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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Insieme - Pellicole

 





Pellicole


Quanto cammino
ha fatto il cinema
per mostrare e raccontare!

La magia del racconto,
gli effetti speciali,
la creatività dell'immagine,
dei dialoghi,
dei suoni e delle colonne sonore,
dei colori...

Quante  le storie e gli attori
che ci sono rimasti dentro!

Vi propongo di scendere ancora
una volta le scale dentro di noi
alla ricerca
di esperienze significative,
emozioni
che magari
abbiamo rimosso.


Chi comincia?
📚


📚
Io da ragazzina sono andata molto poco al cinema. Soldi non ce n’erano.  Da adulta, in famiglia, molto spesso si noleggiavano le cassette e ce le guardavamo a casa in tutta tranquillità. Con il tempo acquistavo le videocassette e i CD perché i film che mi piacevano li volevo tenere per guardarli anche più volte nel tempo.
Vorrei ricordare “Il discorso del Re”, un film ispirato a una storia vera. Riguardava la balbuzie di Re Giorgio VI (futuro padre della Regina Elisabetta II e nonno di Re Carlo III), che ovviamente gli procurava un forte disagio. Un Re che doveva salire al trono e che si sarebbe trovato  a fare un discorso da balbuziente alla Nazione sarebbe stato un vero disastro.
Ricordo che provavo pena per quella persona tanto in difficoltà e che mi mangiavo le unghie guardando l’evolversi della situazione. Ce l’avrebbe fatta il logopedista ad acquistare la fiducia del Re?
Senza la fiducia tra medico e paziente non si va da nessuna parte perché di risultati apprezzabili non ce ne possono essere. Pensavo che se invece si fosse trattato di una fiaba, sarebbe stato per me rilassante dato che nelle fiabe c’è sempre una bacchetta magica allo scopo di far finire positivamente la storia. Lo sapevo a priori.
Intanto nel rapporto con il logopedista riemergevano traumi personali legati all’infanzia.
Io a quel tempo credevo che nella società cosiddetta altolocata e nobile non ci fossero comportamenti tali da trovarsi a subire traumi familiari. Che sciocca. Non valutavo che le apparenze di quella società.
Di conforto mi fu la consapevolezza che i miei traumi non davano segni così visibili e che comunque il Re superò le sue difficoltà anche se con il costante aiuto del suo logopedista che gli aveva trasmesso sicurezza.  Beata sicurezza!
Claudia


📚
A me è rimasta dentro l'immagine del cinema in bianco e nero e ora vi racconto perché.
Ero piccola. Stavamo in un paese della Valfreddana a dieci chilometri da Lucca che si chiama San Martino in Freddana. Allora i miei genitori gestivano un bar-alimentari-merceria e altri articoli, che ora si chiamerebbe il supermercato.
Dietro di noi c'era una sala, che era l'unica fino a Lucca, che proiettava film e poi, in tempo di carnevale quando venivano tolti tutti i film c'era il ballo.
Voi pensate che per me era un mito. Sono stata lì fino al '57. Avevo circa sette o otto anni, ero bambina, ma già mi interessava tanto da fuggire da casa per andare al cinema.
I miei non erano d'accordo perché ero piccola e, allora, era proibito, perché non c'erano come ora i cartoni animati, ma tutti i film per grandi.
A loro non piaceva che andassi, ma io scappavo sempre. Quando loro erano occupati, prendevo subito il via tanto ci potevo entrare, non c'erano controlli e non si pagava.
Il padrone era anche il mio padrone di casa e mi faceva passare. Andavo sempre in galleria perché mi sentivo grande e alta. Vedevo quest'occhio della regia, questa luce, questo strano suono e mi incantava.
Una volta mi ha invitato ad andare in regia... con occhi stupefatti vedo questi grandi rulli su una grande macchinam che giravano in continuazione. Facevano una grande luce, un grande rumore e parlavano in modo particolare. Io con occhi stupiti stavo a guardare e a sognarek quando tutto ad un tratto sento la voce dei miei, che mi chiamano: "Alba... Alba... torna a casa, perché se non torni ti prometto che avrai un castigo.".
Dallo spavento ritornai a casa e i miei sogni finirono lì, però ero soddisfatta di quello che  avevo visto.
Dopo qualche giorno, però, ci fu un grande incendio che prese proprio tutto: questa cabina e anche quello che c'era dentro.
I miei sogni svanirono e mi fa ancora male non poter più tornare in quel magico camerino.
Alba


📚
L'immagine mi colpisce nel profondo e mi porta molto molto lontano nel tempo con qualcosa di cui devo avere avuto esperienza. È evidente che è qualcosa che ha a che fare con il cinema, ma…
Ecco il primo ricordo. È soprattutto la prima emozione quella che ritorna a galla. La riconosco. È una di quelle che mi hanno accolto, qualche tempo fa, nel Museo del Cinema di Torino, ospitato all'interno della Mole Antonelliana. Non mi aspettavo una così insolita disposizione di quello che veniva esposto in quel museo, non molte cose, ma suggestioni ed emozioni. Non ci potrei giurare, ma credo di aver visto una lanterna simile a questa che mi faceva l'occhiolino da una angolino magico.
Subito tutto cambia. Mi trovo a scendere ancora altre scale e arrivo ad un tempo davvero lontano. Siamo all'inizio degli anni ’50. Avrò avuto sei o sette anni. Mia sorella si era già diplomata maestra, così a casa mia giravano già libri, cartelloni, riviste... e una lanterna magica.
Sì, era mia e la potevo usare. Ci si infilava una pellicola e sul muro veniva proiettata una vera magia. Io ne ero affascinata e mi sentivo una bambina molto fortunata. Me la godevo da sola, perché vivevo in un ambiente di adulti in cui mai una volta, però, ho provato la solitudine.
È lì che ho cominciato a nutrire la mia fervida fantasia e a connotare la mia formazione.
Che armonia! Quasi quasi rimango quaggiù.
Vanina


📚
Il cinema... questo sconosciuto! Sì, per me è stato proprio così. Sessanta anni fa nella mia famiglia non andavamo al cinema. In compenso in casa mia è arrivato abbastanza presto il televisore e da allora, era il 1960 ed io avevo dodici anni, qualche film in bianco e nero l'ho visto in TV.
Il primo ricordo che ho di una sala cinematografica risale agli anni delle scuole elementari. In quinta, insieme ai miei compagni ed alla maestra, una mattina ci incamminammo a piedi verso la città e raggiungemmo il Cinema Nazionale dove proiettavano la storia di Bambi, il cerbiatto. Fu un' emozione unica entrare in quella sala immensa, con tante poltrone, un grande schermo bianco e quel fascio di luce che proiettava immagini. C'era un gran silenzio intorno a me, rotto solo dalle voci dei protagonisti e dalla musica, nonostante ci fossero tantissimi bambini che fino a poco prima avevano riempito la sala di un vocio allegro. Quel ricordo felice rimase nel mio cuore per molto tempo.
Credo di essere tornata al cinema da grande, ma anche allora le occasioni erano davvero poche, sia perché le condizioni economiche non erano floride, sia perché mio padre era severo e non mi permetteva di uscire da sola.
Mi avvicinai un po' di più a questo mondo da adulta ma, per vari motivi, non coltivai questo interesse.
Di recente sono stata a vedere "C'è ancora domani" , di Paola Cortellesi, un film  che mi ha colpito profondamente sia per la storia che racconta, sia per le scene, talvolta drammatiche che Delia, la protagonista, deve subire dal marito violento.
Mariella


📚
È destino. Chissà perché ogni cosa che penso del passato è negativa.
Nel mio mondo non c'erano grandi cose: per bambola una pannocchia, come mezzi di trasporto le gambe, nessun amica con cui confrontarsi, una sorella ostile e poco altro.
Il cinema. Anche questo mi porta un ricordo negativo. Ero al cinema con mia madre, non ricordo mia sorella ma c'era certamente.
La platea era praticamente vuota e mia madre si era messa in mezzo alle figlie. Avrò avuto tredici o quattordici anni. Non ricordo il film e a dire la verità non ricordo neppure uno spezzone di pellicola. Quello che ricordo era la mano dell'uomo accanto a me che cercava di infilarsi sempre più in alto fra le mie gambe. Io ancora non sapevo il significato di tutte quelle manovre ed ero terrorizzata. Era una guerra impari. Questo uomo non demordeva nonostante io cercassi di stringergli la mano nel sedile di legno e gli facessi indubbiamente male. Tutto a un tratto... CIAK.... mia madre mi aveva rifilato uno schiaffo spaventoso che mi gira ancora la testa.
È per quello che non glielo avevo detto, non c'era confidenza fra noi e, dal suo punto di vista, avevo sempre torto io di qualsiasi cosa si trattasse. Pensate che in seguito si parlasse di quell'episodio per farmelo capire?
No, vi dico! Quello schiaffo non ebbe mai un motivo, forse era compreso nel prezzo del biglietto.
Rita


📚
Il mio rapporto con il cinema è nato tanti, ma tanti anni fa grazie alla passione che mia nonna aveva per questo tipo di spettacolo.
Ero piccola e la mia nonna passava a prendermi e mi portava al cinema “Filodrammatici” dove proiettavano film nel pomeriggio. 
In questa sala venivano proiettati tutti i film leggeri, con attori che non potrò mai dimenticare: Virna lisi, l’attrice preferita di Nonna Pina emozionava con la sua bellezza e la dolcezza di stupende storie d’amore, Claudio Villa con i suoi film che a noi parevano belli, ma in realtà erano di qualità molto bassa, Gina Lollobrigida con i suoi primi film in bianco e nero, molto ben fatti e con storie molto reali.
Quando iniziai ad andare alle scuole elementari il giorno per andare al cinema era il giovedì pomeriggio perché a quei tempi era il giorno di vacanza da scuola, 
Il salone era nella via di casa mia e siccome la nonna, in quel periodo era molto occupata a gestire il nipotino che era nato, non mi poteva più accompagnare.
Evviva!!! Cominciai ad andare al cinema da sola o con i miei amici e scelsi i film western che erano tutti a colori e raccontavano le storie che gli americani si inventavano per dimostrare quanto gli indiani fossero cattivi nei confronti dei bianchi. Fu vedendo questi film che io mi appassionai agli indiani, povero popolo bistrattato, che cercava in ogni modo di difendersi dalle violenze che sia i Nordisti, sia i Sudisti, in lotta tra loro, facevano su questi popoli ridotti in schiavitù.
La mia passione per gli indiani mi portò a chiedere a Gesù Bambino di portarmi per Natale un fucile e una corona di piume per fare battaglie con i miei amici di cortile che regolarmente portavano il cappello di cartone da cow boy e la pistola nel fodero.
Che bel mondo era quello dei miei otto anni, andavo al cinema e vivevo nel sogno per una settimana fino al giovedì successivo.
Il tempo passò e al cinema proiettavano film di guerra, sempre americani, con i soldati sulle grandi navi da guerra. In quel periodo mi appassionai per Gregory Peck che oltre ad essere un bravo attore io vedevo anche molto bello… Beh! Gli anni passavano e io cominciavo a subire il fascino degli attori belli tipo Rock Hudson che non dimenticherò mai.
Alle superiori, cominciai ad andare al cinema con il mio ragazzo e forse è stata colpa sua se il grande interesse che avevo per i film è scemato… Il mio interesse era ormai in un’altra direzione…
Lauretta


📚
Ho cominciato ad andare al cinema quando io ero già grande. Che magia! Seguire un racconto o una vicenda su uno schermo gigante a colori e seduta comoda in una bella ptrona...
Mi appassiona ed emoziona troppo anche oggi e più di una volta a seconda della trama mi coinvolge tanto da turbarmi.  Secondo di cosa parla mi trovo con le lacrime agli occhi quando è una vicenda troppo triste.
Le avventure dei protagonisti mi sembrano vere e con tutti quei suoni e la creatività delle immagini, con quei bellissimi colori, mi prendono tutta la mia attenzione e mi sembra di essere veramente con loro.
Tante volte prima di assistere ad un film cerco, se riesco a trovarlo, il commento, perchè lo preferirei sempre a lieto fine. Così dopo averlo visto resto serena, contenta e molto rilassata per quello che ho seguito.
Silvana


📚

 


 







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