Edu-Pillole: Continuità 2

Al termine della scuola dell’infanzia la consegna dei diplomi avviene normalmente in molte realtà scolastiche, ma il racconto della cerimonia raccontata nel Post pubblicato il primo giugno evidenzia come questa possa arricchirsi di qualcosa in più.
Infatti l’importanza del momento viene sottolineata dalla ritualità, dalla solennità  e dall’impegno personale profuso da tutti, grandi e piccini.
I bimbi indossano una toga nera ed il tocco dello stesso colore, piuttosto impegnativi da gestire.
Percorrono da soli spazi prestabiliti e che richiedono congrui tempi piuttosto lunghi.
Il tutto è solennemente sottolineato dalla musica cadenzata.
Devono affrontare un tempo lunghissimo da soli come protagonisti, ricordare ed eseguire degli ordini e tenere sotto controllo mille emozioni e, non ultimo, il copricapo piuttosto impegnativo!

Per molto tempo abbiamo creduto che fosse meglio abolire ogni simbolo, ogni segno, ogni divisa in nome di una malinteso senso di libertà.
Via il grembiule dalle scuole, via questo e via quello.
Nella realtà dei fatti, a ben guardare, molte di queste scelte si sono rivelate senza costrutto, inutili, perché la vera libertà è nel pensiero, nelle idee.
I piccoli hanno il bisogno fondamentale del "far parte di", di trovare un senso concreto di appartenenza alla famiglia, al gruppo dei pari nel cortile, a quello della scuola e così via.
Un simbolo rafforza questo sentire.
Pensiamo all’importanza per il cuore della divisa da calciatore che si indossa nella prima squadretta!

Da tale premessa, scaturiscono queste considerazioni.

1. I simboli sono molto importanti.
Riuscire ad indossare, per esempio, tocco e toga, tipici del momento in cui vengono consegnati i diplomi, conferisce un valore aggiunto alla stessa cerimonia organizzata in abiti quotidiani.
Anche una divisa tipica della scuola che si frequenta può costituire per il gruppo e per il singolo un valore aggiunto che costruisce il senso di appartenenza..

2. Un abbigliamento rituale può fare la differenza.
Infatti, nel rito c’è qualcosa di sacro, qualcosa di ancestrale che coinvolge nel profondo, quindi altamente consigliabile.

3. Una cerimonia che si ripete negli anni anche.
Infatti, si costruisce un ulteriore rito nel rito.

4. Dunque, perché non ripensare ad una cerimonia vera e propria per il passaggio tra i vari ordini di scuola?
Nel tempo sono stati aboliti tutti gli esami nella scuola dell’obbligo.
Senza entrare nel merito specifico, ritengo che non sarebbe male pensare ad una cerimonia di passaggio, come quelle che spesso ci sono nella scuola dell’infanzia, che sottolinei l’evoluzione dell’individuo in crescita.
Chissà che non possa essere questo un volano in grado di mettere in moto un processo virtuoso, capace di allontanare da altri riti iniziatici più tristi e meno raccomandabili!