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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Una fiaba per sognare - L'orco del faro.













🌊

C'era una volta...
C'era una volta un vecchio orco, temuto da tutti i bambini in un raggio di moltissimi chilometri intorno.

Come accadeva ogni anno, venne l'inverno e con esso arrivarono pioggia, grandine, vento e tempeste.
Tutti i bambini smisero di uscire e si rinchiusero in casa.
Le mamme per consolarli preparavano per loro crostate ricche di marmellate dolcissime.

In una notte terribile, più buia ancora delle altre, il vecchio orco, che viveva dietro il vecchio faro del molo, sedette sullo scoglio, immergendo i lunghi piedi bitorzoluti nell'acqua ribollente. 
In quella notte d'inverno, il mare mugghiava come sempre aveva fatto in notti come quelle, infrangendosi con violenza inaudita sugli scogli annosi che ne avevano viste davvero tante.

Il vecchio orco ne assorbiva tutto l'impeto e l'aggressività e si ricaricava per prepararsi a raggiungere il suo importantissimo scopo. 
Aveva voglia di gustare qualcosa di buono, qualcosa di molto molto succulento, perché non mangiava da molti giorni e il freddo intenso aveva acuito la sua fame.

Dovete sapere che all'interno del faro, insieme al guardiano, viveva un bimbetto di otto o nove anni. 
I due erano rimasti soli da parecchio tempo, avendo perso rispettivamente la moglie e la mamma. 
Dentro al faro, che guidava con le sue luci i naviganti, i due si erano ben sistemati. 
Anche se non c'era una mamma ad impastare delle crostate, un bricco d'acqua bollente borbottava continuamente sulla stufetta di terracotta sempre accesa e, siccome l'ambiente era piccolissimo, un bel tepore scaldava i due giorno e notte. 

Al bambino piaceva moltissimo leggere e rileggere un libercolo di fiabe unto e bisunto, seduto vicino alla stufetta. 
Anche quella notte se ne stava lì, tutto intento a rileggere la fiaba "Il cagnolino abbandonato", quando l’orco si alzò dallo scoglio e si diresse con falcate incredibili verso il faro, senza curarsi di dove mettesse i piedoni bitorzoluti.
Ogni tanto sprofondava tra le pietre taglienti e perdeva l'equilibrio.
Imprecando, si ritirava su e riprendeva con sempre maggiore veemenza:

"Ini, ini, ini...
che profumo di bambini!"

Così borbottava con il suo vocione roco da vecchio orco, mentre si dirigeva verso la sua preda. Intanto si leccava i baffi e il suo stomaco si contorceva per la fame.





🌊

Mentre il mare schiaffeggiava con inaudita violenza gli scogli prima e il faro dopo, l'orco captava solo quel profumino tenero di bambino, che prometteva finalmente un pasto buonissimo e sostanzioso.
Così, procedendo a grandi falcate, giunse in poco tempo in prossimità del faro.

Con le braccia forti come tenaglie, vi si aggrappò mettendo in campo un'aggressivita esagerata che non era affatto necessaria, ma era molto agitato e nervoso.
Non capiva più nulla, guidato com’era dalla voglia incontrollata di ghermire quel tenero bimbetto, e continuava a ripetere adesso a voce altissima:

“Ini ini ini
che profumo di bambini!”

In alto in alto, dove il faro si restringeva, scorse un bagliore proveniente da una piccola feritoia.
L'orco si arrampicò fin lassù senza difficoltà abbarbicandosi al muro, sfruttando le poche pietre sporgenti.
Man mano che saliva il profumino si affievoliva e, infatti, quando pose l'occhio cisposo sulla grata, quello che vide non lo soddisfò affatto.

Nel letto addossato alla parete il guardiano del faro russava alla grande.
Sazio di cibo e di bevande dormiva beato e non si accorse certo del suo occhio cisposo che copriva completamente la finestrella.

Un urlo roco si spense nella gola dell'orco, mentre si lasciava calare violentemente a terra.
Alzando l'acqua in ulteriori onde spumeggianti, l'orco si apprestò ad aggirare il faro alla ricerca della sua cena che si stava procrastinando davvero troppo.

"Ini, ini, ini...
dove sono i miei bambini?"





🌊

La notte diveniva sempre più terrificante, con quelle nubi nere che si accavallavano in cielo, quel vento che spazzava ogni cosa in mille direzioni e quei cavalloni arrabbiati che sembravano voler abbattere il faro.

Era una notte da paura, una notte da mostri, buia come la pece.
Avrebbe spaventato chiunque, grandi e piccini, tuttavia il bambino, accanto alla stufetta di terraccotta, non sembrava affatto accorgersi della furia degli elementi.
Era tutto concentrato su ciò che stava leggendo, un mondo di libertà però ricco di poesia, di solidarietà e di amicizia.

Si era perso in un luogo molto distante da lì.
Il mare non c'era, ma la strada si snodava garbata fiancheggiata da alberi amici.
L'uomo andava e andava, sereno nella sua solitudine.
Intanto si beava del paesaggio rassicurante che lo circondava.

Il cagnolino invece era triste e impaurito.
Era stato abbandonato dal padrone e adesso vagava per un mondo sconosciuto affamato e infreddolito come mai gli era capitato di essere nella sua breve vita.

Il bambino leggeva e leggeva.
Desiderava sapere se i due si sarebbero finalmente conosciuti, se il povero piccolo cagnolino avrebbe trovato qualcosa da mangiare, un luogo dove stare, qualcuno da amare.

In quel momento i due si stavano proprio incontrando...
Rapito dalla suspense che si era creata, il ragazzino viveva ora in una bolla impenetrabile di profondissime emozioni.

Intanto l'orco aveva aggirato il faro.

 “Ini, ini, ini,
carne fresca di bambini!”

urlava impazzito l'orco pregustando la sua cena.

Individuò con facilità l'unica finestrella che si affacciava da quest'altra parte del vecchio faro, verso il promontorio.
Si avvide che era collocata troppo in basso per la sua enorme altezza.
Allora s'inginocchiò, incurante degli scogli aguzzi che si incuneavano nelle sue carni.

Avrebbe spaccato quell’insulso vetro e infilato un braccio per ghermire il tenero bocconcino.
Ah! Ah! Ah! Sarebbe stato un gioco da ragazzi!
 




🌊

Il vecchio orco affamato oscurò la finestra con il suo grosso corpo prima e con la sua faccia cisposa e bitorzoluta dopo.
Già pregustava il godimento che gli avrebbe dato vedere il terrore crescere negli occhi della sua piccola preda non appena questi li avesse sollevati dal suo libro e lo avesse visto a pochissima distanza da lui.

“Ino, ino, ino,
che profumo di bambino!”

sghignazzava l’orco, intanto, salivando a più non posso.

Il bambino voltò la pagina del suo libercolo.
L'uomo aveva ormai visto il cagnolino.
I due si erano fermati e si studiavano nel dettaglio.
Il cagnolino scodinzolava in attesa di una carezza.

Mentre girava la pagina, il ragazzino sollevò gli occhi verso la finestra.
L'orco ebbe un sussulto.
Adesso il terrore sarebbe apparso nei suoi occhi e lui avrebbe sentito quella scarica immensa di adrenalina che tanto gli dava energia.

Invece lo sguardo del piccolo gli passò semplicemente sopra con un'indifferenza che lo gelò; poi il ragazzino si fermò un istante a guardare il soffitto con aria trasognata e subito dopo si rituffò profondamente nella lettura.
Muoveva gli occhi, sorrideva a tratti, scuoteva il libro, irrimediabilmente preso dalla meravigliosa storia che stava leggendo.

L'orco cominciò ad agitarsi, a gridare sempre più forte, a colpire la finestra, a sbuffare roco e minaccioso.
Niente da fare.
Il bambino non si accorgeva di lui o meglio lo vedeva, ma non si curava di lui.
Chiuso nella sua bolla di parole, situazioni ed emozioni, era il ritratto della beatitudine.
Emanava una luce incredibile, rendendo la piccola stanza del vecchio faro una reggia bellissima e gratificante.

Per l'orribile orco fu come un fortissimo colpo in faccia.
Lo stomaco gli si contorse disgustato.
Non poteva mangiare un bambino che non fosse condito a dovere.
Senza orrore, tremore, paura, terrore, quel boccone tanto agognato sarebbe risultato completamente insipido, disgustoso, anzi peggio, sarebbe stato per lui un vero e proprio veleno.

Inferocito, cercò ancora in tutti i modi di farsi notare, di rubare l'attenzione che il racconto evidentemente sapeva conquistare, ma tutto fu inutile.
Il vecchio orco ben sapeva che chi viveva un mondo ricco di emozioni, di pensieri e di immaginazione acquisiva dei poteri contro i quali lui poco poteva, una sorta di vaccinazione contro le tristezze, le brutture, le paure.
Non era cosa per lui.
Arrabbiato, affamato, vinto, barcollando per la debolezza, il vecchio orco fece il percorso all'indietro e se ne tornò sul suo scoglio.

La notte continuava ad essere davvero spaventosa, con quelle nubi nere che si accavallavano in cielo, quel vento che spazzava ogni cosa in mille direzioni e quei cavalloni arrabbiati che sembravano voler abbattere il faro. 

Al calduccio della stufetta di terracotta, il giovane lettore chiuse finalmente il suo amato libro.
L'uomo e il cane ormai erano insieme.
Camminavano nella vita, sostenendosi nell'affetto reciproco.

Il bambino sorrideva e gli occhi gli brillavano, mentre si accingeva ad infilarsi nel letto.
Poi spense la luce e cadde immediatamente in un sonno tranquillo pieno di magnifici sogni.

 Un viandante e un cagnolino, 
 Un orco, un libro e un bambino. 
Questa è la mia storia per te. 
Ora scrivine una anche per me.


🌊🌊🌊


   






2 commenti:

  1. l,orco è terrificante ma è chiuso fuori dal mondo innocente e puro del bambino che sogna e vive storie di affetto e di incontri rassicuranti.
    la cattiveria dell'orco è quindi disarmata e inattivata da questo scudo protettivo. Simbolicamente poi il faro è la luce indispensabile che nella notte guida i naviganti sulla giusta rotta.
    Vivere in tale luogo inattaccabile solido e resistente alla furia delle onde( la luce della coscienza che discerne e sceglie il giusto agire) è molto rassicurante ,tant'è che il padre dorme beatamente tranquillo, fiducioso e soddisfatto dei suoi insegnamenti.
    Le tempeste che battono questo scoglio in mezzo al mare simboleggiano forse le difficolta e le prove della vita di ognuno: infatti il mare puo essere inteso come vita, esistenza- pur non essendo il nostro elemento primario , che invece è la terra che ci sostiene- ci circonda con la sua vastita e invita ad attraversarlo per scoprie e conoscere altre genti, farci solidali e collaborativi.
    insomma le favole usando archetipi ci fanno comprendere come la semplicita dei personaggi, la bonta e la fiducia, i sentimenti sani possano
    riuscire a farci superare ogni ostacolo, cosi che la giustizia e l'amore trionfino sempre perche valori universali indistruttibili.
    Il male, l'orco è sempre in agguato, affamato , prepotente , ignorante e limitato, che si sente potente e invincibile perche molto grosso e forte ma spesso basta una folata di vento ben indirizzato per allontanarlo. Il male è il buio del cuore è la chiusura, la sordita e l'egoismo sconfitti semplicemente dal raggio di luce, dalla fiammella custodita e scoperta nell'intimo che diviene luce che guida e che salva.

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    Risposte
    1. Grazie del bellissimo commento, Elisabetta.
      Una storia per bambini può aprire un mondo di riflessioni e di suggestioni davvero molto ampio, non è vero?
      Spero che ti abbia anche catturato emotjvamente e reso più forti i muscoli del cuore.🌹

      Elimina

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