Ho dato, ho ricevuto. Il bilancio? Non esiste!
Io mi spendo senza riserve per i figli, per i nipoti, per chiunque.
Adoro il mio essere madre e ringrazio Dio per ogni attimo della loro vita. Da loro ho ricevuto affetto, delicatezze, sensibilità.
Mio figlio grande ha oltre quaranta anni e mai una volta ha litigato con suo fratello. Questo per me è un tesoro prezioso, un dono che la vita mi ha fatto e che dura da sempre, non si scolorisce, non si consuma, non si attenua. E'!
Il mio bilancio è tutto sul sentimento, ho avuto tanto, forse non proprio tutto è stato come avrei voluto. Se ci penso ci sono state anche mancanze di affetto. Tendo a minimizzare questo, ma c'è. Avrei voluto coccole ma non l'ho ricevute, avrei voluto considerazione e sono stata costantemente sminuita, avrei voluto dare affetto, dolcezza, ma mi è stato impedito ed ecco che ho scelto di accettare e perdonare e ce la metto proprio tutta per riuscirci.
Che dire poi dei nipoti? Quelli sono proprio la gioia della vita.
Ricordo la nascita del mio primo nipote, mi sono sentita in qualche modo artefice della sua vita, il seme da cui era nato il frutto. Un completamento del senso della mia esistenza.
Per me tutto è dono, anche il fatto che siamo vivi.
Che dono la vita! Ci sono delle limitazioni per il virus è vero, ma vivo degli affetti e quelli anche se sono lontani, sono vivi, sono veri. Ci sentiamo al telefono invece di vederci? Lo accetto perché non siamo lontani per disattenzione e allora sai che c'è? Viva Whatsapp e le sue video chiamate. Oddio ci sono pure i ragazzini che quando chiami al telefono si rompono perché per risponderti dovrebbero lasciare il videogioco e allora meglio chiudere e richiamare in un altro momento sperando di avere più fortuna, ma va bene così!
Dico questo perché mi è stato chiesto di parlarne, ma non faccio i conti. Io ho dato la vita ai figli e loro danno la vita a me ogni volta che li penso.
Mi sento realizzata come madre. C'è una cosa che mi ha fatto tanto soffrire nella mia infanzia ed è la non comunione di affetti e sentimenti con mia sorella e di questo posso imputare la colpa alla mancanza di affettività e di insegnamento dei miei genitori e al suo caratteraccio. Mi sono sentita tanto sola nella mia infanzia, se avevo un problema non avevo nessuno a cui raccontarlo. Ora posso dire che ogni volta che penso ai miei figli e al rapporto che hanno fra loro, mi sento felice.
(Rita)
Ho avuto un unico compagno nella vita che da sessant'anni mi dà tutto ciò che gli è possibile dare. Con lui ho condiviso tutte le gioie e qualche ansia da quando ho avuto un figlio...
Ora che potrei vivere serenamente è arrivata una cosa che non nomino, che mi sta facendo vivere male. Mi mette ansia, sia per i miei cari che per me, insomma mi fa vivere questi ultimi tempi della mia vita in uno stato di malessere.
Però a conti fatti, devo ammettere che ho avuto tanto dalla vita grazie a chi mi è stato vicino, ma adesso aspetto il risarcimento per i due anni di vita persi per colpa di chi mi è lontano...
Ho avuto due splendidi genitori: una madre premurosa e attenta; un padre che mi ha insegnato ad essere "curiosa" a cercare di imparare, di conoscere, di scoprire ciò che ancora non so.
E pensare che due anni fa, come mio marito ha smesso la sua attività, ci siamo detti trionfanti: "Ed ora ci togliamo ogni desiderio e facciamo ciò che più ci interessa, approfittando del fatto che non abbiamo nipoti.".
Come non detto: eccoci qui a casa da due anni, invecchiati dall'assenza di stimoli, con un po' di ansia che dà molto fastidio, obbligati a guardare la televisione o a stare davanti al pc, con qualche fissazione che prima non c'era, ma sempre con il desiderio, mai sopito, di andarsene a fare qualche bel giro...
(Lauretta)
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Quando ero giovane il Natale si festeggiava sempre in casa di mia suocera con le famiglie delle mie cognate.
Si apparecchiata la tavola per gli adulti e quella dei bimbi. Mia suocera aveva sei nipoti che aspettavano con ansia i regali di Babbo Natale in casa della nonna.
Però non voglio essere tutta negativa, perché ho scoperto delle cose nei miei figli che forse, se non fossimo stati in questo momento particolare, non avrebbero mai manifestato, perché uomini adulti.
Il più grande, preoccupato, ha telefonato tante volte per sapere come avevo apparecchiato. Quando gli ho inviato la foto - avevo messo la tovaglia rossa, nel centro tavola candela dorata con un fiocco, poi i due segnaposti raffiguranti Babbo Nate che avevo fatto alla PANCHINA - era veramente contento.
Con sacrificio ho apparecchiato così per far vedere loro tutta la preparazione per la festa. Altrimenti avrei mangiato in cucina con i soliti piatti.
L'altro figlio, a sorpresa, mi ha portato dei tortelli artigianali, per paura che facessi una semplice pasta al sugo come sempre. Dopo era contento nel sapere che erano buoni e che ci erano piaciuti tanto.
Ho capito che loro ritornando a lavorare, in presenza, sono titubanti con noi e vogliono dimostrare tanto affetto anche se non vengono spesso.
Il nipote, unico che ho, è venuto , è rimasto in piedi sulla porta dicendo: "Mamma ha detto di starci poco qui, perché nonostante le tre dosi di vaccino fino a ieri sono stato in treno e poi a lezione a Pisa.". Ci ha fatto tanti e tanti auguri e ci ha portato dei barattolini di salse pronte, perché sapeva che volevo fare degli antipasti.
In tutto questo voglio pensare che se sono circondata da tante figure maschili, come ormai è la mia vita, mi voglio considerare una "principessa".
(Silvana)
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