Mamma mia, che caos e quanto rumore! Che macello ho combinato in questo periodo!
Scendo le scale costruite con le pagine dei miei libri, scivolo sulle parole delle poesie e mi ritrovo alla camera ardente di Albizzo. E’ lui o non è lui sdraiato nella bara? Certo che è lui, purtroppo, ma così truccato e imbalsamato mi incute quasi un timore reverenziale. Lo accarezzo, lo bacio e mi sciolgo in lacrime. Non è un addio il nostro, ma solo un arrivederci.
Continuo a scendere gli scalini fatti di fiori di ciliegio ed è quasi un peccato calpestarli. Mi ritrovo così davanti alle documentazioni mediche che devo sistemare. Non cerco la faccio: è troppo faticoso per la mia mente, sono troppi fogli, troppe date da mettere in ordine cronologico.
Fuggo, cerco le mie scale… eccole. Questa volta sono fatte con il ghiaccio. Mi tremano le gambe, ma non è il freddo la causa. Nooo, sono nella mia cucina ed è piena di farina, di polvere e di ragni… nulla è al suo posto… non è possibile!
Basta, scendo ancora le scale e questa volta sono luminose e belle come la luna. Wow, che meraviglia… davanti a me si apre un cancello pieno di rose bianche. Che buon profumo! Sento dei passi, non sono sola come credevo. Dei visi sorridenti mi guardano. Ed ecco, che scoppio in lacrime di gioia mentre abbraccio la mamma e il papà. Sento il loro calore, i loro baci, la loro energia vitale, non sono solo degli ologrammi: sono proprio in carne ed ossa! Ci sediamo sotto una vecchia quercia e ritrovo la pace in me stessa! Mi ricordano di scendere a meno quattro, quando mi sento triste e sconsolata: loro saranno sempre lì ad accogliermi e ad ascoltarmi pieni di amore.
E come dice una bella poesia di Montale "Ho sceso dandoti il
braccio milioni di scale", pure io, non da sola, scendo le mie scale. Mi ritrovo a vent'anni
circa. Mi sono sposata ricca di speranza ma pure di difficoltà. Non abbiamo
nulla, due cuori e una capanna, più o meno. L’importante però è il nostro
obiettivo di un prossimo futuro. Intanto una famiglia è cominciata e il primo step è stato raggiunto.
Non mi trovo
in questa vecchia casa isolata ma ogni sera lui che torna molto più tardi di me
mi sta aiutando, con poche parole, a pensare a una nostra casa, anche piccola, ma nostra. Lui è molto più
forte e mi rende sicura.
Con il nostro
lavoro e qualche anno ce la stiamo facendo. Ecco, ora che il nostro sogno è
diventato realtà se ne prospetta un altro. Un figlio, un bel batuffolo...un
batuffolo che però cresce alla svelta, veloce, vispo, intelligente.
Ma ora sto risalendo qualche gradino e mi
rammarico. Ero troppo apprensiva. Ah, se potessi tornare indietro! Ero
sicuramente troppo presente perchè mi preoccupava quella sua notevole vivacità,
quel suo interesse a tutte le cose, quella sua voglia di scoperta.
Scendo di
nuovo. E’ però divertente vederlo svuotare i cassetti... colpa mia che lo sto
stimolando, perché glieli preparo un poco socchiusi e aspetto. Lo guardo come si
suol dire con la coda dell’occhio e lo guardo pure tirare il pinzo della
tovaglia o infarinarsi le mani per aiutami a friggere, anche a tirar la farina
per aria...e lui mi guarda divertito a sua volta.
Gli sento dire la prima frase
di senso compiuto molto presto.
E tutto questo sempre con mio marito accanto.
Le scale le abbiamo scese e risalite sempre insieme. Non saprei farlo da sola.
(Claudia)
Solitamente si parla e si pensa di salire le scale, non solo fisicamente, ma anche spiritualmente.
Voler arrivare a qualcosa al di sopra delle azioni correnti, alle aspettative di vita.
E' faticoso, laborioso e pieno di sacrifici questo percorso, almeno per la maggioranza dei casi.
Eppure, a volte è necessario scendere le scale, almeno a livello spirituale, entrare ed arrivare nel profondo di noi stessi per cercare, vedere cosa la vita ci propone.
Ormai da tanti anni, dopo varie vicissitudini, ho imparato a scenderle queste scale spirituali. Questo accade, non spesso, quando nella vita mi si presentano situazioni apparentemente laboriose da risolvere.
Mi apparto in un angolo della mia casa, lonana dai rumori, mi metto comoda e cerco di far aprire quel riccio che sono diventata.
Questo esercizio non è difficile da seguire, basta volerlo.
Ecco che dopo pochi esercizi di respirazione e rilassamento raggiungo la porta che mi permette di scendere dentro di me: al di là trovo la mia scala interiore.
Sempre in completo rilassamento inizio la discesa; questa scala non è facile, è piena di ostacoli e ripida. Con la volontà di farcela inizio.
Comando al mio essere interiore di starmi vicino, di aiutarmi e sostenermi nel momento del bisogno.
In questi primi gradini sento ostruzioni nonostante le premesse, sono le problematiche degli ultimi giorni. Con volontà allontano da me questo peso, sono certa di risolvere al meglio quello che mi si presenta, è sufficente un grande respiro.
Ecco che dopo pochi scalini si apre una porta, al di là ci sono gruppi di persone di vario genere, fanno un grande vociare. Piano piano le allontano, le lascio andare, con loro non voglio avere più incontri che possano farmi avere delusioni, d'ora in avanti avrò intorno solo persone positive e sensibili al mio modo di essere. Un bel respiro, la porta si richiude, continuo la discesa.
Mi fermerò solo là in fondo dove vedo quella luce, prima tenue poi sempre più luminosa. Sicuramente vedrò, sentirò cosa?
Eccomi arrivata là nella luce, un posto da favola... mi riporta al tempo della mia infanzia quando ancora la vita era facile, nella sua semplicità e piena di aspettative.
Ecco che là nell'angolo del giardino vedo la solita vecchina, Teresina, che mi accompagna da sempre. Era la mia nonna adottiva, lei mi stava vicino nei momenti del bisogno.
Sepre mi diceva, di stare attenta nella vita, di non lasciarmi andare, di voler apprendere e impare come vanno le cose. Sarei diventata forte e capace di affrontare le avversità che mi sarebbero arrivate.
In questo spazio di tempo luce, ho ritrovato la mia calma interiore, sono pronta a risalire in superfice nella mente fisica.
Questa risalita sarà veloce, senza interruzioni ed ostacoli. In questo momento tutto si può affrontare, basta scendere e risalire queste scale, spirituali.
(Maddalena)
🎯
"Attaccati al corrimano!!" dice una voce dalla cucina.
Sto scendendo virtualmente le scale, ma chi mi controlla e trepida per me ogni momento, me lo direbbe di sicuro....
Scendo piano, i piedi non fanno alcun rumore, ogni passo è soffice, il respiro è ampio, rilassato. Voglio arrivare alla luce che intravedo in fondo, là dove le scale finiscono.
Che silenzio, che pace, che morbidezza tutto intorno a me, la luce si fa sempre più chiara e calda. Ma... forse ho dimenticato la luce accesa e non me ne sono accorta...
Già, la lascio sempre accesa quando esco e penso che potrei ritornare a casa dopo che il sole è tramontato. Ma certo, eccoli! Sono loro... dormono sul divano. Il silenzio che avevo sentito prima ha acquisito uno strano rumore cadenzato, rilassante, lieve.
Si, è Amanda che sta russando. Quando lei dorme respira emettendo un lieve rumore che dona una piacevole sensazione di relax.
Bello vederli tutti e tre dormire sereni, chi con la pancia in aria, chi con la testa che penzola dal divano, chi con la lingua abbandonata fuori dalla bocca rilassata.
Ecco cosa è per me la serenità: scendere sia realmente che con il pensiero e sapere di arrivare nel loro morbido mondo.
Ciò che provo quando sono scesa e sono arrivata nel punto della luce è come se qualche cosa mi si gonfiasse dentro il petto.
Ciò che i miei occhi vedono sono tre code che si muovono lentamente per dirmi: "Benvenuta", anche se i loro occchi sono ancora chiusi.
Non ci vuole molto, appena riescono ad uscire dal loro sonno profondo, i loro occhi si aprono, mi guardano felici, mentre i miei si addolciscono e il mio sorriso si allarga sempre di più.
Ora non sono più nel silenio irreale che mi ha acompagnata finora, sono nella realtà, una realtà serena, pacata, sono in uno dei mille momenti che solo loro mi sanno dare.
(Lauretta)
bagliori. Buio.
Splendori di luce e buiom
allora buio sia.
Chiudo gli occhi, scendo dentro me.
Voglio capire, rimbalzo
plof plof plof.
Gradino dopo gradino scendo,
rumore confusione
li conosco, scendo
plof plof plof
buio lampi di ombre,
plof scivolo
c'è un campo scosceso
ci scivolo sopra
esco dalla bolla e corro
non sono sola, altre bolle rimbalzano.
Percepisco una mancanza che mi lacera,
siamo molte dentro le bolle,
una piccola folla ma mi sento solam
la solitudine come unica compagna
e allora scendo ancora
Trovo la luce nel buio, da dove viene?
Dal profondo del mio cuore,
palpita tu-tu, tu-tu, tu-tu.
I battiti mi ricordano che
ho amore in me e amore spando,
imparo a ballare nel buio,
ballo da sola, ballo con Rita,
ballo con i fiori, ballo con le nuvole,
ballo e ballo e ballo,
non sono sola
ballo con me.
Ballo.
(Rita)
Non avevo ancora letto questa pagina e...che dire? Mi avete emozionato tanto con lo scendere le scale nel profondo del nostro essere persone e nella capacità di risalita. È
RispondiEliminaun bel modo di conoscere noi stesse, di accettare le nostre fragilità, di farle uscire allo scoperto e di provare ad emergere di nuovo più consapevoli e più forti.
Brave signore de "La Panchina"