Era
uscito dal guscio all'inizio della primavera ed aveva imparato a volare
velocemente. Aveva una fortissima voglia di vivere lui, non poteva perdere
tempo con tante esitazioni come i suoi fratellini.
All'inizio si era cimentato in piccoli voli non lontani dal nido e dal profumato giardino in cui era nato, ma ben presto si era coraggiosamente spinto più in là.
Ora aveva qualche sicurezza in più.
All'inizio si era cimentato in piccoli voli non lontani dal nido e dal profumato giardino in cui era nato, ma ben presto si era coraggiosamente spinto più in là.
Ora aveva qualche sicurezza in più.
Una nuova alba... a lui sembrava sempre un miracolo. Come si
stava bene nella luce del mattino! Il sole si era levato da poco e il giorno
prometteva meraviglie.
Nico
saltellò ancora un po' da una zolla
all'altra, lasciandosi carezzare dai teneri fili d'erba che gli sfioravano le piume.
Era alla
ricerca di qualcosa di buono. Non è che avesse molta fame, ma doveva
esercitarsi, imparare quanto più possibile.
Tuffò
ancora il becco tra le due zolle, ma prima che riuscisse ad infilarlo nel
terreno si avvide che qualcosa vi era finito dentro quasi senza la sua volontà.
Nico rialzò la testolina dal buio del terreno e si accorse che dal suo becco penzolava un esserino tutto verde, peloso, tutto agitato, in evidente difficoltà.
Avvertiva che c'era qualcosa di strano.
Nico rialzò la testolina dal buio del terreno e si accorse che dal suo becco penzolava un esserino tutto verde, peloso, tutto agitato, in evidente difficoltà.
Avvertiva che c'era qualcosa di strano.
Lui cercava un lombrico o anche una chiocciolina, ma
quel bel bruchetto verde non sembrava affatto adatto per essere mangiato in tranquillità.
Sembrava volergli parlare e dire qualche cosa. E infatti parlò.
“Ti prego, ascoltami! So che non sei cattivo e nemico... Forse non sei un merlo come sembri dalla tua nera livrea. Ti prego, non mangiarmi, non farmi del male! Ho appena preso queste sembianze e non ho fatto ancora altre esperienze fondamentali… puoi aiutarmi?”.
“Ti prego, ascoltami! So che non sei cattivo e nemico... Forse non sei un merlo come sembri dalla tua nera livrea. Ti prego, non mangiarmi, non farmi del male! Ho appena preso queste sembianze e non ho fatto ancora altre esperienze fondamentali… puoi aiutarmi?”.
Nico
era molto imbarazzato. Mentre il bruco si muoveva a più non posso, l'uccellino faceva
fatica a trattenerlo nel becco e nel contempo a non ucciderlo. Non sapeva proprio cosa dovesse fare.
Sì, lui
era un merlo, almeno così gli aveva detto la sua mamma e anche il suo papà che
gli aveva insegnato a cercare lombrichi e insetti nel terreno, ma adesso non riusciva
proprio a pensare a quel… coso… con serenità, come ad un cibo succulento.
Quel bruchetto era troppo verde e un po' peloso, gli avrebbe fatto anche il
solletico nella pancia. No, non gli andava di ingoiarlo.
Così
lo depose delicatamente su una margherita che era a portata di becco. Il bruco si stiracchiò con voluttà, poi
si protese verso di lui, morbido ed elegante, e pronunciò parole gentili al suo
indirizzo: “Grazie, non mi ero sbagliato! Sei davvero un essere speciale. Spero
di incontrarti di nuovo…”.
🌿
Era
passato un bel po' di tempo, forse era anche un tempo breve, ma il piccolo merlo
viveva tutto in modo molto accelerato e con molto interesse, così che forse il tempo
non era poi così tanto, anche se a lui sembrava tantissimo. Ma in fondo che importava?
Era di nuovo mattina. Nico si sentiva molto più sicuro adesso e faceva man bassa dei lombrichi nascosti tra le zolle di quel giardino ricco e protettivo. Doveva farne una scorta abbondante.
Era di nuovo mattina. Nico si sentiva molto più sicuro adesso e faceva man bassa dei lombrichi nascosti tra le zolle di quel giardino ricco e protettivo. Doveva farne una scorta abbondante.
Qualcosa si mosse lieve intorno a lui... e la vide.
Che leggiadra creatura! Il sole faceva risplendere i suoi magnifici colori. Sì, era proprio una farfalla. Gli svolazzò intorno per un po' prima di posarglisi sul becco.
“Mi riconosci?” chiese con grazia “Sono io… Amico caro, mi riconosci”.
“Direi proprio di no… Chi dovrei riconoscere? Io non ti ho mai incontrato, ne sono quasi sicuro…” modulò fischiettando piano l'uccellino imbarazzato, guardando quella farfalla che gli sembrava piuttosto speciale, ma non certo conosciuta.
Più la
guardava più non capiva, più la guardava più si sentiva strano, senza peraltro
capire cosa gli stesse accadendo.
“Sono io, Nico! Possibile che non ti ricordi? Sono il bruco che tu non hai mangiato né ferito, ti ricordi? Grazie, amico mio! Tu sei stato davvero speciale... mi hai risparmiato! Ed io sono potuto diventare una farfalla… Sai? Ho scoperto che volare è bellissimo, è… è come non avere peso… è come sognare.
E non è tutto. Adesso il mio ciclo si è completato ed io sono un'adulta… potrò deporre le mie uova e darò vita a tanti piccolini, ci pensi? Un vero miracolo! Grazie, Nico. Grazie alla tua generosità – o forse all'incertezza di un momento – il ciclo della vita ha fatto interamente il suo corso. Ciao Nico! Adesso devo volar via!”.
“Sono io, Nico! Possibile che non ti ricordi? Sono il bruco che tu non hai mangiato né ferito, ti ricordi? Grazie, amico mio! Tu sei stato davvero speciale... mi hai risparmiato! Ed io sono potuto diventare una farfalla… Sai? Ho scoperto che volare è bellissimo, è… è come non avere peso… è come sognare.
E non è tutto. Adesso il mio ciclo si è completato ed io sono un'adulta… potrò deporre le mie uova e darò vita a tanti piccolini, ci pensi? Un vero miracolo! Grazie, Nico. Grazie alla tua generosità – o forse all'incertezza di un momento – il ciclo della vita ha fatto interamente il suo corso. Ciao Nico! Adesso devo volar via!”.
Nico
in una frazione di secondo si rivide sul prato, con il bruco nel becco che si muoveva
a più non posso e alla fatica che faceva per riuscire a trattenerlo senza ucciderlo.
Come era possibile che da quel bruco verde e peloso si fosse sviluppata quella meravigliosa creatura? Comunque non importava.
Come era possibile che da quel bruco verde e peloso si fosse sviluppata quella meravigliosa creatura? Comunque non importava.
Infatti non perse
tempo. Si levò in volo verso il ramo del suo albero per poterla vedere mentre
si allontanava in quella danza che non aveva mai visto e che letteralmente lo incantava.
🌿
Ormai
il sole era alto nel cielo. Nell'incanto del mezzogiorno tutto si era fermato e
il giardino in attesa sembrava del tutto disabitato.
La farfalla depose quel giorno un'infinità di uova sotto una lucida foglia in buona salute. Si sarebbero trasformate in una miriade di bruchetti tanto appetibili per i predatori, ma anche in parecchie farfalle deliziose.
Nico continuò a cercare chioccioline e lombrichi, apprestandosi a scegliere una compagna. Di lì a poco sarebbe diventato papà.
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