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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

Clicca sulla pagina desiderata.

L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



sabato 25 gennaio 2020

Diciassettesimo Incontro - 22.1.2020














Ancora un mercoledì, srotolato dal gomitolo del tempo.
Un mercoledì di gennaio avanzato in cui, impercettibile, si sente avanzare la nuova vita.

Ieri siamo tornate a "sferruzzare", giocando con un semplice cerchietto e poi, perché no, con un cuore.
Ne abbiamo ricavato dei simpatici topini che ci hanno fatto sorridere, riportando il buonumore profondo. Ci hanno, infatti, trascinato in un mondo bambino, ingenuo e ricco di emozioni.
Eravamo pronte per esprimerci al massimo e in libertà.
Così eccoci a vivere altre intricate emozioni.

La parte centrale del pomeriggio è stata dedicata alla lettura drammatizzata.
Ci siamo esercitate a giocare con la voce, in un contesto in cui la comprensione dei significati faceva da contraltare alla capacità di ascoltarsi ed ascoltare.
Due diversi racconti andavano ricostruiti attraverso l'alternarsi delle varie voci che leggevano. 

Avevo scelto per la ricchezza del registro e dei colori, due pagine piuttosto complesse, soprattutto una in cui i personaggi si esprimevano in dialetto romanesco.
L'avevo fatto per risvegliare e trascinare l'interesse.
Tuttavia, una lettrice con accento lombardo, una con quello toscano, un'altra con l'inflessione campano-emaliana... alla fine, per strappare risate a cielo aperto, ho dovuto rileggerli io con buona approssimazione rispetto alla realtà.
Comunque ci siamo ben allenate e, ancora meglio, molto divertite.
Se vi va di leggere i due racconti, li troverete nelle pagine "Racconto - Un corpo celeste" e "Racconto - Vivere e sopravvivere".

Infine, abbiamo rivisto aspetti del nostro nuovo romanzo, sempre sulla strada di un più armonico sviluppo.

Il nostro tempo finisce sempre in fretta, ma sempre ce ne torniamo a casa con piacevoli sensazioni ed una serenità che ci fa bene, mentre "La Panchina" raggiunge sempre gli obiettivi di benessere che si prefigge.

Alla prossima.




🌹 🌹 🌹 🌹 🌹









Published: sabato 25 gennaio 2020

martedì 21 gennaio 2020

Lealtà









Contrasti da mitigare


Il vento forte che colpisce con troppa decisione la mia finestra, si rilassa intorno alla nostra panchina in una carezza soffiata da lontano.
Qui si veste di inclusione e abbracci, sostiene e rassicura.
Sembra quasi quasi di essere soli, anche se così non è.
È che qui, scendendo dentro di noi, ritroviamo l'essenza profonda, quella vera e essenziale. Senza movimento eccessivo, senza rumore, senza stress, senza lotta perpetua, riusciamo finalmente a chiarirci le idee e a stare meglio.

E sì, il mondo reale a volte diventa insopportabile, ripetitivo, noioso e spesso travolge tutto, tutto quello che prova a nascere dentro di noi.
Stare un po' qui tra i profumi, i colori e i suoni in purezza, immersi nella voce del silenzio, ridimensiona proprio ogni cosa e rende libere le nostre idee ancora una volta.

È di questi giorni un'esperienza diretta che mette in risalto la lotta fratricida tra opposte fazioni, quella che mette i bastoni fra le ruote e che non consente ad individui e gruppi di adoperarsi per raggiungere i propri sogni e i propri obiettivi. È inevitabile che ci siano visioni diverse, ma questo non dovrebbe consentire di lasciarsi trascinare da ghigni, sberleffi e cattiverie.
Bisognerebbe sempre dubitare delle nostre convinzioni, perché tutto può essere rivisto e mitigato, soprattutto, non dovremmo mai dimenticare che per chi è diverso da noi ci vuole sempre rispetto, che è sempre possibile trovare accomodamenti,  non ultimo,  che dovremmo controllare la nostra aggressività latente, la quale non è un bene per noi né per la società.
Mi fa male vedere morire l'entusiasmo, stracciare i sogni in mille pezzi, spingere verso luoghi comuni che non producono nuove fioriture.

E tutto questo avviene sempre attraverso il grande potere delle parole, che invece di costruire pensieri stupefacenti e creativi, si riorganizzano all'infinito sul già noto, sul già visto, sullo scontato, annodandosi in mille inutili nodi che non consentono progressi per alcuno.
Mi piacerebbe tanto che le persone dessero più corda alla loro parte migliore, quella che è in ciascuno di noi e, sola, ci può dare pace e respiro.

Qui intorno alla nostra panchina tutto questo è più facile.
Sento numerose le vostre presenze.
Pur mute, siete per me gratificazione e sono certa che anche voi torniate indietro da questi momenti con maggiore luce negli occhi.

 Alla prossima! 




📚  📚  📚







Published: martedì 21 gennaio 2020

giovedì 16 gennaio 2020

Sedicesimo Incontro - 15.1.2020














Buongiorno, amici carissimi! 
Come va in questo nuovo anno? 
Con il nostro sedicesimo incontro siamo già nella seconda metà di gennaio. 
Noi abbiamo la sensazione che in due balletti, ci troveremo ad archiviare anche questo primo mese. 
Voi cosa ne pensate? Non sentite già nel colore delle primule che la primavera sta avanzando a grandi passi di luci e profumi? 
Noi sì e, proprio per questo, intorno alla nostra panchina cerchiamo di vivere intensamente, di cogliere ogni momento, di assoporarlo con lo spirito più giusto per la nostra anima, viva nella mente e nel cuore. 

Dunque, anche ieri abbiamo cercato di allenare al meglio i muscoletti essenziali. 
Siamo partiti allenando quelli del cuore. Ne avevamo ancora bisogno dopo la complessa settimana che abbiamo vissuto prima di questa. 
Così ci siamo messe a “sferruzzare” il nome della nostra amica scomparsa, un po' per ricordarla, un po' per alleggerire le emozioni nelle volute rilassanti delle lettere, un po' per entrare nel mondo delle parole e di nuovi pensieri. 
Abbiamo sferruzzato in allegria, poi abbiamo tentato di trasferire i pensieri sulla carta,  utilizzando il linguaggio poetico. 
Nello scambio che ne è seguito abbiamo tirato in ballo ancora una volta gli aspetti specifici di  questo linguaggio in ritmi, immagini, sinteticità. 
Quindi, abbiamo insieme ascoltato, limato e migliorato i singoli componimenti. 
Il risultato finale lo troverete, se volete, alla pagina “Lucca Insieme – A lei". 

C'è stato poi un breve intermezzo musicale durante il quale abbiamo improvvisato… un canto a più voci. 
È stato divertente, un'esperienza estemporanea, che forse un giorno potremo ripetere. Chissà?! 

Eccoci infine ad entrare nel nostro nuovo romanzo
Di questo non posso raccontare molto di più, ma in alcune delle foto di apertura è chiaro il coinvolgimento emotivo di chi “contratta” vivacemente sul materiale da “mettere agli atti”. 
Non vi pare? 

Grazie per essere stati con noi! 
E… ricordate! Noi vi aspettiamo sempre, in Via Sant'Andrea 33, il mercoledì dalle 16.30 alle 18.30. 
Intanto alleniamo i muscoli della mente e del cuore, sempre, anche qui intorno alla nostra panchina virtuale. 

Alla prossima!      



📚  📚  📚







Published: giovedì 16 gennaio 2020

martedì 14 gennaio 2020

Scarpette rosse













Intorno alla panchina quest'oggi si respira una certa lentezza che imbriglia i pensieri prima ancora delle azioni. 
È bella questa calma insolita. Posso attendere. Non c'è fretta. 
Ed ecco che intorno a noi il paesaggio si anima. 
La luce soffusa si è intensificata. 
Mi arrivano profumi che sanno già di primavera. 
Una lieve brezza mi sorprende, insieme al ricordo che mi riporta. 
Ora ci sono proprio dentro.

Un paio di giorni fa mi sono seduta in Piazza San Salvatore a catturare un timido raggio di sole. 
La panchina rossa se ne stava lì seria e muta. 
C'era ancora l'albero di Natale con le sue scarpine rosse dal tacco altissimo… venti? 
È proprio vero! Se si vuole, una panchina qualsiasi può creare vita e gratificazione. 
È bastato che io mi girassi verso due signori che mangiavano un panino, in evidente pausa pranzo. 
Un commento ad alta voce ed eccoci a parlare di argomenti importanti che fanno fare un passo avanti nelle relazioni e nel pensiero. 
Dall'albero erano scomparse parecchie scarpine rosse… forse prese da qualcuno come ricordo? 
In effetti erano proprio delle belle scarpine e capisco che abbiano potuto attrarre l'attenzione di molti. 
Inevitabile puntualizzare qualche idea intorno alla violenza sulle donne. 
E questo è stato già molto. 

La parte più interessante del ricordo, tuttavia, non è questa. 
Quel giorno ho incontrato anche due giovanissime ragazze che mangiavano una focaccia farcita dopo la scuola, prima di tornare a casa. 
Erano davvero giovani, al primo anno del liceo di scienze umane. 
Ho coinvolto anche loro nella conversazione con leggerezza e loro si sono lasciate trascinare, anche con un certo piacere. 
Le due non si erano neppure accorte che ci fosse una panchina rossa diversa dalle altre, una panchina con una targa che forse voleva comunicare qualcosa. 
È stato molto bello avere uno scambio con loro, parlare semplicemente, ma anche gettare in loro un piccolo seme da far germogliare. 
È stato uno scambio alla pari, infine. 
Una si è ricordata che delle panchine rosse aveva sentito parlare quando ne era stata posizionata una dalle parti di casa sua. 
L'altra ha riconosciuto che della condizione lavorativa della donna nel passato ne aveva studiato a scuola. 
C'era grande interesse nel poter parlare con me “seriamente” di argomenti “seri". 
I loro occhi brillavano. 
Gradualmente si erano trasformate e cercavano di seguire ciò che andavo tirando fuori dal cilindro, relazionandosi con me al meglio. 
Non erano annoiate. Non cercavano di fuggire. 
Mi hanno ringraziato del tempo, breve, che abbiamo trascorso insieme. 

A me hanno dato molto. 
È stato oltremodo gratificante constatare che c’è sempre una parte bellissima nei giovani, che è compito anche di noi adulti tirare fuori, portare allo scoperto e far brillare. 
Quei dieci minuti trascorsi creando relazioni sono stati utili per tutti. 
Per quel che mi riguarda, hanno dato valore ad un'intera giornata. 


C'è una grande luce ora intorno a noi. 
È tempo di lasciare la nostra panchina delle parole e dei pensieri e di rientrare nel mondo reale. 

Alla prossima!     







Published: martedì 14 gennaio 2020

sabato 11 gennaio 2020

Quindicesimo Incontro - 8 gennaio 2020






Elaborazione fotografica di Elisabetta Tuccimei


Buongiorno, amici!

È di nuovo sabato.
Come al solito il tempo scorre troppo in fretta. Se ne va di corsa, inesorabile, recando con sé tutto quello che incontra sul suo cammino, bello o brutto che sia, buono o cattivo.

L'incontro di mercoledì è stato un incontro molto particolare, un incontro comunque ricco di umanità e di profonda partecipazione.
Gli eventi improvvisi hanno cambiato tutto, soprattutto qualcosa dentro di noi.
Così avevamo bisogno di renderci conto di quanto accaduto.
La scomparsa di una di noi non è stata cosa da poco.
Così abbiamo accettato di giocare con le emozioni, per eliminare il buio di possibili tensioni e tristezze.
Di Marcella abbiamo enfatizzato il sorriso caratteristico, la dolcezza e l'ironia, certe che il suo spirito fosse presente lì con noi. È stato bello vivere questo momento pur tristissimo con la serenità e la dolcezza che "La Panchina" si prefigge.

Concretamente avevamo un bel compito: "sferruzzare" quelle emozioni che volevano  prepotentemente uscire allo scoperto.
Lo spunto sono state delle mattonelle in cui era appena visibile la traccia di disegni di tipo indiano, tutti diversi tra loro.
Ho chiesto di sceglierne uno e di sferruzzare un'immagine, la prima che fosse venuta in mente dopo il nostro parlare, il nostro ricordare.
È stata un'idea vincente.
Le immagini che ne sono emerse, pur semplici ad un occhio esterno, sono state molto significative ed hanno avuto il grande potere di ricreare equilibrio all'interno del gruppo. 
Forse avrete notato un volto, una mano curata, un totem ed altri simboli, solo apparentemente banali. Infatti, tra realtà e fantasia narrativa, essi sono per noi molto rilevanti ed evocano il nostro vissuto collettivo.


Disegnare emozioni



Ne è seguito un "Drama Time" in cui abbiamo creato una scena del nostro nuovo romanzo che, come noto, è già in stato avanzato di elaborazione.
Per me è stato molto gratificante vedere la scioltezza espressiva di tutte noi, in una grande festa di parole e di nuovi pensieri, un vero ed importante allenamento dei muscoli della mente e del cuore.


Poi c'è stato il giorno dell'addio vero e proprio. 
Tanta gente voleva bene a Marcella!
Noi de "La Panchina" ci siamo accorte che ci conoscevano tutti. L'eco delle nostre azioni e del nostro librino era forte e chiara. Ci ringraziavano per i momenti belli che Marcella ha trascorso con noi.

"La Panchina" saluta ancora questa dolce signora, che è stata parte fondamentale del gruppo e che sarà per sempre presente tra noi.




🌹💖🌹









Published: sabato 11 gennaio 2020

giovedì 9 gennaio 2020

Micro e macro sistemi









"La Panchina" sulle Mura
Un micro sistema aperto al mondo


🌏 
Questo post ha avuto una vita complessa.
Ho iniziato a scriverlo qualche tempo fa, non ricordo più nemmeno quando precisamente. In mezzo. sono accadute tante cose che ne hanno ritardato il completamento, tuttavia, lo pubblico lo stesso nella speranza che possa essere utile a qualcuno. 


Amici carissimi de “La Panchina”, 
stiamo già percorrendo velocemente il nuovo anno. 
Che fretta si ha di andare lontano! 
Sarà meglio fermarci un attimo e fare il punto della situazione. 

Nel mondo reale freddo e ghiaccio la fanno da padroni, ma con un sole così pulito e splendente non c'è problema. Sentiamo una grande energia scorrere nelle vene. 
Qui intorno alla panchina si entra invece nel mondo dei sogni, nel mondo della fantasia, nel mondo del possibile. 
Luci e ombre si attenuano, il calore e il freddo si compenetrano così bene che non sei più in grado di definirli, i suoni si ingentiliscono e si moderano, i colori diventano deliziosi agli occhi che cominciano a creare immagini proprie. 
Parole, pensieri, idee. 
Sono in ogni dove. Basta solo fermarsi e farle nostre. 
Mentre una Befana si alza in volo e un'altra rientra dopo il lungo lavoro notturno, mentre la gioia dei bambini si espande esplosiva in mille sorrisi, c'è qualcosa di negativo che aleggia nell'aria. 

Da questa postazione privilegiata, dalla nostra panchina, si vede chiaramente una tensione che serpeggia nel mondo reale, una tensione che cresce, si amplifica, entra nei cuori delle persone e li gela. 
Del resto è sotto gli occhi di tutti come i mille e continui telegiornali si affannino a riportare soltanto notizie tristi e tragiche, gonfiandole di un'enfasi che forse potrebbe essere più contenuta. 
Il clima pesante che si crea è davvero troppo opprimente e le persone più sensibili ne risentono, vivendo un tempo di angoscia e di tristezza che non arreca certo un progresso nei fatti. 
È di ieri sera uno scambio con un‘amica sull'argomento, che ancora una volta mi ha portato a riflettere. 
Ho percepito una paura latente, un'incertezza che inibisce la sensibilità del vivere e rende incerta qualsiasi piccola decisione da prendere. 
Si sviluppa in noi un senso di colpa che non ha ragione di esistere. 

Io credo che non possiamo assumere sulle nostre spalle tutto il peso del male che circola nell'universo. La sensibilità è una bella cosa, ma non deve trasformarci in esseri incerti e impauriti che niente in più arrecano al buono del mondo. 
Il Bene e il Male sono stati e saranno sempre in relazione costante. 
Forse non riusciamo affatto a definirli, neppure se ci sforziamo. 
È la nostra natura umana che non ci consente di andare oltre. 
Sì, c'è stata ovviamente una grande evoluzione nel comportamento del singolo e delle società, quello che noi chiamiamo civiltà, ma il Male e il Bene, agghindati in abiti moderni, sono ancora qui in un eterno balletto. 
Dunque, noi siamo piccoli piccoli davanti a loro. 
Facciamo bene a sentirci responsabili di tutto, continuamente coinvolti a cercare di risolvere problemi più grandi di noi, connessi a massimi sistemi in cui è vero tutto e il contrario di tutto, in cui non riusciamo poi ad incidere granché? 

Certamente non dobbiamo delegare e rinunciare a fare le nostre scelte, ma queste devono essere veramente personali, non influenzate da luoghi comuni, realistiche e gratificanti perché in grado di modificare virtuosamente la realtà intorno a noi. Cerchiamo di vivere la nostra vita serenamente, senza farci schiacciare dagli eventi, soprattutto, da quelli che avvengono così lontani da noi, nei macrosistemi, da non riuscire mai a definirli del tutto e con certezza. 
Ci sono peraltro molti avvenimenti qui vicini a noi, che mettono a dura prova il nostro equilibrio, mille scelte da mettere in atto ogni giorno, che sono davvero importanti per la ricaduta visibile su di noi e sul nostro microcosmo. 
È qui che ci dobbiamo concentrare maggiormente, accettando ciò che non può essere cambiato, risolvendo i nostri sensi di colpa che non hanno ragione di essere, superando le nostre paure per ciò che ognuno di noi vive quotidianamente, con un occhio alla vita del mondo e a quella universale, da affrontare con elasticità mentale e disponibilità al cambiamento.

In questo modo possiamo crearci un equilibrio e una serenità tali da dare un valore  evidente al nostro tempo.

Nel frattempo il nostro microcosmo ha avuto uno scossone dal quale sta cercando di riprendersi seguendo appunto questa filosofia.
Una di noi ha lasciato con leggerezza la nostra panchina, volando via per sempre verso dimensioni inesplorate. Oggi le daremo l'ultimo saluto, ricordando la sua gioia di vivere che esprimeva tutta nel suo bel sorriso.
Per quello che ci riguarda, trarremo da questo esempio di vita tutto l'insegnamento che ci può donare e che può ben sostenere i concetti che ho appunto cercato di delineare.

E tutti noi continuiamo come sempre ad allenare i muscoli della mente e del cuore.









Published: giovedì 9 gennaio 2020

martedì 7 gennaio 2020

Ciao, Marcellina!









Ciao, Marcellina!



"Fui frastornata dalle luci, dai grattacieli, dal silenzio di quella città,
ma il giorno dopo eravamo già partiti per Mica Creek."

Ormai Dona non si ferma più.
Persa nelle significative avventure della sua vita,
racconta più per se stessa
che per quelle signore
che l’ascoltano senza fare il minimo rumore.

“Le acque del Columbia River erano color topo,
ma vi viveva una folla di orgogliosi salmoni.
Intorno, gli scoiattoli giocherellavano su e giù sugli alberi…
poi c’erano gli orsi che al mattino venivano a scoperchiare i bidoni dell’immondizia
 a cercare il miele sul fondo dei barattoli ormai vuoti.
Infine gli indiani,
seduti con le gambe incrociate,
davanti alla loro tepee, la tipica tenda a cono.”

(da "100 Pagine d'Avventura")


Ti ricorderemo sempre così, radiosa nella tua gioia di vivere.
Sarai sempre con noi, seduta nel nostro cerchio magico intorno al tavolo più o meno virtuale de "La Panchina" .
È stato bello percorrere insieme un tempo armonioso, pieno di scambi autentici e di risate.
Grazie, Marcellina!









Published: martedì 7 gennaio 2020

Poetar m'è caro

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