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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

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lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Insieme - Un burattino di nome Pinocchio

 






Un burattino di nome Pinocchio 


Chi non conosce
Pinocchio?
Credo di poter affermare,
senza tema di smentita,
che questo
burattino di legno 
intriga un po' tutti noi.

Vogliamo provare
a guardarlo con occhio critico?
Quali aggettivi
potremmo attribuirgli
 per definirlo
e come questi si pongono
rispetto al nostro modo
di essere?


💥

💥

Ho conosciuto più a fondo la fiaba di Pinocchio da adulta. Ricordo che allora, e forse anche oggi, l’esempio più usato era il fatto che al burattino cresceva automaticamente il naso se diceva bugie. Questo sarebbe un buon esempio anche per oggi, visto che non ci difendiamo facilmente dalle fake news.

Diciamo che è una fiaba completa e complessa dai tanti pregi e difetti umani che tocca.

Potrei cominciare a dire che ho notato da subito le tante avventure che Pinocchio si trova ad attraversare prima di diventare un vero bambino. Del resto è come nella vita vera.

Quanta fatica si fa per crescere! Non solo da bimbi. Mettere  esperienza su esperienza è una catena alla quale ci aggrappiamo per tutta la vita.

Quando possiamo essere certi della nostra maturità?

Pinocchio potrebbe apparire con molti difetti ma a me sembra che i pregi siano di gran lunga maggiori.

Si fa trasportare da cattive compagnie, ma l’amore filiale prevale. Il babbo è una figura molto presente e incisiva. 
Quando Pinocchio si fa corrompere dal Gatto e dalla Volpe è per rimediare soldi per aiutare il babbo.

Quando ascolta la Fata Turchina lo fa perché sa che è ciò che vorrebbe il babbo e lo vorrebbe pure rivedere.

Tutto sommato è un bambino allegro, sereno, con tanta voglia di conoscere il mondo nonostante la poca voglia di studiare. Diciamo che prima è attratto dall’esperienza sul campo.

Pinocchio non ha timore nel seguire Lucignolo poi il Gatto e la Volpe e con le disavventure che è costretto a superare dà prova di forza di carattere.

Qui a me casca l’asino. Io mi do coraggio nell’affrontare le varie situazioni della vita ma il timore sotto sotto resta elevato e questo, se non mi frena sempre, quantomeno mi pesa molto. 
Il superare le difficoltà rafforza il nostro IO. Sono dell’idea che questo sia determinante nel raggiungere i nostri obiettivi.
Claudia



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"Pinocchio”

Perché questo lungo racconto avventuroso scritto a puntate da Carlo Lorenzini con lo pseudonimo di Collodi (il paese dove visse da piccolo, a pochi km da qui) sul “Corriere dei bambini” è uno dei libri più letti e diffusi nel mondo?

Per me perché è bellissimo e profondo.

Un primo piano di lettura racconta una fiaba con la morale in cui un burattino di legno, che vorrebbe tanto diventare un bambino, attraverso avventure ed esperienze varie, con l’aiuto di personaggi positivi, ma anche di quelli negativi, cresce in senso di responsabilità e infine si trasforma in un bambino, realizzando il suo sogno.

Rileggendolo con attenzione, come feci molti anni fa, da giovane adulta, e anche assistendo ai film che ne sono stati tratti, soprattutto quello di Comencini, in tv, quello di Benigni, quello del 2019 di Garrone e allo spettacolo teatrale del “Teatro del Carretto” di Lucca, se ne percepiscono facilmente i risvolti più profondi, quelli che ci mettono in discussione.

Se mi guardo dentro ho spesso la sensazione di avere una parte pinocchiesca che sonnecchia sorniona, ben nascosta, ma che vorrebbe manifestarsi ogni tanto. Quella parte che vorrebbe uscire dalle regole, dai doveri quotidiani, che ardirebbe combinare qualche birichinata, andare un po’ alla ventura, senza pensieri e obblighi, seguendo l’istinto e che si contende, perdendo - direi ora purtroppo - lo spazio di azione con il desiderio di dare il massimo possibile, di realizzarmi utilizzando le migliori qualità e i talenti…

Che fare? Seguire le tentazioni presentate da Lucignolo, cercando ‘il mondo del Bengodi’, o i consigli del grillo e le lezioni di saggezza della Fatina (che proprio perché saggia diventa prestissimo donna)?

Penso che questa serie di contraddizioni interiori caratterizzino ogni essere umano e che chi ne prende consapevolezza riesca infine a comporle in personalità adulte dalle sfaccettature più svariate.

Il libro di Robert L. Stevenson, contemporaneo di C. Lorenzini, “Lo strano caso del dottor Jakyll e del signor Hide” veicola un messaggio che presenta similitudini con “ Pinocchio”, anche se è un libro per adulti.

Alla fine, ciò che fa sì che il burattino diventi un bambino non è la comprensione di cosa sia giusto o sbagliato, ma la sua dedizione alla cura del babbo malato. Come dire che la parte saggia e quella sregolata possono comporsi grazie a continuative azioni di amore. 

Silvana B.





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Fra tutte le novelle per bambini la  più conosciuta o meglio la più ricordata penso sia "Pinocchio". Questo perché a proposito del burattino di legno, avendo il naso lungo, siamo soliti dire ai bambini: "Non dire bugie altrimenti ti viene il naso più  lungo di Pinocchio".
Questo è sbagliato perchè il burattino di legno ha anche dei valori positivi: cerca di fare delle azioni buone. Inoltre diventa educato e obbediente fino a trasformarsi in un bambino in carne ed ossa.
Per ottenere ciò che uno desidera deve  comportarsi sempre bene.
Silvana 




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Pinocchio... Pinocchio... pensieri ed emozioni che valgono una vita.
Se ci penso, tutto parte dalla tiritera "Se dici le bugie, ti cresce il naso come a Pinocchio!", che dagli anni della mia infanzia fino ad oggi si sente snocciolare nel mondo bambino e non solo. Quante volte l'ho sentito dire!
A ben guardare, Pinocchio è in fondo una bella metafora, la metafora di un individuo che sperimenta la vita per autodeterminarsi. Lorenzini, in forma apparentemente giocosa e fiabesca, indaga e convoglia in un burattino tutti gli aspetti che caratterizzano l'uomo, belli o brutti che siano, comunque autentici. 
Pinocchio è allegro, giocherellone, curioso, affettuoso, ma anche imprudente, credulone, bugiardo, disobbediente, irriconoscente, sfaticato... 
Molto interessanti sono le figure intorno a pinocchio, quelle che gli permettono di fare le esperienze le quali lo porteranno a trasformarsi in un bambino vero in carne ed ossa, metafora questa dell'uomo che da neonato incapace diventa un adulto senziente.
Lucignolo, il Gatto e la Volpe... da una parte, la Fatina e il Grillo Parlante... la Balena e Geppetto dall'altra.
Mi sono preoccupata quando le sue scelte lo mettevano in pericolo, mi sono rasserenata quando il buonsenso ha trionfato e Pinocchio ha imparato a vivere nel mondo dei grandi.
Dunque è questo un libro molto interessante per i bambini ma ancora di più per gli adulti, che si presta in molti modi a formare i giovani divertendo. Infatti fa pensare, fa riflettere, fa crescere. È evidente come Carlo Lorenzini conoscesse l'essere umano a fondo e abbia saputo creare una proposta educativa da utilizzare anche oggi.
Sarà un caso, ma sono numerosissime le scuole che hanno scelto il suo nome.
Vanina




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Pensare alla novella ora, mi sentirei un po' Pinocchio nella sua molta fantasia e inventiva in tante sue mosse. Non ricordo che cosa mi raccontassero da piccola cosa nel bene e nel male. Penso però che non ci ho mai creduto molto perché per stare buona mi dicevano: "Stai buona perché ti cresce il naso! Non fare le marachelle perché se no ti cresce il naso!"  però il naso non mi cresceva mai e io continuavo a dire le bugie perché vedevo che il naso mi rimaneva sempre così. 
Per farmi mangiare, perché non mangiavo, inventavano che se non avessi mangiavo mi veniva a mangiare la Balena, ma io,  non avendo visto il mare, mi facevo delle domande: "Come farà ad arrivare qui?".
Un'altra cosa che mi ricordo è quella del legno che parlava che diventava un burattino.  Io, dovete sapere, avevo uno zio falegname e, curiosa com'ero, andavo tutti i giorni, diciamo spesso a vedere se uno dei suoi legni diventasse un burattino parlante, ma niente.
Poi andavo in un bosco, ma vicino a me c'era una pineta. Io ci andavo a raccogliere delle cose, la mattina o il pomeriggio, la notte no. Io mi guardavo dietro però non sono mai riuscita a vedere nessuno. Poi c'era la storia del gatto... ma il gatto dormiva con me perciò non poteva essere cattivo.
Le monetine che dicevano che c'erano strada facendo, non le ho trovate mai nella pineta, ma le ho trovate in un cinema all'uscita, sotto dei seggiolini. Lì sì che trovavo le monete  e anche come le cercavo!
Le volpi poi... sì, io le ho viste davvero, però non è che venivano dietro a me. Andavano a mangiare le galline e io sentivo quel grande frastuono. 
Ancora oggi mi vien da sorridere, quando scendendo queste scale dentro di me mi tornano in mente questi momenti.

Alba 




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Davanti a me oggi mi sono trovata Pinocchio. Questo era il  nome che Geppetto aveva dato al burattino che aveva costruito con un pezzo di legno con le sue amorevoli mani di falegname, dimostrando così la sua profonda tenerezza che sembra sfociare da un suo desiderio di paternità niente affatto nascosto. La tenerezza di Geppetto permea tutto il libro e egli perdona al burattino tutte le marachelle.

Ecco... è subito saltato fuori il mio carattere invidioso. Si, mi sento invidiosa del nostro burattino che ha al suo fianco una figura amorevole.

Certo, purtroppo c'è il fatto che lui non accetta e non perde occasione per combinarle di tutti i colori.

Nel libro c'è descritta la povertà, la fame e la truffa ed è spiegato bene come il burattino apprezzi di più i compagni lazzaroni piuttosto che le figure buone che gli vogliono bene.

Mi viene da riflettere sul fatto che, tralasciando il fatto che Pinocchio era un burattino, le altre cose o molte di esse sono molte vicine a noi bambini di ieri. Vivevamo nella povertà con un  pezzo di pane in ciascuna mano e via, a combinarne di cotte e di crude.

Trovo  più acidità nell'unica figura femminile che usa verso Pinocchio meno empatia e dolcezza di quanto ci si aspetterebbe da una figura femminile e figuriamoci poi da una fata.

La vita poi ha premiato il nostro amico burattino consentendogli di diventare un bambino vero. Con grande felicità di Geppetto che era l'unico della storia ad essersi meritato un premio.


Rita





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Vieni qui, Pinocchio. Se te ne stai un po' buono forse riusciamo a parlare un po' di te, delle tue caratteristiche del tuo carattere...
Primo, che ne dici del fatto che sei un burattino, che il tuo babbo, forse sofferente per la mancanza di un figlio, ti ha costruito con tanto amore e tu quando ti sei reso conto che magicamente eri capace di muoverti autonomamente hai cominciato a mentire? Geppetto ti amava come un padre ama il proprio figlio. Possibile che ci abbia messo tanto tempo a renderti conto che era il caso di ricambiare il suo affetto e cercare di aiutare e prendersi cura di quel povero falegname in miseria? 
Poi senti, sei proprio molto ingenuo, non ci si può fidare di persone che non  conosci e seguire i "consigli" che ti danno... Il gatto e la volpe volevano solo appropriarsi dei soldi che ti aveva regalato Mangiafuoco, pensa come sarebbero serviti a Geppetto.
E non parliamo del fatto che hai venduto il tuo abecedario, un bambino saggio non fa certe cose... e Lucignolo non era certo un bambino da imitare... ti sei fatto convincere ad andare nel paese dei balocchi. Se mai avresti dovuto ascoltare ciò che ti suggeriva il grillo parlante, fonte di tanta saggezza, che ti parlava come fa una mamma con il suo bimbo. Ma pensa, se non ci fosse stata la fata dai capelli turchini che ti salvava, saresti morto impiccato e Geppetto sarebbe morto di dolore.
Insomma di preoccupazioni e dispiaceri ne hai dati tanti a quel povero falegname che, vinto dalla solitudine, sperava tanto in te, nella tua bontà. 
Ma forse un po' di amore é cominciato gradatamente a crescere in te, infatti dopo averne combinate di tutti i colori ti sei impegnato ad aiutare quel pover'uomo che ti sta accanto e ti sei reso conto di avere una persona che ti ama e lo fa anche in situazioni di estremo pericolo, come quando è nella pancia del pescecane e vuoi aiutarlo a salvarsi. 
Questa è la dimostrazione che quando c'è l'amore si vince ogni problema, anche il più disperato che la tua ingenuità possa aver causato. Ed è proprio l'amore, quello vero che hai cominciato a provare per chi ti ha costruito, che ti ha fatto il più grande regalo, trasformandoti in un ragazzo serio e amoroso con l'aspetto umano.

Lauretta



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