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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Ricordi Scuola 37 - Giocar con le parole.








Giocare con le parole:
creare a più mani


Nella mia vita di insegnante ho assegnato grandissima importanza alle parole: quelle dette senza riflettere, quelle scelte con cura, quelle insolite, quelle inventate, quelle che  esprimono emozioni, quelle che sintetizzano, quelle che narrano, quelle che consolano, quelle ancora che fanno ridere, quelle che fanno pensare… insomma le parole che caratterizzano l’uomo e gli consentono di costruire, diversificare, integrare i pensieri e forse lo rendono simile alla divinità.
Ho affrontato tutti questi mondi di parole affascinanti, convogliandoli con i miei piccolini in storie di tutti i tipi, sfociate in libri oltremodo significativi per noi.

La mia tecnica era sempre quella di abituare gli scolari fin da subito ad esprimersi a trecentosessanta gradi, senza paura di essere giudicati o che qualcuno potesse ridere di loro. Contemporaneamente li educavo all’ascolto degli altri, a riconoscere la bellezza, la comicità, il banale delle parole e dei concetti.
Partendo da questo, giocavamo con le parole, i nomignoli, i modi di dire, gli scherzi linguistici, l’ordine delle parole e delle frasi, la scelta di aggettivi e sfumature. Questo abitualmente nel corso della nostra vita insieme.

C’erano, poi, i momenti dell’elaborazione vera e propria e quindi della scrittura… e che scrittura!
Infatti, strano a dirsi, i  momenti più stimolanti per tutti erano proprio quelli della scrittura collettiva: in questo mondo fantastico, senza parere, li conducevo alla costruzione di un metodo di pensiero e di lavoro.

Disciplinatamente, ma senza schemi preconcetti, tutti intervenivano per dare suggerimenti e tutti convenivano sulla scelta narrativa di ambienti, situazioni, protagonisti, antagonisti, personaggi minori.
Io scrivevo alla lavagna il testo che veniva via via creato.
Qualche volta erano loro stessi a scriverlo a turno, mentre tutti, sempre, lo registravano sui loro quaderni.
Nei momenti di pausa, nell’attesa che tutti avessero ricopiato, abbellivano titoli o passaggi con disegnini e decorazioni.
A volte disegnavamo insieme: vedermi abbozzare un disegno alla lavagna era per loro un regalo!
I miei disegni erano abbastanza semplici e non dimenticavo mai di spronarli, dicendo che loro sapevano fare certamente meglio di me.
Tuttavia, in una scuola in cui pochissimi insegnanti trovavano il tempo per donare un’immagine, essi si entusiasmavano e mi ripagavano con grande affetto.

Tutto questo li coinvolgeva enormemente, aiutava la concentrazione e la comprensione di ciò che avveniva in classe e li stimolava a lavorare con interesse per tempi anche lunghi, dando una connotazione positiva e gratificante alla fatica.
Naturalmente questa scrittura creativa non era sporadica e spezzettata.
Al contrario era sistematica, mirava a raggiungere un obiettivo finale già programmato e deciso insieme.
Avremmo scritto un  libro vero che i genitori avrebbero letto, proprio come gli autori dei libri  colorati che facevano bella mostra di sé in biblioteca o in libreria!




1 commenti:

  1. Questo ci aiuti tu a fare... come scolarette impariamo ad esprimerci con curiosità e entusiasmo e soprattutto in libertà, torniamo nell'innocenza e nello stupore perché riscopriamo il bambino che eravamo e che custodiamo teneramente nel cuore. Viva il linguaggio, le parole che si uniscono per creare sempre nuove immagini e felicità.

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