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Buona lettura



Lucca Insieme - L'intervista del mistero 10

 




Lunedì 1 dicembre 2025

Eccoci qui
ancora una volta!
Oggi è venuta a trovarci 
e si è seduta sulla nostra panchina
un'ospite misteriosa.
Non sappiamo chi sia, 
cosa fa, nemmeno il suo nome.
Questa sarà, dunque, una
intervista al buio.
Dai, cominciamo!


L'intervista del mistero
Alla scoperta di Alberta


Vanina:
Diamo il nostro benvenuto
alla nostra gentilissima ospite.
Siamo davvero felici di averla
sulla nostra panchina!
Il suo nome è Alberta.

Cominciamo?



Alberta si mostra molto disponibile a raccontarci chi è e ciò che ha vissuto. Risponde alle domande che via via le vengono poste, com'è consuetudine, dalle Signore de "La Panchina".
Intorno alla panchina il clima si fa ben presto molto empatico e le emozioni sono davvero significative, sia per chi racconta, sia per chi ascolta. E così è inevitabile trovarci a "scendere le scale" in un confronto serrato con le nostre stesse paure e i nostri personali fantasmi, mentre Alberta si rasserena in un mood liberatorio.
Ecco cosa ci racconta.

Il prima
Alberta è stata un'insegnante di francese e conosce Vanina da molti anni. Si sono incontrate a scuola perché facevano parte dello stesso Istituto Comprensivo ed entrambe si sono occupate di scambi culturali. Ricordano con piacere momenti conviviali con ospiti stranieri in visita in Italia e gli interessanti contatti di Alberta con l'autore francese Joseph Joffo di "Un sacchetto di biglie".

Il fatto
Era il 29 settembre del 2016 e a Lucca era il periodo dei Comics. C'erano quindi molti lavori in corso in tanti punti della città. 
Alberta tornava in bici verso casa sulla pista ciclabile, quando nei pressi del campo Balilla, un camion svoltò all'improvviso verso il cantiere sotto le mura, prendendola in pieno. Ogni luce si spense e tutto si fermò intorno a lei.
Fu trasportata a Pisa con Pegaso, l'elicottero dell'emergenza. Seguirono dodici giorni di coma e sei mesi di riabilitazione. 

Il dopo
È stato complesso ricostruire la salute del corpo e la normalità della vita quotidiana, in un periodo intenso dì sensazioni, emozioni, riflessioni. Cosa, in particolare, si potrebbe rilevare?
Il coraggio: Il coraggio di sopportare una situazione molto molto pesante, il coraggio di reagire e  andare avanti.
La paura: La paura della sera, la paura di restare sola quando il marito e la figlia andavano via, la paura del futuro.
L'aiuto: L'aiuto di un infermiere che la sera le parlava con dolcezza e le portava una tisana per farla rilassare.
L'aiuto delle amiche che sono state molto presenti e le hanno ricostruito intorno la normalità, con la presenza, con la brioche ancora calda della mattina, con lo scherzo e l'ironia.
L'aiuto forte, fortissimo, della fede che tuttora la sostiene. 

Adesso, ritornata alla vita normale, cerca di fare molte cose, come se tutto fosse perfetto. Tuttavia qualcosa è cambiato, per esempio non guida più, anche se ha ripreso ad andare in bicicletta. Ora c'è una nipotina ed è gratificante far la nonna.

Ad Aprile del 2020 in pieno lockdown vede un Pegaso dalla finestra. Le accade qualcosa di speciale. Senza sapere come o perché si ritrova con un foglio e una penna in mano e, di getto, senza interruzioni, scrive un piccolo libro di riflessioni su questa sua terribile esperienza. Significativo il titolo: "I tre elicotteri della mia vita".

E incredibile ma vero, ci sono anche cose positive da tirare fuori da questo accadimento: Alberta avverte tanta potenzialità dentro, voglia e disponibilità ad aiutare gli altri. Tutto appare importante ora, perché ha rischiato di morire.


Grazie,
cara Alberta,
per essere stata
con noi.

🌺 🌺 🌺



🚲
Nel settembre del 2016 la signora Alberta stava percorrendo in bicicletta la pista ciclabile intorno le Mura di Lucca quando fu investita da un camion e rimase a terra esanime.
La signora era oggi con noi a "La Panchina" a raccontare la sua storia dí rinascita dopo quel terribile incidente dove si è ritrova in coma e con il corpo letteralmente  rovinato.
Solo con sua forza d’animo, assieme alla fede ed al conforto della famiglia è riuscita a ristabilirsi, con i comprensibili postumi.
Continua a dedicarsi al volontariato e a coltivare le sue passioni.
Di lei ammiro la forza di non arrendersi, di continuare a lottare nonostante tutto, di tenersi aggrappata a questa seconda vita che le è stata donata, anche grazie alle cure mediche ricevute. E’ un esempio importante per la nostra società
Monica



🚲

Oggi in Panchina abbiamo avuto un’altra ospite a sorpresa. Ma che sorpresa per me nel  vedere un volto conosciuto! Sono trascorsi diversi anni ma la persona è quella, stavo dicendo dentro di me.

Non appena ho avuto la parola non ho potuto fare a meno di spifferare.- E’ un’insegnante-. Non potevo restare indifferente e aspettare le domande di tutte noi per identificare e tracciare poi una figura da commentare.

Stavolta, oltre alla sorpresa di rivederla mi è venuta la curiosità di sapere  cosa stesse facendo ora, di cosa si stesse  occupando.  Durante l’intervista è venuto fuori che qualche anno fa è stata vittima di un incidente gravissimo per il quale, oltre alle difficili conseguenze fisiche, si è trovata in coma per giorni.

Un gran dispiacere per tutte noi che eravamo in ascolto ma anche interessante. Ci ha raccontato che durante il coma le appariva la figlia, in un ambiente tutto bianco ma, pur chiamandola,  lei non poteva aiutarla. Possiamo immaginare l’enorme sofferenza di quella situazione ed è ammirevole la maniera con la quale ha saputo reagire nel tornare a vivere la sua vita.

Avendola io conosciuta come stimata insegnante, rivedendola ora che ci ha raccontato tutto ciò che si è trovata ad affrontare, ho capito la forza che ha dovuto e saputo mettere,  per cui la mia stima si è notevolmente accresciuta. La Fede, dice, è stata la sua guida.

Ho capito che il suo ritorno alla vita le ha portato maggiore sensibilità e tanta più voglia di vivere intensamente aiutando gli altri anche come volontaria dell’Ordine di Malta.

Sto parlando di una persona che si era occupata fra l’altro anche di scambi culturali con la Francia  per cui si è via via creata una mentalità aperta, tanto da rimanere in buoni rapporti con lo scrittore Joffo e con la sua famiglia poi. Credo che per quest’aria culturale ma soprattutto per esprimere il suo vissuto emozionale, ha scritto un libro, d’impeto, dice lei, e ci credo,  dal titolo ”I TRE ELICOTTERI DELLA MIA VITA”. Ci ha spiegato che il primo elicottero è riferito a un viaggio nel Grand  Canyon e Il secondo riguarda l’incidente e tutte le conseguenze fisiche ed emotive. Mentre nel terzo ci parla delle persone che l’hanno aiutata a a sopravvivere.

La cosa che mi ha interessata maggiormente è il fatto che sia stato scritto d’impeto, che le è venuto naturale, senza  bisogno di correzioni o ripensamenti. Ciò racconta il suo sentire  emozionale e ne incuriosisce la lettura. Almeno a me.

Claudia 




🚲

Ecco di nuovo lunedì, il lunedì della Panchina per il consueto incontro di scrittura.

La mattina si presenta fin dall’inizio uggiosa e strana.

Già per arrivare al luogo d’incontro è stato problematico.

Ha cominciato a piovere, ma i mezzi pubblici per trasportarmi in città sono molto in ritardo.

Sono finalmente al portone del palazzo in cui ci ritroviamo dove incontro una signora che sta tentando di trovare il campanello giusto per farlo aprire.

Mi avvicino saluto e chiedo chi stia cercando, bene anche lei le signore della panchina. Mi presento e le chiedo se lei sarà l’ospite. Bene, sì. Entriamo e ci dirigiamo lei in ascensore ed io salendo le scale al luogo d’incontro.

Ci ritroviamo nella saletta dove ci stanno aspettando Vanina, Lauretta ed Alba.

Dopo i saluti di regola ci accomodiamo, intanto Vanina era già in contatto audio-video con le altre amiche che ci seguono da lontano.

Come di regola nei casi di queste interviste con ospiti estranei il gruppo cominciamo a presentarci a lei.

Arriva poi il suo turno. Alberta, così si chiama, comincia a raccontare di sé, soprattutto della sua disavventura a seguito di un incidente avvenuto alcuni anni orsono sulla circonvallazione della nostra città. Un camion l’ha colpita in pieno per entrare in un luogo in cui stavano montando tutti gli stand per gli imminenti Comics, evento internazionale che si svolge qui a Lucca da circa sessanta anni. Lei stava percorrendo in bicicletta la pista ciclabile che la portava a casa, quando si è ritrovata in un letto di ospedale a Cisanello (PI)  rotta da tutte le parti. Là vi era stata portata con elicottero Pegaso.

Il suo calvario è durato parecchi mesi, interventi chirurgici in tutto il corpo, coma ed altro.

Dopo il rientro a casa con tanta forza e tenacia ha ripreso parte degll interessi verso l’esterno della sua casa.

Da insegnante di lingua francese a Porcari, là dove aveva conosciuto Vanina, ha ripreso a darne lezioni nell’oratorio della sua parrocchia a tanti ragazzi.

Poi al tempo del covid all’improvviso ha ripreso in mano una penna e un foglio e ha cominciato a scrivere del Pegaso che aveva visto sorvolare lì nei d’intorni della sua abitazione, proprio lì vicino vi è la pista d’atterraggio. Ecco che all’improvviso le è venuta la necessità di scrivere tutti i suoi pensieri riguardanti il periodo terribile superato. Per lei è stata una liberazione dell’anima, anche se ancora oggi dal suo corpo si rilevano delle mancanze difficilmente recuperabili.

All’inizio delle presentazioni Claudia ha ricordato della sua figura d’insegnante. Silvana ne ha sentito parlare dalla sua sorella amica della sorella di Alberta. Assuntina ha ricordato quanto se ne sia parlato in città.

Personalmente non ricordo di questo evento. Sono rimasta estremamente colpita da quanto ci è stato descritto sul periodo dopo l’incidente. Mi sono tornati alla mente vari episodi accaduti nella mia vita e famiglia molto critici, di vita e di morte, che avevo rimosso senza accennare a questi.

Mi sono solo permessa di chiedere come avesse potuto superare quei momenti e proseguire ora con la serenità che ci ha dimostrato nel rispondere a tutte le domande che le abbiamo fatto, senza tentennamenti e reticenze come se anche noi fossimo amiche da molto tempo.

L’aspetto più importante più volte messo in rilievo è stato l’aiuto della fede e di chi le è stato accanto: marito e figlia sicuramente anche loro pieni di fede, in più la comprensione dell’importanza delle vicende della vita, a volte ritenute insormontabili e di fronte a quello avvenuto niente. La vita è da vivere vedendo tutto con altri occhi.

Maddalena



🚲
Piacevole , ma pure angosciante l'incontro fatto oggi alla Panchina.
Abbiamo chiacchierato amabilmente con  una signora estremamente piacevole che ha dimostrato di avere un carattere e una forza di volontà incredibili, uniti a una dolcezza e bontà d'animo comuni in poche persone.
Ho compreso la sua intelligenza quando parlando di se stessa ha raccontato di essere stata insegnante di francese, di avere avuto un grosso problema quando è stata investita da un camion sulla circonvallazione. In quella tragica situazione, ha subito molte fratture tali da essere condotta a Pisa in codice rosso. Per molti giorni è stata in coma e al suo risveglio è stata in grado di reagire e di diventare la deliziosa persona che è oggi, disposta a donarsi e ad aiutare chi ha bisogno con la massima generosità.
E' stato un vero piacere poter fare la conoscenza con una persona che ha fatto dei suoi problemi un modo per aiutare il prossimo.
Grazie carissima Alberta, il nostro incontro è stato per me un grande insegnamento di vita, spero di poterti incontrare ancora per imparare sempre più cos'è la generosità.
Lauretta



🚲
Anche oggi Vanina ci ha fatto una sorpresa interessante: ci ha presentato una signora che ha vissuto sette vite. Devo dire che questa intervista e' stata una sorpresa molto coinvolgente. È anche stato uno scorrere di scale, sia scendendo che salendo.
Infatti, questa signora ci ha raccontato della sua vita. Mi è apparsa una donna dolcissima ed educata, che ha attraversato davvero il passaggio tra la vita e la morte, scendendo e salendo in un vortice di scale, avendo sempre molta fede, che l'ha aiutata in tutto quello che ha passato.
Non sto qui a raccontarvi, perché non ci sarebbero abbastanza fogli per scrivere, se ne dovrebbe fare un grande libro, però vi dico solo questa: lei nel rinascere sta dando molto aiuto agli altri. 
A me, da buona osservatrice, mi ha dato una carica immensa, anche perché io mi lamento di tutto, di poco o quasi niente. Stamani ho capito che la vita è bella e devo stare tranquillissima. 
Ora vi dirò una cosa che forse non capirete. Io quasi quasi vorrei provare questo altro mondo, per vedere cosa c'è nell'aldilà. Oltre la barriera.
Lei ci ha raccontato che l'ha visto questo mondo e che gli ha fatto molto bene. Infatti, con tutto quello che ha passato, l'ho vista molto serena.
Lo so. Lo so che mi direte che sono pazza... Ho detto una cosa grossa? Scusate.
Alba


@
Buongiorno!
Sarebb Tutto quello che è passato. Ciò, lo so, mi direte che sono pazza. Ma ho detto una cosa grossa, scusate.e interessante
chiedere ad Alberta,
visto che adesso vede
come sono realmente le persone,
che cosa pensa di noi.
Giusto due parole
Monica

@
Ho visto che
sono molto sensibili.
L'ho letto nei loro sguardi
e da come mi ascoltavano.
Sono veramente eccezionali.
Grazie ancora.
Alberta












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