Classi Quinte - 2008
A d o l e s c e n t i
Storie dentro
Siamo in quinta.
Eccoci al passaggio alla scuola secondaria.
Creando una classe immaginaria,
gli alunni vivono il mondo degli
gli adolescenti e si indagano.
In una specie di gioco di ruolo, senza saperlo,
emergono curiosità, conoscenze, ansie e paure,
che si nascondono in mezzo
alle loro pur grandi aspettative
per il passaggio alla "scuola dei grandi".
🎯
Adolescenti - Storie Dentro
Durante l'anno, con gli alunni ormai in quinta, abbiamo intrapreso un lungo e accurato lavoro di preparazione al passaggio alla scuola secondaria di primo grado.
Attraverso la modalità del circle time, il lavoro di gruppo, il contributo personale di ogni alunno, abbiamo sviscerato i pensieri più profondi e nascosti.
La creazione di un alter ego, con cui esprimersi senza timidezze e reticenze, è stato un ottimo mezzo per sentirsi a proprio agio.
Infine, trasformare il tutto anche in uno spettacolo teatrale in un vero teatro è stata la ciliegina sulla torta per concludere un importantissimo anno scolastico.
Era il giugno del 2008.
Ecco un piccolo assaggio
Prefazione
"Per i ragazzi di quinta
questo è stato un viaggio
di esplorazione e di ricerca
nel presente e nel futuro.
Si sono guardati allo specchio
e si sono riconosciuti,
nella tranquillità di esprimere liberamente
curiosità, ansie, emozioni, aspettative.
Si sono confrontati con i coetanei
in un contesto protetto.
Per gli adulti
queste pagine sono un momento
di grande stupore e di grande conoscenza
di un universo poco conosciuto...
la vita dei nostri ragazzi oggi,
così diversa da quella del passato
eppure, per certi versi,
sempre uguale a se stessa.
Entriamoci in punta di piedi!
Pag. 143, 144, 145
🎯
C'era un grande fermento quel giono nella scuola secondaria "A. Vivaldi".
Tuti i ragazzi erano eccitantissimi. Si scambiavano auguri, bigliettini, regali.
Vicino all'aula di classe seconda fu rinvenuto un bigliettino in una busta colorata ed un librino piccino piccino con brevi poesie, circondate da cuoricini, fiorellini, nuvolette di rosa trasparente.
Il biglietto era in inglese ed era una dichiarazione d'amore. Terminava così:
You are my light in the night,
my happiness in the sadness.
I love you.
Qualcuno pensò che fosse di Carlotta per Giulio... o forse era di Giulio per Carlotta? Oppure... Restò un mistero e non si seppe mai a chi fosse indirizzato quel biglietto.
Siccome era molto ben decorato, le bidelle lo tennero per tutto l'anno in mostra sullo scaffale della loro stanza.
Il librino tutto decorato e rilegato, invece, conteneva delle parole molto belle che riempivano il cuore di gioia. A pagina tre si leggeva:
Oggi è la festa di San Valentino,
sono felice come un bambino.
Nel cuore ho solo te,
tu sei sempre con me.
Tu sei molto importante,
come un fiore ondeggiante
nell'aria tiepida di primavera,
come la dolcezza della sera.
Pag. 179,180,181
🎯
Fu così che venne fuori che i loro genitori erano molto arrabbiati, perché non erano d'accordo sul loro modo di vestire. E sì, da un po' di tempo era proprio così in classe seconda! Magliette corte e jeans a vita bassa e creste varie erano le mode più diffuse. Sempre la stessa storia nelle case di Maria e Roberto e non solo.
I genitori non volevano assolutamente che i loro figli vestissero in quel modo! Insomma, come dovevano fare?
I genitori, si sa, rimangono sempre un po' all'antica e secondo il loro modo di fare bisognerebbe "vestirsi" e non farsi prendere più di tanto da quello che si vede in giro... ma i ragazzi vogliono "scoprirsi"... e come!
Anche i cosiddetti "prof" non sono proprio d'accordo... cosa fare allora?
Visto che l'argomento coinvolgeva molto tutti i ragazzi, il professore di scienze decise di chiamare anche i genitori, facendo così una specie di riunione. Sebbene chiamati all'improvviso molti genitori vi parteciparono, anzi quasi tutti.
La madre di Maria: "Vuole sempre far vedere l'ombelico, portare magliette leggere, jeans a vita bassa... e io non so proprio cosa fare, anche perché prima o poi si ammala. Cercate di capirmi.".
Il padre di Roberto: "Ma... cioè... a me non piace proprio questo modo... questo modo di farsi la cresta! Anche mio figlio vuole la cresta... mah... saremo noi... però non capisco proprio il senso di questa cosa!".
Il papà di Carlotta: "Non mi interessano quelli di diciotto anni... e siamo in inverno, Carlotta! Se non vi coprite ora, d'estate che fate? Scusa, eh?!".
La discussione andò avanti ancora per un po'. Ci furono anche momenti di silenzio, poi il papà di Carlotta propose: "Potremmo chiedere al preside di promuovere due giornate alla settimana in cui i ragazzi si vestano come piace a loro... ma, boh... è l'unica soluzione che mi sembra possibile.".
La madre di Maria: "Si potrebbe lanciare una nuova moda scolastica, invece, quella delle divise. Sarebbe una bella cosa anche per la scuola...".
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You are my light in the night,
RispondiEliminamy happiness in the sadness.
I love you.
Un biglietto così bello lo avrei tenuto anche io al di là della decorazione.
Non lo vedrei però scritto da un ragazzino/a. Può essere estrapolato da una canzone secondo me. Bello in ogni modo però.
Il bigliettino in inglese fu costruito collettivamente, cercando di mettere insieme, sotto la mia guida, riflessioni guidate e un lessico che i bambini conoscevano... light, night, happiness, I love you ...
EliminaSo bene che sai come insegnare e fargli elaborare i saperi piacevolmente!
Elimina'. Ci furono anche momenti di silenzio, poi il papà di Carlotta propose: "Potremmo chiedere al preside di promuovere due giornate alla settimana in cui i ragazzi si vestano come piace a loro... ma, boh... è l'unica soluzione che mi sembra possibile.".
RispondiEliminaQuesta soluzione non la vedrei valida, assolutamente. Non sarebbe il caso che i ragazzi possano eccedere nel vestire. A seconda di dove andiamo c'è da vestire in maniera adeguata. È rispetto, educazione, eleganza nel modo, cultura personale.
In effetti in quel periodo questa moda incideva molto sui comportamenti... già tra gli alunni della primaria i genitori si trovavano a fronteggiare queste richieste.
EliminaConcordo con te che in ogni ambiente ci vuole l'abbigliamento adatto... altrimenti, sarebbe come affermare che si possa andare al mare con la maglietta di lana e il cappotto.
Tuttavia la proposta del padre potrebbe essere una buona idea: avere il permesso di giocare, di travestirsi, di trasformarsi attraverso qualcosa di lecito, aiuta a crescere, stemperando le tensioni. Non c'è niente di peggio che proibire e basta, senza far ragionare e riflettere, per aumentare la voglia di trasgredire.
Le tematiche di questo libro avevano proprio questo come obbiettivo per ragazzini effervescenti di undici anni, che avevano tanta voglia e insieme paura di crescere.. ❤
Capisco ma quel " come piace a loro" mi ha creato dei dubbi. Le regole vanno rispettate. Su questo sono sempre stata intransigente anche con me stessa.Poi vado incontro su molte cose ma non sono elastica su questo.
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