Mostri di pietra
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L’incoscenza mi ha fatto fare il biglietto per il parco dei mostri.
Mi trovo davanti a un’enorme faccia. Occhi orribili, grandi narici, bocca spalancata. Forse però questi due denti me la fanno apparire quasi simpatica. I gradini sono invitanti. In fondo più che una bocca mi pare una porta.
Che faccio, entro? Non è troppo più brutta dei miei sogni che generalmente faccio alcune notti. Mi avvicino alla soglia della bocca. C’e una lingua dentro, forse no, non è una lingua. È un tavolo.
Ragazzi, qui fa un caldo bestiale, è afoso... e allora entro decisa. Scopro che è solo una stanza fresca. Se avessi con me qualcosa da mangiare mi metterei tranquillamente seduta e farei fuori tutto quanto.
Accendendo la torcia del cellulare la tensione è passata. E’ il buio che non fa distinguere le cose, è l’ignoto che mette ansia e paura ed è come il buio dell'ignoranza, nel suo senso piu stretto, che offusca la mente. Buio è la mancanza di ragionamento ed è deleterio. Ci distrugge la vita non facendoci accettare cose e situazioni.
(Claudia)
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Il mostro che vedo nella foto, con questa grande bocca, mi sembra un personaggio di civiltà lontane. Adesso non mi viene in mente, ma lo cercherò su una rivista o via Internet e poi ve lo spiegherò.
Questa bocca è spalancata di stupore, di spavento, però anche di curiosità. Perché? Penso a chi lo ha scolpito, a come poteva essere in quel momento di morale, ed è così che lo immagino.
Questo mostro è un essere reale nella pietra e immaginario, con caratteristiche diverse dalla norma.
Ora ho capito. Io ci vedo tanto la bocca spaventata della Medusa del Caravaggio.
(Alba)
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Dopo essere stata in giro tutta la mattina per la città assolata, finalmente siamo approdati in un parco alla ricerca di fresco, di pace, di alberi verdi, di spicchi di cielo...
Ma...cosa vedono i miei occhi? Cos'è quel masso spaventoso che mi si para davanti?
Non è certo rassicurante la visione d'insieme di questo parco!
Mamma mia che figura inquietante ho davanti a me... una bocca immensa, quasi ad altezza d'uomo, due occhi spalancati che incutono paura, un nasone con narici scure e profonde, e poi scale in pietra che dovrebbero invitare a salire, ma che a me fanno quasi l'effetto contrario. E tutto intorno una natura surreale.
Che faccio? Me vado o resto? Non sia mai detto...resto certamente e voglio proprio salire quelle scale per scoprire l'ignoto al di là di quella bocca-porta. Il mistero mi fa paura ma anche mi attira, mi incuriosisce...
Eccomi, caro e spaventoso amico! Sono qui, sulla soglia, in attesa di entrare mentre il buio mi avvolge. Dove sono tutte quelle ragnatele, quei serpenti, gli scorpioni, le vedove nere che credevo di trovare? Niente, non c'è niente ad aspettarmi! Solo un tavolo e alcune sedie in pietra, ma non mi fermo, torno indietro scendendo di nuovo le scale.
E tu, grande orco con la bocca spalancata, continui a guardarmi mentre lentamente torno nel mio mondo.
(Mariella)
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Mi fermai di botto quando intravidi nell’ombra quella scultura offuscata nel bosco e d’istinto scrissi questa poesia che appesi ad un albero prima di scappare.
Le mie paure in un lampo erano tornate a galla.
“Paura”
Paura,
fiume in piena
che inonda il mio cuore
invadendo i miei sentimenti.
Paura,
mare in burrasca
che agita la mia mente
turbando i miei pensieri.
Paura,
palude che ristagna dentro me.
(Monica)
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Paura? No, per carità, sapendo che la sua costruzione sia stata fatta nel 1500 da un nobile della famiglia Orsini, molto amante dell'esoterismo che a quei tempi era tanto al centro dell'interesse delle persone colte, mi ha piuttosto destato molta curiosità.
Ci sono entrata in quel faccione mostruoso e sinceramente sedendomi al suo interno ho provato una sensazione di rilassamento, di pace. Mi sono sentita quasi protetta, circondata da quel personaggio fantastico che mi nascondeva da tutte le altre spaventose statue e costruzioni, quasi impraticabili, dislocate nel parco e seminascoste dalla natura esuberante.
Forse ha funzionato ciò che il nobile proprietario voleva ottenere per i suoi ospiti che visitavano il suo parco: la purificazione dell'anima.
(Lauretta)
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Ehi! Per caso vorresti farmi paura? No, non mi fai affatto paura! Anzi mi dispiace per te. Vederti così spaventato mi fa male. Spaventato? Direi che sei terrorizzato! Dimmi, cosa hai visto? Cosa c'è davanti a te? Posso aiutarti?
I tuoi occhi sono in realtà molto dolci, come la forma del tuo volto. Peccato per i tuoi denti... cosa ti è successo? Devi essere stato una gran bellezza, prima di trasformarti in questo essere dolce e spaventato.
Sappi che ora non c'è più alcun pericolo. Ci sono io davanti a te e io voglio che tu ritorni sorridente... Hai degli occhi davvero molto espressivi. Pensa come sarebbero interessanti se ritorni ad esprimere l'interesse e la gioia. Che meraviglia sarebbe se la bocca smettesse di atteggiarsi a quel grido di paura "aaah!" e tornasse alla meraviglia dell' "oooh!" sicuramente pieno di stupore e di vita!
Forse basterebbe cambiare semplicemente l'illuminazione, per cambiare proprio tutto. Sì, ne parlerò con il gestore di questo interessantissimo parco.
(Vanina)
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Sono davanti ad un mostro che oserei dire bruttissimo e pauroso. È enorme.
Per descriverlo direi che è un mascherone in pietra, col volto grandissimo, dove sono due occhi così spalancati che la pupilla sembra voler schizzare fuori. Il naso ha due narici nere e larghe. Parlare della bocca e un'impresa: sembra una porta aperta con due soli denti superiori e non voglio pensare dove si andrebbe a finire a superare le labbra ed entrare.
L'unica cosa che penso è che meno male non ci sono dei bambini a guardarlo., perchè avrebbero tanta paura e piangerebbero. A noi adulti speriamo non resti un incubo, perchè sarebbe una cosa molto brutta, quando uno la sera non riesce ad addormentarsi, chiudere gli occhi e vedere il mostro.
(Silvana)
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E a voi cosa suscita la visione di questo mostro nel
Parco di Bomarzo?
Vi va di commentare?
Quanti pensieri diversi possono crearsi attorno ad un'immagine! Ognuno di noi interpreta a suo modo ciò che vede, dipende da tanti fattori. Sicuramente lo stato d'animo e le emozioni, ma anche il bagaglio di esperienze e conoscenze che abbiamo accumulato nella nostra vita influenzano il nostro sentire. È un piacere e sempre un arricchimento personale poter leggervi, care amiche
RispondiEliminaProprio vero! Nella percezione di qualcosa ci mettiamo sempre del nostro, proiettando i nostri vissuti, tanto che le emozioni che ne emergono sono completamente diverse e addirittura opposte.
EliminaMariella sono d'accordissimo con te. La mia bilancia pende soprattutto dalla parte delle esperienze e conoscenze acquisite. Io mi sono costruita con fatica ma confesso che, anche se so che devo lavorare ogni giorno, mi sento di avere fondamenta abbastanza solide per la mia sopravvivenza
RispondiEliminaChe belle parole, Claudia! Mi fa piacere sentirle!
EliminaGrazie cara Panchina. Si sta bene sedute su La Panchina il martedì ma anche stare un poco qui a commentare, a scambiare qualche emozipbe e qualche pensiero in più non e nale!
EliminaInfatti! È quello che ho sempre pensato... scambiarci idee vere ed emozioni sincere è il grande valore aggiunto che i nuovi mezzi di comunicazione ci hanno messo a disposizione. Direi che non è poco.
EliminaContinuiamo così!