E l f i
La vetrata magica ed istoriata, una ringhiera evocativa d'altri tempi...
Lui rimase lì incantato, fisso su quell'immagine che lo aveva catturato.
Mentre cercava di riflettere, qualcosa attrasse la sua attenzione.
Con un movimento improvviso era comparso...
Una storia... Che ne dite?
Vi va di continuare?
Il 2024 è appena iniziato.
Cosa c'è di più bello che partire
perdendoci nel mondo incantato
delle fiabe?
Chi comincia?
🏘
🏘
Mi trovavo davanti alla vetrata di un castello. Guardando
bene attraverso, vidi... un bambino bello, paffuto, con un largo cappello che mi
stava porgendo un muffin al cioccolato. Mi accorsi che voleva parlare ma non lo capivo.
Possibile?, mi domandavo, Cosa vorrà dirmi? Me lo porge ma non capisco.
Credo di essere adulta ormai e il suo linguaggio non lo posso interpretare.
Ecco, si, il motivo deve essere questo.
Penso quindi che dovrei scendere quelle scale anche se una bella e
sontuosa ringhiera mi invita a salire per scoprire cosa c’è lassù, ai piani
superiori. Come al solito sono indecisa. Magari salendo, potrei trovarmi in una stanza situata su una torre e, seduta su una sedia a dondolo, che fra l’altro
adoro, potrei rilassarmi leggendo senza fatica la favola che questo bimbo mi potrebbe
suggerire.
La potrei trovare già scritta e quindi leggerla senza alcuna fatica.
Ma no, non è questo il punto! Devo assolutamente capire cosa Ivan mi vuole
dire. Allora non salgo. Scendo e mi trovo al suo pari.
Che bello trovarsi così
piccola, in un bosco accanto a lui! Ivan vuole che accetti il suo piccolo dono
e che lo segua. Vuole farmi conoscere il suo mondo.
Mi trovo a camminare felice
e incuriosita dietro di lui. C’è un bel sole ancora e non vorrei fare tardi per
tornare da mamma che sicuramente starebbe in pensiero per me. Dico allora a Ivan: - Facciamo un passo un poco più svelto o faremo tardi.
– Non ti preoccupare - mi
risponde- siamo quasi arrivati e poi penserò io a riportarti a casa.
In un
attimo ci troviamo davanti a un grosso fungo con una rossa cappella e con alla
base una porticina. Ivan mi dà la precedenza e mi invita ad entrare. Toc, toc,
faccio io, non senza indugio. Appena tocco la porticina mi trovo in mezzo a una
grande e luminosa stanza. Carinissima! Tutto è piccolo lì. Mi guardo intorno e
non c’è nessuno. Sento un delizioso profumino. La curiosità è tanta davvero. Snif...snif...
seguo quell’odore e mi trovo davanti a una tavola imbandita, ricca di dolci,
focacce, caramelle, tazze di cioccolato. Che bontà!
Allungo la mano con golosità, ma intanto che mi riempio la bocca penso: - Perché devo mangiare solo io tanta
grazia di Dio? –
Chiedo ad Ivan un cestino ben capiente e in un nanosecondo
eccomelo lì, davanti. Mi affretto a riempirlo pensando al tempo che passa ma
cerco di prendere più cose possibili. – Ivan - dico - torniamo indietro. Vorrei
portare questo cestino ai nonni ospiti della casa di riposo del paese vicino al
mio. Saranno felici di avere una specie
di Cappuccetto Rosso accanto a loro.
E non solo, c’è pure il piccolo, adorabile
Ivan che, come li vede, salta un pò qua e un pò là con quel bel visino e quel largo cappello.
Tutta quella gioia, tutto quell’affetto e tutta quell’allegria li fa ringiovanire.
Claudia
🏘
Sta per scoccare la mezzanotte del 31 gennaio. L'anno vecchio trasformato in un elfo ormai ha completato il suo cammino. È appoggiato ad una ringhiera di ferro molto lavorata, si specchia in una vetrata che è davanti a lui e pensa.
Esamina tutto il percorso dell'anno e purtroppo vede poche cose belle e tante tragedie successe nel mondo: guerre fra popoli.
Come tutti dicono, speriamo che il nuovo sia migliore e portatore di pace.
I piccoli hanno tante aspettative nella Befana, i più grandi pregano di avere più salute, perché gli anni passano e l'età aomenta paurosamente.
Le persone semplici e superstiziose hanno già detto: il 2024 è un anno bisestile, speriamo in bene.
I ventiquattro tocchi sono suonati. Il vecchio elfo dà un ultimo sguardo dentro la vetrage. Vede un salotto dove in tanti brindano con in mano un calice pieno di champagne. A questo punto cede il passo al nuovo elfo, l'anno nuovo, e gli fa tanti auguri.
Silvana
🏘
La vetrata magica ed istoriata, una ringhiera evocativa d'altri tempi.
Francesco rimane lì imbambolato, fisso su quell'immagine che lo ha catturato. Guarda oltre la vetrata con lo sguardo rivolto verso quella ringhiera che delimita il giardino dal bosco incantato che si apre davanti a sé. Ha le lacrime agli occhi ed il volto arrossato dal pianto. Singhiozza ancora perché, svegliandosi, ha trovato ai piedi del letto l'elfetto Mirtillo.
Il piccolo ne ha paura, non lo vuole, lo ha scacciato via, lontano, nel giardino.
Al di là della ringhiera, meraviglia delle meraviglie, su quegli altissimi abeti si accendono mille luccichii! Raggi di sole si intrufolano tra le fronde illuminando il bosco lontano. Il piccolo aguzza lo sguardo e intravede qualcosa tra l'intreccio di rami, rovi, piccoli arbusti.
Francesco rimane lì imbambolato, fisso su quell'immagine che lo ha catturato. Guarda oltre la vetrata con lo sguardo rivolto verso quella ringhiera che delimita il giardino dal bosco incantato che si apre davanti a sé. Ha le lacrime agli occhi ed il volto arrossato dal pianto. Singhiozza ancora perché, svegliandosi, ha trovato ai piedi del letto l'elfetto Mirtillo.
Il piccolo ne ha paura, non lo vuole, lo ha scacciato via, lontano, nel giardino.
Al di là della ringhiera, meraviglia delle meraviglie, su quegli altissimi abeti si accendono mille luccichii! Raggi di sole si intrufolano tra le fronde illuminando il bosco lontano. Il piccolo aguzza lo sguardo e intravede qualcosa tra l'intreccio di rami, rovi, piccoli arbusti.
Cos'è? Tanti, tantissimi piccoli folletti danzano nel bosco: sono gli Elfi, gli aiutanti di Babbo Natale! Cantano, ballano felici, chiamano con voce suadente il piccolo.
Francesco si rasserena, si asciuga le lacrime, sorride, batte le sue manine. Chiama a gran voce il suo elfetto ed eccolo... Mirtillo appare in mezzo ai suoi piccoli amici, salta la ringhiera e inizia la sua danza gioiosa intorno al bambino.
Mariella
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La vetrata magica ed istoriata, una ringhiera evocativa d'altri tempi...
Guarda e guarda e ancora guarda, il distinto signore era rimasto lì incantato, fisso su quell'immagine che lo aveva completamente catturato.
Mentre cercava di riflettere sul perché si sentisse così strano e non solo, qualcosa attrasse prepotentemente la sua attenzione. Infatti con un movimento improvviso era comparso davanti a lui...
Comparso? Quel coso era letteralmente rotolato giù dal corrimano e, facendo capriole da una rosa di ferro all'altra, era atterrato ai suoi piedi senza fare neanche un piccolo rumore. Eppure lo aveva fortemente spaventato! (continua alla pagina "Racconto - Giandomenico)
Vanina
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C'era una grande ringhiera
istoriata che dava sul nulla.
Accanto a me c'era un personaggio strano con indosso una felpa con un cappuccio. All'inizio pensavo che fosse un bambino perchè l'altezza era quella, poi mi distrassi un attimo e con la coda dell'occhio vidi il piccolo uomo con le orecchie a punta fare un saltello e sparire dentro la ringhiera. C'è solo una domanda che svolazza nella mia testa.
Credo agli Elfi????
Comunque d'istinto faccio un salto e lo seguo. Rimango incantata quando uno spettacolare mondo dai colori molto accesi mi si para dinanzi. Mi guardo intorno e i miei occhi non sanno dove posarsi.
Mi si presenta un paesaggio fiabesco con colori fantastici diversi da qualsiasi cosa abbia mai visto prima. Vi confesso con un po' di timore che l'erba è arancione mentre il cielo è verdolino e qui taccio perché sono senza parole. Non ho esitazione e correndo per il prato entro subito in questo mondo altro. Altro da me, altro dal mondo che conosco, altro anche da miei pensieri.
Mi guardo intorno per godere appieno di questo “paradiso” e vedo la ringhiera che ho attraversato divenire piccola piccola e sbrilluzzulente andare ad appendersi al collo del mio amico Elfo a mo' di collana.
Nella mia vita passata avevo parlato di queste creature con sarcasmo, con paura, con diffidenza, ma da ora in poi ne parlerò con rispetto perchè il suo mondo mi ha accolto con rispetto, così lo ricambierò e non credo proprio che occorra una ringhiera istoriata per entrare in contatto con un popolo così bistrattato eppure così vicino a noi.
Li abbiamo sistemati in giardino alla portata delle zampe dei cane, li abbiamo derisi, ma li abbiamo mai invitati nelle nostre case per conoscere la loro cultura? Mi riprometto di farlo al più presto, intanto mi godo ancora questo loro mondo.
Accanto a me c'era un personaggio strano con indosso una felpa con un cappuccio. All'inizio pensavo che fosse un bambino perchè l'altezza era quella, poi mi distrassi un attimo e con la coda dell'occhio vidi il piccolo uomo con le orecchie a punta fare un saltello e sparire dentro la ringhiera. C'è solo una domanda che svolazza nella mia testa.
Credo agli Elfi????
Comunque d'istinto faccio un salto e lo seguo. Rimango incantata quando uno spettacolare mondo dai colori molto accesi mi si para dinanzi. Mi guardo intorno e i miei occhi non sanno dove posarsi.
Mi si presenta un paesaggio fiabesco con colori fantastici diversi da qualsiasi cosa abbia mai visto prima. Vi confesso con un po' di timore che l'erba è arancione mentre il cielo è verdolino e qui taccio perché sono senza parole. Non ho esitazione e correndo per il prato entro subito in questo mondo altro. Altro da me, altro dal mondo che conosco, altro anche da miei pensieri.
Mi guardo intorno per godere appieno di questo “paradiso” e vedo la ringhiera che ho attraversato divenire piccola piccola e sbrilluzzulente andare ad appendersi al collo del mio amico Elfo a mo' di collana.
Nella mia vita passata avevo parlato di queste creature con sarcasmo, con paura, con diffidenza, ma da ora in poi ne parlerò con rispetto perchè il suo mondo mi ha accolto con rispetto, così lo ricambierò e non credo proprio che occorra una ringhiera istoriata per entrare in contatto con un popolo così bistrattato eppure così vicino a noi.
Li abbiamo sistemati in giardino alla portata delle zampe dei cane, li abbiamo derisi, ma li abbiamo mai invitati nelle nostre case per conoscere la loro cultura? Mi riprometto di farlo al più presto, intanto mi godo ancora questo loro mondo.
(Rita)
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Stavo salendo lentamente, con la mano appoggiata alla splendida ringhiera in ferro battuto.
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Stavo salendo lentamente, con la mano appoggiata alla splendida ringhiera in ferro battuto.
La luce esterna filtrata dalle splendide decorazioni art nouveau della finestra mi permise di intravedere un'immagine inattesa nell'angolo dello scalino. un elfo col viso furbetto mi indicava la vetrata luminosa.
Subito mi accostai per guardare fuori e quasi abbagliata dalla luce, socchiusi gli occhi e mi apparve là fuori, nel giardino una figura maschile alta, magra, elegante nel suo abito scuro di uno stile passato che teneva con la mano un bastone dal pomello luccicante.
Era un uomo molto bello e portava un cappello che gli nascondeva vagamente il viso, ma guardando più attentamente scorsi i baffi. Che affascinante... guardandolo ancora meglio mi si confermò che era proprio un bell'uomo.
Nel silenzio che si era creato sulla scala udii una piacevole musica lontana che mi portò quasi in un sogno. Una poltrona, là fuori nello splendido giardino all'inglese, un grammofono e la musica sempre più vicina. L'uomo si accomodò sulla poltrona, socchiuse gli occhi e cominciò ad ascoltare la musica accompagnandola con la mano, mentre il fumo del suo sigaro lo avvolgeva.
Mi fece cenno di avvicinarmi. Subito mi accostai e lui, indicandomi il disco, mi disse: "La riconosci questa musica? L'ho scritta tanti anni fa... So che ti piace tanto, quindi ho voluto offrirtela.". Io ascoltai estasiata la dolce melodia.
All'improvviso apparve l'elfo che provocò uno scoppiettio di petardi che nascosero la musica e l'immagine romantica ed affascinante, interrompendo il mio sogno.
Peccato, era piacevolissimo, pensai e ripresi a salire lentamente la scala.
(Lauretta)
La vetrata magica ed istoriata, una ringhiera evocativa d'altri tempi... lui rimase lì incantato, fisso su quell'immagine che lo aveva catturato.
Mentre cercava di riflettere, qualcosa attrasse la sua attenzione. Con un movimento improvviso era comparso un... un buffo piccolo ometto con una bombetta e una bacchetta.
Quando la agitava, la vetrata si apriva su scenari incantati: l'aurora boreale, la foresta amazzonica, la steppa russa, la savana africana, le distese piantagioni di tulipani, il deserto del Gobi, la magia del Taj Mahal.
Lui non riusciva a staccare gli occhi dalla vetrata che, come per magia lo avvolse come una morbida coperta per tutta la notte.
(Maura)
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Allora salgo le famose scale per arrivare a vedere questa famosa vetrata.
Arrivata lì, apro... e cosa mi trovo davanti? Cosa vedo? Davanti a me c'è un paesaggio infinito in cui, messo tutto assieme, c'è di tutto un po'.
Non lo posso descrivere... ci sono tante cose. Immaginate un po' voi! Vedo montagne con tanti animali e il mare con tanti pesci. Lontano lontano vedo, in mezzo, giardini pieni di fiori.
In un bel giardino c'è una casetta con il camino che fuma... Ci sono anche tanti elfi fra cui il capofamiglia che si chiama Filippo. È proprio una bella famigliola e tutti sono lì in giardino. Stanno ballando in allegria. Mi immagino di essere lì con loro, in quell'universo incantato senza niente ma con tanta felicità, e di ballare, di avere intorno a me tutti quegli esserini, ai quali tra l'altro non avrei mai creduto prima.
Invece esistono e chissà quante cose ancora ci saranno da scoprire nel magico mondo! Come saranno quelli su in cielo... Verdi, giallini, colorati?
Io voglio sognare che anche lassù nei cieli ci siano infiniti personaggi, anche con le orecchie a punta, però molto allegri, molto felici di viverci e che non conoscono la nostra Terra, che al momento non è tanto felice.
Sono sempre lì incantata davanti a questo quadro e non mi riesce di tornare in me. Vivo in un sogno e non lo voglio smontare via.
Dietro di me c'è la mia casa che mi vuole, ma io insisto ancora un po' prima di ridiscendere le scale.
Che mondo magico sarebbe se esistesse! - mi dico io fra me e me.
Ma io ci voglio credere nei sogni, perché ci fanno stare bene. Sia piccoli che grandi fanno una grande felicità in noi.
(Alba)
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