Via del Moro.
le nostre abitudini.
una buona idea.
il procedimento.
Mettiamoci al lavoro...
una graziosa scatoletta.
Adesso riporrò nella vostra scatoletta...
uno ad uno.
Inutile dire che...
di tutto rispetto.
odorosa di confetti.
odorosa di confetti.
🌺
Ho preparato per te
una scatola azzurra
perché il tuo cielo possa essere sempre sgombro di nuvole.
Ho messo dentro sette confetti come i colori dell'arcobaleno, simbolo di Pace tra Dio e gli Uomini.
Come i cari sette Nani che soccorrono Biancaneve.
Come la settima Stella dell'Orsa Maggiore,
la Stella Polare che la giusta via ti possa indicare.
Sette come le note del pentagramma, perché siano sempre dolce musica per le tue orecchie.
Ma il confetto a forma di cuore dorato, luminoso come sei tu,
l'ho messo perché tu sappia che mi ricordo di te.
Claudia
🌺
Il cuore
batte a mille,
non riesco più
a pensare...
cos’è che
fa tremare?
La paura
mi assale,
fa soffocare…
non permettere
di chiamare.
Monica
🌺
Sono scesa rapidamente fin quaggiù con una facilità che mi ha davvero sorpreso.
Sono in Puglia, nella salina di Santa Margherita di Savoia.
Eccomi, muta, davanti a un paesaggio surreale che forse mi è stato richiamato alla mente dai bagliori dell'oro dei miei confetti. Sono senza parole. (continua)
Vanina
🌺
Ho a disposizione una scatolina fatta da me dove posso mettere un pensiero intimo mio.
Ci metterò la data di un avvenimento importante de "La Panchina": le nozze d'oro della nostra Vanina.
Fra noi viviamo sempre con una collaborazione di sentimenti cari.
Silvana
🌺
La scatoletta è pronta. Vanina, come sempre, ci insegna come fare in pochissimo tempo, oggetti che mai saremmo riuscite a fare senza le sue indicazioni.
Ho subito pensato che nella scatoletta avrei messo, per proteggerlo, il bellissimo pendente in oro e argento con l'immagine stampata credo su porcellana, di mio nonno, che la Nonna Pina, da quando nonno Umberto morì, ha sempre portato al collo. Nonna Pina è vissuta a lungo, felicemente in salute insieme alla mia famiglia, ma non ha mai tolto dal collo quel piccolo oggetto.
Mio padre, quando la nonna morì, le tolse la collana col pendente e me la diede e da allora la conservo con lo stesso affetto con cui la tenne lei.
Ora ho un oggetto simpatico in cui conservare l'immagine del nonno: la scatoletta origami che abbiamo costruito in piacevole compagnia.
Lauretta
🌺
Ho scoperto la bellezza della conoscenza di altre persone
(oltre i familiari) piano piano,
man mano che uscivo dal guscio.
Ogni volta era una meraviglia e...
un tripudio di sensazioni nuove.
Avevo sempre qualcosa da imparare.
Le novità mi piacevano tanto perché mi facevano circolare dentro
un qualcosa che mi dava gioia!
Per me il piacere era sperimentare.
Poi... rientravo volentieri nella mia grande scatola
(quella che prima
ho chiamato "guscio"),
cioè la mia casa.
Nel silenzio, ripensavo... e rivivevo tutto quello che più mi aveva interessato ed emozionato:
riflettevo e ragionavo fra me e me
ed accoglievo il fluire di tutte le sensazioni... ricevendo così
un doppio godimento.
Molte scatoline mi ci vorrebbero... per mettere, ad uno ad uno, i tanti ricordi del mio vissuto!
Ne condivido soltanto uno (per ragioni di spazio e di tempo) di cui ho ancora impresso, dentro di me, il gran divertimento provato!
Quando mio padre (con mio fratello), apriva la cataratta della gora per indirizzare l'acqua in un fosso che passava sotto la strada provinciale e sfociava in un campo di granturco, la forza dell'acqua trascinava anche qualche pesce che lì si trovava.
Ricordo che io avevo un vestitino a fiorellini, increspato in vita e con due grandi tasche.
Mi rivedo fra i solchi del granturco perché avevo intravisto due "grossi" pesci... e li inseguivo per prenderli.
Mi sgusciavano fra le mani, ma... ce la feci e... me li misi uno in una tasca e uno nell'altra.
Tenendoli ben stretti, corsi a casa, dove trovai la mia mamma e... molto divertita, glieli diedi!
Fui così contenta del suo apprezzamento che, me lo ricordo in modo vivido, ancora oggi.
Io tornai fuori, ma la mia mamma li cucinò !
Assuntina
🌺
Una piccola scatola, un piccolo scrigno di carta che nasconde al suo interno pensieri, ricordi, gioie e dolori.
Oggi cosa trovo nella mia scatolina? I confetti della festa dei sessanta anni di matrimonio dei miei genitori!
Si erano sposati nelle chiesetta di Vorno il 20 gennaio del 1946, dopo aver messo insieme poche cose da portare nelle due stanze che erano riusciti a trovare con molta difficoltà.
Era il 2006 quando festeggiammo tutti insieme questa bellissima ricorrenza.
C'erano ancora tutti i fratelli e le sorelle di papà e mamma ed eravamo davvero in tanti!
Noi figli insieme ai nipoti ci eravamo dati da fare per preparare una sorpresa che meravigliasse la platea. Avevamo riscritto la storia che tante volte papà amava raccontarci dal momento in cui si erano incontrati fino al momento della nascita di noi figli. Una vita semplice, non facile nei primi anni del dopoguerra, piena di coraggio, tenacia ed amore.
I nipoti furono gli attori della rappresentazione e gli invitati spettatori attenti, felici di conoscere tutti i risvolti di quell'incontro tra i due protagonisti: Gennara ed Otello.
Ho ancora, in qualche cassetto, la trama di quel piccolo spettacolo che strappò qualche lacrimuccia ma anche delle belle risate!
Mariella
🌺
Ho un'altra scatolina che conserva un ricordo importante, che non posso dimenticare.
Era il 24 aprile del 2009 quando partii con amici ed il mio parroco per Lourdes.
Uscivo da un periodo buio, una esperienza traumatica, ed ancora non c'erano certezze di guarigione. Gli ultimi accertamenti però facevano ben sperare ed anche i miei capelli cominciavano a ricomparire sulla cute, ispidi, grigiastri, da non potersi vedere, ma mai così desiderati! Non sarei voluta partire, avrei voluto aspettare di sentirmi presentabile, ma il desiderio di andare era più forte di tutto e la spinta di amici e sorelle fu decisiva.
E feci bene perché quando fui davanti alla grotta fui presa da un senso di pace e di speranza che non so spiegare. La mia fragilità dovuta alla malattia appena passata fu sostituita dalla gioia di essere lì, viva, in mezzo ad una umanità che non si arrendeva al dolore ed alle sofferenze immani.
Tornai da Lourdes con una grande certezza: la vita, comunque sia, è la gioia più grande che abbiamo e la nostra croce è molto meno pesante di quelle che assillano i nostri simili.
Mariella
🌺
Spesso accade di cercare nella scatola dei ricordi dove riponiamo ogni sorta di cose; oggetti, giocattoli, scritti, foto ed altro.
In un momento di ispirazione creativa questo può risultare molto utile, ogni colore e ogni forma può essere d’aiuto.
In una giornata grigia l’istinto mi ha guidata a cercare dentro questa fantastica scatola. Subito mi è venuta in primo piano una foto nella quale si vedeva ancora perfettamente, nonostante ripresa tempo indietro, un elefantino. Questa foto era stata scattata in Tanzania da una delle mie figlie. Era andata volontaria nel campo masai di Mkuru alle falde del Kilimangiaro per aiutarli in veste di biologa ricercatrice ad affrontare vari problemi di sopravvivenza, in particolare nella ricerca dell’acqua e nella conservazione dei cibi.
In questa foto emergevano vari colori oltre il verde del luogo, il grigio dell’elefantino appena uscito dal giallo seppia della terra, rosa, arancione dei vari fiori ed uccelli e azzurro intenso del cielo.
Collegando la foto a mia figlia è venuto alla mente un ricordo piacevole di quando ancora bambina la portavo al circo di questa piccola città in cui vivo. Caricavo la piccola utilitaria, una 500 Fiat, di piccoli compagni d’asilo, una mamma e via a vedere le novità dell’anno.
Arrivati sul luogo ci riunivamo al resto della classe e dentro a goderci lo spettacolo. Nell’attesa delle esibizioni naturalmente si snocciolavano le arachidi o noccioline americane e merendine.
Tutti in attesa del momento speciale annunciato in precedenza della comparsa degli elefanti con una loro novità. Nel frattempo si erano già visti come animali grossi, tigri e leoni nei loro recinti protetti, cavalli zebre.
Finalmente arrivato il momento tanto atteso rullo di tamburi ed ecco che appare una famiglia di elefanti indiani: maschio, femmina e il piccolo nato da poco. I bambini ammutoliscono dalla sorpresa e restano immobili in attesa di cosa avverrà. Naturalmente noi genitori ed insegnanti non li perdiamo di vista.
Da subito gli elefantini dopo la nascita acquisiscono agilità e peso, per cui sono in grado di seguire il branco.
In questo caso, il centro del circo davanti ai genitori mastodontici anche se meno di quelli africani.
Quell'elefantino aveva attratto subito l’attenzione dei bambini dal modo come si muoveva e da come era abbigliato. Una bella fascia arancione al collo, fiocchi rosa intorno alle orecchie, fasce verdi alle zampe e sul dorso un bel tappetino giallo. Si muoveva già con tanta grazia avvicinandosi ai bordi del recinto.
Tutti i bambini erano stati col fiato sospeso nel vedere quello spettacolo insolito per la loro età.
Man mano che l’elefantino si avvicinava loro cominciavano a rilassarsi capendo dell’innocuità di quell’essere volenteroso di esprimere la propria gioia nel trovarsi con altrettanti esseri pur di diversa natura attenti e contenti d’averlo incontrato.
Maddalena
🌺
0 commenti:
Posta un commento