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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
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lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Lucca Insieme - Vigilia d'Ognissanti

 



Tempera e oro su tavola (1310)
Giotto - Uffizi
 


Vigilia d'Ognissanti


Molti di noi non amano la festa di
Hallowe'en.
Questo è del tutto legittimo
ed attiene alla nostra libertà di pensiero.
La spiegazione che se ne dà però non sempre  risponde alla verità.
Infatti,
ritenendola completamente estranea alla nostra realtà,
si dimentica quanta contiguità c'è invece
con ciò che noi abbiamo fatto
fino a pochissimo tempo fa. 


Proviamo a vedere.


La festa di Ognissanti è una festa molto antica
sia in Italia che in Europa
ed ha tradizioni differenti
in ognuna delle nostre regioni.
  • Già i primi cristiani giravano per paesi e contrade, chiedendo un dolce - pane d'animo - promettendo in cambio preghiere per i defunti di colui che donava.
  • In Sardegna questa festa ha vari nomi; in particolare ne esiste una in cui i bambini girano di casa in casa e chiedono un'offerta per i defunti.
  • In Campania si andava in giro con una cassetta di cartone a forma di bara che veniva chiamata "u tavutiello". 
Qualche attinenza con "Dolcetto o scherzetto?"
  • In Sicilia durante la notte di Ognissanti i defunti portano dolciumi ai bambini che si sono comportati bene.
  • A Matera in Basilicata, il giorno del primo novembre i morti scendono in città dalle colline del cimitero, portando un cero acceso nella mano destra, mentre il 2 novembre le donne fanno nuovamente un pianto funebre propiziatorio sulle tombe.
  • A Roma si usava consumare un pasto vicino alla tomba di un proprio defunto per fargli compagnia.
  • In Abruzzo e Trentino ancora oggi è tradizione intagliare le zucche e porvi una candela all'interno.
  • In Toscana i bambini indossano collane di mele e di caldarroste.
  • In Val d'Ossola, in Piemonte, si lasciavano le case dopo aver cenato perché potessero essere occupate dai defunti in visita.
  • In Val d'Aosta si usa vegliare davanti ai fuochi, lasciando in tavola pietanze per i morti.
  • Nelle zone lombarde, ancora oggi, si lascia un vaso pieno d'acqua in cucina per dissetare i defunti che arrivano durante la notte.
  • In Emilia Romagna i poveri chiedevano la "carità di murt" ricevendo cibo.
  • Alle finestre delle case del Friuli si tengono una candela accesa, una bacinella d'acqua e un pezzo di pane a disposizione dei morti.
  • In Trentino Alto Adige si suonano le campane delle chiese per richiamare le anime dei defunti e viene lasciata una tavola imbandita per loro. 
E i cibi?
Esistono anche molti cibi tipici di queste ricorrenze.
  • Frutta Martorana in Sicilia (di pasta di mandorle) insieme al misto di frutta secca: ceci tostati, semi di zucca, arachidi eccetera.
  • Le fave dei morti emiliane e laziali.
  • La colva pugliese fatta di grano, melagrana, cioccolato.
  • In Trentino le zucche usate per creare le lanterne vengono poi trasformate in risotti.
  • In Liguria si preparano i bacilli, le fave secche e i valletti (castagne bollite).
  • In Molise fanno le tagliatelle bianche condite con la verza, dette "sagne e jierve.
  • Esiste anche un torrone dei morti. 


Per inciso, la parola inglese
Hallowe'en
deriva proprio da
"tutti i santi".

E voi
lo sapevate?
Ricordate come nelle vostre famiglie
veniva sottolineata
questa ricorrenza?


📌



📌

Domani è la ricorrenza di Ognissanti mentre la festa dei morti é il giorno successivo.
Ricordo che da piccola in famiglia, e credo in tutte le famiglie, veniva messo un lumino sul comò davanti alle foto dei nostri cari defunti.
Si cominciava già dall’ultimo di ottobre a recarsi al cimitero per pulire le tombe e preparale con  i crisantemi. Ricordo le persone con in braccio fasci di crisantemi, anche molto belli, ma solamente bianchi o gialli. Erano fiori recisi e non vasi come oggi. Da noi, nel piccolo paese, le piante di crisantemi in vaso non esistevano e le persone che potevano le avevano nel campo, perché dal fioraio costavano abbastanza.
Era davvero una festa vedere quelle tombe cosi curate! A me piaceva e a dire il vero, anche oggi che sono abbastanza matura, mi piace andare spesso al cimitero. Come allora trovo gente che conosco e scambio volentieri due parole. Ci accomuna sempre qualcosa.
In questi ultimi anni è arrivata la festa di Halloween che a me non piace, ma d’altra parte si potrebbe pensare che in fondo sdrammatizza e la si può prendere da questo lato. Per quanto mi riguarda basterebbe che pensassi a questo e farla un poco mia.
E’ una festa che viene dai paesi anglosassoni ma anche un poco simile alla nostra dal punto di vista del cibo. Infatti “dolcetto o scherzetto” ci fa pensare ai nostri dolcetti dedicati proprio a questo giorno.
Ogni regione ha le sue usanze come tutte le feste. Da noi va per la maggiore il Pan de’ Santi che però commemora anche i morti perché alla fine la festa dei morti non esiste. Solo quella di Ognissanti o Tutti i Santi come si dice da noi.
Claudia



📌

Anche riflettere su questo argomento mi ha riportato a un tempo lontano in cui le abitudini differivano davvero tanto da quello che oggi accade intorno a noi.
Rivedo quei moccolotti che mia madre accendeva. Li disponeva su un baule, dopo averli tenuti un po' sulla finestra. Mi piaceva quella carta pieghettata, colorata, che lei disponeva alla base dei ceri bianchi per proteggere il legno. Questo durò solo pochi anni, forse mia madre voleva semplicemente trasmettermi delle tradizioni perché le conoscessi o forse i tempi erano cambuatu velocemente.
A proposito di morti e di Halloween, quello che trovo che le due feste, europea ed anglosassine, abbiano in comune è il fatto che in entrambi i casi, i morti escono dalle tombe e vengono a visitare il mondi dei vivi. Nel primo caso, lo fanno per sostenere, ma anche un pochino per punire, i vivi: quindi la paura che trasmettono è una paura che educa. Nel secondo, invece, vengono per impaurire, direi per terrorizzare, degenerando nell'horror. Questa energia che è portata all'esterno, tuttavia, libererebbe dal disagio come dicono gli psicologi.
Anche per quanto riguarda "Dolcetto o scherzetto?", pure nella nostra tradizione troviamo dolcetti specifici e uscite per fare questue varie. Pensate che uscite simili se ne fanno anche per la Befana. Quindi, niente di nuovo.
Quello che a mio avviso può caratterizzare i festeggiamenti di Hallowe'en è la sua grande estensione che coinvolge un numero inimmaginabile di persone. All'interno di questa folla si possono nascondere soggetti con problemi di varia natura, un esempio per tutti, la signora che mette nel cestino il dolcetto avvelenato o contenente una lametta per fare del male.
Problema di Hallowe'en? No! Troviamo la stessa dinamica con le polpettine avvelenate per cani e gatti nascoste sotto le foglie in percorsi strategici o la manomissione di bottigline o pacchetti negli scaffali del supermercato.
Vanina



📌

È una festa, quella dei Santi, che nella mia famiglia era molto sentita ma che si è persa nei meandri dei vecchi ricordi.
Nei giorni precedenti la festa era tutto un fervore alla ricerca di bei fiori, ma poco costosi, per rendere le tombe dei nostri cari defunti più belle rispetto agli altri giorni dell'anno, sebbene la visita al cimitero fosse una tappa ricorrente la domenica, prima o dopo la Messa.
Spesso i fiori venivano dai nostri giardini dove qualche rosa ritardataria veniva recisa e sistemata insieme al verde che trovavamo nei campi. I miei nonni erano soliti tenere sempre acceso un lumino di cera sulle tombe perché, mi dicevano, i morti non si sentissero abbandonati nel buio. E il giorno dei Santi i lumini aumentavano per illuminare meglio la loro notte.
Ricordo che io, piccoletta, percorrevo i vialetti di ghiaia bianca avanti e indietro, mi fermavo davanti alle statue che troneggiavano sulle tombe, mi imbambolavo quando vedevo le foto dei bambini e mi chiedevo dove fossero andati quei piccoli.
Il giorno dei Santi c'era la Messa solenne e guai non parteciparvi perché, dicevano i "vecchi", era la prima Pasqua dell'anno.
Una tradizione che ricordo bene, anche se ero veramente piccola, è il Rosario che in famiglia veniva detto proprio la vigilia della commemorazione dei defunti. Mio padre raccontava che quando era piccolo non si cenava se prima tutti non avevano recitato il Rosario.
Oggi questi riti si sono perduti e, sebbene rimanga ancora la visita ai cimiteri, i giovani hanno altre idee. D'altra parte il mondo odierno si è aperto ad altre culture, la festa di Halloween ha preso il sopravvento, un esercito di persone si mascherano come in un film horror...  Mi dispiace pensare che certe nostre tradizioni in un futuro non lontano andranno a sparire.
Mariella



📌

Per questa festa dei Santi e dei Morti c'era la consuetudine di andare in chiesa, assolutissimamente alla Messa e al Vespro, poi la benedizione al cimitero e, alla sera, ci si trovava tutti fra parenti e si usava dire il rosario in casa della mia zia... Seguivano le litanie, che a me venivano a noia perché non finivano più, però mi piaceva questo grande raduno tra cugini e parenti. Poi tutti raccontavano le loro storie e anche pregavano.
In quel momento a me bambina sembrava di essere in una favola ed era molto interessante sentire quei chiacchiericci degli anziani. Coi miei cuginetti poi, davanti al fuoco aspettavamo l'ora della mondinata, ascoltando i grandi che continuavano a raccontarsi.
Io, vi dirò, che non sono mai stata paurosa dei morti, come alcuni miei cugini che assolutissimamente non volevano passare davanti al cimitero. Io non avevo paura perché dentro di me mi dicevo: "Ma come si può aver paura di un morto che è lì sotto terra con tanta terra sopra, non ci può vedere, non ci può sentire e non può neanche uscire." .
Alba



📌

Ricordando la vigilia e la festa di Ognissanti, devo dire che da piccola le separavo completamente, ma festeggiavo tutte e due in maniera importante per me. 
La prima andavo a dormire dai nonni, che abitavano in campagna, dove preparavo due zucche da mettere sui pilastri del cancello.  Che festa era per me !  Vuotare le zucche, fare gli occhi, il naso la bocca, i denti fatti con gli stuzzicadenti, e una volta finite accendere dentro una candela.
La sera la passavo ai vetri della finestra per controllare i miei piccoli capolavori e che le candele fossero accese. Guardando intorno tutte le case avevano una zucca illuminata ed era una sera bella e particolare.
La festa di tutti i Santi era dedicata alla visita dei cimiteri dove riposavano i miei cari defunti. Mamma, giorni prima, andava a pulire le tombe, metteva fiori freschi e lucidava bene le parole e i numeri delle date.  La mattina con tutta la famiglia andavano a dire una preghiera sulle tombe.
Guardandomi intorno quel giorno era particolare, incontravo gente che conoscevo e i cimiteri specialmente quello di campagna era un giardino fiorito di crisantemi bianchi e lumini accesi.
Un pensiero mi veniva alla mente... perchè la gente sembrava che si ricordasse dei morti solo durante quella data in quanto purtroppo tante tombe durante gli altri giorni dell'anno erano disadorne e sembravano abbandonate.
Oggi mi sento una certa responsabilità di dover pulire e preparare le tombe io, perchè sono rimasta a Lucca e so dove sono le tombe dei miei cari defunti.
Silvana



📌

Non amo molto la festa di Halloween che gli Anglosassoni pare abbiano trasformato in una festa del terrore o meglio un carnevale terrificante secondo le loro intenzioni.
Le tradizioni italiane nate forse dai Cimbri o anche secoli addietro, si riferiscono ai giorni dei morti e sono tantissime e le più varie; secondo me, se ci analizziamo bene, secondo il mio parere  sono tutte legate a una strana paura che l'essere umano aveva nei confronti di chi è morto.
Ai giorni nostri, la paura dei morti, non credo proprio che esista, perché chiunque capisce che non ha senso...
Nei secoli passati invece si pensava che i morti ritornassero nei luoghi dove avevano vissuto, si diceva che in certe case risiedessero costantemente fantasmi, che generalmente erano morti in maniera tragica o avevano avuto una vita di estrema sofferenza e quindi il popolino cercava mezzi che potessero sdrammatizzare queste presenze.  
Le tradizioni italiane, nate chissà quanti secoli fa che si riferiscono al giorno dei morti, sono tantissime e le più varie.
Le luci, erano una costante utilizzata in questi giorni  perché servivano a dare un po' di sicurezza a chi temeva i defunti e con la luce faceva credere di dare loro la possibilità di muoversi nei luoghi dove avevano vissuto. Contemporaneamente dava sicurezza a chi temeva i defunti e cercava di mettere nelle proprie  abitazioni ceri accesi che potessero illuminare le abitazioni. 
Oppure si creavano illuminazioni decorative svuotando zucche, che maturavano proprio in quel periodo e, intagliandole, si davano loro volti particolari.
Per sdrammatizzare il giorno del ricordo dei defunti al mio paese si usava acquistare dal pasticciere dei biscotti durissimi che spaccavano i denti, ma erano ammorbiditi dalle mandorle. Questi biscotti si chiamavano "Ossa dei morti" e tutto sommato ne avevano anche un po' l'aspetto...
Ora non si temono più i morti, ora si festeggia mascherandosi da mostri per rendere festoso un giorno che dovrebbe essere di preghiera e di ricordo nostalgico di chi non c'è più.
Lauretta





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