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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Insieme - Il punto di vista

 




Il  punto  di  vista


È bellissimo

confrontarsi

e magari ampliare o cambiare del tutto 

il nostro punto di vista!


Vogliamo provare a farlo?

Vi propongo la lettura 

del breve racconto che segue 

e, dopo averci riflettuto, 

di esprimere il vostro punto di vista 

sulla scelta di vita 

fatta dal protagonista.


V  i  v  e  r  e


L'uomo ormai viveva nel bosco da solo, lontano dai paesi e dalle città pullulanti di gente. Non poteva più sopportare la frenesia assordante delle persone. Le formiche voleva vederle libere andare e venire dal loro formicaio sotto il vecchissimo albero, illuminato qua e là da un bellissimo raggio di sole quando il cielo era senza nuvole.Non voleva essere lui stesso una formica, per di più senza cervello, programmato dal senso del vivere in cui la cosiddetta società continuava a rinchiudersi, trascinandosi senza fantasia, senza scelta, senza libertà.  

Così si era pian piano isolato, finché era capitato in quel bosco, anzi in quella parte di quel bosco, che gli era apparsa da subito un luogo letteralmente incantato.

Qui, grosso e grasso e goffo com'era, aveva trovato un'armonia che mai avrebbe immaginato possibile e finalmente viveva la vita come voleva.

Un tempo aveva letto un libro in cui si disquisiva dell'essere e dell'avere. Sì, adesso lui era libero semplicemente di essere. Non aveva alcun interesse ad avere. In realtà non doveva prevaricare, difendersi, accumulare, perché la sopravvivenza aveva un giusto peso in una dimensione in cui anche la morte aveva la sua giusta cittadinanza.

Passava la maggior parte del tempo tra pensieri ed emozioni, captando avidamente ogni impulso, ogni spunto di riflessione che gli arrivava dall'ambiente.

Aveva passato un intero giorno sdraiato sotto il grande albero, rilassato e immobile per non disturbare il via vai delle formiche, che scavalcavano il suo corpo enorme come fosse una montagna, un normale ostacolo da superare.

Il loro lavoro ipnotizzava. Chissà se avevano un qualche sentore di chi fossero e perché stessero lì. Certamente non aveva assistito a litigi tra loro, anzi l'aveva colpito l'apparente voglia di darsi da fare a tutti i costi per portare a termine un qualcosa… Ma cosa? Un obiettivo scelto o qualcosa per cui sembravano programmate? E se così fosse stato, da chi?

Durante il giorno si spostava nel bosco lentamente, sempre con estrema cautela, per non disturbare la vita di chi il bosco lo abitava a maggior diritto di lui, pronto a fermarsi dove qualcosa attirava la sua attenzione.

Qualche tempo prima era rimasto molto a lungo, sicuramente più di un giorno, ad osservare un pendolino che costruiva il suo nido. Era un continuo andare e venire per la ricerca del materiale da costruzione più adatto. Intrecciava i rametti con una tale perizia  ed un impegno così grande, che raramente aveva visto tra gli uomini.

Da lui aveva imparato ad intrecciare ripari provvisori nel bosco,  quando si allontanava troppo dal suo punto fermo e magari si fermava lì per qualche giorno.

Quella mattina il ruscello scorreva sereno cantando la sua eterna canzone. Che pace silente c'era oggi nel suo cuore!

All'improvviso tutto cambiò. Sotto la siepe qualcosa si mosse. Un frugar di foglie secche, scricchiolii, segnali di vita che si nascondeva.

L'uomo si arrestò e si arrestò incuriosito. Sentiva in qualche modo che qualcosa di straordinario stava per accadere. Si lasciò scivolare a terra senza fare rumore, il tronco dell'albero a sostenerlo e a ripararlo. Sedette lì immobile, in attesa, mentre gli scricchiolii andavano e venivano.

Infine l'esserino comparve. Curioso, spavaldo, per nulla intimorito, gli occhietti furbi e vivaci. Poi il leprotto si immobilizzò.

L'uomo lo guardava rapito.

Dalle pesanti palpebre di rapace innamorato che contemplava il delizioso musetto, si aprì un abbraccio mentale che sembrava tangibile, era lì, era lì nella radura, si poteva quasi toccare.

Subito, l'uomo si alzò e trascinò con qualche titubanza il suo corpo pesante verso di lui, mentre negli occhi brillavano emozioni così intense che riempirono tutto lo spazio intorno loro.

Un attimo e il patto fu siglato. Il leprotto finì sotto il suo giubbotto, al calduccio vicino al cuore.
E lì rimase per tanto tanto tempo, amico privilegiato dell'uomo che lo aveva preferito agli umani della città irretita dal caos.
Ora anche l'uomo non era più solo, nulla lo schiacciava né lo soffocava nell'anima e nel corpo.

Nella città fumosa e in affanno, qualcuno pensava a lui come ad un uomo perso e in difficoltà. 
L'uomo invece era lontano le mille miglia da tutto questo banale pensare e sentire. 
Viveva un mondo idilliaco in cui neppure il freddo o il caldo, la fame o la sete trovavano cittadinanza. ("La Panchina")

 


🎯



Siete pronti?

Aspetto i vostri punti di vista! 


 

🎯

Non riuscirei a lasciare le comodità della mia abitazione per vivere a stretto contatto con la natura come l’uomo del racconto “Vivere”.

Non so cosa possa spingere una persona a vivere con quello che trova sporadicamente nella giornata.

Io sono molto quadrata: devo programmare... non ho la mente così aperta da stare così come viene.
Spero solamente che le persone che decidono di vivere come “barboni” non siano spinti dalla povertà o dalla violenza nella società, ma lo facciano per una loro libera scelta. (Monica)


🎯
A me fanno tanta tenerezza le persone che, spesso senza neppure guardarti, apparentemente senza meta, girano con il loro carrello arrugginito, pieno di di buste, di sacchetti, di strani cartoni. 
Il loro incontro sempre mi crea uno stato di ansia, il senso del dover intervenire, di fare qualcosa.
Poi, però, penso che il loro senso di libertà deve essere davvero grande e, forse, dovrebbe essere rispettato fino in fondo. Avverto fortemente, che in nome di questo senso, si può diventare indifferenti a tutto, persino alla fame, alla sete, al freddo.
Infatti, sono anche convinta, che la cosa più importante di tutte, quella che fa di noi degli uomini, sia il pensiero e le emozioni, che da questo discendono e viceversa, e che il potere di pensiero ed emozioni sia così forte da condizionare la percezione e la stessa realtà. (Vanina)




🎯
Un uomo qualunque lascia il caos della città per vivere in solitudine nel bosco, osservando le piccole creature che lo abitano e semplicemente, seguendo l'istinto insito nella loro natura animale, si affrettano per soddisfare i bisogni primari per la sopravvivenza. È un uomo solitario che indaga in se stesso il senso della vita allontanandosi prevalentemente dalle inutilita, incongruenze e passioni che stringono l'essere umano in una morsa sempre piu stretta, come agiscono invero i desideri di possesso e di potere che mai saziano poiché effimeri e senza un vero sano valore .
Cosi il racconto dell' uomo nel bosco può essere inteso come metafora della gabbia nella quale viviamo nella realtà davanti ai nostri occhi, così come le trappole nelle quali il nostro cervello ci fa cadere con i falsi desideri, i pregiudizi e il nostro malato ego. 
Il coniglietto indifeso e tenero, che l'uomo incontra e ripara nella sua giacca, simboleggia quindi il sentimento d'amore che ognuno ha nel cuore fin dalla nascita al mondo e il bisogno di costudirlo e alimentarlo come una piccola fiamma che, curata, scalda e rassicura. (Elisabetta)


🎯
Mi fa venire in mente, questo racconto, quando un individuo diventa un asceta. 
Può accadere nella vita di un individuo la necessità di lasciare tutto quello che concerne il suo quotidiano.
A lui quella vita non interessa più, non riesce più a comprenderla, sentendosi molto disorientato. 
Fra le varie opzioni si può scegliere di abbandonare tutto, proprio tutto, e ritirarsi in un posto isolato nella natura, in un bosco, 
Niente di meglio, isolato e nello stesso tempo vivo in un ambiente in cui tutto procede secondo i canoni della natura. Il giorno, la notte, il freddo, il caldo, il silenzio o i rumori ovattati naturali. Gli incontri, pur sembrando impossibili, avvengono... con gli abitanti di un bosco, ad esempio. Questo individuo può trascorrere tempo ad osservare le formiche, esseri minuscoli laboriosi, nel loro muoversi nella ricerca del cibo, nella costruzione del loro rifugio. Poi gli altri animali pian piano possono accostarsi a lui, vuoi per curiosità vuoi per necessità. Ad un certo momento, guardando fra le frasche, si possono scorgere due lumi, occhi, due lunghe orecchie, non di coniglio.. addirittura di lepre. Di solito la lepre è velocissima nella fuga, difficile da raggiungere. Può essere invece che si avvicini all'uomo, si lasci accarezzare, si lasci coccolare e scaldare sul suo petto al riparo della sua giacca. Chissà.. anche gli animali hanno bisogno di questa manifestazione d'affetto. L'uomo si rende conto quanto sia diversa questa vita da quella lasciata, frenetica, senza interesse per il prossimo. 
Si rende conto che la mente si è liberata da tutto il suo passato, riesce a gioire di questo momento con questo nuovo amico, impensabile una volta.
Finalmente ha compreso il vero senso della vita. (Maddalena)
 
Maddalena



🎯
L'uomo del racconto ha fatto una scelta di vita, ha lasciato la città frenetica, le proprie comodità, la società con la quale sicuramente non è in sintonia e si è ritirato in un bosco apparentemente solo, ma solo non è perché gode della natura che lo circonda e della presenza di un animaletto che gli dà calore e amore
Che dire? È bello vedere come ognuno di noi può decidere di  spendere la propria vita... A volte le scelte sono così radicali che possono essere sconcertanti e discutibili ma sempre appaganti per chi le realizza, se sono libere e sincere.
Questo racconto mi porta ad una ulteriore riflessione: l'uomo può abbandonare tutto, fare a meno di tanto ma non della sua umanità, dei suoi sentimenti che in qualche maniera deve esteriorizzare... vedi l' amicizia dell'uomo con il leprotto (Piera)



🎯
Nella mia mente non potrebbe entrare l’idea di fare una scelta simile a quella dell’uomo grosso, grasso e goffo. Io amo la compagnia e non accetto la solitudine anche se ritengo che quest’uomo solitario sia allietato dalla presenza degli animali selvatici e dal loro mondo meraviglioso. Forse è stato spinto da una necessità, da un abbandono, per questo ritengo che la sua sia una scelta alla ricerca di una serenità persa, ma isolarsi è una scelta di sofferenza a mio parere.  (Lauretta)                                                                 



🎯
Questo è un uomo che preferisce vivere come un animale in mezzo alla natura e lontano dalla società che non gli piace più, invece adora la libertà degli animali, perché sono molto fedeli e senza interessi, al contrario del’essere umano. Spero che sia una scelta voluta e non forzata per sopravvivere. (Alba)



🎯
Non possiamo vivere la vita proprio come vogliamo. Siamo nati tutti quanti in un contesto che va amato o perlomeno rispettato. Laddove è possibile coltivare un hobby ecco che arriva il momento idilliaco e in quel momento non avvertiamo alcun bisogno tanto che vi siamo immersi. Per questo abbiamo spesso bisogno di spazi nostri più o meno ampi. Stiamo bene per nostro conto quindi, ma isolarsi è un’altra cosa. Isolarsi vuol dire non essere mai presenti, non dare alcun contributo alla Società in cui viviamo. Credo che chi tende ad isolarsi o addirittura vivere in un mondo tutto suo possa certamente avere bisogno di aiuto ma può anche essere una persona che vuole e non è capace di dare alcunchè, che non è mai contenta e che non considera l’Altro come Altro, altro carattere, altre aspirazioni, altre capacità. In pratica vive comunque nel suo micro mondo.  Nella società attuale ci sono possibilità di trovare aiuto, se lo cerchi, e se poi anche lo rifiuti vuol dire che hai fatto la tua libera scelta e non vuoi nessuno attorno. Esisti Tu e magari le nuvole. Per fortuna che ci sono Persone che vivono e pure lottano altrimenti... addio!! (Claudia)

 



🎯








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