Oggi ti scrivo con la mente e con il cuore
Cara mamma
è un poco di tempo che non ci vediamo, io sopratutto non ho visto neanche la tua bella immagine posta là, in quel parco del silenzio, dove tutti riposano in pace, lontana da me.
Non ti posso portare i meravigliosi fiori del nostro giardino comune che tu tanto amavi, sono belli sai come non mai, in questo periodo sopratutto le rose.
Ti scrivo queste due righe e le affido all'etere. Ti arriveranno così nell'infinito dove sei ora, da dove mi stai proteggendo.
In questo mese di maggio le giornate si sono allungate e addolcite, in parte. L'aria tra il fresco e il caldo ci permette di vivere un poco all'aperto.
All'imbrunire sempre mi tornano alla mente le cose che facevamo insieme in questi periodi, era il mese degli incontri tra gli abitanti e amici dei luoghi in cui abbiamo vissuto insieme. Lontano dalle famiglie d'origine. Tu, come io adesso.
Nonostante tutto sei sempre riuscita ad inserirti nelle comunità grazie al tuto spirito di socializzazione e disponibilità verso gli altri, cosa che ritengo aver ricevuto quasi totalmente da te.
Tutto ciò mi è stato di grande esempio nel corso della vita, che mi ha vista molto presto lontana come era successo anche a te.
I tuoi insegnamenti mi hanno dato la possibilità di inserirmi con facilità nelle varie città in cui ho vissuto e in quella attuale.
Sei stata, con il tuo modo di fare e di portamento, oggetto di ammirazaione da parte dei tuoi nipoti, che ti hanno coinvolta nelle loro attività artistiche e non.
Spero di venire presto a vederti, vedervi, poichè riposi insieme a papà compagno fedele della tua vita. Questo momento molto difficile, di guerra virologica, sembra il tempo della guerra che hai vissuto tu e di cui tanto mi hai raccontato, anche se non perfettamente uguale, comunque a livello mondiale.
ANDIAMO AVANTI, FORZA E CORAGGIO, cosĺ dicevi sempre, così sarà.
Ti mando un abbraccio, infinito.
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ti ho appena aiutato ad andare a letto e ti sto guardando mentre dormi. Ti sei addormentata subito dalla stanchezza che avevi. Già, a volte mi dimentico che ormai hai ben novanta anni, ti guardo ma non mi sembra. Nonostante tutto li porti bene! Ti guardo, ora dormi tranquilla sicuramente perchè ti ho appena detto che domani torneremo in montagna. Lì ti senti al sicuro, a tuo agio, visto che qui a Porcari ti porto più facilmente in giro e ti faccio stancare troppo. Vedi, come ti ho detto, non mi rendo conto della tua veneranda età. Scusa. In questo momento qui, in piedi, nel silenzio della tua camera osservo il tuo viso magro, più che altro scarnito dal tempo e penso "già... il tempo....!" Questo tempo che passa così veloce e negli anni non abbiamo avuto molto tempo per stare insieme. Io me ne sono andata molto presto, avevo diciotto anni e mi sono creata una famiglia. Eravamo distanti e quando tornavo mi dovevo dividere tra te e i miei suoceri che, avendo un unico figlio e forse anche per carattere, hanno avuto la parte mia migliore e anche molto più del mio tempo. E poi tu, con quel fare così sempre accomodante, mi dicevi "Fai pure il tuo comodo io non ho bisogno di niente, venite la sera a cena" e così facevamo. Di questo un poco mi dispiace ma spero di aver rimediato in questi ultimi anni per aiutarti in tutti i modi. Tuo malgrado sei venuta ad abitare con noi ma non devi pensare che dia fastidio, come dici spesso tu. Dovresti invece pensare che tu fastidio lo dai quando te ne preoccupi e lo dici. Lascia stare questo pensiero e vivi tranquilla visto che hai un genero molto comprensivo, disponibilissimo, intelligente. Di questo dobbiamo ringraziare la Vita che in questo senso ha aiutate entrambe. Quanto a te però ti devo dire che da giovanissima me ne sono andata per lavorare, seppur con notevole conflitto interiore, anche perchè io e te litigavamo troppo e spesso. Che dispiacere per questo! Va bene, è acqua passata. Penso ad ora, è il presente che conta. Stiamo in pace e finiremo per capirci sempre di più con il tempo che resta.
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Semplice e pura, tenerezza infinita, splendida donna tutta dedita agli altri.
Eri infaticabile. Prestissimo al mattino, ultima la sera. Sempre disponibile a sostenere, a rendere normale qualsiasi momento, qualsiasi cosa.
Non dimenticherò mai il tuo riposino pomeridiano, quando escludevi il letto e ti stendevi sulla corta panca di cucina. Non potevi certo permetterti di dormire veramente! Stando scomoda, se ti fossi addormentata, ti saresti svegliata dopo due minuti.
Neanche alla morte la davi vinta! Ti rimettevi il grembiule e via a sgambettare per preparare una merenda improvvisata, caciottina toscana impastellata e fritta. Comunque qualcosa che aiutasse chi ti era intorno a tornare alla normalità.
Cara mamma, semplice e pura, onesta fino all'inverosimile. Dove eri tu era casa. È per questo che sei rimasta l'unica nonna, la grande persona esempio di vita, di cui tutti ancora oggi parlano.
quanto più passa il tempo più ti penso. Infatti alcune volte ti rimproveravo per alcune cose che facevi ed ora che ho una certa età le faccio pure io e sono diventata molto permalosa come te.
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Cara la mia mamma!
I ricordi non passano mai! Così recita una canzone, una di quelle che tu amavi ascoltare, quelle canzoni che accompagnavano le tue mattinate, quando ancora giovane, le ascoltavi alla radio mentre preparavi il pranzo per la tua tribù o pulivi la casa! E papà non capiva questo tuo bisogno di musica, ma lui tanto in casa stava poco, sempre preso dal suo lavoro.
Quelli erano anni pieni di fatiche, tre figli da crescere, un marito da "servire" e da accontentare (questa cosa non ti andava tanto a genio, ma... i tempi erano quelli), i nonni da accudire, la casa grande da pulire, e poi i pranzi! Eri una cuoca bravissima e ogni giorno noi ragazzi trovavamo cose buone in tavola. Spesso, quando entravo in cucina, il tavolo era ancora infarinato, perché avevi preparato i maccheroni, le tagliatelle, la pasta per le lasagne. In quegli anni qui da noi non c'erano ancora i supermercati e la pasta all'uovo già pronta era un lusso. La tua pasta era speciale, condita con il ragù che facevi bollire a fuoco lento per qualche ora e che ancora oggi mi sembra di vedere quando entro in cucina. Un profumo inebriante che ti faceva venire l'acquolina in bocca!
Poi i nonni ci hanno lasciato ed è arrivata Roberta, la piccola di casa, mentre noi diventavamo grandi e mettevamo le ali per raggiungere i nostri obiettivi.
E quando nel pomeriggio trovavi un po' di pace, era bello entrare in casa e trovarti sulla tua poltrona immersa nei libri che amavi tanto! Oh mamma...che sorpresa quel giorno che ti trovai assorta nella lettura de "La città della gioia", che avevo comprato qualche tempo prima ma che non ero mai riuscita ad aprire! Lo finisti in pochi giorni e quanto amasti quel libro!
Leggere era il tuo rifugio, il tuo volo, il tuo vagare per mondi lontani, il tuo cavalcare attraverso paesi, praterie, foreste, mari e montagne irraggiungibili!
Sono questi i ricordi "belli", quelli che non si cancellano mai.
Poi sono venuti i momenti bui ed allora il mio cuore ha perso i battiti e mi sono arrabbiata tanto, ma davvero tanto, e ho smesso anche di andare in chiesa dove andavamo insieme la domenica mattina alla Messa delle otto. Ricordi mamma? Aprivi pian piano la porta della mia camera e... Mariella, sei sveglia? È quasi ora...
Era un momento tutto nostro... andavamo a San Donato e, dopo la Messa, al cimitero a salutare la nonna e tutti gli amici e vicini di casa che ci avevano lasciato.
Poi ci fermavano in pasticceria e compravamo le paste per il pranzo... la zuppa inglese e la pesca per te che erano le tue preferite.
Ti abbiamo accudita, curata, coccolata, amata, ti abbiamo rimesso in piedi, ma non siamo riusciti a donarti di nuovo la gioia di leggere. Tu peró hai letto ugualmente, con la voce di Giovanna, che ogni giorno ti portava nel mondo dei tuoi libri!
Sai mamma sono stati anni difficili quelli, sopratutto per te che non accettavi di dover dipendere dagli altri, ma sono stati anni belli per noi che ti abbiamo potuto avere vicino e continuare a sentire il tuo affetto, chiederti consigli, ricette, ascoltare I tuoi numerosi proverbi, sentirti brontolare papà quando si lamentava...
E poi te ne sei andata in punta di piedi, in una sera d'agosto, nel tuo letto, stanca delle tue sofferenze, con i tuoi figli e nipoti vicino. Papà quella sera si avvicinò ai piedi del letto, ti salutò e fu un saluto che sapeva di arrivederci e che ancora oggi è qui nella mia mente.
Ciao mamma, cara mamma.
(Mariella)
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Ricordo che puliva con estrema energia e che però mi nauseava sentire quell'odore nelle sue mani. Le rimaneva per tanti giorni.
Le mamme sono in tutte le cose. Per sempre.
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