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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Ricordi Scuola 16 - Libri e libroni









Di quel periodo in Emilia la cosa più interessante di tutte, però, fu l’allestimento di grandi libroni, uno per ogni anno scolastico, due in classe quarta.

Questi libroni raccoglievano tutte le esperienze fatte insieme durante l’anno e miravano a raggiungere vari obiettivi.

Il primo era certamente quello di rinforzare il concetto di sé e la coesione del gruppo-classe.

Il secondo più didattico, invece, si rifaceva a teorie molto in voga in quegli anni: i libri-sussidiari che l'editoria proponeva erano parziali, asettici, non legati all’esperienza di quella classe in quel momento, insomma troppo lontani dalla vita reale per essere significativi e padroneggiati con facilità.

Così teoricamente i libri-sussidiari avrebbero dovuto essere costruiti con le esperienze concrete avute insieme e, quindi, già assimilate. In pratica il sussidiario allestito avrebbe dovuto contenere tutto il programma svolto, dando un’idea di cosa e di come il piano di lavoro ne aveva previsto l’acquisizione.

Un altro must di quel periodo era che si dovesse partire dal grande per arrivare gradualmente al piccolo, per cui si scriveva su quadernoni e si aveva bisogno di molto spazio. Poiché poi non c’era la possibilità di utilizzare il computer, era necessario scrivere e disegnare tutto a mano.

Ne risultò che i libri allestiti erano davvero dei libroni e che la rilegatura doveva essere eseguita in tipografia. Ancora una volta mi fu facile trovare delle collaborazioni, in questo caso i finanziamenti, perché i genitori erano così contenti delle opportunità avute dai loro bambini che si autotassarono volentieri per consentire la riuscita del progetto.

Mentre l’Amministrazione Comunale collaborò stampando le centinaia di pagine realizzate, i genitori pagarono la tipografia che rilegò i volumi.

Il titolo scelto era di per se stesso significativo: “Così per divertirci…” e sottolineava la filosofia che volevo passasse nei miei bambini. Penso di essere riuscita in questo.

Alla fine dell’anno, ogni bambino ricevette la sua copia e se la portò a casa con orgoglio e soddisfazione.

Nel 2013, ne ho avuto assicurazione da più di un alunno che mi ha recentemente contattato su facebook, molti di quei libroni, o forse tutti, sono ancora conservati gelosamente!

Le tracce lasciate nel cuore dei miei bambini allora e in quello di donne e uomini barbuti oggi, sono evidenti! Questo per me è educare e ne sono fiera.

Ritenevo importante, e tutt’oggi lo ritengo ancora di più, che fosse importantissimo costruire, oltre che un’immagine positiva di se stessi, un simbolo concreto della classe, del gruppo, simbolo che fosse in grado di sottolineare come insieme si potesse raggiungere obiettivi più ambiziosi di quelli conseguibili individualmente.

Il “librone” fu massima tangibile espressione di questo concetto, così come fu sintesi di tutte le singole attività del gruppo-classe, costruite partendo da questi aspetti teorici, non dimenticando la creatività e l’unicità di ogni individuo.

Mi tornano in mente tanti momenti in palestra in cui sceglievo di esercitare gli schemi motori costruendo una storia, appunto motoria, in cui tutti avevano un ruolo, per esempio. quella dei fili di lana nello spazio largo che via via si univano a formare un filo e, quindi, un gomitolo, nello spazio stretto, formato da tutti noi, che poi si scioglieva per colpa del gattino che ci giocava.

Di questa storia inventammo canti esplicativi, melodia e testo, ma anche rappresentazioni grafiche di sintesi, attivando una meta-riflessione su quanto eseguito.

Romantica fu anche la storia ambientata nella vigna, dalla raccolta dell’uva da porre nelle bigonce, alla pigiatura collettiva dell’uva da eseguire tutti insieme nel grande tino! Anche qui musica, lingua e disegno si unirono alla motricità per creare un’entità in cui individuale e collettivo si fondevano in qualcosa di superiore che faceva tanto bene all’anima... Anche alla mia!


Un’altra realizzazione, che avrei continuato a proporre negli anni successivi anche in altre scuole, fu la redazione di un giornalino periodico con lo stesso titolo “Così, per divertirci…”. E’ evidente come questa attività fosse correlata alla lingua in ogni sua sfaccettatura, a tutte le altre aree disciplinari e allo sviluppo del sé e del gruppo in campo affettivo, come già altrove sottolineato.





🤔 Riflessioni

🐝 Quali sono i punti di forza?

✔  Realizzazione di "prodotti" concreti e visibili, in cui il gruppo-classe si riconosce e si identifica.
✔  Collaborazione di tutte le parti coinvolte nel sistema inteso nel senso più ampio, scuola-famiglia-territorio.
✔  Stimolazione della capacità individuale di esprimersi a tutto tondo in tutte le aree di apprendimento, con modalità di pensiero convergente e divergente.
✔  Lavorare  in modo nuovo, sperimentare, ricercare nuove possibilità.




3 commenti:

  1. Risposte
    1. È bello avere dei ricordi positivi e bisogna curarli come fiori. Danno forza per andare avanti e sostengono. È brutto non averne perché non si saprebbe a cosa fare riferimento e con che cosa confrontarsi.
      La nostalgia positiva fa bene al cuore ed anche una lacrimuccia ci sta bene. È certamente una lacrima bella che illumina lo sguardo e induce al sorriso.
      Ti aspetto ancora, cara Stella!

      Elimina

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