Riflessioni sulla panchina
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I martedì della nonna
Siamo in un mondo che ha imparato a dedicare giornate alle più svariate situazioni. Qualche giorno fa era la giornata dei “diritti dei bambini,” me lo ricordò mio nipote quando gli chiesi un piccolo favore e lui mi disse che i bambini hanno diritto di essere liberi e non schiavi delle nonne.
Capii subito e mentalmente mi annotai che avrei avuto piacere da piccola di avere una bella linguina birbona e affilata come la sua... a parte che io ne avrei pagato le conseguenze a frustate, ma ora non è più di moda per fortuna e andiamo avanti.
Domani tutto il mondo riflette sulla piaga atroce della violenze sulle donne e anche a Lucca ci sarà una bella manifestazione a cui interverranno le Signore de "La Panchina” con i loro scritti.
Ma sto divagando ancora perché vi voglio raccontare dei martedì che mi sono ritagliata in occasione delle due ore e passa di incontro con le amiche de "La Panchina". Sì, perché anche io sono una “Signora della panchina” e la cosa mi dà così gioia e mi sento così realizzata a prendere parte a questi incontri, che piano piano in casa mia hanno iniziato a lasciarmi tranquilla e a non invadere il mio spazio e a non fare rumore. Certo ci sono delle piccole eccezioni, ma va bhè...
Ed ecco che a casa mia c'è il martedì della nonna. Ne sono proprio contenta.
Martedì passato, Vanina ci ha organizzato un bell'incontro al buio. Ci presenta una persona di cui non sappiamo niente e con domande liberamente espresse, dobbiamo cercare di conoscerla e capire qualcosa di lei. Questa volta era una ragazza di nome Barbara giovane e molto carina che ci è risultata subito molto simpatica e spiritosa e le nostre due ore sono passate in un attimo.
Di solito Vanina ci propone un argomento e noi ne discutiamo esprimendo i nostri punti di vista che cambiano a secondo delle nostre esperienze di vita e poi... mettiamo su carta le nostre riflessioni.
All'inizio davanti al foglio bianco ci può sembrare di non aver nulla da dire, ma poi, basta prendere la penna in mano e le parole escono come liberate da una diga che non sapevamo di avere.
Questa è "La Panchina": amicizia, autostima, rispetto, realizzazione personale e poter far parte di un mondo dove non ci sono maldicenze, arrivismo, pettegolezzi e sopraffazioni.
Insomma è un sacco bello e in questi due anni di Covid è stata in rete.
Che dire? "La Panchina" se non ci fosse andrebbe inventata.
Rita
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Il tramonto è stupendo. Come l'autunno ha i suoi colori, ma, dico, l'alba è meravigliosa, anche perché per chi la vede non è soltanto un giorno, ma è segno di una nuova vita. Ogni nuovo giorno è la vita per tutti noi e per tutto l'universo.
Anche il mio nome è Alba e sapete perché? Sono nata all'alba. Spero che questo mi porti tanto tanto bene.
Stamani a vedere un tale spettacolo del cielo, mi si è aperto il mio lato poetico, non so bene perché... ma non c'è un perché, credo.
Alba
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È martedi mattina. Torna nell'aria l'appuntamento del nostro pomeriggio perché sento mamma che mi dice: - Oggi hai la tue amiche, è martedì! - .
Era contenta? Non so, ma so di sicuro che mi avrebbe voluta per sé per compagnia, come tutti gli anziani.
All'ora del tè, o meglio della tisana, mi diceva: - Stai con loro, non pensare a me.- ma questo rientrava nel suo carattere: non ha mai chiesto nulla per sé, non voleva disturbare. Tuttalpiù era lei che si prodigava a piene mani per gli altri. Fin troppo, esagerando pure.
Ricordo però che ogni tanto anche lei si affacciava su "La Panchina" e le faceva piacere salutare e dire due o tre cose, guardando in volto le mie amiche, come le definiva lei. E anche loro la cercavano, si informano da me su come stesse, la salutavano volentieri.
Ora, il martedì alle cinque penso maggiormente a lei e credo che avrei dovuto coinvolgerla davvero, nell'ascolto perlomeno, ma si sa, il rammarico rientra nel mio carattere. Ecco, questo è un difetto che ho scoperto in me soprattutto da quando lei non c'è più. Se, se, se... con i se non se ne viene mai a capo.
E dovrei imparare a pensare che se a volte ho agito in un dato modo era perché andava fatto così, per mille buoni motivi e che ce n'erano di motivi! Oh, se ce n'erano... ma l'affetto verso di lei e la rituale mancanza me li fanno dimenticare.
Claudia
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