Powered by Blogger.



Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

Clicca sulla pagina desiderata.

L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



F I L O - la RIVISTA de "La Panchina - n. 13

 

      

   



Filo

un filo di parole da 0 a 100 anni

quindicinale di opportunità

“La Panchina” editrice  

n. 13 - 6.3.2024



Editoriale

Lettori di F I L O,
eccoci ancora qui.
Come avrete forse letto nelle anticipazioni,
la nostra rivista è divenuta
trisettimale.
Ve ne sarete chiesti il perché.
Da una nostra valutazione
a sei mesi dall'uscita del numero 0,
abbiamo deciso di apportare alcune modifiche
per rendere sempre più svelta e accattivante
la nostra rivista, 
prima fra tutte, la trasformazione
da quindicinale a trisettimanale.
Ci siamo accorte, infatti, come gli articoli proposti,
sia da parte della redazione che da quella dei lettori,
possano essere
da una parte curati e dall'altra apprezzati maggiormente
se il tempo è  più disteso. 
Abbiamo cambiato un pochino
anche l'ordine delle rubriche
ed apportato alcuni altri piccoli cambiamenti.
Siamo certe che apprezzerete anche voi
il nostro desiderio di offrirvi
una rivista sempre più piacevole e curata.
Grazie!
Aspettiamo i vostri commenti!
 
Vanina


Leggi con me  Leggi con me  Leggi con me

a cura di Monica T.

Carissimi lettori, questo numero di “Leggi con me” è down a causa di miei problemi di salute. Vi aspetto nella prossima edizione per seguire il “FILO” dei diari… 
Intanto, ditemi voi che cosa avete letto di interessante o magari se avete scritto qualcosa che vorreste fosse pubblicato in questa rubrica.
Da ieri c’è il “down” di alcuni social, magari questo spinge più persone a prendere in mano un libro o una biro.
Mettere nero su bianco i propri pensieri aiuta ad affrontare con più leggerezza questa vita che è sempre di corsa e sempre in mostra in vetrina. Rilassatevi con una buona tisana e con una lettura a vostra scelta.
A presto.

Cara Monica, mi dispiace per questo tuo blackout e ti capisco, perché anche a me è successo e difficile era leggere e concentrarsi nel momento clou della malattia. Quando riprendiamo le forze rimettiamo il tempo perduto!
Nel mese di febbraio ho letto "Patria" di Fernando Aramburu. Mi era stato regalato da mia sorella ma lo avevo messo da parte... troppo alto, troppe pagine, troppo difficile da portare a termine. Poi un giorno in cui non avevo niente da leggere l'ho aperto ed ho iniziato. Ecco, sin dalle prime pagine mi ha conquistato.
Un romanzo ambientato nei paesi baschi ai tempi degli attentati dell'ETA, che racconta di due famiglie unite da grande amicizia distrutta per sempre dalla morte violenta di uno di loro per mano di un terrorista. È un succedersi di cose, di avvenimenti, di dolori che non scalfiscono la pretesa di conoscere la verità, il perdono e la ricerca della via della conciliazione.
E termino con la citazione della rivista "El Cultural": "Fernando Aramburu racconta l'amore, la passione, il disamore dei suoi personaggi con un misto efficacissimo di profondità e delicatezza".
Mariella
Carissima amica mia, grazie per il tuo sostegno e per essere sempre fedele a “Leggi con me”!
Ho letto “Patria" di Fernando Aramburu nell’autunno del 2018, me lo aveva suggerito una mia amica del gruppo di autobiografia.
Per stile, tematiche e struttura… è un capolavoro! Tra i più intensi e folgoranti letti negli ultimi anni. Mi fa piacere che sia piaciuto tanto anche a te!
Cari lettori… grazie a Mariella abbiamo un libro anche in questo numero!
Vi lascio con una citazione dell'autore:
“Però un uomo può essere una nave. Un uomo può essere una nave con lo scafo d’acciaio. Poi passano gli anni e si formano delle incrinature. Di lì passa l’acqua della nostalgia, contaminata di solitudine, e l’acqua della consapevolezza di essersi sbagliato…”.
Monica

Risponde Vanètte

a cura di Vanina DG.

Carissimi lettori, sono proprio contenta di ritrovarmi qui con voi oggi! Sì, questa volta non è un quesito arrivato in redazione di cui vi voglio parlare, ma come vedrete di un qualcosa che mi ha veramente piacevolmente sorpreso.
Dunque mi scrive Gianluca da un paesino della Toscana, precisamente da Porcari in provincia di Lucca. Gianluca è ormai un uomo adulto con tanto di famiglia, ma ricorda in questa occasione qualcosa che ha vissuto quando era ancora un bambino e andava a scuola.
Sì, mi dice che trova la rivista, e in particolare questa rubrica, molto interessante, perché in qualche modo gli hanno richiamato alla memoria anche bei ricordi che si erano un po' defilati. 
Mi segnala, infatti, che lui già nel lontano 1994 aveva avuto una esperienza davvero motivante, partecipando all'edizione di una rivista - o forse allora si chiamava giornalino? -  che cominciava ad essere pubblicata nella sua scuola.
Partecipare all'elaborazione di articoli, rubriche, giochi, con i suoi compagni di classe era stato molto motivante, li aveva divertiti e li aveva fatti sentire vivi e apprezzati.
Ricorda a se stesso e a noi quanto sia importante avere uno spazio in cui scrivere i propri pensieri, le proprie ricerche, i propri interessi.
Grazie, Gianluca, di quanto ci dici. Per una volta non mi si chiedono consigli o risposte, ma sei tu stesso a fare affermazioni che sono molto vere e sulle quali non si può che essere d'accordo.
Avere la possibilità di riflettere, focalizzare e scriverne, ha un valore così grande che tutti dovrebbero praticare questa attività ed è pari solo all'importanza parallela di leggerne.
Sono contenta di averti conosciuto!



Il fascino del giardinaggio

a cura di Lauretta G.

Ebbene sì ve lo devo confessare... amo una pianta estremamente velenosa, ma è tanto bella che non posso fare a meno di lei.
No, niente paura... non la uso, come facevano i nativi del Sud Africa, che utilizzavano il succo della pianta per intingere la punta delle loro frecce e uccidere i nemici.
L'Amaryllis Belladonna, così si chiama la pianta di cui vi parlo oggi, è una meravigliosa creatura vegetale che nasce da un bulbo di grandi dimensioni e porta con sè una storia molto antica che risale a qualche anno prima della nascita di Cristo, quando Virgilio la citò nelle "Bucoliche" dove si parla della bella Amarillide, donna meravigliosa amata da Titiro.
Questa meravigliosa pianta rappresenta, secondo la tradizione popolare il rapporto tra suocera e nuora proprio perché i suoi splendidi fiori sbocciano uno contrapposto all'altro. Per questo motivo il popolino la chiamò "pianta della suocera e della nuora".
Questa stupenda pianta fiorisce in maniera veramente clamorosa in inverno, quindi è consigliabile coltivarla in vaso per avere la gioia dei suoi grandi fiori appariscenti e dai colori più svariati a decorare la nostra casa.
Va gestita con un pò di cura, posizionandola in una zona luminosa e bagnandola moderatamente ogni due giorni per non danneggiare il grosso bulbo. 
Alla fine della fioritura é opportuno tagliare lo stelo che ha portato i fiori per evitare uno sforzo inutile alla vostra bella pianta che si troverebbe costretta a creare frutti dopo che i fiori si sono seccati.
Fatto ciò, lavatevi le mani... non dimenticate mai che l'Amaryllis è altamente velenosa!

Amaryllis belladonna


Persone e personaggi

a cura di Claudia B.

MARCO LODOLI
da un intervista al TG3 
Ho sempre avuto un particolare interesse per la scuola, non certo per l’edificio. Penso che l’accoglienza non la facciano le mura ma chi si adopera all’interno di esse. Tra le persone che destano il mio interesse c’è il professor Marco Lodoli (Roma, 22 ottobre 1956) insegnante di lettere in una scuola della periferia di Roma per scelta, scrittore e giornalista. 
L’ho notato per caso in un’intervista di Rai 3 e, visto l’argomento ma anche la brevità dell’intervista, mi sono piazzata davanti al PC per sapere qualcosa in più del suo pensiero.
A proposito dei noti fatti di insofferenza, incomprensione e violenza che si stanno verificando quasi giornalmente anche nella scuola, il professore, nell’intervista asserisce di non capire bene la necessità di uno spazio dedicato all’affettività, come proposto dal Ministro della Pubblica Istruzione per rimediare in qualche modo alla carenza di valori. Ci spiega che i giovani già stanno studiando le opere di Petrarca, Dante, Leopardi, dove si parla di sentimenti. Sono materie, dice giustamente, che portano ad interpretare sentimenti nel modo più nobile, più alto ed intenso e per questo nell’ora di affettività non saprebbe cos’altro metterci dentro.
Quest’analisi però mi ha fatto pensare che i giovani non sanno interpretarli come propri ma solo come qualcosa che riguarda la letteratura o meglio, persone altre da loro. Secondo me la problematica sta nel fatto che mancano di empatia. Io, avendo tratto vantaggio, almeno lo spero, nella lettura più che altro studiata di Daniel Goleman, se potessi, la proporrei come materia scolastica.  Sono sicura che gli alunni del professor Lodoli, quando spiega, pendono dalle sue labbra tanto che è piacevole e interessante ascoltarlo. Credo quindi che con questo “escamotage” anche se non si possano risolvere le problematiche, si possa fare un piccolo varco in quella sfera emozionale giovanile che comunque é aperta all’apprendimento.
Quel qualcosa in più del pensiero di Lodoli? Ha detto che “Il vissuto e quello che abbiamo  pensato, devono essere intrecciati e, come l’Otre di Eolo, la scrittura riesce a raccogliere tutti i venti. I venti del passato, i venti del presente e del futuro, ovverosia le nostre  osservazioni, le speranze, le nostalgie. La scrittura riesce a ricomporre le nostre emozioni e la nostra esperienza". Non trovate che questo sia un pensiero affascinante e che induca un pò tutti a produrre qualcosa?
P.S.
Un suo saggio, ”Il rosso e il blu”, è diventato un film con Riccardo Scamarcio e Margherita Buy.


Lo sapevate?

a cura di Silvana C.

Un giornalista di una televisione libera locale ha detto: "Lo sapevate che oggi 25 febbraio sono cento anni dalla nascita dell'ingegnere Vincenzo Iacopucci che attraversò l'oceano Atlantico con una barca a vela fatta da sé con l'aiuto di due amici?".
Ora vi racconto la storia.
Vincenzo chiamò la barca Marta, una piccola (stardella) di 8 metri x 2 che solcò l'oceano nel lontano 1946, il 2 giugno con tanto coraggio e intraprendenza
Era un ingegnere della Media Valle reduce della prigionia di un campo di concentramento e voleva dimenticare. Lo Iacopucci fu aiutato da un amico. Conoscevano poco il mare e costruirono la barca in una scuderia a Bagni di Lucca, perchè non avevano i soldi per comprarla usata a Viareggio.
Il primo inconveniente si verificò quando la barca risultò più larga della porta della scuderia e furono costretti ad allargarla. Una volta pronta vennero anche derisi dai loro paesani che pensavano che dei montanari non potessero compiere un'impresa così avventurosa.
Vincenzo e l'amico arrivarono a Viareggio con la barca caricata su un camion. Così il 2 giugno 1954 salparono con pochi mezzi economici e con la strumentazione che riuscirono ad avere già usata dalla "Lega Navale" e dopo aver corretto diversi errori e messe le ringhiere sui bordi. 
Arrivarono in Brasile dopo tre mesi di navigazione e furono molto festeggiati dalla gente del posto. Navigando lungo la costa raggiunsero NEW YORK che era la loro vera meta.   Infine presa la direzione per l'Europa, arrivarono dopo quarantadue giorni di navigazione in Portogallo e di lì a Viareggio attraverso le colonne d'Ercole.
Se uno pensa al progresso che hanno fatto le barche a vela si resta senza parole. Oggi si guardano le regate con file e file di barche con le vele spiegate al vento su un mare azzurro.
L'avventura dello Iacopucci in occasione del centenario della sua nascita è stata raccontata anche in uno spettacolo teatrale.


  Andando Andando Andando  

a cura di Alba P.

Oggi ho pensato di non avere niente in mente da raccontarvi, ma invece dopo un po' che pensavo e pensavo mi è venuto in mente... l'universo. Guardando il cielo mi sono chiesta: “Attraverso l'universo magico e sconosciuto, ora non più così infinito, cosa ci sarà?”.
Ci sarebbe un bel viaggio da fare, un viaggio proprio come piace a me, un bel viaggio. Questo sarebbe davvero un gran viaggio che un giorno spero di fare se ci sarò ancora sulla Terra.
Mai dire mai, mai smettere di sognare. Come sarebbe bello, lunare, andarci e portare tanti semi per poter iniziare un mondo in cielo, tutto verde con tante piante e fiori e fare concorrenza alla nostra Terra che si sta sgretolando.
Attenderò con ansia che questo grande viaggio prima o poi avvenga per me. Mi sto forse illudendo? Non importa! Che bello sognare! Ciao.


LUOGHI... SPECIALI

a cura di Mariella A. 

Eccoci arrivati agli inizi di marzo, un mese che odora di primavera, di fiori, di passeggiate, di gite fuori porta, un mese che per me sa di risveglio da un breve ma pericoloso letargo. Sì, pericoloso, perché l'inverno mi intristisce un po', mi toglie la voglia di uscire... eppure non è sempre stato così! Solo pochi anni fa mi piaceva partecipare a brevi viaggi in montagna, ammirare i paesaggi innevati, immergermi nel loro candore, assaporare l'odore e il sapore della neve!
Qualche anno fa, nel periodo di Natale, andai per mercatini su nel Trentino. Arrivai a Vipiteno dopo un lungo viaggio e ricordo bene le cime delle Alpi candide, gli abeti bianchi  appesantiti da tutta quella neve,  la luce particolare del paesaggio intorno a me, l'odore del freddo pungente che entrava su per il naso. Lo sentite? C'è una purezza nell'aria di questi paesi di alta montagna, sapore di buono, odori puliti, colori nitidi, che non riesco a ritrovare nella vita di ogni giorno. Girovagai per i vicoli del paese alla ricerca di angoli, di piazzette, di bancarelle, di ninnoli, di dolcetti tipici e vin brulé, sensazioni da custodire nel cuore e nel pensiero una volta rientrata a casa. E proprio mentre camminavo immersa in quello che mi sembrava un luogo incantato ecco un flash! Mi rivedo, in un pomeriggio di tantissimi anni fa, piccola bambina, incantata davanti a quei candidi fiocchi che cadevano fitti, correre nel prato sprofondando sul manto soffice e  riempire di neve fresca il bicchiere! Poi di corsa in cucina per aggiungere il vino rosso e un po' di zucchero! Che bontà! Niente a che vedere con le granite che mangiano i nostri nipoti!
Allora si poteva fare... oggi l'inquinamento dirompente non lo permette più, neppure lassù dove tutto sembra essere ancora incontaminato!  




____________________________________________

🥁

Appendice


Sulle ali della fantasia

a cura di Rita G.

Vorrei cantare un inno alla felicità, a quella sensazione che ti avvolge e ti appaga, quando ti senti utile per qualcuno, quando la presenza degli altri ti avvolge e ti fa vivere. Chi saresti tu senza di loro?
Mi alzo e sento una pienezza che mi avvolge. Sono felice.
Oggi viene un camion per il trasloco, ma non sono certo felice per questo. Abbiamo talmente studiato questo avvenimento! Lo abbiamo programmato nei minimi particolari e il giorno fatidico è arrivato. I fatini sono perplessi, mi svolazzano intorno, mi fanno le coccole e Mia abbaia confusa.
Cambio casa. Vado in una casa più lontana, in modo che posso arrivare al lavoro a piedi senza bisogno della macchina è la scusa per il mondo esterno.
Gli operai procedono con professionalità e Fantasia contribuisce con un colpetto di magia dove occorre. È finito.
Mi allontano con la gioia nel cuore e non avverto tentennamenti. Ho avvertito da tempo un desiderio potente di non danneggiare con la mia presenza il loro mondo e a suo tempo sottoposi al discernimento delle fate questa mia remora e loro hanno capito il mio timore.
Mi allontano e lascio il mondo delle fate, i fatini, la magia e tutto il resto. Una polvere magica è scesa per giorni su di noi e ormai la mia presenza è dimenticata da tutti. Questione di ore, quelle che servono per gli ultimi riti formali e anche io dimenticherò il loro mondo. Dimenticherò l'emozione dei primi incontri? La gioia pura di ogni avvenimento? Sì!
È talmente potente il mio amore per il loro mondo che non ho avuto dubbi nell'accettare questo esilio.
La magia li aiuterà e non soffriranno. Ho ottenuto il permesso di vivere la loro compagnia nei miei sogni e questo mi farò bastare.
Quando c'è l'amore tutto è possibile.

F i n e

                                                           


      

______________________










 











0 commenti:

Posta un commento

Poetar m'è caro

Ricordi

Insieme

Ultimi Commenti

POST COMMENTATI

Blog Archive

DISCLAIMER

Ove non diversamente specificato, tutti i testi contenuti di questo blog sono di proprietà dell’autore e sono protetti da copyright. Le immagini di proprietà dell’autore sono esplicitamente indicate in quanto tali. Nessuna riproduzione, né integrale né parziale, e nessuna manipolazione sono consentite senza preventiva autorizzazione dell’autore. In particolare, sono assolutamente vietate le riproduzioni a scopo di lucro. L'Utente s'impegna a: 1.non utilizzare il Sito o il materiale in esso inserito per perseguire scopi illegali ovvero per divulgare o diffondere in qualsiasi modo materiale o contenuti preordinati alla commissione di attività illecita; 2.non utilizzare il Sito in modo da interrompere, danneggiare o rendere meno efficiente una parte o la totalità del Sito o in modo da danneggiare in qualche modo l'efficacia o la funzionalità del Sito; 3.non utilizzare il Sito per la trasmissione o il collocamento di virus o qualsiasi altro materiale diffamatorio, offensivo, osceno o minaccioso o che in qualche modo possa danneggiare o disturbare altri Utenti; 4.non utilizzare il Sito in modo da costituire una violazione dei diritti di persone fisiche o giuridiche o ditte (compresi, ad esempio, i diritti di copyright o riservatezza); 5.non utilizzare il Sito per trasmettere materiale a scopo pubblicitario e/o promozionale senza il permesso scritto di lapanchinadelcuore.it; Ogni violazione sarà segnalata agli organi di Polizia ed alle Magistrature competenti. Nel caso in cui l'Utente non accetti, in tutto o in parte, le suddette condizioni, è invitato ad uscire dal sito.