Colori e forme, scendendo le scale
In questo quadro così particolare ci vedo ben due possibilità di interpretazione visiva. La parte scura e la parte colorata. Un quadro nel quadro come il teatro nel teatro. Vedo il mondo che da quando si è formato è sempre lo stesso, anche se vario oltremodo. Ci sono figure che amano, altre che urlano la loro rabbia non si sa a chi, magari al vento per scaricare la loro forte emozione e pure una bella donna che si sente come Venere coperta di fiori. C’é Il fuoco dell' inferno che Dante, accompagnato da Virgilio, ci racconta nella sua Divina Opera, che inghiotte il male e pure tutte le case che invece potrebbero essere un buon rifugio. Ma l’uomo a volte è disumano persino in casa sua. E qui mi viene in mente una canzone di Mia Martini che dice: “Ma l’uomo non capisce e cosa fa? Ha il mare il tasca e l’acqua va a cercar”. Di contro Adamo ed Eva che si amano e danno la vita e il ciclo ricomincia in alto, dove prevalgono il verde, il rosa, il giallo. I colori della natura e la ruota situata sotto Dante e Virgilio mi dice che il mondo é una ruota che gira. Tutto finisce e tutto ricomincia. Le parole scritte come appunti disordinati su fogli che fluttuano sul fuoco non bruciano perché l’amore le salva.
Mi immergo volentieri in questo quadro e mi piace fantasticare con la mia fantasia. Mi vedo che sono in una grotta e vedo tutte queste figure intorno a me che mi mettono tanta curiosità e che mi corteggiano, però non riesco a capire che figure sono. Mi vedo con Dante nell'inferno con tutte queste fiamme che ardono ma non bruciano... vedo intorno a me il mare con tutti i suoi pesciolini che mi vengono a salutare poi in un angolo vedo una bella signora bionda che potrebbe essere mia sorella, che mi spedisce tante lettere con un mazzo di fiori e mi dice che lei è in un posto incantato pieno di grandi castelli con tante scale che lei scende e poi risale. Per cosa? Per cercare me.
Questa grotta è piena di esseri strani, comprese le sirene attorniate da tanti pesciolini che fanno da cornice, perché qui c'è anche una bell'acqua in cui sguazzano felici tutti. Comunque davanti a me vedo una grande confusione, che però mi fa molto pensare e riflettere, perché anch'io ho una grande confusione sia dentro di me che nella mia testolina. Speriamo di risolvere tutto.
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"Che luogo insolito! Direi stupendo, comunque. Tutte queste casine blu che saltano immediatamente agli occhi sono deliziose... e quelle finestrine bianche richiamano luce e serenità. Anche le stradine bianche che le collegano sono graziose. È il terreno intorno che però è insolito... Si arriccia in gialli e marroni e rossi, avviluppando ogni cosa, Che movimento!"
"Ehi, signorina... Chi sei? Non puoi entrare qui. Non sei stata invitata... Da dove vieni ? Chi ti ha mandato?" un coretto di voci piuttosto risentito mi apostrofa in un modo parecchio sorpreso e autoritario.".
"Ce l'avete con me? Chi è che mi parla? (continua)
Una rappresentazione insolita della Divina Commedia.
Un po’ Bosch, un po’ Possenti, mi sembra.
Colori forti, decisi, per lo più in basso e colori sfumati, per lo più in alto. Nel centro un blu quasi notturno, tra la notte e il giorno.
Tutto il dipinto esprime per me un senso di compenetrazione dal basso all’alto e viceversa, dal centro nelle due direzioni.
Mi colpiscono per primi Paolo e Francesca - del IV canto dell’inferno che ho sempre amato – coperti di rose, all’inferno per aver sfidato la morale dell’epoca, ma insieme, in una bolla di paradiso.
Vedo il vento del mutamento che agita i mantelli dei due visitatori: fronteggia le anime di due tipi, quelle fatte di volti arrabbiati con due foglie come alucce che suppongo cadranno in basso e quelle leggere con una coda di nuvola, che si alzeranno.
Dante piange, Virgilio vorrebbe consolarlo, la mano che si avvicina è quella di un amico che si sente però impotente di fronte al dolore dell’altro.
Dante piange forse perché pensa alle difficoltà che ha vissuto e che vede rispecchiate nei volti dei dannati. Soffre per loro. Compassione…
Le case, le torri, della vita reale non sono immuni al rivolgimento creato dal vento, perché è nella vita reale che costruiamo il nostro destino: viviamo in purgatorio mentre creiamo il nostro inferno e/o il nostro paradiso.
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