Powered by Blogger.



Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

Clicca sulla pagina desiderata.

L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Una fiaba per sognare - La Fatina della Sabbia












🌹

C'era una volta la Fatina della Sabbia, una fatina così piccina veramente difficile da vedere.
Infatti viveva nella sua bella casetta nascosta tra miliardi e miliardi di granelli di sabbia di una spiaggia setosa che sembrava di velluto.
La bellezza variegata di questi granelli era indescrivibile. Il loro fascino ipnotizzante. Sembrava di essere in un caleidoscopio in movimento.  Nemmeno la fantasia più accesa avrebbe saputo creare un tale ricco spettacolo.
In mezzo a tante luci e tanti colori la fatina viveva felice e beata.

Così se ne stava nel suo mondo invisibile all'uomo, dondolandosi su minuscole altalene appese a pareti di granelli di sabbia, mutevoli per questo e in un continuo evolversi.
Nel loro grande rotolare, si generava un luccichio, un grande bagliore, una luce splendente che caratterizzava tutto il mondo della Fatina della Sabbia.
“Ho voglia di qualcosa di buono…” sussurrava ogni tanto a qualcuno che se ne restava nascosto alla sua vista.
Subito i suoi aiutanti si mettevano in moto e ben presto compariva un piccolo paguro con un vassoietto di cristallo, sul quale era organizzato un delizioso elegante spuntino.
Ghiottissima di nettare, l’eterea fatina ne sorbiva lentamente da una delicata tazzina o meglio da una bianca corolla merlata di mughetto.   




🌹

“Cappolina… Cappolina, dove sei?” chiamò con esile voce la nostra fatina.
Immediatamente si materializzò, correndo sulle due valve che apriva e chiudeva ad un ritmo vertiginoso, una graziosa vongolina in grembiulino bianco e crestina inamidata.
“Eccomi! Pronta. Questo è il tuo ombrellino Famagie, perfettamente lavato, stirato e lucidato a nuovo. E questa è la mantellina Solvitutto leggiadra e semplice, ma ricca di mille e uno misteri.”.
Vongolina affidò alle mani della Fatina della Sabbia l'ombrellino e l'aiutò ad indossare la graziosa mantellina senza peso.
Poi si inchinò compitamente e tornò da dove era venuta, correndo vertiginosamente sulle due valve alternate.

Accadeva spesso che a metà mattina, terminata la colazione, alla fatina venisse voglia di sgranchirsi i piedini e liberare un po' le alucce ripiegate da troppo tempo.
Così usciva per interessanti escursioni, individuando strade sempre nuove tra i miliardi di lucentissimi granelli di sabbia dalle forme meravigliose.
Non dimenticava mai di munirsi di ombrellino e mantellina.

Anche quella mattina, appena ricevuti i due fidati compagni di viaggio, si mise in movimento senza perdere tempo.
Dispiegò le alucce e… via!
S'infilò in una parete di granelli fitti fitti, dove nessuno avrebbe mai immaginato si potesse trovare un passaggio.
Invece al suo avvicinarsi, si spalancò uno spazio in cui un porticato bianco e arioso, lungo e stretto, sembrava condurre all'infinito.

“Colonne, amiche mie,
che aprite mille vie,
lasciatemi volare,
le ali dispiegare.”

cantilenò la fatina, muovendo appena l'ombrellino.

Le colonne ebbero un movimento gioioso e inchinarono con grazia i capitelli corinzi, ornati di innumerevoli foglie d'acanto.
Su ogni foglia un occhio di donna, dalle ciglia lunghissime e ben truccato, la guardava sorridendo da iridi di ogni colore, non solo azzurre, verdi e nere, ma anche arancioni, viola, rosse.

La Fatina della Sabbia sorrise e si avviò lungo il porticato a passettini di danza, mentre continuava a canticchiare a mezza voce.




🌹

Il porticato si interruppe di colpo, mentre un occhio giallo striato di rosso, le faceva l'occhiolino.
La Fatina della Sabbia si ritrovò in uno slargo tutto bianco.
La luce era accecante.
Un raggio di luce, che filtrava dalle alte pareti intorno, illuminava a giorno e anche di più i mille sassolini piatti e lisci che lastricavano con grazia il pavimento.

Da una botola sul soffitto, si spalancò un piccola porta attraverso la quale comparve un bellissimo pesce pagliaccio.
Questi prese a volteggiare intorno alla nostra fatina che, al suo arrivo, si era fermata con una graziosa piroetta.
Adesso, un nuvola di bollicine usciva da tutto il corpo a strisce di quell'insolito pesce che inviava una sonora vibrazione. Infine si fermò.

La fatina gli sorrise amichevole in attesa.
Dopo aver fatto un'elegante riverenza, il pesce pagliaccio prese a recitare a tempo di rap.

Allora come sai
io sono la tua scorta.
Vuoi rimanere sola
o vuoi
aprire quella porta.

La strada ipnotizzante
fa perdere la meta.
I nemici sono tanti
ma insieme è elettrizzante.

La Fatina della Sabbia agitò l’ombrellino, fece una saltello e sedette sulla groppa del pesce che, senza aspettare nemmeno un secondo, partì come un razzo verso la parete di fondo e, senza che si capisse come, riuscì a passare dall'altra parte.
La Fatina della Sabbia sorrideva contenta.
Le dune di sabbia che le sbarravano la strada erano il suo elemento preferito.
Non poteva fare a meno di raggiungere ogni tanto il Mare di Dune.

Con un voletto le raggiunse e ci si lasciò cadere con la leggerezza di una piuma. Affondò piano piano nei mille granelli che la ricoprirono completamente.
Restò fuori solo la sua testolina bionda e il suo sorriso beato.
Traspariva tutta la sua gioia nel fare quel bagno nell’oro di seta, che ondeggiava piano all'intorno.

Una musica dolce creava grande magia e tanta poesia.
Pagliaccio montava la guardia.
Ogni tanto emetteva nuvole immense di bollicine da tutto il corpo, ma rimaneva immobile e molto molto attento.
E aveva ragione.

Al suono di vecchie spaventose ferraglie, senza preavviso, si materializzò il perfido e pericolosissimo Scorpione del Buio, intenzionato a ghermire senza indugio la fatina indifesa.
Scorpione, nemico acerrimo del bello e del buono, sapeva benissimo che per fare prigioniera la minuscola fatina, piena di poteri magici molto pericolosi per lui, poteva approfittare soltanto di quando lei era immersa nell’oro di seta del Mare di Dune.
Non fece, però, in tempo a pungere la sua preda, perché Pagliaccio lo aveva già imprigionato in una fitta nuvola di bollicine.

Scorpione tentò invano di averne ragione.
Masticò amaro anche questa volta.
Era dall'inizio del Tempo che cercava di fare prigioniera la sua nemica, ma senza risultato.
I suoi aiutanti erano molto efficienti, mentre lui invece era sempre solo.
Non gli restava che cercare di liberarsi da quella viscida nuvola di schifosissime bolle, di quell'orrido incantesimo che lo avrebbe immobilizzato per ore, asciandolo malconcio e stremato.

A volte gli veniva fatto di pensare seriamente che il Male poi non sempre pagava.




🌹

La Fatina della Sabbia continuò beata a fare il bagno nell'oro di seta.
Sapeva che con Pesce Pagliaccio non c'era nulla da temere per la sua sicurezza.
Così continuava a nuotare vivacemente facendo capriole e piroette da far invidia ad una campionessa di nuoto acrobatico, ma si sa che le fate hanno poteri straordinari e lei ne aveva da vendere!

Finalmente si fermò e si apprestò ad uscire dalla finissima sabbia d'oro.
Subito una miriade di avannotti, trasparenti e luminescenti di luce magica, accorsero in una danza deliziosa, sostenendo un telo di tulle che ondeggiava di vita propria e che si sistemò intorno alle spalle della fatina.

Mentre Pesce Pagliaccio si apprestava a rimontare la guardia davanti al mare di seta, sopraggiunse sulla scena un paguro tutto rosso.
In realtà il paguro seminascosto da una ricca conchiglia, si era affacciato da una nicchia sulla parete che prima non si vedeva.
Immediatamente tirò fuori dall'incredibile conchiglia un vassoietto di mini brioches deliziose solo a guardarle, un bricchettino di cristallo con una tisana ambrata e una ciotolina con fragoline e ciliegine così piccole e brillanti da sembrare le pietre preziose di un gioielliere.

“Grazie, Paguro Gentile. Apprezzo molto il fatto che tu sia sempre qui a disposizione dopo il mio momento magico nell'oro di sabbia. I tuoi dolcetti sono davvero deliziosi! Ho proprio voglia di gustarli.”.

La Fatina della Sabbia, detto fatto, se ne servì con entusiasmo ma con parsimonia, poi ringraziò ancora e ancora, perché la gentilezza va sottolineata e premiata.

Intanto dalla nicchia sulla parete erano comparsi Pagura Gentilissima e quattro o cinque Paguri Neonati.
La fatina della Sabbia li guardò con attenzione.
Sì, i paguri Neonati erano aumentati di numero rispetto alla volta precedente.
Ne contò ben otto!
“Complimenti, Paguro Gentile. Hai proprio una bella famiglia. È una grande piacere per me veder moltiplicarsi Esseri buoni e gentili come voi. Di gentilezza e bontà non ce n'è mai abbastanza! Ah... i tuoi dolcetti, poi, sono davvero squisiti. Vongolina potrebbe esserne gelosa.”.
Sorrise, agitò le alucce e si mise in volo, mentre gli avannotti luminescenti accorsero a recuperare il prezioso telo di tulle che andava riportato al suo posto.

Intanto Pesce Pagliaccio si avvicinò a lei e cominciò nuovamente a parlare a tempo di rap.

Allora come sai
io sono la tua scorta.
Eccomi!
Dimmi cosa vuoi
e usciamo dalla porta.

Vuoi tornare a casa?
Vuoi cogliere una rosa?
Vuoi correre sul prato
e provocare il fato?

La Fatina lo guardò furbetta e rispose con la sua vocina delicata a tempo di rap, scimmiottando il suo fedele aiutante.

E no che non andiamo
a casa a non far niente.
Andiamo alla scoperta
del nostro continente.

E detto fatto, fu di nuovo sulla groppa di Pesce Pagliaccio.
Viaaa!
Superarono con facilità le colline del Mare di Sabbia e questa volta puntarono verso l'alto. 
 



🌹

La Fatina della Sabbia era raggiante.
In groppa al Pesce Pagliaccio si librava verso l'alto in una sorta di balletto elegante e inusitato.
Aveva un'idea precisa.
Infatti era tanto che non saliva fin lassù, per questo adesso ne aveva un desiderio davvero grande.
Con le sue delicate movenze, invitava Pesce Pagliaccio ad ascendere verso un turgore che ammiccava timido in lontananza.
Si insinuavano tra i canyon di sabbia con eleganza.
Al loro passaggio, branchi di pesciolini ora verdi smeraldo, ora arancioni, facevano ala, mentre Medusa Gelatinosa, avveniristica lampada d'artista, li accompagnava con grazia, illuminando la scena.
Un secondo dopo, dietro di loro, ogni minimo anfratto tornava nell'oscurità più totale e un'altra importante vita segreta riprendeva a muoversi piena di mistero.
Quando furono quasi in vista delle Crestine di Sabbia, Pesce Pagliaccio ricominciò a comunicare a tempo di rap.

🐟
E adesso, mia signora,
dobbiamo convenire,
che oltre le Crestine
no, non possiamo andare.

C’è molta molta luce
e troppa troppa aria,
così io non respiro
e dunque qui mi fermo.


🎈
Allora, amico caro,
aspettami quaggiù.
Io sbircio un momentino,
dev'esser già mattino.


Mentre così diceva, la Fatina della Sabbia si dette una spinta verso l'alto e attraversò la piccola nebulosa luminescente che l'aveva così prepotentemente richiamata.
Oh, per tutte le fatine dell'universo, dov'era finita?
Non era il solito oceano di granelli d'oro che l'accarezzavano come un velluto di seta.
Anzi, avvertiva degli ostacoli enormi, opprimenti, che non riusciva a superare, una forza insolita che tentava di impedirle di arrivare allo scoperto.
Si puntò sui piedini e fece un balzo verso una fessuretta che sembrava poter essere una specie di passaggio.
Con le manine si afferrò a un sassolino piatto che la ostruiva e con uno sforzo vi si issò.
Oh, che meraviglia! Che luogo magnifico degno di una fatina!
Si trovava in mezzo ad un tripudio di rosa, un tocco di verde e di giallo qua e là.
Una foresta…
Sì, era un foresta di fiori rosa bellissimi, una foresta in cui era divino passeggiare al riparo da sguardi indiscreti.
Stava diventando troppo sbadata.
Si era fatta sorprendere dall'arrivo della primavera.
Se non fosse salita in superficie quel giorno, avrebbe perso il momento più bello del tempo che lei poteva conoscere.
Quella foresta di fiori non era destinata a vivere a lungo.
Il sole forte l'avrebbe prima o poi completamente bruciata.


  



🌹

Cominciò ad addentrarsi tra tutto quel verde nuovo nuovo, gli occhi puntati verso il rosa dei fiori.
Chissà perché non era mai sazia di inebriarsi di colori!
A volte aveva il dubbio che lei non fosse soltanto la Fatina della Sabbia, ma che in qualche modo dovesse avere a che fare anche con il mondo di quelle energie colorate, perché non solo ne subiva il fascino, ma ne aveva anche una forte necessità interiore per vivere in letizia.

Ed ecco comparire davanti a lei una impalpabile scaletta fermata ai petali interni di una grande corolla che svettava lassù in alto.
La parte inferiore dondolava ritmicamente, mentre rimandava lucentezze e bagliori come fosse di cristallo.
“Presto, Fatina della Sabbia! Presto, affrettati! Non durerà ancora a lungo questo magnifico spettacolo.” si sentì dire da una voce gentile proveniente da un punto imprecisato.
La Fatina si guardò intorno alla ricerca del suo amico di sempre.
Ragno Tessitore comparve a metà della scaletta e continuò ad incitarla a salire in fretta.
Un piolo dietro l'altro, la fatina si arrampicò fino a raggiungere l'ambita corolla ancora incredibilmente bella nella luce del sole.
Aprì l'ombrellino e si sedette al centro dell'immenso tappeto rosa a conversare con Ragno Tessitore, mentre un vento caldo, che andava rinforzando, creava una melodia piacevole, ma con qualche nota aggressiva di troppo.

Lo spettacolo era ancora una volta degno di una fata.
La Fatina della Sabbia se ne beò, dimentica di qualsiasi cosa.
Tuttavia, come si sa il Bello e il Buono sono sempre insidiati dal Brutto e dal Male e, infatti, all'improvviso si udì uno spaventosissimo boato.
Era in arrivo uno pericolosissimo temporale, un terribile nubifragio davvero molto molto insidioso.
Un dolore lancinante colpì le piccole orecchie della fatina non avvezze a quelle sonorità.

Immediatamente Ragno Tessitore l'afferrò per il vitino di vespa e si lanciò con lei verso il basso a bordo di un filo di tela che aveva dell'incredibile per la lunghezza e la resistenza.
La depositò con un inchino nel punto preciso in cui avrebbe potuto rientrare nel suo mondo sicuro.
La Fatina della Sabbia si sollevò sulle punte dei piedini e gli stampò sul viso un bacino affettuoso pieno di riconoscenza.

Una nuvola di bollicine.
Al di là dell'entrata, Pesce Pagliaccio era già lì pronto per riportarla in fretta in un luogo sicuro, prima che il finimondo in superficie riuscisse a penetrare anche in quel territorio neutro che erano le Crestine di Sabbia.
Stanca ma felice, la Fatina della Sabbia si lasciò riportare a casa, dove giunse in un battibaleno.

Non si era accorta di aver viaggiato così rapidamente.
Tutta presa com'era dai suoi pensieri delicati di fata, si era persa in un mondo semplicemente fantastico.
Ora era nuovamente presente a se stessa.

“Ho voglia di qualcosa di buono…” esclamò allegramente battendo le manine.
Subito i suoi aiutanti si misero in moto e ben presto comparve il piccolo paguro con il suo vassoietto di cristallo, sul quale era organizzato un delizioso elegante spuntino. Una delicata tazzina, o meglio una bianca corolla merlata di mughetto, era già piena di nettare delizioso.
Subito dopo, Cappolina, la graziosa vongolina in grembiulino bianco e crestina, arrivò sorridente, correndo sulle due valve che apriva e chiudeva al solito ritmo vertiginoso.
Cappolina depositò sul vassoio un piattino con tre profumate fettine di torta, una era alle mele, l'altra alle fragole, la terza alla menta.
Poi rimase lì accanto immobile, in attesa.

La Fatina della Sabbia mangiò i dolcetti e bevve il nettare.
Intanto pensava com'era bello allontanarsi dal Male ed essere portatrice del Bene, del Bello e della Gentilezza.



E qui finisce la mia storia della piccola fatina 
che non vive di rimorsi, neppure di rimpianti. 
Adesso prova tu, in una splendida mattina, 
a far catene dei pensieri più belli e esilaranti.     


   🌹   🌹   🌹   









0 commenti:

Posta un commento

Poetar m'è caro

Ricordi

Insieme

Ultimi Commenti

POST COMMENTATI

Blog Archive

DISCLAIMER

Ove non diversamente specificato, tutti i testi contenuti di questo blog sono di proprietà dell’autore e sono protetti da copyright. Le immagini di proprietà dell’autore sono esplicitamente indicate in quanto tali. Nessuna riproduzione, né integrale né parziale, e nessuna manipolazione sono consentite senza preventiva autorizzazione dell’autore. In particolare, sono assolutamente vietate le riproduzioni a scopo di lucro. L'Utente s'impegna a: 1.non utilizzare il Sito o il materiale in esso inserito per perseguire scopi illegali ovvero per divulgare o diffondere in qualsiasi modo materiale o contenuti preordinati alla commissione di attività illecita; 2.non utilizzare il Sito in modo da interrompere, danneggiare o rendere meno efficiente una parte o la totalità del Sito o in modo da danneggiare in qualche modo l'efficacia o la funzionalità del Sito; 3.non utilizzare il Sito per la trasmissione o il collocamento di virus o qualsiasi altro materiale diffamatorio, offensivo, osceno o minaccioso o che in qualche modo possa danneggiare o disturbare altri Utenti; 4.non utilizzare il Sito in modo da costituire una violazione dei diritti di persone fisiche o giuridiche o ditte (compresi, ad esempio, i diritti di copyright o riservatezza); 5.non utilizzare il Sito per trasmettere materiale a scopo pubblicitario e/o promozionale senza il permesso scritto di lapanchinadelcuore.it; Ogni violazione sarà segnalata agli organi di Polizia ed alle Magistrature competenti. Nel caso in cui l'Utente non accetti, in tutto o in parte, le suddette condizioni, è invitato ad uscire dal sito.