Tè per tre
tre donne speciali
si incontrano
la famosa stilista francese,
di Ella Fitsgerald,
la regina del jazz americano,
ed Amelia Earhurt,
la prima donna pilota
ad attraversare l'Atlantico.
Per maggiori dettagli
non trovate?
Dunque, non ne posso fare a meno... devo dirlo. Ciò che vedo qui, intorno a me, è un vero spettacolo!
Sì, Parigi è Parigi, ovvio, ma qui tutto è più lento, ovattato, più luminoso. Sembra quasi di essere in un dipinto, in cui ogni piccola parte è stata attentamente studiata nei minimi dettagli. Ahi! Mi sto emozionando... È tutto così eccitante!
Questo tè rimarrà per sempre un'avventura indimenticabile, penso. Del resto non potrebbe essere altrimenti.
L'elegante signora alza lo sguardo sulle due chiese gemelle che si innalzano in fondo alla piazza.
Qualcuno nella piazza la osserva sorpreso, ieratica com'è nella sua figura minuta, sinuosa e leggera nel suo tubino, in perfetto equilibrio sotto l'immancabile cappellino.
Lei non se ne accorge nemmeno. È tutta presa alla ricerca di qualcosa. Sposta lo sguardo alla sua sinistra. Dove sarà la famosa caffetteria di cui ha sentito tantissimo parlare?
La individua immediatamente. I tavolini all'esterno, ne delimitano l'area e richiamano l'attenzione. Sono ben allineati e quasi tutti occupati. I numerosi camerieri che effettuano il servizio si muovono con competenza e velocità.
Appena l'unica cameriera donna si sposta, lei le vede.
Sono lì, già sedute. Impossibile non riconoscerle. Sono inconfondibili!
Strano. Sente un tuffo al cuore che non riesce a controllare come di solito invece sa fare molto bene.
Coco comunque continua ad avanzare. Cammina eretta, come se niente fosse, e si affretta a raggiungerle. In punta di piedi per non disturbare la conversazione in corso, che evidentemente deve essere interessante, si siede di fronte a loro che intanto hanno smesso di parlare.
“Coco!” esclamano all'unisono “Eccoti!”.
Per fortuna Ella non capiva l'italiano ma la cosa turbò non poco la nostra Cocò che si avvicinò afflitta alla pilota.
Quest'ultima aveva i capelli corti su di un viso carino ma stanco e marcato dai segni degli occhialoni che usava per il volo.
Indossava pantaloni morbidi con grandi tasche e cerniere che facevano parte della collezione di moda che Amelia stessa aveva disegnato e che erano apparsi anche su Vogue il mese prima.
Ad una prima occhiata superficiale potevano aver ragione i lavoratori incontrati prima ma Cocò seppe scorgere sotto la polvere e la stanchezza la brace che ardeva dentro la sua anima e ne rimase affascinata... la conosceva già per fama, ma vederla per lei fu un colpo di fulmine.
L'ammirazione che provava traspariva dal suo volto e, quando furono presentate, scoprirono che la stima era reciproca.
In America Cocò aveva un avamposto di estimatori e fra questi Amelia spiccava per il suo ardore sincero. Quando poi scoprirono che Coco e Ella si conoscevano il trio fu completo e pieno di ardore.
Tutto filava liscio, i discorsi dei politici, degli organizzatori e ancora e ancora, non finivano più, ma le nostre amiche si erano allontanate e passarono il tempo chiacchierando amabilmente come se fossero amiche da sempre.
Coco era incontenibile. Stavano tramando qualcosa quelle tre donne, si sentiva nell'aria. E ci fu la cena.
Ne gustarono ben poco le nostre amiche, in compenso tutti assaporarono con l'anima i virtuosismi che la voce di Ella compiva riempiendo il mondo di meraviglia..
Usava la voce come uno strumento lasciando tutti senza fiato.
Si stava avvicinando una pausa durante la quale ci sarebbe stata la sfilata e si capiva già che sarebbe passata sottotono dato il chiacchiericcio e la distrazione delle persone, ma Coco aveva osato e un altoparlante annunciò che alcuni vestiti sarebbero stati indossati dalla famosa pilota e ospite d'onore e iniziò la musica.
Amelia apparve in tutto il suo splendore, i capelli corti la rendevano sbarazzina e il volto raggiante completava il quadro di una giovane donna con lunghe gambe, che si muoveva con disinvoltura sulla passerella sorridendo, felice di quel gioco..
La cosa si protrasse con successo e alla fine sfilarono anche alcune indossatrici con alcuni capi della collezione sportiva di Amelia che erano stati reperiti rocambolescamente all'ultimo minuto.
Coco in cuor suo sperava che gli operai che avevano criticato l'aviatrice si trovassero da qualche parte del salone per potersi ricredere dei loro avventati e crudi giudizi.
Fu un successo strabiliante.
Le nostre donne passarono alcuni giorni insieme nella bella città Italiana e di quel giorno se ne parla ancora a distanza di tanti anni, ma si sa, due donne fanno un mondo migliore e tre un universo di bellezza.
🐘
"Ben trovata Amelia, sono Coco. Non è il mio vero nome ma, come del resto i miei abiti, è semplice ed elegante per cui ne vado fiera. Sono vissuta nella miseria di un orfanatrofio e ho colto il momento magico che mi offrivano le suore. Con le loro stoffe monacali ho cucito vestiti per le bambole. Nel mio atelier non posso dire che cucivo, creavo. Mi guardavo intorno e creavo vestiti costosi ma semplici, vestiti che denotavano una raffinata povertà poichè quella era rimasta nel mio profondo. Forse per questo, piuttosto che per la mia timidezza, mi sono sempre definita come semplice sarta. La mia estrazione sociale ha influito moltissimo sulle mie creazioni, molto più semplici e pratiche di quelle della moda del momento. Magari con un pizzico di eleganza che non guasta mai. E' classe, quella classe che ci fa emergere, come te del resto, che non hai avuto paura di affrontare il tuo sogno e addirittura ti sei comprata un velivolo giallo... il cosiddetto "Canarino"! Lo ricordo bene, era su tutti i giornali. Bello, complimenti. Cara Amelia, sarai d'accordo con me in molte cose che ho detto, immagino, e pure la nostra meravigliosa, strepitosa Ella! Ella cara, sai che abbiamo in comune un'amicizia? O meglio, ti posso dire che Marylin che ti aiutò durante i tuoi primi concerti, adoperava un solo profumo, Chanel N.5. Il mio! Ma su, dai, ora tocca a te. Dicci, dicci..."
""Le nostre storie cominciano allo stesso modo. Sono nata in un quartiere basso e malfamato dov'è nata la mia musica, lo swing. Quando morì mia madre finii in un orfanatrofio anche perchè pensai bene di allontanarmi da un padre violento. Cominciai a cantare. Tutti più o meno lo facevano e proprio per questo ebbi fortuna. Un tale mi sentì cantare e subito mi prese con sè, nel suo gruppo. Ero felice ma dovetti fare i conti con l'America razzista. Devo dire che non mi arresi mai e nemmeno mi trovai mai ad odiare i bianchi. Davvero, nessun rancore. Una volta dovetti persino lasciare il posto sul treno ad un bianco e rimanere a terra per ben tre giorni. Eppure mi aspettavano in un teatro a cantare! Martin Luther King, i Kennedy, erano i miei idoli. Una volta successe che in un teatro non mi volevano per il colore della mia pelle e qui, la nostra Marylin si fece avanti, promettendo che sarebbe venuta ad ascoltarmi tutte le volte che cantavo e che si sarebbe seduta in prima fila. Lei, così bella, bionda, affermata, bianca... Non ho studiato canto, l'ho sempre avuto dentro. Improvvisavo e sul palco mi sentivo un'altra, non più timida e riservata. Dicevano che la mia voce aveva un'estensione eccezionale. Imparai però diversi generi musicali, compreso il jazz e il gospel. La mia grande soddisfazione è di aver lavorato con Duke Ellington, Louis Amstrong. Anche tu, Coco, hai conosciuto artisti del calibro di Monet, Picasso, Stravinschij. Ahh, ahh... ti ha aiutato la vita facendoteli incontrare! "
"Già, la mia amica Misia...! Una sera gli regalai il mio cappotto ma non perché ne avesse bisogno. Gli piaceva moltissimo, ne era affascinata e per questo, così, istintivamente, non potei fare a meno di regalarglielo. Era una vera artista e quelli facevano parte del suo mondo."
(Claudia)
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Vi è una parte decorata alla francese, con pavimenti di fiori, statue e impianti di svaghi. Una sezione all'inglese e una sezione centrale dove è possibile apprezzare la foresta geometrica degli alberi.
Si arriva alla fontana Medicea nella zona del parco, caratterizzata da una lunga vasca fiancheggiata da alberi e vasi di pietra ripieni di fiori colorati.
Qui intorno, è successo tanto tempo fa, si aggiravano due enigmatiche fanciulle alla ricerca di qualcosa, di qualcuno, ben non si sa.
Ancora pochi passi ed ecco l'incontro più importante di quel tempo del novecento. Si guardano dritte negli occhi e si sorridono. Si sono riconosciute.
Amelia Earhart subito si presenta. Racconta di essere lì a Parigi per assistere alle gare aviatorie, per cui ne approfitta per conoscere la città in tutte le sue particolarità.
Nella vita le sono successe varie vicissitudini e, nonostante la sua famiglia inizialmente abbia avuto delle possibilità economiche, ha dovuto adattarsi in varie mansioni lavorative, finché poi la fortuna è arrivata dalla sua parte e ha potuto coronare i suoi sogni.
Afferma che le donne sono ritenute colpevoli di incompetenze finchè non abbiamo dimostrato il contrario
Gabrielle Bonheur Chanel, in arte Coco Chanel, felice dell'incontro, ritiene di poter parlare di sé, della sua vita personale a questa grande giovane donna.
Lei fin dalla nascita non ha avuto niente di facile. Ha vissuto in un orfanotrofio fin da piccolissima, dove le suore le hanno dato le prime nozioni di tutto ciò che serve nella vita. Vista la sua predisposizione manuale, le hanno insegnato subito di ricamo e di cucito, Sicuramente l'avrebbe aiutata nella vita questa conoscenza. Infatti, messo subito in pratica il sapere, Gabrielle comincia a creare dai cappelli di paglia, molto semplici per l'epoca; nonostante ciò riscuotono un gran successo. Passa agli abiti, ricordandosi quanti ne ha realizzati per le bambole da bambina, abiti molto lineari, semplici di forme e colori. Solo nelle giacchine adora rifinire con materiale particolare. Passo dopo passo, conoscenza dopo conoscenza, anche sentimentale e determinante, è diventata Coco Chanel. A completamento del tutto, ha creato il famoso profumo “Chanel n. 5” conosciuto in tutto il mondo.
Ad un certo momento giunge loro un canto, melodioso, inusuale come di un usignolo. S'incamminano verso la provenienza di quella melodia, finchè giungono in quella meravigliosa edicola attorniata da tante poltroncine. Certo, questa sera ci sarà l'esibizione in un concerto di una notevole voce femminile, la più bella del mondo... canterà Ella Fitgerald.
Ella è venuta a Parigi in incognita. Vuole godersi un momento di vita speciale. Quello che per lei non è ancora stato. La sua infanzia e adolescenza è stata molto critica. Da bambina si dilettava nella danza. Ad un concorso di danza aveva ottenuto il permesso di cantare, iniziando ad esibirsi in piccoli locali. Finché dopo poco tempo dall'inizio delle sue esibizioni canore in pubblico, ha incontrato chi ha creduto nelle sue potenzialità, facendola salire al massimo livello, diventando così Lady Ella, la First Lady del Jazz, del vocalese, provenendo dallo “swing””, dal “Cat”. Ha incontrato Louis Amstrong e altri grandi cantanti tra i quali Charlie Parker, Ray Charles, Frank Sinatra, Dean Martin ed altri ancora.
Sì, in incognita, non sola. Si trova lì soprattutto perchè deve registrare un importante brano di musica e canoro “Apeil in Paris”, insieme a Louis Amstrong.
Questo è quanto riferisce alle due giovani signore che la guardano affascinate da tutto di lei, la presenza, il portamento, la forza.
Ella a sua volta, superato il primo momento di sorpresa e finito di raccontare un poco di sé, si ricorda di loro. Ne ha avuto notizie attraverso i giornali di moda e di volo. Finalmente le ha incontrate, conosciute da vicino. Queste due grandi donne l'hanno affascinata per le loro doti. Seppur diverse fra loro, hanno comunque raggiunto tutte e tre traguardi notevoli.
Sul finire dell'incontro si fanno delle promesse. Intanto a Parigi saranno presenti alla prossima sfilata di moda nell'Atelier Chanel. Saranno insieme nel bistrot dove Ella e Louis faranno un'anteprima di quella che promette di diventare una famosissima canzone. Infine faranno la trasvolata dell'Atlantico inseme ad Amelia con un piccolo bimotore, aereo.
All'imporovviso arriva un grande nuvolone, si abbassa fino al suolo, avvolge dolcemente le tre famose donne, se le porta via in un mondo lontano.
E brave donne! È un piacere leggervi e un onore avervi conosciuto.
RispondiEliminaGrazieee! Grazie di cuore. Adesso anche tu sei con noi e noi siamo felicissime di questo! ❤
EliminaÈ sempre un piacere leggervi! Brave le nostre ragazze!
RispondiEliminaGrazie, Mariella!
EliminaSono contenta di trovarti seduta sulla nostra panchina! ❤