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lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Insieme - Donne e social: La stanza della civetta

 


La stanza della civetta 


Donne e social

La stanza della civetta



🐪


Aiuto! Mi manca il fiato. Mi verrà un attacco di panico… Questa notte è davvero una notte da incubo.
È sveglissima come ormai le accade spesso. Non riesce proprio a rilassarsi quel minimo che la faccia addormentare… come farà ad arrivare  a domani mattina? E che caldo! Non entra neppure un refolo di vento anche se le finestre sono tutte aperte! È sospesa in una bolla che non ha vie d'uscita.
Liliana si rigira per l'ennesima volta nel letto rovente e inaccogliente, mentre i suoi pensieri vorticano impazziti, in modo ossessivo, senza alcun controllo.
 
Il caldo? No, non è una questione di caldo.
La verità è che oggi mi sento davvero molto triste, angosciata, più  impotente del solito. Penso proprio di non riuscire a resistere da sola in questa situazione così pesante un solo minuto ancora. Ma che male ho fatto alla fine per meritarmi questo inferno ammantato di luce ingannevole?
Lui non c'è mai... e a questo mi sono ormai abituata - si fa per dire - ma lui ha un figlio e dovrebbe occuparsi della sua educazione. Io da sola non ce la faccio… no, non ce la posso fare. Il ragazzo sta crescendo… avverte che suo padre purtroppo sta tanto tempo lontano da casa. In pratica, non c'è mai. Si, è vero: Quando rientra a casa un weekend ogni tanto è simpatico, fa il piacione con lui e apparentemente sembra che tutti i problemi siano risolti. In realtà appena il lunedì mio marito riparte, mio figlio si trasforma di nuovo. Ricomincia a battere la fiacca, ad opporsi a me alla nonna e ad ogni cosa che gli capita lungo la giornata. Risponde male, non vuole applicarsi a scuola. Per fortuna è molto intelligente e comunque il rendimento scolastico va bene, ma certo la situazione non è rosea.
Come devo fare? Io non ce la faccio proprio più e poi mia madre – instancabile lei! - questo si fa, quest'altro no… la tovaglia ricamata, il collettino inamidato… ma a me chi ci pensa? Davvero pensano che io sia una macchina sempre pronta a fare quello che loro desiderano?
Accidenti e ancora accidenti! Un altro pacchetto di sigarette è finito e mezzanotte è passata da una sola ora. Come farò ad arrivare all'alba? Per fortuna  ho sempre una congrua scorta di sigarette… impazzirei se rimanessi senza.
 
L’una e un quarto… mi rimetto a letto? No, inutile… Non posso stare ferma… ho deciso: mi metterò a fare una torta.
Detto fatto, Liliana si mette all'opera. Latte, uova, farina...
Ci metterò delle mele, uvetta e cannella.
Ben presto un gradevole profumo riempie la casa, ma chi dorme certo non se ne accorge.
In strada un bontempone si chiede a voce troppo alta dove sia la pasticceria.
 
Ormai mi è chiaro: devo riorganizzarmi. Liliana ed io, io e Liliana. Non ne posso più! Devo parlare con qualcuno. Ho bisogno di confrontarmi. Devo trovare una soluzione, fare qualcosa, qualsiasi cosa.
Ho deciso. Sotto sotto ci sto pensando già da un po'  di tempo, anche se mi costa doverlo ammettere… non  mi restano che i social. Devo capitolare.
Domani creerò una stanza virtuale  e cercherò di riempirla di persone con cui dialogare. E pensare che ne ho sempre parlato male, malissimo. Ho affermato mille volte con tutti che sono il male assoluto. Ci farò una figuraccia che la metà basta, ma in fondo vi ammetterò solo chi dico io e chi mi conosce non ne verrà certo a conoscenza.
Vada come vada… anzi non aspetto neppure domani. Lo faccio immediatamente.


 




Liliana
Carissime amiche, 
felicissima di conoscervi!  
La vostra richiesta di amicizia mi ha fatto veramente molto piacere e mi ha aperto orizzonti più ampi ed interessanti.
Ho creato questa stanza virtuale, "La stanza della civetta", per incontrarci tutte insieme e provare a valorizzare noi donne nelle nostre specificità.

Letizia
Grazie di avere accettato la nostra amicizia. È stata una buona idea quella di creare questa stanza... così possiamo comunicare più facilmente.

Liliana
Allora, vi parlerò un po' di me volentieri. Ho grande desiderio di farmi conoscere da qualcuno che ha davvero voglia di ascoltarmi!
State tranquille! Poi parteciperò ai vostri racconti di vita e non perderò neppure il più piccolo particolare. Ok?
Dunque... Io sono Liliana. Devo ammetterlo, sono un tipino un po' particolare. Sì, sono sempre molto eccitata, nervosa, molto su di giri. 
Diciamo che per fortuna ho le sigarette che mi danno una grande mano. Mia madre non vorrebbe che fumassi tanto, ma lei non capisce come mi sento, anzi lei non capisce proprio niente. Comanda e comanda e comanda, anche quando non lo dice. Si deve far questo e si deve far quello. Anzi, meglio, fai quello e anche quell'altro. Naturalmente si riferisce a me che sono quella che deve obbedire. 
Torniamo a quello che vi dicevo prima. Per farvi capire... se a mezzanotte rimango senza sigarette, esco e le vado a comprare. Mi sarebbe impossibile arrivare al mattino senza. Ne ho generalmente sempre una stecca di scorta. Per non parlare delle mentine e del caffè che assumo subito dopo aver fumato. 
Ho un figlio, un ragazzino impossibile che trama sempre qualcosa. È davvero difficile educarlo. È un ragazzino complicato, che non mi fa mai rilassare, anche se non voglio confessarlo nemmeno a me stessa. 
Il mio compagno? Mah! Il mio compagno lavora lavora lavora, viaggia viaggia viaggia. Insomma, c'è e non c'è. Il grande amore è durato lo sprazzo di questo bambino ed io mi sono ritrovata in questo terribile triangolo: mia madre, mio figlio e me. Che allegria! 
Sono piuttosto belloccia, piuttosto provocante... nel senso che molti mi guardano. E io? Io... vorrei e non vorrei... in realtà non posso... mia madre è un mastino e questo figlio deve crescere. Forse lui ce l'ha con me. Mi accusa di qualcosa e forse ha ragione... spesso realmente non so che fare. 
Sogno una vita da principessa e invece sono obbligata a vivere con il mio piccolo stipendio che devo frammentare in particelle per riuscire a buttare fumo negli occhi ai miei conoscenti. 
Devo dire che sono bravissima a vestirmi acquistando al mercato grande settimanale della mia città. Certo non lo dico e parlo di boutique prestigiose di cui conosco tutti i particolari e tutti i brand. 
Fabulo un po', a volte. Pensate che una volta ho fatto credere alle mie amiche che mio marito avesse strappato un brillante per me ad una vera principessa durante un'asta importante!
Soffro di insonnia e la notte cucino e fumo, fumo e cucino, bevo caffè... 
Adesso basta. Lascio la parola a qualcun'altra... in seguito vi racconterò qualche altro particolare della mia vita. 
Tu sei Letizia, abbiamo detto...

Letizia
Sì, sono Letizia e sono un'insegnante in pensione da poco. 
Ho sessantacinque anni e ora  il mio problema è che vorrei tanto viaggiare. Purtroppo avevo programmato di andare un mese in America ed è scoppiata la pandemia. Con il mio carattere, però, non mi abbatto e trovo sempre cose nuove da fare. Per esempio, mi sono iscritta ad un corso di arte per la terza età.
Siccome la mia città, Firenze, è ricca di musei ed opere d'arte, con la dovuta distanza, abbiamo cominciato a fare le nostre visite guidate.
In un albergo di una mia amica, dove c'è un giardino enorme, una volta la settimana, partecipo ad un torneo di buraco.
Mi manca tanto il teatro, però spero riapra se migliora la situazione. 
So ricamare e quando sono in casa, nei momenti liberi, ora faccio delle tendine nuove per la finestra del bagno. 
Ho aspettato tanto la pensione, però come mi manca la scuola... e i miei ragazzi! 
È proprio vero che la vita è sempre un'aspettativa futura e il tempo passa anche troppo velocemente.

Bianca
Altro che se passa velocemente! 
Io mi chiamo Bianca, ho quarantatré anni, sono nata a Viareggio in provincia di Lucca, ma abito a  Casalecchio di Reno in provincia di Bologna.
Sono sposata con Marco già da ben tredici anni, purtroppo non abbiamo figli... mi sarebbe tanto piaciuto!
Lavoro part-time come segretaria in uno studio dentistico. Nel tempo libero faccio compagnia ad anziani tramite un’associazione di volontariato locale.
Adoro leggere libri spaziando nel vari generi e adoro pasticciare in cucina! Non amo guardare la tv, ma recentemente mi sono appassionata al programma "Cortesie per gli ospiti" su Real Time.
Il mio piatto preferito è la pizza, la mangerei in ogni occasione!
Ho un carattere tendenzialmente pauroso, ma cerco lo stesso di affrontare la vita con un sorriso e guardando il lato positivo! 
Amo la verità, è fondamentale per le basi di ogni rapporto!
Non ho molte amicizie, ma quelle poche che ho sono sincere.


Cassandra
Concordo con te sulla bellezza della verità... Io sono Cassandra. Sono sposata con Mario da quarantasei anni. Sono casalinga e in fondo mi piace perchè mi dà modo di fare molte cose anche se non riesco a portarle tutte a termine in breve tempo come vorrei. 
Spesso navigo sui social per cercare di capire le varie personalità e i modi di pensare. 
Mi piace studiare ma in questo momento non mi trovo in sufficiente equilibrio mentale per un qualche interesse profondo. 
Ho un marito splendido e un figlio interessato a tutto e siccome sa veramente molte cose io lo chiamo "tuttologo".  Purtroppo abita lontano per cui siamo io e Marcello. 
Ci piace andare in bici. Lui è veloce, io no ma mi aspetta. Mi piacciono i films e il teatro. Ci casco dentro. Evasione. 
Il mio nome, a parer mio, è comunque azzeccato se si  pensa che io le cose, le situazioni possibili, me le sento scivolare sulla schiena. Insomma le avverto. Forse non ci crederete ma se mi capiterà qualcosa a breve sarò in tempo a raccontare, piccola o grande che si sia venuta  creare la situazione.  
Abito in montagna e tutto sommato mi piace perchè alla mia età (ho passato il mezzo del cammin di nostra vita) é buona cosa fare delle belle passeggiate nel bosco e - perchè no? - anche in cerca di funghi, che fra l'altro non mi piacciono granché. 
Mi piace stare in compagnia ma possibilmente quella scelta. Vale a dire, vorrei intorno a me persone dalle quali si possa imparare e non mi dite che s'impara da tutti perchè é una litania che non mi suona molto bene visto che ci sono persone che mi stancano. 
Come già dicevo, sono sincera e si vede. Odio le bugie. Sono stupide e non servono a nulla generalmente. Anzi, mi stancano anche quelle. 
Non mi piace guidare e cerco di evitare l'auto a meno che non mi trovi a poter approfittare dell'autista. E c'è quasi sempre, fortuna mia. Non é perché io sia pigra ma il fatto é che non ho senso di orientamento e di nuovo mi trovo a dire che questo fatto mi stanca molto. 
Del resto al momento mi stanca molto anche leggere perché non ho concentrazione e mi perdo nelle parole. 
Adoro le immagini di qualsiasi tipo perché mi trasmettono emozioni.
 

Marisé
Adesso vi parlo di me, posso? Io mi chiamo Marisé e sono una donna di mondo in tutti i sensi. Sì, sono molto vistosa e appariscente e mi va di farmi notare, di fare sceneggiate in strada. Sono molto appetitosa e si vede. 
Mi piace dimostrare quello che non sono per poter far parlare di me, direi per fare sparlare la gente. Lo so che non è una cosa giusta però io lo faccio per provocare e per creare nuove invidie, perché questo nostro è tutto un mondo di apparenze. Andare avanti a questo modo mi mette in ballo anche la normalità perché ognuno di noi non si conosce a fondo, se poi la normalità esiste. E così si cerca di andare a seconda della moda e delle usanze del momento, per imitazione. Allora anche io mi sono adeguata e faccio la pazza girando per il mondo in questo modo strano.


Pimpi
Anche tu, Marisè, sei un bel tipino vivace, però!
Sappiate che io sul profilo FB mi chiamo Pimpi, perché tutti dicono che sono un tipo pimpante.
Ho quaranta anni, ma non me li sento. Tutte le mie amiche mi dicono che arrivate ai quaranta anni si sentono a un giro di boa, io no perchè ho mille cose da fare, mille interessi e non ho tempo di pensare alla mia età. 
Sono stata sposata, ma il mio matrimonio è finito miseramente per problemi caratteriali di entrambi. Io sono felice così, sola, libera, senza nessuno che mi dice: "Perchè fai così? Perchè non fai come ti dico io? Sarebbe tanto meglio se tu imparassi a fare come faccio io".
Non sento la solitudine perchè ho tante amiche che frequento assiduamente. Gioco a golf quasi ogni pomeriggio e logicamente incontro tante persone. Tra tutte vorrei parlare di un tipo che frequenta il mio Golf Club e che mi segue spesso per fare due chiacchere. Così dice lui.... io credo che sia interessato a me e, anche se gli ho fatto capire con giri di parole che non sono interessata alla sua compagnia, lui non molla, mi segue ovunque. Forse dovrei stare un po' assente dal green, magari riuscirei a farlo rinunciare ai suoi propositi.
Ho una bella moto che custodisco con amore incredibile e penso che organizzerò un bel viaggetto a due ruote per scoprire  qualche luogo della nostra bella Italia che ancora non ho visitato.
Mi basta un'oretta su internet per trovare una serie di mete da raggiungere.
Naturalmente porterò con me il mio portatile per rimanere sempre in contatto con le mie amicizie di FB che sono tantissime e in tutte le parti d'Italia. 
Ho una passione sfrenata per il collezionismo e attraverso i viaggi  e internet  riesco a trovare gli oggetti che mi interessano per la mia collezione: gli specchi.
Dite anche voi come le mie amiche che sono vanitosa? Che sono una Lucida Mansi del XXI secolo?


Patrizia
Io mi chiamo Patrizia e, ironia della sorte sono plebea... non si usa più questo termine e per farvi meglio comprendere vi dico che sono una lavandaia moderna.
Mia nonna lavava i panni al fiume, mia mamma la aiutava nella strizzatura finché anch'ella divenne esperta e andò a lavorare per poche lire presso la Caritas (quella che ancora  oggi si trova sulla via dei Fossi e accoglie stranieri in difficoltå ); lei era addetta al lavaggio delle lenzuola, delle tovaglie della mensa e dei maglioni di lana ispida dati agli ospiti per scaldarsi un poco nelle gelide sale, durante i freddi e umidi inverni .
Mia mamma sbatteva energicamente i panni sulle sporgenze a pelo d'acqua e sciacquava, schiacquava e torceva torceva, con quelle sue forti mani sempre arrossate... ma ricordo la sua voce cristallina che accompagnava i gesti con versi malinconici che parlavano di amori lontani di là dal mare e di marinai nella tempesta.
Anche io canto nella piccola stanza delle lavatrici tra il rumore dei cestelli che girano facendo schiuma e  poi nel vapore dei panni caldi che asciutti profumano di additivi dozzinali.
Io riempio, aziono, controllo i tempi, tolgo e piego in attesa dei proprietari che tornano a ritirare le loro cose. Tutto il giorno a smistare senza posa trapunte, lenzuola, abiti, tra mille colori e odori... penso spesso a Cenerentola, alla sua fantastica storia, al suo principe e al castello ma io sono una che guarda al sodo: ho sposato un robusto operaio edile che mi torna a casa tutto bianco di calcina, si dondola sulla sedia davanti al piatto di minestra fumante che riesco a mettere in tavola dopo aver messo a letto i bambini; siamo stanchi ma sereni quando spegniamo la luce sul giorno e il sonno ci coglie ancora vicini senza i sogni e  le strane fantasie dei "signori ".



✉  20.10.2021

Liliana
Eccoci di nuovo nella nostra "Stanza della Civetta", una bellissima stanza, vero? 
Come state?
Bianca, ho bisogno di te. Visto, che tu segui "Cortesie per gli ospiti", vorrei chiederti un consiglio. Forse tu sai come ben disporre i bicchieri quando si apparecchia una tavola elegante. Soprattutto vorrei capire il rapporto tra il bicchiere da vino e quello da acqua... Puoi chiarirmi questo aspetto?
Naturalmente chiunque sia in grado di darmi delle indicazioni può chiaramente intervenire.
Anzi, chi è di voi che ama ricevere e allestire delle belle tavole?
Conosciamoci meglio su questo punto, che ne dite?


Bianca
Carissima Liliana!
Che piacere sentirti!
Sto abbastanza bene, grazie!
Tu, come stai?!
Io ho una vera e propria passione per i dettagli della tavola, mi piace curarla anche quando non ho ospiti!
Per quanto riguarda i bicchieri, come mi hai chiesto, vanno messi solo quelli che verranno utilizzati durante il pasto. Non deve mancare il bicchiere dell’acqua o almeno un bicchiere per il vino, o bianco o rosso. Nel caso ci fossero due tipi di vino sarà necessario mettere un terzo bicchiere, o più a seconda della necessità.  I bicchieri vanno posti in alto e alla destra del posto a tavola. Si parte da quello dell’acqua poi il bicchiere di vino bianco, e si scorre fino ad arrivare al bicchiere del vino rosso. Mi raccomando di non mettere mai i bicchieri rivolti verso il basso!
Io preferisco i bicchieri in cristallo e senza decori in rilievo.
Ti consiglio di utilizzare una bella tovaglia bianca di lino, ben stirata... mi raccomando, i sottopiatti e le posate eleganti! Vuoi che ti consigli come vanno poste?
Fammi sapere, a presto!


Pimpi
Cara Liliana, questo scritto per farti sapere che non amo troppo l'apparecchiatura della tavola, quotidianamente, anche se rispetto le posizioni dei vari oggetti d'uso sulla tavola, ogni giorno.
Però quando ho ospiti cerco di apparecchiare in maniera corretta, con le posate nella giusta posizione e i bicchieri anche. Questo è un retaggio che mi ha lasciato mia madre che aveva una vera e propria mania nell'apparecchiare la tavola e una fissazione del galateo in generale.
Quando ho ospiti, però, come ho già detto, cerco sempre di apparecchiare in maniera corretta, con le posate nella giusta posizione e nella giusta quantità e lo stesso per i bicchieri.
Non uso più i tovaglioli di tessuto perché  per motivi igienici e anche per pigrizia ritengo che si debba usare un tovagliolo a pasto (ho uno scatolone di tovaglioli di tessuto, amici di tutte le tovaglie che possiedo, in solaio, che si sentono un po' abbandonati dalla propria tovaglia....).
Utilizzo al loro posto salviette di carta resistente e che magari richiamino i colori della tovaglia.
Recentemente ho invitato a cena a casa mia,  per la prima volta dopo due anni,  due cari amici e mi sono inventata una apparecchiatura che prima non mi sarei mai permessa di fare:  Ho messo a tavola un bicchiere diverso ad ogni commensale, prendendoli dai vari servizi che giacciono mummificati nelle credenze di casa mia. Ho scelto quattro flutes diverse, per l'aperitivo con le bollicine, quattro bicchieri a calice da vino diversi e quattro bicchieri cilindrici sempre diversi per l'acqua.  Poi ho messo un piatto diverso per stile e colore per ognuno, lo stesso ho fatto per le posate e i piatti di portata. I miei ospiti si sono trovati a tavola un tovagliolo diverso ciascuno.
I miei ospiti quando si sono seduti hanno sgranato gli occhi, ma poi hanno capito che volevo solo attirare la loro attenzione e hanno molto gradito la "macedonia" della mia apparecchiatura. 


Letizia
Cara  Liliana, a me piace  tanto  quando  ho  ospiti  apparecchiare  con  cura.   
Comincio  con lo scegliere la tovaglia a seconda  di  quanti siamo al tavolo e se devo mettere una  prolunga. Intanto stendo la tovaglia lunga quasi a terra e sopra ne metto una  o  ricamata  o  fantasia,  tutto  dipende  dal  pranzo più o meno importante.    
Poi passo  ai  piatti  e  decido semplicemente se bianchi  o  quelli  con  una  righina  d'oro.   
Di  bicchieri ne metto due, uno  per  l'acqua  e  uno   per  il  vino.   La  coppa  per  lo  spumante la  metto  per  ultima,  al  momento  del  dolce  per  non  ingombrante  troppo  la  tavola.   
Un'altra  cosa a cui bisogna  fare  attenzione  sono  le  posate: alla destra del piatto  metto  il  coltello  e  il  cucchiaio, se  ci  vuole,  e  alla  sinistra   la  forchetta, mentre  le  posate  per  la  frutta davanti  e  se   occorre metto anche un  cucchiaino.          
Una  cosa  importante  e  che  cerco di  preparare  bene è il centrotavola.   Generalmente    uso  una  fioriera  d'argento  dove  posso  infilare  fiori  a  gambo   corto  e  piccoli   rametti  verdi   di   verdura.   Per   rallegrare   il  tutto  una   cosa   che   mi   è   simpatica  fare, se  ho  tempo,  sono  i  segnaposto  con  un  disegno ed  il  nome  dell'ospite.  Poiché  siamo   fra  amici  tante  volte  vedo  che  vengoono  spostati   per  sedere  vicino  a  quelli  che   preferiscono.            
A  questo  punto   non   resta  che  aspettare   l'ora  e  nel  frattempo   controllare  la   cottura  delle  varie  portate.


Danila
Non sono certo io, Liliana, che posso darti dei consigli, ma voglio scriverti ugualmente. Io amo ricevere, ma per me una bella tavola è data da persone con cui sto volentieri, sedute intorno ad un tavolo. Punto!
Non conosco il galateo e non mi formalizzo.
Nella mia tavola ci possono essere le persone più varie e senza timori e tremori può capitare che nell'improvvisazione del momento i piatti del servito buono che pure ho, rimangano al loro posto e sulla tavola facciano bella mostra di sé piatti scompagnati.
Per carità, se è un pranzo programmato da tempo faccio i miei sforzi ma neanche tanti perchè non è il mio stile. Io non ho problemi a mettere a tavola anche più persone giunte all'improvviso. Una pasta va sempre bene per tutti e poi giù con la fantasia, ma due tavoli da giardino con il cibo sopra è tutto quello che mi serve per essere ospitale. Se manca una sedia i giovani possono sedersi su un gradino o sul prato. Non credo che questo sia previsto dal galateo, figuriamoci.
Siete avvertiti, invitatemi pure, accetto volentieri ma per favore non vi aspettate che io possa ricambiare, non lo farò. Per lo meno non a colpi di eleganza. Magari potremo gareggiare a sformati, ma i bicchieri no. Sapete già che io userò il più piccolo, mi piace di più.
Siete avvertite, sappiate che se in casa mia manca lo stile a tavola, c'è però un cuore accogliente e libero da fronzoli.
Magari vi accoglierò in ciabatte, ma con il cuore in mano. 


Annalisa 
Scusate se sono riuscita ad entrare nella "Stanza della Civetta" solo oggi. Ho avuto problemi con internet. Per foruna li ho risolti!
Dunque, entro subito in argomento.
Per quello che mi riguarda, dovete sapere che a me piace moltissimo apparecchiare le tavole. Lo faccio con cura e sempre con grande armonia, anche quando e si tratta di una tavola semplice e siamo tra di noi. 
Mi sbizzarrisco, invece, quando ho ospiti e, soprattutto, per le feste che punteggiano l'anno, come quelle di Natale o di Pasqua.
Ricordo con molto piacere, e mi manca tanto, quel periodo in cui i miei figli andavano a scuola, quando soprattutto erano alle superiori. 
In quel periodo mio marito lavorava moltissimo e con orari conseguentemente molto elastici. I miei figli studiavano moltissimo. soprattutto i tempi di mia figlia erano imprevedibili.
Così accadeva che gli orari in cui mangiare coincidevano molto poco.
In quegli anni io ero solita allestire dei bellissimi vassoi colorati, con cibi ben disposti in piatti e piattini, che portavo loro direttamente in camera. 
Ritenevo, infatti, che avessero diritto di rilassarsi da soli, per essere pronti e riposati l'indomani. 
Mi piace tanto anche dare importanza al momento della colazione. 
Ogni mattina dedico un bel po' di tempo a questo momento. Tovagliette all'americana nei toni dell'azzurro, in tela antica, in cui i disegni sono intessuti in due sfumature di azzurro. Sottopiatti color ambra trasparenti, tazze azzurrine e via così... per gustare un po' di caffè e una galletta con un filo di marmellata di ciliegie.


Marisé
Dunque, la tavola dei miei sogni? Ci sono due tipi di tavola che vivono dentro di me.
Prima di tutto mi piace una tavola come quella dei tempi del medioevo, molto addobbata, con calici particolari, vino a volontà, carni arrostite abbondanti e un bel contenitore ripieno di frutta nel mezzo. 
Un’altra parte di me vede con piacere una tavola con tante persone amiche intorno. È in un cascinale nel mezzo della campagna. Ognuno ha portato con sé qualcosa da mangiare. 
La tavola è rotonda e sta sotto una bella pergola... la tavola rotonda è la mia preferita perché ci si vede in faccia l'uno con l'altro. Al centro non manca un bel cesto colmo d'uva.
Devo confessare che le tavole apparecchiate mi fanno allegria e che un pranzo così mi ricorda i miei tempi quando i miei zii, che facevano i contadini, festeggiavano il raccolto mangiando insieme a chi li aveva aiutati.



Liliana
Grazie, per avermi raccontato di voi. Volete sapere perché vi ho fatto la domanda sui bicchieri? Bene, vi sembrerà strano, ma a casa mia capita spesso di dover apparecchiare delle tavole seguendo tutte le regole del ricevere. Sì, mia madre è una fissata. Anche se adesso tutto è cambiato, mia madre conserva ancora un paio di tovaglie di quelle belle, stoffa finissima, ricamo a mano delicatissimo, che per lavarle e stirarle ci vuole una vita... e mica in lavatrice. Quando c'è l'ombra di una festa o il mio compagno invita qualche collega a casa, si deve apparecchiare con tutti i crismi... e guai a contraddirla!
E qui c'è sempre un'interminabile discussione su dove posizionare il bicchiere da acqua e quelli da vino.
Da quello che ho capito, Bianca, devo ammettere che ha ragione lei... ma non glielo dirò. No, li metterò semplicemente come dice lei e lascerò cadere la cosa nel dimenticatoio.
Grazie della bella chiacchierata. In ogni caso adesso vi conosco un po' meglio.
P. S. Annalisa,  l'importante é che tu finalmente ci abbia raggiunte. ❤


Cassandra
Eccomi... Ovviamente una bella tavola apparecchiata con cura e dovizia di particolari è bellissima e una casa ne acquista.
Serve, però, tanto tempo per questo, quindi faccio molto prima a riempirmi gli occhi guardandole sul giornale e confesso che ne traggo soddisfazione. 
Ad ogni periodo una tavola intonata. È molto più piacevole mangiare. È più apprezzato anche il cibo se ben disposto.



✉  1.12.2021

Liliana
Amiche della Stanza della Civetta, dove siete?
È passato tanto tempo dall'ultima volta che vi ho sentite. Come state?
Ho pensato spesso a voi, ma solo oggi sono riuscita a trovare un pochino di tempo e ad entrare qui dentro per parlare un po' con voi. Che bello! Ne sono felice.
In realtà sono anche sfacciatamente interessata ad avere un vostro parere su un argomento che mi sta molto a cuore. Chissà se saprete aiutarmi come la volta scorsa?
Veniamo al dunque.
Ho ripensato molto a quello che ci ha detto Marisé quando si è presentata a noi e cioè al fatto che le piace confondere le acque nel suo agire con le persone, scegliendo un’immagine e un comportamento provocanti.
Infatti, in fondo anche io mi mostro spesso per quello che non sono e modifico la realtà come mi sembra più opportuno…
Mi piacerebbe parlare di questo, conoscere come vi ponete voi rispetto a questo argomento.
Vi va di intavolare un'utile discussione di approfondimento?


Annalisa
Ciao, cara Liliana. Il tuo quesito mi piace moltissimo. 
Io ho le idee molto chiare su questo argomento..."Sono trasparente!" come dice una mia amica che in verità non è trasparente affatto.
Io ho sempre avuto pochissima memoria e non potrei dire o presentarmi se non con ciò che è vero, verissimo direi. 
Non so come tu possa fare a raccontare delle fantasie e poi a ricordartele perfettamente e senza cadere in contraddizione. Ti dirò di più che a me piace proprio raccontarmi per quello che sono e farmi conoscere dalle persone con cui sto vivendo o comunicando.
Vuoi il mio parere spassionato? Penso che Marisé voglia giocare e divertirsi con chi pensa di lei cose strane. Spero, però, che poi chiarisca e non lasci situazioni di dubbio. 
Per quanto riguarda ciò che racconti tu, Liliana, ti sei mai chiesta perché senti il bisogno di raccontare bugie? Se vuoi, un giorno potremmo approfondire insieme. 
Grazie, Liliana, per lo spunto di conversazione che hai messo in campo. 
È un piacere avere l'opportunità di scambiare idee come facciamo in questa stanza.
Sono curiosa di conoscere il parere delle altre.


Letizia
L'argomento è interessante, ma prima di tutto voglio raccontarvi quello che mi capita in questo periodo. Durante questa mia nuova vita di insegnante in pensione, mi sento un po' deformata professionalmente. Quando alcune mie amiche parlano e usano un verbo o un aggettivo sbagliato, è più forte di me, intervengo per far conoscere l'errore e cerco di correggerlo. Con questo mio modo di fare so che mi rendo antipatica e che mi guadagno il solito commento: "Ecco la prof... non siamo mica in classe.".
L'altro giorno in un cartello pubblicitario affisso al muro della mia strada troneggiava una voce di un verbo che era sbagliata, non ho esitato un attimo. Ho cercato in borsa una penna e l'ho corretto. 
Mi dispiace essere così, ma sono spontanea e troppo sincera.
Questo per rispondere al tuo quesito, Liliana. Io non riesco proprio a dire le bugie.


Bianca
Carissima Liliana, che bello sentirti!
È stato un periodo frenetico anche per me!
È veramente interessante il quesito che hai posto in chat!
Quando mi presento, a una persona o a un gruppo, lo faccio con sincerità... non mi piace confondere le acque. Perché non dovrei mostrarmi come realmente sono? Perché dovrei ingannare me stessa e gli altri? Per carpire dei comportamenti? Non è proprio da me. Quando mi accorgo che la gente lo fa mi offendo. La sincerità, bella o brutta che sia, per me è un valore molto importante nella vita e nei rapporti di amicizia! Mi piace essere bianca e cristallina come è il mio nome.
Spero di aver risposto alla tua domanda.
Sono curiosa di sentire cose ne pensano le altre.
Ti abbraccio con affetto 🤗 


Pimpi
Cara Liliana, no, ti garantisco che non sono proprio come Marisé.
Io sono una persona libera e voglio, esigo la libertà di essere me stessa.Sapessi quante volte per colpa di questo mio carattere "indipendente"  e schietto ho avuto problemi con le persone...
In primis con mio marito: il nostro matrimonio è naufragato proprio perchè io sono stata sempre sincera e ho detto "pane al pane" mentre mio marito molte volte ha nascosto realtà che hanno distrutto il nostro rapporto che io volevo aperto.
Con molte persone la mia sincerità involontariamente mi ha messo in imbarazzo o ha creato inimicizie, rotto rapporti sociali, ma per me è impossibile mentire o dire cose a cui non credo. Il mio cervello è fatto così, sapessi quante volte, dopo aver aperto la bocca a sproposito, mi sono pentita, ma non sono riuscita a porre rimedio.
Le persone che mi conoscono e sanno di questo mio difetto, perchè di un difetto si tratta, mi capiscono e non ci fanno più caso, ma chi non mi conosce può rimanere male di fronte a certe mie affermazioni non proprio indicate in quel momento. Ma il mio carattere è questo, non ci posso fare niente, anche con tutta la migliore volontà, se devo dire qualcosa che il mio cervello mi suggerisce, io la dico... poi ci ripenso, ma ormai l'ho detta.


Danila 
Care ragazze, che piacere sentirvi!
La stanza dove ci incontriamo è proprio incantevole. Calda, accogliente, viene proprio voglia di stare con voi. Vi ricordate di me? Sono Danila. Sono quella che va controcorrente e che la volta precedente fece una filippica sul galateo che è scappato da casa mia.
Sapete? Sono davvero felice di poter essere ancora qui con voi perché, dopo la mia presentazione poco lusinghiera della volta precedente, temevo che mi avreste allontanato, invece eccomi qui. 
Ho quasi settant'anni e nella mia vita non ho curato molte relazioni sociali. Certo la famiglia ha richiesto tutte le mie attenzioni e il lavoro non ne parliamo, poi c'era anche l'aspetto che tu Liliana chiedi di affrontare in questo incontro.
Come rapportarsi con gli altri?
Come mi sento banale, come mi sento inutile al tuo voler approfondire l'argomento. Io non ho metodi, non ho piani da seguire, ho solo me stessa, NUDA E CRUDA.
Non mi atteggio, non mi imposto. Vorrei farlo? Forse non lo voglio proprio tanto dal metterlo in atto. Oggi forse sono depressa e vedo solo il lato negativo di questa situazione, altre volte ne sono andata fiera.
Io paladina della sincerità tentenno? Non mi riconosco.
Ma che dico, siamo sinceri, non potrei atteggiarmi diversamente da quello che sono neppure se volessi, perché io, Patrizia, non ho memoria e non potrei mai seguire la trama di eventuali bugie sparse qua e là con noncuranza. Poi per cosa? Per ottenere approvazioni, per avere lodi? Per apparire? Non sono queste le cose che ho cercato nella mia vita. Io ho cercato di arricchire la mia interiorità, di migliorarmi nei miei rapporti con il mondo e con me stessa e questo ha certamente avuto bisogno di sincerità, di adattamento e di comprensione di me stessa e del prossimo... temo di avervi annoiato. Vi abbraccio, belle ragazze, anche se ci conosciamo da poco, mi sento parte di questo mondo virtuale che mi affascina. 
Un abbraccio Danila.


Cassandra
Io, carissime, trovo molto più facile vivere essendo quello che si è, non trascurando comunque una certa evoluzione educativa. 
Siamo ciò che siamo ma non è il caso per questo di trovarsi a non considerare l'altro.
Non sempre è possibile esprimere semplicemente il nostro pensiero con parole puramente spontanee. Occorre il rispetto dell'altro, non abbiamo il diritto di ferirlo per cui le parole vanno misurate al meglio. 
Abbiamo la libertà di dire quello che sentiamo certamente ma evitiamo l'infantilismo.

🐩
Cassandra è appena uscita dalla "Stanza della civetta".
A malincuore ha spento il tablet.
Sta accompagnando la madre dalla poltrona al letto
per il pisolino pomeridiano.

A proposito di libertà è questo un concetto
che mi ronza continuamente nella testa.
Per me, Cassandra, è del tutto naturale
andarmi ad impelagare nei miei pensieri,
ma ciò mi dà soddisfazione.
In questo caso poi!
Come non riflettere a lungo sul valore della libertà?
Sono davvero tantissimi anni che fondamentalmente non posso essere libera
come generalmente tutti pensano,
ma nonostante questo intendo continuare a riflettere sulla libertà.
Io non mi sento libera veramente come mi sentivo da giovane,
poichè la maturità porta a riflettere maggiormente
e ad occuparsi molto della famiglia.
Insomma, si prende coscienza dei fatti della vita.
Del resto  questo è l'esempio lampante.
Avrei volentieri continuato a chiacchierare nella "Stanza della civetta", 
ma non potevo certo lasciare mamma imprigionata alla poltrona.
Libertà... 
libertà è davvero una parolona.
Mi viene spesso da notare che in nome di questo valore
ognuno di noi pensa di poter fare e disfare come più gli aggrada.
Io ho bene in mente, da quando andavo a scuola,
che la libertà finisce quando si va a ledere il diritto degli altri.
Questo è un concetto che a molti sfugge
eppure libertà è attenzione agli altri,
nel senso che si ha libertà fino a che esiste il rispetto degli altri,
perchè come dice la canzone "gli altri siamo noi".
Capisco chiaramente che si può essere liberi solo rispettando dei limiti
e quindi, vivendo in un paese libero,
siamo liberi, a prescindere dai nostri impegni e legami,
visto che possiamo anche nella difficoltà trovare il nostro spazio.
Io, se non rispettassi il corso della vita fregandomene dei miei che hanno bisogno,
mi sentirei in colpa e allora sì che non sarei libera.
Il senso di colpa mi legherebbe opprimendomi.
Allora ho pensato di cambiare la mia vita crescendo negli altri,
trovando altri interessi
e pure nei loro bisogni stessi. 

 


✉  9.12.2021

Bianca
C'è qualcuno? Sono io... Oggi non ho voglia di restare da sola. Ho qualcosa da raccontare e desidero farlo qui nella "Stanza della Civetta".
Dunque, di che volevo parlarvi? È presto detto: l'altruismo contrapposto all'egoismo... un grande tema, sul quale sono stati versati fiumi di inchiostro. Ne sono caratterizzate le religioni, le ideologie politiche... e ogni momento della nostra vita. Che ne dite? Siete d'accordo con me?
Io ultimamente ne ho fatto un cardine della mia esistenza. Per questo vorrei tirar dentro la discussione anche voi.
Allora da dove comincio? Bene, vi dirò che io tutte le mattine mi soffermo qualche minuto a pregare nel silenzio della mia stanza. Questo mi aiuta a conoscermi meglio... mi soffermo su quello che vorrei migliorare di me stessa. 
Ultimamente chiedo di non essere egoista: di non concentrarmi solo su quello che desidero io, di non mettermi al primo posto davanti a tutti e a tutto, ma di essere altruista. Voi, come vi ponete rispetto a chi vi sta intorno?
Io vorrei tanto riuscire ad essere altruista... a pensare di più alle persone che mi stanno accanto, anche a quelle più lontane come voi, care amiche mie di questa stanza fantastica. 
Vorrei riuscire a pensare alle necessità altrui prima che alle mie, non solo a quelle materiali ma anche a quelle spirituali! 
Vorrei agire anche sulla povertà che a volte mi passa vicino e sulla quale io mi soffermo solo con il pensiero. 
Basta pensieri astratti, è il momento di scendere in campo e agire concretamente. Domani passerò dalla Caritas a lasciare tutti i jeans in cui non entro più; mi fermerò al canile a lasciare le coperte di lana che ho infeltrito... ai cuccioli non importa questo, ma solo il calore delle coperte. Farò una torta per la merenda dei bambini della mia vicina e li andrò a prendere a casa da scuola... lei è così impegnata. Si, farò proprio così! Sono sicura che mi farà stare meglio! Da oggi sarò una Bianca più disponibile verso il prossimo!


Liliana
Cara Bianca, questo per me è un argomento che mi divide letteralmente in due. Ufficialmente mi pongo come altruista, dico a tutti di esserlo e qualche volta lo sono.
Tuttavia altre volte, spesso, mi fa molta fatica e ho delle reazioni che lasciano gli altri interdetti. Del resto mia madre, la Signora "Fai questo e fai quello", ha sempre badato alla forma più che alla sostanza. 
Io sono stata costretta a darle retta ma dentro di me ho sempre masticato amaro, per cui a volte non solo non sono altruista, ma so diventare anche sadica. Un giorno per poco non faccio bruciare le narici ad una mia amica alla quale ho fatto annusare una bottiglia di ammoniaca, senza avvisarla del suo effetto dannoso nel respirarla da vicino. 
Con il tempo sono un po' migliorata, ma riconosco che, come si suol dire, il lupo perde il pelo ma non il vizio. La nascita dei miei nipotini, però, mi ha pian pianino cambiata... e devo dire che ora sono più serena e vedo il mondo più luminoso.


Letizia 
Eccomi!             
Ciao a tutte. Bianca cara, entrando in questa stanza davvero stimolante, mi sono trovata faccia a faccia con le tue parole che accenderanno sicuramente una bella discussione sul nostro carattere. Per quanto mi riguarda, io ti dirò la pura verità e sarò sincera come sempre.
Io sono altruista, forse anche troppo. Poter aiutare o essere utile in qualche cosa, mi rende contenta e realizzata come avessi raggiunto un traguardo.
Purtroppo vedo che anche nel gruppo delle mie amiche non è sempre così.  Ho capito tante volte, da alcuni atteggiamenti, che c'è molto egoismo in giro. Alcune persone  agiscono soltanto per  il proprio interesse e così non va bene.   
Io la penso diversamente: essere altruista fa vivere tranquille, senza rancori e senza  pentimenti.
Sono curiosa di sentire cosa ne pensano anche le altre.


Liliana
Scusate se interrompo per un attimo questa disquisizione su un tema certamente importante e che finisce per coinvolgere davvero tutti, facendo in fondo da spartiacque in ogni gruppo piccolo o grande. 
Volevo comunicarvi che ho ammesso nella nostra stanza riservata una nuova amica che si è presentata con le carte in regola e con un punto di vista particolare che ci arricchirà certamente.
Francesca, benvenuta fra noi!


Francesca
Ciao, sono Francesca, sono madre e nonna. Ho lavorato a lungo e continuo anche adesso. Non riesco proprio a starci in poltrona. Quanti anni ho? Non dico la mia età da quando ho compiuto ventisett’anni. Quanto tempo fa? Eheh, non ci casco. Anche se ho appena scritto che sono nonna. Ma una nonna può essere anche giovanissima.
Perché sono arrivata adesso nella Stanza della Civetta? Perché mi ha intrigato la sfida a parlare di altruismo/egoismo.
Per me le due parole sono facce della stessa medaglia: non è un vero altruista chi non è egoista, perché bisogna conoscerci a fondo per poter donare senza chiedere nulla in cambio. Senza aspettarci riconoscenza. Per intenderci, chi è altruista e basta, non arriva alle profondità del sentire dell’altro, perché prima non è arrivato a sondare le proprie.
Se altruista vuol dire dimenticare se stessi, trascurare il proprio aspetto, e dire ‘io sono altruista’, non sono certo altruista. Se altruista è chi, anche non avendo niente di fisico da dare, offre il proprio tempo perché sa che per lui il tempo è il bene più prezioso e più raro, allora sì sono altruista.
Bisogna prima essere egoisti - ma è il mio banale parere -, pensare prima di tutto a se stessi, poi donare agli altri senza pretendere riconoscenza. Senza essere insoddisfatti se non si è accettati nel modo che riteniamo giusto. Senza in qualche modo ritenersi superiori nel donare.
Certo se egoismo è ricerca del proprio esclusivo vantaggio, se si danneggiano gli altri, non sono egoista. Ma se riteniamo l’altro indispensabile per la propria felicità, se siamo generosi verso gli altri perché è come se lo facessimo a noi, perché riconosciamo in loro gli stessi bisogni e gli stessi desideri, ecco io sono egoista.
La consapevolezza di sé, l’amore di sé, l’egoismo che genera altruismo in amore verso l’altro e gli altri, questo è quello che auspico. Senza caselle che inchiodino.
Altruismo ed egoismo non possono essere distinti e in contrapposizione. Tutto rientra nell’amore. Sempre secondo me, s’intende.


Annalisa
Cara Bianca, mi sono soffermata a riflettere a lungo su questo argomento che hai tirato in ballo, ancora di più dopo le parole della nostra nuova amica. Ciao, Francesca! Sono contenta del tuo arrivo fra noi.
Devo dire che mi sono resa conto che ci sono davvero molti modi di intendere l'altruismo e l'egoismo. 
Quello che posso dire con certezza é che tale amletica domanda è sempre stata presente nella mia vita, direi fin dalla primissima adolescenza, per non parlare dell'infanzia. 
Infatti, io ho sempre avuto il vizio di riflettere e riflettere sul comportamento mio e su quello degli altri, prima di tutto per capire gli accadimenti e poi, forse, perché mi è sempre piaciuto indagare nei meccanismi dell'animo umano. 
Penso che abbiate già capito che io pongo avanti a tutto sempre gli altri, che insomma ho lo spirito della crocerossina. Ahah! Ahimè! Solo quando ho dato retta a tutti, riesco ad occuparmi di me stessa. Ricordo che mio padre mi diceva sempre che doveva proteggermi anche delle mie due sorelle - che, credetemi, mi adoravano - perché mi avrebbero potuto mangiare in un solo boccone. Va bene, passiamo oltre.
Io mi sono mantenuta così per tutta la vita. A volte è stato faticoso, ma vi assicuro che lo rifarei mille volte. Sono stata felice nella vita e, anche se piccoli e grandi episodi di egoismo nel prossimo li ho incontrati, ho percepito di riflesso un grande amore intorno a me. Sì, sono stata una persona molto molto amata. 
Dunque, io consiglio a tutti di praticare l'altruismo perché ci si arricchisce e ci dà serenità.
Per quanto riguarda te, Francesca, hai introdotto un livello di analisi più filosofico e molto interessante. Tuttavia io credo che la cosa non sia così machiavellica e non dimentico che quello che siamo è un po' il risultato delle esperienze che abbiamo avuto e che ci hanno formato. Se ci siamo trovati a vivere esperienze di egoismo intorno a noi, probabilmente sono quelle che ci hanno reso quello che siamo. Non conosciamo cosa sia l'altruismo e viceversa. Quindi il nostro approccio verso gli altri è sempre qualcosa di istintivo, di naturale, che con il ragionamento possiamo mettere a punto e migliorare. L'essere altruista è certamente dedicare tempo agli altri, ma non solo. È anche rinunciare a qualcosa che ci piace o ci serve per far piacere agli altri. 
La smetto qui per non farla troppo lunga.


Cassandra
Secondo me, cara Bianca, chiedi una grande cosa. L'utopia dell'altruismo nudo e crudo.
Sarebbe davvero bello avere accanto a noi persone altruiste. Io spesso ci ho creduto pensando di averne perché è inevitabile essere altruisti per essere amici. Ci ho creduto per anni, ma poi è bastato allontanarsi un poco per essere riposta in un angolo per poi essere ripresa al bisogno. 
Io mi do da fare per il prossimo e con questo non voglio dire che mi aspetto qualcosa da qualcuno, ma il pensiero sì, quello me lo aspetterei. Resta il fatto che io intendo comunque fare come mi sento visto che per me l'altro è importante a prescindere. 
Credo che resti più facile credere di essere altruisti e parlare addirittura come se lo fossimo, nessuno vorrebbe apparire egoista. Insomma,  ho trovato che ci sono persone che se ne riempiono la bocca e non il cuore, ma è certo che alla fine della storia tutto salta fuori e ai miei occhi è saltato fuori. 
Io continuo ad essere quella che sono, anche servizievole magari, ma sono permalosa e nel profondo ne soffro.
Vediamo quindi, cara Bianca, di conoscerci meglio e magari, chissà, io e te siamo perfettamente uguali.
Francesca, felice di conoscerti! 


Pimpi
Brava Bianca, ognuno di noi dovrebbe soffermarsi ogni giorno a meditare sul proprio comportamento nei confronti degli altri.
Non è un'abitudine quotidiana, per me, ma a volte riesco a trovare, tra un impegno e l'altro della mia convulsa giornata, un attimo per pensare come se mi mettessi davanti a uno specchio per vedere meglio come sono nella vita di ogni giorno e come potrei apparire alle persone con le quali condivido momenti della mia vita.
Ho un carattere forte, lo ammetto, ma non mi manca la sensibilità nei confronti del prossimo, che essendo in difficoltà ha bisogno d'aiuto.
Certo non mi vedrete piangere di fronte alla sofferenza altrui, perchè le lacrime, molto raramente sono comparse nei miei occhi, ma il mio pensiero si rattrista e si ribella quando vedo le ingiustizie, i soprusi, le prepotenze perpetrate nei confronti di chi è debole o in difficoltà. 
Ecco, di fronte a queste cose io cerco di impegnarmi e fare qualcosa per aiutare chi soccombe di fronte a ingiustizie o sopraffazioni nei confronti di esseri umani e di animali. Molte volte mi sono impegnata personalmente o cercando di coinvolgere chi più di me, per sua capacità, potrebbe ottenere dei risultati. Però, a mio giudizio non ritengo che ciò sia un vero e proprio sinonimo di generosità, è nel mio istinto e quindi cosa del tutto normale per me. 
La generosità secondo me è diversa, non è solo fatta di benefici nei confronti di chi ha bisogno materialmente, ma anche è cercare di essere vicina a chi ha bisogno moralmente, a volte bastano poche parole per aiutare una persona che sta soffrendo per qualsiasi motivo. Ciò posso farlo indipendentemente dalle mie giornate che mi vedono correre da tutte le parti fino ad arrivare a sera, stanca ma appagata di aver fatto ciò che mi fa piacere e il mio istinto mi spinge a fare senza difficoltà.


Marisé
Bianca, leggo che ti proponi tutte le mattine di essere alfruista e ci chiedi cosa ne pensiamo noi.
Devo dirti che dentro di me c'è una grande confusione perché non so definire cosa sia più giusto: dare o ricevere? 
Io sono molto altruista e darei, e ho dato, abbastanza del mio affetto, aiuto, amore e solidaristà.
Tuttavia adesso mi sono fatta una corazza per essere più per me cbe per gli altri e mi dispiace ammetterlo,  perché non è nella mia indole. Ciò è accaduto perche ho visto anche che le persone che ho aiutato non sono state carine con me, perciò da ora in poi starò molto attenta. 
Ho visto che quello che ho ricevuto di più è stato da persone estranee, magari conosciute da poco, e questo mi fa tanto riflettere... se sono io quella sbagliata o gli altri. 
Grazie, Bianca, di avermi dato l'opportunità di fare queste riflessioni.

Bianca
A proposito di tutto questo altruismo, adesso devo scappare. Sono in arrivo i familiari di mio marito e voglio dedicarmi a loro come si deve. Ho molte cose da preparare e da fare andare per il verso giusto. Grazie della compagnia che mi fate! 

🐘
Ecco, ho quasi tutto pronto per apparecchiare la tavola
per la cena con i familiari di mio marito.
I suoi genitori sono così altezzosi che mi mettono sempre un po’ in soggezione.
Per questa occasione ho portato pure la tovaglia color tortora in lavanderia
per togliere le macchie di vino rosso che erano rimaste.
Ora è perfetta ed è anche ben stirata!
Userò i sottopiatti in cristallo che mi ha regalato mia suocera,
i piatti in porcellana del corredo di mia mamma
e le posate d’argento ereditate da mia nonna!
I bicchieri… che bicchieri posso usare?
A Loretta, mia cognata, piacciono quelli sfaccettati,
ma non sono proprio di mio gusto!
Perché sono sempre così in ansia quando vengono loro?
Avere ospite la famiglia non dovrebbe essere un piacere?!
Possibile che Marco non lo capisca e non mi venga in aiuto?
E’ a leggere il giornale in salotto, invece di supportarmi.
Vabbè, continuiamo con i tovaglioli ben piegati e posti sulla sinistra del piatto.
Per fortuna che con questo servizio posso contare sul piattino per il pane… 
Grazie mamma! Mi sei sempre di supporto anche da lassù!
Sento dei passi in corridoio, che siano già arrivati?
Per fortuna, è mia sorella, che mi viene in soccorso
con un meraviglioso centrotavola composto da lei.
La tavola è pronta e i “giudici” possono arrivare!
Sembra la frase fuori campo di "Cortesie per gli ospiti”!
Corro in cucina per gli ultimi dettagli:
l’aperitivo con i datteri ripieni è solo da scaldare in forno!
Il sugo per i tortelli sta cuocendo a fuoco lento
così come l’arrosto con la zucca.
Per dolce ho preparato dei tortini di cioccolato dal cuore caldo
che accompagnerò con del gelato alla vaniglia.
Ecco, che arriva il mio maritino… 
Spero si sia ricordato di mettere il vino in fresco!
Ora finalmente posso fare un respiro di sollievo
e andare a prepararmi per l’occasione!
Naturalmente non mi mancherà il sorriso sulle labbra,
ma che mal di stomaco in compenso.
Forse dovrei raccontare il mio disagio alle ragazze della “Stanza della civetta”,
sicuramente mi darebbero degli ottimi consigli!
 




✉  15.12.2021


Selene
Alcuni giorni fa, gironzolando per i social, ho incontrato un trafiletto: ”La stanza della civetta”.
Incuriosita, ho aperto e letto alcune righe. Sono rimasta ancora più incuriosita e sono andata avanti. Continuando a leggere tra i nomi delle amiche che rispondevano alla richiesta di amicizia, mi ha incuriosito Marisè.
Marisé è il nome di una giovane stravagante donna già incontrata altrove... chissà?! Forse è la stessa. 
Ho deciso d'introdurmi in queste conversazioni, intanto presentandomi.
Sono una giovane donna chiamata dagli amici intimi SELENE, la luna. In effetti sono appassionata da tanto tempo di tutto quello che accade e gira intorno alle fasi lunari,Già da bambina restavo affascinata dai racconti della mia nonna materna; lei pure era amante di questo nostro satellite, che gira intorno alla Terra e intorno alle donne.Sicuramente avrò occasione di parlare delle sue e delle mie esperienze legate a questo satellite. Soprattutto quando la luna è nella sua pienezza e splendore.
Leggendo tra i commenti e le richieste varie, mi ha colpito quella di Liliana, ideatrice della stanza: ci chiede come ci poniamo di fronte al prossimo, con trasparenza o con ambiguità? 
Questo aspetto di ognuna di noi nella sua diversità sarà sicuramente la chiave-guida per la continuazione in sintonia di questi incontri in chat. Non vorrei dimenticare di sottolineare questo ultimo aspetto non tanto gradito da me, in quanto preferisco gli incontri in presenza, guardando negli occhi e il viso di chi mi sta di fronte.
Sono ritenuta una giovane donna, ma sono già mamma, già separata dal papà di mio figlio, esperta di vita, avendo viaggiato per lavoro e per diletto in varie parti del mondo, trovandomi di fronte a varie tipologie di persone poco attendibili per cui ho imparato a difendermi prima con le parole, con l'educazione e poi in altre maniere. Ritengo d'essere un tipo suscettibile, permaloso e, volendo, perfezionista.
Il mio atteggiamento verso chi incontro di solito è positivo, leale e, potendo, assistenziale. Tutto questo fino a prova contraria. Quando mi accorgo che viene a mancare anche un solo aspetto citato, mi contraggo, mi fermo e a volte elimino dal mio cammino chi non risponde ai requisiti da me accettati.
Sono anche insofferente e intollerante, cerco sempre di non disturbare e annoiare le persone, soprattutto nelle chat. Sono interessata ad argomenti costruttivi, a volte critici, se servono a far migliorare chi ne è il ricettore. 
Il mio tempo lo utilizzo sempre cercando il bello in ogni cosa; haimè, gli aspetti negativi si possono presentare e, essendo una persona con un magnetismo particolare, è facile avvicinarmi, ma anche tanto facile essere allontanati, dopo aver preso in considerazione vari aspetti morali e spirituali.
Tornando agli interventi letti in questa stanza, mi sembrano un preambolo per la presentazione di personaggi di un romanzo. Forse...
Che ne dite?
Sono contenta di avervi incontrato!

Liliana
Ciao, Selene. Benvenuta nella nostra stanza! Sono davvero contenta di conoscerti e sono certa che per le altre amiche sarà la stessa cosa. 
Abbiamo almeno un punto in comune, vedo: abbiamo entrambe un figlio da educare e questo potrebbe essere un'occasione di scambio. Il mio é un ragazzino piuttosto difficile e a volte mi rende la vita davvero complicata. Ne riparleremo.
Quello che ti invidio sono i tanti viaggi che hai fatto. Io, eterna Penelope, sono purtroppo rimasta inchiodata a questo luogo, a questa città, a questa casa.
Beh, passiamo ad altro. Ah, sì! Mi ha particolarmente colpito ciò che hai scritto in fondo al tuo post e cioè che gli interventi che hai letto ti hanno fatto pensare ai personaggi di un romanzo. 
È insolito ed originale questo tuo pensiero, anche se c'è da dire che ogni persona è unica e diversa da tutti gli altri, espressione stessa della vita, quindi a buon diritto potrebbe ben rappresentare il protagonista o il co-protagonista di un bel romanzo. 
Comunque anche tu, da tutto quello che leggo, potresti essere un personaggio niente male! 
Sono curiosa di sentire i commenti delle altre amiche della "Stanza della Civetta".

 

✉  15.12.2021

Liliana
Che silenzio in questa stanza!
Vi fate sentire? È arrivata Selene e nessuno ha dato un cenno di ricezione... 
Io ho bisogno delle vostre parole. Dove siete tutte?
Questo silenzio è assordante! Accidenti! No, io oggi non posso sentirmi così isolata.
Sono giù di corda. Oggi mi occorre un aiutino per ritrovare la strada. Mi serve il vostro parere, anche solo qualcuno che parli con me. Vi chiederete cosa mi sia successo. E sì, qualcosa è successo. In realtà è qualcosa che intuivo da tempo, ma ho sempre voluto illudermi che mi stavo sbagliando.
Oggi finalmente lo so per certo. Lui, l'amore della mia vita, quello per cui ho rinunciato alla spensieratezza della mia giovinezza - udite, udite - ha un'amante! E questo potevo anche immaginarmelo… tutto quel lavoro in un'altra città era francamente eccessivo.
“E allora?” mi chiederete. Bene, non solo se la spassava con un'altra, non solo si godeva un'avventura, un capriccio… aveva un'aaaaltra casaaa e un'altraaa quasi moglieee a distanza di sicurezza da meee!!!
Altruismo e egoismo, dicevamo l'ultima volta che ci siamo confrontate. Ecco adesso ho una gran bella decisione da prendere… Lo lascio o ricucio ancora per la famiglia, come si suol dire?
Per il momento mi sembra di impazzire e basta. Ho bisogno del vostro aiuto.
A voi è mai capitato qualcosa del genere?
Se ci siete, entrate nella "Stanza della Civetta", presto! Io resterò on line tutto il tempo.

Annalisa 
Eccomi, Liliana! Ci sono. Come mi dispiace per quello che ti sta capitando! Posso immaginare come ti senti... Hai ragione: un tradimento noi donne lo mettiamo quasi sempre nel conto, ma sapere che c'è un'altra moglie, un nostro doppione in un'altra città, è davvero difficile da digerire! Prenditi tempo per riflettere e per metabolizzare quanto ti sta accadendo, intanto sfogati con noi… dai, racconta!


Liliana
Finalmente! Finalmente qualcuno mi risponde. Grazie. Mi fa bene leggere le tue parole, Annalisa.
Pian piano vi racconterò altri particolari della mia vita, ma per il momento mi limito ad ascoltare ciò che pensate di questa situazione da romanzo che a me sembra francamente surreale.

Marisé
Quanto mi rattrista questa storia, Liliana, ma anche quanto mi indigna! 
Immagino come tu ti possa sentire per una cosa così grave. Come ti capisco! 
Oggi come oggi sono molte le donne che si trovano in questa situazione… anche altre mie amiche hanno scoperto e dovuto risolvere intoppi di questo tipo. 
Io sono sincera: non ho un’esperienza diretta perché non ho e non ho avuto delle relazioni stabili, però ho comunque vissuto gli uomini e un po', anzi direi molto, li conosco gli uomini.

Letizia
Posso dirvi il mio parere? Io, con il mio carattere, ritengo che un uomo o ci sta con me o non ci sta. Io un tipo così lo lascerei subito.  Uno che si comporta in questo modo non può stare assolutanente insieme a me. La famiglia è la famiglia e si deve fare una scelta precisa… Non si può certo scherzare. Qui si parla di figli e di famiglia! In caso contrario,  si sta da soli e si corre la cavallina come meglio si desidera.

Annalisa
Io forse sarei uguale a Letizia e non riuscirei a perdonarlo. Lo rifarebbe certamente. Tuttavia per natura non riesco a portare rancore, mi riesce troppo difficile, quindi francamente non so come potrei reagire. Certo tutto si spezzerebbe e non sarebbe mao più la stessa cosa. Qui il vero problema non è il tradimento, che appunto già non è poco, ma il fatto che questo uomo si è costruito letteralmente una doppia vita. Per fortuna a me non è mai capitato eppure mio marito ed io siamo spesso stati lontani per motivi logistici e di lavoro. Cosa posso dirti? Io ti consiglierei di lasciar passare un po' di tempo, di pensarci bene e poi prendere una decisione a mente fredda.

Liliana
Io in fondo sono stata sempre sola… mi cambierebbe poco lasciarlo andare, anche se mi brucia e ho lottato tanto per non riconoscere il fallimento di tutto… però c'è mia madre che ci tiene troppo al politicamente corretto. Non mi ha mollato un minuto in tutta la vita… fa una pressione, ma una pressione che voi neppure immaginate!

Pimpi
Dunque, volete sapere come la penso io? Io in realtà so benissimo cosa vuol dire una cosa del genere, insomma cosa vuol dire quello che ti è capitato, Liliana. 
Io mi sono separata, perché non riuscivamo ad andare più d'accordo. Io pimpante, lui pantofolaio. Nel tuo caso tu sei stata tradita con una donna e da lontano, però ti assicuro che essere tradita in un'idea, vedere morire un ideale in cui si è creduto, non fa meno male! Ne sento ancora un malessere in fondo allo stomaco.
Io non mi preoccuperei eccessivamente per tuo figlio. Da quello che ho capito lui già vive questa situazione anomala poiché tuo marito è stato spesso assente e distratto. E poi non dare retta a tua madre, perché sei tu che vivi questo disagio. È lei a sbagliare, a vivere fuori dal tempo. Lei non può sapere cosa provi… invece dovrebbe essere felice di saperti realmente serena, senza badare a chi sta intorno.


🐕
Certo, sono stata tradita in un'idea, ma non solo.
Ci sono stati intoppi anche più concreti. 
Non dimenticherò mai la grande delusione che ho provato
quando, sposata da due anni, ho iniziato a parlare con il mio ex marito,
dicendogli: " Ma ci pensi che bello sarà vivere il periodo della nostra vita insieme
quando aspetteremo un figlio e cercheremo di sognare i momenti
che trascorreremo cercando di indovinare
la dolcezza dei momenti in attesa di un figlio da coccolare,
da guardare con amore, da toccare per sentire quanto è caldo, morbido,
da annusare per sentire quanto è profumato un neonato?
Saranno sensazioni irripetibili,
momenti indimenticabili che vivremo insieme.
Ci pensi da quanta gioia e ansiosa attesa sarà arricchito il nostro rapporto?
E quando sarà nato quanto tempo passeremo ad ammirarlo
per scoprire  espressioni, somiglianze, atteggiamenti
 che ci diranno che è una realtà la presenza di quella tenera creatura?".
La sua risposta mi lasciò di gelo:
"Tu dici? Io non l'ho mai sentito questo trasposto che ti entusiasma.
Al solo pensiero di avere un figlio ho una sensazione di prigionia,
mi sento impedito a fare ciò che desidero,
condizionato nel nostro rapporto che finora è andato avanti senza problemi,
senza pensieri o ansie e con la massima libertà per entrambi.".
Era un argomento, quello di un figlio,
che non avevamo mai affrontato perchè presi dal lavoro,
dagli amici, dallo sport che riempivano le nostre giornate
Non sono passati molti mesi da quel primo confronto,
seguito da tanti altri che gradatamente si sono trasformati in discussioni
che hanno minato il nostro rapporto fino a farlo terminare
nel buco nero dell'indifferenza.
Io non potevo concepire un matrimonio
senza la presenza di un figlio a coronare un amore.
Quel figlio tanto desiderato non l'ho mai avuto,
la cosa mi ha portato tanta sofferenza,
ma mi ha resa libera da un uomo che avevo sbagliato a giudicare
adatto per me e per il mio modo di essere.
L'ho lasciato, uscendo dal suo mondo che ritengo egoista
e sono  uscita viva da un mondo che mi avrebbe spenta,
adeguandomi al suo modo di vivere.
Non mi sono mai pentita di averlo lasciato
e di non aver mai più voluto un nuovo legame sentimentale,
troppa è stata la delusione per me.
Comunque è durissimo
veder morire un'idea, un ideale...


Marisè
Una volta valeva di più l'apparenza davanti ai vicini di casa che la verità, ma per fortuna adesso non è più così. 
Per quel che mi riguarda, io penso che gli uomini entrano e escono semplicemente  dalla mia vita. Contrasti non ve ne sono con nessuno. Io sto a casa mia, a casa loro non ci vado e quando tra noi non funziona più, fuori! Lo li butto fuori, metto i bagagli sul pianerottolo e, addio, li saluto.

Letizia
Sei davvero simpatica, Marisé. Non capisco come tu non abbia trovato l'uomo giusto e non ti sia sposata! Sei troppo simpatica!

Marisé
Non lo so neppure io… ma devo dire che, nel frattempo, ne ho viste di tutti i colori. Molte mie amiche si sono sposate, si sono pure separate, sono impazzite dietro ai figli… Forse anche le loro esperienze mi hanno influenzato… comunque sappi, Liliana, che io ci sarò sempre. Quando hai bisogno di parlare, quando vuoi, io sarò sempre qui ad ascoltarti.

Liliana
Grazie, Marisé. Grazie a tutte… mi arriva la vostra disponibilità, la vostra sensibilità. 
Mi ha fatto bene sfogarmi con voi. Ora mi sento un pochino meglio. Sapere di poterne parlare con qualcuno è una grande risorsa.
 
🐈
Letizia mette l'acqua sul fuoco.
Appena bollirà vi metterà a cuocere i tortiglioni.
Oggi li condirà con i carciofi ben insaporiti che ha già preparato ueri.
È quasi ora di pranzo. 
Adesso sono rimasti solo loro due,
ma la famiglia è la famiglia,
come ha ripetuto più e più volte nella "Stanza della civetta". 
Il pranzo quando è ora, 
la casa da tenere in ordine, i figli... già i figli.
Da che ho smesso di lavorare
ho molto più tempo per pensare, riflettere, ricordare.
È inevitabile.
Anche quando cerco di concentrarmi su qualcosa,
come per esempio sul difficile ricamo per la tendina del bagno
che sto eseguendo in questo momento,
la mente comincia a vagare ed è impossibile fermarla.
 Ho due figli grandi sposati. Quando studiavano,
io ho dedicato loro tutte le mie attenzioni.
Così andavo a parlare con i professori, una settimana per ognuno,
perché frequentavano due scuole diverse. 

Ripensando a quei momenti,
ogni tanto ricordo con piacere i giudizi positivi

che facevano su di loro gli insegnanti, 
sinceramente erano bravi.
Non voglio lodarli troppo, anche se loro non mi sentono.
A questo proposito ho in mente un particolare che riguarda quello grande.
Un anno si trovò a disegnare un progetto sul tecnigrafo,
durante le vacanze di Natale, che lo impegnava ore e ore,
mentre lui ascoltava la musica classica accesa di sottofondo.
Io dentro di me pensavo che forse esagerava.
Una volta consegnato il compito al professore
ebbe la soddisfazione di avere un voto buonissimo
e il progetto fu appeso come poster in classe.
Quando andai al ricevimento,
l'insegnante mi fece vedere anche dove l'aveva messo.      
Questo è un carissimo ricordo, che ogni tanto mi viene alla mente,
non solo perché le mamme sono sempre fiere dei loro figli,
ma anche perché  il riconoscimento dell'impegno al ragazzo era dovuto e necessario.
Io sono stata una prof prima di andare in pensione,
per questo facevo tesoro di come si comportavano i miei figli
anche per comprendere meglio gli alunni in classe.
Con loro affinavo le mie strategie di insegnamento
e, soprattutto, le mie capacità relazionali e di comprensione dei giovani.


✉  4.1.2022

Befy 22
Vorrei poter entrare in questa stanza. Mi concedete la vostra amicizia? Sì, dai, si può fare, vero?


  🦎
Stupida, stupida, stupida che non sono altro,
ci sono ricascata.
Non mi bastavano le umiliazioni che ho ricevuto,
le prese in giro, gli sfottò di cui sono vittima ?
No, dovevo dargli altra materia su cui ingrassare la loro cattiveria.
Che cavolo mi è preso? Dovevo proprio lamentarmi
e rivelare il mio intimo tormento,
la lacerazione delle ferite 
che mi distruggono le notti e i giorni
e permettere che saltasse il tappo
che teneva a bada i miei veri sentimenti.
E con chi poi?
Con quel sepolcro imbiancato della mia cara “amica”
che ultimamente esce con chi mi fa del male
ed è tutta strizzatine d'occhio con il nemico.
Caspita come sono a pezzi!
Mi ha trovato in un momento di estrema debolezza.
Ho messo il mio cuore nelle sue mani
e lei me lo ha fatto a pezzi.
In definitiva è di nuovo colpa mia.
Non esiste una persona sana con sentimenti sani
e che non cerchi di manipolare gli altri per il proprio tornaconto.
Guarda queste tizie della “Stanza della civetta”
che ho trovato su internet.
Mi hanno colpito perché  sono tutte piene di sorrisi
e parole di comprensione.
Ho chiesto loro l'amicizia
così posso smascherare la loro ipocrisia
e sfogarmi un pochino.
Brutte ipocrite!
Stareste bene con i miei colleghi voltafaccia.
Ora ci penso io.
Befy 22

 


✉  5.1.2022

Liliana
Ragazze, gliela diamo l'amicizia a questa Befy 22
Befy... Sarà una Befana? Ahahah... Dal nome dovrebbe essere una donna, penso. A parte gli scherzi, ragazze, io la faccio entrare. Vediamo chi é e poi decidiamo insieme se farla rimanere o no.



✉  5.1.2022

Befy 22
Sono contenta che mi abbiate aperto la porta della vostra stanza. Vi ho trovato nel web per caso e mi avete molto incuriosito. Ho letto la piccola spiegazione che accompagna la vostra stanza... Mah! Sarò sincera. Quanto buonismo in questa stanza! Sarà forse troppo? Visto che avete accettato la mia amicizia vuol dire che ne potremo parlare, vero?

Bianca
Cara Befy 22, perché ti presenti con un nickname? Da cosa vuoi fuggire? Ti sento un po' acida… Come mai? Noi siamo ragazze di buon cuore e, parlo per me, sono curiosa di conoscerti!

Cassandra
Buonismo dici? Non direi proprio. Noi siamo piene di buoni propositi certamente. Vogliamo unirci per tirare avanti in amicizia… siamo oneste con noi stesse, anche un buon gruppo. Vorremmo tirare fuori il meglio da noi, ma… no, buonissimo proprio no. Anche a me farebbe piacere conoscerti visto che ti fai avanti. Noi accettiamo tutti… il nostro gruppo è un gruppo aperto, apertissimo direi.

Marisé
Io non vedo tutto questo buonissimo di cui parli, Befy 22, invece vedo piuttosto altruismo e interessamento. Spero molto in noi e penso che tu ti sbagli.  Comunque fatti avanti e fatti conoscere.

Letizia 
Tu parli di buonismo in un momento come questo in cui ricorre la festa della Befana.
C'è solo una cosa che vorrei dire a tale proposito e a proposito del buonismo. Infatti é vero che spesso le promesse e i propositi di bontà che si fanno specialmente in questo periodo, ma anche tra noi, servono a poco e niente va poi in porto. L'importante però è la sincerità e la buonafede.

Danila
Cara Befi 22, mi sembri un po' pretestuosa... entrare nel nostro gruppo criticando. Intanto non ti sei presentata con il tuo nome e dici a noi. Noi siamo trasparenti, siamo vere. Tu lo sei?

Befy 22 
Accidenti che levata di scudi! Allora fate sul serio, sembrate quasi vere. Bene, dunque mi presento. Mi sono definita Befy 22 perché come tutti gli anni ho fatto delle riflessioni. Dalla Befana vorrei un miracolo. Sono tanto arrabbiata e vorrei un mondo decisamente  più buono,  ma non lo trovo. Cerco la generosità... che non esiste.

Bianca
Cara Befy 22, questa acidità allora è perché sei arrabbiata, delusa o semplicemente spaventata...

Liliana
Io potrei anche capirti... Come avrai letto, ho parecchi problemi anch'io, però tu mi sembri troppo distruttiva. Se vuoi rimanere con noi, dovresti aprirti un po' e farci capire meglio cosa vivi o cosa hai vissuto.

Befy 22
Liliana, quello che dici mi trova d'accordo. Ci proverò, ma non mi riesce tanto facile tirare fuori il groviglio di emozioni che ho seppellito dentro di me da troppo tempo.



 🦎
Stupida o finalmente intelligente
ad andarmi a impelagare
in questa stanza?
L'impressione
è stata buona, a dire  la verità,
ma non so se riuscirò
ad aprirmi davvero.

Che affare!
Non sono riuscita  a trovare in fallo
le mie paladine di correttezza.
Ho iniziato con delle critiche
e hanno ribattuto sì, ma senza scomporsi.
Corrette loro, corretta io.
E pensare che pregustavo già la soddisfazione
di una bella strigliata con tanto di pelo e contropel
 avendo come unico scopo di sfogarmi un po'.
Invece non ho avuto nessuna soddisfazione,
anzi direi che mi sono sentita accolta.
Che strano! Amici di una vita, parenti addirittura
ti ucciderebbero per una sciocchezza
e delle estranee mi fanno sentire scombussolata
solo a pensare  a loro.
C'è di che riflettere.
Intanto, pur senza rendermene conto,
devo registrare un punto a loro favore:
sono al lavoro da un ora
e non ho ancora neppure fatto caso agli sguardi astiosi
dei miei colleghi e ai loro sorrisetti ironici...
e brave le  mie civette!


Liliana
Amiche care, volevo dirvi che ho ammesso nella nostra stanza Alma e Paola, due amiche molto impegnate, ma che hanno bisogno ogni tanto di spaziare tra le idee e le emozioni. Qualcuna ha qualcosa da ridire? Se ci fossero problemi fatemelo sapere.  



✉  13.1.2022

Bianca
Care ragazze, oggi ho un po' di nostalgia. Allora, con chi cercare di stemperare questa sensazione, direi piuttosto contraddittoria, velata com'è di piacevolezza, ma anche di tristezza e rimpianto?
Vi svelo un segreto.

Ogni qual volta che aspiro il divano che ho in cucina inizio automaticamente a pregare. Immagino ci siano seduti i miei genitori o, meglio, li rivedo lì in carne ed ossa come lo sono stati per tanto tempo, quando il divano rosso a strisce verdi era ancora nella vecchia abitazione ed eravamo ancora una famiglia. Questo è un piccolo tempio per me.
Ho desiderato dal più profondo del cuore che entrasse nella casa nuova, anche se non s’intona perfettamente con l’arredamento. E, infatti, eccolo qua. Ancora una volta sto aspirando ogni granellino di polvere.
Sono troppo nostalgica? Non so, eppure è così ogni volta. Spesso ci si aggrappa ad ogni cosa per non perdere i ricordi...

Pimpi
Anche tuuu! Lo sai? Il tuo scritto mi ha fatto pensare che anche io ogni volta che entro nella stanza degli armadi e del PC, che in famiglia abbiamo sempre chiamiato Caterina perché è la più piccola camerina della nostra casa,  io saluto e faccio una breve conversazione con le foto dei miei cari.
Racconto loro le rare cose piacevoli della giornata che in un periodo come questo mi possono accadere e poi, dopo aver mandato loro un bacio, me ne vado molto più serena a fare i miei lavori in casa. 
Questo gesto mi aiuta tanto e mi fa sentire vicina a loro come tanti anni fa.

Bianca
È vero! Pure io dopo sono più sollevata.

Paola
Ragazze, grazie per avermi accettato con voi... a questo punto voglio dire subito anche di me... io sono sola da alcuni anni. Mio marito purtroppo, dopo una lunga malattia,  mi ha lasciato.  Nella stanza in cui lui passava tanto tempo al computer, ho logicamente la sua foto, una foto speciale che si era scattato da solo, prima… prima che tutto accadesse… bellissima!
Anch'io parlo con lui e lo saluto mattina e sera.
Per me ora Leandro è come un angelo che mi accompagna sempre e prega per me.

Alma
Eccomi qui per la prima volta con voi. Che bello! Visto che siamo in argomento, un argomento che mi tocca molto da vicino, confesso che anche io parlo con i miei genitori. Ho una loro foto nell'ingresso. Quando ogni mattina spolvero ci parlo, poi li saluto con un bacio. Questo sempre e da lungo tempo. Non ne posso fare a meno.
Io penso che sia normale non dimenticarli, tenerli con noi in qualche modo presenti, vivi...
 
Liliana
Tutti abbiamo perso qualcuno e ci troviamo a confrontarci con questa realtà. 
Io ho perso mio padre tanti anni fa. È morto piuttosto giovane all'improvviso e ci ha lasciato tutti sconvolti. Da allora la nostra vita è molto cambiata… per me era la figura che mi capiva, che mi rallegrava, che portava leggerezza. Forse, capisco oggi, lui e mia madre si erano suddivisi i compiti e i “devi” mio padre li lasciava tutti a mia madre… che, del resto, ancora va avanti così, come vi ho già raccontato. 
Col senno di poi, penso che questo sia un tratto che hanno un po' tutti gli uomini perché, nemmeno a dirlo, anche mio marito è tutto giochi e sorrisi e divertimento con mio figlio. A riprenderlo e ad indirizzarlo devo pensarci io, ovviamente... il lavoro sporco lasciato come sempre alle donne.
Da quel momento, però, da quando mio padre ci ha lasciato, nella nostra famiglia tutto è cambiato anche economicamente. Ed io? Ed io... lo ripenso bello come un attore d'altri tempi e coloro la realtà che vivo con un po' di fantasia. Dovrei non farlo? E perché? Cosa ci sarebbe di male in questo? Spiegatemelo, per favore.
Sì, e poi la morte… questo è davvero un tema interessante su cui ci sarebbe tanto da parlare.
 
Annalisa
La morte? Un argomento che volenti o nolenti ci coinvolge tutti. Se ne è terrorizzati, ma non si affronta mai. Ci fa molto soffrire, ma se ne rifugge. 
E invece parliamone! Come pensate sia giusto porsi nei suoi confronti? Che ne pensate? C'è qualcosa dopo la morte? Come vedete voi questa cosa?



 🦎
Quest'Annalisa della "Stanza della civetta"
afferma che la morte terrorizza e non si affronta.
Non so se è proprio così.
Anche la vita sa essere terribile a volte.

Fra poco suona la  sveglia
ed io non ho quasi mai dormito.
Me lo avevano detto che gli anziani dormono poco,
ma io non sono ancora anziana.
Ho trent'otto anni e … sono uno straccio.
Me ne sento almeno ottanta.
Non credevo si potesse essere così stanchi
prima ancora di alzarsi dal letto.
Cosa mi metto stamani?
Non ho nulla alla moda nel mio armadio
e poi non cambierebbe nulla,
le sperverse avrebbero comunque
da  parlare male di me,
qualunque cosa indossassi.
Non incontro il loro gusto estetico
e non ne fanno un mistero.
E' da quando  dissi a quella anoressica
che ha la scrivania accanto alla mia
che era troppo magra
che non perdono occasione per martirizzarmi.
E' vero, sono bella burrosa e sovrappeso,
ma sono un essere umano anche io
e non uno zerbino.
Si sono coalizzate e... “ho la pancia gonfia” di qui,
“ho preso un kg” di là, non fanno che rimirarsi
e ammiccare verso di me.
Non ce la faccio più a sopportare questa situazione.
Già dormire è diventato un problema grosso
che si aggiunge al fatto che se non si dorme,
capita che si va a giro per casa
e si finisce  a fare razzia nel frigo
col risultato che passato il primo momento di soddisfazione,
iniziano i sensi di colpa e.... e cosa?
E niente. Niente va bene. Che fare?
Non posso rinunciare allo stipendio,
devo pagare l'affitto, mangiare.
E dove lo trovo un altro lavoro alla mia età?
Coraggio proviamo a tirare fuori la mia dignità
e andiamo a lavoro. Speriamo bene.

La morte terrorizza... dice Annalisa.
Noooo... C'è  ben altro.
Appena posso, devo assolutamente
rientrare nella "Stanza della civetta"
 a fare due chiacchiere
con queste civette.


✉  15.1.2022

Bianca
Cara Annalisa, prendo al volo l'occasione che mi offri per fare il punto su questo importantissimo argomento. Hai fatto bene a richiamare l'attenzione su questo aspetto che certo non può essere ignorato. Ti dirò che io ho voglia di farlo proprio per me stessa.
Dunque, dicevamo, la morte.
Io ho sempre avuto terrore della morte finché non ha preso per mano i miei genitori. In quelle due occasioni l’ho guardata in viso e ha smesso di farmi paura. Ha liberato papà e mamma da una lunga agonia terrena per trasportarli in un luogo di pace: il Paradiso!
La sofferenza per averli persi fisicamente è stata straziante ed è ancora dolorosa, ma se penso dove sono ora mi sento più serena.
Credo fermamente che esista questo posto etereo dove le anime buone si ritrovino dopo il percorso terreno.
La morte è solo la fine della vita sulla terra, non è la fine di tutto. Ci stacchiamo dalle persone che amiamo per ritrovarne altre che abbiamo amato. I miei genitori non sono più qui con me, ma sento costantemente la loro presenza nella mia vita!
A volte avverto come una carezza nei capelli come faceva il mio papà o sento il calore come l’abbraccio della mia mamma e sono sicura che sono loro. Vengono a trovarmi nei miei sogni e possiamo di nuovo stare insieme... sarà così finché non li raggiungerò e allora sarà per sempre!
Tu, cara Annalisa, cosa ne pensi della morte, ti spaventa? Pensi come me che ci sia un luogo di pace dove ci ritroveremo tutti?
Pure tu, cara Liliana, hai raccontato della morte di tuo padre e concordo con te che immaginare, con gli occhi del cuore, i nostri cari “belli come attori” aiuta tantissimo soprattutto all’inizio della loro perdita! E poi fai bene a colorare la vita con un po’ di fantasia... lo dovremmo fare tutti!

Befy 22
Ciao, ragazze della stanza. Ho visto che state affrontando un argomento bello impegnativo. Avrei detto che il tema della morte tenesse lontano le persone e invece in qualche modo l'argomento mi ha attirato.
Vi saluto tutte con simpatia, ho ripensato spesso al vostro gruppo. Sapete? Non faccio una gran vita sociale e l'idea di essermi inserita in un gruppo mi dà gioia. Certo mi accontento di poco direte voi e non sapete quanto avete ragione.
La morte, fa parte indissolubilmente della vita, non c'è l'una senza l'altra. Fa paura, si preferisce non parlarne, starci lontano, ma io avrei una domanda. Come mai se fa tanta paura, quando le cose vanno male ma male davvero si pensa subito alla morte?
Penso che nella vita ci siano cose terribili, bruttissime. A volte queste sembrano peggiori della morte stessa.
Dunque, la morte è spaventosa o liberatoria? Io ci ho pensato in qualche momento: per me era liberatoria. Vi sembra strano?  Per voi?

Cassandra
Ragazze, sì, come dice Annalisa parliamo pure di morte. 
Ci sfiora ogni giorno ma è ovvio che ne rifuggiamo, non ci piace. Io penso che sia indispensabile pensare a tutte le cose della vita, perché é molto più naturale parlare della vita che della morte.
Pensiamo ai nostri cari che la morte ci ha rubato anche più spesso di quello che alcune persone possano immaginare, ma sono semplicemente momenti, anche se intensi. Infatti in quegli istanti li sentiamo vicino vicino, li vediamo, li sentiamo parlare e ci duole il cuore, il profondo, l'anima, se li abbiamo veramente amati. Ci mancano eppure li sentiamo vicini vicini. I sentimenti sono impossibili da capire, da decifrare.
Io però penso che se torniamo polvere non esistiamo più, nemmeno in spirito o anima. Come posso meglio dire? Secondo me, saremo morti e basta, esistiamo nel pensiero di chi ci ha amato anche per il bisogno che l'uomo ha di non trovarsi a perdere veramente la persona amata. Continueremo ad esistere nella discendenza perchè il DNA resta nella perpetuazione della specie e quindi la nuova vita che nasce si porta dentro qualcosa dei suoi antenati. Resta, perchè qualcosa nel mondo abbiamo alla fine fatto, abbiamo dato il nostro contributo, buono o meno buono, ma concreto in ogni modo in quanto esistiti. 
La religione ci porta a pensare che ci possa essere un'altra vita, dove poi ci ritroveremo e questo è un'appiglio veramente importante, consolatorio, che ci aiuta ad alleviare il grande trauma della perdita.
Insomma voglio dire che resta il valore delle persone perchè l'affetto non è cancellabile e neppure l'operato.

Annalisa
Ho ben capito la tua visione,  Cassandra. Concordo sul fatto che le relazioni, .gli affetti, l'operato di una persona resti come traccia indelebile nel cuore di chi l'ha conosciuta  qualsiasi sia la concezione della morte che abbiamo.

Liliana
Io, invece, sono rimasta sorpresa che Befy 22 veda momenti di morte in quella che dovrebbe essere vita...

🐪
Liliana chiuse il computer e insieme anche gli occhi.
Non aveva né la voglia né la forza di alzarsi.
Sapeva che aveva tante cose da dover fare, ma si concesse una pausa.
Rimase lì,  ferma, immobile, persa nella penombra del soggiorno.
Era da molto che non riusciva a trovare un briciolo di tempo per se stessa…
o forse non voleva affatto trovarlo.
Preferiva stordirsi con gli impegni quotidiani e le cose da portare a termine,
che forse si cercava anche, pur di non riflettere su se stessa e sulla sua vita.
 🐪
La stanza della civetta… ho fatto proprio bene a creare questa stanza.
Ogni volta che vi entro mi accorgo di farlo con aspettative sempre più grandi.
Sì, certo è proprio così, perché nel rispecchiarmi nelle altre,
nel trovarmi coinvolta nei loro  vissuti,
lenisco senza accorgermene le mie tante annose ferite.
Inutile girarci intorno.
La mia vita vera è sempre stata mortificata e mortificante.
Poi mi si chiede perché fabulo, perché  mi creo una realtà alternativa.
Come avrei fatto altrimenti ad andare avanti?
Mia madre, invece di capire che questo mio modo di fare è un sommesso grido d'aiuto, continua imperterrita con il suo atteggiamento
“si deve/non si deve", “fa questo/fa quello"…
ed io, inibita dalla sua educazione, lì ad obbedire come un automa.
Tutto infatti è cominciato fin da piccola,
ma Il periodo più brutto della mia vita è stato l'adolescenza.
Avete mai pensato a quanto sia difficile, doloroso, mortificante appunto,
crescere nel continuo confronto con un fratello più grande?
Un genio? Nooo! Solo… un uomo, o meglio, un maschio!
Com'è intelligente lui!
Lui il liceo, io una scuola ad indirizzo commerciale.
Lui una laurea in ingegneria,  io…
beh, puoi cominciare a lavorare… non è per te stare lì a studiare!
Che tristezza a ripensarci ora!
Certo non è facile fare la madre, anche io spesso non so cosa fare…
Comunque, aver trovato un gruppo di donne disposte ad ascoltare,
ha creato in me la voglia di sciogliermi,
di raccontarmi e raccontare i nodi che mi tengono prigioniera.
 Aiutooo! La pentola a pressione sta fischiando!
 

 

  🦎
Un altro giorno di lavoro per Befy 22.
Che atmosfera pesante si respira in questo luogo!
Se potesse  tornerebbe subito indietro.

🦎
Non c'è fine al peggio.
Sono appena entrata e nessuno ha risposto al mio saluto.
Quelle oche giulive sono nel cucinino a prendere il caffè
con l'unico ometto della congrega.
Starnazzano producendo suoni in farsetto
nell'illusione di sembrare appetibili. 
Stupide galline che si contendono
il favore dell'unico gallo nel pollaio.
Dopo aver  acceso il pc, mi sono avvicinata
e mi sono subito accorta che il caffè per me non c'era.
Qualcuno se lo era  bevuto
o avevano messo poca acqua nella caffettiera,
ma poco importa, il risultato è lo stesso.
Ho detto che avevo mal di stomaco
e mi sono allontanata fra risolini e finte scuse.
Quanto mi manca la cara Maria
che è andata in pensione da un mese!
Era come una mamma per tutte noi,
ci teneva unite, smussava gli angoli,
insomma mi voleva bene
e mi manca da morire. 
 
🦎
 Ecco fatto! Ho di nuovo pensato a Maria. 
Il cuore mi sanguina. Stavo così bene quando c'era lei in ufficio.
Maria andando in pensione mi ha lasciato sola
e io non ci posso fare nulla.
Che farebbero le mie civette?
Si confessano, si consigliano, si sfogano
e allora dai, sono o non sono una civetta anch'io?
Dunque, cosa posso fare
per rimediare a questa situazione?
Nessuna delle amiche del gruppo si coalizza
per mettersi contro un'altra
e allora devo fare così anch'io.
È vero che sono le mie colleghe a portare avanti
la divisione, ma io devo spezzarla.
Domani mattina è sabato e io devo fare acquisti.
Sì! Ho deciso.
Comprerò la macchinetta per il caffè espresso
così faccio saltare il perverso rito del caffè mancante
che hanno iniziato, poi vedremo.
Ci sarà un costo ma pazienza, ne vale la pena.

🦎
E' lunedì mattina, mi sono alzata allegra
e sono arrivata in ufficio prima del solito.
Ho messo in funzione la macchinetta sistemandola nel suo spazio,
ho messo le cialde in un bel cestino
e l'ho accesa per essere pronta.
Mano a mano che arrivava una ragazza,
l'ho subito chiamata a prendere un buon caffè
e, forse perché prese senza preavviso,
ognuna di loro ha apprezzato il gesto
e i complimenti per la bontà del caffè
sono stati molti e sinceri.
E' stato un buon in inizio di giornata
e, incredibile ma vero, le ragazze si sono offerte
di condividere la spesa
e una si è addirittura offerta
di portare un dolce domani.
Sono felice.
Racconterò la mia avventura
alle amiche della stanza della civetta.
Sono così fiera di me che
oggi mi sento persino magra.







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"Lucca Insieme - Donne e social: La stanza della civetta 2"























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