In collegamento con l’area musicale e con quella linguistica generale, aprii la mia programmazione a tutto tondo.
Se da un lato sviluppavo l’acquisizione dei parametri musicali di base (altezza, intensità, durata, registro…) utilizzando brani in inglese, dall’altra confrontavo i due codici linguistici attraverso Nursery Rhymes e canzoncine italiane equivalenti, mentre proponevo le tipiche marce scozzesi in antitesi o analogia con quelle della musica classica.
Poiché i miei alunni ed io lavoravamo moltissimo, decine e decine di canzoncine, ninne-nanne e ritmi ci avvolsero in momenti di empatia indimenticabili, così piacevoli che, quando tornai in visita in quinta, dopo essere andata in pensione, il bimbetto dagli occhi azzurri e furbetti, mi pregò di farli cantare.
Provai a schermirmi, ma insistette, dandosi da fare per trovare il cd con le basi musicali… Ne sentivano tanta nostalgia perché quell’esperienza era stata troncata bruscamente: faceva perdere tempo?
E quando, infine, anche un po’ imbarazzata, li accontentai, appena dopo le prime battute si volse raggiante verso i compagni ammiccando soddisfatto: “Vedete come batte il ritmo con il piede?” e rideva con tutto il corpo, mentre tutti cantavano contenti non trovando niente di strano in quella situazione un po’ paradossale.
In realtà io mi divertivo moltissimo a cantare con loro e mi rilassavo, proprio come si rilassavano loro, dopo aver sostenuto un lavoro intenso e impegnativo. Bastavano cinque minuti e l’atmosfera di classe tornava serena, direi pimpante!
Procedevamo nello stesso modo con le Nursery Rhymes che recitavamo coralmente modulando la voce, per es., dal piano al forte al bisbigliato, dal lento al veloce, con registri diversi.
Eccoci declamare ♫ ♫
Filastrocca, la malcontenta,
babbo gode e mamma stenta.
babbo va all’osteria,
mamma tribola tuttavia…
Hickory Dickory Dok
The mouse ran up the clock.
The clock strack one
Hickory Dickory Dok.
Non avete idea di quanto materiale si può apprendere se l’insegnante lo conosce bene e lo può proporre in qualsiasi momento della giornata, quindi ottimizzando al massimo i tempi!
Infatti, attraverso la recitazione corale tutto è facile e divertente e le conoscenze si ampliano senza accorgersene.
Io utilizzavo questo metodo anche con le poesie in italiano.
Gli alunni apprezzavano moltissimo le mie proposte.
Quando le declamavo per la prima volta mi ascoltavano rapiti… e spesso mi chiedevano il bis.
Nel momento in cui li invitavo a ripetere il verso dopo di me seguendone il ritmo e l’intonazione, lo facevano con grande interesse e attenzione ai particolari.
Partivo con molto materiale già in classe prima e, negli anni successivi, mi accorgevo che i miei bambini amavano talmente le parole, i suoni, le rime, le immagini evocate, insomma la poesia, che lasciandoli liberi di scegliere se farlo o no, tutti studiavano le poesie a memoria!
Poi tutti volevano essere ascoltati declamare a loro volta ciò che avevano memorizzato, stando a lungo in religioso silenzio ad ascoltare tutti i compagni che quel giorno avevano deciso di mandare a memoria il testo poetico.
Io rinforzavo il loro lavoro lodandoli e scrivendo un giudizio sul libro accanto al testo, con tanto di firma e data.
Il giorno dopo altri mi chiedevano di ascoltarli recitare… e posso dire che alla fine tutti trovavano il tempo di acquisire quei testi preziosi.
Non posso non concludere dicendo che tutti i miei bambini declamavano testi poetici senza balbettii e cantilene senza senso!
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