Buongiorno!
“C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d'antico…” .
Sì, si respira l'aria di giugno, quella vera, quella che ti riporta alle esperienze vissute e ti richiama l'intensità che hai sperimentato da piccola, appena hai avuto coscienza di ciò che stavi vivendo.
Persino i suoni oggi sono diversi.
Passano attraverso l'aria senza incontrare resistenza, senza amplificazione metallica, senza interferenze disturbanti.
Oggi nel mondo reale sembra di essere qui, intorno alla nostra panchina virtuale.
C'è armonia. Tutto è perfetto fuori e dentro di noi… “ove per poco il cor non si spaura".
Che bello! Ne avevamo tutti proprio bisogno.
Sembra quasi di esser in grado di far qualsiasi cosa, di fare tutto bene, di avere mille aspettative che si possono realizzare.
Rinasce la positività, la voglia di essere. In sintesi, rinasce la speranza.
È questo il grande strumento a disposizione dell'uomo: la convinzione che si può andare avanti, vivere bene e intensamente ancora, quando la logica vorrebbe farci demordere e ci trascina nel buio che costruiamo dentro di noi.
Dalle finestre aperte entra un refolo d'aria carico del profumo di giugno.
Il cuore si apre. Gli occhi si illuminano.
Un colombo taglia l'aria con convinzione.
Sono pronta a buttarmi nella vita.
Ora uscirò per i miei giretti quotidiani con una nuova dinamicità, ma la voglia impellente che sento dominante è quella di incontrare e di godere i colori delle tante persone sconosciute che affollano le strade e le piazze della città.
Nel contempo sovrappongo alle botteghe in cui acquisterò qualcosa, un‘immagine lontana che il giugno mi ha richiamato alla memoria.
Ecco mia madre prendere la borsa della spesa.
È un borsone che sembra di pelle, o forse lo è, a scacchi neri e marroni con due manici.
Stiamo andando al mercato.
È presto e non fa ancora molto caldo.
Si sta proprio bene.
Il senso di attesa è proprio come quello che avverto oggi nella mia casa sopra i tetti.
Io trotterello dietro di lei e mi incanto ad osservare i particolari che mi scorrono intorno e richiamano la mia attenzione di bambina.
Il quartiere non è particolarmente ricco… ma c'è un edera che scende da un muro. Sul ciglio della strada dei minutissimi fiorellini gialli si alzano con grande energia.
Una farfalla mi sfarfalla vicino.
Il sole disegna un'ombra interessante attraversando un piccolo cancello di ferro battuto. Al di là una piccola aiuola.
Mi ricorda la mia, vicino casa, in cui su suggerimento della mamma ho piantato il grano. In questo periodo ci sono delle belle spighe contornate da fiordalisi e papaveri. Per una bambina di città è uno spettacolo grandioso.
Siamo arrivate al mercato.
La mia mamma è sorridente. Saluta tutti. Conosce il venditore delle erbe e della frutta, quello dei salumi… sono tutti felici di conoscere la sua bambina.
Chi mi offre delle ciliegie, chi un'albicocca, chi un biscotto.
Il borsone va riempiendosi di mille colori.
Respiro questa atmosfera di quotidianità che si tinge di fiaba.
A casa, la mia mamma mette albicocche e ciliegie sotto un filino corrente di acqua fredda che scende dal rubinetto con un suono amico.
Forse le aspettative positive e la speranza sono nate in me anche in quel momento.
Ora un gabbiano sui tetti lancia un grido con poca grazia, chissà perché.
Laggiù, nella stradina sotto le mie finestre, il vocio della gente si è intensificato.
È arrivata l'ora dei commerci, del passeggio, delle visite turistiche.
Dunque è tempo di lasciare la nostra panchina e gettarmi nella folla.
Spero che queste divagazioni abbiano alleggerito anche il vostro mattino.
Vi ringrazio per essere stati ad ascoltarmi.
Tornate ancora e ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!
Io sarò sempre qui ad aspettarvi.
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