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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

Clicca sulla pagina desiderata.

L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



lunedì 29 ottobre 2018

Cartone riciclato?











Buongiorno e buona domenica, carissimi amici de "La Panchina"!
Grazie per essere qui.

Immersi in un libeccio umido e caldo, nel grigio di questo ottobre, è davvero piacevole entrare nel mondo protettivo in cui la nostra panchina può splendere e catalizzare le più belle emozioni.

Ecco... tutta la confusione che è nelle strade e nelle piazze è scomparsa.
Una calma rilassante ci pervade e ci nutre di benessere.
Stiamo subito bene... il cuore si è repentinamente adattato a questo nuovo piacevole ritmo di vita.
E che dire dei colori che pian piano emergono, si mescolano e si integrano in grumi di parole e di idee nuove?
Che bello catturarne subito uno!

Un uccellino di cartone riciclato può prendere una vita straordinaria se posto in relazione ad una base, una base in fondo capitata lì per sbaglio.
Forse, allora, è importante imparare a vedere la realtà con occhi diversi, a captare e far vivere scorci personali che possano meravigliarci, stupirci, farci star bene e aprire nuovi promettenti orizzonti?
Sì, io credo che questa sia una reale, importante verità.

Vedete come è facile far emergere le idee, quando ci disponiamo per un solo attimo a guardarci dentro?
È così che questo uccellino senza colore e di cartone riciclato ci può portare ancora più lontano nella riflessione.

Anche nel mondo reale ci sono "uccellini" appena venuti al mondo, poco colorati o viceversa dai colori bellissimi, dal piumaggio strapazzato o dalla livrea lucida e splendente, spaventati o magari troppo spavaldi.
Pensate un po' che grande importanza potrebbe assumere avere di loro un'idea piuttosto che un'altra, porli tra le verdi foglie di un albero o nel fango di una palude, lasciarli liberi di volare verso il cielo azzurro o al chiuso di una voliera...

È bello e consolatorio vedervi così concentrati e attenti a quello che le parole vanno costruendo, ad entrare in quelle famose collane di parole che veicolano le idee più stimolanti.
Dunque vado avanti nel dipanare questa matassa colorata.
In fondo il nostro uccellino è un grazioso esserino che ci ha fatto fare un interessante ragionamento, ragionamento che è ancora più profondo di quanto si potesse inizialmente immaginare.
Infatti se in luogo del piccolo volatile pensassimo ad un bambino, potremmo immaginarci adesso quale differenza si potrebbe generare nella sua crescita e nella sua evoluzione educativa, cambiando l'ambiente in cui lo facciamo vivere.
Non è vero?
Ci vuole un po' di bello intorno a lui, la ricerca di situazioni diverse che lo faccia star bene, ci vuole un po' di cura e di attenzione nei suoi confronti.
Vedete già la bellezza che si sprigiona?
Io sì,  la vedo e ne sono certa.
Che meraviglia se ogni bambino potesse avvalersene!

È bellissimo imparare a guardare il mondo con occhi meno scontati e lasciarsi contagiare dai colori dell'entusiasmo.
La stupore è sempre un momento produttivo per l'uomo in tutti i campi.

Che ne dite?
Vi va di lasciare un vostro commento?

Grazie per essere stati qui con me, tornate ancora!
Intanto, buona vita e non dimenticate di allenare sempre i muscoli della mente e del cuore!





Published: lunedì 29 ottobre 2018

domenica 28 ottobre 2018

Lucca - Avviso












🔴

Buongiorno, amici cari!

Come va?
Tra il vento del Sud e uno scroscio di pioggia, fa un caldo davvero fuori del tempo.
Prima o poi torneremo ancora intorno alla nostra panchina virtuale a trovare calma e serenità. Prometto.

Questo post, invece, vuole solo comunicarvi che mercoledì 31 ottobre il solito incontro de "La Panchina" in Via Sant'Andrea 33 non si terrà.
Abbiamo pensato che potessero sorgere delle difficoltà, in particolare per chi viene da fuori,  a causa del traffico particolarmente intenso che ci sarà per i Comics e Halloween.
Gli incontri riprenderanno regolarmente la prossima settimana, precisamente, mercoledi 7 novembre.

Allora vi aspetto, con molto piacere, sulla panchina virtuale prima e su quella reale la prossima settimana... per allenare i muscoli della mente e del cuore!

🔴






Published: domenica 28 ottobre 2018

giovedì 25 ottobre 2018

Lucca - Terzo Incontro, prima parte - 24.10.2018











Salve, carissimi!
Eccoci ancora qui intorno alla nostra panchina.
Che atmosfera deliziosa!
Che pace accogliente c'è in questo mondo così particolare!
Non è forse vero?
In quello reale la mattina era cominciata con qualche nuvola e un po' di grigio,  ma gradualmente la luce è aumentata e il sole ha fatto capolino.
Quindi, è con molta energia che ho varcato la soglia per arrivare fin qui e sono pronta a ricaricare chiunque si avvicini ora al nostro mondo di parole e di idee.
Venite pure avanti e rilassatevi.
In fondo basta poco per vivere meglio, per ricondurre le difficoltà in confini più contenuti, per riconsiderare preoccupazioni e paure in una luce diversa e meno connotata di irrazionalità.
A volte, basta tuffarsi nel colore di una semplice immagine per sentire dentro di noi un mutamento improvviso, un miglioramento dell'umore.

Allora vi voglio subito regalare questo scatto preso ieri pomeriggio durante il nostro quarto incontro.
Che ne dite?
Non mette forse allegria?
Non trovate che sia pieno di energia?

Ieri abbiamo dovuto cambiare la sede dell'incontro all'ultimo minuto, ma il luogo in cui ci siamo trovati, in  Via Santa Giustina, ci ha ben accolto e facilitato con la sua indubbia bellezza.
Per una serie di motivi eravamo in poche, ma questo ci ha favorito nell'accogliere in modo più intimo una nuova amica de "La Panchina" che partecipava per la prima volta.

Abbiamo giocato un po' con le rime, rileggendo la ninnananna che avevamo creato nell'incontro precedente e poi ci siamo messe a "sferruzzare"...  un uccellino.
Sì, un uccellino.
È stato molto divertente ed il risultato ci sembra decisamente grazioso.
Potete vedere i nostri uccellini che ammiccano nella foto e, pur non colorati, già ci trasportano nel mondo delle fiabe.
Non sono graziosi?
Inutile dire che "sferruzzare" ci ha davvero rilassato e ha creato le condizioni per vivere emozioni attraverso le parole.

Altro punto saliente dell'incontro di ieri è stata la rilettura del nuovo racconto che stiamo scrivendo e che avevamo iniziato mercoledì della scorsa settimana.
Dalla rilettura della prima parte, abbiamo messo in moto le idee e la discussione, per proseguire questa insolita storia dagli insoliti protagonisti, che presto cominceremo a pubblicare in queste pagine.

Amici, carissimi, grazie per essere stati qui con noi a vivere le nostre avventure virtuali, ma anche molto concrete nei cambiamenti che operano in noi.
Se vi va e riuscite a ritagliarvi un po' di tempo, venite anche agli incontri de "La Panchina" reale a Lucca.
Chissà che non vi piaccia!
Intanto è bello stare insieme anche nel mondo virtuale.
Per me lo è certamente.

Tornate ancora e... ricordate di allenare i muscoli della mente e del cuore!







Published: giovedì 25 ottobre 2018

martedì 23 ottobre 2018

La Panchina Lucca











Salve, amici!
Come va?

Ricordo, per coloro che fossero interessati, che domani mercoledì 24 ottobre, alle ore 16.30, ci troveremo come al solito in Via Sant'Andrea 33.

Vi aspettiamo!
In volo con il nostro ippogrifo, vivremo ancora emozioni e sentimenti significativi!
Unitevi a noi!

❤❤❤❤❤❤


Per intanto vi voglio regalare una ninnananna dedicata apparentemente ai bambini, ma che contiene significati importanti anche per noi adulti.



🎈

Ridi bambino che mamma ti ascolta
e ti racconta "C'era una volta".
Ridi bambina che il babbo è  rientrato
e vuole sapere cosa ti è capitato.
Ridi figliolo che la pappa è già in tavola
e la tua vita è quasi una favola.
Ridete piccini per quello che avete
ed apprezzate quel che sapete.
La conoscenza stimola il mondo
Inseguitela sempre con un girotondo.
Ridi bambino e chiudi gli occhietti
Dormono già gli altri bimbetti.
Sogna di giostre e amici veri
Vivi una notte di sogni sinceri.

🎈





Published: martedì 23 ottobre 2018

Angeliche parole









Buongiorno, cari amici de "La Panchina"!

Eccoci ancora qui nel nostro spazio pieno di parole!
Io ci sto davvero bene!
Spero con il cuore che anche voi apprezziate il profumo che viene da lontano, quello delle storie e del narrare.
Io l'associo ancora al profumo della carta che si respira in ogni stanza in cui si conservino anche solo pochi libri.
E per me ha un grande valore.

Dunque, poiché Facebook mi osteggia nell'aprire le singole pagine del blog, vi riporto qui di seguito la prima parte di un racconto che sta nascendo sulla panchina reale di Lucca. E via via ve lo aggiornerò anche qui.
Il racconto comunque lo troverete sempre nella sezione specifica, alla pagina "Lucca Insieme - Creiamo una storia? 10".

Buona lettura e buona giornata!




🔴

Sei amiche erano molto legate tra loro da tanto tanto tempo, per essere precisi, fin da quando erano scolarette con il  grembiulino bianco e il fiocco blu.
Avevano sempre vissuto a stretto contatto, frequentavano gli stessi ambienti e si raccontavano tutto.

Accadde, un giorno, che gli angeli di queste sei amiche del cuore si ritrovassero insieme.
Erano stati chiamati insistentemente in quel luogo nello stesso momento, senza capirne il perché.

Così si guardarono per un po' con curiosità in cerca di chiarimenti.
“Tu chi sei?” domandò poi il primo non riuscendo più a tacere, rivolgendosi all’angelo che gli era più vicino “Non ti ho mai visto prima…”.
“Sono Lucibello. Non mi hai mai incontrato, perché sono appena arrivato.”.
“ Oh, caro Bel, che piacere! Posso chiamarti così, vero? Come stai? Io sono Cal e mi piacerebbe conoscerti meglio... Vorrei averti per amico, Bel, per poterti raccontare la mia vita. Sono convinto che ti piacerebbe.” continuò il primo dei sei che aveva avviato quella conversazione.
Bel lo guardò con interesse e sorrise.
“Ma sì, Cal, certamente. Non mi par vero!”.
“Ciao Bel, ciao Cal. Io sono Ziri.” intervenne a questo punto un terzo angelo sorridendo “Anch'io avrei molte cose da dire… Ma non vi sembrano un po’ pesantine queste nostre protette? Non siete d'accordo? Dai, scherzo...”.
Il quarto angelo scelse questo momento per intervenire nella conversazione.
“Io sono Val... e sono felice di essere stato con la mia protetta. Mi sono molto divertito a starle accanto. Lei è lì con le sue amiche e potrebbe raccontarvene delle belle, se solo prestaste attenzione!” bisbigliò con voce flautata.
“Dunque, non sono stato il solo a vivere avventure estreme! Mi presento, io sono Sir.” commentò il quinto angelo, un secondo prima che anche il sesto parlasse in tono sbrigativo.
“Io sono Leon. Sono felice di incontrarvi, ma posso trattenermi poco.”.

Questo bastò perché tutti gli altri smettessero di parlare e si girassero verso di lui.
Cadde il silenzio totale.
Sì, perché anche le sei amiche adesso non parlavano più.



🔴

Leon appariva palesemente ansioso e preoccupato per la sua protetta, la quale proprio in quel momento aveva realizzato che avrebbe cambiato vita.
Si sarebbe trasferita!
Sì, aveva infine deciso.
Non era stato facile, ma era certa che quella fosse la decisione giusta.
Avrebbe raggiunto Roberto a Bolzano.
Roberto…
Lo aveva rivisto da poco.
Che tuffo al cuore!

Sorrise tra sé, volando lontano con il pensiero.
Dimenticò le amiche, dimenticò dov'era, dimenticò tutto e si perse tra le mille emozioni che le ballavano nello stomaco.
Roberto…
Da poco lo aveva rivisto.
Non aveva mai preso in esame una tale possibilità.
Eppure era accaduto.
Roberto, il suo primo amore.
Era ritornato dopo moltissimo tempo per le vacanze estive.
Lei, che si era ritrovata vedova, sola e senza futuro, aveva avuto un vero colpo al cuore.
Si era sentita quasi male alla sua vista cui non era affatto preparata.

Sì, lei aveva sposato Dario, ma non aveva certo dimenticato Roberto.
Sapeva perfettamente di aver lottato a lungo, anche troppo a lungo, contro quei suoi sentimenti ambigui, contraddittori, dolorosi.
Lo aveva fatto con tutte le sue forze e ne aveva sofferto tanto.
Quei due, oltre che compagni di liceo, erano stati la sua eterna ossessione.
Alla fine della fiera, però, aveva sposato Dario.
E con lui era stata felice.
Avevano trascorso un bel periodo spensierato in cui insieme erano stati davvero bene, ma sotto sotto, in fondo in fondo, una presenza costante riaffiorava e riaffiorava ed era doloroso per non dire impossibile respingerla giù nel dimenticatoio.

Il silenzio adesso si tagliava con il coltello.
Lei con gli occhi sognanti.
Le altre a fissarla, incapaci di comprendere.

Gli angeli  guardavano Leon con la stessa espressione.
Aspettavano di sapere cosa stesse accadendo alla sua e alle loro protette.



🔴

Poi l’espressione di Leon chiarì tutto.
Tutto fu chiaro per gli angeli.

Lei finalmente interruppe il silenzio.
”Io vado a Bolzano.”
Le amiche la guardarono mute, inespressive.
“Ho deciso. Vado a Bolzano.”
“Avete capito? Ho deciso. Vado a Bolzano. Perché restate lì inebetite a guardarmi? Parlate, dunque! Voi che fareste al mio posto?” continuò la donna guardando negli occhi le amiche che di colpo si rianimarono.
“Sì, io ritenterei …”
“Sei ancora qui?”
“Io andrei subito!”
“Io sarei già andata”
 “Riflettici bene, però!”
“L'importante è non perderti...”.
Adesso le amiche parlavano tutte insieme.
Ognuna aveva la sua risposta.
Tutte, però, erano infiammate dall'idea dell'amore.
E così, come sempre, si ritrovavano ancora una volta tutte d'accordo, pronte a rischiare, decise a combinarne delle belle come avevano fatto insieme tutta la vita.
La situazione, però, era adesso più complessa, perché una di loro si sarebbe allontanata e la loro amicizia avrebbe potuto traballare.
Ci pensarono solo per un fuggevole momento, perché la decisione era ormai presa.

Non sapevano che, comunque fossero andate le cose, gli angeli le avrebbero protette.
Per gli angeli ora tutto era chiaro.
Tutto era stato deciso.
Leon scambiò uno sguardo con gli altri angeli, batté le ali e tutti insieme si levarono in volo.

In quel preciso momento, le sei amiche tacquero di nuovo repentinamente .
Avevano avvertito come un’impalpabile conferma alle loro parole.
Fu un attimo.
Le sei amiche ripresero a parlare fitto fitto e a fare progetti.

🔴 





Published:

sabato 20 ottobre 2018

Pranzi d'autunno















Salve, amici!
Eccoci già di nuovo a sabato…

Il tempo, ancora una volta, è scorso velocemente verso un altro tempo, sempre diverso o forse sempre uguale.
È scorso così velocemente che quasi quasi non ce ne siamo accorti.
Solo adesso, qui sulla panchina, ho portato alla coscienza questa riflessione.
Solo adesso comincio a percepire il vero senso del tempo.
Lo sento entrare dentro di me in micro-attimi infinitesimali eppure così significativi.

Avvicinatevi anche voi.
Lasciatevi andare al silenzio interiore che pian pianino comincia a caratterizzarsi.
Vedete?
Si riempie della vostra vera essenza, di emozioni, di significati importanti, che vi regaleranno nuovi punti di vista e nuova energia vitale.

Quante parole, quante idee, quanti concetti si rincorrono intorno a noi in questo momento!
Basterà regalarcene una, una sola parola, per attivare quella riflessione, quella meditazione che ricuce gli strappi dell'anima e attiva tutti i nostri circuiti di esseri pensanti.

Per quel che mi riguarda mi lascio catturare da una parola che mi stuzzica da sempre… colore.
Attraverso la tavolozza dei colori, io passo in rassegna fin dal tempo del “C'era una volta…” tutte le emozioni del mondo.
Rosso ed  arancio… le tonalità che mi catturano subito.
Sarà perché è autunno, sarà perché le tonalità calde di questi colori sono meravigliose, sarà perché quest'anno sono particolarmente di moda… io mi illumino di sottobosco e di chiome quasi sfrontate nei loro colori variegati in un tripudio di accostamenti audaci.

Mi rivedo immediatamente intorno a lontane tavole imbandite.
Fanno immediatamente il paio con le tavole di oggi ancora una volta imbandite.
Sì, credo che sia proprio vero.
Appena i raggi del sole si fanno più obliqui, la voglia di casa torna prepotente.

“Troviamoci domani a pranzo…  Ci sono già le castagne… forse possiamo ancora mangiare in giardino… Vedessi che colori ha il mio unico albero, maestoso e regale come in nessun'altra stagione.”
Le due donne parlano nel vicolo convinte di essere sole.
Non realizzano che questa è una città-teatro, un palcoscenico variegato in cui l'acustica è eccezionale e le voci salgono al cielo limpide, mentre raggiungono piazze e cortili.
“Sai? Ho dipinto una tovaglia con delle bellissime foglie colorate d'autunno…” aggiunge la donna che invita.
“Davvero sei diventata una pittrice?” domanda stupita l’altra. “Verrò certamente!".
“No, ho utilizzato delle foglie vere e le ho usate come stampo… Domani la vedrai sul tavolo.”.

Lontano nel tempo la tavola autunnale è più semplice.
Le  castagne non mancano… si aprono sulla stufa di smalto.
In padella si dorano le frittelle di caciotta di pecora in pastella.
La crostata di marmellata mista, fatta con resti di frutti di ogni tipo, è tagliata a piccole losanghe sul vassoietto.
I bambini rumoreggiano per avere le loro frittelle.

Che belle atmosfere, vero?
Forse anche noi domani organizzeremo una bella tavola autunnale e ci ritroveremo a gustare una tortina di pere caramellate alla crema...
Che ne dite?

Grazie per essere stati qui con me!
La vostra compagnia mi gratifica molto, così discreta, costante e piacevolissima com'è.
Tornate ancora sulla nostra panchina ad allenare i muscoli della mente e del cuore!






Published: sabato 20 ottobre 2018

venerdì 19 ottobre 2018

Lucca Secondo Incontro, parte terza - 17.10.18











Carissimi amici de "La Panchina ", 
eccoci ancora insieme.

Vi avevo raccontato che, nel corso del nostro secondo incontro, avevamo giocato un po' con le rime e con le ninnananne

Se volete leggere la ninnananna che abbiamo scritto insieme, la troverete nella pagina "Lucca Insieme - Rime e Nonsense 13", mentre troverete quella da cui eravamo partiti nella pagina "Filastrocche-Nursery Rhymes 2".

Per comodità, riporto qui di seguito, quella che abbiamo costruito insieme.






Ninnananna, mio caro bambino.
È questa l'ora del sonnellino.
Chiudi gli occhietti, bello di mamma,
e continua a fare la nanna.


Ti viene incontro la chiocciolina,
Fai la brava, bella bambina.
Salta il leprotto, cercando la mamma.
Bimbo bello, fai la nanna.


Vola, farfalla, sul suo nasino
Il mio bambino è birichino.
Raggio di sole, riscalda il suo viso.
ed illumina il suo dolce sorriso.


Fatina dai lunghi capelli blu,
scendi volando e vieni giù.
Porta un bel sogno al mio bambino
e resta con lui nel suo lettino.


Elfi cortesi nascosti e prudenti,
avvicinatevi lenti lenti.
Accendete la musica nel suo cuoricino,
per rendere lieto il mio bambino.


Ninnananna, mio caro bambino.
È questa l'ora del sonnellino.
Chiudi gli occhietti, bello di mamma,
e continua a fare la nanna.




(continua)









Published: venerdì 19 ottobre 2018

Lucca - Secondo incontro, seconda parte - 17.10.18













Buongiorno, amici carissimi de "La Panchina"!

Che bello vedervi ancora qui!
Avvicinatevi pure, liberi nella luce eterea che circonda la nostra panchina.
Nel mondo reale il sole ancora brilla lassù, con un certo vigore.
Direi che si sposa proprio bene con  l'atmosfera più soffusa, ma sempre luminosa, che ci circonda qui nel mondo delle parole.

In questo momento c'è del movimento intorno alla panchina.
Che meraviglia!
Mille parole stanno diventando intellegibili.
Guardate!
Le parole stanno prendendo a girare vorticosamente intorno a noi in attesa di essere delicatamente raccolte e di assurgere al rango di idee più complesse.
Però... c'è dell'altro.
Un'immagine.
Nel mio retino magico ho intercettato questa immagine insolita.

Qualcuno di voi l'avrà forse già riconosciuta?
Io la riconosco.
Tuttavia, prima di svelarlo a coloro i quali non possono saperlo, vorrei che ci perdessimo un po' tutti in questo intricato chiaroscuro, alla ricerca di significati e di idee.

A me salta immediatamente all'occhio l'esistenza di una decisa forza centrifuga che vuole prima allontanarsi, ma che poi improvvisamente ci ripensa e si raggruma.
Ecco quindi comparire una cornice in cui ancora distinguo due spazi ben definiti, due scene diverse... Forse sono contemporanee nel tempo o forse  invece, sono in successione.
E voi? Vi siete fatti un'idea personale?
Se sì, continuerò comunque a raccontarvi cosa vedo io.
Ecco...
Nella prima parte, a ben guardare, un volto emerge gradualmente e si carica di significati. 
È un volto che esprime sentimenti ed emozioni... lascio a voi decidere quali.




Nella seconda parte, in basso, la scena si fa in qualche modo più concreta.
Infatti, anche se in una atmosfera surreale, vedo emergere animali, forse un cane o... chissà?





Se ormai vi siete fatti un'idea interpretativa, vi racconterò qualche altra cosina in più.
L'immagine, che ho intercettato, è in realtà l'interpretazione che la nostra nuova amica pittrice ha dato del racconto di cui ha ascoltato la lettura in apertura di questo nostro secondo incontro.

Mi piacerebbe tanto sentire anche le vostre considerazioni.
Che ne dite?
Non abbiate timore a raccontarcele!

Grazie per essere stati qui, intorno alla nostra panchina.
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!
Io vi aspetto, in mezzo alle parole, come al solito.



❤❤❤❤❤


(continua)







Published:

giovedì 18 ottobre 2018

Lucca - Secondo incontro, prima parte - 17.10.18















Salve, amici de "La Panchina"!
Avvicinatevi pure!
È sempre bello per me ritrovarvi e scambiare due parole.

Oggi voglio raccontarvi qualcosa di quello che abbiamo vissuto ieri nell'incontro settimanale in Via Sant'Andrea 33.
Utilizzo volontariamente la parola "vissuto" perchè, come sapete, noi non ci limitiamo a seguire una qualche attività, ma viviamo intensamente quel tempo un po' sospeso, un po' magico, un po'... molto vero, concreto e reale.

Dunque, la prima cosa che voglio dirvi è che ieri abbiamo avuto con noi una nuova amica, la pittrice Maria Maddalena Vertuccio, che ci auguriamo torni ancora a vivere questa esperienza con noi.

Come è nostra abitudine, per iniziare, abbiamo riletto e gustato il breve racconto che avevamo creato durante il primo incontro di questo ciclo e che potete trovare, se volete, in uno degli ultimi post pubblicati.
Tale racconto ci è sembrato piacevole e interessante sotto molti aspetti, per esempio, per dirne solo alcuni, quello emozionale e liberatorio, quello strutturale e creativo, quello dell'elaborazione del pensiero.

Dopo averlo ascoltato e interiorizzato, la nostra pittrice lo ha illustrato, lasciando fluire liberamente le energie che le parole avevano messo in moto dentro di lei.
Ne è emersa un'immagine complessa che ci ha molto colpito e sulla quale abbiamo avviato uno scambio di idee.

Un altro momento di serio divertimento è stato quello di riprendere il gioco delle rime, questa volta ad un livello più avanzato.
Da una ninnananna divertente che ho proposto, ne abbiamo ricavato un'altra tutta nostra... o quasi.
Come?
Partendo dal primo verso di quella esistente, ne abbiamo appaiato un secondo nuovo e del tutto originale; e avanti così fino alla fine.
Interessante è stato anche notare come con una stessa struttura sia possibile creare delle cose abbastanza diverse, comunque sempre piacevoli e gratificanti.

(continua)






Published: giovedì 18 ottobre 2018

martedì 16 ottobre 2018

Fate













Buongiorno!

Eccomi ancora qui con voi, carissimi amici de “La Panchina”.
Nel mondo reale i giorni cominciano a farsi un po' più corti e un po' più grigi, ma ancora le strade sono piene di persone vocianti, che corrono di qua e di là e sembrano non fermarsi mai.

È bello vedervi arrivare intorno alla nostra panchina.
È sempre il silenzio quello che mi colpisce, quel silenzio ovattato che ha una sua personalissima voce, una voce bellissima e affascinante, una voce che intriga e rassicura, una voce che ci trascina nella profondità del pensiero che vuole diventare parola.

Tra fruscii appena percepibili, pigolii e cinguettii, melodie soft inusitate, è  davvero facile ritornare tra le fate, nei boschi incantati delle fiabe, in cui ci perdevamo da bambini.
Che voglia di rivivere quelle emozioni così intense!
Non importa quale sia la nostra età.
Un sorriso è salito immediatamente spontaneo alle nostre labbra, vero?
Per quanto mi riguarda, ricordo di avere giocato spesso in questa atmosfera, di esserci tornata proprio spesso.

Nella pagina “Ricordi…. 41", troverete le motivazioni pedagogico-didattiche e non solo per godersi questo mondo anche a scuola.
Forse a qualcuno di voi potrebbe interessare.

Per non perdere l'abitudine di visitare luoghi fantastici come questi e per facilitarvi, vi riporto qui di seguito una graziosissima storia.
Essa è stata elaborata da bimbi di inizio seconda, che hanno lavorato con molta serietà in piccoli gruppi, separatamente ma interconnessi.
Non allontanatevi dalla nostra panchina!
La magia sta per iniziare!


Cose da fate


E le fate della Buca Tana cominciarono a preparare dei doni per le fate di Compignano.
Infatti  era giunto il momento e, come ogni anno, sarebbero andate a trovarle di lì a poco tempo.

Così Aranciosa, Colorita e Giallina raccolsero tanti fiori azzurri e li sistemarono dentro gusci di uova di gabbiano, decorando le composizioni con petali di nontiscordardimè. 

Poi raccolsero castagne e funghi e li confezionarono dentro una grande foglia verde e robusta.
(Diamante Rosso)



Proprio nello stesso momento le fate della Buca di Compignano cominciarono a tessere veli  trasparenti per quando sarebbero venute le fate sorelle della Buca Tana.
E continuarono a lavorare ed a tessere veli finissimi in attesa del loro arrivo. 

Facevano i veli con la bava di ragno e  li decoravano con fiori rosa di pesco; questi veli sembravano nebbia. 
Infatti per colorare lo sfondo prendevano della tinta azzurra dal cielo e vi spruzzavano qua e là tanta felicità.
(Drago Arcobaleno)



Venne il giorno della partenza. 
Le fate della Buca Tana presero i doni che avevano preparato e si misero in volo... 
Subito nel cielo si formò un ponte di luci che partiva dal Monte Quiesa e si dirigeva direttamente alla  Buca di Compignano.

Quando le fatine arrivarono dall’altra parte,  ballarono tutta la notte, poi si distribuirono i doni.

I vestiti confezionati dalle fate della Buca di Compignano erano bellissimi!! 
Le fate della Buca Tana indossarono i vestiti nella grotta e subito ricominciarono a ballare, a giocare e a mangiare…
(Leondoro)



Poi calò la luna.
- Ciao! - dissero  subito le fate della Grotta Tana, cominciando a raccogliere altri teli di bava di ragno per riportarseli a casa.

La piccola Giallina afferrò con le sue manine la stoffina gialla e rossa, batté le alucce e si alzò in volo leggera.
La graziosa Aranciosa si girò la luminosa stoffina verde intorno al collo e si librò nell’aria azzurrognola.

Anche tutte le altre fatine, bellissime, si drappeggiarono intorno le stoffe impalpabili e volarono insieme verso casa, formando, questa volta, un ponte di nebbia nel cielo.
(Principessa)
  


Le fate più golose si erano portate alla Buca Tana un milione di merendine e di bibite, mandorle e mirtilli, succo di more, di fragole e lamponi, rimasti dal bellissimo banchetto che le fatine di Campignano avevano preparato per loro.

Le fatine di Compignano avevano agitato a lungo le alucce in segno di saluto poi si erano ritirate nella loro grotta ad ammirare i meravigliosi fiori e le lucide castagne ricevute in dono.

Proprio in quel momento si levò il sole e…  gli uomini si ripresero il mondo.
 (Tutti)



🎈
Vi ho visto tutti molto molto attenti… gli occhi un po' chiusi…
Dunque… le avete viste le fatine?
Vi siete ritrovati bambini perduti nei sogni?
Spero proprio di sì.

Grazie per essere stati con me!
Tornate presto… e non dimenticate di allenare sempre i muscoli della mente e del cuore!













Published: martedì 16 ottobre 2018

venerdì 12 ottobre 2018

Lucca - Ancora Incontro del 10 ottobre 2018











Buongiorno, amici speciali de "La Panchina"!
Sono molto contenta di ritrovarvi qui anche oggi, qui in questo luogo sereno in cui i nostri occhi e i nostri cuori si riempiono di cielo.

Forse è proprio per questo che mi è tornata improvvisa alla memoria questa immagine di azzurro e di pace, che mi fa piacere proporre anche a voi.
Essa si trova in una delle pagine del blog in cui compare il breve racconto che abbiamo creato durante il primo incontro del nuovo ciclo de "La Panchina" a Lucca.
Forse lo avete già trovato, ma è più probabile che ciò non sia avvenuto.
Per questo mi fa piacere riproporvelo qui, per facilitarvi il più possibile la sua individuazione.

Spero vivamente che vi piaccia!
Come sempre, saranno graditi i vostri commenti.










La signora Maria si rivedeva spesso seduta davanti a quella finestra, silenziosa e muta, nella sua solita casa ormai troppo vuota.
Ancora un lungo giorno da trascorrere tra sé e sé, sola con se stessa, per necessità sì, ma forse anche per scelta.
Rifletteva e rifletteva e rifletteva ancora.
Sentiva l'urgenza di arrivare a una qualche conclusione con i suoi ragionamenti, che però ripartivano sempre dallo stesso punto e finivano ad annodarsi sempre lì, sempre e proprio in quello specifico punto.
Eppure desiderava andare oltre.

Quindi, anche quel giorno, ancora una volta, si era trovata a ragionare sul fatto che la persona cara, con una vita trascorsa in maniera ammirevole, accudendo gli altri con la speranza di farli felici, spesso sparisce.
Sparisce così, all'improvviso, attraverso un velo di lacrime.
Perché?
Cosa voleva dire tutto questo?
Che senso poteva esserci?
Doveva urgentemente trovare una risposta.
Ne aveva un grande bisogno.

Intanto, fuori!
Sì, di quello ora era più che sicura.
Doveva uscire fuori a cercare una risposta.
In casa da sola la risposta non c'era.







Così, eccola in città nel pomeriggio autunnale.
Quanta gente si muoveva lì intorno!

Proprio in quel momento un gruppetto vociante  venne verso di lei.

La signora Maria, veloce come il lampo, si andò a nascondere prima di volare via, per non rischiare che qualcuno la vedesse senza trucco.
Andava di fretta, non aveva il ritmo lento dell'età.






Il sole primaverile illuminava il mondo con una bellezza sempre uguale eppure sempre nuova.
Che colori e che profumi a colpire l'immaginazione!
La signora Maria gustava un cornetto al mirtillo, mentre pedalava con la sua bici nuova sulle mura.
Aveva trovato una risposta.
Sorrideva.
Aveva capito che la vita non poteva essere fermata.
Era necessaria per la sopravvivenza del mondo stesso.
Si trasformava continuamente in mille diverse forme, sì, ma l'energia permeava sempre ogni più piccola cosa, anche quelle che l'occhio umano non riesce a percepire.

La donna si guardò intorno e sorrise con maggiore vigore.
Non sapeva perché, ma si sentiva nuovamente... accudita.
Sì, accudita come un tempo.
Ne era sicura.
E questo era bello.
E questa era ancora vita.


Ingoiò l'ultimo pezzettino di cornetto al mirtillo e volò via sulla pista ciclabile.
Andava di fretta, non aveva ancora il ritmo lento dell'età.



❤ ❤ ❤ ❤ ❤





Vi è piaciuto questo racconto?
Le parole hanno sempre una funzione di catarsi e, forse anche in questo caso, non fanno eccezione.

Grazie per essere stati qui con me.
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!
Io vi aspetto.






Published: venerdì 12 ottobre 2018

giovedì 11 ottobre 2018

Lucca - Incontro del 10 ottobre 2018











Evviva!
Finalmente siamo ripartiti con i nostri piacevoli incontri!
Infatti, ieri 10 ottobre, alla presenza dell'assessora Ilaria Vietina, nella biblioteca di Maria Eletta Martini in V. Sant'Andrea 33, abbiamo dato il via alla continuazione del progetto "La Panchina".

Anche se molte di noi sono state trattenute altrove per inconvenienti dell'ultimo minuto, uno per tutti la solita noiosa influenza, abbiamo imbastito nuovamente i fili della nostra panchina.

Che bello! Ci sono state molte chiacchiere liberatorie, ma anche parecchi spunti per nuove riflessioni.

In particolare, abbiamo accolto una nuova amica.
È stato divertente il fatto che con lei abbiamo incontrato un nuovo amico speciale, il suo nipotino, che è al momento il nostro amico più giovane, direi il nostro portafortuna per questo nuovo ciclo di incontri.

La nostra amica, che si era ritrovata impegnata con questo giovanotto, era solo passata a salutarci, ma al nostro invito a salire, anche se in compagnia, si è fermata un tempo congruo per giocare un po' con le parole e con noi.
È stato bello vedere come in qualche modo siamo riusciti a coinvolgere anche il nostro giovane amico che per un breve tempo ci ha percepito come qualcuno con cui giocare e relazionarsi a dispetto della differenza di età.
Insomma una vera panchina di leopardiana memoria!

L'incontro era iniziato con una proposta di riflessione sul "tempo", partendo da alcuni semplici versi, un tempo che scorre e che tutto muta, lasciando come unica realtà il momento presente e di cui spesso non ci si accorge nemmeno.
Il linguaggio poetico apre un mondo poco praticato, ma interessante, e riesce in qualche modo a trascinare nel campo del pensiero, delle emozioni e soprattutto delle immagini personali, che ognuno via via si costruisce al suo contatto.
Se vi va di leggere questi versi, li troverete nella pagina "Poesia - Tempo".




Con un giochino, durante il quale abbiamo piegato un quadrato di carta per ricavarne una busta-contenitore a forma di fiore, siamo entrate nel mondo delle parole.
Sulle varie parti del fiore, abbiamo scritto delle parole pescate e scelte tra quelle contenute in alcune scatolette a disposizione.
Ed è qui che il nostro giovanissimo amico ci è stato prezioso!
Egli ha saputo scegliere, leggere ed offrire alle signore le importanti paroline con le quali poi formulare microsituazioni... in un continuo allenamento dei muscoli della mente e del cuore.
Da tutto questo è scaturito il brevissimo racconto che potrete leggere alla pagina "Lucca Insieme -  Creiamo una storia? 9".

Grazie per essere stati qui con noi.
E venite a trovarci in Via Sant'Andrea 33!
Ci troviamo lì tutti i mercoledì alle 16.30.






Published: giovedì 11 ottobre 2018

mercoledì 10 ottobre 2018

Entrar nelle fiabe








Salve, amici!
Sono felice di vedervi qui intorno alla nostra panchina.

Oggi  voglio regalarvi l'inizio di una nuova fiaba...
Con l'autunno, sento nell'aria la voglia di sognare un po', di ritornare bambini,  di riesplorare quel mondo in cui è facile recuperare serenità e energia!
Dunque, entriamo subito in argomento.
Buon divertimento!






🎈

Sul greto di un piccolo ruscello di montagna, dove l'acqua era trasparente come il cristallo, mille sassolini di tutte le misure avevano creato un piccolo mondo in cui il bianco splendeva nei giorni di sole e conteneva il grigio che invadeva la valle nei lunghi bui giorni invernali.
Nella calma e nella semplicità di quell'angolo di mondo la vita si svolgeva lenta, sempre uguale, senza alcun intervento dell'uomo.
Infatti, solo raramente passava di lì qualche montanaro che risaliva il ruscello per raggiungere il bosco in cui tagliare un po' di legna o qualche visitatore in cerca di emozioni che si era spinto troppo oltre i percorsi abituali.
L'acqua saltellava, generalmente tranquilla, sui dislivelli non troppo accentuati e sui sassi che via via tentavano di sbarrarle la strada… e cantava.
Non mancavano giorni invernali cupi e accidentati in cui il piccolo ruscello ingrossava a dismisura e cambiava la sua voce assumendo toni di qualche aggressività che facevano tacere tutti gli abitanti del luogo.
Questo era ciò che vedevano i rari passanti intenti alle loro faccende da sbrigare e, quindi, piuttosto distratti dal chiaro cinguettio degli uccelli, dalla voce del vento che spesso soffiava impetuosamente, dal brontolio del tuono improvviso che sopraggiungeva anche in piena estate.

Tra i mille sassolini levigati dall'acqua nel corso del tempo che non conosceva orologi, però, si svolgeva una vita intensissima, inimmaginabile.
Un intero mondo viveva invisibile a tutti.
Protetto dalla ghiaia e dalle pietre di mille misure, si ergeva uno strano villaggio.
Anzi i villaggi erano più di uno, l'uno non lontano dall'altro, a formare forse un’intera città.
Una città senza spessore? Una città sotto la ghiaia sul greto di un fiume?
Sì, in effetti questo era proprio quello che avreste visto, se foste riusciti ad infilarvi tra i ciottoli piatti e levigatissimi, nel punto in cui con un po' di fortuna si poteva attraversare la porta tra i due mondi.

🎈



Vi è piaciuto l'incipit? 
Vi andrebbe di varcare con me quella soglia?
Tornate ancora qui, allora!
Io vi aspetto... e non dimenticate mai di allenare i muscoli della mente e del cuore!



Eccomi!
La fiaba continua.
Siete pronti per andare al di là?
Dai, entriamo!



🎈

Che mondo specialissimo c'era laggiù!
Un mondo incredibile.
Incredibile davvero.

Infatti, a ben guardare, si potevano vedere piccoli esseri trasparenti che scivolavano con grazia su sentieri tracciati da bollicine, in un apparente ordine predefinito.
Vagamente umanoidi, i piccolissimi esseri non indossavano abiti.
Era come se la loro pelle fosse al contempo corazza, morbidezza e duttilità, trasparenza, protezione, eleganza.
Non si distinguevano uomini o donne, vecchi o giovani, bambini o neonati.
Intorno a quella che doveva essere la loro testa, dondolava appena e con una certa armonia una specie di casco morbido dello stesso tipo della pelle, ermetico e sigillato, che evidentemente non lasciava passare all'interno nemmeno una gocciolina dell’acqua del ruscello.
Così quegli esserini erano in grado di muoversi leggeri verso le loro destinazioni, appunto in un ordine apparentemente predefinito e ritmico, senza sorpassi e senza affollamenti.

I sentieri tracciati dalle bollicine si perdevano a vista d’occhio in ogni direzione tra le costruzioni che formavano quella strana città.
Costruzioni?
Sì, non erano sassi o rocce naturali.
Erano vere e proprie costruzioni, insoliti edifici semoventi, prevalentemente sferici, sempre trasparenti e lucenti come cristallo.
A volte un raggio di sole si infilava tra i sassi e penetrava in quella magica realtà, producendo bagliori deliziosi.

L'acqua del ruscello scorreva cristallina su quel mondo segreto e lillipuziano.
I pesciolini si avvicinavano a volte nel punto in cui si apriva il varco nascosto, cioè la porta che collegava i due mondi.
Essa in qualche modo inconsapevolmente li attirava, ma non trovandovi cibo si allontanavano a valle o si intrattenevano tra i bianchi ciottoli dove sempre riuscivano a sfamarsi.

C'era, però, un pesciolino argenteo che tornava e ritornava in quel punto.
Ne era come incantato.
Se se ne allontanava troppo, avvertiva un profondo richiamo, un richiamo profondissimo a cui non sapeva resistere.
Allora si guardava indietro e ritornava di corsa proprio lì, pinneggiando disordinatamente.

🎈



Grazie per essere stati ancora qui!
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!
La fiaba continua...



Buongiorno e buona domenica!
Ci siete tutti?
Sì, adesso ci siete in tanti
Allora, cari amici de “La Panchina”, vogliamo riprendere la storia?



🎈

Gli esserini trasparenti continuavano ad andare e ad andare.
Scivolano sui sentieri tracciati dalle bollicine ordinatamente e con un ritmo sempre uguale.
Questo dava una grande armonia a chi si fosse trovato per caso a guardarli.
Dove andavano tutti così consapevoli e convinti?

I vari sentieri si allontanavano a perdita d'occhio sotto il greto del ruscello che serpeggiava verso valle in lieve pendenza.
Sotto non c’era apparente dislivello e gli esserini scivolavano via in lunghe file, ad intervalli regolari, tutti più o meno della stessa altezza, dondolando appena il capo, mentre guardavano dritti davanti a loro.
Dopo un percorso variegato e piuttosto lungo, con grande stupore, numerosi di quei sentieri si ritrovavano a convergere in un ampio spazio apparentemente vuoto.
In realtà, a ben osservare, si notava un cuscino di bollicine che girava tutto intorno, formando un enorme anello che scorreva continuamente su se stesso.
Arrivando dai vari sentieri era inevitabile finirci sopra.
E così, infatti, accadeva.
Al convergere dei due percorsi, ogni squadra di esserini, si immetteva nell'anello.
Dopo aver voltato il capo a destra, ogni esserino ruotava tutto il corpo di novanta gradi e continuava a scivolare armonicamente sul circuito di bollicine.
Era bellissimo vedere come in tutto questo non ci fossero interruzioni, fermate o movimenti scomposti. Sembrava una giostra elettronica nel cui movimento non ci potesse essere neanche un piccolo dettaglio diverso perché non previsto dal programma.

Il pesciolino argenteo, risalendo l’acqua del ruscello, si trovò ancora una volta in quel punto speciale in cui avvertiva un'attrazione fatale alla quale non poteva assolutamente resistere.
Girò e rigirò su se stesso per un bel po' incapace di allontanarsene.
Poi, ad un tratto, con un colpo di coda, spostò un paio di sassolini.
Quello che vide lo incuriosì al punto tale che si immobilizzò per paura che l’immagine sparisse.
Era come se l'acqua in quel punto si fosse trasformata in una forte lente che ingrandiva, rendendo comprensibile, ciò che proteggeva al di sotto.
Vedeva con chiarezza l'anello di bollicine sul quale le squadre di esserini procedevano distanziate tra di loro.
Chi erano quelle strane creature?
Era sicuro che si trattava di esseri viventi.
Quello di cui era certo è che non provava l'istinto di mangiarli.
Continuava ad osservarle ipnotizzato, quando si accorse che al termine del terzo giro, la prima squadra stava saltando un passo.
Immediatamente, con un salto perfetto, il primo esserino aderì ad un’asta trasparente e prese a vorticare intorno ad essa.
Intanto il secondo aveva saltato anche lui e si era posizionato a fianco del primo, mentre tutti i componenti della squadra facevano altrettanto.

Via via l' asta si spostava verso l'alto, consentendo alle altre squadre di disporsi nella stessa posizione di quella precedente e di prendere a ruotare alla stessa velocità.
E così continuò senza interruzione, mentre l'asta diventava sempre più lunga e i filamenti di esserini con il casco in rotazione così numerosi che era ormai impossibile contarli.

Il pesciolino argenteo, frastornato da tutto quel movimento, chiuse gli occhi senza avvedersene.

🎈


Sono contenta di avervi incontrato.
Continuate a frequentare la nostra panchina!
E non dimenticate di allenare i muscoli della mente e del cuore!
La fiaba continua...



Buongiorno, amici!
Eccoci di nuovo qui nel mondo delle parole, per continuare le nostre avventure,
Che ne dite?
Vogliamo vedere cosa sta accadendo nello strano mondo scoperto sotto un ruscello di montagna?
Dai, continuiamo!


🎈

Il pesciolino argenteo, risalendo l’acqua del ruscello, si trovò ancora una volta in quel luogo speciale in cui avvertiva un'attrazione fatale alla quale non poteva assolutamente resistere.
Girò e rigirò su se stesso per un bel po' incapace di allontanarsene.

Fu in quel momento che, con un colpo di coda, spostò un paio di sassolini.
Quello che vide lo incuriosì al punto tale che si immobilizzò per paura che l’immagine sparisse.
Era come se l'acqua in quel piccolo spazio si fosse trasformata in una forte lente che ingrandiva, rendendo comprensibile, ciò che proteggeva al di sotto.

Vedeva con chiarezza l'anello di bollicine sul quale le squadre di esserini procedevano distanziate tra di loro.
Le osservava ipnotizzato, quando si accorse che erano già al termine del terzo giro.
La prima squadra si fermò un passo e con un salto perfetto… il primo esserino della fila aderì ad un’asta trasparente e prese a vorticare intorno ad essa.
Intanto il secondo aveva saltato anche lui e si era posizionato a fianco del primo, mentre tutti i componenti della squadra avevano fatto altrettanto in modo sincronizzato.
Via via l' asta si spostava verso l'alto, consentendo alle altre squadre di disporsi nella stessa posizione e di prendere a ruotare alla stessa velocità .

Il pesciolino argenteo, frastornato da tutto quel movimento, chiuse gli occhi per un attimo.
Li riaprì immediatamente, però, per non perdersi nulla di quello spettacolo che gli creava una grande turbamento.

Le file di esserini, che afferravano l'invisibile asta e si erano posti a novanta gradi rispetto ad essa, ruotavano ancora a velocità supersonica.
Immaginate una banderuola su un tetto, che gira impazzita, sospinta da un vento furioso, fendendo l'aria ritmicamente in un crescendo spaventoso.

In quel momento, alla base dell'asta si stava formando una voragine, che si ampliava a macchia d'olio.
Prima che il pesciolino riuscisse a rendersene conto,  la grande misteriosa apertura ingoiò quell’asta sconcertante.
Fu un movimento del tutto improvviso, ma così preciso che gli esserini non persero il loro ritmo, lasciandosi trasportare giù, sempre più giù, sempre in un ordine ben composto e riconoscibile, giù giù dove accadde l'inverosimile.

Laggiù lo spazio si dilatava a dismisura, mettendo in risalto un intreccio di strade contorte formate sempre da bolle, questa volta grandissime.
Su di esse, esseri trasparenti, che apparivano molto grandi su quelle bolle pure grandissime, vagamente umanoidi, con una specie di casco dondolante al posto del capo, percorrevano gli spazi in file lunghissime intervallate tra loro, come già aveva visto fare agli esserini in superficie.
Sembrava di precipitare in una grande fabbrica seriamente intenta a produrre qualcosa di invisibile, qualcosa che non si comprendeva anche aguzzando la fantasia.

Il pesciolino argenteo si spinse ancora più avanti nel tentativo di vedere meglio cosa stesse accadendo laggiù.
Per poco non mandò in mille pezzi quella specie di lente che gli consentiva di cogliere tale immagine aliena.
Si spaventò tantissimo per il danno che stava per fare e si ritirò indietro con un guizzo improvviso, riguadagnando quel tanto di spazio sufficiente a ripristinare la primitiva posizione.


🎈

Che ve ne pare?
Se volete potete continuare voi stessi, scrivendo nella casella dei commenti.
Sarebbe bello riprendere a scrivere insieme, a più mani.
È molto tempo che non lo facciamo più!
Dai, buttatevi!

Alla prossima!
E… ricordiamoci sempre di allenare i muscoli della mente e del cuore!



Ho visto che nessuno si è  buttato!
Allora, come andrà a finire questa storia?
Vediamo se ci sono altre parole nell'aria per continuarla…
Sì, ce ne sono!
Leggiamo, dai!


🎈

Per fortuna il nostro pesciolino argenteo aveva riguadagnato la primitiva posizione.
Infatti era riuscito a rimettere a fuoco l’ultima scena, quella che lo aveva fatto sobbalzare e per poco non aveva compromesso tutto.
Ora era di nuovo entrato in quello spazio dilatato, in quella specie di fabbrica incomprensibile, ove tutto si svolgeva come nel complesso meccanismo di ingranaggi che regolano il funzionamento di un orologio.
Ciò che non era previsto si toccasse rimaneva separato, magari per un spazio così esiguo che quasi non si riusciva a vedere.
Ciò che doveva entrare in contatto lo faceva con una precisione ed un ritmo maniacali da lasciare a bocca aperta.
Tuttavia, il pesciolino argenteo era affascinato soprattutto dagli umanoidi.
Era chiaro che non erano oggetti, meccanismi inanimati.
Era comunque evidente anche il fatto che niente avevano della vita che era abituato ad osservare dentro e fuori dal ruscello in cui era nato, era vissuto e stava facendo l'esperienza di giovane argenteo pesciolino.

Lui apriva e chiudeva la bocca, sventolava in modo sincronizzato le pinne, lasciava filtrare l'acqua attraverso le branchie per portare avanti la sua esistenza.
Quegli umanoidi scivolavano su cuscini di bollicine, non cambiavano di un millimetro la loro posizione rispetto agli altri, sembravano completamente chiusi alla possibilità che qualunque cosa  potesse entrare dentro di loro.
Erano di misure completamente diverse… dall'infinitesimamente piccolo, al grandissimo che incuteva un enorme timore.

Mentre così elucubrava nella sua mente rovente, si accorse che al centro di quella fabbrica lo spazio aveva ripreso ancora una volta a dilatarsi, sempre di più e di più, mentre orde di quegli enormi esseri, in file precisissime, scivolavano sempre più giù, fino al punto fatidico in cui raggiungevano un ulteriore livello, sempre più in profondità.

Il piccolo pesce era molto emozionato.
Sentiva crescere dentro di sé qualcosa di enorme che stava quasi per soffocarlo.
Non riusciva a capire se lo spettacolo lo riempisse di piacere o di disagio.
Voleva assolutamente scoprire cosa ci fosse laggiù, cosa stessero facendo quei curiosi personaggi così seri e così precisi.
Già  da un po' si era reso conto che la lente più non ingrandiva e che ciò che riusciva a vedere non era più tutto quello che c'era da scoprire.
Allora con la pinna caudale si dette un bel colpo e fece un salto indietro nelle acque del ruscello.
Girò più volte su se stesso.
Sì guardò avidamente intorno, su e giù, qua e là, poi alzò gli occhi al cielo e si perse nell'azzurro.


🎈



Che fascino il mondo che viene evocato in questa storia, vero?
Grazie per essere stati qui con me e il pesciolino argenteo!
Alla prossima!
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore.


🎈

Se volete sapere come va a finire,
andate alla pagina 
"Una pagina per sognare - Il greto segreto del fiume"








Published: mercoledì 10 ottobre 2018

lunedì 8 ottobre 2018

Lucca - "La Panchina" - Si ricomincia!









    


Buongiorno, amici carissimi de "La Panchina" di Lucca!
Evviva!
Eccoci di nuovo qui,  pronti,  anzi prontissimi, per ripartire con i nostri incontri in Via Sant'Andrea, 33.

In collaborazione con l'Amministrazione Comunale di Lucca, il portone sta per riaprirsi, come pure la biblioteca di Maria Eletta Martini,  in cui siamo soliti riunirci e che vedete nelle foto.


         

Inutile dirvi che vi aspettiamo numerosi per vivere insieme dal vivo le atmosfere piacevoli e costruttive che questo blog promuove anche in termini virtuali per chi non può partecipare o vive lontano da qui.

È  con vero piacere che Mercoledì 10 ottobre alle ore 16,30, alla presenza dell'assessora Ilaria Vietina, inaugureremo questo nuovo ciclo di incontri, accogliendo eventuali altri interessati e illustrando quali sono le finalità e gli obiettivi per cui vale davvero la pena trovarci... sulla "panchina".

Cercando su questo blog, ricordo che molte informazioni sono reperibili nei post pubblicati di volta in volta fin dall'inizio dell'esperienza, questo per chi volesse saperne di più fin da subito. 

Nelle foto che seguono si possono vedere il momento iniziale e quello finale che hanno aperto e chiuso il primo ciclo di incontri realizzati da "La Panchina" a Lucca.


  


Adesso avanti tutta verso il futuro!
A mercoledì!
Non mancate!








Published: lunedì 8 ottobre 2018

sabato 6 ottobre 2018

Lucca - "La Panchina" a casa mia











Salve, amici de "La Panchina"!
Eccoci ancora qui nel mondo delle parole e delle idee!
Avvicinatevi con fiducia alla nostra panchina colorata d'autunno.
Nel mondo reale l'aria frizzantina del mattino è mitigata da un sole ancora caldo e promettente.
A volte compare la pioggia, ma non sembra troppo convinta e non si ferma mai a lungo.

Qui intorno alla panchina l'atmosfera è di calma profonda, di quella grande serenità che facilita la riflessione.
Riemergono in noi i caldi e piacevoli colori che abbiamo assorbito dalla terra e dalla natura e anche le emozioni che abbiamo incontrato e vissuto.
Connotano la nostra anima che è alla ricerca di qualcosa di nuovo.
E noi non dobbiamo deluderla!

Io sono stata molto bene e mi sono caricata di energie durante un incontro dal vivo, una panchina orgznizzata a casa mia per riallacciare i contatti dopo la pausa estiva, una panchina a ruota libera dove abbiamo accolto una nuova amica e in cui non riuscivamo a contenere la nostra voglia di raccontare e raccontarci.

Quante parole sono volate nell'aria e si sono messe in circolo nelle nostre menti e nei nostri cuori!

Adesso qui, intorno alla nostra panchina virtuale, me ne sono portata dietro due in particolare, due belle parole che si traducono in una grande ricchezza per chi le pratica nella propria vita... forza e volontà.
Sì, dalle mille chiacchiere anche scomposte che abbiamo fatto in occasione della panchina a casa mia, è emerso che tutte noi abbiamo sperimentato un'importante forza di volontà che ci ha consentito di crescere nella vita e di superare scalini ed ostacoli che molte altre persone non sarebbero mai riuscite a valicare.
A ben rifletterci, se ne deduce che siamo quelle che siamo per nostra scelta o merito, se così si può dire, e questo ci dà una forza che ci è molto molto utile per vivere in modo profondo la vita di oggi.

Abbiamo anche convenuto che le difficoltà incontrate non sempre sono state esperienze così brutte da dover essere gettate via e seppellite sotto pietre di emozioni da dimenticare. Al contrario sono state uno stimolo a trasformare ciò che non dipendeva da noi in un'occasione di crescita e di evoluzione.

Nel mettere in qualche modo in comune le nostre storie, abbiamo creato un circolo così virtuoso di emozioni e considerazioni che ci hanno fatto davvero bene, introducendo nuova linfa vitale nelle nostre menti e nei nostri cuori.

Era, dunque, inevitabile che quelle due paroline cominciassero prepotentemente a girare nell'atmosfera rarefatta qui, ora, intorno alla nostra panchina, per essere utili anche a voi che leggete e che forse avete sperimentato una situazione simile, anche se non ci avevate più pensato.
Viceversa, se non vi sentite così forti per affrontare un qualcosa che vi capita in questo momento, potreste sempre utilizzare questo spunto di riflessione per tentare di dare un colpo di reni e fare un salto verso una soluzione possibile.

Qual è la vostra esperienza? Vi va di parlarne?
Comunque l'importante è non dimenticare di allenare sempre i muscoli della mente e del cuore!

Grazie per essere stati qui con me!
Tornate ancora!
Alla prossima!







Published: sabato 6 ottobre 2018

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