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lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Insieme - Tè per tre







Tè   per  tre 


In un pomeriggio 
senza tempo, 
o forse no, 
in una mattina quasi sera,
tre donne speciali 
si incontrano 
per gustare un tè insieme,
o forse no, 
per la presentazione di un libro 
oppure...

Lo credereste?
Si tratta di Coco Chanel,
la famosa stilista francese, 
di Ella Fitsgerald
la regina del jazz americano,
ed Amelia Earhurt
la prima donna pilota 
ad attraversare l'Atlantico.
Per maggiori dettagli
su queste tre donne,
v. la pagina
"Edu-Pillole: Figure di donne del Novecento".

Che incontro strabiliante, 
non trovate?


Proviamo a raccontare 
ciò che è accaduto 
durante quell'incontro?


🐘

Eccomi giunta, finalmente. Che grande bellezza! È tutto proprio come me lo aspettavo.
Roma in primavera. È semplicemente commovente. E questa piazza poi…
Dunque, non ne posso fare a meno... devo dirlo. Ciò che vedo qui, intorno a me, è un vero spettacolo!
Sì, Parigi è Parigi, ovvio, ma qui tutto è più lento, ovattato, più luminoso. Sembra quasi di essere in un dipinto, in cui ogni piccola parte è stata attentamente studiata nei minimi dettagli. Ahi! Mi sto emozionando... È tutto così eccitante!
Questo tè rimarrà per sempre un'avventura indimenticabile, penso. Del resto non potrebbe essere altrimenti. 
L'elegante signora alza lo sguardo sulle due chiese gemelle che si innalzano in fondo alla piazza. 
Osserva che si ergono dinoccolate e pigre nelle loro forme barocche, placide come ogni cosa in questa città. Sostano oziose ai lati di Via del Corso, proprio laddove la strada termina, al centro del famoso tridente che forma con Via del Babuino e Via di Ripetta. 
Qualcuno nella piazza la osserva sorpreso, ieratica com'è nella sua figura minuta, sinuosa e leggera nel suo tubino, in perfetto equilibrio sotto l'immancabile cappellino. 
Lei non se ne accorge nemmeno. È tutta presa alla ricerca di qualcosa. Sposta lo sguardo alla sua sinistra. Dove sarà la famosa caffetteria di cui ha sentito tantissimo parlare?
La individua immediatamente. I tavolini all'esterno, ne delimitano l'area e richiamano l'attenzione. Sono ben allineati e quasi tutti occupati. I numerosi camerieri che effettuano il servizio si muovono con competenza e velocità.
Appena l'unica cameriera donna si sposta, lei le vede. 
Sono lì, già sedute. Impossibile non riconoscerle. Sono inconfondibili! 
Strano. Sente un tuffo al cuore che non riesce a controllare come di solito invece sa fare molto bene.
Coco comunque continua ad avanzare. Cammina eretta, come se niente fosse, e si affretta a raggiungerle. In punta di piedi per non disturbare la conversazione in corso, che evidentemente deve essere interessante, si siede di fronte a loro che intanto hanno smesso di parlare.
“Coco!” esclamano all'unisono “Eccoti!”.
Il tè è servito. Tintinnare di cucchiaini nelle tazze, teiere che versano liquidi ambrati, profumo di dolcetti decisamente italiani. Piccole ciambelline fritte, mini maritozzi alla panna, sfogliatelline napoletane, cannolini siciliani, troneggiano su un'alzatina deliziosa.
Ella beve un sorso di tè, poi addenta un amaretto semplice semplice, un biscotto dall'apparenza modesta.
"Mai avrei potuto immaginare di arrivare fin qui e di incontrarmi con voi. Mi sembra davvero un sogno. Forse lo è..." borbotta pensierosa come se parlasse solo a sestessa.
"Anche io, Ella, sai? O magari siamo capitate tutte nello stesso sogno... Certo è che la mia infanzia è stata terribile... Se non fosse stato per i miei cappellini che le signore francesi fortunatamente hanno molto apprezzato, mai sarei stata qui oggi. Vi dirò di più. Se non fosse stato per gli scarti di stoffa che le suore mi regalavano ogni tanto, nemmeno i cappellini avrebbero visto la luce e, invece di essere a Roma, oggi forse pulirei le strade di Parigi.". (Continua - v. pag. "Racconto - Un incontro improbabile)
(Vanina)


🐘

Le donne, si sa, spandono intorno a loro un profumo delicato che avvolge la vita delle persone a loro vicine senza che queste se ne rendano conto e, nonostante questa incapacità di sentirlo, ne godono e ne diventano dipendenti.
Quando poi ci si mette anche il fato, l'alchimia è talmente forte da lasciare traccia nella storia.
Questo è quello che successe quel sabato di agosto a Milano, quando tre donne meravigliose si incontrarono per la prima volta e fu l'apoteosi.
C'era una grande agitazione fra le autorità nei locali dell'aeroporto di Milano... era attesa  Amelia Earhart, la più grande pilota di aerei donna che la storia abbia mai partorito.  
Donna piena di coraggio e spirito di avventura aveva da poco effettuato la trasvolata in solitaria dell'Oceano Atlantico con venti ore e quaranta minuti di volo ed era attesa all'aeroporto milanese per il lancio  del suo libro edito, dal marito, che narrava la sua meravigliosa avventura.
Una enorme macchina pubblicitaria era stata approntata per l'occasione..
era stata chiamata la grande cantante Ella Fitzgerald per un concerto all'aperto che si sarebbe tenuto dopo la cena di gala approntata con grande sfarzo ed era stata chiamata Coco Chanel, una stilista di grido per allietare gli ospiti con una sfilata che aveva tutti i presupposti di passare alla storia per originalità e innovazione.
C'era un attesa pregna di aspettative, la grande aviatrice si faceva attendere e Ella  e Coco  ebbero occasione di incontrarsi.
Si piacquero subito e si riconobbero.
Ciascuna era ammiratrice dell'arte che l'altra gestiva con maestria ed Ella si intrufolò dietro le quinte tra i vestiti creati da Coco, pronti per essere indossati.
Girava meravigliata fra tutte quelle creazioni dall'aria innovativa che vi trovava  ed era agitata come una ragazzina .  
Ne scelse un paio e Coco promise che glieli avrebbe spediti.
Ad un tratto l'aria vibrò di entusiasmo, sentirono rollare un motore e capirono che l'ospite americana era arrivata. Si avviarono fuori verso il palco approntato per l'accoglienza della famosa ospite e Coco colse al volo i giudizi di alcuni addetti ai lavori che bollavano la ragazza definendola peggio di un uomo, brutta e trasandata e si allontanavano facendo riferimenti poco carini a carico delle donne americane.
Per fortuna Ella non capiva l'italiano ma la cosa turbò non poco la nostra Cocò che si avvicinò afflitta alla pilota. 
Quest'ultima aveva i capelli corti su di un viso carino ma stanco e marcato dai segni degli occhialoni che usava per il volo.
Indossava pantaloni morbidi con grandi tasche e cerniere che facevano parte della collezione di moda che Amelia stessa aveva disegnato e che erano apparsi anche su Vogue il mese prima.
Ad una prima occhiata superficiale potevano aver ragione i lavoratori incontrati prima ma Cocò seppe scorgere sotto la polvere e la stanchezza la brace che ardeva dentro la sua anima e ne rimase affascinata... la conosceva già per fama, ma vederla per lei fu un colpo di fulmine. 
L'ammirazione che provava traspariva dal suo volto e, quando furono presentate, scoprirono che la stima era reciproca.
In America Cocò aveva un avamposto di estimatori e fra questi Amelia spiccava per il suo ardore sincero. Quando poi scoprirono che Coco e Ella  si conoscevano il trio fu completo e pieno di ardore.
Tutto filava liscio, i discorsi dei politici, degli organizzatori e ancora e ancora, non finivano più, ma le nostre amiche si erano allontanate e passarono il tempo chiacchierando amabilmente come se fossero amiche  da sempre. 
Coco era incontenibile. Stavano tramando qualcosa quelle tre donne, si sentiva nell'aria. E ci fu la cena.
Ne gustarono ben poco le nostre amiche, in compenso tutti assaporarono con l'anima i virtuosismi che la voce di Ella compiva riempiendo il mondo di meraviglia..
Usava la voce come uno strumento lasciando tutti senza fiato. 
Si stava avvicinando una pausa durante la quale ci sarebbe stata la sfilata e si capiva già che sarebbe passata sottotono dato il chiacchiericcio e la distrazione delle persone, ma Coco aveva osato e un altoparlante annunciò che alcuni vestiti sarebbero stati indossati  dalla famosa pilota e ospite d'onore e iniziò la musica.
Amelia apparve in tutto il suo splendore, i capelli corti la rendevano sbarazzina e il volto raggiante completava il quadro di una giovane donna con lunghe gambe, che si muoveva con disinvoltura sulla passerella sorridendo, felice di quel gioco..
La cosa si protrasse con successo e alla fine sfilarono anche alcune indossatrici con alcuni capi della collezione sportiva di Amelia che erano stati reperiti rocambolescamente all'ultimo minuto.
Coco in cuor suo sperava che gli operai che avevano criticato l'aviatrice si trovassero da qualche parte del salone per potersi ricredere dei loro avventati e crudi giudizi.
Fu un successo strabiliante.
Le nostre donne passarono alcuni giorni insieme nella bella città Italiana e di quel giorno se ne parla ancora a  distanza di tanti anni, ma si sa, due donne fanno un mondo migliore e tre un universo di bellezza.
(Rita)


🐘

"Ciao sono Amelia. Carissime, vi posso dire che sono stata fortunata per certi versi perchè ho potuto ottenere il brevetto di pilota nonostante le difficoltà economiche della mia famiglia. Ho fatto diversi lavori per mantenermi e pagarmi le costose lezioni di volo anche se non posso negare che in parte mi hanno aiutato mia madre e i miei nonni materni con i quali ho vissuto per tutta la mia infanzia, insieme a mia sorella. I miei genitori erano sempre in giro per l'America perché mio padre, sebbene avvocato, perdeva spesso il lavoro  non riuscendo a stare lontano dall'alcool. Nonostante tutto è stato bello inseguire il mio sogno. Forse sono una donna che ha cercato con tutte le forze di affermarsi perché la situazione di mio padre alcolista mi ha pesato molto. E' stato una specie di riscatto, insomma. Sapete che mi sono trovata persino ad indossare il mio giubbotto di pelle per vari giorni, anche di notte a dire il vero, per farlo apparire un poco consumato? Era un lavoro da uomini il mio e immaginate come poteva essere accettata una donna. Ho sentito parlare molto di voi nella mia breve vita ma ditemi, vorrei sapere da voi, con le vostre parole quello che avete davvero vissuto."

  "Ben trovata Amelia, sono Coco. Non è il mio vero nome ma, come del resto i miei abiti, è semplice ed elegante per cui ne vado fiera. Sono vissuta nella miseria di un orfanatrofio e ho colto il momento magico che mi offrivano le suore. Con le loro stoffe monacali ho cucito vestiti per le bambole. Nel mio atelier non posso dire che cucivo, creavo. Mi guardavo intorno e creavo vestiti costosi ma semplici, vestiti che denotavano una raffinata povertà poichè quella era rimasta nel mio profondo. Forse per questo, piuttosto che per la mia timidezza, mi sono sempre definita come semplice sarta. La mia estrazione sociale ha influito moltissimo  sulle mie creazioni, molto più semplici e pratiche di quelle della moda del momento. Magari con un pizzico di eleganza che non guasta mai. E' classe, quella classe che ci fa emergere, come te del resto, che non hai avuto paura di affrontare il tuo sogno e addirittura ti sei comprata un velivolo giallo... il cosiddetto "Canarino"! Lo ricordo bene, era su tutti i giornali. Bello, complimenti. Cara Amelia, sarai d'accordo con me in molte cose che ho detto, immagino, e pure la nostra meravigliosa, strepitosa Ella! Ella cara, sai che abbiamo in comune un'amicizia? O meglio, ti posso dire che Marylin che ti aiutò durante i tuoi primi concerti, adoperava un solo profumo, Chanel N.5. Il mio! Ma su, dai, ora tocca a te. Dicci, dicci..."

""Le nostre storie cominciano allo stesso modo. Sono nata in un quartiere basso e malfamato dov'è nata la mia musica, lo swing. Quando morì mia madre finii in un orfanatrofio anche perchè  pensai bene di allontanarmi da un padre violento.  Cominciai a cantare. Tutti più o meno lo facevano e proprio per questo ebbi fortuna. Un tale mi sentì cantare e subito mi prese con sè, nel suo gruppo. Ero felice ma dovetti fare i conti con l'America razzista. Devo dire che non mi arresi mai e nemmeno mi trovai mai ad odiare i bianchi. Davvero, nessun rancore. Una volta dovetti persino lasciare il posto sul treno ad un bianco e rimanere a terra per ben tre giorni. Eppure mi aspettavano in un teatro a cantare! Martin Luther King, i Kennedy, erano i miei idoli.  Una volta successe che in un teatro non mi volevano per il colore della mia pelle e qui, la nostra Marylin si fece avanti, promettendo che sarebbe venuta ad ascoltarmi tutte le volte che cantavo e che si sarebbe seduta in prima fila. Lei, così bella, bionda, affermata, bianca... Non ho studiato canto, l'ho sempre avuto dentro. Improvvisavo e sul palco mi sentivo un'altra, non più timida e riservata. Dicevano che la mia voce aveva un'estensione eccezionale. Imparai però diversi generi musicali, compreso il jazz e il gospel. La mia grande soddisfazione è di aver lavorato con Duke Ellington, Louis Amstrong. Anche tu, Coco, hai conosciuto artisti del calibro di Monet, Picasso, Stravinschij. Ahh, ahh... ti ha aiutato la vita facendoteli incontrare! "

"Già, la mia amica Misia...! Una sera gli regalai il mio cappotto ma non perché ne avesse bisogno. Gli piaceva moltissimo, ne era affascinata e per questo, così, istintivamente,  non potei fare a meno di regalarglielo. Era una vera artista e quelli facevano parte del suo mondo."

Chi mai avrebbe detto che donne così diverse si fossero realizzate, non dico a causa di un comune denominatore ma il comune denominatore ha notevolmente contribuito a tutto ciò, a far sì  che le loro vite lasciassero un'impronta molto importante e fossero ricordate nel tempo con ammirazione.
(Claudia) 


🐘

- Ciao Amelia, ciao Coco, tutto ok?
- Certo e tu Ella?
- Beh, non so se lo sapete che ho problemi di salute, però devo ammettere che cantare mi dà una forza incredibile e riesce a farmi sopportare tutti i miei problemi. Solo cantando non sento il dolore alle mie gambe, mi sento serena e dimentico i miei problemi esistenziali dovuti alla mia triste infanzia, problemi che mi accompagnano da una vita e hanno fatto di me una donna molto forte, una donna di grande carattere che ha avuto da ciò un grande successo.
- E tu Coco, come stai?
- Io mi godo la vita  per dimenticare tutti i problemi dovuti al mio passato di miseria  e di abbandono da parte dei miei genitori, di cui mi vergogno. È passando da un amante ad un altro che i miei giorni diventano vivibili e io ho raggiunto grazie a loro il mio successo di stilista. Ora che sono famosa in tutto il mondo per le mie creazioni posso infischiarmene sia della sofferenza durante la mia infanzia rinchiusa in orfanotrofio che di tutto ciò che nel mondo si dice di me, del mio carattere, delle mie azioni poco accettabili e anche di certe mie tendenze.
- E tu Amelia, dove sei finita?
- Io sono qui, che trascorro il mio eterno riposo in fondo all'Oceano Pacifico insieme al mio compagno di viaggio Noonan. Insieme abbiamo fatto tanti voli eroici e abbiamo conquistato molti recods. Anche in solitaria sono riuscita a compiere voli strepitosi per i miei tempi, ho raggiunto molti primati tra cui quello di essere stata la prima donna ad attraversare l'Oceano Atlantico. La forza e il mio entusiasmo per il volo sono nati quel giorno in cui mio padre mi portò a un raduno aeronautico dove ebbi la possibilità, pagando un dollaro, di fare il mio primo volo! Da quel momento è nata una grande passione che solo l'Oceano Pacifico è riuscito a fermare.
La giornalista rilesse l'intervista immaginaria, appose la sua firma e la mandò immediatamente in redazione.
(Lauretta)


🐘

A Parigi, fra le tante bellezze in tutti i sensi, non manca di spiccare quella del giardino del Palazzo del Luxembourg, così chiamato perchè voluto dal Duca di Luxembourg secoli indietro, poi passato di proprietà a Teresa dei Medici, che si dedicò soprattutto alla trasformazione dei giardini intorno al palazzo. 
Vi è una parte  decorata alla francese, con pavimenti di fiori, statue e impianti di svaghi. Una sezione all'inglese e una sezione centrale dove è possibile apprezzare la foresta geometrica degli alberi.
Si arriva alla fontana Medicea nella zona del parco, caratterizzata da una lunga vasca fiancheggiata da alberi e  vasi di pietra ripieni di fiori colorati.
Qui intorno, è successo tanto tempo fa, si aggiravano due enigmatiche fanciulle alla ricerca di qualcosa, di qualcuno, ben non si sa.
Ambedue si recano veloci verso la bellissima nicchia, in fondo alla vasca, che contiene una  fontana. L'acqua sgorga dall'intreccio dell'abbraccio di due amanti o due semplici fanciulli. 
La prima, Amelia, indossa un abbigliamento maschile, da aviatrice. Pantaloni bianchi, giubbotto di pelle, berretto e occhiali da pilota. Sì, è proprio lei, la notissima aviatrice americana, la prima a fare la trasvolata atlantica in solitaria. Si dirige incuriosita dalla parte opposta alla fontana, là dove i vasi sono stracolmi di fiori colorati, per vedere da vicino la figura raffinata che si sta avvicinando, non le sembra sconosciuta. Forse l'ha vista su qualche rivista di moda. Quel suo  abbigliamento semplice, soprattutto nell'abito tubino nero, una piccola giacca semplicemente bordata con raffinatezza. Ciò che più mette in risalto il viso della giovane donna è il cappellino, anche questo semplice, senza fronzoli come spesso capita di vedere.
Ancora pochi passi ed ecco l'incontro più importante di quel tempo del novecento. Si guardano dritte negli occhi e si sorridono. Si sono riconosciute.
Amelia Earhart subito si presenta. Racconta di essere lì a Parigi per assistere alle gare aviatorie, per cui ne approfitta  per conoscere la città in tutte le sue particolarità.
Amelia è ritenuta la ragazza dei record, le piace anche scorazzare in bicicletta, è molto trasgressiva nell'abbigliamento, non ama gli abiti femminili.
Nella vita le sono successe varie vicissitudini e, nonostante la sua famiglia inizialmente abbia avuto delle possibilità economiche, ha dovuto adattarsi in varie mansioni lavorative, finché poi la fortuna è arrivata dalla sua parte e ha potuto coronare i suoi sogni.
Afferma che le donne sono ritenute colpevoli di incompetenze finchè non abbiamo dimostrato il contrario
Gabrielle Bonheur Chanel, in arte Coco Chanel, felice dell'incontro, ritiene di poter parlare di sé, della sua vita personale a questa grande giovane donna.
Lei fin dalla nascita non ha avuto niente di facile. Ha vissuto in un orfanotrofio fin da piccolissima, dove le suore le hanno dato le prime nozioni di tutto ciò che serve nella vita. Vista la sua predisposizione manuale, le hanno insegnato subito di ricamo e di cucito, Sicuramente l'avrebbe aiutata nella vita questa conoscenza. Infatti, messo subito in pratica il sapere, Gabrielle comincia a creare dai cappelli di paglia, molto semplici per l'epoca; nonostante ciò riscuotono un gran successo. Passa agli abiti, ricordandosi quanti ne ha realizzati per le bambole da bambina, abiti molto lineari, semplici di forme e colori. Solo nelle giacchine adora rifinire con materiale particolare. Passo dopo passo, conoscenza dopo conoscenza, anche sentimentale e determinante, è diventata Coco Chanel. A completamento del tutto, ha creato  il famoso profumo “Chanel n. 5” conosciuto in tutto il mondo.
Ad un certo momento giunge loro un canto, melodioso, inusuale come di un usignolo. S'incamminano verso la provenienza di quella melodia, finchè giungono in quella meravigliosa edicola attorniata da tante poltroncine. Certo, questa sera ci sarà l'esibizione in un concerto di una notevole voce femminile, la più  bella  del mondo... canterà Ella Fitgerald. 
Ma che ci fa lì questa grande cantante senza averne sentito notizia dai giornali?
Ella è venuta a Parigi in incognita. Vuole godersi un momento di vita speciale. Quello che per lei non è ancora stato. La sua infanzia e adolescenza è stata molto critica. Da bambina si dilettava nella danza. Ad un concorso di danza aveva ottenuto il permesso di cantare, iniziando ad esibirsi in piccoli locali.  Finché dopo poco tempo dall'inizio delle sue esibizioni canore in pubblico, ha incontrato chi ha creduto nelle sue potenzialità, facendola salire al massimo livello, diventando così Lady Ella, la First Lady del Jazz, del vocalese, provenendo dallo “swing””, dal “Cat”. Ha incontrato Louis Amstrong e altri grandi cantanti tra i quali Charlie Parker, Ray Charles, Frank Sinatra, Dean Martin ed altri ancora.
Sì, in incognita, non sola. Si trova lì soprattutto perchè deve registrare un importante brano di musica e canoro “Apeil in Paris”, insieme a Louis Amstrong.
Questo è quanto riferisce alle due giovani signore che la guardano affascinate da tutto di lei, la presenza, il portamento, la forza.
Ella a sua volta, superato il primo momento di sorpresa e finito di raccontare un poco di sé, si ricorda di loro. Ne ha avuto notizie attraverso i giornali di moda e di volo.  Finalmente le ha incontrate, conosciute da vicino. Queste due grandi donne l'hanno affascinata per le loro doti. Seppur diverse fra loro, hanno comunque raggiunto tutte e tre traguardi notevoli.
Sul finire dell'incontro si fanno delle promesse. Intanto a Parigi saranno presenti alla prossima sfilata di moda nell'Atelier Chanel. Saranno insieme nel bistrot dove Ella e Louis faranno un'anteprima di quella che promette di diventare una famosissima canzone. Infine  faranno  la trasvolata dell'Atlantico inseme ad Amelia con un piccolo bimotore, aereo.
All'imporovviso arriva un grande nuvolone, si abbassa fino al suolo, avvolge dolcemente le tre famose donne, se le porta via in un mondo lontano.
(Maddalena)



🐘  🐘  🐘







4 commenti:

  1. E brave donne! È un piacere leggervi e un onore avervi conosciuto.

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    Risposte
    1. Grazieee! Grazie di cuore. Adesso anche tu sei con noi e noi siamo felicissime di questo! ❤

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  2. È sempre un piacere leggervi! Brave le nostre ragazze!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Mariella!
      Sono contenta di trovarti seduta sulla nostra panchina! ❤

      Elimina

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