarne nuove interpretazioni dei fatti.
In questa ottica temporale, con il pensiero di oggi, è scontato individuare nelle fiabe classiche una figura femminile subalterna a quella maschile sempre forte e risolutiva. Tutto cambia se la osserviamo con gli occhi diversi di quando io ero piccola. Nella realtà degli anni cinquanta, per esempio, era facile osservare le ragazze che sposavano anche l'uomo di cui non erano innamorate per sistemarsi ed erano sempre le madri a spingere e a formare le figlie alla sottomissione e all'obbedienza. Quindi non ci si accorgeva neppure che il rapporto tra uomini e donne non era paritario.
Il padre di Biancaneve lascia che sia la matrigna ad occuparsi di lei ed è il principe che la vuole e la sposa. Non sappiamo quale sia la volontà e il pensiero di Biancaneve... tranne ritrovare al termine della storia la frase conclusiva che recita "... e vissero felici e contenti".
Io personalmente trovo interessante la figura dei nanetti, uomini particolari nella loro piccolezza, che stabiliscono con la ragazza un legame paritario: l'accolgono in libertà in casa loro, dove Biancaneve si sente padrona di fare quello che crede per sé e per loro. Se volesse potrebbe anche andarsene da lì, ma non lo fa.
Certo segue la vita casalinga del riordinare e cucinare secondo le priorità del tempo. Lei non ha pregiudizi e agisce riconoscente nei confronti dei nanetti che lavorano sodo in miniera.
A differenza di chi vede nei nanetti piccoli uomini maschilisti, a me sembra che essi siano personaggi altamente moderni, figure che includono e lasciano Biancaneve libera di scegliere cosa fare. Interessante anche la figura del guardiacaccia che, invece di ucciderla, regala alla ragazza una nuova vita, rischiando per contro la propria.
È vero anche che la matrigna, fredda e anaffettiva, è fissata per la bellezza e ci ricorda molte donne del 2025 che intraprendono percorsi chirurgici esagerati. Quante difficoltà si vengono così a creare nelle dinamiche relazionali tra madre e figlia, e non solo!
Io, personalmente, ho avuto occasione di osservare da vicino il rapporto difficilissimo che si era generato tra una madre piuttosto belloccia ed una figlia poco avvenente, che rese la crescita di questa bambina dolorosissima, con atti esagerati come quando la piccola voleva gettarsi da un balconcino. Devo dire che in questo caso non c'era responsabilità della genitrice, perché tutto si era venuto a creare in via naturale.
Concludo con le parole con cui terminavano un tempo fiabe e favole:
Larga la foglia, stretta la via,
dite la vostra ché ho detto la mia
Larga la foglia, stretta la via,
RispondiEliminadite la vostra ché ho detto la mia
Trovo che questo sarebbe il motto da adottare nella vita relazionale di questi tempi moderni. Mi appare importantissimo
Sono d'accordo con te. 😍
Elimina