Come siamo e come eravamo
Nell'approccio conoscitivo
ma anche del pensiero vero e proprio,
ognuno di noi si avvale
di modalità diverse,
colorate inoltre da molte sfumature.
C'è chi affronta tutto
attraverso schemi convergenti
caratterizzati da regole,
razionalità, logiche euclidee.
Altri invece fanno fatica
a incasellarsi in questi spazi,
tra mille paletti,
e divergono in modo personale
nel cogliere la realtà,
nel ricercare soluzioni.
Poi si intromette
pure la fantasia
o l'apparente incapacità
ad individuare anche un solo aspetto
che sia semplicemente
diverso, personale.
Nelle pagine di questo blog
sono frequenti i riferimenti
a quanto sopra.
Mi piacerebbe che oggi
ognuno di noi
provasse ad individuare
quali sono le proprie strategie abituali
e se sono variate nel tempo.
In ogni caso vediamo
dove andiamo a parare
partendo da queste premesse.
It's up to you
come direbbero
nel mondo anglosassone.
Chi comincia?
📌
Ho avuto molti dettami che
andavano al di là del mio sentire e questo mio sentirmi costretta a pensarla in
un certo modo, a fare le cose come altri
volevano, non mi rendeva soddisfatta. Ho provato molta sofferenza. Mi rendo
conto adesso che ero in qualche modo plagiata, indirizzata fermamente in una
certa direzione, in una certo pensiero.
No! Non ci stavo dentro ed ero cattiva, acida, arrabbiata.
No! Non ci stavo dentro ed ero cattiva, acida, arrabbiata.
Questo sopruso, lo sentivo o meglio lo subivo
in famiglia e quindi era anche più subdolo, più totalizzante. Se mi era stato
insegnato qualcosa, così dovevo pensare; se mi era stato detto qualcosa, quella
era la verità assoluta, non andava messa in discussione. Insomma non avevo
niente da scoprire, il mondo non aveva segreti per me, erano già tutti
rivelati.-
Questo convergenza in famiglia, mi faceva sentire strana.
Nel mio mondo c'era una dualità che mi dilaniava.
Avevo venti anni e mi sentivo cattiva, acida. Poi piano piano le cose hanno cominciato a cambiare. Piano piano, molto piano, ho cominciato da avere amicizie al di fuori della famiglia, relazioni nuove che non erano contagiate da pre-giudizi.
Questo convergenza in famiglia, mi faceva sentire strana.
Nel mio mondo c'era una dualità che mi dilaniava.
Avevo venti anni e mi sentivo cattiva, acida. Poi piano piano le cose hanno cominciato a cambiare. Piano piano, molto piano, ho cominciato da avere amicizie al di fuori della famiglia, relazioni nuove che non erano contagiate da pre-giudizi.
Sono cresciuta e sono
invecchiata e non mi sento più acida, anzi, questa mia esperienza mi ha aiutato
ad essere più tollerante più disposta a cercare di capire il pensiero degli
altri ed ad essere più “morbida”.
"La Panchina" ha contribuito. E' stata la prima attività che mi ha coinvolto totalmente e felicemente da sola. Ne sono addirittura gelosa. Mi sento inadeguata ma anche supportata. Piano piano scopro che ho pensieri e idee anche su argomenti difficili come quello di oggi. Non so se ho centrato il tema, ma certamente ci ho provato.
"La Panchina" ha contribuito. E' stata la prima attività che mi ha coinvolto totalmente e felicemente da sola. Ne sono addirittura gelosa. Mi sento inadeguata ma anche supportata. Piano piano scopro che ho pensieri e idee anche su argomenti difficili come quello di oggi. Non so se ho centrato il tema, ma certamente ci ho provato.
(Rita)
📌
Com’ero? Mi volto indietro. Ero una ragazzina che aveva paura
del mondo. Non mi inserivo nel gruppo, non sentivo di poter far parte del loro
mondo, mi sentivo isolata nonostante che mi venissero a chiamare per uscire,
come si usava a quel tempo.
Avevo nodi dentro che non riuscivo a sciogliere. La
colpa era solo mia. Non erano loro che mi facevano sentire non fatta della
stessa pasta. Ero imbranata. Davo peso alla bellezza e io bella non lo ero, ma con il
tempo ho capito che non è quella la cosa importante.
Se la vita è un percorso, io ci ho provato con tutte le mie forze e sento a questo punto di essermi
realizzata dentro. Sono soddisfatta di aver buttato al vento molte delle mie
paure che mi provocavano insicurezza. Anche oggi posso apparire insicura perchè
di una stessa cosa o situazione che sia, posso avere più punti di vista ma si
tratta di un riflettere e di un parlarne solo per valutare e scegliere la
soluzione che mi sembra valida, la più adeguata.
Affrontare e cercare di risolvere i problemi per me oggi non è poi coì difficile.
Un grosso respiro e mi rombocco le maniche. Certamente è un’esercizio che ha bisogno di
coraggio, forza, determinazione ma generalmente riesco nell’intento per cui ne resto
soddisfatta perchè servirsi di queste qualità genera sicurezza.
Quando mi rendo
conto che qualcuno si arrocca nella propria posizione, mi rammento di una
collega che a tal proposito diceva: - L’importante è esser convinti!
Giustissimo.
Quindi anche io vorrei non farlo.
Ho voluto tornare da adulta sui banchi di
scuola per misurarmi con ciò che avevo lasciato a metà e ripartire con un’altro
spirito, con altre forze. Sono riuscita nell’intento piuttosto bene. Ho
acquisito una discreta capacità di ragionanento con le esperienze, osservando e
ascoltndo le persone che via via mi si sono presentate nel cammino, senza voler
mettere da parte nessuno. Ho però creato delle “stanze” nella mia mente dove collocare le persone a seconda del peso
che hanno nella mia vita. Sono gli affetti forti, le persono su cui conto e con cui mi
confido e ci sono gli altri che sono solo conoscenze ma che hanno diritto al
loro spazio.
Se ho fatto degli errori ho analizzato il risultato del mio
comportamento e ho cercato di rimediare, quando possibile. Se a mettermi da
parte sono stati gli altri ne ho sofferto ma ho capito che bisogna sapersi
arrendere. Ho capito che anche questo è rispetto, diversamente sarebbe una
pretesa.
Devo dire che a tutto ciò hanno contribuito diverse persone in gamba
che la vita mi ha fatto incontrare. Devo dire grazie a "La Panchina" che mi ha
dato la possibilità di esprimermi anche in pubblico e quando scrivo mi accorgo
che la mia penna scorre veloce sul
foglio. Non ho mai consegnato “in bianco” e spesso mi compiaccio di quello che
riesco a scrivere senza preoccuparmi minimante di cosa potrebbero pensare gli
altri. Scrivo quel che mi va. Chi l’avrebbe mai detto? Mi sono purtroppo
rimasti i sogni della notte, anche incubi, ma per fortuna al risveglio li
dimentico perchè so che sono solo sogni. Da qualche parte la mente dovrà pure
sfogarsi! Ahhh...Ahh...
(Claudia)
📌
Convergente o divergente...
Tanto tempo fa, durante una discussione sull'argomento, chiesi al mio capo: “Ma tu come mi vedi… più convergente o più divergente?”.
La risposta fu immediata ed improntata alla massima sicurezza, con un pizzico di “perfidia" nei miei confronti: “Convergente… chiaramente convergente.”.
Rimasi leggermente sorpresa, perché certamente la risposta era forse sostanzialmente corretta, ma non c'era stata riflessione sufficiente, perché non tutto è sempre bianco e nero come ci piacerebbe che fosse e da un uomo illuminato come lui mi sarei aspettata qualcosina di più.
Dunque sì, in quel momento, in quel luogo, l'atteggiamento che io mostravo era rigorosamente logico e convergente. Per me non era affatto difficile esserlo in quel contesto, perché in fondo era quello che mi si richiedeva ed evidentemente io potevo farlo.
Tuttavia io sapevo benissimo che un forte dualismo conviveva dentro di me da sempre e, mentre la mia logica era spontanea e ferrea portandomi alla meta che mi si richiedeva, una forte tendenza ad interpretare la realtà da altri punti di vista era sempre lì in agguato e voleva essere presa in considerazione.
Io ho sempre vissuto bene con questa varietà di visioni, spesso romantiche, oniriche, creative e insolite, ma con il passare del tempo la mia parte divergente ha tentato di prevaricare e prendere il sopravvento, tant'è che ho dovuto impegnarmi seriamente per comprendere cosa stesse avvenendo intorno a me. Per esempio la mia interpretazione di una frase altrui finiva con l'essere diversa da quella comune, per cui era indispensabile per me rifletterci comunque bene prima di reagire ad essa.
Adesso che sono più avanti negli anni questo processo appare ancora maggiormente amplificato.
La cosa bella della mia capacità di divergere è che trovo sempre soluzioni originali che il mondo intorno a me mostra di apprezzare, per contro sto molto attenta a non commettere pasticci irreversibili con la mia interpretazione della realtà.
Tanto tempo fa, durante una discussione sull'argomento, chiesi al mio capo: “Ma tu come mi vedi… più convergente o più divergente?”.
La risposta fu immediata ed improntata alla massima sicurezza, con un pizzico di “perfidia" nei miei confronti: “Convergente… chiaramente convergente.”.
Rimasi leggermente sorpresa, perché certamente la risposta era forse sostanzialmente corretta, ma non c'era stata riflessione sufficiente, perché non tutto è sempre bianco e nero come ci piacerebbe che fosse e da un uomo illuminato come lui mi sarei aspettata qualcosina di più.
Dunque sì, in quel momento, in quel luogo, l'atteggiamento che io mostravo era rigorosamente logico e convergente. Per me non era affatto difficile esserlo in quel contesto, perché in fondo era quello che mi si richiedeva ed evidentemente io potevo farlo.
Tuttavia io sapevo benissimo che un forte dualismo conviveva dentro di me da sempre e, mentre la mia logica era spontanea e ferrea portandomi alla meta che mi si richiedeva, una forte tendenza ad interpretare la realtà da altri punti di vista era sempre lì in agguato e voleva essere presa in considerazione.
Io ho sempre vissuto bene con questa varietà di visioni, spesso romantiche, oniriche, creative e insolite, ma con il passare del tempo la mia parte divergente ha tentato di prevaricare e prendere il sopravvento, tant'è che ho dovuto impegnarmi seriamente per comprendere cosa stesse avvenendo intorno a me. Per esempio la mia interpretazione di una frase altrui finiva con l'essere diversa da quella comune, per cui era indispensabile per me rifletterci comunque bene prima di reagire ad essa.
Adesso che sono più avanti negli anni questo processo appare ancora maggiormente amplificato.
La cosa bella della mia capacità di divergere è che trovo sempre soluzioni originali che il mondo intorno a me mostra di apprezzare, per contro sto molto attenta a non commettere pasticci irreversibili con la mia interpretazione della realtà.
(Vanina)
📌
Come si cambia nella vita... Ora che gli anni sono passati, mi rendo conto che col tempo mi sono trasformata. Da ragazza intransigente, motivata, decisa sulle proprie idee, mi sono gradatamente trasformata e sono cambiata a causa degli eventi della vita.
Un matrimonio tanto desiderato mi ha cambiata e mi sono resa conto che ha cambiato le mie idee, la mia razionalità e di conseguenza i miei interessi.
La gravidanza ha compiuto una rasformazione in me: donna dedicata al lavoro, ho scelto di lasciarlo per vivere ogni attimo della mia esistenza con mio figlio.
Poi la presenza del mio bimbo e la situazione di insicurezza a cui ti costringeva una metropoli in quei tempi, mi ha fatto scegliere di andarmene in una città più piccola e tranquilla dove crescerlo in sicurezza.
Le decisioni concordate con mio marito erano però dettate dal desiderio di ottenere il meglio in ciò in cui mi stavo applicando. Ho seguito in questo modo, essendo libera, l'evoluzione culturale di mio figlio e i suoi interessi sportivi. Ciò lo devo a mio padre che a me ha dato tanti giorni della sua vita per arricchirmi culturalmente.
Poi i tempi sono cambiati, mio figlio non aveva più bisogno di essere seguito, così ho ripreso un lavoro con la stessa intensità che era tipica del mio carattere: cercare di dare il meglio per ottenere il meglio.
La mia vita, lavorando in proprio era molto più impegnativa e se le mie idee non coincidevano con quanto stava accadendo io davo un taglio netto e chiudevo l'argomento.
Poi la salute ha cominciato a modificare le mie idee convergenti.
Piano piano il mio carattere si è trasformato, mi sono detta che il mondo poteva essere preso anche con una mentalità diversa, che il mio modo di pensare, di prendere decisioni poteva essere più morbido, meno deciso e ho cominciato a dirmi che le idee si possono, modificare, cambiare nel corso della vita, che se proprio tutto non scorre secondo la propria volontà, si può modificare un pensiero, convincersi e renderlo più accettabile.
La mia vita ora corre più tranquilla e forse è anche una conseguenza dell'età.
Ora il mio motto è: goditi la vita giorno per giorno e anche se ogni tanto qualche cosa non va proprio per il verso giusto, abbi pazienza, le cose si aggiusteranno.
Ho incontrato "La Panchina" che mi ha fatto un regalo incredibile: "La Panchina" piano piano ha fatto nascere una Lauretta diversa più propensa ad ammirare ciò che le regala la vita, capace di apprezzare tante amicizie, tutte diverse, ma tutte capaci di darmi tanto, di arricchirmi, di rendere i miei giorni più sereni, meno affannosi. Grazie Panchina.
(Lauretta)
📌
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