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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
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lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Insieme - Non è vero ma ci credo 2

 



Sei superstizioso?
Non è vero ma ci credo

Quando si pone questa domanda a qualcuno
difficilmente la risposta sarà affermativa,
ma alla verifica dei fatti
si scoprono molte cose interessanti.

Oggi butto sul tappeto questa provocazione.
Vogliamo parlarne?


🍀


🍀
Oggi è martedì 17, e allora noi de La Panchina parliamo di scaramanzia.
Da Sud a Nord dell’Italia sono rinomati gli amuleti: i corni di Napoli, le credenze sui gatti neri e simili, i “salati” riti “anti-sifga” e molti altri.
Personalmente, il fatto che un gatto nero mi attraversi la strada non è portatore di sfortuna, e se mi è successo di avere sfortuna dopo è una pura causalità.
La sfortuna, infatti, non è controllabile, e al pari della fortuna, può essere riferita solo al caso.
Quando sono vicino ad un evento che mi preoccupa invece di prendere un amuleto e affidarmi a lui… io inizio a pregare ed a parlare con Gesù. Questo momento di intimità con mi aiuta tantissimo a ritrovare la pace me stessa.
Nella mia famiglia non siamo superstiziosi e non mi sono state tramandare abitudini scaramantiche o riti propiziatori. In realtà nella famiglia d’origine non erano neppure particolarmente religiosi… quindi la mia Fede di oggi me le sono costruite da sola passo per passo.
Monica



🍀
La superstizione è un’argomento universale. Ogni popolo ha delle credenze e sono sicura che pure chi non ci crede  ci pensa,  in momenti particolari della vita.  D’accordo,  è frutto di un’ignoranza che ci portiamo dietro fin dai tempi del medioevo, magari non per vera credenza ormai ma spesso per abitudine.  Per  esempio ci capita anche di affidarsi ad amuleti scaramantici se dobbiamo affrontare situazioni difficili, come pure di consumare lenticchie portafortuna per il cenone dell’ultimo dell’anno oppure siamo alla ricerca di stelle cadenti   la notte di  San Lorenzo per esprimere un desiderio ad occhi chiusi, pensando che poi si possa avverare. Il giorno del matrimonio Il marito per entrare in casa  prende in braccio la sposa  affinché non si trovi ad inciampare sul velo salendo lo scalino.   Un  dono molto apprezzato per la nascita di un bimbo è il tradizionale cornetto rosso.  I genitori penseranno a chissà quanto bene possiamo augurare al figlioletto   e ciò magari li rende pure tranquilli. Ricordo che un tempo cucivano un cornetto rosso  alla  maglia della salute dei bambini.
Su questo argomento sono stati fatti film e commedie ma pure ne troviamo traccia nell’arte, come nel capolavoro dell’Ultima Cena di Leonardo dove Giuda rovescia il sale sul tavolo proprio accanto a Gesù
Io vi sto parlando pensando al resto del mondo perché per quanto mi riguarda non sono superstiziosa e credo che ciò sia dovuto al fatto che mia madre lo era in maniera esagerata. Se passava un gatto nero, povero gatto, faceva le corna, se mi capitava di mettere inavvertitamente delle posate sul tavolo in maniera incrociata si arrabbiava addirittura e si precipitava a sistemarle.  Da tante corna che faceva senza farsi vedere aveva sfondato tutte le tasche dei suoi capi di abbigliamento. La sola cosa che abbiamo in casa è un ferro di cavallo attaccato alla porta di cantina ma in realtà non è proprio un ferro di cavallo ma di asino perché fa parte dei nostri ricordi di famiglia.
Claudia



🍀
Ecco il racconto di un corno rosso.
Sabato e domenica della settimana scorsa mio figlio è mia nuora sono andati a Napoli: volevano vedere il Cristo velato.
Quando sono tornati, mi sono venuti a trovare e mi hanno portato un corno rosso abbastanza grande. Sono rimasta un po' perplessa e quasi quasi non lo volevo accettare, ma per paura  di offenderli sono stata zitta.
Allora mi hanno detto che dove lo hanno comprato il commerciante ha detto loro: "Lo  regalate vero ?  Così vi porta fortuna.".
Così l'ho appeso al portachiavi che ho di fianco alla porta di casa e quando entro o esco  lo guardo e penso fra me: "In questo momento non dovrei ricevere visite, perchè se lo vedono possono pensare che io creda nella fortuna di un corno rosso.".
Io non credo in questa superstizione, ma l'ho attaccato per figura ed è bellino a  vedersi.. 
Silvana




🍀
Parlare della superstizione... e subito mi sento a disagio. Questa parola non fa parte della mia vita e anche il solo parlarne mi disturba perchè non mi sento molto portata a provare empatia verso chi ci si abbandona ciecamente.
Questo argomento mi sa di povertà culturale, forse non tanto della persona che la pratica, quanto del suo retroterra parentale. Infatti chi ancora oggi ha un certo legame con la superstizione e i suoi riti, ha avuto in casa da piccolo, nonni o comunque anziani che vi si abbandonavano con perseveranza.
E allora ecco la necessità di evitare che un gatto nero ti attraversi la strada, che la tavola ospiti tredici commensali, ma anche diciassette piatti sono da scartare senza incertezza.
Il cornetto rosso è indispensabile per alcuni, ma anche la religiosità ha i suoi riti scaramantici che sono da scartare esattamente come gli altri.
Come la grande totalità degli adulti, da piccoli siamo stati sottoposti al rito del piatto pieno d'acqua su cui si versavano poche gocce di olio per togliere il malocchio. Nella mia giovinezza c'e stato anche il ricorso ai vari santoni il cui ricordo mi fa rabbrividire ancora oggi.
Amo i gatti neri e li ho sempre avuti di questo colore, non sono superstiziosa e non faccio ricorso a tutti gli orpelli ancestrali per favorire la sorte per il semplice fatto che credo in DIO e credo fermamente  che la mia vita è nelle sue amorevoli mani e non certo nel colore dei peli di un povero gatto.
Credo che la Superstizione venga dal passato quando le persone avevano meno conoscenze e non riuscendo a dare fondamento ai misteri di tutti i giorni, facevano riferimento a cose arcane.
Proprio noi donne abbiamo pagato un bel tributo all'ignoranza atavica anche della chiesa che ha contribuito a bruciare sul rogo molte povere donne, che più sapienti di chi le accusava di stregoneria, erano magari grandi conoscitrici delle proprietà delle erbe e con queste curavano le malattie del popolino. Forse queste donne avevano intorno a loro gatti neri che ne condividevano la sorte, solo che la loro sfortuna dura ancora oggi.
Probabilmente, il fare riferimento a cose antiche dava una certa sicurezza dal momento che oggi, i nostri figli e nipoti, non conoscendo più le superstizioni dei bisnonni, sono istigati a ricorrere addirittura a esorcizzare la morte se pur mascherata  con un dolcetto.
Quando poi, gli stessi bambini non sono condotti al funerale del nonno per paura che ne rimangano impressionati.
Rita



🍀 
Superstizione? Per quel che mi riguarda, d'istinto, direi proprio di no.
Eppure tutta la nostra cultura ne è permeata. È cosa nota che già dalla nascita si dà al neonato una dotazione di amuleti portafortuna che possano proteggerlo dal male. Nemmeno ce ne accorgiamo in realtà, è cosa ancora implicita in ciò che diciamo e in ciò che facciamo.
Per dare soltanto un'immagine, come dice Claudia, basta pensare alle infinite lenticchie che non mancano mai quando scocca il nuovo anno e che tutti noi inevitabilmente gustiamo per propiziarci una buona fortuna. 
Una volta si diceva anche di mangiarne il più possibile per propiziare una più grande fortuna che ci avrebbe premiato.
Vanina



🍀
La superstizione è una cosa che negli anni della giovinezza non mi ha mai nemmeno  sfiorata. Poi, gli anni passano, i problemi aumentano e ti vengono alla mente, quando ti trovi in difficoltà, piccole scaramanzie.
A me sono tornate alla mente le scaramanzie utilizzate dalla mia nonna che era molto, ma molto attenta a queste cose.
Una su tutte era il favorire sempre la destra e mai la sinistra. Quindi ho iniziato ad infilare nei pantaloni prima la gamba destra e poi la sinistra. La stessa cosa vale per le scarpe e per le  maniche.
Nel tornare indietro con i ricordi mi è venuto in mente che anche mio padre faceva gli stessi gesti scaramantici, da qui ho dedotto che ci aveva coinvolti entrambi in questa mania che un po' mi fa ridere, però, guarda caso ci sto davvero attenta a non sbagliarmi....
Cosa ottengo a compiere queste gestualità? Non lo so, ma forse mi sento più tranquilla, più serena.
Vogliamo parlare di un'altra scaramanzia? Bene: il ferro di cavallo. Io ne ho uno del mio bisnonno, che è lì appeso al muro, dimenticato...
Quando mio figlio si è sposato gli ho regalato un bel ferro di cavallo vero che avevo trovato al "percorso vita" dove vado a fare un po' di moto accanto a casa.
Ero convinta che gli avrebbe portato fortuna. Poi appena ne vedevo uno in vendita nei mercatini dell'antiquariato glielo compravo; la collezione è diventata negli anni sufficiente per appenderli al muro intorno a una porta. Ci stavano anche bene...
Poi, guarda caso, mio figlio si è separato dalla moglie e a quel punto ho pensato che i ferri di cavallo non portino poi tanta fortuna... Sono simpatici solo per fare una collezione.
Lauretta



🍀
Di recente sono stata a Napoli, dove ho percorso in lungo e in largo i vicoli della città insieme ad amiche napoletane doc. In ogni angolo e in tutti i negozietti erano ben visibili amuleti, scacciaguai ed oggetti portafortuna. I corni rossi, grandi e piccoli, si trovano ovunque come pure la mano con le corna. Personalmente snobbo questi oggetti, non li regalo e mi sono indifferenti se mi vengono donati.
In casa mia la superstizione non è mai stata contemplata, nel senso che mia mamma non ha mai creduto nei riti e negli oggetti portafortuna; mai noi figli siamo stati portati da queste donne che levavano il malocchio. C'era solo mio papà che aveva la convinzione che il pane in tavola non doveva avere la parte inferiore rivolta verso l'alto e le bevande non dovevano essere versate con la mano rovesciata perché era segno di tradimento.
Lui raccontava che in tempo di guerra, in una trattoria vicino al Monte di Quiesa, stavano pranzando alcuni amici, uno dei quali versò il vino rovesciando il fiasco verso destra ed arrivarono i soldati che portarono via alcuni di loro. Sembra che questo fosse stato il segnale che tradì gli amici. Per questo in casa mia certi gesti non si fanno neppure oggi!
Ho sempre pensato che ognuno di noi abbia il potere di scrivere come vuole la sua vita, senza affidarsi ad amuleti o a formule e riti particolari.
Nonostante ciò qualche volta ho dovuto sottostare ai pregiudizi di chi mi stava accanto, tanto che il rito del togliere il malocchio è toccato ai miei figli che ancora oggi lo ricordano con un senso di malessere.
Negli anni  passati ci sono state vicende che mi hanno fatto pensare e modificare un poco le mie iniziali convinzioni. C'è, ad esempio, una data che ricorre spesso nella mia vita e quando si avvicina vengo presa dall'ansia. Era l' undici luglio del 2005, la vigilia di San Paolino patrono di Lucca. Ero in ferie, dopo di che sarei andata in pensione! A sera mi accadde un  incidente che avrebbe potuto essermi fatale.
A distanza di pochi anni ancora questo 11, questa volta di giugno, un altro brutto episodio, anche questo molto serio ma con esito positivo. E poi ancora questo 11 ricorre...
Ecco, se dovessi giocare un numero al lotto, mi giocherei proprio il numero 11, anche se sono convinta che non vincerei proprio niente! Le mie vincite migliori le ho già avute! 
Mariella


🍀 







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