In alto tutto è pulito ed ordinato, ma laggiù,
lontano, c'è sempre tanto da rimettere in ordine.
Mia cara amica ti scrivo
Una lettera
Abbiamo perso l'abitudine di scrivere lettere
eppure sarebbero un ottimo strumento
per conoscerci e farci conoscere.
Ci sono rimasti i messaggi brevi,
brevissimi e standardizzati dei social
che ci connettono, sì,
ma che sono tutt'altra cosa.
In questa pagina
vi propongo di provare a scriverne una,
una sola,
una sola vera lettera
e con il cuore.
Vogliamo vedere cosa succede?
📚
Prima di tutto
proviamo a richiamare alla memoria
delle lettere speciali,
che magari abbiamo gia incontrato
in un tempo lontano.
Se non le abbiamo mai lette,
facciamo insieme
una brevissima deviazione,
per vivere
una piccola
esperienza alternativa.
Non
sono lettere autentiche,
ma quelle immaginate
di "eroine" dei
miti greci,
scritte dal poeta latino
Ovidio.
Il poeta si cala nei panni
di una donna abbandonata,
tradita o ingannata,
e scrive versi
eterni
e commoventi.
Fra le protagoniste
raccontate da Ovidio,
troviamo anche
Fedra,
Penelope, Arianna,
Briseide, Didone.
Didone
Didone è una donna
sedotta e abbandonata,
che cerca di convincere il suo uomo
ad
andare contro
un destino già stabilito
dagli dei
e quindi inesorabile.
Così, inconsolabile,
mentre il condottiero troiano
è ormai lontano,
Didone si dà la morte
con la stessa spada
che Enea le ha regalato.
Ecco cosa scrive
Didone al suo amato.
“Ormai
sei deciso, Enea, ad andartene e ad abbandonare l'infelice Didone. I medesimi
venti porteranno lontano le tue vele e le tue promesse. Brucio come le
fiaccole di cera impregnate di zolfo, come l'incenso delle devozioni versato
sui roghi fumanti. Enea resta sempre impresso nei miei occhi insonni, Enea ho
nella mente, notte e giorno. Ma lui è ingrato e sordo e, se non fossi
insensata, vorrei fare a meno di lui. Tuttavia non odio Enea, benché mediti il
mio male, ma lamento la sua slealtà e, pur lamentandomi, lo amo di più.”.
📚
E adesso proviamo noi
📚
Tutto non si può avere, avevo il sole, avevo grandi spazi, avevo tempo infinito, ma non avevo te, cara amica mia, non c'eri proprio e allora scelgo te piccola me stessa con gambe buone, con grandi spazi, con tanto tempo per correre e ti dico che ti voglio bene.
E' una cosa recente sai, prima non te ne volevo. Mi vergognavo di te, non mi piacevi e ti trovavo antipatica, non amata, grassa, povera e miserevole.
Come eri bella amica mia, come sono orgogliosa di te, come volavi su quelle piagge, quanta ricchezza nascosta nella pochezza apparente! Quanto amore avevi intorno a te e dentro di te! E grazie, amica mia, perchè lo hai saputo riconoscere e ricordare.
Sai, il tempo si è portato via i grandi spazi, l'energia delle gambe, la giovinezza, ma che importa? Ora ho tutto, perchè ho fatto pace con te, amica mia.
Rita
📚
Mia carissima Elisa,
con quanto immenso piacere ti scrivo!
Che fortuna averti ritrovata!
Sono passati davvero tantissimi anni da allora,
ma nella mente e nel cuore tutto è chiaro e limpido come stessi vivendo un eterno
presente.
Dai,
diciamoci la verità, ma come avrei potuto dimenticarti? Non sei stata forse tu l'unica
e vera amica dei tempi più veri, quelli della scoperta e del mondo immaginato?
Ci siamo
conosciute e siamo diventate amiche, mentre ci preparavamo agli esami d'ammissione,
noi due soltanto, al tavolo della mia sala da pranzo, davanti a mia sorella giovane
e bella, poco più di vent'anni, che ci apriva un mondo fantastico di belle cose
da conoscere.
Poi Sezione
L io, Sezione I tu.
Il percorso
in autobus fino a scuola, il ritorno sempre pieno d'avventure. Ghiaccioli all'amarena
a rinfrescare le giornate romane già calde di marzo.
E la
strada a piedi fino alla fermata più lontana, di nascosto dai nostri genitori, per
risparmiare le venti lire per il ghiacciolo, appunto! Le chiacchiere, le risate,
i mille sorprendenti passanti del nuovo mondo che andavamo conoscendo.
Non dirmi
che hai dimenticato tutto questo, tre lunghi anni insieme ad andare e venire, a
studiare insieme nei lunghi pomeriggi. Per noi non era affatto faticoso. Strano, ci piaceva.
Nelle
caldissime estati, poi, la visione dei film di mattina a casa tua. La meraviglia e il sogno davanti alla
televisione, mentre il tuo fratellino martellava dei grossi chiodi, tra il pavimento
e lo stipite della porta… ancora lo rivedo serio serio, mentre tua madre non riusciva
a convincerlo in alcun modo a cambiare gioco!
Il tempo
è volato poi via in fretta. Tu ti sei fidanzata e sposata molto giovane, un lavoro nuovo
e l'arrivo dei figli. Io ho cominciato a lavorare giovanissima, ho continuato a
studiare e poi ho lasciato definitivamente Roma con marito e figli al seguito.
Quanti
anni sono trascorsi da allora!
Ci sarebbero
ancora moltissime cose di cui parlare insieme. Penso che ne avrai tante anche tu.
Chissà se, adesso che ci siamo ritrovate, un giorno potremo sederci per una bella
chiacchierata e un caffè come facevamo un tempo! Certo la distanza tra noi, che
viviamo in due città piuttosto lontane e la situazione del mondo oggi con la pandemia, non lo rendono affatto facile, ma promettiamoci
di rivederci il prima possibile.
Un grande
abbraccio pieno d'aria pura, Elisa!
Vanina
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Cara Rina,
sei stata per anni ed anni una carissima amica, molto presente nella mia vita,
Ci siamo conosciute quando un mio figlio e tua figlia erano alle scuole elementari ed erano nella stessa classe. Ti ricordi quei momenti?
Eri venuta a stare a Lucca da La Spezia, perchè tuo marito vi era stato trasferito per motivi di lavoro.
Ti sei affezionata tanto a me, perchè ti sentivi sperduta in una città nuova e ti raccomandavi perchè ti accompagnarsi e ti insegnassi i negozi.
Non era come ora tanti e tanti anni fa, non c'erano i supermercati come adesso. I negozi però erano più caratteristici.
A Lucca c'era un mercato dove si faceva la spesa alle bancherelle della frutta e verdura, gestite direttamente dai contadini. Tutto intorno poi c'erano negozi di tutti i generi alimentari.
Purtroppo il tempo passa veloce, Rina. Tu sei tornata a La Spezia, perchè tuo marito ora è in pensione.
Così... ci siamo perse.
Ora ci sentiamo solo per le feste per farci gli auguri con il telefonino.
Silvana
📚
Mio caro,
lo senti il profumo dei pini?
Oggi, per sconfiggere la monotonia che ha preso un po' tutti in questo periodo, sono andata a passeggiare sulle Mura della mia città per arieggiare pensieri e polmoni.
Ho goduto della maestosità dei Platani e del verde brillante dei Tigli e poi mi sono imbattuta in alcuni Pini che, con il loro profumo pungente e fresco mi hanno catapultato a quegli anni nostri, lontani e spensierati, quando tenendoci per mano, presi in quello stordimento di ogni senso e come sollevati dal terreno, camminavamo nel nostro sogno innocente e gioioso...
Cari Pini, che spandete profumo di resina e di bosco per tutti coloro che si amano, frenate i vostri doni ora, per me che solitaria vado e tu, amico perso nel tempo, resta dove sei, dormi anche tu il sonno calmo e opaco di questa età nostra, perché mai si torna indietro e tutto lentamente si compie senza che lo vogliamo.
Restano gli odori ad aprire spiragli, come veli delicati stratificati nel cuore che, leggeri, volano chissà dove.
Elisabetta
📚
Ciao Erik,
quanti anni saranno che non ti dico "Ciao, Erik"? Forse più di cinquanta.
Andavamo alle superiori insieme e facevamo un tratto di strada insieme chiacchierando piacevolmente, mentre tornavamo a casa.
Poi, terminata la scuola, ognuno di noi ha preso una strada diversa, io ho lasciato la nostra amata città e di te non ho saputo più nulla.
Ieri sera ho acceso Facebook e la prima immagine che mi è apparsa sullo schermo è stata quella di un annuncio funebre. Mi ha stupito perchè non è un'immagine usuale sui social... Poi ho letto il tuo nome e ci sono rimasta molto male nel capire che eri proprio tu che te ne eri andato lasciando i tuoi cari.
Sono tornata indietro nel tempo e subito mi sono ricordata di quanto eri dolce e sensibile, ho rivissuto le nostre chiacchiere e mi sono resa conto di quanto eri generoso e positivo nei tuoi commenti su chiunque.
Ti saluto Erik, la tua morte mi ha riportata a quei giorni spensierati e ha lasciato dentro di me tanta nostalgia.
Lauretta
📚
Cara amica, ti scrivo.
Sono passati
tanti anni da quando ci siamo conosciute, anche se ci siamo presto perse, perché passata
l’estate ci salutammo, pensando però di ritrovarci almeno per la stagione
successiva. Ma io non tornai.
Eppure
sarei tornata anche volentieri, perchè il lavoro mi era piaciuto e mi ero
trovata anche benissimo con voi che, essendo
io la più piccola, mi avevate fatto sentire come a casa. Eravate state la mia famiglia per
quei tre mesi. Non ci siamo
più viste e, adesso, ti vorrei raccontare un poco come sono andate le cose.
Per l’estate
successiva mi capitò di andare a lavorare in un campeggio vicino a casa mia e
ovviamente a quindici anni non è poco! La sera
ero libera e potevo uscire con i miei amici. Decisi quindi di accettare quel
nuovo lavoro che poi era anche una nuova esperienza.
L’estate
successiva feci da baby sitter a un bimbo molto piccolo, in culla. Lo portavo
sempre in giro con la carrozzina per cui anche allora potevo stare in giro,
cosa importantissima per quell’età.
In fondo c’è da dire che l’estate passa in
fretta e a metà settembre via, di nuovo a scuola, della quale conservo bei ricordi.
Le risa e i canti sulla corriera all’andata e al ritorno e pure
spesso l’autostop per risparmiare i soldi del biglietto. Anche allora sapevamo
del pericolo che potevamo correre ma non ci si badava troppo. Ti dico che era
anche il momento di grande diffusione della droga ma il nostro gruppo non ha
mai avuto problemi di questo tipo. Siamo state fortunate a non incapparci.
Mi
sono sposata giovanissima e sono andata in un'altra città.
A pensarci la mia
vita è stata, come dire… errabonda? Mi
sono spostata una sacco di volte per lavoro
ma anche di casa. Pur trovandomi bene
ovunque tutto sommato, ho sempre però sentito via via la necessità di spostarmi,
quasi come sposto i miei mobili nei vari angoli della casa. Pensa che ad alcuni ho
messo le ruote per facilitare lo spostamento oppure li dipingo per avere una nuova versione dell’ambiente. Ahhh…ahhh…
Ho conosciuto molte persone e mi sono resa
conto che mi è rimasto addosso un bel bagaglio di emozioni, anche forti, che molte
di loro mi hanno trasmesso, tu per prima, perché sei stata proprio la prima conoscenza
lontano da casa. Per questo ti ringrazio
moltissimo.
E tu?
Raccontami di te…
Claudia
📚
Miei cari amici, vi scrivo.
Io sono una persona che crede molto nell amicizia, però c'è un però... non è facile avere più persone amiche, sia maschi che femmine. E ve lo dico IO che per l'amicizia darei l'anima. Mi sono accorta che non è così.
Per me è un dare e avere al momento del bisogno, senza chiedere. Così la vedo IO.
Nell'amicizia ammetto di essere stata un po' possessiva, ma sempre per proteggere.
Con gli anni me ne sono accorta e ho capito che devo controllarmi, però questo è il mio carattere nel bene e nel male. Molte volte ci sono rimasta male nel difendere, perché non sono stata compresa.
Da ragazzina ero una che ha sempre difeso le più deboli, non mi é mai piaciuto che fossero trasportate nel male. Sarà che io sono stata una che ha fatto sempre col suo cervello, nel bene e nel male, però devo dire che non mi sono trovata sempre bene perché alcune volte sono passata per gelosa e invidiosa.
Io, invece, volevo solo proteggerle.
Anche sul lavoro ho sempre difeso le deboli e non ho mai fatto del male per passare avanti.
Io non ho mai imposto il mio pensiero, ma ho sempre cercato di spiegare la mia idea, poi dovevano essere loro a decidere cosa era meglio per loro.
Purtroppo io sono fatta così e vi dirò che ho preso molte delusioni, anche da amicizie di tanti anni. È proprio vero che le persone non si imparano mai a conoscere!!!
Oggi ho delle vicine che mi sono molto amiche, Lucilla e Chiara, che mi aiutano e mi trattano molto bene, Lea e G.V.M.B. Gli voglio molto bene e voglio sperare che duri questa volta, anche perché ho settatré anni.!!!
Scusate, mi sono dimenticata delle mie care amiche de "La Panchina", che mi hanno mandato un raggio di sole da quando Maddalena me le ha fatte conoscere!!!
Vi voglio bene.
Alba
📚
Ciao, amore.
Oggi è San Giuseppe, abbiamo sempre festeggiato questo giorno in cui ricorre anche il tuo onomastico; frittelle, pensierini d'affetto dei nostri figli e via via durante tutti gli anni insieme.
Ora però sono quattro anni che non sei più con me, fisicamente, perché sei e sarai sempre nel mio cuore.
Ci siamo tanto amati, sono stata fortunata ad averti come marito.
Nella nostra vita abbiamo avuto anche momenti difficili ma li abbiamo superati sempre uniti.
È sopraggiunta poi la malattia, quella tremenda malattia che piano piano ti ha portato via.
Ti ricordi quando ti dicevo "chi prima di noi va in cielo pregherà per l'altro che rimane sulla terra"? Così è.
Sento le tue preghiere e ti sento vicino come un angelo che mi protegge.
Tante cose mi consolano, averti potuto accompagnare nelle braccia del Padre e il tuo passaggio così sereno.
Ti ricordi quando ti dicevo appena arrivi davanti al Signore fai vedere a Lui le tue mani operose e generose, Lui capirà!
Sono sicura che questo è avvenuto.
Ora voglio dirti di me; mi sembra strano ma sono felice, i nostri figli e nipoti mi danno sicurezza serenità e gioia.
Ho il cuore colmo di affetto e d'amore, non credevo ne potesse contenere tanto e sempre più si dilata, c'è ancora tanto posto.
Giuseppe, grazie per tutto quello che mi hai e ci hai dato.
Buon Paradiso, amore mio. Quando il Signore vorrà ci rincontreremo e sarà gioia piena.
Piera
📚
Carissima Monica,
è da un po’ di tempo che ti osservo in silenzio. Mi sono accorta della sofferenza che cerchi di trasformare in sollievo, delle lacrime che cerchi di trasformare in sorriso, della stanchezza che cerchi di trasformare in attività da svolgere.
Fermati, fermati un attimo: ascoltami, ascoltati!
Prendi tempo per respirare profondamente, ascolta il battito del tuo cuore e fai volare pensieri leggeri dalla tua mente!
Andrà tutto per il meglio e riuscirai a portare questo nuovo carico sulle tue spalle.
Sei diventata una donna tenace, ma anche tu hai bisogno di crollare per rialzarti più forte di prima!
Prenditi il tuo spazio per farlo. Ora puoi.
Sappi che ti sarò sempre accanto e ti sosterrò sempre. Ti conosco profondamente perché io sono te!
Ti abbraccio fortissimo e con affetto.
Monica
📚
Carissima Paola.
È passato davvero troppo tempo dal nostro
ultimo incontro, ahimè, ogni volta ci promettiamo di non sparire, di non
lasciarci assorbire dal quotidiano, di ritagliare spazi per noi... ogni volta
finisce che passano secoli prima di ritrovarci.
Sto bene, non mi lamento ma weekend frenetico.
Te lo voglio raccontare!
Dunque, è il novantesimo compleanno di nonna,
una volta andavamo via per qualche giorno ma adesso l’ho portata qui da me.
Faccio di tutto per farla stare bene e sentire felice per il suo compleanno.
Salto il lavoro e le preparo il pranzo,
sistemo tutto e corro a prendere mio figlio a scuola. Torno a casa, compiti e
merenda. Lei, invece vuole fare un giro in macchina, pare che il movimento
dell’automobile la rilassi e le faccia far pace con i pensieri... l’aiuto a
prepararsi, golfino blu profumo alla rosa, borsetta color cuoio, usciamo. Vuole
comprare del vino per festeggiare il suo compleanno, compro due casse di vino.
Vuole una torta a due piani, come quella di quando sposò il nonno, farò in
modo che domani abbia la sua torta a due piani.
Torniamo a casa, siede in poltrona, vorrebbe
la macedonia. Le preparo la macedonia.
Pulisco, preparo il caffè, so che le piace il
caffè anche se è quasi sera, ma lei, oggi, avrebbe preferito una tisana.
Suonano alla porta, apro, è Lilì, la mia
vicina. Le capita di tanto in tanto di passare per un saluto e due chiacchiere. Che
bello - le dice - le auguro tanti anni ancora!
Lei la guarda e: - Anche io me li
auguro. - lei riferendosi a me - non penso proprio! Signora forse non ho capito bene… - risponde
imbarazzata Liliana.
“ Ho detto che certo che io mi auguro di
vivere ancora altri anni, ma penso che lei non me li augura proprio”.
Ci sono rimasta talmente male che non ho avuto
la forza di rispondere.
Le persone anziane hanno così paura che ci si
dimentichi di loro che finiscono per diventare egoiste e sgradevoli. Avvezze
alla vita che casomai ha riservato loro momenti non sempre sereni, come a tutti
del resto, sono abili a far leva sull’emotività di figli e nipoti per attirarne l’attenzione e sentirsi meno soli.
Dinamiche frequenti, comportamento
riprovevole ma diffuso. Così tanto che mi chiedo se non sia naturale da vecchi
cadere nella trappola.
Se gli anziani tendenzialmente hanno paura da
diventare egoisti e parlano, ahimè senza ponderare le parole che usciranno
dalla loro bocca e nemmeno i loro effetti sugli altri, perché io no? Chi sono
io per invertire la tendenza?
Se ciò succede da sempre, con buone
probabilità sarò così anch’io. Boh? Speriamo di no! Ammazzami ti prego, se
divento così, anzi quando sarò sgradevole, quando parlerò tanto per parlare,
quando fingerò di svenire per evitare che i miei figli partano in vacanza con
la loro famiglia, ti autorizzo a farmi fuori. FAMMI FUORI! Prego tutti i miei
amici di non permettermi di diventare così, sto armando anche la tua mano
Paola!
Di fronte alle miserie umane, cara amica, si
può piangere, arrabbiarsi o ridere. Che
dici se optiamo per la terza e ci facciamo una risata? Ti va un bicchiere di
vino? Magari di quello che ho comprato per lei. Se rubiamo una bottiglia dalle
sue casse, non si acorgerà. Giurami che resta tra noi e che non glielo dici!
Sorrido, le voglio bene nonostante il suo carattere non proprio dolce, e so che
dopo questo episodio, ne andrà in onda un altro e mi auguro tanti altri
ancora.
A te cara Paola chiedo sostegno e qualche
pacca sulla spalla, strizzami l’occhio e continua a ridere di gusto!
A presto.
Arc
Arcangela
📚
Ciao Mara cara, Mara carissima, quasi sorella più che amica.
Sono passati ormai alcuni anni da quando mi hai lasciato da sola su questa terra e te ne sei andata a cercare quella pace che, per vari motivi, non riuscivi ad avere nella vita quotidiana. Un'amicizia, la nostra, iniziata in età adulta, quando ci trovammo e ci scegliemmo, mentre, giovanissime diplomate, insegnavamo in un doposcuola in città. Cominciammo a studiare insieme per il Concorso magistrale e, con pazienza e determinazione, riuscimmo a costruirci il nostro futuro. Le nostre vite correvano parallele; gli anni passavano mentre i figli crescevano e noi ci raccontavamo durante telefonate chilometriche a sera, quando i bambini dormivano e i mariti erano per i fatti loro. Erano gli anni in cui agli uomini era tutto permesso e noi donne non avevamo molti diritti... doveri sì e tanti ed anche tante lacrime represse.
La nostra era un'amicizia solida, anche se ci vedevamo poco pur abitando a due passi; qualcuno remava contro la nostra complicità e ci complicava la vita. Ma siamo andate avanti e nei nostri momenti più bui eravamo lì, pronte ad ascoltarci, ad accoglierci, ad asciugarci le lacrime reciprocamente.
E poi sono arrivati momenti drammatici per tutte e due ed alla fine eri troppo stanca per continuare a lottare. Il tuo grande sorriso pian piano ha cominciato a spegnersi, la tua voglia di vivere ha lasciato posto dapprima ad un senso di rassegnazione e poi ti sei arresa.
Vorrei raccontarti tante cose, ricordare i bei momenti passati insieme, le nostre brevi fughe dalla realtà... Non sei più qui, ma dovunque guardo c'è qualcosa che mi riporta la tua immagine, il tuo sorriso e i nostri abbracci.
Tu mi conosci bene e sai che per anni ho cercato la compagnia di persone con cui poter dialogare, confrontarmi, uscire per evadere da quella quotidianità che talvolta mi opprimeva. Nel periodo della pandemia, che tu non hai potuto vivere (per te sarebbe stato ancora più drammatico che per noi... almeno questo ti è stato risparmiato), sono approdata su questa Panchina, formata da sole donne, ognuna con la propria vita, e insieme cerchiamo di esprimere le nostre esperienze di vita, confrontandoci tra di noi e pubblicando i nostri pensieri sul blog di Vanina, una maestra come noi, con lo stesso nostro entusiasmo per quei bambini che ci venivano affidati. Sono sicura che piacerebbe anche a te sederti qui accanto a noi!
Mariella
📚
Grazie 🙏 vVanina che riesci sempre a correggere il meglio di Me💐
RispondiEliminaPrego, Alba.
EliminaStiamo bene insieme sulla nostra panchina, vero? ❤
Grazie Alba, gli amici si scelgono e a volte capitano inaspettati e sono un gran tesoro da custodire. Voglio ringraziare le ragazze della panchina perché conoscerle ti hanno arricchito l'anima. Lucilla
RispondiEliminaGrazie per quello che dici, Lucilla. Alba è un arricchimento anche per noi. Sono molto contenta di incontrarti, qui, sulla nostra panchina. Torna ancora.❤
EliminaCara Alba, ci conosciamo da qualche anno e ci lega l'affetto, la stima,il rispetto, la condivisione di interessi ed anche una conoscenza che ci permette di capire, anche senza sentirci spesso, i momenti di sconforto che ci assalgono. Sei una bella persona e mi sei molto cara. Purtroppo questo periodo che stiamo vivendo ci ha allontanato fisicamente, ma il pensiero c'è sempre. Mi mancano gli incontri sulla nostra panchina, il giro delle mura in bici, le nostre chiacchierate ed aspetto che possiamo riprendere le abitudini consuete della nostra vita.
RispondiEliminaUn grande abbraccio
Mariella
Mariella, mi fa molto piacere percepire le tue belle parole che si diffondono con dolcezza intorno alla nostra panchina. Tutte noi sentiamo la tua mancanza e speriamo di poterti riavere presto con noi.
EliminaUn abbraccio grande grande davvero. ❤
Un amico ti ascolta, ti racconta,è benevolo, ti consiglia senza giudicarti, insomma ti accetta come sei e c'è sempre quando hai bisogno.
RispondiEliminaE poi condivide e collabora al meglio centuplicando le tue e le sue forze; l'amico è il tuo confessore che sempre puo comprendere e sostenere, che ha una parola buona per consolarti o ti da una sferzata per farti ravvedere se sbagli, che trova insieme a te le strategie migliori e le risoluzioni piu adatte.
È difficile che un amico si perda anche se ci si allontana per le piu svariate ragioni...resta sempre un filo rosso continuo che non si puo spezzare e che se si desidera si puo riaggomitolare per sentirsi ancora piu vicini.
Sì, un'amica/un amico è proprio tutto quello che tu dici. Il gomitolo si riaggomitola in un secondo quando ci si incontra, anche se molto tempo è trascorso dall'ultima volta. È un po' come avere un alter ego che ci comprende fino in fondo e completa tutte le nostre speranze.
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