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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

Clicca sulla pagina desiderata.

L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



martedì 25 giugno 2019

Dell'acqua











Buongiorno!

Intorno alla nostra panchina oggi si avvertono suoni gentili.
Scorre l'acqua vicino a noi. 
Canta e va.
Sopra tutto un'umidità impalpabile, timida, ma decisa a pervadere ogni cosa.
Immergersi in questo pulviscolo cheta le nostre ansie, ristora, infonde benessere e nuova vita.
In lontananza si intuisce lo scroscio di una piccola cascata. 
Più vicino il ruscello saltella sui sassi levigati dal tempo.
Sul verde intorno, anche sulla fogliolina più piccola, sul magro ago del cedro, la rugiada ricama brillanti preziosi.

Forse è proprio per questo che l'acqua da sempre è stata vissuta, oltre che come elemento fondamentale della vita, come un punto imprescindibile di molte filosofie, stili di vita, religioni.
Mi vengono in mente molti riti purificatori, penso che questo accada anche a voi. Proviamo a vedere... dunque, l'immersione nel Giordano e il battesimo, l'aspersione dell'acqua nelle benedizioni, l'acqua di Lourdes... e questo solo per restare nel nostro piccolo ambito.

Da sempre si conoscono riti popolari legati all'acqua. 
Scommetto che molti di voi ricordano che per togliere il male, per contrastare un malocchio che toglie la gioia di vivere, si ricorreva - o forse si ricorre ancora? - ad un rito con l'acqua in cui si lasciavano cadere delle gocce d'olio per leggere quanto aleggiava di brutto lì intorno.

In questi giorni poi, e noi per primi, abbiamo sentito molto parlare dell'acqua di San Giovanni, quella che si prepara la notte del 23 giugno immergendovi i fiori più belli e le erbe più profumate, appena recisi, che viene poi lasciata fuori alla splendida magia della notte.
Che colori e che  profumi al mattino! 
Aspergersi, bagnarsi, lavare mani e viso con quest'acqua deliziosa, oltre che essere di buon auspicio e purificatrice di ogni bruttura, ci regala il lusso di un momento personale, ma anche collettivo, gradevolissimo e profondo.
Ci riporta con garbo all'essenziale della vita senza tante complicazioni ed orpelli.

Ecco, così, fontane, fontanelle, fontanili, grondaie, pensati ed istoriati con amore e con cura.
E quanti oggetti sono stati creati per fare dell'acqua quasi una divinità! 
Ci avete mai pensato?
L'arte nei secoli ha costellato la realtà a noi vicina di opere ispirate all'acqua grandiose, molto importanti e bellissime. Ne cito una o due per tutte... la Fontana di Trevi, quella dei Fiumi...
E che dire delle bellissime acquasantiere? 
Ne esistono di meravigliose, ma anche la più semplice ha un fascino incredibile.

Intorno alla nostra panchina io sento e vedo tutto questo, mentre sento echeggiare "Le fontane di Roma" di Respighi.
Insomma, io mi sento proprio bene!
Spero vivamente che anche voi, amici de "La Panchina" vi siate lasciati trasportare in questo ancestrale mondo dell'acqua, quello che ci richiama persino al ventre materno, al  brodo primordiale, al principio di tutto intorno a noi.

Tornate ancora ad allietare e a godere di questo luogo ameno e carezzevole che è il mondo delle parole intorno alla nostra panchina.
Allenare i muscoli della mente e del cuore fa bene a noi e al mondo che ci circonda, vero?




















Published: martedì 25 giugno 2019

venerdì 21 giugno 2019

Oh, gabbiano...








Apri ed entra nella mente e nel cuore


Buongiorno! 
Eccomi già seduta qui sulla nostra panchina. 
Avvicinatevi pure, amici cari! 
Non abbiate esitazioni. 
La mattina è ancora giovane ed è piena di sane aspettative. 
Tra un po' il sole arroventerà ogni cosa, ma la bellezza reale e metaforica di questo momento rimarrà intatto in noi che lo abbiamo vissuto. 
Nella strada un anziano signore già passeggia con la luce negli occhi. 
Si è fermato interessatissimo davanti ad una pasticceria. 
Sta parlando animatamente con un ragazzo immigrato che lì staziona tutto il giorno. 
Non sembra conoscerlo, ma con un buon inglese lento e pieno di gestualità racconta qualcosa che deve stargli molto a cuore. 
Il ragazzo ascolta. 
Muto, sorride. 
In questa atmosfera perfino i pensieri si fanno brillanti. 
Luccicano alla ricerca di parole che li cristallizzino sulla carta. 
Avere la possibilità di guardarsi dentro per qualche minuto, nel silenzio che parla, nella solitudine che guarisce e risana, nella leggerezza senza peso dei pensieri e delle emozioni, è un vero toccasana per ogni persona. 
Soltanto in pochi lo sanno. 
Molti finiscono col credere che sia tempo sprecato. 
Molti altri ne sono addirittura spaventati e ne rifuggono, presi come sono dal frastuono del mondo, che oggi è davvero troppo troppo grande. 
Soltanto a scriverne, io mi sento già benissimo. 
Sento le idee fluire in me, dapprima confuse, ma gradualmente acquistano forma e senso. 
Sono le emozioni che le colorano, però, a meravigliarmi, a dar loro carattere e spessore. 

Un gabbiano si aggira nuovamente minaccioso sui tetti. 
Urla in modo violento e sgraziato. 
Si ferma. 
È così aggressivo nel suo dimostrare di essere il più forte tra quelli che vorrebbero ghermire il suo territorio. 
Stona nel mio meraviglioso silenzio. 
L'enorme pennuto è tronfio e cattivo. 
Non conosce la bellezza del dialogo con gli altri, con quelli che invece percepisce come un pericolo, tutto preso com'è a difendere la sua sopravvivenza. 
Quanto è diverso dall'immagine dei gabbiani che sfiorano leggeri la riva del mare, che planano senza rumore immersi nell'azzurro e che hanno ispirato letterati e poeti!

Senza volere un'emozione sale a livello di coscienza. 
“Oh, gabbiano che sei lassù… 
perché mai non vieni giù…” 
L'eco lontana di questi semplici versi risuona ora gioiosa intorno a me. 
Siamo sul delta del Po. 
Percorriamo un tratto segnato da pali che emergono sui lati della via d’acqua. 
Siamo in gita scolastica. 
I ragazzi sono affascinati da tanta bellezza, irretiti dall'enorme pace che si respira anche senza volerlo. 
Un gabbiano vola lento, alto nel cielo. 
L'immagine è bellissima e coinvolgente. 
Decidiamo di tradurre in versi, anzi di cantare, ciò che avvertiamo così forte dentro di noi. 
Un verso, due, una strofa… 
Non ricordo più il canto intero, ma quei due versi di apertura sono sulle mie labbra vivi e carichi di emozione come allora. 
Forse anche i ragazzi, divenuti adulti, ogni tanto li canticchiano distrattamente.
Chissà se quell'educazione ad allenare i muscoli della mente e del cuore dà ancora dei buoni frutti! 
So per certo che per alcuni di loro li dà. 

Rifletto sul fatto che il gabbiano di città ha perso la sua semplicità, in un certo qual modo la sua purezza. 
È un po' come l'uomo che, lasciata la campagna, ha sposato la frenetica vita degli agglomerati urbani per tirare fuori gradualmente tutta l'aggressività che ritiene necessaria per sopravvivervi. 
In realtà non è affatto così. 
È un modo abusato che viene assunto per giustificare il nostro inaridamento progressivo. 
In fondo è seguire da gregari messaggi passati da altri. 
Ognuno di noi può fare la differenza, fare una scelta individuale e personale.

Basta un po' di silenzio, in una mattina ancora giovane e piena di aspettative, qualche minuto di riflessione con noi stessi e, se volete, sostare per un po' insieme a noi, qui, intorno alla nostra panchina. 

Grazie per essere venuti così numerosi! 
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!







           
Published: venerdì 21 giugno 2019

giovedì 20 giugno 2019

"La Panchina " saluta da Villa Bottini










  





Salve, amici de “La Panchina”!

Con ieri, “La Panchina” di Lucca ha chiuso definitivamente il sipario.
Lo ha chiuso piena di speranza e di progetti, sapendo che la leggera cortina estiva si riaprirà a settembre con tante tante nuove energie.

È stato bello ieri salutarci a Villa Bottini, in occasione di una mostra in cui la nostra amica Maria Maddalena Vertuccio era presente con alcune delle sue opere. L’esplosione di colore delle sue emozioni catturate sulla seta ben si esprimevano nella deliziosa cornice in cui erano esposte.
Facevano da contraltare alle altre opere in esposizione, opere diverse in qualche occasione più dure e più crude.
Per contro, colore puro e vivace emergeva di nuovo, come una magia, dalla realizzazione dei bambini di una scuola, bambini di seconda, fieri ed orgogliosi della loro opera progettata proprio per questa occasione.





Ci siamo ritrovate poi nel giardino della villa, così, rilassate e senza tempo.
Verde, ombra, deliziosa brezza, refrigerio dell'anima e del corpo.
Non abbiamo inventato storie come i ragazzi del “Decamerone" di Boccaccio, ma avremmo potuto farlo.
L'atmosfera c'era tutta.
Abbiamo voluto in questo caso valorizzare l'ozio che ristora e si fa creativo nel tempo.
Tuttavia i personaggi del nostro libro erano lì insieme a noi.
Un accenno qua e là.
Volevano saltar fuori a tutti i costi come Jack-in-the box.
Palese il divertimento che suscitava il solo pensiero.







Ci siamo salutate con affetto, con la promessa di mantenerci in stretto contatto con tutti i media a disposizione, ma anche per chi rimane a Lucca con incontri estemporanei così come emergeranno via via.


Io sono molto contenta ed orgogliosa di questo gruppo di belle persone che si è formato, persone che hanno dato vita ad un'amicizia pulita, rasserenante, che irradia intorno luce e benessere.
Ve ne ringrazio davvero di cuore e vi auguro un tempo splendido di vacanza e di bellezza!


E adesso torniamo alla nostra piacevole panchina virtuale, intorno alla quale continueremo a trovarci per tutta l'estate, catturando parole, costruendo pensieri, esprimendo emozioni.


Insomma, come sempre, 
continueremo ad allenare 
i muscoli della mente e del cuore!












Published: giovedì 20 giugno 2019

venerdì 14 giugno 2019

Trentunesimo Incontro - 12.6.2019












   


 



Buongiorno, amici de "La Panchina"!

Finalmente il bel tempo è arrivato e insieme ad esso anche l'estate.
Inevitabile, dunque, che questo ciclo di incontri sia giunto alla fine per lasciare spazio alla consueta pausa estiva.

Quello di mercoledì è stato un incontro di commiati e di bilanci.
Abbiamo avuto la presenza per un breve momento dell'assessora Vietina, con la quale abbiamo scambiato saluti, ma anche qualche idea in embrione da attuare a settembre alla ripresa dei nostri incontri.

Anche in quest''ultimo incontro, tuttavia, abbiamo creato dei momenti interessanti che ci hanno davvero gratificato. 
Ve li racconto brevemente.



👒 

Abbiamo aperto con un piccolo insolito spunto per entrare nel mondo delle parole, del pensiero e delle emozioni.
In concreto, ho consegnato ad ogni partecipante un foglio, al centro del quale era disegnato un piccolissimo cerchietto.
Ho pregato di fissarlo per qualche secondo e di scrivere liberamente ciò che emergeva in pensieri ed emozioni.
All'iniziale sorpresa di fronte ad una richiesta apparentemente senza senso, l'interesse è andato immediatamente crescendo, finché pensieri ed emozioni sono emersi con grande forza e potenza intorno a noi.
Se volete sbirciare qualcosa delle parole che si sono cristallizzate sulla carta, potete leggere la pagina "Lucca Insieme - "Magia in un cerchietto". 
Ad uno sguardo attento, si nota come inizialmente il cerchietto suscitava parole automaticamente,  per esempio, ruota o bersaglio. 
Subito dopo, però,  le emozioni e l'inserimento in un contesto articolato prendevano il sopravvento, per arrivare alla produzione di immagini più emozionanti e poetiche.
Nell'ascolto reciproco di quanto scritto individualmente, seguito subito dopo, sono emersi una palese soddisfazione e un grande orgoglio per aver raggiunto quel senso di libertà che consente di esprimersi senza timore e per la diversità creativa resa possibile dal clima nel nostro gruppo.
Naturalmente questo era uno degli obiettivi principali cui tendevo fin dall'inizio.



👒

Un secondo momento di parole è stato quello di creare un titolo per il libro che stiamo elaborando.
Ne abbiamo individuato una serie tra i quali a settembre sceglieremo quello definitivo.



👒

Ho poi consegnato un copia di tutte le pagine fin qui scritte per averne un'idea completa ed eventualmente svilupparne approfondimenti durante l'estate..



👒

Abbiamo concluso con un'accesa dissertazione filosofico-religiosa, in cui si è scesi su una visione personale del mondo e dell'uomo, che ha avuto un grande potere liberatorio.
Abbiamo fatto un po' di chiasso, è vero, ma al termine le signore del gruppo mi hanno ringraziato per aver avuto questa inaspettata opportunità di confronto.


Ci rivedremo ancora il prossimo mercoledì, 
ma in un luogo neutro 
in cui salutarci e brindare all'estate.

Grazie per essere stati con noi!
Tornate ancora!
E non dimenticate mai di allenare i muscoli della mente e del cuore. 




👒





Published: venerdì 14 giugno 2019

venerdì 7 giugno 2019

Speranza











Buongiorno! 
“C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d'antico…” . 
Sì, si respira l'aria di giugno, quella vera, quella che ti riporta alle esperienze vissute e ti richiama l'intensità che hai sperimentato da piccola, appena hai avuto coscienza di ciò che stavi vivendo. 
Persino i suoni oggi sono diversi. 
Passano attraverso l'aria senza incontrare resistenza, senza amplificazione metallica, senza interferenze disturbanti. 

Oggi nel mondo reale sembra di essere qui, intorno alla nostra panchina virtuale. 
C'è armonia. Tutto è perfetto fuori e dentro di noi… “ove per poco il cor non si spaura".
Che bello! Ne avevamo tutti proprio bisogno. 
Sembra quasi di esser in grado di far qualsiasi cosa, di fare tutto bene, di avere mille aspettative che si possono realizzare. 
Rinasce la positività, la voglia di essere. In sintesi, rinasce la speranza. 
È questo il grande strumento a disposizione dell'uomo: la convinzione che si può andare avanti, vivere bene e intensamente ancora, quando la logica vorrebbe farci demordere e ci trascina nel buio che costruiamo dentro di noi.

Dalle finestre aperte entra un refolo d'aria carico del profumo di giugno. 
Il cuore si apre. Gli occhi si illuminano. 
Un colombo taglia l'aria con convinzione. 
Sono pronta a buttarmi nella vita.
Ora uscirò per i miei giretti quotidiani con una nuova dinamicità, ma la voglia impellente che sento dominante è quella di incontrare e di godere i colori delle tante persone sconosciute che affollano le strade e le piazze della città. 
Nel contempo sovrappongo alle botteghe in cui acquisterò qualcosa, un‘immagine lontana che il giugno mi ha richiamato alla memoria.

Ecco mia madre prendere la borsa della spesa. 
È un borsone che sembra di pelle, o forse lo è, a scacchi neri e marroni con due manici. 
Stiamo andando al mercato. 
È presto e non fa ancora molto caldo. Si sta proprio bene. 
Il senso di attesa è proprio come quello che avverto oggi nella mia casa sopra i tetti. Io trotterello dietro di lei e mi incanto ad osservare i particolari che mi scorrono intorno e richiamano la mia attenzione di bambina.

Il quartiere non è particolarmente ricco… ma c'è un edera che scende da un muro. Sul ciglio della strada dei minutissimi fiorellini gialli si alzano con grande energia. Una farfalla mi sfarfalla vicino. 
Il sole disegna un'ombra interessante attraversando un piccolo cancello di ferro battuto. Al di là una piccola aiuola. 
Mi ricorda la mia, vicino casa, in cui su suggerimento della mamma ho piantato il grano. In questo periodo ci sono delle belle spighe contornate da fiordalisi e papaveri. Per una bambina di città è uno spettacolo grandioso.

Siamo arrivate al mercato. 
La mia mamma è sorridente. Saluta tutti. Conosce il venditore delle erbe e della frutta, quello dei salumi… sono tutti felici di conoscere la sua bambina. 
Chi mi offre delle ciliegie, chi un'albicocca, chi un biscotto.
Il borsone va riempiendosi di mille colori. 
Respiro questa atmosfera di quotidianità che si tinge di fiaba. 
A casa, la mia mamma mette albicocche e ciliegie sotto un filino corrente di acqua fredda che scende dal rubinetto con un suono amico. 
Forse le aspettative positive e la speranza sono nate in me anche in quel momento.

Ora un gabbiano sui tetti lancia un grido con poca grazia, chissà perché. 
Laggiù, nella stradina sotto le mie finestre, il vocio della gente si è intensificato. 
È arrivata l'ora dei commerci, del passeggio, delle visite turistiche. 

Dunque è tempo di lasciare la nostra panchina e gettarmi nella folla. 
Spero che queste divagazioni abbiano alleggerito anche il vostro mattino. 
Vi ringrazio per essere stati ad ascoltarmi. 

Tornate ancora e ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore! 
Io sarò sempre qui ad aspettarvi.







Published: venerdì 7 giugno 2019

giovedì 6 giugno 2019

Trentesimo Incontro - 5.6.2019










Le mani... le mani che "sferruzzano" pensieri






 



Buon pomeriggio, amici!
Come va?
Ormai con il sole ci siamo e tutto corre velocemente verso l'estate che abbiamo tanto atteso. Azzurro e colori a tutto tondo. Davvero una delizia, 
E con l'estate si avvicina a grandi passi anche la pausa estiva de "La Panchina", ma per il commiato e i saluti commossi c'è ancora tempo. Infatti l'ultimo incontro di questo ciclo si terra mercoledì 12 giugno.

Dunque, l'incontro di ieri è stato come al solito allegro e vivace.
In particolare ci è venuta a trovare la nostra amica Cesarina. È stata una visita improvvisa, purtroppo di breve durata, ma una visita che ci ha fatto davvero tanto tanto piacere.
Ci è piaciuto molto anche avere l'occasione di poter fare gli auguri alla nostra amica Lauretta che festeggiava il suo compleanno proprio ieri.


🎯

Eccoci alle foto di apertura. 
Questa volta abbiamo voluto aprire il post, sottolineando l'importanza di perdersi nel fare. 
Realizzare piccole cose ci rilassa e ci gratifica. Ormai lo sappiamo. 
"Sferruzzare" apre la porta del nostro profondo, facendo emergere emozioni e pensieri.


🎯

Sferruzzando sferruzzando, abbiamo costruito delle bellissime scatoline, utilizzando due fogli di carta di forma quadrata, solo carta e pieghe, senza colla e senza altro.
Insieme alle mani che operano, nelle foto d'apertura, sullo scaffale accanto ai libri,  si vedono le scatoline che abbiamo realizzato.


🎯

Non poteva mancare un momento giocoso tra le parole. 
Infatti, abbiamo costruito un lungo filo di parole, scrivendole come si sono presentate alla nostra attenzione, in un girandola di mani che porgevano e ricevevano fogli. 
Poi, il girotondo si è interrotto.
Ognuna di noi si è ritrovata con uno foglio in mano. Su di esso un congruo numero di parole senza connessioni apparenti. 
La sfida è stata quella di legarle in pensieri personali, anzi in immagini poetiche.
Se avete voglia di curiosare, le poesie che ne sono saltate fuori sono rintracciabili nella pagina "Lucca Insieme - La poeticità in un filo di parole".


🎯

Abbiamo concluso l'incontro tra letture di brani,  commenti,  messa a punto di linee programmatiche per il prosieguo del nostro libro.
Dite la verità, siete curiosi di sapere di cosa si tratta?  
Presto sveleremo il mistero.
Siamo a buon punto.  Pensiamo di terminarne la stesura alla ripresa degli incontri, a settembre, dopo la pausa estiva.



Grazie, amici cari, di essere stati con noi.
È bello vedervi qui intorno alla nostra panchina.
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore insieme a noi.
Alla prossima! 🌹







Published: giovedì 6 giugno 2019

domenica 2 giugno 2019

Follia













Buonasera, carissimi amici! 
Avevo proprio bisogno di sedermi sulla nostra panchina a ritrovare leggerezza e serenità. 


Ho appena avuto un contatto ravvicinato con la follia, per fortuna non con persone reali, ma in una interessantissima mostra che ho appena visitato. 
Più volte nella vita mi sono trovata a vivere questa dimensione, a volte a livello teorico, alcune altre in situazioni concrete. 
Sempre il dolore mi crea sofferenza, ma la prigionia della pazzia mi sconvolge per le ulteriori implicazioni che ha, come quella per esempio di deformare la comunicazione o di imprigionare dentro i muri di un'invisibile bolla dalla quale è impossibile uscire. 
La cosa più sconvolgente per me è il labile confine tra la divergenza creativa e la pericolosità di vivere un mondo stravolto che non c'è e che può mettere in pericolo se stessi e gli altri. 
Sarebbe bellissimo poter sviluppare questa intrigante creatività da un lato e poter contenere l'aggressività e l'autoannullamento dall'altro. 
In questi anni ho spesso pensato che se è vero che tenere i malati tutti insieme in un ambiente di malati non offre modelli alternativi di ispirazione e da imitare, è pur vero che disperdere nel mondo allo sbaraglio persone che hanno chiaramente bisogno di stimoli e cure particolari, alla fine della fiera, è concedere solamente uno sterile senso di apparente libertà. 

In un lontano passato ho visitato, per contro, una casa di cura per malattie mentali. Era ancora l'epoca in cui si praticava l'elettroshock. 
Non potrò mai dimenticare quella sensazione terribile di oppressione, di prigionia, di grande malessere che ho provato. 
Eppure la malata che ero andata a trovare, in anni successivi, asseriva che il suo stare meglio e il suo condurre una vita quasi normale era stato reso possibile grazie proprio all'elettroshock che aveva sperimentato più volte!  

Ricordo con affetto anche un ragazzo che in una notte di delirio piombò in casa mia alle due di  notte, arrivò quasi in camera da letto dove dormivano i miei bambini, in preda ad un delirio di cui lui si rendeva anche conto.
Ci cercava perché lo aiutassimo. 
Voleva essere condotto all'ospedale, desiderava essere aiutato dai medici.
Ovviamente, eravamo nel periodo in cui c'era stata la chiusura degli istituti.
Lui quella notte credeva di essere Napoleone, ma si rendeva conto di star male  per cui sapeva di non farcela da solo. 
La madre voleva fermarlo a tutti i costi perché  al pronto soccorso avrebbero brontolato e lui, ricordandosi di noi (ci aveva incontrato la mattina), sperava che potessimo fare qualcosa. 
Infatti in qualche modo lo contenemmo e, pieni di medaglie che Napoleone lungo la strada di montagna via via ci concedeva, riuscimmo a condurlo in ospedale, dove lo presero in carico solo perché noi eravamo degli estranei e non potevamo tenerlo con noi.
Pochi mesi dopo il nostro amico morì suicida.
Che tristezza!



Le mie esperienze con persone "difficili" mi suggeriscono che queste persone stanno bene in libertà, solo se sono inserite in una comunità che può assorbirne le azioni e le difficoltà, ma che vanno poi seguite con cure appropriate e momenti stimolanti pensati solo per loro, che ne ristrutturino il vissuto e diano respiro alle famiglie.
Quel ragazzo viveva bene nel suo paese, accolto e sostenuto da tutti, ma non ha avuto una mano adeguata dai tecnici. Lui si rendeva conto benissimo di quando era in crisi e più che chiedere aiuto non poteva fare. 
Era molto rammaricato di infierire involontariamente contro la madre che cercava di contenerne i deliri e le angosce... e io credo che anche questo abbia influito sulla sua terribile decisione finale.



Eccomi qui ancora seduta sulla nostra panchina virtuale. 
Vi vedo silenziosi ascoltare le mie parole, forse siete anche un po' perplessi.

Sì, è bella l’atmosfera in questo luogo di silenzio e di bellezza. 
Odo suoni profondi e rilassanti, respiriamo fragranze che non so definire. 
Ci sentiamo liberi e leggeri, vero? 
Qui intorno alla nostra panchina è tutto così bello che potrebbe sembrare inopportuno dare spazio a queste riflessioni su argomenti tanto angosciosi. 
In verità è vero il contrario. 
Rielaborare con calma in un posto ameno e sicuro come questo i nostri tabù, le nostre paure, è un bel modo per riportare equilibrio nelle nostre emozioni... insomma, per allenare i muscoli della mente e del cuore!

Io vedo che qualcosa è cambiato. 
Lo scorgo nei vostri occhi, nei vostri sguardi che mi appaiono ora più consapevoli e distesi. 

Alla prossima!  








Published: domenica 2 giugno 2019

Poetar m'è caro

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