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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



martedì 23 luglio 2019

Visioni e sogni













È di nuovo domenica intorno alla nostra panchina. 
L'atmosfera pigra, ovattata, tinta d'azzurro, invita a perdersi nei pensieri, nelle fantasie, nell’immaginazione, che non vuole essere contenuta. 
Come accade nei sogni, il pensiero riparte sempre da piccole cose avvenute nel tempo vicino; coglie semplicemente lo spunto per navigare poi a vista verso lidi sconosciuti. 
L'oro dei velluti e dei broccati riluce sulle ricche vesti del Duca e della Duchessa. 

Siamo nei territori più estremi del Montefeltro. 
Il Duca è oggi in questo ultimo castello posto a baluardo di eventuali attacchi che possano arrivare dai territori confinanti. 
È venuto per cacciare selvaggina nei ricchi boschi del monte che protegge il castello.

Il bottino è stato vario e abbondante. 
Questa sera la selvaggina sarà già cotta a puntino. 
Verrà gustata nel corso della cena che il Duca, insieme alla sua corte, consumerà a palazzo.

Intanto procede con il controllo del Castello. 
Giunge al Rivellino, che ha ordinato a Francesco di Giorgio Martini da Siena e che è stato appena terminato. 
Il lavoro sembra fatto a regola d'arte. Del resto ha chiamato il miglior ingegnere sulla piazza. 

Eccoci a palazzo.
L’ampio salone va pian piano riempiendosi. 
Sotto la volta alta e imponente, la ricca tavola è stata imbandita. 
Il Duca e la Duchessa incedono nei loro abiti sontuosi seguiti dalla Corte. 
Prendono posto alla tavola nella parte rialzata. 
Ai tavoli più in basso siedono tutti gli altri nell'ordine che il loro rango rigidamente impone. 

Il banchetto ha inizio. 
Le torce illuminano il buio.
Guizzano ombre sui muri. 

Sulla tavola i fagioli non mancano, le erbe aromatiche profumano le uova strapazzate, la selvaggina è arrostita e fa bella mostra di sé tra le mele appassite, che hanno catturato la dolcezza giusta per esaltarne le carni. 
E poi maialini interi e pagnotte ben cotte ripiene di zuppa gustosa con legumi e cereali. 



      


C'è allegria a palazzo. 
È sempre così quando il Duca è presente. 
Per un attimo ho vissuto la vita del Duca di Urbino. 
Ho ascoltato discorsi diversi a tavoli diversi. 
Ho visto gente sbracciarsi sulle panche e ridere sguaiatamente, cani gironzolare in attesa di cibo, qualche moina della Duchessa con le dame che le sono vicine. 


Eccoci di nuovo qui sulla panchina intorno alla quale adesso la quiete regna sovrana.
Anche dentro di me la quiete è assoluta.
Spaziare e perdersi in visioni oniriche fa davvero bene all'anima e persino al corpo. Dilata il tempo, lo ripulisce dalle ansie e dai turbamenti, accelera in qualche modo anche la vita.
E voi? Avete vissuto la stessa avventura? Spero proprio di sì!
Restate ancora con noi ad allenare i muscoli della mente e del cuore!      






Published: martedì 23 luglio 2019

domenica 14 luglio 2019

Una donna e un uomo














Buongiorno!
Intorno alla nostra panchina il clima domenicale e sereno che si respira oggi è proprio ideale per affrontare un argomento che vedo girare già da un po' di tempo, in una baraonda di parole che si rincorrono senza mai realmente aggregarsi.
Adesso le voglio fermare.



Anche durante gli incontri de “La Panchina“ a Lucca, abbiamo spesso indagato il rapporto che intercorre tra una donna e un uomo, nella vita di ogni giorno e negli ambiti più diversi.
In questi giorni mi è capitato di leggere l’ultimo libro di una giornalista e conduttrice televisiva, nel quale l'autrice indaga per un attimo come negli anni il rapporto uomo-donna si sia evoluto.
In meglio? In peggio?

È noto a tutti come fino a meno di cinquant'anni fa, la donna abbia vissuto un ruolo satellite rispetto al mondo maschile, che la relegava a moglie e madre senza diritti e con un milione di doveri.
A parte il corredo e la dote, che si doveva portare per poter esser presa in moglie, mi colpisce sempre l'iniquità del fatto che l'uomo potesse vivere impunemente avventure continue, tradimenti, convivenze parallele, il tutto sostenuto dal pensiero comune e dalla legge.
Al contrario veniva punito severamente l'adulterio della donna che subiva un vero e proprio ostracismo.
E che dire della sottomissione che la donna doveva vivere in famiglia, anche quando il marito era violento e magari alzava spesso il gomito?

Con la riforma del ’75 venne finalmente sancita la parità tra uomini e donne, con eguali diritti e doveri.
Che senso di grande libertà!

Ricordo che entrai nella pubblica amministrazione nel ’76 con il cognome di mio marito – si sa che in questo ambito i cambiamenti vanno a rilento – e, anche se dopo parecchio tempo, recuperai il mio come ormai previsto dalla legge.

Nel libro cui accennavo, si faceva notare come dopo l'euforia del cambiamento, in cui le donne rifuggivano dal matrimonio, si univano ad un “compagno” - e aggiungo io, lo cambiavano spesso -  l'amore era libero, l'universo femminile si è nuovamente trasformato.
L'autrice rileva che oggi le donne sognano di nuovo il matrimonio, l’abito bianco, l'uomo forte, lasciano il lavoro o non lo cercano, per tornare ad essere solo madri e mogli, peraltro dipendenti dal marito, come avveniva un tempo.
Dunque, dove sta la verità? Cosa è accaduto? Cosa è andato storto?

Io penso che sia necessario ripartire dai protagonisti,  un uomo e una donna, che sono molto diversi per caratteristiche precipue, con archetipi interiori che governano pulsioni di cui il livello cosciente a volte neanche si accorge.
La donna minuta e delicata che suscita nell'uomo senso di protezione.
L'uomo forte e coraggioso che appare appetibile alla donna come padre per la propria prole.
La donna che allatta e cura i piccoli, l'uomo che la difende e cerca il sostentamento.
Si fanno giri sempre nuovi e sempre più ampi, ma alla fine è sempre lì che si ritorna. 

Il sogno dell'abito bianco e della cerimonia… le ragazze tornano a volere tutto questo. Perché?
Bene, che dire?
Io credo che sia il fascino della celebrazione, della festa, della cerimonia che rende protagonisti e rassicura con le regole e i riti che portano con sé.
Allora cosa serve veramente tra una donna e un uomo?

La visione moderna, ma anche quella più antica, vede due individui diversi che si completano a vicenda.
Hanno attitudini, interessi, capacità, ruoli differenti, ma non ce n'è uno che vale più dell'altro.
Sono entrambi indispensabili all'evolversi del contesto sociale, influendo anche sulle relazioni all'esterno del gruppo familiare.
Non è importante il nome - moglie/compagna o marito/compagno - ma la qualità della relazione.
Se non c'è voglia di prevaricare, se c'è educazione, se c'è amore reale e complicità da parte di entrambi, anche oggi tutto funziona.

Rimane la massa di uomini disorientati che non vogliono perdere i privilegi, che comprano l' “amore" con il denaro, che comprano donne sottomesse per povertà e cultura.
Rimane anche la massa di donne fredde e calcolatrici che hanno interpretato l'emancipazione femminile come una malintesa mascolinizzazione.

Si può fare macchina indietro, recuperando la propria interiorità, la cura e la crescita del proprio io, imparando a scegliere con la propria testa senza lasciarsi trascinare da niente e da nessuno - siano gruppi, mode, luoghi comuni – acquisendo quella sicurezza che consente di accettare la sconfitta e l'abbandono e promuove il cambiamento.


Grazie per questa lunga chiacchierata insieme.
Continuiamo ad allenare i muscoli della mente e del cuore!





       
Published: domenica 14 luglio 2019

giovedì 11 luglio 2019

Lucca - Ricordi e progetti













Buongiorno, amici cari!
Come va?


Tra caldo africano, bombe d'acqua e grandine, il tempo scorre a grande velocità, così anche luglio se ne sta andando con una fretta che a volte sconcerta. 
A voi non sembra? 
Proviamo a fermarlo con le nostre parole, i nostri pensieri e le nostre emozioni!

Dunque, come sapete, gli incontri de “La Panchina” a Lucca si sono interrotti per la pausa estiva. 
Tuttavia, noi signore partecipanti non abbiamo mollato. Continuiamo, invece, a tenerci in stretto contatto e a condividere una grande energia positiva. 
Continuiamo anche a progettare e a guardare già ai nostri prossimi incontri. 

Come si vede dalla foto di apertura, alla fine del primo ciclo di incontri, per l'esattezza il 6 giugno 2018, ci eravamo ritrovati intorno alla panchina rossa di Piazza San Salvatore, di cui avevamo voluto sottolineare l'importante significato. 
In quell'occasione avevamo presentato alcuni dei racconti creati durante le nostre riunioni nella biblioteca di M. Eletta Martini, in Via Sant'Andrea 33. 

Quest'anno, alla termine del secondo ciclo di incontri, per motivi organizzativi, non è stato possibile ripetere l'esperienza, ma questo non vuol dire affatto che ce ne siamo dimenticate. 
In realtà cercheremo di organizzare un momento di riflessione intorno alla panchina rossa all'inizio del terzo ciclo di incontri, che è previsto nella seconda metà di settembre. 
Abbiamo già un abbozzo di programma scaturito con spontaneità dalle riflessioni delle partecipanti, via via emerse e raccolte con cura come un bene prezioso. 
Infatti, è risultato che, avendo preso gusto ad avventurarsi nei meandri del linguaggio poetico -  con le sue immagini, la sua immediatezza, le sue emozioni, la sua potenza comunicativa in poche parole -  sarebbe interessante e emozionante creare intorno alla panchina rossa un'atmosfera bella, pulita, rasserenante, che faccia da contraltare all'importante tematica che la stessa panchina richiama. 
La conseguenza è che ci piacerebbe presentare parte del materiale prodotto prorio in questo ambito e che pensiamo possa trascinare anche l'ascoltatore in un nuovo spazio di riflessione.
Comunque, ve ne racconteremo i dettagli non appena sarà presa una decisione definitiva. 


Grazie per essere stati qui con noi, come noi ad allenare i muscoli della mente e del cuore! 

Alla prossima!    




         
Published: giovedì 11 luglio 2019

lunedì 8 luglio 2019

Scale virtuali per scendere e salire















Buongiorno, amici de “La Panchina”!

Eccoci finalmente insieme con un po' di calma e di rilassatezza. 
Questo è stato per me un periodo intenso e un po' caotico.
Sono molto felice di essere qui di nuovo.

Per prima cosa  mi ritrovo a fare il punto della situazione e ancora una volta mi salta all'occhio quanto il tempo, questo sconosciuto, scorra così in fretta se non ci si ferma un secondo a rilevarne l'importanza nella nostra vita. 
Luglio avanza già a passi troppo veloci tra un giochino e l'altro e un alto e basso del tempo meteorologico.

Il tempo. 
Sì, il tempo è così lento a scorrere quando attendiamo qualcosa cui diamo importanza, ma è altrettanto breve quando si vive di corsa facendo cose di cui non resta traccia. Che dire poi del tempo delle emozioni che si dilata talmente tanto da sembrarci una vita intera? 
Dunque è bene ogni tanto fermarci e riappropriarci di quel tempo che altrimenti ci sfuggirebbe. 
E noi siamo qui proprio per questo, per tradurre attraverso le parole, gli importanti pensieri che sono rimasti sopiti dentro di noi e che desiderano prendere corpo intorno alla nostra panchina. 

Ecco. 
Scendiamo una delle scale a chiocciola che affondano nel nostro profondo. 
Io ho già preso la mia. 
Pian piano lo spazio intorno a noi si allarga e si trasforma. 
La presenza umana gradualmente si attenua fino a scomparire del tutto. 
È la natura che prende il sopravvento. 
Tra una vegetazione rigogliosa dell'acqua trasparente brilla come un cristallo. 
Non è torbida come ci si potrebbe aspettare, ma pulita e limpida. 
Sul fondo un grosso coccodrillo. Se ne sta lì piatto e immobile. Sembra un'immagine da museo. Egli attende… ma cosa? 
Stranamente non c'è paura in me. 
Non avverto pericoli. Mi perdo nella luce che filtra tra il fogliame. 
Capisco di essere io in questo momento pensiero puro, pensiero astratto cui alcun coccodrillo potrebbe fare del male. 
Mi sposto, mi sollevo, osservo. 
In questa bellissima intrigante visione, colgo immediatamente il perenne alternarsi del BENE e del MALE. 
Nella meraviglia di questo inedito quadro, il coccodrillo potrebbe d'improvviso risvegliarsi e trasformare questa profusione di vita in un aggressivo momento di morte. 

Scivolo ancora lungo la mia scala a chiocciola piena di mistero. 
Mi avventuro con attenzione, ma senza paura. 
Io, pensiero puro, voglio sapere, voglio conoscere cosa si nasconde nel buio che a volte può spaventare. 
Sono scesa davvero in basso. 
Il mondo che vedo è lontanissimo nel tempo. 
Qui l'uomo proprio non c'è. 
Un lucertolone di dimensioni inimmaginabili avanza lento nell'arida sabbia. 
Si confronta con un dinosauro lontano che si erge su due zampe.
Un balzo improvviso e stringe tra i dentoni affilati un enorme essere difficile da classificare. 
Questi si dibatte impotente e lo sa. 
Sa che per lui è finita. Il suo sembra quasi un riflesso condizionato. 
Lo è. 
La coda dello spaventoso lucertolone si agita ancora con un ritmo irregolare, finché tutto finisce. 
Dopo il sole furioso, adesso piove. 
C'è desolazione in questo paesaggio, ma è una desolazione solo apparente. 
C'è un equilibrio anche in questo luogo lontano, una volta osservato con mente aperta e libera. 

Ripercorro all’indietro le scale misteriose che mi riportano sulla panchina. 
Vi ritrovo numerosi qui intorno, in attesa. 
Non so se siete scesi anche voi come me negli abissi. 
In questi momenti ognuno percorre i propri individuali itinerari per ritrovare se stesso. 
Una cosa, però, possiamo fare insieme. 
Possiamo riflettere sul fatto che il dolore, l'orrore, la paura, se li guardiamo bene in faccia, perdono all'istante la loro carica negativa, il buio che portano nella nostra vita. 
Tutto si ridimensiona e si può ripartire da un nuovo equilibrio emotivo. 

E adesso, amici cari, ritorniamo al tempo. 
Abbiamo vissuto insieme una breve esperienza virtuale. 
Proviamo a fare qualche riflessione. 
Questo breve spazio temporale è stato lunghissimo nella mia mente. 
Non avete avuto la stessa impressione anche voi? 
In questo speciale mondo virtuale, io ho recuperato un diverso equilibrio fra le parole che hanno dato vita a nuovi pensieri, equilibrio che ha dilatato il mio tempo e scaricato ogni tensione. 

In fondo la discesa in questo tempo primordiale è anche la metafora dello scendere dentro di noi a guardare in faccia le nostre paure, per poterne poi sorridere ed essere pronti a vivere una vita più libera e serena. 

Se vi è piaciuto stare con noi, tornate ancora qui ad allenare i muscoli della mente e del cuore! 

Alla prossima!






   

   
Published: lunedì 8 luglio 2019

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